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prefazione di federico moccia - Assistenza Riparazioni Computer ...

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PREFAZIONE DI FEDERICO MOCCIA


Ai bambini, affinché venga dato loro tutto l’aiuto possibile<br />

per essere, un giorno, adulti buoni, forti, sereni e responsabili.<br />

A mia madre, che mi ha insegnato a combattere e a vivere.<br />

A mia figlia, che mi ha insegnato ad amare.<br />

A mio padre, che mi ha amata tanto.<br />

Ai miei gran<strong>di</strong> amori a quattro zampe, che perdonano sempre.


“Signore visibile della natura visibile (parlo dell’uomo)<br />

ha dunque voluto creare il Para<strong>di</strong>so con la farmaceutica,<br />

con le bevande fermentate simile a un pazzo che ai<br />

mobili soli<strong>di</strong>, ai veri giar<strong>di</strong>ni, sostituisce scenari <strong>di</strong>pinti<br />

su tela e montati sui telai”<br />

Charles Baudelaire


Amico è chi ti fa <strong>di</strong>vertire, chi ti ascolta, chi è leale con te.<br />

Chi ti aiuta quando hai un problema, chi gioca con te, ride con te e con te<br />

passa il tempo.<br />

Non solo.<br />

Amico è chi non ha paura <strong>di</strong> criticarti se stai sbagliando, chi ti <strong>di</strong>ce la<br />

verità.<br />

Anche -anzi soprattutto- quando è un po' brutta.<br />

E questo non è semplicissimo da fare perché tutti noi preferiamo <strong>di</strong> certo<br />

ascoltare le cose belle perché è più facile <strong>di</strong>re “Sì” che “No” ad un amico.<br />

Ma a volte il “No” è necessario.<br />

Serve per ricordare a tutti e a te stesso che ciò che va bene agli altri non è<br />

detto sia giusto per te.<br />

L'amico, se è vero, ha il coraggio <strong>di</strong> raccontarti che le cose hanno spesso due<br />

facce.<br />

Non lo fa per spaventarti..<br />

Non si deve aver paura del mondo.<br />

Però bisogna conoscerlo.<br />

E l'amico ti prende per mano e ti mostra le due facce delle cose, i due lati<br />

della medaglia, le sfumature e tutto quello che a prima vista non appare.<br />

Perché la verità, a volte, è nascosta.<br />

Questo non è necessariamente un male.<br />

Basta solo saperlo, così non si hanno brutte sorprese.<br />

Perché solo chi è curioso e vuole sapere come funziona il mondo (e la gente),<br />

saprà sempre come cavarsela.<br />

Quin<strong>di</strong> da tutta questa mia premessa si capisce che c'è bisogno <strong>di</strong> un amico.<br />

Ce n'è uno, ad esempio, che esiste praticamente da sempre.<br />

Lo conoscono gran<strong>di</strong> e piccini.<br />

Coi suoi capelli bion<strong>di</strong>, l'espressione dolce, sognante e curiosa a un tempo, la<br />

leggerezza dei movimenti, il Piccolo Principe non ha bisogno <strong>di</strong><br />

presentazioni, no?<br />

Ci cammina accanto mostrandoci le cose, proprio quelle che ve<strong>di</strong>amo ogni<br />

giorno, che abbiamo sotto gli occhi e <strong>di</strong>amo per scontate.<br />

Anzi, peggio.<br />

Cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> conoscerle così bene che nemmeno ci facciamo più caso e<br />

pensiamo <strong>di</strong> sapere tutto.


Ma nessuno <strong>di</strong> noi sa sempre tutto.<br />

Non si finisce mai d'imparare, <strong>di</strong>cono i proverbi, ed è vero.<br />

Il Piccolo Principe ad esempio può raccontarti chi è il Mercante.<br />

Il Mercante prova sempre a nasconderti una delle due facce delle cose.<br />

E lo fa con vari mezzi, <strong>di</strong> certo però mai con chiarezza e sincerità.<br />

Leggendo questo libro scoprirai come fa, quali trucchi del mestiere usa.<br />

È uno bravo, sennò mica sarebbe il Mercante.<br />

Ma nulla è impossibile da imparare..<br />

Il Piccolo Principe conosce quei trucchi e può svelarteli, se ne hai voglia, se<br />

ti va.<br />

Il Mercante gioca sul fatto che abbiamo tante cose per la testa e così non ci<br />

fermiamo mai a riflettere.<br />

Siamo <strong>di</strong>stratti e allora cre<strong>di</strong>amo alle prime cose che ve<strong>di</strong>amo, a come ce le<br />

presentano.<br />

Dato che la conoscenza richiede un minimo <strong>di</strong> tempo, d'impegno, <strong>di</strong><br />

attenzione, a volte noi non ne abbiamo voglia e ci lasciamo andare alle<br />

parole del Mercante.<br />

Ci fi<strong>di</strong>amo della sua verità perché non abbiamo avuto voglia <strong>di</strong> cercare la<br />

nostra.<br />

E lui lo sa e gioca sul fatto che se le cose le fai brillare, invece <strong>di</strong> mostrarle<br />

come semplicemente sono, attiri la gente, accechi chi le guarda e così inganni<br />

meglio.<br />

Ma il Piccolo Principe conosce quei trucchi e te li può raccontare tutti.<br />

Quando conosci i trucchi del mago, il mago resta senza lavoro, almeno per<br />

un po'.<br />

Perché poi, essendo Mercante, è costretto ad inventarsi altri trucchi.<br />

Ma tu ormai avrai imparato come si fa, qual è il metodo, e potrai sempre<br />

svelarli.<br />

Basta averne voglia.<br />

Il Piccolo Principe ti <strong>di</strong>rà anche un'altra cosa importante.<br />

Le persone davvero forti, quelle che tutti ammirano nel profondo, quelle che<br />

fanno paura ai vigliacchi, non sono i Mercanti..<br />

Sono i Piccoli Principi, coloro che la forza la cercano -e trovano- nel proprio<br />

cuore.


Quelli che, quando serve, <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> “No” senza paura <strong>di</strong> essere emarginati o<br />

considerati <strong>di</strong>versi.<br />

Perché sanno le cose, le conoscono, e quin<strong>di</strong> possono <strong>di</strong>re “No.”<br />

Perché sanno che gli altri hanno solo paura del loro coraggio e forse <strong>di</strong>cono<br />

“Sì” solo perché le cose non le conoscono ancora.<br />

Sono quelli che i pugni li tirano con le parole della verità e della gioia e non<br />

con le mani.<br />

Quelli che sanno proteggere gli amici anche da se stessi, quando serve.<br />

I Piccoli Principi usano le armi dell'amore e della fantasia e non quelle della<br />

violenza.<br />

La violenza è solo paura <strong>di</strong> ciò che non si conosce.<br />

Non hanno bisogno <strong>di</strong> sostanze estranee per essere belli, curiosi, coraggiosi,<br />

interessanti.<br />

Lo sono già per il fatto che esistono, respirano, corrono, ridono, ascoltano e<br />

sanno amare senza pregiu<strong>di</strong>zi, senza paura.<br />

La paura è utile, ti permette ad esempio <strong>di</strong> evitare i pericoli, <strong>di</strong> non mettere<br />

le mani sopra la fiamma che scoppietta nel caminetto, <strong>di</strong> non attraversare la<br />

strada senza guardare.<br />

E <strong>di</strong> stare lontano dai Mercanti..<br />

Ma la paura non deve dominarti, non deve impe<strong>di</strong>rti <strong>di</strong> far parte del<br />

mondo, <strong>di</strong> stare con la gente.<br />

Non tutti sono Mercanti.<br />

Se impari a riconoscerli, se impari a saper usare la paura come un'amica,<br />

allora scoprirai quanti Piccoli Principi ci sono.<br />

Questo non è un libro.<br />

È un amico.<br />

Perché racconta le cose, ne insegna altre e lo fa con semplicità.<br />

Mostra le due facce delle cose, spiega senza imporre, non si sostituisce a te<br />

perché la scelta nella vita sarà sempre e solo tua.<br />

Ma è più facile scegliere quando si sanno le cose.<br />

Ed è ciò che questo scritto cerca <strong>di</strong> fare, con semplicità ed ironia.<br />

