13.06.2013 Views

1816. Impatto dell'anno senza estate nel territorio ... - Diana Dragoni

1816. Impatto dell'anno senza estate nel territorio ... - Diana Dragoni

1816. Impatto dell'anno senza estate nel territorio ... - Diana Dragoni

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% - DCB ROMA<br />

ISSN 11235586<br />

geografia<br />

TRIMESTRALE DI RICERCA SCIENTIFICA E DI PROGRAMMAZIONE REGIONALE<br />

Anno XXXII n. 3-4<br />

luglio – dicembre 2009<br />

EDIGEO ROMA


www.rivista-geografia.it<br />

Trimestrale di ricerca scientifica<br />

e di programmazione regionale<br />

gennaio - giugno 2009<br />

Direttore responsabile<br />

COSIMO PALAGIANO<br />

Condirettore<br />

EMANUELE PARATORE<br />

Comitato di redazione<br />

GIULIANO BELLEZZA<br />

GIOVANNI CALAFIORE<br />

GINO DE VECCHIS<br />

PATRIZIA MÌCOLI<br />

COSIMO PALAGIANO<br />

EMANUELE PARATORE<br />

Segretario di redazione<br />

RICCARDO MORRI<br />

Direzione<br />

Via Muro Lucano, 17<br />

00178 Roma<br />

PREZZI DI<br />

ABBONAMENTO ANNUALE<br />

Ordinario personale E 21<br />

Enti pubblici e librerie E 45<br />

Sostenitore E 60<br />

Subscription $ 45<br />

Prezzo di una copia E 12<br />

Conto corrente postale 77648004<br />

intestato a:<br />

EDIGEO<br />

Editoriale Geografica Coop. s.r.l.<br />

Via Giacinto Carini, 2<br />

00152 ROMA<br />

UNA COPIA ARRETRATA<br />

15 E<br />

Pubblicazione registrata presso<br />

il Tribunale di Roma n. 16815<br />

il 12-5-77<br />

ISSN 11235586<br />

Poste Italiane S.P.A. -<br />

Spedizione in abbonamento<br />

postale 70% - DCB Roma<br />

Editore<br />

EDIGEO<br />

Via Giacinto Carini, 2<br />

00152 ROMA<br />

per informazioni tel. 06.49.91.39.12<br />

presso Sezione di Geografia -<br />

Dipartimento delle Scienze dei<br />

Segni, degli Spazi e delle Culture<br />

(AGEMUS) - Sapienza Università<br />

di Roma<br />

Questo numero è stato finito di stampare<br />

<strong>nel</strong> mese di Marzo 2009<br />

dalla Tipografia ABILGRAPH srl<br />

Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 ROMA<br />

205-206<br />

www.rivista-geografia.it<br />

PRIMA PAGINA COSIMO PALAGIANO<br />

I Geografi: quale destino?.<br />

LA RICERCA ROSSELLA BELLUSO<br />

L’utilizzo dei fogli elettronici per la ricerca<br />

geografica: l’importanza dell’uso integrato<br />

di Excel e di Access <strong>nel</strong> progetto ATALIT<br />

ORAZIO LA GRECA<br />

Carte geografiche riservate. Ricognizione su<br />

corografie sotto chiave in Palazzo ducale<br />

SERGIO PINNA<br />

Nucleare, politiche energetiche e gestione<br />

dell’ambiente<br />

IL TERRITORIO DIANA DRAGONI<br />

1816-1817. Conseguenze dell’anno <strong>senza</strong><br />

<strong>estate</strong> <strong>nel</strong> <strong>territorio</strong> perugino<br />

DIONISIA RUSSO KRAUSS<br />

Immigrants in Naples: settlement and<br />

urban transformations<br />

LANDO SCOTONI<br />

I terremoti nei Colli Albani<br />

NOTE ROSSELLA BELLUSO, GIANFREDI PIETRANTONI<br />

Creazione di un database per la raccolta e<br />

la catalogazione dei contributi pubblicati<br />

<strong>nel</strong>le riviste geografiche italiane<br />

ANDREA DI SOMMA, VALENTINA FERRARI<br />

Proposta di un modello di rivista geografica<br />

on-line<br />

CRONACA VALERIA SANTINI<br />

Problemi e prospettive dei periodi geografici<br />

accademici (Roma, 23-24 settembre 2009)<br />

ANNA TANZARELLA<br />

Le Giornate della geografia. Tra sfide scientifiche<br />

e prospettive applicative (Catania, 8-<br />

11 settembre 2009)<br />

LA REDAZIONE<br />

Le elezioni AGeI<br />

LO SCAFFALE Recensioni a<br />

A. CELANT e M. A. FERRI<br />

L’Italia. Il declino economico e la forza del<br />

turismo. Fattori di vulnerabilità e potenziale<br />

competitivo di un settore strategico (R. Belluso)<br />

B. DOMA?SKI e S. SKIBA<br />

Geografia i Sacrum (G. Calafiore)<br />

A. LA VERGATA e G. FERRARI<br />

Ecologia e sostenibilità. Aspetti filosofici di<br />

un dibattito (E. Salvatore)<br />

A. LA VERGATA e G. FERRARI<br />

Storia e Geografia dell'Alimentazione Voll.1<br />

e 2 (R. Belluso)<br />

G. PIANI<br />

Il Protocollo di Kyoto adempimento e sviluppi<br />

futuri - normativa strategie tecnologie<br />

(F. Iachini)


La Direzione prega i collaboratori di attenersi alle seguenti norme:<br />

1 - Gli articoli esprimono l’opinione personale dei loro Autori; pertanto eventuali<br />

rettifiche, risposte, ecc. si pubblicano esclusivamente a spese dei medesimi.<br />

Gli articoli firmati impegnano soltanto la responsabilità degli autori.<br />

2 - La Direzione si riserva di decidere sull’accettazione degli articoli, che<br />

devono essere presentati sempre in redazione definitiva. Le bozze sono<br />

corrette dalla Direzione. Il testo del contributo deve essere fornito oltre che<br />

su carta, su un dischetto Macintosh o MS-Dos, su programmi Microsoft TM<br />

Word. I grafici e le tabelle devono essere realizzati in Microsoft TM Excel.<br />

Per eventuali fotografie da pubblicare, si prega di allegare foto di dimensioni<br />

adeguate, oppure registrare le immagini su dischetto in formato JPG<br />

o TIFF.<br />

3 - Per eventuali estratti (sempre con copertina) da prenotare all’atto della<br />

consegna del contributo, si praticano le seguenti condizioni: 50 copie per<br />

otto pagine o frazione, e 78; 100 copie, per otto pagine o frazione, e 104;<br />

ogni quattro pagine, o frazione in più, per qualsiasi numero di copie (non<br />

superiori a 100) vanno corrisposte e 26.<br />

4 - Per le norme editoriali si seguono quelle adottate dal «Bollettino della<br />

Società Geografica italiana».<br />

5 - Le spese postali per la restituzione dei dattiloscritti non approvati sono a<br />

carico del destinatario.<br />

✩ Le pubblicazioni inviate da enti, editori, Autori… per eventuale recensione<br />

non si restituiscono anche se segnalate.<br />

✩ Per ogni contestazione è competente il foro giudiziario di Roma.<br />

Visita il sito www.rivista-geografia.it<br />

Si invitano i lettori<br />

a rinnovare l’abbonamento<br />

per l’anno 2009 e 2010<br />

La redazione apprezza l’invio di<br />

articoli, note, cronache e recensioni.


