Fidenza, la leggenda di San Donnino e i suoi territori
Fidenza, la leggenda di San Donnino e i suoi territori
Fidenza, la leggenda di San Donnino e i suoi territori
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
<strong>Fidenza</strong>, <strong>la</strong> <strong>leggenda</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Donnino</strong> e i <strong>suoi</strong> <strong>territori</strong><br />
Se cercate <strong>la</strong> Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Fidenza</strong> sui ‘Signori’ Libri <strong>di</strong> Storia<br />
dell’Arte, non <strong>la</strong> trovate. Ho provato con il Carli dell’Acqua,<br />
con l’Argan, niente! Solo due righe su <strong>di</strong> una maxi<br />
Enciclope<strong>di</strong>a. Il silenzio più totale su <strong>di</strong> un’opera d’architettura<br />
a <strong>di</strong>r poco superba. Devo <strong>di</strong>re grazie a una mia amica per <strong>la</strong><br />
preziosa segna<strong>la</strong>zione. Un giorno mi chiese: “La Cattedrale <strong>di</strong><br />
<strong>Fidenza</strong> è rimasta in pie<strong>di</strong> dopo il terribile bombardamento<br />
dell’ultima guerra?” Poi lei ci andò e dopo aver rivisto tale<br />
meraviglia, mi prestò un libro da cui ho tratto ispirazione per il<br />
viaggio dell’11 <strong>di</strong> marzo.<br />
Ho e<strong>la</strong>borato un tour ragionato. Per prima cosa Chiaravalle<br />
del<strong>la</strong> Colomba e <strong>la</strong> figura <strong>di</strong> <strong>San</strong> Bernardo, poi <strong>la</strong> chiesa<br />
temp<strong>la</strong>re <strong>di</strong> Cabriolo (l’antica Carobiolo) e quin<strong>di</strong> <strong>la</strong> via<br />
francigena con <strong>la</strong> cattedrale <strong>di</strong> <strong>Fidenza</strong>.<br />
Incomincio col <strong>di</strong>rvi che Chiaravalle del<strong>la</strong> Colomba (si chiama<br />
così per via <strong>di</strong> una colomba che vo<strong>la</strong>va al <strong>di</strong> sopra delle<br />
fondazioni mentre i monaci le tracciavano) non è meno bel<strong>la</strong><br />
del<strong>la</strong> (nostra) Chiaravalle mi<strong>la</strong>nese. Vi abbiamo trovato <strong>la</strong><br />
stessa maestosità dell’architettura che, secondo il frate priore<br />
che ci ha fatto da guida, è antecedente al<strong>la</strong> chiesa gemel<strong>la</strong> <strong>di</strong><br />
Mi<strong>la</strong>no. Infatti qui il romanico è preponderante e abbiamo<br />
pochi riman<strong>di</strong> allo stile gotico. All’interno vi abbiamo trovato<br />
una sca<strong>la</strong> identica per andare al dormitorio, un pregevole<br />
organo e una cappel<strong>la</strong> gotica con una crocefissione giottesca.<br />
Sicuramente ci sono meno affreschi rispetto al<strong>la</strong> Chiaravalle<br />
mi<strong>la</strong>nese, ma così voleva <strong>San</strong> Bernardo e <strong>la</strong> sua rego<strong>la</strong><br />
cistercense. Il chiostro è intatto. Anche per <strong>la</strong> sua integrità,<br />
secondo un concorso fotografico è risultato il più bel chiostro<br />
italiano. Il sito dove sorge <strong>la</strong> basilica è ancora iso<strong>la</strong>to, in mezza<br />
al<strong>la</strong> campagna che è stata bonificata dai monaci a partire dal<br />
1
1200. In fondo, vicino all’ingresso, sono esposte fotografie<br />
dell’infiorata che si allestisce in occasione del Corpus Domini.<br />
Ed ancora foto <strong>di</strong> una curiosa processione <strong>di</strong> cavalieri<br />
Temp<strong>la</strong>ri. In Italia, ci <strong>di</strong>ce il priore, sono tanti i citta<strong>di</strong>ni che<br />
appartengono a quest’Or<strong>di</strong>ne. Ora si occupano, con le loro<br />
sostanze e con il loro <strong>la</strong>voro, <strong>di</strong> restaurare delle chiese oramai<br />
