Vettori Virali
Vettori Virali
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<strong>Vettori</strong> <strong>Virali</strong><br />
5 classi di vettori virali sono attualmente in fase<br />
avanzata di sperimentazione per la terapia genica<br />
nell’uomo. Questi comprendono:<br />
1) Gammaretrovirus<br />
2) Lentivirus<br />
3) Adenovirus<br />
4) Il virus adenoassociato (AAV)<br />
5) Herpesvirus
Retroviruses<br />
Genoma a RNA dotati di envelope :<br />
Codificano per un enzima, la<br />
trascrittasi inversa (RT), che copia il genoma<br />
in una forma di cDNAds.<br />
Codificano anche per un enzima,<br />
la integrasi, che promuove l’integrazione nel<br />
DNA della cellula.
RETROVIRUS<br />
• virus con envelope<br />
• genoma di 9-11 Kb costituito da una molecola di<br />
ssRNA<br />
•alle sue estremita’ 5’ e 3’ sono presenti due sequenze<br />
identiche, LTR (LTR: long terminal repeat,<br />
comprendono promotore/enhancers)<br />
LTR gag pol env<br />
LTR<br />
•Ciascuna LTR e’ composta da 3 regioni U3 R e U5<br />
•La regione U3 al 5’ contiene il promotore del virus: la trascrizione avviene dal<br />
primo nt di R e procede fino a U5 al 3’<br />
•L’RNA trascritto funge da un lato da pre mRNA per la traduzione di tutte le<br />
proteine virali, dall’altro costituisce il genoma virale incapsidato nel virione.
Retrovirus<br />
Tra le due LTR sono presenti 3 geni essenziali per la<br />
replicazione del virus.<br />
•gag: codifica per le proteine del virus che si associano al<br />
genoma virale e sono indispensabili per l’assemblaggio del<br />
virione.<br />
• pol: codifica per i 3 enzimi che sono propri della famiglia<br />
dei Retrovirus: RT trascrittasi inversa, PR proteasi, IN<br />
integrasi<br />
• env: codifica per le proteine dell’envelope
1) Interazione di SU virale<br />
con recettore<br />
membrana plasmatica<br />
2) Fusione tra envelope e<br />
membrana cellulare<br />
3) Rimozione<br />
nucleocapside nel<br />
citosol<br />
4) RT retrotrascrive RNA<br />
a ds-cDNA<br />
5) PIC entra nel nucleo<br />
quando la cellula e’ in<br />
attiva divisione<br />
6) Integrazione mediata<br />
dall’enzima IN<br />
7) Viene trascritto dalla<br />
RNA polimerasi II<br />
cellulare in mRNA che<br />
rappresenta sia il<br />
genoma che il<br />
trascritto per le<br />
proteine<br />
8) Fuoriuscita nel citosol<br />
gli mRNA per gag pol<br />
ed env sono tradotti<br />
per generare delle<br />
poliproteine<br />
Retrovirus life cycle<br />
Complesso preintegrazione<br />
(PIC)<br />
9) l’assemblaggio del virione e’ stimolato da Gag che si lega al segnale di<br />
packaging ψ nell’mRNA virale.<br />
10)Env viene tradotta indipendentemente da gag e pol e matura in<br />
proteine che vengono esposte sulla membrana cellulare.
How could we exploit retroviruses as vectors?
vettori retrovirali REPLICAZIONE DEFICIENTI<br />
La maggior parte delle applicazioni dei vettori retrovirali richiedono<br />
che non vi sia replicazione del virus dopo l'infezione iniziale.<br />
A questo fine si possono sostituire parte o tutte le sequenze<br />
codificanti del retrovirus con quelle che si desidera trasferire: in<br />
questo modo il vettore stesso è incapace di produrre le proteine<br />
necessarie alla propria replicazione.<br />
Le funzioni richieste per l'infezione iniziale del vettore sono<br />
generalmente fornite da una linea cellulare detta "packaging", che<br />
consente la produzione di virus infettante ma incapace di replicarsi.<br />
Cruciale nel giudicare l’efficacia del sistema vettore/linea di<br />
packaging è la valutazione della frequenza con la quale si verifica la<br />
comparsa di revertanti replicazione competenti (RCR) nella<br />
popolazione di virus prodotto.
vettori retrovirali REPLICAZIONE DEFICIENTI<br />
I geni virali gag, pol ed env sono sostituiti con il cDNA del gene di interesse.<br />
Il vettore che si ottiene non è in grado di produrre le proteine virali necessarie per un altro ciclo di<br />
infezione (vettore difettivo nella replicazione).<br />
LTR gag pol env<br />
LTR<br />
LTR cDNA<br />
LTR<br />
LTR neo promoter cDNA LTR<br />
• Viene mantenuta la regione essenziale che comprende i due LTR e la sequenza di packaging<br />
(elementi-cis).<br />
• Promotore: virale o eucariotico<br />
• Marker di selezione (es. neomicina o -galattosidasi).<br />
• Dimensione max del transgene: 7.5 Kb.
Retroviral vector<br />
RETROVIRAL VECTOR ARE TYPICALLY<br />
SEPARATED IN 2 COMPONENTS:<br />
the packaging, that provides all the proteins required in<br />
trans for production of viral particles that do not contain<br />
viral RNA<br />
the retroviral vector itself (in cis sequences), that carries<br />
the gene of interest (therapeutic gene)
Cellule di packaging<br />
La prima linea fu ottenuta trasfettando permanentemente cellule NIH 3T3 con un retrovirus MLV privato di<br />
. La linea cellulare ottenuta complementa costrutti privi di gag, pol e env, ma i titoli ottenuti sono bassi e<br />
la frequenza di ricombinazione con produzione di revertanti replicazione competenti (RCR) è troppo<br />
elevata.<br />
Per ridurre ulteriormente le possibilità di ricombinazione le proteine gag e pol sono state espresse su un<br />
plasmide diverso da quello esprimente env (“split genome”), e non più sotto il controllo di LTR.
Retroviral vector<br />
Gammaretrovirus<br />
Transcript--syntesized by RNA pol II<br />
CAP PBS SD SA<br />
Gag Pol Env<br />
U3 R U5<br />
U3 R U5<br />
<br />
CAP PBS SD SA<br />
LTR driven vector<br />
AAAAAA<br />
U3 R U5<br />
cDNA U3 R U5<br />
P<br />
<br />
Gag Pol<br />
Env<br />
P T<br />
T<br />
AAAAAA
PACKAGING<br />
FUNCTIONS<br />
(“trans”)<br />
env<br />
RETROVIRAL VECTOR-BASED SYSTEM<br />
gag-pro-pol<br />
Trans-acting element<br />
viral proteins<br />
“Packaging cell”<br />
Vector particle
PACKAGING<br />
FUNCTIONS<br />
(“trans”)<br />
<br />
env<br />
gag-pro-pol<br />
Therapeutic gene<br />
RETROVIRAL VECTOR-BASED SYSTEM<br />
VECTOR<br />
(“cis”)<br />
Trans-and cis-acting elements<br />
Vector RNA<br />
+<br />
viral proteins<br />
“Packaging cell”<br />
Vector particle<br />
<br />
<br />
infection but no replication!
PSEUDOTYPING<br />
Ogni retrovirus è in grado di infettare un particolare tipo cellulare<br />
grazie all’espressione di specifiche proteine codificate dai geni<br />
env.<br />
Si sfrutta la capacità di un retrovirus di incorporare le proteine env<br />
di un altro retrovirus: modificando i geni env è possibile modificare<br />
il tropismo virale e/o aumentare il titolo del vettore.<br />
Le proteine env endogene o eterologhe vengono fornite in trans ad<br />
un retrovirus difettivo per la replicazione.<br />
La pseudotipizzazione piu’ efficiente e’ conferita dalle proprieta’<br />
della proteina G, presente sull’envelope del virus della stomatite<br />
vesicicolare (VSV-G). Si lega ai fosfolipidi presenti virutalmente<br />
sulla membrana di tutti i tipi cellulari e innesca un meccanismo di<br />
endocitosi.