Trimestrale di ricerca scientifica<br />

e di programmazione regionale<br />

Anno XXXII - n. 3-4 gennaio - giugno 2009<br />

Poste Italiane S.P.A. -<br />

Spedizione in abbonamento postale 70% -<br />

DCB ROMA<br />

ISSN 11235586<br />

Autorizzazione Tribunale di Roma n. 16815 del 12-5-1977<br />

Tipografia Abilgraph srl – Via P. Ottoboni, n. 11 – 00159 Roma<br />

Direttore responsabile<br />

COSIMO PALAGIANO<br />

Condirettore<br />

EMANUELE PARATORE<br />

Comitato di redazione<br />

GIULIANO BELLEZZA<br />

GIOVANNI CALAFIORE<br />

GINO DE VECCHIS<br />

PATRIZIA MÌCOLI<br />

COSIMO PALAGIANO<br />

EMANUELE PARATORE<br />

Segretario di redazione<br />

RICCARDO MORRI<br />

Editore<br />

EDIGEO - Via Giacinto Carini, 2<br />

00152 ROMA


geografia ROMA, 2009<br />

ANNO XXXII, N. 3-4<br />

1. Introduzione<br />

Da alcuni decenni l’argomento “variazioni climatiche”<br />

(in particolare quello del riscaldamento<br />

del pianeta), è diventato uno dei problemi scientifici<br />

più importanti, non ristretto solo ai ricercatori<br />

ma ampiamente dibattuto dalla politica internazionale,<br />

dai mezzi di comunicazione e con forte presa<br />

sull’opinione pubblica, sulle organizzazioni ambientaliste<br />

e le grandi corporation industriali. L’interesse<br />

sull’argomento è dovuto al fatto che il riscaldamento<br />

del pianeta implica un insieme di<br />

cambiamenti ambientali quali, solo per esempio,<br />

la variazione della quantità e del regime delle<br />

piogge, lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento<br />

del livello del mare e così via, con impatti potenzialmente<br />

molto pesanti sulla biosfera, sulla società<br />

umana e sul suo assetto produttivo. Il dibattito<br />

sull’argomento è esaltato dal fatto che le cause<br />

delle variazioni climatiche alla scala temporale<br />

delle centinaia e migliaia di anni sono poco chiare,<br />

e che non vi è accordo né scientifico né politico<br />

su quali siano le azioni praticabili più efficienti,<br />

sia per contrastare il riscaldamento sia per diminuirne<br />

gli impatti negativi (cfr. per esempio Pinna,<br />

2006; IPCC, 2007; Houghton, 2009, Singer, Idso,<br />

2009). L’argomento “variazioni climatiche”, così<br />

come trattato dai mezzi di comunicazione, tende<br />

spesso a trascurare il fatto che variazioni del clima<br />

recenti, naturali, vi sono già state, e che esse hanno<br />

provocato un insieme di conseguenze negative<br />

su vaste aree del pianeta: esempi a supporto di<br />

ciò sono ampliamente reperibili in letteratura (cfr.<br />

per esempio Brown, 2001; Brooks, 2006; Cremaschi<br />

et al., 2006; Kumar et al., 2006; Issar, 2007).<br />

DIANA DRAGONI*<br />

1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE<br />

NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

* Dottoranda di Geografia Storica presso l’Università<br />

degli Studi di Cassino, Ciclo XXIII.<br />

Si ringrazia il Prof. De Santis per la consulenza e la<br />

disponibilità offerte.<br />

In quest’ottica la presente nota intende portare un<br />

contributo alla conoscenza degli effetti che una<br />

variazione del clima, sicuramente naturale e di<br />

breve durata, ha avuto in Umbria, <strong>nel</strong>la zona fra il<br />

Lago Trasimeno e Perugia.<br />

2. Attività vulcanica e clima: l’esplosione del<br />

Tambora <strong>nel</strong> 1815<br />

È noto che l’attività vulcanica intensa di tipo<br />

esplosivo ha effetti immediati sul clima: le ceneri<br />

immesse <strong>nel</strong>l’atmosfera dalle grandi esplosioni vulcaniche<br />

si disperdono <strong>nel</strong>l’atmosfera, restando in<br />

sospensione per mesi, fino a qualche anno. Ciò implica<br />

che parte dell’irraggiamento solare viene intercettato,<br />

provocando un raffreddamento delle parti<br />

inferiori dell’atmosfera, che <strong>nel</strong> caso delle esplosioni<br />

maggiori può interessare gran parte del pianeta.<br />

Nel nostro immaginario collettivo l’eruzione vulcanica<br />

per eccellenza è stata quella del Vesuvio <strong>nel</strong><br />

79 d.C., con i suoi protagonisti che emergono, colti<br />

<strong>nel</strong>la paura e <strong>nel</strong>la fuga, davanti ai nostri occhi non<br />

appena si accenni a questo storico evento. Eppure<br />

ci fu un’eruzione cronologicamente molto più vicina<br />

a noi, molto più potente e i cui effetti si avvertirono<br />

su un’area molto più vasta. La più potente<br />

eruzione avvenuta <strong>nel</strong>l’ultimo millennio è stata<br />

quella del Tambora, dell’aprile del 1815, <strong>nel</strong>l’isola<br />

di Sumbawa, in Indonesia. L’evento espulse oltre<br />

10 miliardi di metri cubi di materiali, producendo<br />

una nube di ceneri e vapori tale da lasciare per tre<br />

giorni <strong>nel</strong>l’oscurità l’area circostante fino a 600 km<br />

di distanza e tale da ridurre il normale irraggiamento<br />

solare per alcuni anni. I morti, come conseguenza<br />

immediata dell’eruzione <strong>nel</strong>le vicinanze del vulcano,<br />

furono oltre 10.000. I vulcanologi attribuiscono<br />

a questa eruzione un indice di esplosività vulcanica<br />

(Volcanic Explosivity Index – VEI) pari a 7: un<br />

valore altissimo considerato che la scala utilizzata<br />

25


va da 0 a 8, e che il rapporto dei volumi eiettati da<br />

due eruzioni che differiscono di un grado è 10<br />

(Newhall, Self, 1982). Volendo comprendere ancora<br />

di più quale sia stata l’energia dell’esplosione, basti<br />

pensare che il Tambora è passato da un’altezza di<br />

4.200 m a quella odierna di 2.850 m, che la sua caldera<br />

è larga oltre 7 km e profonda 1.250 m, la più<br />

profonda della Terra (Abrams, 2005-06). La distruzione<br />

fu tale che non si sa nemmeno quali e quanti<br />

centri abitati furono distrutti: solo recentemente si è<br />

iniziato ad indagare in maniera sistematica, con alcuni<br />

interessanti ritrovamenti 1 .<br />

L’esplosione del Tambora provocò, per tutto il<br />

1816, un raffreddamento dell’emisfero nord valutato<br />

attorno a 1 – 2 °C, in alcuni mesi estivi del<br />

1816 fino a 3 ° C (Tarbuck, Lutgens, 2007).<br />

Poiché le osservazioni meteorologiche degli inizi<br />

dell’Ottocento sono in generale ancora caratterizzate<br />

da scarsa metodicità e precisione, la conferma<br />

che il 1816 sia stato realmente un anno caratterizzato<br />

da basse temperature determinate dalla pre<strong>senza</strong><br />

26<br />

DIANA DRAGONI<br />

di una nube di polvere vulcanica <strong>nel</strong>la stratosfera<br />

dal 1815 al 1817 e oltre, arriva dalle indagini compiute<br />

in diverse parti del mondo, basate sulle testimonianze<br />

scritte lasciate da coloro che hanno osservato<br />

anomalie climatiche stagionali e soprattutto<br />

su studi di climatologia, dendroclimatologia, geologia,<br />

vulcanologia, glaciologia, astronomia, storia.<br />

Tra queste ricerche si possono ricordare quelle<br />

svolte ad esempio per la penisola iberica (Trigo et<br />

al., 2009) e per la Toscana (Del Vita et al., 1998).<br />

L’abbassamento globale della temperatura portò<br />

ad una drastica riduzione dei raccolti estivi, con<br />

gravi carestie in America del Nord e in Europa: il<br />

1816 fu definito da Henry ed Elizabeth Stommel<br />

“l’anno <strong>senza</strong> <strong>estate</strong>” (Stommel, Stommel, 1979). La<br />

scarsità dei raccolti, con il conseguente aumento<br />

del prezzo dei viveri di prima necessità, condusse<br />

alla fame, anticamera per la diffusione del tifo, soprattutto<br />

in Europa, <strong>nel</strong>le aree già stremate dalle<br />

guerre napoleoniche e dove scarseggiavano le pratiche<br />

igieniche.<br />

Fig. 1 – Immagine satellitare dell’isola di Sumbawa. Al centro spicca la grande caldera del Monte Tambora.<br />

Fonte: Google Earth 25.11.2009<br />

1 Il vulcanologo Haraldur Sigurdsson dell’Università<br />

di Rhode Island insieme ad altri colleghi dell’ Università<br />

del North Carolina e dell’Indonesian Directorate of Volcanology,<br />

durante una campagna di scavo <strong>nel</strong>l’<strong>estate</strong><br />

del 2004, hanno iniziato ad estrarre i resti di abitazioni,<br />

utensili, persone carbonizzate rimasti sepolti dall’eruzio-<br />

ne del Tambora del 1815. La notizia si legge <strong>nel</strong>l’edizione<br />

on line della BBC del 28.02.2006<br />

(http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4748902.stm),<br />

oltre che in quella de Le Scienze alla<br />

stessa data (http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Il_regno_perduto_di_Tambora/1283776).


1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

Fig. 2 – Carta dell’area comprendente Perugia, Corciano e il Lago Trasimeno.<br />

Fonte: I.G.M. Carta topografica d’Italia, F° 122 (Perugia).<br />

27


Nel 1816 e 1817 si registrò l’ultima crisi conosciuta<br />

di portata europea che, seguita dall’insorgere<br />

di malattie, il tifo in primo luogo, provocò migliaia<br />

di morti. L’argomento, sul quale esiste una<br />

abbondante letteratura generale, è stato trattato<br />

per l’Italia in maniera parziale e frammentaria.<br />

Secondo Del Panta (1980) la crisi demografica<br />

che investì tutta la penisola italiana <strong>nel</strong> 1817 fu<br />

provocata dal ritorno dalla guerra di soldati già<br />

contagiati dal morbo che trovarono una popolazione<br />

stremata. A tale riguardo, la città di Perugia<br />

(dove il tifo, secondo l’autore, si diffuse da gennaio<br />

1817) ebbe un rialzo della mortalità stimato<br />

del 66% rispetto agli anni precedenti.<br />

2. IL CLIMA NEL PERUGINO NEL 1816<br />

Alcuni ricercatori dell’ISAC-CNR (Istituto di<br />

Scienze dell’Atmosfera e del Clima – Consiglio<br />

Nazionale delle Ricerche) di Bologna, in collaborazione<br />

con l’Università di Milano, hanno ricostruito<br />

le variazioni climatiche relative all’Italia<br />

negli ultimi due secoli ed hanno riscontrato che<br />

l’anno più freddo è stato il 1816 2 . Questo può essere<br />

imputato ad una causa contingente, come<br />

l’eruzione del Tambora appunto 3 , <strong>senza</strong> tuttavia<br />

tralasciare il fatto che stiamo parlando di un decennio<br />

già di per sé caratterizzato da un freddo<br />

intenso all’interno della Piccola Era Glaciale (inizio<br />

XIV – metà XIX sec.).<br />

28<br />

DIANA DRAGONI<br />

Poiché risulta oggi difficile reperire informazioni<br />

dettagliate riguardo al clima e allo stato delle colture<br />

di un’area circoscritta come quella relativa ad<br />

una città e per un solo anno prima del Novecento,<br />

ben si comprende l’importanza dell’Osservatorio<br />

Meteorologico dell’Università degli Studi di Perugia<br />

che conserva, ed è in effetti un caso raro in Italia,<br />

le rilevazioni meteorologiche locali fin dal 1811,<br />

quando fu costituito da Luigi Canali 4 . Dai registri<br />

meteorologici presenti si può ricavare il regime<br />

pluviometrico anche degli anni di nostro interesse.<br />

Dai dati mostrati <strong>nel</strong>la Tab. 1 e sintetizzati <strong>nel</strong>la<br />