FEDERICO MOCCIA


Un giorno il Piccolo Principe incontra un mercante.<br />

Un tizio che vendeva pillole per placare la sete.<br />

Pillole che ad<strong>di</strong>rittura avevano il potere <strong>di</strong> non farla<br />

sentire la sete.<br />

Si sostituivano all’acqua e il tempo che si perde per<br />

bere non si perde più.<br />

Non si beve più.<br />

Per il mercante bere era una grossa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo.<br />

Il Piccolo Principe si meraviglia e non capisce perché<br />

voler sostituire una serena camminata verso una fontana<br />

con delle pillole inghiottite in un secondo possa fare<br />

bene o servire a qualcosa.<br />

Esistono due tipi <strong>di</strong> persone.<br />

Chi la pensa come il mercante, forse, non riesce ad<br />

accettare tutto ciò che è la vita, senza ritrovati<br />

chimici contro la sete o la fatica, o il dolore, o la<br />

frustrazione, o il tempo che passa.<br />

Chi la pensa come il Piccolo Principe è sicuramente più<br />

forte e certamente più sereno.<br />

Imparare a gestire il dolore, la sconfitta, la<br />

frustrazione, la per<strong>di</strong>ta, il lutto è la sfida!<br />

Imparare anche a staccarsi dal gruppo <strong>di</strong> riferimento (per<br />

gli adolescenti e i preadolescenti fondamentale) senza<br />

sentirsi <strong>di</strong>versi ogni qualvolta il gruppo fa qualcosa che<br />

riteniamo essere sbagliato secondo i nostri valori, i<br />

nostri insegnamenti, i nostri modelli <strong>di</strong> riferimento.<br />

Non si puo’impe<strong>di</strong>re al vento <strong>di</strong> soffiare, si puo’<br />

pero’attaccarsi forte ad un albero, vacillare, ma non<br />

cadere.<br />

Questo è il messaggio che ti deve passare dopo avere<br />

analizzato insieme le sostanze stupefacenti e i loro<br />

effetti.<br />

E’ importante che tu sappia che un vero leader è una<br />

persona forte, sana, responsabile, che conosce i propri<br />

limiti, capace <strong>di</strong> smuovere il mondo, capace <strong>di</strong> far fronte<br />

alle <strong>di</strong>fficoltà e in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no al momento<br />

giusto senza per questo sentirsi un debole o un <strong>di</strong>verso.


Un buon leader è quello che c’è nel momento del bisogno,<br />

quello che aiuta l’amico in <strong>di</strong>fficoltà e si preoccupa<br />

anche dei più deboli.<br />

Un leader meraviglioso è saggio, colto e si fa rispettare<br />

non temere.<br />

La gente <strong>di</strong> lui non ha paura, ha stima.<br />

La gente, <strong>di</strong> un leader così non ne teme il giu<strong>di</strong>zio.<br />

Un leader così viene ricordato per secoli e resta nel<br />

cuore <strong>di</strong> tutti uno splen<strong>di</strong>do ricordo.<br />

La gente sa che, <strong>di</strong> un leader così, ci si può fidare<br />

perché non ti metterebbe mai nei casini e, se lo fa,<br />

cambia leader o <strong>di</strong>venta tu un leader perfetto.<br />

La libertà è tutto ciò che abbiamo conquistato.<br />

Perderla per <strong>di</strong>pendere da una droga è sicuramente la<br />

sconfitta più grande.<br />

-


IL MIO SKATE<br />

Quando ero ragazzina avevo uno skate-board.<br />

Era blu cielo, cielo più notte che giorno, quel cielo che<br />

ha il colore del mare profondo.<br />

Credo che, meno poeticamente parlando, si chiami blu<br />

elettrico che non so proprio se sia uguale al cielo e<br />

nemmeno all’oceano.<br />

Avevo uno skate blu che amavo <strong>di</strong>speratamente e mi seguiva<br />

ovunque e mi portava dove volevo.<br />

Al mattino a scuola, al pomeriggio al parco e la domenica<br />

alla montagnetta <strong>di</strong> S. Siro a combattere contro le<br />

querce.<br />

Facevo karate in quel periodo<br />

ed era un rituale<br />

meraviglioso andare <strong>di</strong><br />

domenica alla montagnetta<br />

trainata sullo skate dal mio<br />

cane lupo che si chiamava<br />

Cadeau.<br />

“-Ah Cadeau, corri-“, gridavo<br />

e lui correva come il vento.<br />

In quel periodo avevo<br />

anche il mio primo amore, un<br />

certo Giuseppe Zalum, che non<br />

sapevo quanto fosse corrisposto<br />

allora, il mio amore <strong>di</strong>co, ma<br />

per me era comunque<br />

importante.<br />

Anche Zalum aveva uno skateboard<br />

e in quel lungo viale<br />

che arrivava a scuola ci<br />

inseguivamo, a volte per menarci, a volte per insultarci,<br />

a volte semplicemente per giocare.<br />

Mio padre mi chiedeva spesso: “Ma sei sicura che Zalum lo<br />

sa che state insieme?”<br />

Non so perché mio padre mi abbia preso uno skate, lui<br />

aveva paura <strong>di</strong> tutto, paura <strong>di</strong> farmi fare tutto, eppure


lo skate me lo aveva regalato e mi lasciava libera <strong>di</strong><br />

andare anche in mezzo alla strada, vicino alle rotaie,<br />

sui trucioli della Via S. Vittore, ovunque volessi.<br />

Sono stati gli anni migliori della mia vita.<br />

La fine degli anni ’70 e i primi degli anni ’80 io li<br />

ricordo così.<br />

Un giorno mio padre è morto.<br />

Un giorno, qualche anno dopo, anche il mio cane è morto.<br />

Un giorno mi sono rotta un ginocchio e anche il karate è<br />

morto e, causa ginocchio, anche il basket e il pallone da<br />

basket che mi portavo anche nel letto è morto.<br />

Un giorno, non ricordo quando <strong>di</strong> preciso, mi sono sentita<br />

troppo grande per andare sullo skate e mi sono fatta<br />

regalare dalla mamma una bella bicicletta bianca che si<br />

chiamava Bolide.<br />

Il mio skate l’avevo depositato tra gli scaffali dello<br />

sgabuzzino.<br />

Ero dall’oculista quando mi hanno rubato Bolide.<br />

Allora ho pregato la mamma per farmi usare il vecchio<br />

motorino del papà, quel vecchio Garelli a cui facevo fare<br />

i relli in campagna da mia nonna.<br />

L’avevo chiamato Champ.<br />

Un giorno, dopo cento relli, anche il Champ è morto.<br />

Con tutte quelle morti erano iniziati gli anni più bui<br />

della mia vita.<br />

Davo ripetizioni ai ragazzini delle me<strong>di</strong>e, della mia<br />

scuola me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Zalum.<br />

Erano passati, da quando frequentavo io le me<strong>di</strong>e almeno<br />

sei, sette, otto anni.<br />

Ho le idee confuse perché negli anni del liceo mi sono<br />

presa parecchie Plegine, pastiglie piene <strong>di</strong> amfetamina.<br />

Allora si usavano tra gli studenti perché ci illudevamo<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are meglio.<br />

Non stu<strong>di</strong>avamo affatto.