Phenotypic mixing
Limitazioni all’uso dei gammaretrovirus<br />
1) Devono infettare cellule in attiva replicazione;<br />
2) Vi e’ un progressivo spegnimento dell’espressione del<br />
gene veicolato per metilazione del promotore;<br />
3) Possibile inattivazione di un oncosopressore o<br />
attivazione di un oncogene dovuta alla integrazione<br />
random
<strong>Vettori</strong> basati sui Lentivirus<br />
La maggior parte delle cellule del nostro organismo e’ in<br />
uno stato di quiescienza replicativa.<br />
I vettori basati sui lentivirus hanno la capacita’ di infettare<br />
le cellule in uno stato non replicativo.<br />
Questa proprieta’ e’ legata alla specifica capacita’ del<br />
complesso di pre-integrazione (PIC, formato da IN, Vpr, e<br />
MA) dei lentivirus di attraversare I pori nucleari ed avere<br />
accesso al genoma dell’ospite.
HIV genome<br />
Il lentivirus da cui sono stati generati la maggior parte dei vettori finora disponibili e’ stato<br />
HIV-1<br />
Rispetto ai retrovirus, HIV-1 presenta in aggiunta a gag, pol, ed env, una serie di geni<br />
addizionali che vengono definiti “geni accessori”, fondamentali per una serie di funzioni.<br />
HIV-1 presenta 6 geni accessori: tat, rev, nef, vpr, vpu e vif che sono coinvolti in vari aspetti<br />
del ciclo replicativo. Tutti questi geni codificano proteine che agiscono in<br />
trans, regolando l’espressione di altri geni virali.<br />
LTR Gag<br />
Vif<br />
Rev<br />
Tat<br />
LTR<br />
Pol<br />
Env Nef<br />
Vpr Vpu
<strong>Vettori</strong> basati sui Lentivirus<br />
• I primi vettori lentivirali basati su HIV-1 sono stati sviluppati allo<br />
scopo principale di studiare diversi aspetti del ciclo replicativo del<br />
lentivirus. Sono stati infatti messi a punto sistemi<br />
– per la quantificazione dell’infezione virale<br />
– per saggiare l’attività antivirale di diversi composti<br />
– per studiare le funzioni di HIV-1 necessarie per la<br />
penetrazione all’interno della cellula.<br />
• I primi sistemi lentivirali prevedevano l’uso di due diversi costrutti:<br />
– un costrutto per l’espressione del transgene e di tutte le proteine<br />
virali regolatorie e strutturali, ad eccezione dell’envelope<br />
– un altro costrutto esprimente l’envelope di HIV-1.<br />
• La presenza di tutti gli elementi virali trans-attivanti rendeva il vettore<br />
competente per la replicazione e quindi poco sicuro per applicazioni di<br />
terapia genica.
<strong>Vettori</strong> lentivirali di prima generazione<br />
• Nel corso degli anni, quindi, è stato sviluppato un sistema di<br />
vettori lentivirali basati su HIV-1 di prima generazione, più simile<br />
come struttura a quello oncoretrovirale, separando la componente di<br />
packaging in due plasmidi:<br />
– uno esprimente i geni gag, pol, vif e tat<br />
– l’altro esprimente rev ed env<br />
• Il vettore HIV-1 conteneva gli elementi necessari in cis ed il<br />
transgene.<br />
• La sicurezza di tali sistemi è stata migliorata, in quanto la<br />
componente di packaging è stata privata della sequenza di<br />
incapsidazione per impedire la sua incorporazione nella particella<br />
virale.<br />
• Inoltre, le LTR in posizione 5’ e 3’ sono state sostituite,<br />
rispettivamente con il promotore precocissimo (immediate-early, IE)<br />
del Cytomegalovirus umano (HCMV) e con segnali di<br />
poliadenilazione del Virus Vacuolante della Scimmia (SV40).
<strong>Vettori</strong> lentivirali di seconda generazione<br />
• Il passo successivo è stato quello di eliminare i geni accessori<br />
vif, vpr, vpu, nef dal sistema di packaging senza influenzare<br />
negativamente l’efficienza di trasduzione.<br />
• Tale sistema di espressione è stato definito di seconda<br />
generazione.<br />
• Infine, l’eliminazione del gene tat dalla componente di<br />
packaging è stata raggiunta sviluppando componenti vettoriali<br />
con LTR chimeriche all’estremità 5’, costituite da sequenze<br />
promotrici (o enhancer) derivate dal promotore di HCMV o da<br />
quello del Virus del Sarcoma di Rous (RSV) nella regione U3
HIV-BASED LENTIVIRAL VECTOR SYSTEM
<strong>Vettori</strong> lentivirali self-inactivating (SIN)<br />
• Un ulteriore progresso dal punto di vista della biosicurezza è stato<br />
raggiunto più recentemente eliminando gli elementi trascrizionali di<br />
HIV nel vettore, generando i cosiddetti vettori self-inactivating (SIN).<br />
• La “self-inattivazione” si basa su una delezione a livello della regione<br />
U3 della 3’ LTR (regione enhancer/promoter) del DNA utilizzato per la<br />
produzione del vettore a RNA. Durante la retrotrascrizione, poiché<br />
entrambe le regioni U3 del provirus integrato si generano a partire<br />
dalla estremità 3’ del genoma virale, la delezione in U3 viene trasferita<br />
alla LTR in posizione 5’ del DNA provirale.<br />
• Quindi, i vettori SIN presentano entrambe le LTR inattive, essendo<br />
prive della regione enhancer/promoter. Questo sistema permette<br />
l’espressione del solo transgene, grazie alla presenza di un promotore<br />
interno.
Provirus<br />
DNA<br />
DNA<br />
RNAs<br />
DNA<br />
RNA<br />
Self-inactivating (SIN) vector<br />
5’LTR<br />
U3 R U5<br />
U3<br />
R U5<br />
P X<br />
P X<br />
Reverse transcription<br />
P X<br />
No viral transcript<br />
3’LTR<br />
U3 R U5<br />
Poly (A)<br />
site<br />
Delete 3’LTR,<br />
enhancers, promoter<br />
AAA
<strong>Vettori</strong> di terza generazione<br />
La produzione dei vettori richede la trasfezione delle cellule produttrici con 4<br />
plasmidi:<br />
1)Il primo corrisponde al vettore virale, ottenuto con tecnologia SIN;<br />
2)Il secondo utilizzato nel packaging contiene esclusivamente geni gag e pol<br />
3)Rev e’ fornito da un terzo plasmide, Rev e’ indispensabile in quanto nella cellula di<br />
packaging legandosi a RRE nell’RNA del plasmide, consente il trasporto dei<br />
messaggeri nel citoplasma.<br />
4)Il quarto plasmide codifica per VSV-G<br />
QUESTO SISTEMA DI PRODUZIONE NECESSITA SOLO DI 3 DEI 9 GENI DI<br />
HIV-1 ED OFFRE PERTANTO UN PROFILO DI SICUREZZA<br />
NOTEVOLMENTE MIGLIORATO.
