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Edoardo E. Macallè - Nikkaia Strategie

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Benvenuti a…<br />

13 agosto 2012<br />

<strong>Edoardo</strong> E. <strong>Macallè</strong>


Nel fine settimana:<br />

E’ una previsione, fornita lo scorso 4 luglio da una primaria società americana del<br />

campo, su quel che potrebbe accadere allo S&P500 nei prossimi mesi. Bene, lunedì,<br />

ripartiremo proprio da qui.<br />

“Benvenuti al Circo” ha preso le mosse proprio dalle immagini che vedete qui sopra:<br />

facendo sponda sulle stesse, infatti, ci siamo avventurati nelle “nostre” analisi con lo<br />

scopo di mostrare, a chi legge, su quali basi queste ultime, in fondo, poggiano. Queste<br />

immagini, un mese fa, le avevamo presentate più o meno così…


Tanto il grafico, quanto la tabella dei probabili/possibili livelli che lo S&P500 potrebbe<br />

raggiungere nei prossimi sei mesi è fornita, in modo del tutto gratuito, da una società<br />

indipendente:<br />

Gli stessi grafici e tabelle, o “quasi”, potete tranquillamente scaricarli da voi (insieme<br />

a molti altri) dal loro sito: www.forecast.org. “Quasi” perchè grafici e tabelle sono<br />

aggiornati periodicamente e quindi passibili di modifiche anche in corso d’opera. Ed è<br />

così da anni (sempre che, per qualcuno, tale stabilità possa rappresentar un merito…):<br />

non hanno, insomma, alcuna paura di “metterci la faccia” in quel che fanno e, come<br />

par ovvio, cercano di farlo sempre meglio. Altrettanto ovviamente, non mancano di<br />

cader, talvolta, in un eccesso di pragmatismo tipicamente anglosassone che fa perder<br />

loro, per strada, un po’ di qualità nel lavoro svolto, ma in ragione del costo nullo di<br />

quanto ci mettono a disposizione non possiamo che esser grati della loro… “esistenza”.<br />

E questo in maniera del tutto indipendente da un’eventuale qualità delle previsioni<br />

avanzate. Perché su questo particolare aspetto noi siamo abbastanza tranchant nei<br />

nostri giudizi:<br />

le previsioni non sono mai né giuste né sbagliate: sono semplicemente<br />

“previsioni” e la loro qualità non è mai data da quel che poi la realtà andrà<br />

a fare, quanto dalla coerenza mostrata da chi tali previsioni ha avanzato.<br />

Noi non sappiamo se con la sottolineatura “oggettivo” (oltre che “indipendente” ed<br />

“accurato”…) fornita al loro “Centro di Previsioni Finanziarie” intendessero proprio quel<br />

che noi s’è indicato col termine “coerenza” (conoscendo la grossolanità americana non<br />

lo crediamo affatto), ma così fosse… possiamo confermare che, di là d’ogni possibile<br />

giudizio che potrebbe darsi del loro lavoro, proprio in quest’ultimo essi si mostrano<br />

comunque “indipendenti, coerenti ed accurati” (fine del “pistolotto” pubblicitario).<br />

Tutto ciò, ovviamente, non significa che noi si condivide le loro previsioni, tanto meno,<br />

poi, quelle mostrate più sopra sul mercato americano: certo,<br />

anche noi s’è portati a pensar che l’attuale trimestre non sarà facile sul<br />

mercato azionario (compreso lo S&P500), ma abbiamo idee ben diverse da<br />

quelle prima indicate e, in particolar modo, su quel che potrà accadere<br />

nell’ultimo trimestre dell’anno in corso.


D’altra parte i nostri “Modelli” sono ben diversi dai loro ed è quasi inevitabile che<br />

possano esservi, tra noi e loro, divergenze sulle previsioni avanzate, anche se (come<br />

speriamo di mostrarvi col tempo…) le stesse sono certamente meno “decisive” di quel<br />

che si sarebbe portati a pensare, quanto meno da parte di alcuni. Ad ogni buon conto,<br />

tali divergenze sono già a monte delle stesse previsioni e lo sono proprio perché<br />

muovono da diverse scelte di fondo che la loro società e <strong>Nikkaia</strong> <strong>Strategie</strong> hanno fatto<br />

fin dall’inizio: differenze sostanziali che possono esser già colte nel nome d’entrambe.<br />