Fig. 3 emerge un aumento di tutte le precipitazioni<br />

proprio <strong>nel</strong> <strong>1816.</strong> In Umbria l’aumento della<br />

pioggia può essere verificato anche confrontando<br />

il livello del Lago Trasimeno: una ricostruzione<br />

proposta (Gambini, 1995) mostra un innalzamento<br />

all’incirca tra il 1816 e il 1819.<br />

Oltre a questi dati, alcuni indizi permettono di figurarsi<br />

lo scenario <strong>nel</strong> quale si è sviluppata la carestia.<br />

L’Osservatore del Trasimeno (giornale dell’epoca<br />

che diffondeva notizie provenienti da tutta la penisola,<br />

da alcune nazioni europee e a volte dagli U.S.A.)<br />

accenna ad alcuni eventi meteorologici <strong>nel</strong>la penisola<br />

evidentemente ritenuti anomali. Nell’edizione del<br />

02.03.1816 per esempio è tratto dal Diario di Roma:<br />

“I giorni freddissimi da noi con repentino<br />

cambiamento sofferti <strong>nel</strong> cadente febbraro sono<br />

stati, a senno di varj professori dell’arte salutare,<br />

l’infausta cagione delle morti improvise che abbiamo<br />

deplorato in questo Foglio” 5 .<br />

Anno Giorni con pioggia Giorni con grandine Giorni con neve<br />

1814 130 8 16<br />

1815 135 10 19<br />

1816 140 14 19<br />

1817 120 11 16<br />

1818 130 17 11<br />

Tab. 1 – Giorni di pioggia, grandine e neve a Perugia dal 1814 al 1818.<br />

Fonte: Ns. elab. da De Gasperi (1933, 1934).<br />

2 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/02_Febbraio/27/clima.shtml<br />

3 Sono numerosissimi gli studi svolti in tutto il mondo<br />

che colgono una corrispondenza tra l’abbassamento<br />

del livello di irraggiamento solare e le grandi eruzioni<br />

vulcaniche. A questo proposito si veda un articolo uscito<br />

in Science il 26.03.2009 di A. T. EVAN et Al…, “The<br />

Role of Aerosols in the Evolution of Tropical North Atlantic<br />

Ocean Temperature Anomalies”.<br />

4 Sulla nascita e l’evoluzione dell’Osservatorio Meteorologico<br />

di Perugia si può consultare A. BALTADO-<br />

RI, “Un secolo e mezzo di osservazioni meteorologiche<br />

a Perugia”, in Bollettino della Deputazione di Storia Patria<br />

per l’Umbria, vol. XLIII, Perugia, 1946.<br />

5 Osservatore del Trasimeno, 2 marzo 1816, Italia.<br />

Stati della Chiesa Romana, p.1.


Un altro indizio compare in una circolare dello<br />

Stato Pontificio del 31.05.1816 <strong>nel</strong>la quale si fa riferimento<br />

ad una “straordinaria Anomalia delle<br />

Stagioni” 6 .<br />

3. I RACCOLTI, LA CARESTIA E L’AUMENTO DEI PREZZI<br />

Per la città di Perugia, allora parte dello Stato<br />

della Chiesa, si hanno in particolare due fonti dell’epoca,<br />

cioè gli scritti lasciati dal Sac. Giambattista<br />

Marini e dal Dott. Cesari Massari, nei quali non<br />

sono definite le cause che hanno generato i gravi<br />

eventi del 1816-1817, ma ci si sofferma sugli effetti.<br />

Così è descritto l’innalzarsi dei prezzi, l’aumento<br />

dei poveri e dei mendicanti per i quali sia le<br />

autorità pubbliche che le comunità religiose distribuivano<br />

denaro e sussidi alimentari, il dilagare dei<br />

furti, il numero in crescita dei malati e dei morti, i<br />

rituali religiosi, i provvedimenti presi dallo Stato<br />

Pontificio.<br />

Il Dott. Cesare Massari (1838, p. 142), membro<br />

della Deputazione Sanitaria istituita a Perugia <strong>nel</strong><br />

1816, scrive:<br />

“Ma gli anni 1816 e 1817, che riaprirono il<br />

corso delle cose più antiche e della pace più lusingata,<br />

entrarono per fame e per contagio tristissimi<br />

1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

Fig. 3 – Precipitazioni (mm) a Perugia dal 1814 al 1818.<br />

Fonte: Ns. elab. da De Gasperi (1933, 1934).<br />

6 Archivio Storico del Comune di Corciano (da ora<br />

ASCC), Archivio preunitario, Carteggio amministrativo,<br />

b 96, titolo 11, Sanità, Articolo 1, Cimiteri, <strong>1816.</strong><br />

e memorandi. Noi non vogliamo, nè sarebbe forse<br />

da noi, decidere da quali cagioni avvenisse che le<br />

più ricche terre d’Italia e la ubertosa nostra Perugia,<br />

<strong>nel</strong>l’anno 1816, a miseria ed a fame si conducessero.<br />

O fosse perversità di stagioni, o malvagità<br />

di uomini, o spirito maligno di non sopiti parteggiamenti,<br />

o stupidezza di magistrati, o alcune o<br />

tutte queste cagioni insieme vi cospirassero, certo<br />

fu che gran parte d’Italia e Perugia fu flagellata<br />

da penuriosissimo anno, e innumerevoli per miseria<br />

morirono. Era il mese di aprile quando le supreme<br />

Autorità governative avvisavano i Rappresentanti<br />

di Perugia della mancanza de’ grani, invitandoli<br />

a prendere i più solleciti provvedimenti<br />

in proposito. Si deliberò di somministrare ai fornari<br />

due mila scudi ed altri in seguito perchè acquistassero<br />

grani: ma ciò non si fece o mal si fece.<br />

La fame durava, e per sei mesi le cose andavano<br />

come andavano”.<br />

All’inizio del 1816 la fame già si mostrava in<br />

strada se in una lettera 7 del 24.01.1816 il sindaco<br />

di Corciano, comune limitrofo a quello di Perugia<br />

(Fig. 7), rispondendo alle richieste fatte il 30 novembre<br />

precedente dal Cardinale Segretario di<br />

Stato di cercare di alleviare le sofferenze dei tanti<br />

bisognosi presenti, dichiara di aver convocato la<br />

7 ASCC, Archivio preunitario, Carteggio amministrativo,<br />

b 96, Titolo 11 Sanità, Articolo 1 Affari Sanitari,<br />

1816, Minutario delle lettere scritte dalla Congregazione<br />

Sanitaria di Corciano (1816, lug. 1 – 1816, ago. 14).<br />

29


Congregazione di Pubblico Sussidio per affrontare<br />

il problema ed essa “ha riconosciuto che la generale<br />

miseria, che domina specialmente <strong>nel</strong>la campagna,<br />

e l’abbondante aumento dei poveri non<br />

ammette alcuna dilazione ad eseguire li enunciati<br />

sovrani ordini col soccorrere quei molti infelici,<br />

che gemono <strong>nel</strong> colmo della miseria, e che mancano<br />

affatto di mezzi da provvedere al loro necessario<br />

sostentamento, per cui si vede imminente il pericolo<br />

di vederli morire di fame”.<br />

La soluzione proposta dal sindaco è di impiegare<br />

questi poveri <strong>nel</strong> taglio e raccolta della legna,<br />

<strong>nel</strong> rifacimento delle strade principali di Corciano<br />

e in particolare di quella che conduce a Perugia.<br />

Per far ciò naturalmente sono richiesti dei fondi.<br />

L’Osservatore del Trasimeno il 30.03.1816 riporta<br />

notizie da Città di Castello: “Una luttuosa<br />

carestia, che oltremodo affliggeva <strong>nel</strong> presente Anno<br />

la Classe degl’Indigenti di questa Città, e Diocesi<br />

ha mosso alla più viva commisserazione il nostro<br />

degnissimo Vescovo Monsignor Francesco<br />

Mondelli, il quale in ogni altra circostanza, ma<br />

specialmente in questa ha fatto sommamente spiccare<br />

il luminoso suo zelo, ed ardente carità a pro<br />

del diletto suo Gregge” 8 .<br />

Testimonianze sulle cattive condizioni delle<br />

colture <strong>nel</strong> 1816 non sono emerse, ma l’aumento<br />

dei prezzi dei cereali riportato dalle fonti non può<br />

che essere imputato alla scarsità dei raccolti.<br />

L’Osservatore del Trasimeno pubblica l’editto<br />

emanato per gli Stati della Chiesa Romana il<br />

07.08.1816 con il quale si cerca di limitare gli abusi<br />

da parte di chi fa incetta dei grani per rivenderli<br />

all’estero con alto guadagno o concentrarli <strong>nel</strong>le<br />

mani di pochi a prezzi esagerati. 9<br />

Il Marini racconta che il 07.12.1816 “i fornari<br />

furono trovati in frode sui spacci di pane”;<br />

il 31.05.1817 “<strong>nel</strong>la sera non si trovava pane.<br />

In questi ultimi giorni di maggio si erano ridotte le<br />

pagniotte anche a meno di oncie 3 in paio, e perciò<br />

poco più di oncie 2 a baj. Ognuno facea quello,<br />

che gli piacea, e cresceva e calava il grano, ed<br />

altri generi a proprio arbitrio. I Fagioli si trovano<br />

a scudi 23 il rubbio, a minor prezzo non vi<br />

erano”.<br />

Il decreto emesso dal Mons. De Simoni il<br />

02.06.1817 viene così narrato dallo storico Luigi<br />

Bonazzi (1959, pp. 416-417):<br />

“A vieppiù impoverire i meno poveri, ci venne delegato<br />

apostolico il De Simoni, il quale, avendo tro-<br />

8 Osservatore del Trasimeno, 30 marzo 1816, Italia.<br />

Stati della Chiesa Romana, p.1.<br />

9 Osservatore del Trasimeno, 10 agosto 1816, Italia.<br />

Stati della Chiesa Romana, p.1.<br />

30<br />

DIANA DRAGONI<br />

vato il grano al prezzo di due scudi al rubbio, e temendo<br />

forse che crescesse fino a scudi quarantacinque<br />

come avvenne <strong>nel</strong> 1801, <strong>senza</strong> badare alla proclamata<br />