LENTIVIRUS<br />
Vantaggi<br />
• Possono essere somministrati in vivo<br />
• Non sono inattivati dal complemento<br />
• Infettano sia cellule in divisione che quiescenti<br />
• I transgeni possono essere espressi per tutta la vita dell’ospite<br />
• Integrazione del materiale genetico recato dal vettore nel genoma<br />
delle cellule bersaglio<br />
Svantaggi<br />
• Potenziale oncogeno perché si integrano nel genoma dell’ospite in<br />
molteplici siti<br />
• Possono provocare malattia nell’uomo<br />
• Sono difficili da coltivare
Adenoviral vectors
ADENOVIRUS<br />
• virus senza envelope, struttura icosaedrica regolare<br />
• genoma di 36 Kb costituito da una molecola di DNAds<br />
• il genoma è fiancheggiato da sequenze ITR (inverted<br />
terminal repeats) che servono come origine di replicazione<br />
• dopo l’infezione il virus entra nel nucleo della cellula ospite<br />
e viene replicato<br />
• non si integra nel genoma dell’ospite (resta episomale)<br />
• infetta sia cellule in divisione che non in divisione<br />
• dotato di ampio tropismo
Struttura degli adenovirus<br />
• virus senza envelope<br />
• capside a simmetria icosaedrica<br />
• diametro di 60-100 nm
capside costituito da 252 proteine<br />
(capsomeri) di cui 240 esoni e 12 pentoni<br />
core contiene almeno 4 proteine<br />
(TP, V , VII , Mu)<br />
ESONI: Determinanti antigenici<br />
PENTONI: Attività tossina-simile<br />
FIBRE:<br />
mediano il riconoscimento dei<br />
recettori sulla superficie delle<br />
cellule permissive (CAR,<br />
integrine); sono responsabili<br />
dell’emoagglutinazione
CICLO VITALE DI ADENOVIRUS<br />
ADESIONE E ASSORBIMENTO<br />
CAR è una proteina di adesione che è espressa ad alti livelli in:<br />
- fegato, rene, cuore, cervello, pancreas, colon, prostata, endotelio<br />
CAR non è espressa in:<br />
- linfociti periferici, milza, muscolo scheletrico, e fibroblasti<br />
Adenovirus del gruppo B riconoscono un recettore diverso dal CAR<br />
Alcuni tumori in stadio avanzato perdono l’espressione del CAR<br />
(pseudotipizzazione di vettori basati su genoma di adenovirus)
Organizzazione del genoma di AV<br />
Il genoma contiene:<br />
1)5 unita’ trascrizionali precoci, attivate immediatamente dopo l’infezione della<br />
cellula (E1A, E1B, E2, E3 e E4)<br />
2)2 unita’ trascrizionali precoci tardive (IX e IVa2)<br />
3)Una unita’ trascrizionale maggiore tardiva (major late, ML), che e’ processata<br />
per generare 5 famiglie di mRNA tardivi mediante processamento posttrascrizionale<br />
(da L1 a L5)<br />
Tutte queste unita’<br />
trascrizionali sono<br />
trascritte dall’RNA<br />
polimerasi II.
Il ciclo infettivo degli adenovirus<br />
• Avviene solo in cellule permissive e si divide in due fasi:<br />
La prima, o fase early, comprende l’entrata del virus nella<br />
cellula ospite e il passaggio del genoma virale nel nucleo, in<br />
seguito vengono espressi selettivamente i geni precoci. Gli eventi<br />
early modulano il metabolismo cellulare per favorire la<br />
produzione di nuovo DNA virale e l’espressione dei geni late.<br />
La seconda fase, dopo la trascrizione e la traduzione dei geni<br />
tardivi, è caratterizzata dall’assemblaggio nel nucleo cellulare di<br />
proteine strutturali e dalla maturazione di nuovi virioni.<br />
• La fase early in cellule competenti dura circa 6-8 ore, mentre la<br />
fase tardiva è generalmente più rapida: circa 4 – 6 ore.
Il ciclo infettivo degli adenovirus<br />
• Dopo l’iniziale interazione del virus con il recettore, l’entrata<br />
avviene attraverso un processo di endocitosi mediato da<br />
clatrina<br />
•Gli adenovirus hanno sviluppato un sistema per rompere e per<br />
sfuggire dall’endosoma prima che questo acidifichi troppo<br />
entrando nel citoplasma della cellula ospite.<br />
• Alcune proteasi codificate dal virus distruggono parte del<br />
capside virale mentre la parte rimanente del virus viene<br />
trasportata alla membrana nucleare attraverso il sistema di<br />
microtubuli della cellula e il genoma virale entra attraverso i pori<br />
nucleari.<br />
• A seguito di questo evento, hanno inizio la replicazione del<br />
materiale genetico e i primi eventi trascrizionali.
Il ciclo infettivo degli adenovirus<br />
• I geni sono trascritti su entrambi i filamenti e sono soggetti a<br />
numerosi eventi di splicing.<br />
• Le regioni early trascritte sono E1, E2, E3, E4; i prodotti genici<br />
di E1 sono suddivisi in E1A e E1B. Il prodotto genico di E1A è un<br />
fattore di regolazione trascrizionale necessario per dar inizio alla<br />
trascrizione degli altri geni early.<br />
• Il promotore MLP guida la trascrizione dei geni late (da L1 a L5);<br />
i geni tardivi codificano proteine strutturali.<br />
• La traduzione dei geni strutturali e l’assemblaggio delle<br />
particelle virali avviene nel citoplasma e la loro formazione<br />
comporta la lisi della cellula, in quanto, la gemmazione è un<br />
evento compatibile solo per un numero limitato di virioni.<br />
• Per ogni cellula infettata vengono prodotte circa 10.000<br />
particelle virali.
FASI del CICLO VITALE DI ADENOVIRUS<br />
- Avviene soltanto nel nucleo delle cellule permissive (cellule di origine<br />
epiteliale) , il ciclo ha una durata di circa 32-36 ore (ciclo litico)<br />
- Un unico ciclo di replicazione è in grado di sintetizzare<br />
10.000 virioni per cellula infettata;<br />
1° fase<br />
2° fase
Geni di adenovirus<br />
• E1A: coinvolto nell’attivazione della trascrizione e nella promozione<br />
dell’entrata della cellula ospite in fase S (lega Rb inducendo il rilascio<br />
del fattore di trascrizione E2F)<br />
• E1B: blocca azione di p53, evitando entrata della cellula in apoptosi<br />
• E2: codifica per 3 proteine coinvolte nella replicazione del DNA e<br />
nella modulazione della trascrizione (DNA-pol; proteina terminale e<br />
DNA-binding protein)<br />
• E3: modula la risposta immunitaria<br />
• E4: regola la trascrizione, la transizione dell’espressione da early a<br />
late gene, la replicazione virale e l’assemblaggio dei virioni<br />
• L1-5: coinvolti nella produzione e nell’assemblaggio delle proteine<br />
del capside
Proprietà generali dei vettori adenovirali<br />
•I vettori AdV sono in grado di infettare una grande varietà di<br />
cellule mitotiche e post-mitotiche anche di tessuti con un<br />
elevato grado di differenziamento, come il muscolo scheletrico, i<br />
polmoni, il cervello e il cuore.<br />
• I sierotipi comunemente usati per la costruzione dei vettori<br />
ricombinanti sono il 2 e il 5. Questi sierotipi sono molto comuni<br />
nell’uomo e sono oggi ben caratterizzati.<br />
• La presenza di una immunità preesistente nei confronti dei<br />
sierotipi più comuni riduce però l’efficienza della<br />
somministrazione del vettore e dellespressione del gene<br />
terapeutico. Per questo motivo sono stati studiati anche altri<br />
sierotipi meno comuni o adenovirus non umani.
Proprietà dei vettori adenovirali - vantaggi<br />
• I vettori adenovirali sono un valido veicolo per il trasferimento<br />
genico proprio per la loro scarsa patogenicità nell’uomo.<br />
• Possono essere prodotti ad alto titolo (nell’ordine di 10 11<br />
Vp/ml) e la produzione e la purificazione in larga scala sono<br />
relativamente facili.<br />
• Gli adenovirus wild type possono incorporare solo 2 kb di DNA<br />
estraneo senza modificare la loro stabilità e la loro infettività ma<br />
nei vettori “gutless” si possono introdurre fino a 37 kb di<br />
materiale genetico estraneo sotto il controllo di promotori<br />
eterologhi.<br />
• Il loro genoma si integra raramente nei cromosomi dell’ospite<br />
ma rimane come epicromosoma nel nucleo cellulare: questo<br />
implica un’espressione transiente del gene terapeutico..