Passavamo ore e notti intere a parlare, a scrivere, a<br />

creare, ma non a stu<strong>di</strong>are.<br />

La bocciatura arrivava puntuale come un orologio svizzero<br />

e insieme arrivavano i problemi.<br />

Problemi comportamentali e buchi <strong>di</strong> memoria grossi come<br />

crateri <strong>di</strong> vulcano.<br />

Le Plegine, tanti anni fa, le vendevano in farmacia e si<br />

poteva comprarle anche senza ricetta per la mo<strong>di</strong>ca cifra<br />

<strong>di</strong> tremila lire la boccetta che ne conteneva trenta.<br />

Un giorno le hanno ban<strong>di</strong>te dal mercato e io e i miei<br />

amici andavamo ad acquistarle in Piazza S. Eustorgio a<br />

Milano, al mercato nero, dai pusher.<br />

Se non c’erano le Plegine c’erano le ricette.<br />

Si comprava la ricetta da qualche tossico e poi, con quel<br />

foglietto stropicciato, spesso sporco <strong>di</strong> sangue, si<br />

girava Milano in cerca <strong>di</strong> una farmacia che ci desse la<br />

nostra droga.<br />

Con Carlotta, una sera, con una gomma, abbiamo cercato <strong>di</strong><br />

cancellare il sangue.<br />

Era davvero un’impresa far sembrare quella ricetta<br />

autentica.<br />

C’erano schizzi <strong>di</strong> sangue ovunque.<br />

Un farmacista, alle tre <strong>di</strong> notte, l’ha accettata.<br />

Avremmo dovuto stu<strong>di</strong>are.<br />

Abbiamo chiacchierato tutta la notte.<br />

Quante notti passate così.<br />

Con Carlotta, con Vanessa, con Cristina, con Samantha e<br />

Alberto.<br />

Tre anni della mia vita spesi inseguendo amfetamina.<br />

Tutti i giorni erano uguali.<br />

Erano bellissime le notti a casa <strong>di</strong> Elena.<br />

Con lei, riuscivo anche a stu<strong>di</strong>are.


Ci mettevamo sul davanzale della sua finestra.<br />

Era così alto che ci sembrava <strong>di</strong> toccare la luna.<br />

Ricordo le notti con Manuela.<br />

Le parole uscivano così facilmente.<br />

Si poteva <strong>di</strong>re tutto, ci si conosceva meglio.<br />

Pausa caffé, una rinfrescatina alla faccia, i polsi sotto<br />

l’acqua corrente gelata per qualche minuto e<br />

un’annusatina sul balcone all’aria che, a quell’ora,<br />

aveva un fascino bestiale.<br />

Brivi<strong>di</strong> <strong>di</strong> freddo o vampate <strong>di</strong> caldo.<br />

I denti e la bocca si impastavano.<br />

Bisognava lavarli cento volte per riuscire a sopportarli.<br />

Le notti più belle le ho passate da sola.<br />

Scrivevo ore e ore canzoni, pensieri, poesie.<br />

Ricordo che mi sembrava <strong>di</strong> amare tutto e tutti e, sotto<br />

effetto delle Plegine, perdonavo chi mi aveva fatto del<br />

male e mi sentivo serena.<br />

Mi sentivo così buona.<br />

Scrivevo lettere <strong>di</strong> scuse, bene<strong>di</strong>vo il passato e mi<br />

autocuravo.<br />

Ricordo vagamente che, <strong>di</strong> giorno, davo spesso i numeri.<br />

Avevo frequenti scatti <strong>di</strong> rabbia e mi incazzavo, mi<br />

strappavo i capelli, mi dondolavo su me stessa.<br />

Di quegli anni ho perso date, nomi, emozioni.<br />

Mi ricordo <strong>di</strong> Cristhian e delle notti passate con lui a<br />

fare l’amore al Parco Sempione.<br />

Mi ricordo le notti.<br />

Pomeriggi e mattine sono stati <strong>di</strong>strutti per sempre!<br />

Di quel periodo ho un’infinità <strong>di</strong> rimpianti.<br />

Rimpiango <strong>di</strong> non ricordare.


Rimpiango <strong>di</strong> non essere stata vicino a mia mamma che<br />

stava soffrendo.<br />

Rimpiango <strong>di</strong> essere stata bocciata tre volte e <strong>di</strong> aver<br />

perso un sacco <strong>di</strong> tempo.<br />

Qualcosa, comunque, avevo imparato.<br />

Finalmente conoscevo i miei limiti.<br />

Avevo capito che <strong>di</strong> limiti non ne avevo.<br />

Avevo capito che quando si ha a che fare con droghe così<br />

potenti che hanno il potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere la<br />

personalità, la volontà, la forza, la positività,<br />

chiunque perde il senso della realtà e il senso del<br />

limite.<br />

Ho smesso <strong>di</strong> usare Plegine quando ho iniziato a lavorare<br />

al Beccaria, al carcere minorile <strong>di</strong> Milano.<br />

Angelo Santagostino, il mio coor<strong>di</strong>natore, era una figura<br />

autoritaria ma buona che è riuscito a darmi quello che,<br />

con la morte <strong>di</strong> mio padre, mi era mancato.<br />

Poi ci sono stati Lele, Walter, Vanna, Emma, Valeria,<br />

tutti loro hanno contribuito alla mia guarigione.<br />

Il Beccaria è stato la mia cura.<br />

Sono stata fortunata.<br />

Ho iniziato a fumarmi le canne, convinta che fossero<br />

gestibilissime e leggerissime.<br />

Canne per socializzare, canne per scrivere, canne per<br />

amare, canne per parlare, canne per dormire, canne per<br />

avere ispirazioni poetiche, canne per volare in alto,<br />

canne per fare all’amore, canne per sognare.<br />

Sognare troppo, sognare sempre e <strong>di</strong>menticarsi la realtà,<br />

perderla <strong>di</strong> vista, annullarla, cancellarla, abolirla,<br />

annientarla.<br />

Canne a non finire.<br />

Tachicar<strong>di</strong>e, per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo, poca saliva per baciare,<br />

poche persone da frequentare, poco tempo per stu<strong>di</strong>are,<br />

poca memoria per ricordare, troppi sbalzi d’umore per<br />

amare, poca voglia <strong>di</strong> lavorare, troppo tempo speso in una<br />

giornata per cercare.


Cercare fumo, maria, anche suola da scarpe quando non<br />

c’era <strong>di</strong> meglio.<br />

Ho smesso <strong>di</strong> fumare perché non riuscivo ad avere quella<br />

luci<strong>di</strong>tà che serve per vivere e per scegliere ogni giorno<br />

la strada da seguire.<br />

Ho avuto una bellissima infanzia, credo che sia stato<br />

anche questo il motivo per cui, ad un cero punto della<br />

vita, ho deciso <strong>di</strong> mollare qualsiasi cosa mi facesse<br />

deragliare per tornare sui binari.<br />

Tornando al periodo in cui davo ripetizioni ricordo che<br />

un giorno qualcuno, forse Marco o Federico Tessi, due<br />

fratelli che più degli altri bambini frequentavano la mia<br />

casa, mi domandò <strong>di</strong> imprestargli il mio vecchio skate che<br />

stava prendendo polvere nello sgabuzzino.<br />

Imprestare, che parola assurda.<br />

E’ così bello scegliere se poter regalare o non regalare,<br />

ma imprestare è quasi un obbligo.<br />

Non si nega a nessuno un oggetto in prestito.<br />

Tanto torna no, è solo per un certo periodo.<br />

Bisogna ricordarsi a chi si è imprestato e avere la<br />

voglia e forse anche il coraggio <strong>di</strong> richiederlo in<strong>di</strong>etro.<br />