“Forecast” è termine anglosassone che noi italiani traduciamo comunemente con<br />

“previsione”, anche se sarebbe più corretta la traduzione “pronostico”… se non fosse<br />

che il termine “pronostico”, in Italia, può ritagliarsi al meglio sul risultato d’una partita<br />

di calcio e non di certo su quel che potrebbe accader in un mercato finanziario (anche<br />

solo per non rischiare di far s-cadere quest’ultimo a semplice “campo di un gioco”…).<br />

Gli anglosassoni, tuttavia, “se la menano” un po’ meno di noi e, al di là dell’uso che<br />

fanno d’alcune parole comunque “roboanti” (“indipendente”, “oggettivo”, “accurato”),<br />

riconoscono che le loro, in realtà, non sono autentiche “previsioni” (per le quali<br />

sarebbe, forse, più opportuno usare altri termini: “prevision”, ma anche “anticipation”<br />

o “expectation”), quanto “pronostici”: proprio come quelli, insomma, che potreste<br />

giocarvi in una scommessa di cui conoscete esattamente le quote.<br />

Ma c’è ancor più: “forecast”, infatti, significa esattamente “gettar la rete in avanti”.<br />

Si tratta, dunque, di un termine che rimanda al “pescare”, ma ad un pescar “generico”<br />

e non “mirato”: con una rete, infatti, si può pescar di tutto e non già solo quel che si<br />

vorrebbe pescare. Certo, chi pesca con la rete, non getta quest’ultima a caso e lo fa<br />

solo dove e quando suppone che il gesto possa dare i suoi esiti, tuttavia si tratta, e<br />

con buon’evidenza, di cosa ben diversa, ad esempio, dalla pesca del pescespada fatta<br />

con la fiocina o con l’arpione (in Sicilia detto draffinera): quest’ultima sì che può dirsi<br />

pesca “mirata” proprio perché, per farla, bisogna “prender la mira” e “scagliar la<br />

freccia contro il bersaglio” (non dimenticate queste due ultime immagini perché è<br />

proprio quel che tutti noi s’è soliti fare attraverso l’uso dell’oscillatore stocastico…).<br />

Quale tra i due tipi di pesca è il migliore?… “Gettar la rete in avanti” o “Prender la mira<br />

e scagliar la fiocina-freccia”?… Figuriamoci: si tratta di una domanda priva di senso!<br />

O, comunque, mal posta: sono due tipi di pesca diverse, con obiettivi del tutto diversi.<br />

“Quantitativamente” la prima, non v’è dubbio, ottiene maggiori risultati, la seconda,<br />

invece, n’ottiene “qualitativamente” di migliori. Forse l’abbiamo presa da molto<br />

lontano, ma alla fin fine siamo giunti proprio al nocciolo della questione:<br />

“il gettar la rete in avanti” è un lavoro propriamente da “quantitativi”…


…“il prender la mira e scagliar la freccia contro il bersaglio”, invece, è un<br />

lavoro da “qualitativi”.<br />

E come il “Financial Forecast Centre” prova a far il primo nel migliore dei modi, così<br />

noi si prova a far altrettanto, ma con il secondo: i Modelli APT ed il Sintetizzatore di<br />

Percorsi, infatti, sono “strumenti che provano a prender la mira per scagliar con<br />

precisione la freccia contro il bersaglio”. Attenzione: “provano” ma non è detto,<br />

poi, che sempre vi riescano. Proveremo a farlo anche noi, con lo S&P500, sperando<br />

di riuscir a cogliere il nostro bersaglio. Prima, però, sarà meglio andar a prendere in<br />

considerazione quanto indicato sullo S&P500 dal “Financial Forecast Centre”.<br />

In buona sostanza, nelle pagine iniziali si sono mostrate due diverse immagini dello<br />

S&P500 messeci a disposizione da tale società:<br />

una, propriamente “quantitativa”, fornitaci dalla Tabella della Media dei<br />

Valori Mensili pronosticati,<br />

ed una, invece, propriamente “qualitativa”, che possiamo cogliere proprio<br />

e solo attraverso l’immagine grafica di detti valori.<br />

Moviamo anzitutto da quest’ultima perché certamente di più facile intuizione.<br />