Tecniche per la costruzione di vettori<br />
adenovirali ricombinanti<br />
• Esistono molti metodi di manipolazione del genoma virale<br />
per la produzione di vettori. Quelli proposti per la terapia<br />
genica sono divisi in tre classi:<br />
prima generazione<br />
seconda generazione<br />
terza generazione o vettori “gutless”.<br />
• I più usati in clinica sono stati finora i vettori di seconda<br />
generazione. Sono costruiti con eliminazione delle cassette<br />
geniche E1, E2, E3 e E4 per minimizzare la possibilità di<br />
generare un adenovirus competente per la replicazione.
<strong>Vettori</strong> adenovirali di prima generazione<br />
• Sono costruiti con la sostituzione delle cassette di espressione<br />
delle regioni E1 e/o E3.<br />
• La regione E1, codifica proteine necessarie per l’espressione di altri<br />
geni early e dei geni late. Sono state fatte diverse rimozioni di questa<br />
regione con un massimo La regione E1 è necessaria per la crescita virale<br />
e viene fornita in trans da specifiche linee cellulari come 293, che<br />
hanno la sequenza E1 incorporata stabilmente nel genoma.<br />
• La regione E3 codifica prodotti genici antiapoptotici e inibisce<br />
l’espressione di MHC; questi prodotti genici non sono essenziali per la<br />
replicazione del virus in vitro e la complementazione nelle cellule di<br />
packaging non è necessaria. Tuttavia, in alcune applicazioni, è richiesta<br />
l’espressione dei prodotti di E3 per facilitare il rilascio delle particelle<br />
virali dalle cellule infettate, ridurre la produzione di linfociti T citotossici<br />
diretti contro il vettore e incrementare così la persistenza di espressione<br />
del transgene.<br />
•Gli adenovirus che mancano della regione E1 possono accettare<br />
inserzioni di DNA esogeno fino a 5,1 kb, mentre quelli senza E1/E3 sino<br />
a 8,2 kb.
E1A E1B<br />
E3<br />
Therapeutic<br />
Transgene<br />
(~ 5- 8 Kb)<br />
L1 L2 L3 L4<br />
L5<br />
36 Kbp DNA Ad Genome<br />
E2B<br />
E2A E4<br />
Early Generation Adenoviral Vector<br />
replication defective
<strong>Vettori</strong> adenovirali di seconda generazione<br />
• I vettori di prima generazione producono in vivo una immediata<br />
risposta immunitaria molto efficiente, causata dall’espressione dei<br />
geni virali; inoltre esiste il rischio di ricombinazione che porta al<br />
ripristino della forma replicante del virus.<br />
• Sono stati sviluppati, per questo, i vettori di seconda generazione con<br />
un’ulteriore eliminazione di geni necessari per la replicazione virale. La<br />
rimozione riguarda le regioni E4 oppure E2 (oltre a E1 e E3).<br />
• Sono state costruite linee cellulari che forniscono in trans E2A,<br />
codificante per una proteina terminale (TP) e per la DNA-polimerasi virale.<br />
Può essere eliminato dal vettore e fornito in trans anche il gene E4, che<br />
modula l’attività di trascrizione del virus e inibisce la sintesi proteica<br />
dell’ospite.<br />
•La rimozione del gene E4 porta alla riduzione dell’attività delle cellule T<br />
helper e delle cellule B contro il vettore, ma è stato anche mostrato come i<br />
vettori privi di E4 diano una bassa espressione del transgene.
L1 L2 L3 L4<br />
L5<br />
E1A E1B<br />
E3<br />
E2B<br />
Therapeutic<br />
Transgene<br />
(~ 14 Kb)<br />
E2A E4<br />
Second Generation Adenoviral Vector<br />
replication defective
<strong>Vettori</strong> adenovirali di terza generazione<br />
• I vettori di terza generazione, detti anche “gutless vectors”,<br />
mancano di tutti i geni virali e mantengono solo le regioni ITRs e le<br />
sequenze di packaging Ψ.<br />
• Per la loro propagazione questi vettori hanno bisogno di un sistema<br />
di complementazione che comprende sia il virus helper che linee<br />
cellulari che esprimono stabilmente E1.<br />
• Il virus helper deve contenere tutti i geni richiesti per la replicazione<br />
ed essere difettivo per la sequenza di packaging per evitare l’entrata di<br />
geni virali nel capside dei virioni.<br />
• Il vettore contiene invece solo le sequenze ITRs, il gene terapeutico e<br />
il dominio Ψ che permette a queste sequenze di entrare nel capside<br />
selettivamente e di essere rilasciato dalle cellule.<br />
• I vantaggi di questi vettori sono lo spazio reso disponibile per<br />
l’inserimento dei geni terapeutici e la riduzione delle probabilità di<br />
eventi di ricombinazione che portino al ripristino di una forma<br />
replicativa del vettore.
L1 L2 L3 L4<br />
L5<br />
E1A E1B<br />
E3<br />
ITR<br />
E2B<br />
Therapeutic<br />
Transgene<br />
ITR<br />
Stuffer DNA<br />
Stuffer DNA<br />
E2A E4<br />
Latest Generation Adenoviral Vector<br />
“Gutless”; Helper-dependent; Minimal Ad
Rappresentazione schematica dei vettori adenovirali di prima,<br />
seconda e terza generazione
PRODUZIONE DI VETTORI GUTLESS<br />
1. Vettore virale: contiene solo sequenze ITRs e + la cassetta di<br />
espressione del trangene<br />
2. Cellule di packaging (293): esprimono gene E1<br />
3. Virus Helper: E1-deleto, privo di sequenza . Fornisce elementi strutturali
PROPRIETA’ dei vettori adenovirali di prima,seconda e<br />
terza generazione<br />
Generazione<br />
Prima<br />
Seconda<br />
Terza<br />
(dipendenti da<br />
vettori helper)<br />
Delezioni<br />
genomiche<br />
E1<br />
E1, E3<br />
E1, E2a,<br />
E2b, E3<br />
E1, E3, E4<br />
Tutte le<br />
regioni<br />
codificanti<br />
Capacità<br />
di<br />
clonaggio<br />
4 Kb<br />
8 Kb<br />
8-13 Kb<br />
10 Kb<br />
37 Kb<br />
Principali vantaggi<br />
Facile da produrre<br />
Ridotte immunogenicità e<br />
tossicità<br />
Aumentata espressione dei<br />
transgeni (dipende dal vettore)<br />
Ampia capacità di clonaggio<br />
Ridotte immunogenicità e<br />
tossicità<br />
Aumentata espressione dei<br />
transgeni (dipende dal vettore)
Vantaggi<br />
• Sicuri (non integrano nel genoma)<br />
• Facilmente manipolabili<br />
• Stabili<br />
• Si ottengono alti titoli<br />
• Ampio trofismo<br />
• Infettano anche cellule quiescenti<br />
• Possono veicolare inserti di grosse dimensioni (36Kb)<br />
Svantaggi<br />
VETTORI ADENOVIRALI<br />
• Espressione transiente<br />
• Alta risposta immunitaria
AdEasy Vector System per la produzione rapida di vettori<br />
adenovirali ricombinanti<br />
• Il sistema AdEasy Vector è stato sviluppato nel 1998 da He et al. per produrre<br />
in modo rapido e semplice vettori adenovirali ricombinanti.<br />
• La costruzione dell’adenovirus è condotta in due passaggi:<br />
– 1) prima la cassetta di espressione è assemblata in un vettore di<br />
trasferimento<br />
– 2) successivamente, attraverso ricombinazione omologa, inserita nel genoma<br />
adenovirale. L’ultima fase per la produzione del virus avviene nelle cellule HEK<br />
293.<br />
• L’inserimento del DNA, che sfrutta la ricombinazione omologa, è il sistema più<br />
efficace per introdurre un gene in un adenovirus per due ragioni:<br />
– (i) il DNA adenovirale è una molecola molta lunga e lineare che contiene siti<br />
per molti enzimi di restrizione;<br />
– (ii) il genoma è troppo grande (36 kb) per poter essere facilmente manipolato.