Bisogna anche sapere che se il momento in cui hai<br />

imprestato quell’ oggetto avevi altre mille cose per la<br />

mente e in quel periodo della vita quell’ oggetto aveva<br />

poco valore facilmente ci si <strong>di</strong>mentica per molto tempo <strong>di</strong><br />

farselo ridare e si rimanda, si rimanda finché muore<br />

anche lui e un giorno se ne sentirà la mancanza come<br />

tutte le cose amate che non ci sono più.<br />

Sono passati almeno vent’anni dall’ultima volta che ho<br />

messo piede sul mio skate e almeno quin<strong>di</strong>ci anni<br />

dall’ultima volta che l’ho visto.<br />

E’ <strong>di</strong>ventata un’ossessione la sua ricerca,<br />

improvvisamente, una mattina <strong>di</strong> qualche mese fa.<br />

Ritrovarlo sarebbe come poter palpare ancora un pezzo <strong>di</strong><br />

passato, poter mostrare alla mia bambina il mio gioco<br />

preferito, quello più amato, quello più usato.<br />

Ritrovarlo sarebbe come riportare in vita Cadeau, il mio<br />

cane e riavere per un secondo tra le braccia il mio papà


e rivedere Zalum per chiedergli una volta per tutte se<br />

sapeva <strong>di</strong> essere il mio fidanzato.<br />

I Tessi non abitano più dove abitavano allora.<br />

Le ricerche telefoniche si sono rivelate un fallimento.<br />

La mia memoria è tra<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> quegli anni causa Plegine<br />

e non sono nemmeno sicura che siano stati proprio i Tessi<br />

a portarselo via il mio skate.<br />

Magari incontrerò i Tessi per le strade del mondo, ma<br />

come ci resterei male se mi <strong>di</strong>cessero che l’avevano loro<br />

ma l’hanno buttato, dopo tutti questi anni.<br />

A trentotto anni ho imparato la <strong>di</strong>fferenza tra imprestare<br />

e regalare, ho imparato che, fondamentalmente, non c’è<br />

<strong>di</strong>fferenza.<br />

L’unica <strong>di</strong>fferenza che c’è è il senso <strong>di</strong> colpa che ti<br />

percuote se non hai imprestato quando ti era stato<br />

chiesto e la gioia che ti invade quando hai regalato<br />

senza che ti sia stato chiesto.<br />

Ho imparato che può esistere anche un senso <strong>di</strong> colpa per<br />

aver imprestato.<br />

Ho imparato che, a volte, per le cose importanti, bisogna<br />

chiedere tempo, tempo per pensare, per capire se puoi<br />

portare il peso della richiesta fatta, non adesso che<br />

l’oggetto non ti interessa, ma tra venti anni, quando<br />

vorresti rivedere quello skate più <strong>di</strong> tutti gli oggetti<br />

dell’universo.<br />

Se quin<strong>di</strong>ci anni fa avessi saputo che la storia finiva<br />

così, se avessi saputo che a volte bisogna prendere tempo<br />

prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>re sì e pensare e immaginare tutte le<br />

conseguenze possibili…<br />

Se avessi saputo che stavo regalando il mio skate avrei<br />

detto <strong>di</strong> no.<br />

Ti ho raccontato tutto questo perché spero che tu conosca<br />

la famiglia Tessi e perché penso tu possa fare<br />

passaparola e prima o poi qualcuno mi <strong>di</strong>ca: “Guarda che<br />

il tuo skate è qui con me”.<br />

Ti ho raccontato questa storia perché voglio che tu<br />

sappia che se io, tanti anni fa, ho preso amfetamina è<br />

perché stavo male, perché era morto il mio papà, perché


mi sembrava che il mondo mi cadesse addosso e avevo<br />

trovato nelle Plegine un piccolo rifugio.<br />

Non credo che si inizi ad assumere droghe per caso.<br />

Quelli che ti <strong>di</strong>cono che è capitato e si sono ritrovati<br />

in mezzo, forse, raccontano palle anche a se stessi.<br />

Così, tanto per cercare <strong>di</strong> sfuggire al vero motivo per<br />

cui hanno iniziato.<br />

Se sei sicuro <strong>di</strong> te stesso, se la vita non ti ha dato<br />

grossi scossoni, io non penso che si senta mai il bisogno<br />

<strong>di</strong> ricorrere a qualsiasi droga.<br />

Ti ho raccontato tutto questo per farti sapere che<br />

nessuna droga è un rifugio adeguato.<br />

Che il modo migliore per sconfiggere dolore e nostalgia è<br />

dentro <strong>di</strong> noi ed è importante trovare la forza per<br />

guardarsi in<strong>di</strong>etro, bene<strong>di</strong>re i ricor<strong>di</strong>, e proseguire a<br />

testa alta, giorno per giorno.<br />

Ti ho raccontato questa storia perché vorrei parlarti del<br />

fatto che il futuro va tenuto in considerazione, che<br />

bisogna imparare a non immaginarsi solo nel presente, che<br />

a volte la vita con noi è generosa e ci fa vivere ancora<br />

per molti anni e <strong>di</strong>pende da noi se vivremo bene o male,<br />

con o senza troppi rimpianti.<br />

Se vivremo bene o male <strong>di</strong>pende anche dal nostro passato,<br />

il futuro <strong>di</strong>pende dal nostro passato, anche il futuro dei<br />

nostri figli.<br />

I bambini sono la cosa migliore che c’è ed è importante<br />

che tu possa pensare che un giorno, forse, ti occuperai<br />

<strong>di</strong> loro.<br />

Ho una bambina meravigliosa che tutte le mattine, quando<br />

si sveglia, mi <strong>di</strong>ce che mi vuole bene e poi mi abbraccia<br />

forte e mi grida “brava brava” ogni volta che faccio<br />

qualcosa <strong>di</strong> decente.<br />

La mia bambina si chiama Giulia ed è il mio regalo dal<br />

cielo.<br />

Questo penso, nonostante i casini che ho con suo padre so<br />

che, se tornassi in<strong>di</strong>etro, rifarei l’amore con lui fosse<br />

anche solo per avere lei.


E’ l’unica cosa certa della mia vita, molte altre cose le<br />

cambierei.<br />

Cambierei il giorno che sapevo che mio padre stava<br />

morendo e, nonostante lo sapessi, me ne sono andata ad<br />

una festa.<br />

Cambierei le cose che non so <strong>di</strong>re.<br />

Il bene che voglio alla mia mamma e che non ho mai saputo<br />

raccontarle.<br />

Cambierei il giorno che ho portato Ambra a morire perché<br />

faceva fatica a stare in pie<strong>di</strong> e non riusciva ad alzarsi<br />

da sola.<br />

Se potessi tornare in<strong>di</strong>etro me la terrei ancora un po’<br />

vicina perché oggi sono troppe le volte che ci piango e<br />

mi sento in colpa e vorrei che lei fosse qua per<br />

stringerla ancora una volta.<br />

La mia cagnona, forse, avrebbe voluto vivere ancora un<br />

po’.<br />

Quel giorno, <strong>di</strong>stesa sulla barella del veterinario si è<br />

lasciata andare, serena, perdonandomi ancora una volta.<br />

Vorrei che non ti accorgessi a trentotto anni delle<br />

conseguenze possibili, vorrei che <strong>di</strong>ventasse normale per<br />

te prenderti cinque minuti per analizzare tutti gli<br />

effetti immaginabili <strong>di</strong> ogni gesto, <strong>di</strong> ogni atto, <strong>di</strong> ogni<br />

parola detta o non detta.<br />

Vorrei che, visto che sono qui a parlarti <strong>di</strong> droghe,<br />

parlassimo insieme <strong>di</strong> ciò che sicuramente già sai, ma <strong>di</strong><br />

cui magari ti sfugge ancora qualcosa…così, tanto per<br />

sbagliare il meno possibile e per responsabilizzarti<br />

davanti alle scelte che è giusto che tu faccia da solo.<br />

Forse non ti importerà sapere che <strong>di</strong> droga si muore,<br />

anche se io te lo <strong>di</strong>rò ugualmente.<br />

Hai ragione in fondo, la morte fa meno paura <strong>di</strong> una vita<br />

vissuta male e può sembrare un evento così lontano, così<br />

impensabile che possa accadere a noi.<br />

La morte fa male a chi resta, a chi resta senza un<br />

figlio, senza un fratello, senza un padre, senza un<br />

amico, senza una madre.