L’immagine è propriamente “qualitativa” perché noi potremmo anche abolirne ogni<br />

riferimento matematico (valori e date, N.d.R.) che la stessa manterrebbe comunque il<br />

suo aspetto inquietante: la nostra inquietudine, infatti, non è prodotta dai livelli al<br />

ribasso che potrebbero esser raggiunti nei prossimi mesi, quanto dalla particolare<br />

circostanza per cui,<br />

se la previsione dovesse rivelarsi esatta, non sarebbe più possibile parlar<br />

di “tendenza rialzista”, sul mercato americano, giacché la sequenza di<br />

minimi crescenti, che ci aveva accompagnato sin qui negli ultimi mesi,<br />

dovrebbe dirsi (quanto meno) “interrotta”.


Non solo:<br />

il dubbio che, poi, possa prender concreto avvio una sequenza di massimi<br />

decrescenti ( tendenza al ribasso) sarebbe, nel caso, ben più che solo<br />

“qualcosa di lecito”.<br />

Stiamo usando delle semplici “regole” dell’Analisi Tecnica (sequenza di minimi e<br />

massimi crescenti tendenza al rialzo; sequenza di massimi e minimi decrescenti <br />

tendenza al ribasso) che possono aiutarci nell’analisi del grafico citato, consapevoli<br />

tuttavia che quel che “più v’inquieta”, in realtà, è la “caduta quasi verticale” che<br />

parrebbe prospettarsi sul mercato americano nei prossimi mesi o, forse, l’assenza di<br />

reazione alla stessa che bisognerebbe metter in conto negli ultimi mesi dell’anno.<br />

Abbiamo usato una sequenza temporale perché senza quella non si potrebbe mai<br />

parlar d’un grafico ma, come vedete, non abbiamo citato né il nome di un mese, né un<br />

livello concreto dei prezzi: siamo stati, insomma, qualitativi allo stato puro! S’è parlato<br />

più d’emozioni (“inquietudine”) che non d’eventuali supporti o resistenze.<br />

Che dire?… Che molto probabilmente le cose non andranno affatto come descritte:<br />

le probabilità che lo S&P500 possa andar a fare proprio quel che il<br />

Financial Forecast Centre ha “pronosticato”, infatti, sono nulle o quasi!<br />

Ma non stupitevene: è lo stesso Financial Forecast Centre a suggerircelo (altrimenti,<br />

sin qui, si sarebbe parlato solo del nulla e… non è certo quel che noi si voleva). Per<br />

rilevarlo al meglio, tuttavia, bisogna affrontar proprio quelle tabelle (quantitative) che<br />

noi, invece, in un primo tempo, s’è tenuto volutamente in disparte.<br />

Si muove da un punto “0” (“zero”) che nel caso specifico c’è fornito dalla rilevazione di<br />

giugno: 1322,1p (di S&P500). Il primo problema che si pone, di fronte a tale “punto<br />

zero”, è… proprio quel che tale soglia rappresenta. Non è di certo la chiusura di giugno<br />

dell’indice americano perché la stessa, in realtà, si colloca ben più in alto: 1362,2p.


Non è nemmeno la media lineare dei prezzi di giugno perché quest’ultima si colloca<br />

leggermente più in basso: 1315,1p. Con buona probabilità, è una “media ponderata<br />

dei valori di giugno” che il Centro elabora attraverso una “formula proprietaria” e<br />

che fa un qualche riferimento anche alle previsioni avanzate in precedenza.<br />

Ad ogni buon conto, qualunque cosa tale valore rappresenti, è da lì che muovono le<br />

rilevazioni successive “pronosticate”. Ebbene, la “non rilevanza propriamente grafica”<br />

del “punto zero” ci obbliga a non supporre alcun rilievo grafico anche per le soglie<br />

pronosticate: il solo rilievo che queste ultime probabilmente hanno, infatti, è da<br />

riferire alla metodologia “previsiva” usata e non già, quindi, al reale accadimento degli<br />

eventi. Semplificando:<br />

la colonna “Forecast Value”, sulla tabella propostavi in precedenza, è<br />

“insindacabile” e non autorizza alcuna critica perché non rappresentativa<br />

d’eventi reali (non si tratta, infatti, di chiusure o massimi o minimi o medie ecc.).<br />