libertà di commercio, decretò che a quel<br />

prezzo i fornari spianassero il pane. Passarono cinque<br />

o sei giorni, e già il prezzo era sceso a sedici<br />

scudi; ma a cagione di quel fatale decreto il pane seguitò<br />

per lungo tempo a vendersi al prezzo di prima,<br />

poichè a quel prezzo i fornari aveano fatto la provvista<br />

del grano. Visto il suo errore, il delegato lo fece<br />

espiare ai fornari medesimi. Tristo di cuore non<br />

men che fiacco di mente, egli aveva introdotta e perfezionata<br />

fra noi la macchina del cavalletto, e non<br />

appena glisi offriva l’occasione o il pretesto, preferiva<br />

il più sovente di assoggettare alla verberazione le<br />

natiche dei fornari, tanto più riprovevole, inquantochè,<br />

lusingando i cattivi istinti della moltitudine,<br />

sperava con sì indegno mezzo di rendersi popolare”.<br />

I cereali non erano l’unico genere soggetto ad<br />

aumento di prezzo, infatti l’Osservatore del Trasimeno<br />

testimonia anche i problemi generati dalla<br />

scarsa raccolta delle olive negli Stati della Chiesa<br />

Romana: “Penetrato l’animo paterno, e generoso<br />

della Santità di Nostro Signore Pio Papa VII felicemente<br />

Regnante del più vivo rincrescimento per la<br />

carestia estrema dell’olio proveniente dalla quasi<br />

totale mancanza delle olive, che <strong>nel</strong>la presente Stagione<br />

ancora affligge gli amatisimi suoi Sudditi, e<br />

in conseguenza per la eccessività de’ prezzi a cui è<br />

salito l’acquisto di un genere sì necessario agli usi<br />

della vita umana; senz’alcun riguardo de’ sacrificj<br />

del Pontificio suo Erario ci ha incaricato espressamente<br />

coll’Oracolo della viva sua voce di prolungare<br />

la esenzione da ogni gabella d’Introduzione, ed<br />

anche di consumo alle porte di Roma sugli Olj forestieri<br />

non solo, ma sul Sapone ancora di qualunque<br />

provenienza fino a tutto il 31 Dicembre 1817” 10 .<br />

Anche in un opuscolo pubblicato <strong>nel</strong> 1892 è<br />

descritta la carestia del 1816, in questo caso come<br />

preambolo al miracolo delle acque avvenuto a<br />

Trevi <strong>nel</strong> 1817. Viene detto che la situazione era<br />

talmente grave che molti per “non morire di fame,<br />

si mangiavano cose le più ributtanti: perfino la<br />

sansa dei Molini e i sarmenti macinati e cose anche<br />

schifose!” (Pallucchi, 1892).<br />

4. IL TIFO: MALATI E MORTI<br />

Consultando L’Osservatore del Trasimeno, l’area<br />

<strong>nel</strong>la penisola dove dapprima si manifestò l’epidemia<br />

fu quella di Noja di Bari <strong>nel</strong> gennaio del 1816:<br />

“Dietro il tristo annunzio ricevutosi <strong>nel</strong>la notte<br />

10 Osservatore del Trasimeno, 12 novembre 1816, Italia.<br />

Stati della Chiesa Romana, p.1.


della scorsa Domenica d’essersi comunicato il morbo<br />

contagioso <strong>nel</strong>la Puglia, Provincia del Regno delle<br />

Due Sicilie, furono spedite sul momento varie staffette<br />

al nostro littorale limitrofo allo Stato di Napoli, onde<br />

prendervi i più pronti ed efficaci provvedimenti in<br />

un oggetto della più alta pubblica importanza. Le ultime<br />

notizie però di Napoli sono molto tranquillizzanti<br />

circa il morbo che infesta la comune di Noja; i<br />

medicamenti che si apprestano sono efficaci, onde si<br />

spera con tutto il fondamento che quel malore non<br />

avrà alcuna conseguenza funesta” 11 .<br />

Le notizie sull’andamento della malattia in quel<br />

luogo si susseguono fino a quando il giorno<br />

01.11.1816 lo stesso giornale annuncia la riapertura<br />

delle porte di Noja che dopo molti e costosi<br />

sforzi in campo sanitario dichiara “il termine di<br />

una gravissima calamità”. 12<br />

Nella cronaca perugina del Marini (1960, pp.<br />

42 seg.) si parla di tifo a partire dal maggio del<br />

1817. Per il giorno 8 scrive: “Perivano <strong>nel</strong>le carceri<br />

e negli spedali i malati attaccati da maligno petecchiale...Anche<br />

per la Città morivano e <strong>nel</strong>la<br />

Campagna. La malattia era chiamata tifo”.<br />

Per il giorno 10 prosegue dipingendo uno scenario<br />

straziante in cui le persone <strong>nel</strong> pieno sviluppo<br />

dell’epidemia continuano ad essere devastate dalla<br />

fame: “Serpeggiando per la Città il male maligno<br />

chiamato Tifo con petecchie, ne morivano molti, attaccandogli<br />

il capo e levandoli fuori di loro...La miseria<br />

era indicibile. Venivano i contadini in Città per<br />

tutte le parti smunti dall’inedia. Non si potea andare<br />

in niun luogo <strong>senza</strong> essere molestati e pressati da tozzanti<br />

e mendichi. I ragazzi e creature per tutte le<br />

strade urlavano, ed erano ammaestrati dai propri genitori<br />

a far questo per poter avere limosina. Vi erano<br />

anche tra uomini e donne alcuni, che usavano delle<br />

industrie e finzioni per guadagnare da mangiare”.<br />

Per quantificare i morti in quegli anni è necessario<br />

esaminare i registri parrocchiali conservati attualmente<br />

<strong>nel</strong>l’Archivio di Stato di Perugia. Questi registri<br />

non possono comunque fornire dati esatti poiché<br />

non vi sono riportati i defunti dei monasteri e<br />

11 Osservatore del Trasimeno, 13 gennaio 1816, Italia.<br />

Stati della Chiesa Romana (Diario di Roma), p.1.<br />

Sull’epidemia scoppiata a Noja sono stati effettuati<br />

diversi studi e raccolti molti documenti che testimoniano<br />

anche la logica militaresca con la quale la popolazione<br />

venne costretta all’interno della città e alla fine del contagio<br />

si purgò o bruciò tutto quello che in qualche modo<br />

poteva essere stato contaminato dal morbo. Sull’argomento<br />

si può consultare V. DIDONNA, F. AFFATATI,<br />

Le carte bruciate : lettere, editti e stampe della peste di<br />

Noja del 1815, Grafica 2P s.n.c., Noicàttaro (Bari), 2006.<br />

12 Osservatore del Trasimeno, 19 novembre 1816,<br />

Italia. Regno di Napoli, p.1.<br />

1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

dei conventi, quelli non degni di una sepoltura in<br />

chiesa, e non sempre quelli degli ospedali. Inoltre,<br />

in caso di epidemie, a volte accade che le annotazioni<br />

si contraggano. Se ne deduce che in generale i<br />

numeri sono inferiori alla realtà. Nella diocesi di Perugia<br />

<strong>nel</strong>l’anno 1815 compaiono 32 parrocchie della<br />

città e 190 del contado (Leti, Tittarelli, 1976, p.13).<br />

Nei registri considerati, cioè quelli per le parrocchie<br />

della città dal 1815 al 1820, solitamente il parroco<br />

indicava del defunto la data di morte e di sepoltura,<br />

il nome, l’età, la parrocchia d’appartenenza<br />

e di sepoltura, l’avvenuta o mancata amministrazione<br />

dei sacramenti, talvolta la causa di morte, di rado<br />

la professione o qualche altra osservazione se si<br />

trattava di persone illustri, nobili o ecclesiastici.<br />

I parroci scrivevano quasi sempre in latino, utilizzando<br />

più o meno le stesse formule e espressioni<br />

stringate; tuttavia in alcuni casi la descrizione<br />

del defunto suscita ancora oggi una certa commozione.<br />

Questo accade ad esempio quando la morte<br />

ha colpito un bambino appena venuto al mondo:<br />

“Anno Domini Millesimo Octingentesimo decimo<br />

octavo, die vero decima quarta Iulij. Ioachim<br />

filius Domini Francisci Siepi, primo die sui ortus,<br />

ab ostetrice sacramento Baptismi recepto ad superos<br />

evolavit, sepultus fuit in Parrocchiali Ecclesia.<br />

Franciscus Previtali Economus” 13 .<br />

Toccante anche la registrazione di un bambino<br />

morto durante il parto:<br />

“Anno Domini 18 Decimo Sexto. Die autem<br />

Decima Tertia Martii. Nazarenus Giglietti filius<br />

Augustini in utero Matris ab ostetrice baptezatus,<br />

ex eodem matris utero haud perfecte egressus ad<br />

superos evolavit, cuiusque corpusculum...” 14<br />

Ancora un neonato: “Anno Domini Millesimo Octingentesimo<br />

Decimo Septimo; die vero nona Mensis<br />

Decembris, hora secunda pomeridiana. Maria Dominici<br />

Bugiardini filia paucas post horas a sua nativitate<br />

in Celum evolavit; ejusque corpus peractis<br />

eExequiis, die sequenti in hac sua Parrocchiali Ecclesia<br />

in Parvulorum Sepulchro tumulatum fuit” 15 .<br />

13 Archivio Storico di Perugia (da ora ASPg), Archivio<br />

Storico del Comune di Perugia (da ora ASCPg), Reg.<br />

Parr., 301, c.106 v. “14 luglio 1818. Gioacchino figlio di<br />

Francesco Siepi, <strong>nel</strong> giorno della sua nascita, dopo aver<br />

ricevuto dall’ostetrica il sacramento del Battesimo, volò<br />

in cielo, fu sepolto <strong>nel</strong>la chiesa parrocchiale. Francesco<br />

Previtali, economo”.<br />

14 ASPg, ASCPg, Reg. Parr. Perugia, 322, p.123 r. “13<br />

marzo <strong>1816.</strong> Nazareno Giglietti figlio di Agostino, battezzato<br />