Chi muore ha semplicemente finito <strong>di</strong> esserci, finito <strong>di</strong><br />

esistere, se ne va e basta.<br />

E’ importante però che tu sia più che consapevole che <strong>di</strong><br />

droga non solo si può morire, ma peggio ancora è restare<br />

in vita miseramente, senza più nessuno che crede in te,<br />

senza nessuno che ha ancora voglia <strong>di</strong> amarti, senza il<br />

cervello con tutti i suoi neuroni, senza la luci<strong>di</strong>tà che<br />

ti permette <strong>di</strong> compiere delle scelte, con il fegato<br />

spappolato, la pelle opaca e rovinata, senza il ciclo<br />

mestruale, senza un’erezione del pene, senza poter più<br />

fare l’amore, con tutti i denti gialli…se ancora ti<br />

resteranno dei denti.<br />

E’ importante che tu sappia che potresti anche ritrovarti<br />

senza il cuore, perché dopo il primo infarto hanno dovuto<br />

asportartelo e sostituirlo con quello più funzionante <strong>di</strong><br />

un tizio che non c’è più.<br />

Poveretto, quel signore che ti ha lasciato il suo cuore<br />

non c’è più, e tu potresti chiederti per tutti i giorni<br />

che ti resteranno chi fosse quell’uomo.<br />

Non verrò mai a <strong>di</strong>rti: “Te l’avevo detto!”, ma saprò<br />

d’averlo fatto e mi sentirò più a posto con la coscienza<br />

se decidessi, nonostante i miei racconti, <strong>di</strong> farti <strong>di</strong><br />

tutte le droghe del mondo.<br />

Ci sono tre cose che più delle altre penso tengano<br />

lontani dalle droghe.<br />

La musica, lo sport e il <strong>di</strong>alogo.<br />

L’ultima è sicuramente il sale della vita, il sole nei<br />

momenti bui e la pioggia nei momenti ari<strong>di</strong>.<br />

Parlare, <strong>di</strong>scutere, confrontarsi…<br />

Anche gridare la propria rabbia quando c’è senza mai<br />

tenersi dentro niente.<br />

Le cose belle, le cose brutte, tutto quello che hai<br />

dentro va tirato fuori prima che tu decida <strong>di</strong> tenerlo<br />

dentro per sempre soffocandolo con sostanze che non<br />

potresti più controllare.<br />

Ecco, questo è, a mio parere, il modo migliore per far<br />

prevenzione!<br />

A raccontare si impara da piccoli e chi è grande lo deve<br />

saper insegnare, giorno per giorno, pazientemente e


dolcemente inginocchiarsi per essere all’altezza <strong>di</strong> un<br />

bambino e, guardandolo negli occhi, chiedergli cosa c’è<br />

che non va, quali pensieri lo <strong>di</strong>sturbano, quali emozioni<br />

ha nel cuore.<br />

Questo, i miei genitori, l’hanno saputo fare.<br />

Hanno saputo parlare con me.<br />

Ho avuto un forte, fortissimo sbandamento quando mio papà<br />

è morto.<br />

Un po’ come quel vento <strong>di</strong> cui parlavo all’inizio.<br />

Quel vento che ti fa vacillare ma non cadere se hai delle<br />

basi solide.<br />

Tu resti attaccato ad un albero con ra<strong>di</strong>ci robuste e sane<br />

perché sana è stata la tua infanzia.<br />

Mettere da parte le botte e far si che <strong>di</strong>venti<br />

un’abitu<strong>di</strong>ne spiegare tutto, tutto quello che non si deve<br />

fare analizzando insieme i motivi e tutto quello che si<br />

può fare.<br />

“Ogni bambino nasce con il suo fardellino”, mi ha detto<br />

Valeria poco prima che nascesse Giulia.<br />

Chi nasce in una famiglia povera.<br />

Chi in una famiglia troppo ricca da potersi permettere<br />

troppe baby-sitter.<br />

Chi nasce senza padre, chi resta senza madre.<br />

Chi nasce con due genitori che litigano in continuazione<br />

e li vede lanciare oggetti per casa.<br />

Chi non ha una casa.<br />

Chi ha i genitori che vanno fin troppo d’accordo e<br />

viaggiano in continuazione in continue lune <strong>di</strong> miele<br />

lasciando figli con nonni, zii e tate.<br />

Chi ha i genitori che lavorano troppo e non hanno tempo<br />

per parlare con nessuno, la stanchezza li <strong>di</strong>vora.<br />

Chi ha i genitori che non lavorano.<br />

Chi deve lavorare al posto dei genitori.<br />

Chi non ha i genitori.


Chi ha la mamma sempre presente, ma assente perché con<br />

mille pensieri e mille cellulari accesi.<br />

Ogni bambino nasce con il suo fardellino e bisogna solo<br />

che, il fardello, non sia troppo pesante per le sue<br />

spalle.<br />

Il compito <strong>di</strong> alleggerire il fardello è dei genitori o <strong>di</strong><br />

chi cresce un bambino.<br />

Trovare il tempo per raccontarsi giorno per giorno ciò<br />

che accade dentro e fuori <strong>di</strong> noi è sicuramente il modo<br />

migliore per alleggerire la vita!<br />

-


IL PICCOLO PRINCIPE E IL MERCANTE<br />

, DISSE IL PICCOLO PRINCIPE.<br />

, DISSE IL MERCANTE.<br />

ERA UN MERCANTE DI PILLOLE PERFEZIONATE CHE<br />

CALMAVANO LA SETE.<br />

SE NE INGHIOTTIVA UNA ALLA SETTIMANA E NON SI<br />

SENTIVA PIU’ IL BISOGNO DI BERE.<br />

, DISSE IL PICCOLO<br />

PRINCIPE.<br />

, DISSE IL<br />

MERCANTE.<br />

<br />

<br />

<br />

, DISSE IL PICCOLO PRINCIPE, 1<br />

1 ♥A. de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Tascabili Bompiani, Milano 2002, cap. XXIII, p. 101


CHI SEI?<br />

Pensi <strong>di</strong> assomigliare al Piccolo Principe o al Mercante?<br />

Inizio a scrivere ora questo libro perché solo ora inizio<br />

a conoscermi.<br />

Prima avevo duecentomila idee per la testa.<br />

Mille idee su quello che avrei voluto fare da grande, su<br />

chi avrei voluto essere, su chi pensavo <strong>di</strong> essere.<br />

Pensavo che il palcoscenico fosse la mia strada.<br />

Un giorno, mentre dal palco dell’Acquapiper <strong>di</strong> Roma<br />

il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Dimensione Suono mi consegnava il<br />

premio della critica e in un orecchio mi sussurrava <strong>di</strong><br />

andarlo a trovare in ra<strong>di</strong>o, io pensai che fosse una<br />

figata pazzesca e che era la mia occasione.<br />

Sono un pigro capricorno e non ho mai più rimesso piede<br />

in quella città per sapere cosa avrebbe voluto <strong>di</strong>rmi quel<br />

signore.<br />

Di occasioni non ce ne sono più state, non in campo<br />

musicale almeno.<br />

Walter, amico e collega <strong>di</strong>ceva che non era quella la mia<br />

strada, altrimenti, a Roma, ci sarei andata.<br />

Ho continuato a scrivere canzoni per anni ma continuavo<br />

anche a lavorare in Beccaria e più passava il tempo meno<br />

scrivevo canzoni e più lavoravo in Beccaria e più<br />

Beccaria c’era nella mia esistenza più ragazzi incasinati<br />

conoscevo.<br />

Scoprivo, giorno per giorno, che forse era proprio quella<br />

la mia strada.<br />

Poi, però, anche i ragazzi in Beccaria non li reggevo<br />

più.<br />

Non reggevo più i loro innumerevoli casini, il fatto che<br />

dovessi sempre sorridere anche quando ero triste, il<br />

fatto che iniziava ad essere un lavoro come un altro e<br />

non avevo più emozioni.<br />

Volevo scrivere e stare un po’ tranquilla e volevo<br />

laurearmi.