Di solito quest’aspetto non è gradito dai più (“Che senso avrà mai una previsione che<br />

prevede quel che non ha alcuna realtà?…”), ma è metodologicamente corretto:<br />

le previsioni, infatti, non devono esser “precise”, ma “utili”!<br />

D’altra parte, la ricerca ossessiva del risultato “più che probabile”, oltre a produrre un<br />

dispendioso spreco d’energie, finisce col porre a “rischio default” l’intera metodologia<br />

previsiva, giacché…<br />

anche solo l’idea di poter prevedere, con assoluta precisione, quel che<br />

“dovrà” accadere non può avere alcun senso “logico”… in un ambito in cui<br />

le intenzioni degli uomini sono tuttora decisive.<br />

La colonna Forecast Value, pertanto, ha una sua utilità che non deve esser messa in<br />

discussione: è quel che è! E non potrebbe esser altrimenti… se non auto-tarandosi di<br />

continuo sulla base dei dati reali. Non bisogna, infatti, “impiccare” tale forecast value<br />

all’albero che vediamo oggi: man mano, infatti, che s’entra in possesso di dati<br />

reali, il forecast value s’aggiorna a propria volta, al punto che gli stessi valori<br />

previsti, col tempo, possono variare. Ed anche sensibilmente.<br />

La nostra spiegazione s’è rivelata, forse, più lunga dell’atteso, ma giacché è attorno a<br />

tale “value” che ruota tutta la metodologia utilizzata dal Financial Forecast Centre, la<br />

stessa era, con tutt’evidenza, necessaria (la sola cosa che, forse, può far specie è la<br />

circostanza per cui s’è proprio noi a sostener le difese di una metodologia che<br />

abbiamo scelto di… non scegliere quale base dei nostri modelli APS!). Anche perché è<br />

proprio tutto quel che s’è detto sin qui che può giustificare la nostra affermazione<br />

iniziale:


le probabilità che lo S&P500 possa andar a fare proprio quel che il<br />

Financial Forecast Centre ha “pronosticato”, infatti, sono nulle o quasi! Ma<br />

non stupitevene: è lo stesso Financial Forecast Centre a suggerircelo…<br />

Ed infatti…<br />

la colonna “Forecast Value” non è rappresentativa d’alcun evento reale!<br />

E se, per un qualche intimo motivo, il mercato americano dovesse chiudere i prossimi<br />

mesi esattamente come indicato dal Forecast Value, beh… vi sarebbe solo da pensare<br />

che il caso, talvolta, è dotato di una sua particolare prontezza di spirito: perché la<br />

probabilità che tutto ciò possa accadere è pari a zero o quasi!<br />

Quel che invece non dovrà dirsi casuale è che il mercato americano, anche nel suo<br />

muoversi a zonzo, possa dar luogo ad una “particolare media ponderata dei propri<br />

valori” in grado di portare il reale “forecast value” di luglio (puntualmente reale come<br />

quello ufficiale di giugno: 1322,1p) all’interno di un range di valori compresi tra 1303p<br />

e 1387p. Tale evento, infatti, non potrebbe dirsi casuale, giacché “pronosticato” dal<br />

Forecast Center con una probabilità di successo che si stima attorno al 50% del<br />

possibile (colonna “50% Correct +/-“). Un pronostico che, tuttavia, potrebbe avere un<br />

successo ancor maggiore (80%) se solo si scegliesse d’allargar la banda d’oscillazione<br />

dei possibili valori tra 1251 e 1439 punti (colonna “80% Correct +/-“).<br />

Se la cosa v’è chiara, non avrete alcuna difficoltà a farvi da soli i conteggi anche sui<br />

mesi successivi a quello di luglio. Noi, infatti, ci limitiamo a precisar meglio quel che<br />

s’era detto a proposito della metodologia “Forecast”, alcune pagine più sopra:<br />

“Forecast” significa esattamente “gettar la rete in avanti”. Si tratta, dunque, di un<br />

termine che rimanda al “pescare”, ma ad un pescar “generico” e non “mirato”: con<br />

una rete, infatti, si può pescar di tutto e non già solo quel che si vorrebbe pescare.<br />