<strong>di</strong>menticate, che costituiscono un importante patrimonio<br />
artistico.<br />
Uno dei fondatori dell’Or<strong>di</strong>ne Temp<strong>la</strong>re era parente <strong>di</strong> quel<br />
Roberto <strong>di</strong> Molesme che fondò l’or<strong>di</strong>ne dei cistercensi nel<br />
1098 a Citeaux. Ed ecco il motivo per cui <strong>San</strong> Bernardo detterà<br />
le dure leggi del<strong>la</strong> Rego<strong>la</strong> Temp<strong>la</strong>re. E’ tutto collegato! Infatti<br />
come seconda tappa si visita <strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong> Cabriolo dove <strong>di</strong><br />
romanico è rimasto solo l’abside. All’interno però ve<strong>di</strong>amo un<br />
affresco quanto mai originale. La Trinità è rappresentata in una<br />
forma rara, vi sono tre uomini che consumano un pasto - non <strong>la</strong><br />
si trova spesso se non in chiese bizantine oppure ortodosse.<br />
Infatti <strong>la</strong> raffigurazione deriva dall’Antico Testamento in cui<br />
Dio avrebbe fatto visita ad Abramo sotto forma <strong>di</strong> tre Angeli o<br />
Uomini che avrebbero consumato un pasto nel<strong>la</strong> sua <strong>di</strong>mora.<br />
L’affresco è passato indenne, a <strong>di</strong>spetto del<strong>la</strong> furia iconoc<strong>la</strong>sta<br />
dell’Inquisizione, per ricordare <strong>la</strong> memoria <strong>di</strong> un culto trinitario<br />
dei Temp<strong>la</strong>ri ascritto, a torto, a idolo b<strong>la</strong>sfemo. Poi ci<br />
chie<strong>di</strong>amo: “Perché mai <strong>la</strong> chiesa è de<strong>di</strong>cata a Thomas Becket<br />
Arcivescovo <strong>di</strong> Canterbury?” Secondo <strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione il <strong>San</strong>to<br />
inglese avrebbe sostato qui nel 1187 in quanto esisteva una<br />
mansio (ricovero per i pellegrini), durante il suo viaggio verso<br />
Roma in provenienza dal<strong>la</strong> Francia, dove era stato posto in<br />
esilio: questa circostanza storica sembra avvalorare <strong>la</strong><br />
partico<strong>la</strong>re pre<strong>di</strong>lezione del <strong>San</strong>to per i Temp<strong>la</strong>ri. Poche sono le<br />
chiese in Italia de<strong>di</strong>cate a Thomas Becket - una l’abbiamo vista<br />
a Novara.<br />
2
Ed eccoci a <strong>Fidenza</strong> dove ci aspetta una storia che ha<br />
dell’incre<strong>di</strong>bile. Tutto ruota intorno al<strong>la</strong> figura <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Donnino</strong>,<br />
martire Patrono del<strong>la</strong> città e del<strong>la</strong> vasta <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Fidenza</strong>,<br />
decapitato nel 296 d.C. proprio davanti al luogo dove sorge ora<br />
<strong>la</strong> Cattedrale.<br />
Il <strong>San</strong>to guerriero, che era fuggito insieme ad altri compagni<br />
dal<strong>la</strong> Germania, viene inseguito dai soldati dell’Imperatore<br />
Massimiano (<strong>di</strong> cui era il domestico più intimo, colui che gli<br />
teneva le cose a posto, compresa <strong>la</strong> corona) perché aveva<br />
professato <strong>la</strong> sua fede cristiana. Viene raggiunto, gli viene<br />
tagliata <strong>la</strong> testa, il <strong>San</strong>to <strong>la</strong> prende e con quel<strong>la</strong> attraversa il<br />
ponte sullo Stirone. Tutta <strong>la</strong> storia è raccontata nei bassorilievi<br />
del<strong>la</strong> facciata del<strong>la</strong> Cattedrale e sono <strong>di</strong> mano dell’Ante<strong>la</strong>mi!<br />
Avete letto bene, è proprio quell’Ante<strong>la</strong>mi del<strong>la</strong> famosissima<br />
Cattedrale <strong>di</strong> Parma. La storia continua con <strong>la</strong> venerazione<br />