Strano, per trent’anni non avrei mai pensato che mi<br />

interessasse laurearmi e l’università l’ho trascinata per<br />

anni e anni pagando le rette come un’imbecille senza dare<br />

esami.<br />

Il Lele me l’aveva detto un giorno: “Sarai una<br />

scrittrice. Farai questo nella vita”<br />

Mi vennero in mente i momenti più belli passati con i<br />

miei genitori quando ero bambina, quando organizzavano<br />

lunghe gite per i navigli in bicicletta con altre tre,<br />

quattro, cinque famiglie.<br />

Io non giocavo con gli altri bambini.<br />

Io mi sedevo con un quaderno rosso sotto un grande albero<br />

e scrivevo favole.<br />

Oggi sono qui, a scrivere ancora e, questa, è <strong>di</strong> tutte le<br />

cose che ho fatto nella vita, l’unica che ho sempre<br />

portato con me.<br />

Oggi so quali sono le scarpe che vanno d’accordo con i<br />

miei pie<strong>di</strong>.<br />

So che le ballerine non me le posso permettere.<br />

Peccato cavoli perché, adesso, le fanno proprio <strong>di</strong> tutti<br />

i colori.<br />

Pianta larga e piede corto.<br />

Ho un trentanove <strong>di</strong> larghezza e un trentotto <strong>di</strong><br />

lunghezza.<br />

Le ballerine, lunghe e affusolate, proprio non vanno.<br />

Lo so adesso che ho trentotto anni, l’anno scorso non lo<br />

sapevo.<br />

L’anno scorso le ho comprate e non le ho più messe.<br />

So che vorrei vestirmi come lei.<br />

Lei che passa per la strada con un vestito attillato,<br />

tacco a spillo e leggermente truccata.<br />

Lei che fa voltare tutti sculettando e ancheggiando.<br />

Sculettando o ancheggiando?


Non lo so, so che tutti si voltano e io corro a comprarmi<br />

un vestito come il suo, ma ho la pancia e me la segna da<br />

fare schifo.<br />

Allora, rinuncio al vestito e mi prendo un bel paio <strong>di</strong><br />

scarpe con il tacco a spillo.<br />

Usate una volta.<br />

Allora ne ho comprate altre pensando che le precedenti<br />

fossero <strong>di</strong>fettose.<br />

Sono <strong>di</strong>fettosa io, <strong>di</strong>fettosa la mia vita per quel paio <strong>di</strong><br />

scarpe.<br />

Difettose le mie abitu<strong>di</strong>ni per quel paio <strong>di</strong> scarpe o<br />

<strong>di</strong>fettose quelle scarpe per le mie meravigliose e sane<br />

abitu<strong>di</strong>ni.<br />

Esco con due cani quattro volte al giorno.<br />

Porto Giulia in bicicletta all’asilo e la porto ai<br />

giar<strong>di</strong>ni al pomeriggio.<br />

La rincorro sugli scivoli, mi butto con lei dagli<br />

scivoli.<br />

Oggi, la mia vita mi va a pennello.<br />

Ho ripreso a nuotare.<br />

Scariche <strong>di</strong> endorfine mi arrivano dalle trenta vasche al<br />

giorno e non sento più il bisogno nemmeno del sesso.<br />

Non ho un rapporto completo con un uomo da quattro anni e<br />

non mi manca.<br />

L’idea che poi ti si piazzi anche in casa, l’idea che<br />

debba <strong>di</strong>videre il tempo che de<strong>di</strong>co a Giulia anche con<br />

un’altra persona, in questo momento non lo sopporterei.<br />

Mi lamento perché non esco mai la sera, ma poi quando<br />

capita una volta tanto <strong>di</strong> uscire è un’angoscia e una<br />

stanchezza infinita.<br />

Finalmente so che preferisco stare a casa con la mia<br />

bambina a guardare “una mamma per amica”.<br />

Siamo arrivate al terzo cofanetto.


Ho la fortuna <strong>di</strong> potermi permettere <strong>di</strong> non lavorare come<br />

prima e così mi concedo lunghe mattinate con il mio<br />

computer a scrivere a te.<br />

Oggi io so chi sono.<br />

Prima non lo sapevo.<br />

Oggi prendo la mia bambina per mano per <strong>di</strong>rigermi verso<br />

una fontana e sono serena.<br />

Serena e libera <strong>di</strong> camminare a testa alta, serena perché<br />

finalmente so qual è la mia via, serena perché Giulia è<br />

con me, serena e libera perché il tempo <strong>di</strong> canne e<br />

Plegine è lontano e, grazie a Dio, non fa più male.<br />

Non è facile conoscere se stessi.<br />

Io ho impiegato quasi quarant’anni.<br />

Forse aveva ragione la mia mamma quando <strong>di</strong>ceva che sono i<br />

quaranta gli anni migliori della nostra vita.<br />

La mia mamma.<br />

Donna meravigliosa, forte, fortissima.<br />

Donna che mi ha dato tanto amore, a suo modo.<br />

Nell’unico modo che conosce perché incapace <strong>di</strong> avere<br />

gesti affettuosi.<br />

Incapace <strong>di</strong> fare una carezza, un abbraccio.<br />

Non mi ha mai lasciata sola nel momento del bisogno e mi<br />

ha insegnato a raccontare e ad essere sincera, sempre, a<br />

qualunque costo.<br />

E <strong>di</strong> costi, la sincerità, ne ha tanti.<br />

La gente spesso scappa <strong>di</strong> fronte a troppa spontaneità e<br />

alla verità.<br />

La gente, spesso, attacca <strong>di</strong> fronte a troppa sincerità.<br />

“Non importa, è apparenza, i costi della sincerità sono<br />

solo apparenza. Vedrai che, la sincerità, aiutata dal<br />

tempo, ripaga sempre”, non ha mai smesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la mia<br />

mamma.