Certo, chi pesca con la rete, non getta quest’ultima a caso e lo fa solo dove e quando<br />

suppone che il gesto possa dare i suoi frutti, tuttavia si tratta, e con buon’evidenza, di<br />

cosa ben diversa, ad esempio, dalla pesca del pescespada fatta con la fiocina o con<br />

l’arpione (“draffinera”, in Sicilia): quest’ultima sì che può dirsi pesca “mirata” proprio<br />

perché, per farla, bisogna “prender la mira” e “scagliar la freccia contro il bersaglio”…<br />

Indubbiamente, dietro alle nostre parole, qualcuno potrebbe avervi letto un’accusa di<br />

“grossolanità” che noi s’è voluto “gettare” contro la metodologia forecast, tuttavia, nel<br />

caso, non si tratterebbe di un’accusa quanto del semplice riconoscimento d’un dato di<br />

fatto, privo di qualsiasi connotazione negativa: è giunto, infatti, il momento di sostituir<br />

alla locuzione “media ponderata dei valori”, da noi prima usata, la più concreta,<br />

nonché onesta, “area dov’avviene il grosso degli scambi”.


Non si sta più parlando, infatti, d’un semplice valore puntuale: quest’ultimo, in realtà,<br />

altro non era che un fulcro attorno al quale si dispiegano, in perfetto equilibrio,<br />

i valori che coinvolgono la previsione.<br />

Detto altrimenti: quel che il Financial Forecast Centre si propone è di<br />

individuare con buona precisione l’area attorno alla quale, in futuro, verrà<br />

concentrandosi “il grosso degli scambi”.<br />

L’immagine grafica qui sotto ha proprio lo scopo di aiutarvi a decifrare, al di là dei<br />

numeri (indicati in tabella) e delle linee, in quali aree potrebbe distribuirsi “il grosso<br />

degli scambi sullo S&P500” nel corso dei prossimi mesi:<br />

1450<br />

1400<br />

1350<br />

1300<br />

1250<br />

1200<br />

1150<br />

1100<br />

1050<br />

1000<br />

p Oct Nov Dec 2012 Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec 2013 Feb<br />

Secondo il Financial Forecast Centre,<br />

v’è una probabilità del 50% che, nei prossimi mesi, i valori dello S&P500<br />

potranno distribuirsi all’interno dell’area delimitata dalle linee gialle.<br />

Così come<br />

v’è una probabilità dell’80% che, nei prossimi mesi, i valori dello S&P500<br />

potranno distribuirsi all’interno dell’area delimitata dalle linee bianche.<br />

Ora, se il criterio di valutazione di una previsione è davvero, come si pensa noi, nella<br />

sua utilità, beh… guardando la “vastissima area compresa tra le linee bianche in<br />

dicembre”, qualche dubbio sulla necessità d’inseguir, a tutti i costi, “il più probabile”<br />

dovrebbe esser venuto anche a voi.<br />

1450<br />

1400<br />

1350<br />

1300<br />

1250<br />

1200<br />

1150<br />

1100<br />

1050<br />

1000


Siamo seri, suvvia:<br />

a che mai potrebbe servirci il sapere che sul mercato americano, in<br />

dicembre, il grosso degli scambi dovrebbe avvenire tra i 1000 ed i 1350<br />

punti (se non persino oltre)?…<br />

Eppure, proprio a questo mirano le metodologie quantitative, quando sacrificano la<br />

possibile utilità d’una previsione sull’altare della maggior probabilità (contenti loro…).<br />

Tuttavia, proprio in quel che s’è mostrato più sopra c’è comunque qualcosa di utile:<br />

perché qualunque possa essere il fulcro attorno al quale i valori tenderanno a<br />

dispiegarsi nei prossimi mesi, qualunque sia l’area all’interno del quale gli stessi<br />

troveranno il proprio bordo, quel che l’immagine ci rimanda è, in effetti, “un percorso<br />

dei valori” che non lascia spazio a molti dubbi:<br />

in base allo stesso, infatti, v’è la piena certezza (o quasi) che nel corso dei<br />

prossimi mesi s’avranno prezzi inferiori ai massimi toccati in luglio (che<br />

siano gli attuali o, a maggior ragione, fossero ancor più alti).<br />

Di più: non solo “inferiori”, ma (ancor più correttamente…)<br />

“largamente inferiori” ai massimi toccati in luglio.<br />

***<br />

Alla luce di quant’accaduto sin qui (in agosto, infatti, si sono segnati massimi superiori<br />

a quelli di luglio), l’affermazione precedente parrebbe palesemente smentita dai fatti,<br />

ma la stessa, riscritta in modo meno affrettato di quanto noi s’è fatto il mese scorso,<br />

ha invece ancor la sua valenza:<br />

v’è la piena certezza (o quasi) che, nel corso dei prossimi mesi, il grosso<br />

degli scambi sul mercato americano s’avrà a prezzi inferiori a quelli su cui<br />

si scambierà in luglio.<br />

Di più: non solo inferiori, ma<br />

largamente inferiori ai valori su cui s’avrà il grosso degli scambi in luglio.<br />