<strong>nel</strong> ventre della madre, non completamente<br />

uscito da quello stesso ventre materno volò in cielo, il<br />

suo corpicino...”<br />

15 ASPg, ASCPg, Reg. Parr., 289, p.112, defunto 449.<br />

“9 dicembre 1817, ore due del pomeriggio. Maria figlia<br />

31


In qualche caso è indicata la causa di morte del<br />

defunto, in particolare il Parroco Franciscus Bizzarri<br />

della Chiesa di S. Andrea in Porta S. Susanna<br />

scrive in Italiano per tre defunti (il 198, il 199 e il<br />

200) del 29.05.1817, a lato delle usuali indicazioni,<br />

“morto di tifo petecchiale” 16 . Anche in altri casi si è<br />

riscontrata un’indicazione sulla causa del decesso,<br />

per esempio il 27.06.1817 l’adolescente<br />

“Euphemia Bolfani filia Nuntii in domo conducta<br />

Nob. Familia Della Staffa, decimo sexto anno aetatis<br />

suae expleto, violenta et contagiosa febre correpta<br />

in Communione S.M.E., et in osculo Domini<br />

ex hac vita discessit hora octava antimeridiana...” 17 .<br />

Oppure per il defunto del 03.01.1817 della<br />

parrocchia di S. Fortunato si parla di “repentino<br />

morbo correptus” 18 .<br />

La ricerca in archivio ha portato a calcolare,<br />

sommando tutte le parrocchie della città, un numero<br />

crescente di decessi che dai 287 del 1815 e i<br />

387 del 1816, arriva ai 597 del 1817, per poi ridursi<br />

drasticamente fra il 1818 e il 1820 (Fig. 4).<br />

Fig. 4 – Decessi <strong>nel</strong>la città di Perugia dal 1815 al 1820.<br />

Fonte: Ns. elab. dai Registri Parrocchiali dell’Archivio<br />

Storico del Comune di Perugia.<br />

di Domenico Bugiardini, dopo poche ore dalla nascita<br />

volò in cielo; il suo corpo, ultimata la cerimonia<br />

funebre, fu tumulato <strong>nel</strong> sepolcro dei piccolini il<br />

giorno seguente in questa sua chiesa parrocchiale”.<br />

16 ASPg, ASCPg, Reg. Parr. Perugia, 287, p.4 r.<br />

17 ASPg, ASCPg, Reg. Parr. Perugia, 322, p.121 r. “Eufemia<br />

Bolfani figlia di Nunzio, della nob. Famiglia Della<br />

Staffa per matrimonio, compiuti i suoi sedici anni, contratta<br />

una febbre violenta e contagiosa, in Comunione<br />

con la Santa Madre Chiesa…, e <strong>nel</strong>l’amore di Dio si allontanò<br />

da questa vita alle ore otto della mattina”.<br />

18 ASPg, ASCPg, Reg. Parr. Perugia, 314, p.6 r. “Contratto<br />

un morbo improvviso”.<br />

32<br />

DIANA DRAGONI<br />

Il dato è confermato anche da L. Tittarelli<br />

(1977) 19 che indica il 1817 come l’anno con maggior<br />

mortalità dal 1800 al 1860 e che, trattando la<br />

stagionalità dei decessi, osserva come in quell’anno<br />

la primavera fu la stagione più letale, mentre<br />

<strong>nel</strong> 1816 fu l’autunno. Ciò può essere messo in relazione<br />

al fatto che la carestia evidentemente fece<br />

le sue vittime dopo che i raccolti annui risultarono<br />

scarsi e le provviste terminate, cioè in autunno,<br />

successivamente il tifo trovò la popolazione<br />

già molto indebolita e quindi il momento di diffusione<br />

particolarmente propizio.<br />

Uno studio condotto con altre finalità da G. E.<br />

Montanari e O. Bussini (1996), che prende in esame<br />

il quoziente di mortalità in 37 delle parrocchie<br />

del contado (inteso come campagna circostante<br />

l’urbe) della Diocesi di Perugia, mostra anche qui<br />

l’impennata del 1817 (Tab. 2).<br />

Anni Qm<br />

1815 30.7<br />

1816 40,3<br />

1817 65,2<br />

1818 20,0<br />

1819 22,5<br />

1820 26,8<br />

Tab. 2 – Quoziente di mortalità <strong>nel</strong>le parrocchie del<br />

contado della Diocesi di Perugia dal 1814 al 1820.<br />

Fonte: Montanari et al., 1996, p. 134.<br />

Si potrebbe indagare anche sul numero dei<br />

defunti in altre aree dell’Umbria, e presumibilmente<br />

si perverrebbe al medesimo picco <strong>nel</strong><br />

1817. L’analisi dell’andamento demografico dell’Isola<br />

Maggiore <strong>nel</strong> Lago Trasimeno ad esempio<br />

porta ad individuare alcune crisi, una delle quali<br />

culmina <strong>nel</strong> 1820 quando la popolazione si riduce<br />

drasticamente: <strong>nel</strong> 1816 si contano 137 abitanti,<br />

<strong>nel</strong> 1820 diminuiscono a 88 (Cialini, 1985, pp.<br />

100-104).<br />

19 Tra le fonti utilizzate da Tittarelli compare anche<br />

la tesi di laurea di LILIANA BALDONI, La dinamica demografica<br />

della città di Perugia dal 1800 al 1860, Università<br />

degli Studi di Perugia, Facoltà di economia, a.a.<br />

1969-70, relatore prof. L. Bellini. In questa tesi sono riportati<br />

i decessi per venti parrocchie della diocesi e risultano<br />

236 per il 1815, 323 per il 1816, 489 per il 1817,<br />

265 per il 1818. Nonostante la differenza <strong>nel</strong>le cifre dovuta<br />

presumibilmente al non aver incluso <strong>nel</strong> conto tutte<br />

le medesime parrocchie, si conferma comunque nei<br />

loro dati, come nei nostri, il picco di mortalità <strong>nel</strong> 1817.