AdEasy Vector System per la produzione<br />
rapida di vettori adenovirali ricombinanti<br />
• La ricombinazione omologa però un evento raro, quindi, si sono<br />
sviluppate diverse tecniche per la costruzione del vettore ricombinante.<br />
• In particolare, il sistema AdEasy sfrutta una molecola di DNA<br />
adenovirale circolare per generare il virus. Il DNA adenovirale circolare<br />
contiene la resistenza ad un antibiotico (ampicillina o kanamicina) e<br />
un’origine di replicazione batterica al posto della regione E1 che<br />
consente allo stesso di replicarsi come plasmide in E. coli.<br />
• Questi vettori sono stati modificati per aumentare le dimensioni del<br />
loro genoma fino a circa 40 kb e sono stati privati del segnale di<br />
packaging così da non poter entrare nei virioni.<br />
• Il gene di interesse viene clonato in un piccolo plasmide contenente<br />
parte del genoma adenovirale. Il plasmide ottenuto viene linearizzato e<br />
co-trasfettato con Ad circolare nelle cellule helper. Tra le due molecole<br />
di DNA avviene la ricombinazione e si creano genomi in grado di<br />
replicarsi e di entrare nel capside, generando virus ricombinanti.
Protocollo dell’AdEasy Vector System (1)<br />
• Il protocollo prevede il clonaggio del cDNA del gene terapeutico<br />
all’interno del sito di multi clonaggio (MCS) del vettore di trasferimento<br />
pShuttle-CMV contenente il gene per la resistenza alla kanamicina.<br />
• La presenza del promotore eterologo di CMV (citomegalovirus) assicura<br />
un’alta efficienza di espressione nelle cellule di mammifero.<br />
• Il risultante plasmide viene linearizzato con l’enzima di restrizione Pme<br />
I e co-trasformato nel ceppo BJ5183 di E. coli, altamente competente, con<br />
pAdEasy-1, un plasmide di 33,4 kb contenente il DNA adenovirale del<br />
sierotipo 5.<br />
• Il pAdEasy-1 è privo delle regioni E1 e E3; le funzioni in E1 sono<br />
complementate dalle cellule HEK 293, di rene umano.<br />
• I ricombinanti corretti, con la cassetta per il gene terapeutico inserita<br />
nella regione E1 del genoma adenovirale, sono selezionati per la loro<br />
resistenza alla kanamicina e analizzati grazie a tagli di restrizione.
Protocollo dell’AdEasy Vector System (2)<br />
• Il costrutto ricombinante adenovirale viene tagliato<br />
dall’enzima di restrizione Pac I per esporre le sequenza ITRs<br />
(inverted terminal repeats) e trasfettato nelle cellule 293 per<br />
produrre le particelle virali.<br />
• Dopo la ricombinazione si deve controllare la presenza del<br />
gene terapeutico nel plasmide virale e selezionare solo i<br />
ricombinanti corretti.<br />
• Inoltre si deve amplificare trasformando le cellule batteriche<br />
DH5α. Il ceppo DH5α di E. coli, al contrario di quello BJ5183,<br />
non è molto efficiente per la ricombinazione ed è utilizzato per la<br />
preservazione e l’amplificazione del DNA ricombinante virale dato<br />
che l’intero genoma dell’AdEasy non è stabile nel DNA del ceppo<br />
BJ5183 ed è sottoposto a rapida degradazione e riarrangiamenti.<br />
• Una volta prodotto, il virus viene titolato con diversi metodi<br />
prima dell’utilizzo.
Sistema AdEasy<br />
- facile inserimento del<br />
gene terapeutico<br />
- rapida selezione dei<br />
ricombinanti (resistenza<br />
alla kanamicina)<br />
- maggior stabilità del<br />
genoma adenovirale
AdEasy Vector System - Vantaggi<br />
• Rispetto ai metodi tradizionali, il tempo necessario per la<br />
produzione di vettori adenovirali ricombinanti con il sistema<br />
AdEasy è più breve.<br />
• Oltre ai vantaggi nel clonaggio del gene terapeutico in modo<br />
indiretto nel genoma adenovirale, il sistema permette di<br />
risparmiare tempo nella selezione del vettore adenovirale<br />
ricombinante direttamente nelle cellule batteriche.
Produzione in cellule HEK 293<br />
Trasfezione mediante lipofectamina DNA Ad5 ricombinante in<br />
cellule HEK293<br />
↓<br />
Si raccoglie sovranatante e lisato cellulare (I AVS)<br />
↓<br />
Trasduzione di nuove cellule HEK 293<br />
↓<br />
Si raccoglie sovranatante e lisato cellulare (II AVS)<br />
↓<br />
... (4. passaggi)
Placche di lisi in cellule HEK 293<br />
MOI 100<br />
MOI 10<br />
CPE in HEK 293 trasdotte con Ad-CMV-HSV-TK30 MOI 10,100
Purificazione di vettori ricombinanti<br />
Gradiente di CsCl
A<br />
Misurazione del titolo virale<br />
Risultati TCID 50<br />
Micropiastre per la valutazione di TCID 50 colorate con cristal violetto.<br />
A) Micropiastra di HEK 293 infettate con Ad-CMV-HSV-TK wt<br />
B) cellule HEK 293 infettate con diverse diluizioni di Ad-CMV-mIL12.<br />
B
Virus adeno-associati (AAV)<br />
INTRODUZIONE<br />
• I virus adeno-associati sono parvovirus non patogeni per l’uomo<br />
• Per completare il loro ciclo vitale, dipendono da alcune proteine derivate<br />
da altri virus (virus helper), soprattutto adenovirus ma anche virus<br />
erpetici<br />
• Diversamente dagli adenovirus, gli AAV possono integrarsi nel genoma<br />
della cellula ospite in maniera sito-specifica.<br />
• Uno svantaggio dell’impiego di AAV è la difficoltà di ottenere<br />
preparazioni di AAV pure al 100% ossia prive di contaminazioni da virus<br />
helper e da virus competente per la replicazione.<br />
• Altro limite è dato dalla possibilità di inserire solo piccole quantità di<br />
DNA eterologo (fino a 4.5 kb), dopo delezione dei due geni virali rep e cap.<br />
Ma l’eliminazione del gene rep, fa perdere al vettore la capacità di<br />
integrarsi in maniera sito-specifica.
Parvovirus: caratteristiche generali<br />
Identificati solo nel 1960, sono virus molto piccoli e semplici.<br />
La famiglia dei Parvoviridae contiene 6 generi suddivisi all’interno di 2<br />
sottofamiglie:<br />
Parvovirus<br />
Erythrovirus<br />
Dependovirus<br />
Densovirus<br />
Iteravirus<br />
Contravirus<br />
Parvovirinae:<br />
Mice minute virus<br />
B19 virus<br />
Adeno - associated virus 2<br />
Densovirinae:<br />
Junonia coenia densovirus<br />
Bombyx mori densovirus<br />
Aedes aegypti densovirus<br />
Vertebrati<br />
Vertebrati<br />
Vertebrati<br />
Invertebrati<br />
Invertebrati<br />
Invertebrati<br />
Esistono sierotipi diversi sia per caratteristiche strutturali sia funzionali,<br />
hanno inoltre differenti tropismi cellulari (es. alcuni sierotipi non infettano il<br />
muscolo scheletrico)<br />
Possono essere suddivisi in due gruppi fondamentali:<br />
virus difettivi, dipendono da un virus helper per la replicazione (es AAV2)<br />
virus autonomi, competenti per la replicazione.
