Tacito - afurly
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<strong>Tacito</strong><br />
Si ignorano sia la data di nascita sia la patria.<br />
Probabilmente non fu né romano né italico ma provinciale, probabilmente della Gallia Narbonese (o di quella<br />
Cisalpina).<br />
Considerando alcune affermazioni di Plinio riguardo al suo amico si pensa sia nato intorno al 55 d.C.<br />
Era di famiglia ragguardevole (padre di rango equestre) e concluse gli studi a Roma dove frequentò la scuola di<br />
retorica di Quintilliano.<br />
Fu tribuno militare verso il 77 d.C. (sotto Vespasiano).<br />
Sotto Tito fu nominato quaestor Augusti (81).<br />
Sotto Domiziano fu tribuno della plebe, poi pretore e poi membro del prestigioso collegio sacerdotale dei<br />
quidecimviri sacris faciundis.<br />
Nell’89 lasciò Roma come legato e si recò in una regione nord-occidentale dell’impero dove forse venne a contatto<br />
con i germani.<br />
Nel 93 torna a Roma quando ormai Agricola era morto.<br />
Sotto Nerva, nel 98 fu console.<br />
Morì nei primi anni del principato di Adriano (intorno al 120)<br />
OPERE<br />
• De vita et moribus Iulii Agricolae<br />
La sua attività di scrittore inizia solo dopo la fine del principato di Domiziano.<br />
Nel 98 scrive una biografia del suocero “De vita et moribus Iulii Agricolae”<br />
L’ “Agricola” è una notevole analisi storica sui meccanismi della politica, sulla psicologia del potere assoluto, sul<br />
contrasto, divenuto sotto Domiziano del tutto insanabile, tra monarchia e libertà.<br />
È un’opera a carattere misto (biografico,politico,etnografico).<br />
Esaltare Agricola in una biografia era prima di tutto, da parte di <strong>Tacito</strong>, una manifestazione di fiducia nel<br />
cambiamento del clima politico verificatosi con l’avvento di Nerva e Traiano.<br />
Agricola aveva compiuto l’ultima parte della sua splendida carriera sotto Domiziano. Da qui nasce un tema<br />
fondamentale: cosa deve fare l’uomo etico politico nel momento in cui c’è un sistema tirannico che non condivide?<br />
Deve estraniarsi? Deve agire, fare il suo compito?<br />
<strong>Tacito</strong> risponde a questi interrogativi attraverso Agricola: l’uomo virtuoso deve agire lo stesso. Agricola è<br />
l’esempio perfetto di come “anche sotto cattivi principi potessero esserci uomini grandi”.<br />
Alla morte di Agricola si era sparsa la voce che fosse stata causata da avvelenamento (invidia di Domiziano). <strong>Tacito</strong><br />
non guarda tanto alla causa quanto al modo: fu una morte appartata, silenziosa, espressione di libertà interiore che<br />
non ha bisogno di gesti clamorosi.<br />
Vi è anche un excursus etnografico sui Britanni. Inoltre vi sono i discorsi tra Calgaco (capo dei Britanni) e Agricola.<br />
<strong>Tacito</strong> in questi discorsi mostra una grande padronanza della retorica.<br />
• De origine et situ Germanorum<br />
Fu composta sempre nel 98 d.C.<br />
È un’opera etnografica in cui <strong>Tacito</strong> traccia una sintesi delle varie tribù, parla delle loro usanze.<br />
La tradizione etnografica risale a Erodoto e alla storiografia greca di età ellenistica e aveva profonde radici anche a<br />
Roma fin da Catone. I puù grandi storici romani furono Cesare e Sallustio.<br />
Il contenuto dell’opera è diviso in due parti:<br />
1. caratteristiche generali del popolo: “situ” e “origo”,istituzioni ,organizzazione famigliare, religione, vita<br />
quotidiana…<br />
2. elenco dettagliato delle tibù.<br />
<strong>Tacito</strong> si avvale di modelli di pensiero della tradizione etnografica greco- latina, quali il determinismo geografico<br />
(le caratteristiche dell’ambiente fisico determinano l’aspetto fisico e psichico degli abitanti).<br />
I popoli del nord vengono visti come dotati di coraggio e valore bellico, ma non di intelligenza.<br />
Ciò perché l’ambiente ideale per la crescita della civiltà è quello costituito dall’area mediterranea. (etnocentrismo)<br />
Ma questo etnocentrismo è diverso da quello moderno, più assimilabile al “razzismo”.<br />
Nei confronti dei barbari in <strong>Tacito</strong> c’è più ammirazione che disprezzo. <strong>Tacito</strong> mette in contrasto la rudezza<br />
primitiva e il valore militare di quel popolo con la corruzione della Roma imperiale.<br />
L’autore riconosce nella libertà germanica un valore importante e intuisce il pericolo mortale per Roma , se non<br />
fosse tornata a più austeri costumi e non avesse intrapreso contro i Germani efficaci spedizioni militari.<br />
• Historiae<br />
Composte entro il 110.<br />
Tratta del sofferto periodo che va dal 69 (Galba,Ottone,Vitellio,Vespasiano) alla morte di Domiziano.<br />
Anno 69: eccezionale, anzi unico in tutta la storia romana, perché in quel solo anno si avvicendarono ben<br />
quattro imperatori (Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano) e l’impero fu percorso da continui fremiti di ribellione da<br />
parte dei Germani, dci Galli, dei Belgi e dei Batavi (Olandesi). L’esercito eleggeva ed abbatteva gli imperatori come
tanti fantocci. in quell’anno si arrivò addirittura all’incendio del Campidoglio ad opera dei soldati di Vitellio:<br />
Si pensa che le “Historiae” fossero in 12 libri, ma ci restano solo i primi quattro libri e alcuni capitoli del V.<br />
Con questa opera vuole spiegare come mai in passato si sia verificato il passaggio dal Bene al Male o ancora più<br />
spesso dal Male al Male.<br />
Un tema fondamentale che emerge è quello che per <strong>Tacito</strong> c’è bisogno di una corrispondenza tra senato e principe.<br />
Secondo <strong>Tacito</strong> la causa del declino è la potentiae cupido, da cui erano già divampate le lotte tra patrizi e plebei e poi<br />
le guerre civili.<br />
Molto incisivi sono i ritratti che <strong>Tacito</strong> fa nel corso della sua narrazione dei vari personaggi e di grande rilievo sono<br />
anche le descrizioni delle masse.<br />
La tecnica narrativa e lo stile di cui <strong>Tacito</strong> si avvale indicano come modello storiografico di partenza l’opera di<br />
Sallustio.<br />
D’ispirazione sallustiana è l’attitudine a procedere drammatizzando, dividendo cioè la narrazione in una<br />
successione di “scene” e di “atti”.<br />
Sallustiano è anche il moralismo.<br />
• Annales<br />
Tratta dei fatti dell’impero dalla morte di Augusto a quella di Nerone. (dal 14 d.C. al 69).<br />
Il titolo viene dalla disposizione della materia secondo lo schema annalistico tradizionale.<br />
Degli annales restano solo i libri I-VI (dedicati a Tiberio) e XI- XVI (anni 47- 66 d.C.)<br />
Al centro di tutta l’analisi continua ad essere il rapporto che <strong>Tacito</strong> giudicava vitale alla sopravvivenza della libertà<br />
e al buon funzionamento dello stato in regime di principato, tra imperatore e senato.<br />
<strong>Tacito</strong> collega alla mancanza di libertà il declino, non solo dell’attività storiografica, ma anche, ancor prima, della<br />
storia stessa, sempre più povera di fatti interessanti.