VERSO LA MODIFICA DELLO STATUTO Istituita ... - Cesare Pozzo
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verso la<br />
mutua<br />
d e l<br />
futuro<br />
La proposta della <strong>Cesare</strong> <strong>Pozzo</strong>,<br />
dicembre<br />
8<br />
duemiladieci<br />
S i è svolto il 17 novembre scorso a Milano, dei soggetti interessati, alle caratteristiche ter-<br />
presso l’Università Luigi Bocconi a Milano, il<br />
convegno "La sanità integrativa: come coordinarla<br />
con il SSN", organizzato da Amaris –<br />
Assicurazione e Management dei Rischi in<br />
Sanità.<br />
Tra i relatori,<br />
diversi sono stati i<br />
docenti universitari<br />
in rappresentanza di centri di ricerca dell’<br />
Università di Udine, dell’Università Politecnica<br />
delle Marche, dell’Università degli Studi di<br />
Firenze oltreché della Bocconi stessa. Tra gli<br />
specialisti “in materia” che hanno partecipato<br />
alla tavola rotonda anche Claudio Trucato,<br />
direttore del Fondo assistenza sanitaria dirigenti<br />
aziende commerciali (Fasdac) e Diego Lo<br />
Presti, vice presidente della <strong>Cesare</strong> <strong>Pozzo</strong>.<br />
Il tema del convegno è stato affrontato nei molteplici<br />
suoi aspetti; non solo quelli riguardanti<br />
l’attualità, ma anche guardando alle prospettive<br />
future delle possibili relazioni tra il servizio<br />
sanitario pubblico e gli attori del “privato” in<br />
ambito dei servizi sanitari. E poi non sono<br />
mancati gli approfondimenti alle varie tipologie<br />
in un'assise particolarmente qualificata, è stata lanciata; la sfida è alta<br />
e di prospettiva, ma i tempi<br />
sono maturi e le soluzioni<br />
non sono più rinviabili<br />
AFFRONTATI AL<strong>LA</strong> "BOCCONI" I RAPPORTI TRA <strong>LA</strong> SANITÀ PUBBLICA E I SERVIZI SANITARI DEI PRIVATI<br />
Sanità integrativa e Ssn<br />
di Marco Grassi<br />
ritoriali dei servizi da erogare, alla compartecipazione<br />
del cittadino alla spesa sanitaria.<br />
Carlo De Pietro, dell’università Bocconi, ha<br />
presentato una serie di analisi di ricerca e<br />
studio per fotografare il peso attuale della<br />
sanità cosiddetta out of pocket, cioè totalmente<br />
a carico del cittadino senza copertura del<br />
servizio pubblico e neppure di forme di<br />
integrazione privata. In Italia questa spesa è<br />
pari al 19 per cento della spesa sanitaria totale,<br />
mentre la spesa sanitaria privata pesa per<br />
il 23 per cento.<br />
I due dati messi a confronto con gli stessi indicatori<br />
dei Paesi europei ed extra pongono<br />
l’Italia in “buona” compagnia: più o meno<br />
uguale è, ad esempio, la percentuale di incidenza<br />
per gli Stati Uniti e per la Gran Bretagna.<br />
Secondo l’indagine Multiscopo Istat del 2005, il<br />
57 per cento del totale delle visite specialistiche<br />
sono state pagate direttamente dagli italiani e di<br />
queste grande incidenza ha avuto l’odontoiatria.<br />
Da ultimo, per usare un altro indicatore, dalla<br />
verifica delle dichiarazione dei redditi del 2009<br />
emerge che l’importo medio detratto dagli italiani<br />
è € 895,00 eccedente<br />
la franchigia di € 129,00.<br />
La lettura di questi dati<br />
pone la seguente domanda:<br />
“come agire in modo<br />
che i servizi sanitari siano<br />
accessibili per copertura<br />
economica alla più vasta<br />
platea di cittadini”?<br />
Il Sistema sanitario pubblico<br />
garantisce i Lea,<br />
livelli minimi di assistenza<br />
sanitaria, ma l’odontoiatria<br />
(95% spesa totalmente<br />
privata) e l’assistenza per<br />
la lungo degenza per i non<br />
autosufficienti rappresentano<br />
una “ferita aperta”<br />
per gli italiani. Un solo