Parvovirus:<br />
MORFOLOGIA<br />
Formati da particelle icosaedriche, senza envelope, e costituiti soltanto<br />
da proteine (50%), e DNA (50%)<br />
3 proteine di rivestimento (capside): VP1, VP2 e VP3<br />
2 proteine non strutturali: NS1, NS2.<br />
Parvovirus Erithrovirus Dependovirus<br />
(virus B19) (adeno associated virus
VIRUS ADENO-ASSOCIATI (AAVs)<br />
• virus a DNAss, con polarità + o –<br />
• capside icosaedrico<br />
• no envelope<br />
• genoma fiancheggiato da sequenze ITRs, che<br />
contengono la sequenza di packaging<br />
• solo due tipi di geni: cap (proteine del capside)<br />
rep (proteine necessarie per la<br />
replicazione e l’integrazione)<br />
• per replicare necessita della presenza di un adenovirus o di un herpes<br />
simplex virus (virus helper)<br />
• in assenza di AdV o HSV, i virus AAV si integrano stabilmente nel genoma<br />
della cellula ospite con un’alta frequenza, in una regione precisa del<br />
cromosoma 19 (19q 13,3q-ter)<br />
• una successiva superinfezione con AV o HSV attiva la replicazione del virus<br />
integrato
Parvovirus:<br />
GENOMA e REPLICAZIONE<br />
• Genoma è una catena di ssDNA<br />
• La replicazione dei virus autonomi avviene nel nucleo della cellula in fase S,<br />
suggerendo il coinvolgimento della DNA polimerasi cellulare nel processo<br />
• Il pretrattamento con vari agenti tossici (radiazioni UV, cicloesamide, agenti<br />
carcinogeni chimici) possono sostituire la coinfezione con virus helper per la<br />
replicazione degli AAV difettivi<br />
Strutture a forcina in 5’e 3’che fungono da<br />
primer per la replicazione del genoma virale<br />
NS<br />
Trascrizione e traduzione del genoma dei parvovirus
Genoma di AAV<br />
• Il genoma di AAV codifica 2 proteine:<br />
– Rep: non strutturale, regola la replicazione virale<br />
– Cap: elementi strutturali capsidici
• Rep<br />
– Rep68 + Rep78: regolano la<br />
trascrizione virale e dirigono<br />
l’inserzione del genoma virale<br />
nel cromosoma 19.<br />
– Rep52 + Rep40: regolano la<br />
formazione del ssDNA<br />
(genoma virale)<br />
Le proteine di AAV<br />
• Cap<br />
– Vp1, Vp2, Vp3<br />
– Tutte necessarie per la<br />
formazione del capside
Prime fasi dell’infezione<br />
• Recettore: heparan sulfate (HS) per AAV2, altri<br />
recettori per altri sierotipi??? (la variabilità è<br />
soprattutto localizzata sul capside)<br />
• Presenza di HS quindi determinerà il tropismo<br />
tissutale
• Replicazione avviene nel nucleo<br />
anche di cellule quiescenti, in presenza<br />
del virus helper<br />
• In assenza di virus helper idoneo,<br />
AAV penetra nel nucleo, si integra nel<br />
genoma della cellula ospite e dà una<br />
infezione latente<br />
• Il sito d’integrazione specifico risiede a<br />
livello del cromosoma 19 (19q13.3-<br />
qter), in un locus definito AAVS1, vicino<br />
al gene slow skeletal troponin T<br />
Parvovirus:<br />
REPLICAZIONE
Produzione di proteine strutturali<br />
Replicazione<br />
Tropismo cellulare<br />
dei virus adeno-associati<br />
Over-produzione di proteine non-strutturali<br />
Morte cellulare<br />
Cellule permissive: cellule del muscolo scheletrico, muscolo cardiaco, epitelio intestinale,<br />
sistema ematopoietico<br />
N.B.: Varia al variare dei sierotipi
Elementi necessari per un vettore<br />
Elementi necessari in cis<br />
• Solo le 2 ITR (145 basi ciascuna). Sono necessarie per<br />
– replicazione<br />
– packaging<br />
– integrazione<br />
AAV<br />
Elementi necessari in trans<br />
• Rep e Cap, forniti da un “AAV helper plasmid”<br />
• co-infezione con un virus helper, di solito Adenovirus
ITR<br />
145bp<br />
ITR<br />
ITR<br />
I <strong>Vettori</strong> AAV :<br />
ssDNA (4.7 Kb)<br />
P REP P<br />
CAP<br />
P REP<br />
inserto (circa 4 Kb)<br />
P TRANSGENE<br />
Non determinano una risposta immunitaria importante (solo risposta immunitaria<br />
umorale)<br />
Bassa capacità di inserzione del transgene (circa 4 Kb)<br />
inserto (circa 2 Kb)<br />
P TRANSGENE<br />
Genoma di<br />
AAV<br />
<strong>Vettori</strong> AAV<br />
tipo 1<br />
<strong>Vettori</strong> AAV<br />
tipo 2
Infezione con Adenovirus<br />
+<br />
Trasfezione di plasmide per esprimere<br />
rep+cap<br />
+<br />
Trasfezione del vettore contenente il<br />
transgene<br />
Rischio di formare AAV wt per<br />
ricombinazione<br />
Occorre eliminare AdV
Eliminazione del virus helper<br />
• Centrifugazione e separazione in gradiente di cloruro<br />
di cesio<br />
• riscaldamento a 56°C per 30 min
<strong>Vettori</strong> AAV Adenovirus-free<br />
• E4 (ORF6) di AdV è la regione che possiede la<br />
funzione helper<br />
• Uso di un plasmide che fornisce le funzioni di<br />
Adenovirus necessarie per la funzione helper, ma<br />
che è incapace a formare la particella di Adenovirus
AAV Vector Production, 3-plasmid system
Trasfezione di un plasmide non<br />
codificante tutto AdV ma solo<br />
le funzioni necessarie per la<br />
funzione helper (E4)
Vantaggi:<br />
•Non sono responsabili di nessuna patologia umana<br />
<strong>Vettori</strong> adeno-associati :<br />
vantaggi-svantaggi<br />
• Non determinano nessuna alterazione data dall’inserzione sito specifica<br />
• Data la semplicità della struttura del genoma virale, è possibile eliminare totalmente i geni virali per la<br />
costruzione di vettori AAV.<br />
•Non sono patogeni per l’uomo<br />
•Sono stabili<br />
•Vengono ottenuti con alti titoli<br />
•Alta efficienza di trasferimento genico<br />
•Ampio tropismo<br />
•Infettano sia cellule in divisione che non<br />
•Integrazione del transgene<br />
Svantaggi:<br />
• Permettono l’inserzione di transgeni non più grandi di 4 Kb<br />
• <strong>Vettori</strong> AAV rep -, possono essere interessati da inserzione random nel genoma della cellula ospite<br />
• Difficoltà nell’ottenere preparazioni AAV pure al 100%, possibile presenza di virus competenti per la<br />
replicazione<br />
• Una elevata percentuale della popolazione possiede già anticorpi neutralizzanti anti-AAV2, il sierotipo più<br />
utilizzato per il trasferimento genico.
Herpesvirus: caratteri generali<br />
• La famiglia Herpesviridae comprende molti virus, patogeni<br />
sia per l’uomo che per molti animali.<br />
•Questi virus hanno alcune caratteristiche comuni, ma si<br />
differenziano anche per molti aspetti, in modo tale da poterli<br />
classificare in tre sottofamiglie sulla base dell’organizzazione<br />
del genoma, del tropismo tissutale, della citopatologia, della<br />
sede dell’infezione latente, nonché della patogenesi e sintomi<br />
clinici.