Poi, ho avuto la fortuna <strong>di</strong> avere degli amici fantastici<br />

che nella vita hanno alimentato con costanza il mio<br />

fortissimo bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo.<br />

Si sono smazzati tutto il mio egocentrismo e i miei<br />

infiniti racconti e mi hanno insegnato ad ascoltare<br />

urlandomi <strong>di</strong>etro: “Cazzo Caro, basta, tocca a noi !”<br />

Non ho mai smesso <strong>di</strong> confrontarmi con loro, anche a<br />

<strong>di</strong>stanza, anche adesso che molti <strong>di</strong> loro sono lontani.<br />

C’è chi è andato in Spagna a vivere, chi in Grecia, chi<br />

in Brasile, chi in Olanda, chi in Inghilterra, chi ha<br />

cambiato semplicemente città restando in Italia.<br />

Un paio, grazie a Dio, sono rimasti a Milano.<br />

Milano, la mia città.<br />

Via San Vittore, la mia strada, il mio quartiere da<br />

sempre.<br />

Lì, da quella vecchia casa dove, tantissimi anni fa, il<br />

mio papà si tuffava nell’Olona e dove i due merciai<br />

stavano seduti in canotta su uno sgabellotto in mezzo al<br />

marciapiede davanti al loro vecchio e logoro negozio.<br />

Lui fumava la pipa, lei lavorava a maglia e, quando<br />

scendevo <strong>di</strong> casa, mi invitavano a vedere i loro<br />

pappagallini che starnazzavano in gabbie infinite.<br />

La Via San Vittore, dove passava il tram verde che<br />

collegava il Duomo a Baggio e dove io volavo, con il mio<br />

cane, più veloce del vento, sul mio skate senza paura.<br />

La Via San Vittore, circondata dai miei parenti, dai miei<br />

cugini, con i quali ci si ritrova tuttora nella corte tra<br />

un atto d’amore e un atto <strong>di</strong> stizza.<br />

“Ma noi non partiamo mai?”, mi chiede Giulia.<br />

“No amore, noi restiamo! Faremo da porto sicuro a quelli<br />

che torneranno ogni tanto a casa”<br />

Non è la gioia la cosa alla quale dovresti anelare.<br />

La gioia arriva e va.<br />

Arriva dall’esterno, da un figlio che nasce, da una<br />

partita <strong>di</strong> pallone vinta, da un giro sulla giostra.


La serenità si conquista piano piano ed è data da noi<br />

stessi e da ciò che ci appartiene, passato compreso, e<br />

che abbiamo imparato ad accettare.<br />

Allora, solo la morte può sconfiggerla, ma tutto il resto<br />

ci passa sopra come la pioggia sui tetti.<br />

-


LETTERA A PIERO e ALLA SUA MAMMA<br />

Se Piero si fa le canne, non è un dramma.<br />

Non andare in panico.<br />

Certo che sarebbe meglio se non fumasse, se facesse dello<br />

sport, se gli piacesse fare delle lunghe passeggiate in<br />

mezzo alla natura.<br />

Bello sarebbe se, per socializzare, gli bastasse<br />

presentarsi con un sorriso e avere la forza <strong>di</strong><br />

frequentare chiunque mantenendo integra la propria<br />

interiorità, la propria identità, i propri valori, la<br />

propria autostima.<br />

Bando alla retorica!<br />

Se fosse così, sarebbe un ragazzo quasi perfetto.<br />

Ma non sei stata perfetta tu e non puoi pretendere da lui<br />

il massimo.<br />

Qualcuno è fortunato.<br />

Qualcuno ha dei figli meravigliosi senza essere stato un<br />

genitore modello.<br />

Non so se esistono genitori esemplari.<br />

Esistono i genitori.<br />

Qualcuno migliore, qualcuno peggiore.<br />

Se Piero si fa tante canne, inizia pure a preoccuparti,<br />

potrebbe <strong>di</strong>ventare un dramma.<br />

Inizierà a fare fatica a stu<strong>di</strong>are, a ricordare, a<br />

concentrarsi.<br />

Passerà ore sulla stessa pagina senza capirne il senso.<br />

Inizierà a fare fatica a socializzare e tenderà a<br />

frequentare solo chi fuma spinelli come lui.<br />

Degli altri, quelli che non fumano e non usano altre<br />

droghe, avrà un pessimo giu<strong>di</strong>zio, lo annoieranno con la<br />

loro integrità.


Perderà qualche amico strada facendo.<br />

Potrebbe avere crisi <strong>di</strong> panico, potrebbe mancargli il<br />

fiato e avere attacchi <strong>di</strong> tachicar<strong>di</strong>a.<br />

Se guida un veicolo confonde le luci dei semafori e non<br />

vede le strisce pedonali.<br />

Se vede le strisce ha i riflessi così lenti che non fa a<br />

tempo a frenare…<br />

Caro Piero, io lo so cosa stai pensando.<br />

Che sono tutte cazzate!<br />

Che è tutto il contrario.<br />

Che riesci a guidare meglio se ti sei fumato una canna e<br />

che riesci ad amare meglio se ti sei fumato due canne e<br />

che riesci a stu<strong>di</strong>are meglio se ti sei fatto un cilum.<br />

Ora <strong>di</strong>ciamo alla tua mamma che cos’è un cilum.<br />

E’ un aggeggio che serve per fumare la cannabis.<br />

Per cannabis inten<strong>di</strong>amo fumo e marijuana.<br />

Il cilum può avere varie forme.<br />

Solitamente è un tubo <strong>di</strong> ceramica o <strong>di</strong> legno incavato.<br />

Ha una lunghezza variabile dai cinque ai <strong>di</strong>eci<br />

centimetri.<br />

Se lo trovate nella camera <strong>di</strong> Piero sappiate che non è<br />

una cerbottana.<br />

Se Piero, un giorno, scopre che con la cocaina trova lo<br />

slancio che ci voleva per fare le avances a Sara e riesce<br />

a portarsela a letto e a dare il meglio <strong>di</strong> se stesso,<br />

rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un cocainomane.<br />

Forse qualche buco nel cuore Piero ce l’ha se decide <strong>di</strong><br />

mollare la coca e passare all’eroina perché scopre che<br />

Sara può anche mollarlo, che il mondo può anche mollarlo,<br />

che la mamma può anche morire e tutto intorno sparire<br />

tanto lui è sotto anestesia e non può più soffrire.<br />

Se Piero elegge l’eroina a regina, forse sta <strong>di</strong>ventando<br />

un eroinomane.


Se Piero, dopo essersi fatto un paio <strong>di</strong> canne, esce con<br />

gli amici a farsi un aperitivo, magari un negroni, magari<br />

un Jack Daniel’s, e poi decide <strong>di</strong> andare in <strong>di</strong>scoteca e<br />

<strong>di</strong> calarsi una pastiglia che lo faccia ballare tutta la<br />

notte senza sentire la stanchezza e, nei bagni del locale<br />

trova un’anima generosa che gli offre una striscia <strong>di</strong><br />

coca e, alla fine della notte, si fuma un po’ <strong>di</strong> eroina,<br />

così tanto per riuscire ad addormentarsi…<br />

Allora Piero non esiste più.<br />

Forse aveva già smesso <strong>di</strong> esistere quando aveva deciso <strong>di</strong><br />

provare la coca, forse quando aveva conosciuto l’eroina,<br />

forse quando aveva bisogno della canna per riuscire a<br />

dormire.<br />

Forse aveva smesso <strong>di</strong> esistere quando era bambino.<br />

Forse, aveva smesso d’esistere anche per causa tua mamma<br />

<strong>di</strong> Piero.<br />

Forse, senza volerlo, tanto tempo fa, gli hai fatto del<br />

male.<br />

Un giorno cerchi <strong>di</strong> svegliarlo dolcemente, ma lui ti<br />

manda al <strong>di</strong>avolo, ha la bocca impastata, il naso colante,<br />

lo sguardo assente e una rabbia presente.<br />

La sera gli prepari il suo cibo preferito, ma non ha fame<br />

e non ha la febbre.<br />

Passerai le notti sveglia ad aspettarlo e sentirai mille<br />

mi <strong>di</strong>spiace e mille non tarderò più.<br />

Ma tarderà ancora, tarderà sempre.<br />

Si scuserà ancora, si scuserà sempre.<br />

Ti presento Piero, è tuo figlio.<br />

Non lo riconosci?<br />

Possiamo provare insieme a <strong>di</strong>struggerlo per ricostruirlo<br />

migliore <strong>di</strong> quanto sia mai stato.<br />

Ci sono due categorie tra gli esseri umani.<br />

Quelli che scelgono <strong>di</strong> drogarsi e quelli a cui non<br />

interessa.