5. I PROVVEDIMENTI<br />

Alla fine della primavera del 1816 le autorità<br />

sono già consapevoli del pericolo in agguato, cioè<br />

della possibilità che la presente carestia possa<br />

portare con sé il diffondersi delle malattie. Questo<br />

lo si può dedurre dal fatto che al Comune di Corciano<br />

perviene la circolare emanata dalla Sagra<br />

Consulta Tribunale Supremo dello Stato Pontificio<br />

che presiede alla cura della pubblica salute, datata<br />

“Perugia 31 Maggio 1816” e firmata D. De Simone<br />

Delegato Apostolico <strong>nel</strong>la quale si elencano 16<br />

misure preventive al diffondersi di un’eventuale<br />

malattia contagiosa. 20 Nella parte introduttiva è<br />

scritto: “Tanto maggiormente poi l’è [intendi alla<br />

Sagra Consulta] sembrato indispensabile adottare<br />

delle disposizioni generali sul medesimo Articolo,<br />

in quanto che con dispiacere ha osservato di tali<br />

Malattie ne sono accadute, e ne vanno insorgendo<br />

in diverse Parti dell’Italia, ed ha ravvisato che le<br />

cause produttive sono comuni a tutti i luoghi, ed a<br />

tutte le diverse Provincie, perché eccitate sì dalla<br />

straordinaria Anomalia delle Stagioni, che dalla<br />

sopravvivenza e riunione di tante dolorose circostanze<br />

egualmente generali, che direttamente v’influiscono,<br />

ed a cui l’umano potere non può far resistenza…”<br />

Proseguendo, la Sagra Consulta viene a prescrivere<br />

sotto la responsabilità dei rispettivi Poteri<br />

Governativi le seguenti disposizioni:<br />

1. Sorvegliare l’andamento della salute della popolazione.<br />

2. Fornire gli ospedali degli strumenti necessari e<br />

fare in modo che gli ambienti siano puliti e<br />

ventilati.<br />

3. Verificare che i sepolcri non siano difettosi e<br />

non emanino “perniciose esalazioni”.<br />

4. “Inoltre faranno in guisa, che periodicamente<br />

vengano pulite, e nettate le strade, siano trasportate<br />

fuor de’ Luoghi, id in una giusta distanza<br />

dall’Abitato le Immondiezze, e siano rimossi<br />

dall’Abitato medesimo quegli acervi, e depositi<br />

di Letame e di Fango, o di altra lordura, che o<br />

studiatamente, o per incuria si lasciano lungo le<br />

Vie, e negli angoli de’ luoghi stessi, quali putrefatti<br />

tramandano fetide evaporazioni”.<br />

5. “Invigileranno, che non si ritenga <strong>nel</strong>le luoghi<br />

abitati un inconveniente numero di animali<br />

immondi, che siano custodite, riparate, e conservate<br />

le Cloache, ed altri ricettacoli, onde con<br />

le loro perniciose esalazioni non influiscano<br />

ad accrescere le cause de’malori che siano dis-<br />

20 ASCC, Archivio preunitario, Carteggio amministrativo,<br />

b 96, titolo 11, Sanità, 1 Articolo 1, Cimiteri, <strong>1816.</strong><br />

1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

sipate le acque stagnanti, e siano asciugati i siti<br />

paludosi, i quali coi loro cattivi effluvj corrompono<br />

l’aria; ed in una parola, che prenderanno<br />

cura energicamente <strong>nel</strong> far allontanare<br />

in cadaun luogo tutte quelle cause, che influiscono<br />

alla riproduzione, e propagazione dei<br />

Miasmi singolarmente <strong>nel</strong>la Stagione estiva; e<br />

per conseguenza dovrà V. S. eziandio in vigilare,<br />

perché le forme, formoni, ed latri ricettacoli<br />

di acque stagnanti venghino al più presto ripurgate,<br />

bene inteso però, che ciò si coglie da’<br />

suddetti luoghi venga sparso per li campi limitrofi,<br />

e non venghino ingombrate le Strade”.<br />

6. Si faccia in modo che gli indigenti abbiano un<br />

sano nutrimento.<br />

7. Se comunque si sviluppa la malattia, l’Autorità<br />

Governativa del luogo deve far rispettare le<br />

cautele atte a impedirne la diffusione e il Medico<br />

Condotto deve verificare se la malattia sia<br />

o no contagiosa e ha l’obbligo di riferire immediatamente<br />

al Giusdicente locale ogni malattia<br />

di tal genere capitasse loro di curare anche<br />

<strong>nel</strong> disimpegno della loro professione.<br />

8. Coloro che si ammalano devono essere con<br />

sollecitudine trasportati all’ospedale o in altro<br />

luogo a questo apprestato, a meno che non vivano<br />

in abitazioni così grandi da poter essere<br />

curati in seno alle proprie famiglie <strong>senza</strong> pericolo<br />

di diffusione.<br />

9. Medici e Chirurgi sono i responsabili delle<br />

cautele preventive e delle cure del Male.<br />

10. “Il sequestro ad un infetto qualunque dovrà esser<br />

continuato finchè a il Medico della Cura lo<br />

abbia formalmente dichiarato incapace di comunicare<br />

ad altri il Contagio”.<br />

11. “Subito dopo il trasporto all’Ospedale, e dopo la<br />

guarigione, o la morte del Malato, si faranno<br />

praticare gli espurghi prescritti dalle Leggi Sanitarie<br />

alle abitazioni, e alle robbe che avranno<br />

servito ad uso di esso Malato, e li dovranno<br />

eseguire gli Speziali, e vi dovranno presiedere i<br />

Medici, incombendo ad essi di prescriverne il<br />

metodi…”<br />

12. Velocizzare e abbreviare il trasporto dei cadaveri<br />

al tumulo.<br />

13. I medici devono quotidianamente denunciare i<br />

malati e descrivere le cure apportate fino alla<br />

guarigione.<br />

14. Se alla Delegazione Apostolica giunge voce,<br />

non ufficialmente, del serpeggiare in un comune<br />

di una malattia da contagio e non ne sia<br />

stata data la comunicazione ufficiale, un Fisico,<br />

sarà incaricato di attivare tutte le misure necessarie<br />

a spese di chi avrebbe dovuto dare la notizia.<br />

15. Le disposizioni date saranno stabili per il futuro.<br />

33


16. V. S. dovrà dare ragguaglio presso la Delegazione<br />

dell’adempimento di tali disposizioni.<br />

17. Le Autorità impieghino ogni energia <strong>nel</strong>l’esatto<br />

adempimento di tali ingiunzioni.<br />

Altri documenti dimostrano l’attenzione delle<br />

autorità già <strong>nel</strong> 1816, quando ancora il tifo non<br />

era dilagato, ma evidentemente si sentiva l’esigenza<br />

di quantificare il numero dei morti temendo<br />

che fosse in aumento a causa dell’inedia o delle<br />

malattie. Nella cronaca del Sac. Giambattista Marini<br />

si accenna alla richiesta pervenuta ai parroci da<br />

Roma di inviare l’elenco dei morti per il 1815 e il<br />

<strong>1816.</strong> A conferma della cronaca infatti si è reperita<br />

una lettera contenente tale istanza, inserita all’inizio<br />

del registro dei defunti della parrocchia di S.<br />

Angelo o S. Michele Arcangelo di Porta Eburnea e<br />

S. Maria della Valle:<br />

“CIRCOLARE N°.<br />

AMMINISTRAZIONE CAMERALE PONTIFICIA<br />

DEL BOLLO, E REGISTRO.<br />

Officio di Perugia li 14. Settembre <strong>1816.</strong><br />

Molto Reverendo Signore.<br />

Inerendo alle Sovrane Disposizioni emanate<br />

con Moto proprio del dì 6. Luglio 1816; e particolarmente<br />

in ordine a quanto si prescrive all’Art.<br />

73. Cap. V. del successivo Regolamento<br />

sulla Registrazione, e archiviazione, si compiacerà<br />

V. S. Molto Reverenda di rimettere a quest’Officio<br />

di Perugia alla fine di ciascun Mese<br />

una Nota di tutte le Persone sui Juris dell’uno,<br />

e dell’altro Sesso morte <strong>nel</strong>la di Lei Parrocchia<br />

indicando il Nome, Cognome, Condizione, Domicilio,<br />

e Professione del Defonto a norma della<br />

modula a tergo designata. Persuaso Io, che<br />

in sequela del conseguito permesso di Sua Eccell.<br />

rema Monsig. Arcivescovo Vescovo per la<br />

spedizione della presente Circolare, V. S. Molto<br />

Reverenda si presterà di buon grado all’adempimento<br />

di quanto sopra; con la dovuta stima<br />

passo a dichiararmi<br />

Di V. S. Molto Reverenda<br />

Devmo Servitore” 21 .<br />

Come sopra accennato, la cronaca del Marini<br />

elenca minuziosamente tutti i provvedimenti presi,<br />

come ad esempio l’elezione, il 02.01.1817, di<br />

sei Deputati che presiedessero alle sovvenzioni ai<br />

poveri, e a seguire anche tutte le sovvenzioni<br />

stesse elargite dalle autorità per i mendicanti in<br />

costante aumento. Si inizia il 23.01.1817 quando<br />

21 ASPg, ASCPg, Reg. Parr., 289, prima carta inserita<br />

dopo la copertina.<br />

34<br />

DIANA DRAGONI<br />

“s’incominciò a sovvenire poveri 800 colla sovvenzione<br />

di baj 4 per ciascheduno, e baj 6 per i<br />

cronici ed infermi”, ma si giunge anche a più alte<br />

cifre quando il 27.05.1817 “furono mandati via tutti<br />

i poveri forestieri dandosi a ciascuno baj: 10”<br />

(Marini, 1960, p.44).<br />

Ancora il Sac. Giambattista Marini (1960, p. 43)<br />

descrivendo i malanni del tifo per il 10.05.1817 riporta<br />

che “fu pubblicato un ordine, come fu detto,<br />

che non si suonassero più agonie nè campane a<br />

morto per impedire le malinconie e le apprensioni,<br />

e che si trasportassero i Cadaveri in S. Caterina<br />

Vecchia <strong>senza</strong> distinzione di persone ancor sagre.<br />

Si faceano l’essequie <strong>nel</strong>le Parrocchie, e di notte in<br />

un Carretto si trasportavano i cadaveri al luogo<br />

suddetto. I Carcerati sani furono trasportati in fortezza,<br />

e <strong>nel</strong> dì 12 quei malati furono trasportati in<br />

S. Margherita Convento di Monache soppresso, ed<br />

ammensato allo Spedale”.<br />

Il dott. Massari (1838, pp. 151-152) riassume tristemente<br />

con queste parole l’inefficacia della risposta<br />

data dalla città all’emergenza sanitaria: “Tra per<br />

la confusione in cui si trovavano le faccende della<br />

città, tra per le differenze di tanti pareri, tra pel<br />

molto dire e il nulla fare, tra per la mancanza del<br />

peculio <strong>nel</strong>le pubbliche e <strong>nel</strong>le private casse, e tra<br />