• Le tre sottofamiglie sono:<br />
Herpesvirus<br />
Alphaherpesvirinae: a cui appartengono il virus<br />
dell’herpes simplex di tipo 1 e 2 (HSV-1 e -2), il virus della<br />
varicella-zoster (VZV), il virus della pseudorabbia (PRV),<br />
l’herpesvirus equino di tipo 1 e 4 (EHV-1 e -4), l’herpesvirus<br />
equino di tipo 3 (EHV-3) e l’herpesvirus bovino di tipo 1 (BHV-<br />
1).<br />
Betaherpesvirinae: a cui appartengono il citomegalovirus<br />
umano e murino (HCMV e MCMV), gli herpesvirus umani di<br />
tipo 6 e 7 (HHV-6 e -7).<br />
Gammaherpesvirinae: a cui appartengono il virus di<br />
Epstein-Barr (EBV), l ’ herpesvirus saimirii (HVS),<br />
l’herpesvirus umano di tipo 8 (HHV-8) e l’herpesvirus equino<br />
di tipo 2 e 5 (EHV-2 e 5).
• Gli herpesvirus sono in generale un gruppo diversificato di<br />
virus a DNA di notevoli dimensioni, caratterizzati da una comune<br />
morfologia del virione, strategia replicativa e capacità di<br />
instaurare infezioni latenti/ricorrenti e litiche e, nel caso di EBV,<br />
anche immortalizzanti.<br />
• Gli herpesvirus sono virus ubiquitari e le loro infezioni sono<br />
molto diffuse. Nell’uomo sono associati generalmente a patologie<br />
benigne, ma possono essere anche responsabili di elevata<br />
mortalità e morbilità in individui immunodepressi.<br />
• La struttura del virione è comune a tutti gli herpesvirus:<br />
presenta un genoma a DNA di notevoli dimensioni associato a<br />
proteine che vanno a formare il nucleocapside, che è a sua volta<br />
circondato da un rivestimento glicoproteico detto pericapside. Lo<br />
spazio compreso tra capside e pericapside è detto tegumento e<br />
contiene proteine ed enzimi virali che favoriscono l’inizio della<br />
replicazione.
Struttura del virione di HSV-1<br />
• Il virione di HSV, il cui diametro è di circa 180 nm, è<br />
costituito da quattro elementi, comuni a tutti gli herpesvirus:<br />
un core contenente una grossa molecola di DNA<br />
un capside icosaedrico che racchiude il core<br />
un tegumento amorfo che circonda il capside<br />
un involucro esterno, detto pericapside o envelope, che<br />
presenta sulla superficie corte spicole regolarmente<br />
intervallate
HERPES SIMPLEX VIRUS (HSV-1)<br />
• virus a DNAds<br />
• capside icosaedrico<br />
• envelope lipidico<br />
• genoma costituito da almeno 80<br />
geni, la metà dei quali non essenziali<br />
Inizialmente effettua un’infezione produttiva nelle cellule epiteliali (ciclo litico),<br />
risale poi attraverso le terminazioni dei nervi sensoriali fino ai gangli dorsali. Qui<br />
stabilisce un’infezione latente (non necessita di espressione genica). Il ciclo litico<br />
viene riattivato periodicamente: le nuove particelle virali vengono trasportate con<br />
trasporto anterogrado e provocano lesioni a livello epiteliale
Elementi strutturali di HSV<br />
• Genoma codifica 84 geni, divisi in:<br />
– essenziali, necessari per la replicazione virale in colture<br />
cellulari permissive<br />
– non-essenziali, importanti in vivo, ad es. per interazione<br />
virus-ospite, elusione del sistema immunitario, blocco delle<br />
sintesi cellulari<br />
questi possono esser deleti e sostituiti da TRANSGENI
Herpes simplex virus di tipo 1 (HSV-1)<br />
Capacità di infettare sia cellule in attiva<br />
proliferazione che non (ad esempio neuroni)<br />
elevato neurotropismo e capacità di entrare in<br />
latenza nei neuroni<br />
ampio genoma, completamente sequenziato e facile da manipolare<br />
1/3 dei geni non è essenziale per la replicazione: possibilità di sostituire geni virali con geni<br />
esogeni<br />
possibilità di fare delezione di geni essenziali per ottenere dei vettori non-replicativi
Replicazione di HSV-1<br />
• Il processo di infezione inizia quando il virus interagisce con i<br />
recettori cellulari. Le molecole recettrici riconosciute nelle fasi<br />
iniziali del legame sono eparan solfato proteoglicani; anche le<br />
proteine virali (principalmente gB, gD e gC) sono richieste nel<br />
processo di attacco di HSV alla superficie cellulare.<br />
• Il legame alla superficie cellulare attiva un processo mediato da<br />
proteine virali di superficie che provoca la fusione del<br />
pericapside con la membrana plasmatica cellulare, consentendo<br />
al nucleocapside virale di penetrare direttamente nel citoplasma.<br />
• In seguito all’ingresso del virus nella cellula, i capsidi sono<br />
trasportati attraverso i pori nucleari ed il DNA virale si accumula<br />
nel nucleo. In tale sede avvengono quindi la trascrizione, la<br />
replicazione del DNA virale e l’assemblaggio dei nuovi capsidi.
• Il DNA virale viene trascritto dalla RNA polimerasi II dell’ospite,<br />
tuttavia anche numerosi fattori virali vi partecipano.<br />
• La sintesi dei prodotti genici virali è strettamente regolata<br />
in modo coordinato e sequenzialmente ordinato a cascata, con i<br />
prodotti genici virali raggruppabili in almeno 5 gruppi (, 1, 2, 1<br />
e 2) sulla base di regolazioni sia trascrizionali che posttrascrizionali.
Replicazione di HSV-1
Geni <br />
• I geni (precoci immediati o immediate early, IE) sono i primi ad<br />
esser trascritti, e codificano le cinque proteine , dette polipeptidi<br />
della cellula infettata (infected cell polypeptide, ICP) 0, 4, 22, 27<br />
e 47.<br />
• La sintesi delle proteine raggiunge il picco di sintesi<br />
approssimativamente 2-4 ore post-infezione, ma hanno la<br />
caratteristica di continuare ad accumularsi fino alle tarde fasi<br />
dell’infezione.<br />
• A quasi tutte le proteine di questo gruppo sono state attribuite<br />
funzioni regolatrici, essendo indispensabili per la sintesi dei<br />
gruppi di polipeptidi che seguono temporalmente ( e ).
Geni <br />
• I geni (precoci ritardati o delayed early, DE) non sono infatti<br />
espressi in assenza delle proteine .<br />
• La sintesi delle proteine appartenenti ai gruppi 1 e 2<br />
raggiunge il picco a circa 5-8 ore post-infezione. I geni 1 sono<br />
espressi molto precocemente durante l ’ infezione, per cui<br />
inizialmente sono stati confusi con i geni che codificano le<br />
proteine .<br />
• Tra i polipeptidi del gruppo 2 sono comprese la timidina<br />
chinasi (TK) e la DNA polimerasi virale e la maggior parte delle<br />
proteine virali coinvolte nel metabolismo dell ’ acido nucleico<br />
virale (DNAsi, dUTPasi, ecc).<br />
• A sequito della trascrizione dei geni inizia la replicazione del<br />
DNA virale.
Geni <br />
• I geni (tardivi o late, L) sono stati per convenienza suddivisi<br />
in due gruppi, 1 e 2, che vengono espressi tardivamente<br />
durante l’infezione; l’espressione delle proteine appartenenti a<br />
questi due gruppi differisce nella regolazione temporale e<br />
dipendenza dalla sintesi del DNA virale<br />
•I geni di questi due gruppi sono principalmente strutturali,<br />
infatti specificano glicoproteine di membrana e sono localizzati a<br />
livello delle sequenze uniche del frammento corto del genoma<br />
virale.
