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Quei luoghi, anzi, quel luogo non poteva che essere At<strong>la</strong>ntide, l’impero di cui il mondo<br />

aveva perso ogni traccia ormai da migliaia d’anni. E’ incredibile come una cartina<br />

geografica del 1700 (circa) abbia posto At<strong>la</strong>ntide oltre le Colonne d’Ercole… con<br />

l’Africa <strong>sopra</strong> e <strong>la</strong> Spagna sotto. Il nord del<strong>la</strong> mappa <strong>è</strong> correttamente puntato (come<br />

l’ago del<strong>la</strong> busso<strong>la</strong> mostra chiaramente), ma a differenza delle nostre comuni cartine<br />

si trova in basso anziché in alto. E’ un mondo in cui <strong>la</strong> freccia del tempo segue<br />

comunque correttamente <strong>la</strong> via del sole (dall’alba al tramonto, da Est ad Ovest),<br />

sebbene, come sui grafici di borsa, il tempo scorra nel caso da sinistra verso destra.<br />

Certo che l’immagine che così ci viene rimandata <strong>è</strong> quel<strong>la</strong> di un mondo sotto<strong>sopra</strong>.<br />

“Sotto<strong>sopra</strong>”, per l’appunto. Fortunatamente, lì, nel suo centro, s’erge proprio<br />

At<strong>la</strong>ntide. Cos’<strong>è</strong> stata però, un tempo, At<strong>la</strong>ntide e cosa mai potrebbe essere ancor per<br />

noi, marinai del nuovo millennio, ve lo diremo forse una prossima volta: ce l’impone il<br />

nostro dannato demone. D’altra parte, non c’<strong>è</strong> fretta. Siamo ancora in mezzo alle<br />

colonne: “il folle varco di Ulisse”, infatti, non l’abbiamo già attraversato del tutto.”<br />

***<br />

L’esperienza de “il Circolo dell’Investitore”, in realtà, non fu poi così fortunata come il<br />

sottoscritto invece sperava: capita quando si sbaglia <strong>la</strong> scelta dei propri compagni di<br />

viaggio (non tutti, infatti, si dimostrarono autentici Eroi come gli Argonauti). Fu<br />

proprio nell’occasione che capimmo l’importanza che spesso ha il navigare in solitaria.<br />

Decidemmo così d’affidar “simbolicamente” <strong>la</strong> guida del<strong>la</strong> nostra barca a…<br />

(da “Porti di Ulisse” del 21 giugno 2008)<br />

“…Bernard Moitessier, l’ultimo vero vagabondo dei mari. Nessuno più e meglio di lui,<br />

infatti, potrà condurci verso il “Mar delle Tenebre”: l’Oceano At<strong>la</strong>ntico. La vita di<br />

Bernard Moitessier, in fondo, non <strong>è</strong> stata molto diversa da quel<strong>la</strong> di Corto Maltese<br />

(anche se di quest’ultimo s’<strong>è</strong> persa ormai ogni traccia e del primo, invece, si sa<br />

praticamente tutto, compresa <strong>la</strong> sua morte, avvenuta giusto in questi giorni di metà<br />

giugno del 1994). Bernard non era certo un uomo che si faceva molte domande,<br />

prima di partire (in solitaria o… quasi): l’importante, usava dire, <strong>è</strong> avere una buona<br />

“carta” che eviti al<strong>la</strong> barca d’incagliarsi sugli scogli (come, invece, gli era accaduto nel<br />

1952 alle Isole Chagas con <strong>la</strong> giunca “Marie Therese”). La sua vita <strong>è</strong> proprio lui a<br />

raccontarce<strong>la</strong>, in un libro scritto un solo anno prima di morire: “Tamata e l’Alleanza”.<br />

Il suo vero capo<strong>la</strong>voro, tuttavia, <strong>è</strong> “La Lunga Rotta”, dove ci spiega come “alle alte<br />

<strong>la</strong>titudini… lo spirito si fa carne e <strong>la</strong> carne si fa spirito” di contro ad “un Occidente<br />

destinato, ormai, al<strong>la</strong> catastrofe”:<br />

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