per altro, i provvedimenti sanitarj che si presero poco<br />

o nulla giovarono. Dalle autorità governative e<br />

municipali si prescrivevano infinite cose a farsi, le<br />

quali perchè troppe non si faceano. Sedeva permanente<br />

la deputazione Sanitaria, donde sortivano<br />

ordini e disposizioni che non sempre, e le più volte<br />

malamente eseguivonsi. Si obligavano alle denunzie<br />

de’ respettivi infermi gli essercenti learti salutari,<br />

i quali sulle prime con precisione ed in giornata<br />

trasmettevano attenti; poi rare, o dubbie, o incomplete<br />

all’ufficio della Sanità pervenivano. Fù eretto,<br />

non <strong>senza</strong> gravi difficoltà, un Lazzaretto pe’ carcerati<br />

in S. Margherita, che poi restò Spedale civico<br />

pei poveri attaccati dal tifo; cui noi unitamente al<br />

Professore Felice Santi, come medici, si assistette.<br />

S’istituì un Campo Santo universale, fuori le mura<br />

castellane, detto di S. Caterina Vecchia; il quale divenne<br />

sorgente di non piccole inquietezze di animo<br />

a chi ne propose la istituzione in quel luogo spettante<br />

alle Religiose benedettine da più secoli però<br />

abbandonato, ed a chi ne volle sostenuta la permanenza.<br />

Si sorvegliò sulla polizia dell’abitato; ma<br />

non tutto ciò che necessario dai medici riconoscevasi,<br />

dai Cittadini eseguivasi. Si sospese, non <strong>senza</strong><br />

poca fatica di persuasioni, il suono delle campane<br />

a transito ed a morto. Si raccomandavano <strong>nel</strong>le famiglie<br />

isolamenti più che possibili, ma non si ottenevano<br />

a suficienza onde reprimere la diffusione<br />

del male. I medici intanto in molte cose discordi tra<br />

loro, e specialmente sulla pratica de’ salassi, conve-


nivano sulla prescrizione in principio di male dei<br />

purgativi, dei refrigeranti,delle bevande acidulate,<br />

delle rigorosissime diete: ma, poco stante, al succedere<br />

di quel periodo che solevasi dire nervoso, si ricorreva<br />

ai chinati, agli opiati, ai spiritosi, agli anodini,<br />

agli stimoli, o permanenti o diffusivi che si dicevano;<br />

non essendosi in Perugia, a quell’epoca,<br />

riformata del tutto la medicina pratica del pensatore<br />

scozzese”.<br />

6. LE CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE<br />

Si è letto come le fonti riferiscano dell’ordine<br />

di sotterrare tutti i cadaveri a S. Caterina Vecchia.<br />

È un ordine dato in una situazione di emergenza,<br />

chiede in pratica che non si faccia alcuna distinzione<br />

di ceto e che si cambi repentinamente l’abitudine<br />

secolare di seppellire <strong>nel</strong>le chiese o nei<br />

piccoli cimiteri di campagna sparpagliati. Nonostante<br />

l’inquietudine che può aver generato il<br />

cambiamento, evidentemente questa disposizione<br />

viene presto osservata perchè nei registri dei defunti<br />

i parroci annotano la nuova collocazione che<br />

spetta ai morti. Ad esempio: “Anno Domini Millesimi<br />

Octingentesimi Decimi Septimi die Vigesima<br />

quarta Maj. Innocentia Petri Cenciaglia filia<br />

trium annorum, ex Parrecia S. Angeli P.S.A. in<br />

Communione S. Matris Ecclesia animam Deo redditi<br />

cujus corpus sequenti nocte delatum ad Caemeterius<br />

S.Caterinae et ibi persolutuas esequies ibi<br />

tumulatus fuit. In fidem. Landinus Landi Rector”.<br />

22<br />

La motivazione preponderante, oltre al non allarmare<br />

e deprimere ulteriormente la popolazione<br />

rendendo visibile a ogni ora il trasporto dei cadaveri<br />

(si tentava di arginare l’avvilimento generale<br />

anche evitando di far risuonare in continuazione<br />

le campane a lutto, come scritto sopra dal Massari),<br />

è quella igienica, <strong>nel</strong>lo sforzo in qualche modo<br />

di contenere l’epidemia. Anche se in Francia<br />

già dalla seconda metà del Settecento si discuteva<br />

sull’opportunità di istituire dei campi santi fuori<br />

dall’abitato, in Italia le antiche consuetudini difficilmente<br />

venivano messe in discussione, e si introduce<br />

la questione soltanto con il decreto napoleonico<br />

del 12.06.1804, l’editto di Saint Cloud, che<br />

si prefiggeva la regolamentazione dei cimiteri e<br />

22 ASPg, ASCPg, Reg. Parr., 292, p. 90. “24 Maggio<br />

1817. Innocenza figlia di Pietro Cenciaglia, di tre anni,<br />

della Parrocchia di S.Angelo di Porta S. Angelo, in Comunione<br />

con la Santa Madre Chiesa, la sua anima tornò<br />

a Dio, il suo corpo la notte seguente fu trasportato al<br />

Cimitero di S.Caterina e lì celebrati i riti funebri, fu tumulato.<br />

In fede. Landino Landi Rettore”.<br />

1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

dei funerali. L’epidemia del 1817 quindi fornisce<br />

la motivazione contingente per istituire un campo<br />

santo a S. Caterina Vecchia e infervora il lungo dibattito<br />

che porterà all’inaugurazione del cimitero<br />

civico di Perugia il 23.11.1849.<br />

Il Dott. Massari (1838, p. 136) ricorda quali<br />

cambiamenti intervennero a favore dell’igiene<br />

pubblica anche a seguito di questi eventi drammatici:<br />

oltre alla costruzione del cimitero, l’introduzione<br />

di spazzini comunali, il controllo da parte<br />

di un’apposita deputazione dei cibi, la realizzazione<br />

della pescheria e del macello. Tra questi cambiamenti<br />

per noi rappresenta una curiosità il fatto<br />

che “...dopo non piccoli ostacoli, siasi ottenuta l’abolizione<br />

del dispiacentissimo privilegio di far vagare<br />

per la città i Majali detti di S.Antonio che da<br />

qualche secolo regnò fra noi, e contra il quale non<br />

si potè ottenere un soppressivo decreto prima dell’anno<br />

1832...”.<br />

Il Dott. Massari (1838, pp. 147-148) rammenta<br />

inoltre che per curare i numerosi malati si dovette<br />

costruire anche un nuovo ospedale, a Corciano,<br />

borgo situato lungo l’antico asse viario che da Perugia<br />

portava verso il Lago Trasimeno e la Toscana<br />

(l’attuale ss 75 bis del Trasimeno, Fig. 2).<br />

“In Perugia subitamente s’istallò, <strong>nel</strong> 19 giugno,<br />

una Deputazione Sanitaria presso il Preside<br />

della Provincia. Da essa si dimandarono e si ottennero<br />

locali di non ripristinati conventi per alloggiare<br />

poveri ed infermi; si pensò meglio alla sistemazione<br />

delle carceri ed alla salute de’ carcerati;<br />

si aprirono gli spedali de’ pellegrini, dei quali<br />

tanto è provista questa città; e tutto si deliberò e si<br />

dispose perchè all’opportunità fosse fatto. Nè deve<br />

sotto silenzio passarsi il provvedimento preso in<br />

quel tempo di stabilire uno Spedale <strong>nel</strong>la Terra di<br />

Corciano, distante sei miglia al ponente di Perugia,<br />

per la via di Toscana, a racchiudimento di<br />

tutti que’ fabbricitanti i quali dalle vicinanze del<br />

Trasimeno, per le cattive arie d’<strong>estate</strong> e d’autunno,<br />

entravano ammorbati tra noi. E là dovevano essere<br />

medicati que’ laghigiani, cui la continua o la<br />

intermittente paludosa febbre avesse colto”.<br />

Indagando quindi su questa affermazione si è<br />

scoperto che <strong>nel</strong>l’Archivio Storico del Comune di<br />

Corciano, è possibile consultare il carteggio 23 relativo<br />

all’allestimento dell’ospedale nei locali del convento<br />

detto di S. Francesco da destinarsi a Lazzaretto.<br />

Tale decisione fu presa il 26.06.1816 e i lavori<br />

necessari allo scopo dovevano essere presieduti<br />

23 ASCC, Archivio preunitario, Carteggio amministrativo,<br />

b 96, Titolo 11 Sanità, Articolo 1 Affari Sanitari,<br />

1816, Minutario delle lettere scritte dalla Congregazione<br />

Sanitaria di Corciano<br />

35


dall’Economo del Seminario di Perugia, Sig. Ercolano<br />

Ercolani. Lo spazio del locale doveva essere<br />

suddiviso in maniera idonea, ristrutturato, riadattato<br />

alle nuove esigenze, inoltre era richiesta la dotazione<br />

di letti, mense e altri beni necessari. La prima<br />

lettera presente è del 02.07.1816 (Fig. 5), ne susseguono<br />

altre e già ad agosto si insiste sulla sollecitudine<br />

con il quale deve essere realizzato l’ospedale.<br />

“Minutario delle Lettere Scritte Dalla Congregazione<br />

Sanitaria di Corciano.<br />

2 Luglio <strong>1816.</strong><br />

…<br />

Intento sempre l’amatissimo nostro Sovrano a<br />

prevenire qualunque male, che potesse affliggere l’umanità,<br />

attesa la penuriosa passata stagione, ha ordinato,<br />

ed autorizzato questo monsig. Delegato ad<br />

organizzare <strong>senza</strong> ritardo degli Ospedali a guisa di<br />

Lazzaretto, in cui dovranno essere trasportati tutti<br />

quegli individui, che venissero attaccati da un male<br />

qualunque, che fosse reputato da Professori, epidemico,<br />

onde esentare gli altri dal contagio; a tale effetto<br />

questo Monsig. Delegato ha deputato una congregazione<br />

di diversi individui, fra quali ha creduto di nominarmi<br />

per uno de medesimi, e dietro l’adunanza<br />

fattasi il dì 26 dello scaduto mese di Giugno avanti il<br />

prelodato Monsig. Si è stabilito di erigere il Lazzaretto,<br />

ossia Ospedale suddetto in Corciano, avuto riguardo<br />

alla Località, e centralità non solo, ma ancora<br />

per altre ragioni relative all’indicata organizzazione,<br />

e quindi fui Deputato per domandare alli diversi<br />

possidenti delle Parrocchie a me assegnate, i<br />

Letti necessari, per il compimento di si pia, e vantaggiosa<br />

disposizione; in conseguenza essendo stato alla<br />

tagliata di un paglione ripieno di buona foglia, o paglia,<br />

con suo capezzale, lettiera, e tavola servibile per<br />

una sola persona, con tre lenzuoli di stoffa, e spillatura,<br />

ed una coperta di stracci, si compiacerà di fare<br />

il tutto giungere in Corciano non più tardi del dì 15<br />

del corrente mese di Luglio, prevenendola che dovrà<br />

fare il tutto contrasegnare con marca a suo piacere,<br />

la quale verrà riportata in margine della ricevuta,<br />

che le verrà rilasciata <strong>nel</strong>l’atto della consegna degli<br />

oggetti domandati come sopra, per potere alla chiusura<br />

di detto Ospedale il tutto ricuperare.<br />

Mi lusingo, che riflettendo ella al lodevole fine<br />

di questa istituzione, ed alla necessità di prevedere,<br />

e provvedere ad un’ oggetto di tanta importanza,<br />

sarà per prestarsi a questo grazioso invito, e<br />

che non vorrà defraudare le sacre disposizioni di<br />

chi se ne occupa con zelo, ed attività.<br />

36<br />

DIANA DRAGONI<br />

Si compiacerà di accusarmi la ricevuta della<br />

presente, e di farmi conoscere il giorno, che ella<br />

spedirà quanto vien demandato, onde potesse dare<br />

l’opportuno discarico.<br />

Sono con la più perfetta stima, e rispetto”.<br />

Nella lettera del 12.08.1816 l’architetto (Sig.<br />

Francesco Cerrini) chiede il dettagliato elenco delle<br />

opere di ristrutturazione necessarie sia per il<br />

nuovo ospedale che per l’erezione di un nuovo<br />

cimitero <strong>nel</strong> luogo “determinato S. Croce”. Evidentemente,<br />

e a buon ragione, si teme l’aumento<br />

dei malati e dei morti, che torneranno a diminuire<br />

solo sul finire dell’<strong>estate</strong> successiva.<br />

6. CONSIDERAZIONI FINALI<br />

In ogni tempo e in ogni luogo le cause che<br />

generano le vicende umane sono innumerevoli e<br />

fittamente intrecciate tra di loro. Pertanto, non si<br />

può affermare in maniera deterministica che il clima<br />

sia l’unico responsabile dei fatti fin qui descritti,<br />

ma certamente si può constatare che esso ha<br />

avuto un ruolo non trascurabile <strong>nel</strong>l’innescare, a<br />

volte, o <strong>nel</strong> portare a maturazione, in altri casi, alcuni<br />

eventi di un momento della storia perugina.<br />

In quest’ottica, si ritiene che le conseguenze territoriali<br />

derivanti dall’anno <strong>senza</strong> <strong>estate</strong> possano essere<br />

state un fenomeno di grande rilevanza, almeno<br />

demografica, sociale, medica e urbanistica. Un<br />

calo di temperatura, che oggi non desterebbe particolari<br />

timori, ha fatto fragorosamente sentire la<br />

sua influenza su una società la cui sussistenza era<br />

legata primariamente all’agricoltura e <strong>nel</strong>la quale<br />

la scienza medica non era ancora sufficientemente<br />

progredita per arrestare l’avanzata di un’infezione<br />

mortale. Inoltre, è interessante osservare che l’epidemia<br />

di tifo petecchiale scoppiata <strong>nel</strong> 1817 veniva<br />

ad aggiungersi alle secolari pestilenze che avevano<br />

già procurato enormi disagi, tanto da ritenere<br />

che fosse ormai giunto il momento non solo di<br />

organizzare una struttura socio-sanitaria permanente<br />

per monitorare lo stato di salute della comunità,<br />

ma anche di rivoluzionare i costumi funerari<br />

e le usuali pratiche igieniche. Così se adesso è<br />

possibile visitare i nostri morti in un unico cimitero<br />

cittadino, godere di servizi erogati quotidianamente<br />

dalle aziende sanitarie territoriali o, ancora,<br />

passeggiare in un ambiente pulito grazie alla cura<br />

garantita dalla nettezza urbana, lo si deve in qualche<br />

modo anche a quell’anno <strong>senza</strong> <strong>estate</strong>.