• Il DNA virale viene sintetizzato attraverso un meccanismo<br />
detto a circolo rotante ( “ rolling circle ” ), formando<br />
concatameri che vengono poi tagliati in monomeri e<br />
impacchettati all’interno dei capsidi.<br />
• L’assemblaggio delle particelle virali avviene in varie fasi:<br />
dopo l’impacchettamento del DNA nei capsidi preassemblati,<br />
avviene la gemmazione del virus attraverso il foglietto interno<br />
della membrana nucleare.<br />
• Una volta trasportati attraverso il citoplasma a livello di<br />
membrana plasmatica, i neovironi vengono rilasciati<br />
all’esterno della cellula.<br />
• In colture di cellule permissive, l ’ intero processo si<br />
completa in 18-20 ore.
Fase litica<br />
• Attacco a cellule epiteliali, entrata cellulare e raggiungimento del nucleo<br />
• Espressione di geni “immediate early” (IE), la cui trascrizione è attivata<br />
da VP16 (proteina del tegumento con attività transattivante).<br />
IE producono fattori necessari per l’espressione dei geni early (E),<br />
importanti per la sintesi di DNA, e geni late (L), importanti per la<br />
costituzione del capside e le glicoproteine dell’envelope<br />
• Geni IE:<br />
– ICP4 e ICP27: necessari per l’espressione di geni E e L<br />
– ICP0 e ICP22: controllano la trascrizione ma non influenzano la<br />
capacità di replicare del virus<br />
– ICP47: regola la presentazione dell’antigene<br />
• Il virus gemma dalla membrana nucleare, acquista 2 membrane di<br />
pericapside e si fonde con la membrana cellulare per uscire, perdendo<br />
una membrana
Fase latente<br />
• Trasmissione agli assoni terminali dei neuroni del sistema nervoso<br />
periferico<br />
• Migrazione al corpo cellulare e instaurazione della fase latente<br />
• silenziamento dei geni della fase litica ed espressione di LAT (latency<br />
associated transcripts)<br />
– antisenso di ICP0 e messaggeri che sopprimono l’espressione di<br />
geni per la riattivazione litica<br />
– non è prodotta alcuna proteina virale (anche se alcuni hanno<br />
identificato ORF O e ORF P.<br />
• Fase di latenza regolata da 2 promotori: LAP1 e LAP2 (latency active<br />
promoters)<br />
– LAP1 promuove l’espressione di LAT durante la fase di latenza<br />
– LAP2 promuove l’espressione di LAT durante la fase litica
VETTORI HSV-1<br />
• Grazie alla loro naturale capacità di stabilire infezioni latenti nei<br />
neuroni, vengono utilizzati per il trasporto di geni nel CNS.<br />
• L’espressione a lungo termine del transgene viene ottenuta<br />
utilizzando dei promotori neurone-specifici, attivati durante il<br />
periodo di latenza.<br />
• Possono trasportare geni di grosse dimensioni (152Kb)<br />
Esistono tre tipi di vettori HSV-1:<br />
1. Attenuati<br />
2. Non replicativi<br />
3. Ampliconi
<strong>Vettori</strong> derivati da HSV-1<br />
<strong>Vettori</strong> competenti nella replicazione o Gene replacement vector:<br />
vettori in cui geni non essenziali per la replicazione sono stati<br />
rimpiazzati con geni di interesse terapeutico.<br />
<strong>Vettori</strong> difettivi nella replicazione: vettori in cui geni essenziali per la<br />
replicazione (ad esempio ICP4, ICP27) sono stati deleti e geni non<br />
essenziali per la replicazione rimpiazzati con geni di interesse<br />
terapeutico.<br />
Ampliconi: altamente difettivi che richiedono un virus “helper” o un<br />
genoma virale helper per la replicazione e l’impacchettamento del<br />
suo DNA. Contiene la minima sequenza cis-acting per la replicazione<br />
e l ’ impacchettamento del DNA (origine di replicazione e la<br />
sequenza di packaging)
Ampliconi di HSV<br />
• Il genoma dell’amplicone è composto da copie multiple di<br />
plasmide amplicone, che contiene un’origine di replicazione<br />
(ori s) e il segnale di packaging (pac) del genoma di HSV-1.<br />
• Le funzioni richieste per la replicazione, il packaging del<br />
DNA e la produzione di particelle virali (i vettori ampliconi),<br />
sono fornite o da virus helper o da sistemi helper free<br />
(cosmide o HSV-BAC).
pac<br />
ori<br />
Vettore amplicone<br />
Plasmide amplicone<br />
pac<br />
ori<br />
X<br />
Funzioni helper di HSV-1<br />
~ 152 kb<br />
Replicazione del DNA con meccanismo a “rolling circle”<br />
e formazione del concatamero testa-coda
Plasmide amplicone<br />
Produzione di vettori amplicone<br />
oriS<br />
a<br />
Trasfezione<br />
vettori amplicone<br />
Infezione<br />
Virus helper<br />
Replicazione ed<br />
impacchettamento<br />
virus helper
Plasmide amplicone<br />
Produzione di vettori amplicone<br />
oriS<br />
a<br />
Trasfezione<br />
vettori amplicone<br />
E.coli F<br />
U S<br />
U L<br />
Trasfezione<br />
Replicazione ed<br />
impacchettamento<br />
cromosoma artificiale<br />
batterico di HSV-1
<strong>Vettori</strong> amplicone: vantaggi<br />
Non sono tossici per le cellule infettate in quanto non<br />
contengono il genoma di HSV-1;<br />
il carattere ripetitivo del genoma (fino a 152 kbp) permette<br />
il trasferimento di copie multiple del transgene;<br />
può infettare numerosi tipi di cellule;<br />
Vengono utilizzati prevalentemente come vettori vaccinali
Nessuna replicazione<br />
virale<br />
<strong>Vettori</strong> erpetici non replicativi<br />
coltura cellulare<br />
X X<br />
Nessuna produzione<br />
di virus<br />
virus difettivi in<br />
geni essenziali<br />
Crescita virale<br />
linea cellulare<br />
complementante
Vantaggi dei vettori basati<br />
Molti aspetti della biologia di HSV sono favorevoli al suo<br />
utilizzo come vettore per terapia genica:<br />
• ampio spettro d’ospite<br />
• elevata efficienza d’infezione<br />
• cellulle non replicanti possono esser efficientemente<br />
trasdotte ed<br />
esprimere il/i transgene/i<br />
su HSV<br />
• possibilità di inserire nel genoma larghi frammenti di<br />
DNA (circa metà degli 84 geni non sono essenziali)
Vantaggi dei vettori basati<br />
su HSV<br />
• virus ricombinante replicazione-difettivo può esser<br />
facilmente preparato con alto titolo e con elevata<br />
purezza, cioè non contaminato da virus wild-type<br />
• lo stato di latenza può esser sfruttato per<br />
l’espressione a lungo termine di transgeni nei<br />
neuroni<br />
• l’espressione abortiva di geni da parte di virus<br />
ricombinanti replicazione-difettivi risulta in uno stato<br />
simile alla latenza, permettendo l’espressione di<br />
transgeni sia in cellule neuronali che non-neuronali
Svantaggi dei vettori HSV<br />
Tuttavia, altri aspetti della biologia di HSV possono<br />
rappresentare un problema nel suo utilizzo come<br />
vettore<br />
per terapia genica:<br />
• Tossicità: l’infezione con HSV wild-type è tossica per<br />
la cellula e invariabilmente risulta nella lisi di molti tipi<br />
di cellule<br />
• Espressione transiente: buon livello di espressione<br />
dei transgeni, ma spesso poco duratura
Features of viral vector systems for their<br />
Features of viral vectors<br />
application in gene therapy