Posta in tal modo, la questione è certamente più consona ai modelli proposti dal<br />

Forecast Centre, ma soprattutto non smentita, in alcun modo, da quant’avvenuto sin<br />

qui in agosto:<br />

anzitutto perché “nel corso dei prossimi mesi” potremmo ritrovarci nella<br />

situazione più sopra indicata, indipendentemente dai massimi toccati in<br />

agosto e non in luglio,<br />

ma soprattutto perché agosto non s’è ancor concluso e nessuno può dire,<br />

già oggi, dove mai si collocherà “il grosso degli scambi” nel mese in corso.


Certo che, se non ci si vuole arrampicar sui vetri per mera necessità, una volta giunti<br />

alla metà del mese, è lecito attendersi una svolta verso il basso dei corsi sul mercato<br />

americano, altrimenti la seconda delle due affermazioni appena fatte finirebbe col non<br />

trovare più alcun appiglio plausibile!<br />

E giacché noi s’è un po’ bradipi, ma non per questo soggetti a dimenticare alcunché<br />

(“gli anarchici non dimenticano”…), sarà il caso di riproporvi, giusto ora, il Siderografo<br />

di Bradley e quanto da noi scritto, a tal proposito, alcune settimane fa:<br />

Il sottoscritto non usa mai agende, tuttavia, quando vuol sapere se può esservi un<br />

appuntamento, di un qualche rilievo, tra lo stesso ed il mercato azionario (ed in<br />

particolare con lo S&P500), si rivolge al Siderografo di Bradley che, nel caso, si mostra<br />

sempre un valido e solerte segretario, segnalandoci proprio tali periodi. Uno di questi<br />

si dice, solitamente, “d’Inatteso” perché, pur essendo piuttosto ampio, al suo interno<br />

non si segnalano date di rilievo:<br />

un periodo siffatto nell’anno in corso v’è (v’era, ormai…) solo tra il 13 giugno<br />

ed il 29 luglio.<br />

Per converso, potremmo anche dire che, “in ragione delle numerose date in esso<br />

presenti”,<br />

nel periodo compreso tra il 14 agosto ed il 2 settembre non dovrebbe<br />

accader nulla di diverso da quel che i più s’attendono.


Che sarà mai?… E chi può saperlo, oggi: mancano ancor tante sedute e “l’opinione dei<br />

più” non è mai così salda da consentirci simili avventure. Ovviamente, non avremo<br />

bisogno della stessa per poter prevedere la probabile tendenza del mercato, ma sarà<br />

meglio ricordarselo, quando saremo nei pressi del 14 agosto: l’opinione dei più, infatti,<br />

ha spesso la sua bell’importanza.<br />

Pur essendo ormai prossimi al 14 agosto, una qualche convinzione sull’opinione dei<br />

più, in realtà, noi non s’è ancor fatta, in compenso, però, abbiamo già una certezza: il<br />

Financial Forecast Centre, infatti, ha modificato, almeno in parte, la propria.<br />

Quel che segue è quanto da loro postato, nell’ultimo fine settimana, sullo S&P500:<br />

Ci sono, con tutta evidenza, delle differenze “quantitative” enormi rispetto a quanto<br />

pronosticato solo un mese fa, ma sono soprattutto quelle “qualitative” a balzar agli<br />

occhi di chi sa un po’ d’Analisi Tecnica. Sulle stesse, tuttavia, torneremo solo il giorno<br />

di Ferragosto, quando noi s’avrà anche i dati ufficiali del 14 agosto sullo S&P500.<br />

È vero, siamo stati alquanto lunghi, ma poiché domani non scriveremo nulla, avete<br />

ben due giorni, dalla vostra, per leggere quanto da noi scritto. A mercoledì, allora.

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