1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

Fig. 5 – Carta dell’Archivio Storico del Comune di Corciano. Archivio preunitario. Carteggio amministrativo, b<br />

96, Titolo 11 Sanità. Articolo 1 Affari Sanitari, 1816, Minutario delle lettere scritte dalla Congregazione Sanitaria<br />

di Corciano (1816, lug. 1 – 1816, ago. 14).<br />

Foto di <strong>Diana</strong> <strong>Dragoni</strong>.<br />

37


Archivio Storico del Comune di Corciano (ASCC)<br />

- Archivio preunitario, Carteggio amministrativo, b<br />

96, titolo 11, Sanità 1, Articolo 1, Cimiteri, <strong>1816.</strong><br />

Archivio Storico del Comune di Corciano<br />

(ASCC) - Archivio preunitario, Carteggio amministrativo,<br />

b 96, Titolo 11, Sanità 1, Articolo 1 - Affari<br />

Sanitari, 1816, “Minutario delle lettere scritte<br />

dalla Congregazione Sanitaria di Corciano” (1816,<br />

lug. 1 – 1816, ago. 14), cc. 6.<br />

Archivio Storico di Perugia (ASPg) - Archivio<br />

Storico del Comune di Perugia (ASCPg), Reg. Parr.,<br />

283, 285, 286, 287, 289, 292, 293, 296, 298, 300, 301,<br />

302, 305, 313, 314, 316, 317, 318, 320, 321, 322, 323,<br />

325, 330, 334, 336, 337, 340, 342, 344, 347, 348.<br />

ABRAMS L. J., “Expedition to Tambora”, in<br />

Arts & Sciences, Office of the Dean College of<br />

Arts & Sciences, University of North Carolina, Wilmington<br />

(NC), 2005-2006, pp. 9-11.<br />

BONAZZI L., Storia di Perugia, Unione Arti<br />

Grafiche, Città di Castello, 1959.<br />

BROOKS N., “Cultural responses to aridity in the<br />

Middle Holocene and increased social complexity”,<br />

in Quaternary International, 151, 2006, pp. 29–46.<br />

BROWN NEV, History and Climate Change: A<br />

Eurocentric Perspective, Routledge, London and<br />

New York, 2001.<br />

BUSSINI O. e MONTANARI G. E., “Le componenti<br />

naturali dell’evoluzione demografica <strong>nel</strong>la<br />

diocesi di Perugia dal 1730 al 1860: una ricostruzione<br />

attraverso l’approccio predittivo”, in Le Italie<br />

Demografiche. Saggi di demografia storica, Università<br />

degli Studi di Udine, 1995, pp. 207-237.<br />

CIALINI G., “Qualche dato sulla evoluzione<br />

della popolazione dell’Isola Maggiore dalla fine<br />

del XVI secolo ad oggi”, in ALIMENTI A. (a cura<br />

di), Centro di documentazione del Lago Trasimeno.<br />

Progetto generale e materiali di base, Regione<br />

dell’Umbria – Ufficio Beni e Attività Culturali, Perugia,<br />

1985, pp. 100-104.<br />

CREMASCHI M., PIZZI C. and VALSECCHI V.<br />

G., “Water management and land use in the terramare<br />

and a possible climatic co-factor in their<br />

abandonment: The case study of the terramare of<br />

Poviglio Santa Rosa (northern Italy)”, in Quaternary<br />

International, 151, 2006, pp. 87–98.<br />

38<br />

DIANA DRAGONI<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

DE GASPERI L., “Il regime pluviometrico a Perugia<br />

(1811-1930)”, in La Meteorologia Pratica,<br />

Anno XV, Num. 5, Tipografia Economica, Perugia,<br />

1934, pp. 3-12.<br />

DE GASPERI L., “La neve a Perugia dal 1811 al<br />

1930”, in La Meteorologia Pratica, Anno XIV,<br />

Num. 3, Tipografia Economica, Perugia, 1933, pp.<br />

1-4.<br />

DE GASPERI L., “Le grandinate a Perugia dal<br />

1811 al 1930”, in La Meteorologia Pratica, Anno<br />

XIV, Anno XIV, Num. 1, Tipografia Economica,<br />

Perugia, 1933, pp. 3-8.<br />

DEL PANTA L., Le epidemie <strong>nel</strong>la storia demografica<br />

italiana (secoli XIV-XIX), Loescher, Torino,<br />

1980.<br />

DEL VITA A., LOMBARDI E. C., MAGGINO F.,<br />

PARDINI E., ROCCHETTI A., STEFANIA G. e TESI<br />

G., “L’alta mortalità <strong>nel</strong> 1816-1817 e gli “inverni<br />

del vulcano”, in Bollettino di Demografia Storica,<br />

n. 29,. Società Italiana di Demografia Storica, Roma,<br />

1998, pp. 71-81.<br />

DIODATO N., “Ricostruzione storica di eventi<br />

naturali estremi a carattere idrometeorologico <strong>nel</strong><br />

Sannio beneventano dal medioevo al 1998”, in<br />

Bollettino Geofisico, Anno XXII, n. 3-4, Imprimitur,<br />

Padova, luglio-dicembre 1999, pp. 5-40.<br />

ESSEX C. and MCKITRICK R., Taken By Storm:<br />

The Troubled Science, Policy and Politics of Global<br />

Warming, Key Porter Books, 2003, p. 320.<br />

FAGAN B., The Little Ice Age. How climate<br />

made history. 1300-1850, Basik Books, New<br />

York, 2000.<br />

GAMBINI E., “Le Oscillazioni di Livello del Lago<br />

Trasimeno”, in Quaderni del Museo della Pesca<br />

del Lago Trasimeno, 2, 1995.<br />

GUERRIERI O., Perugia <strong>nel</strong>l’Ottocento, Editalia<br />

– Edizioni d’Italia, Roma, 1981, p.23.<br />

HOUGHTON J., Global Warming: The Complete<br />

Briefing, Cambridge University Press, 4 edition<br />

, April 27, 2009.<br />

ISSAR A., Climate Change: Environment and<br />

History of the Near East, Springer, June 28, 2007.


KUMAR R., NUNN PATRICK D., FIELD S. J.<br />

and DE BIRAN A., “Human responses to climate<br />

change around AD 1300: A case study of the Sigatoka<br />

Valley, Viti Levu Island, Fiji”, in Quaternary<br />

International, 151, 2006, pp. 133–143.<br />

LAMB H. H., Climate History and the Modern<br />

World, 2 ed., Routledge, London, New York, 1995.<br />

LEAN J., BEER J. and BRADLEY R., “Reconstruction<br />

of solar irradiance since 1610: Implications<br />

for climate change”, in Geophysical Research<br />

Letters, 22, 1995, pp. 3195-3198.<br />

LETI G. e TITTARELLI L., Le fonti per lo studio<br />

della popolazione della diocesi di Perugia dal XVI<br />

secolo al 1860, 3 vol., Tipografia Oderisi Editrice,<br />

Gubbio, 1976.<br />

LIVI BACCI M., La popolazione <strong>nel</strong>la storia<br />

d’Europa, Laterza, Bari, 1998.<br />

MARINI G., “Notizie storiche dal 1794 al 1833<br />

scritte dal Sac. Giambattista Marini”, Trascrizione di<br />

Mario Roncetti, in Bollettino della Deputazione di<br />

Storia patria per l’Umbria, vol. 57, Perugia, 1960.<br />

MASSARI C., Saggio storico-medico sulle pestilenze<br />

di Perugia e sul governo sanitario di esse dal<br />

secolo XIV fino ai giorni nostri, Tipografia Baduel<br />

= da Vincenzo Bartelli, Perugia, 1838.<br />

MICHAELS P. J., The Predictable Distortion of<br />

Global Warming by Scientists, Politicians, and the<br />

Media, Cato Institute, Washington, DC, 2005.<br />

MITCHELL B. R., European historical statistics:<br />

1750-1970, Macmillan Press, London, 1975.<br />

MONTANARI G, E. e BUSSINI O., “L’effetto dell’errore<br />

di campionamento sui risultati dell’inverse<br />

projection: Uno studio empirico”, in Bollettino di<br />

Demografia Storica, n. 24/25, Si.De.S. Società Italiana<br />

di Demografia Storica, Roma, 1996, pp. 131-144.<br />

1816: IMPATTO DELL’ANNO SENZA ESTATE NEL TERRITORIO PERUGINO<br />

NEWHALL C. G. and SELF S., “The volcanic<br />

explosivity index (VEI): An estimate of explosive<br />

magnitude for historical volcanism”, in Journal of<br />

Geophysical Research (87), 1982, pp.1231–1238.<br />

PALLUCCHI A., Feste al SS.mo Crocefisso di Bovara,<br />

Foligno, S. Carlo, 1892.<br />

PINNA S., “La “mazza da hockey” e le sue incongruenze<br />

con la storia del clima”, in Bollettino<br />

della Società Geografica Italiana, serie XII, Vol.<br />

XI, ottobre-dicembre 2006, pp.1017- 1026.<br />

REGNI M. (a cura di), Registri parrocchiali. Inventario,<br />

Archivio di Stato di Perugia, Perugia,<br />

1996.<br />

SINGER S. F. and IDSO C., Climate Change Reconsidered:<br />

The Report of the Nongovernmental<br />

International Pa<strong>nel</strong> on Climate Change (NIPCC),<br />

The Heartland Insitute, June 1, 2009.<br />

STOMMEL H. e STOMMEL E., “L’anno <strong>senza</strong><br />

<strong>estate</strong>”, in Le Scienze, n.132, pp. 94-100, Milano,<br />

1979.<br />

STOMMEL H. and STOMMEL E., Volcano<br />

Weather: The Story of 1816, the Year Without a<br />

Summer, Seven Seas Press, Newport, RI, 1983.<br />

TITTARELLI L., “Sulle crisi di mortalità in Perugia<br />

nei secoli XVII, XVIII e XIX”, in Quaderni dell’Istituto<br />

di Statistica dell’Università degli Studi di<br />

Perugia, n. 1, 1977, pp. 65-74.<br />

TRIGO R. M., VAQUERO J. M., ALCOFORADO<br />

M.-J., BARRIENDOS M., TABORDA J., GARC´IA-<br />

HERRERAG R., LUTERBACHERH J., “Iberia in<br />

1816, the year without a summer”, in International<br />

Journal of Climatology, Vol. 29, Royal Meteorological<br />

Society, 2009, pp. 99–115.<br />

39

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!