imme<strong>di</strong>ata del <strong>San</strong>to, tanto che <strong>la</strong> <strong>Fidenza</strong> <strong>di</strong> allora prenderà il<br />
nome <strong>di</strong> “Borgo <strong>San</strong> <strong>Donnino</strong>”e questo nome verrà mantenuto<br />
fino al 1927. Carlo Magno, grande benefattore del<strong>la</strong> Chiesa <strong>di</strong><br />
<strong>Fidenza</strong>, ebbe una forte devozione verso <strong>San</strong> <strong>Donnino</strong> e fu<br />
proprio sotto <strong>la</strong> sua dominazione che venne ritrovato il corpo<br />
del <strong>San</strong>to che era situato sotto una picco<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> vicino al<br />
luogo del martirio. Il <strong>San</strong>to verrà posto nel<strong>la</strong> cripta del<strong>la</strong><br />
primitiva Cattedrale. Dopo varie vicissitu<strong>di</strong>ni che non vi sto a<br />
raccontare, nel 1853, per via del<strong>la</strong> sistemazione del pavimento<br />
del<strong>la</strong> cripta si trova una grande cassa <strong>di</strong> marmo (un sarcofago<br />
romano). Tolto il coperchio, vi si scopre acqua limpi<strong>di</strong>ssima e<br />
dentro uno scheletro che porta il cranio sulle costole del petto,<br />
reggendolo con le ossa del braccio destro. Lo scheletro lo si<br />
può ancora vedere, legato con una cor<strong>di</strong>cel<strong>la</strong>, in uno scrigno <strong>di</strong><br />
cristallo. Pare che il sacrestano del<strong>la</strong> Cattedrale, tale Davide<br />
Parmigiani, durante i terribili bombardamenti del 1945 abbia<br />
portato in salvo le ossa del <strong>San</strong>to a Campo<strong>la</strong>so (sede estiva del<br />
Seminario) legandolo con del filo <strong>di</strong> ferro al<strong>la</strong> sua bicicletta.<br />
3
Sul fianco del<strong>la</strong> chiesa c’è un bassorilievo raffigurante i<br />
pellegrini del<strong>la</strong> via Francigena. La guida ci ha fatto notare i<br />
cavalieri temp<strong>la</strong>ri mentre proteggevano a monte e a valle <strong>la</strong><br />
processione dei Romei (si recavano a Roma ed è per questo che<br />
i pellegrini si chiamavano così) e poi un grande carro con le<br />
derrate alimentari custo<strong>di</strong>te da un giaguaro! Il giaguaro,<br />
evidentemente ammaestrato, serviva per spaventare i ban<strong>di</strong>ti e<br />
anche per il rifornimento <strong>di</strong> carne fresca.<br />
<strong>Fidenza</strong>, o meglio Borgo <strong>San</strong> <strong>Donnino</strong>, era una sosta obbligata<br />
per i pellegrini che si fermavano. Anche per <strong>la</strong> buona tavo<strong>la</strong>.<br />
MTC<br />
Specialità gastronomiche:<br />
Anolini in brodo - Ingre<strong>di</strong>enti (per 8)<br />
Per <strong>la</strong> pasta: 400g <strong>di</strong> farina, 2 uova intere, acqua.<br />
Per il ripieno: 250g <strong>di</strong> stracotto, 150g <strong>di</strong> pangrattato, 2 uova, 8<br />
cucchiai <strong>di</strong> Parmigiano-Reggiano grattugiato<br />
noce moscata, sale.<br />
Preparazione: Tritate finissimo o macinate lo stracotto.<br />
Versate in un tegame qualche cucchiaio <strong>di</strong> sugo dello stracotto<br />
stesso, scaldatelo, mettete il pangrattato, fatelo intridere bene,<br />
togliete dal fuoco e aggiungete <strong>la</strong> carne, il formaggio, le uova, <strong>la</strong><br />
noce moscata e sale.<br />
Amalgamate per ottenere un impasto omogeneo.<br />
Con <strong>la</strong> farina, le uova e l'acqua necessaria preparate <strong>la</strong> pasta,<br />
tirate<strong>la</strong> in una sfoglia sottile, <strong>di</strong>sponete da un <strong>la</strong>to tante palline <strong>di</strong><br />
ripieno, ripiegate sopra <strong>la</strong> pasta e tagliate gli anolini con uno<br />
stampino.<br />
(trovate questa ricetta ed altre sul sito del comune <strong>di</strong> <strong>Fidenza</strong>)<br />
4