Quelli che hanno provato e decidono <strong>di</strong> continuare e<br />

quelli che capiscono che le droghe non fanno per loro e<br />

decidono <strong>di</strong> non usarle più.<br />

Ci sono poi quelli che non hanno provato mai.<br />

Pren<strong>di</strong>amo ora in considerazione la prima categoria.<br />

Quella che sceglie <strong>di</strong> drogarsi.<br />

Una categoria è fatta da un certo numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui<br />

comunque <strong>di</strong>versi tra loro, con esigenze e gusti <strong>di</strong>ssimili<br />

anche in fatto <strong>di</strong> sostanze stupefacenti.<br />

Ognuno ha la sua droga ed è proprio per questo che<br />

sarebbe sbagliato affermare che l’eroina è la regina.<br />

E’ la regina per loro ma non per noi.<br />

Noi che abbiamo un carattere <strong>di</strong>verso e che,<br />

inevitabilmente, sceglieremo una droga <strong>di</strong>versa o non ne<br />

vorremmo affatto.<br />

E’ assurda quella ideologia per cui se hai provato a<br />

fumarti una canna è più facile passare all’eroina.<br />

Sono sostanze talmente <strong>di</strong>verse che è assurdo paragonarle.<br />

Ed è sempre scorretto pensare che una canna tira l’altra<br />

o che una volta provata l’eroina la si usi per sempre.<br />

C’è gente a cui viene il <strong>di</strong>sgusto sia dell’una che<br />

dell’altra e gente che se ne innamora…a volte dell’una, a<br />

volte dell’altra, a volte <strong>di</strong> entrambe.<br />

Gente che, dopo il primo spinello, ha un attacco <strong>di</strong><br />

panico accompagnato da tachicar<strong>di</strong>a, vertigini e dolori<br />

con formicolii alle gambe, alle braccia, alle <strong>di</strong>ta e<br />

giura che non fumerà mai più.<br />

Gente che dopo avere provato l’eroina vomita e sputa<br />

sangue e per nessun motivo ne vorrebbe ancora.<br />

Gente che, finalmente, scopre che può vivere in pace con<br />

il mondo grazie ad un’anestesia emotiva, grazie alla sua<br />

eroina.<br />

La cocaina è <strong>di</strong>versa.<br />

E’ per molti l’ingresso nel mondo.


A quelli che già nel mondo ci stanno, ai più inseriti<br />

socialmente, a quelli particolarmente <strong>di</strong>namici,<br />

adrenalinici, agitati, <strong>di</strong>sinibiti, <strong>di</strong>sinvolti,<br />

<strong>di</strong>fficilmente interessa una droga che non da niente <strong>di</strong><br />

nuovo.<br />

Amfetamine, aci<strong>di</strong>, funghi, ecstasy…beato chi ne tiene il<br />

controllo.<br />

Ci sono quelli poi che provano tutto e che si innamorano<br />

<strong>di</strong> tutto, <strong>di</strong> tutte le droghe della terra.<br />

Sono quelli più <strong>di</strong>fficili, sono dei malati che non sanno<br />

<strong>di</strong> esserlo e che non chiedono aiuto.<br />

Sono i policonsumatori.<br />

Sono quelli che non accettano consigli, quelli che già<br />

sanno e a cui non interessano le menate.<br />

Ecco il compito, il più <strong>di</strong>fficile, comunicare con loro,<br />

informarli nel modo meno pedante possibile.<br />

Informarli sulle conseguenze delle loro scelte e<br />

responsabilizzarli <strong>di</strong> fronte alla vita.<br />

L’informazione in materia <strong>di</strong> droga deve essere fatta con<br />

coscienza e semplicità.<br />

Penso che chi scrive o chi parla dovrebbe chiedersi <strong>di</strong><br />

cosa ci sia davvero bisogno.<br />

Avere ben chiara la destinazione dei propri messaggi e<br />

sapere quali siano i reali bisogni <strong>di</strong> quel tipo <strong>di</strong><br />

utenza.<br />

Analizziamo l’utenza.<br />

Dai 10 ai 30 anni.<br />

Le ASL consigliano che si inizi prima, con i ragazzi più<br />

giovani, con i bambini delle elementari.<br />

Dai 6 ai 30 anni.<br />

Poi ci sono i genitori, anche loro vanno aiutati a<br />

capire.<br />

Ci sono me<strong>di</strong>ci e avvocati ma ci sei anche tu mamma <strong>di</strong><br />

Piero che fai fatica a comprendere un linguaggio<br />

<strong>di</strong>fficile perché hai la quarta elementare.


Magari non sai nemmeno leggere e desidereresti tanto che<br />

qualcuno parlasse dei problemi del tuo ragazzo in<br />

televisione, non per fare spettacolo si intende, non<br />

saltuariamente, abitualmente, e coscienziosamente.<br />

Facciamo dunque conto che i destinatari della<br />

comunicazione in materia <strong>di</strong> droga sia tu, mamma <strong>di</strong> Piero<br />

e tutti i ragazzi del mondo dai 6 in su.<br />

Cosa desiderate sapere?<br />

Tu, mamma <strong>di</strong> Piero, tutto il possibile per aiutare tuo<br />

figlio, i ragazzi e Piero preferiscono non sapere niente.<br />

Difficile inizio, ma possibile.<br />

Credo che bisognerebbe arrivare a parlare <strong>di</strong> tutto<br />

illudendo i ragazzi che non si stia parlando <strong>di</strong> niente.<br />

Si può partire raccontando qualche aneddoto che affascini<br />

i ragazzi e che apparentemente esuli dall’argomento<br />

droghe.<br />

Esuli, si allontani, si <strong>di</strong>stacchi dall’argomento droghe.<br />

Così tanto per farli restare, per tenerli seduti ad<br />

ascoltare o per far sì che leggano almeno una ventina <strong>di</strong><br />

pagine.<br />

Professionalmente si insegna agli educatori a non<br />

metterci mai troppo <strong>di</strong> personale, a tenere un certo<br />

<strong>di</strong>stacco, a non raccontare fatti privati.<br />

Personalmente, dopo tanti anni <strong>di</strong> lavoro nel carcere<br />

minorile, ho provato a fare ciò che mi <strong>di</strong>cevano i<br />

superiori, a tenere un certo <strong>di</strong>stacco.<br />

Insegnare non mi piaceva più e i ragazzi non mi amavano<br />

più ed era <strong>di</strong>ventato così <strong>di</strong>fficile spiegare loro<br />

qualcosa in cui credevo.<br />

I ragazzi restavano seduti perché erano obbligati e non<br />

potevano andarsene perché c’erano le sbarre.<br />

Qualcosa <strong>di</strong> personale bisogna raccontarlo se si vuole<br />

ottenere la loro fiducia, eliminare le barriere, se<br />

vogliamo essere creduti e imitati.<br />

Caro Piero ti ho raccontato <strong>di</strong> me, del mio skate, <strong>di</strong><br />

quando l’ho imprestato e non l’ho più visto.<br />

Ti ho raccontato <strong>di</strong> quando ho iniziato a rimpiangerlo.


Ti ho raccontato che se avessi saputo leggere nel futuro<br />

allora, quando ho imprestato il mio skate, me lo sarei<br />

tenuto.<br />

Se avessi chiuso gli occhi in tempo e avessi immaginato<br />

tutte le conseguenze possibili…ora il mio skate ci<br />

sarebbe e avrei un rimpianto in meno.<br />

Ti ho parlato <strong>di</strong> quando usavo le Plegine e <strong>di</strong> quanto le<br />

ho maledette per il male che mi hanno fatto e che mi<br />

hanno fatto fare a mia madre.<br />

Ti parlerò ancora <strong>di</strong> sostanze stupefacenti, a modo mio,<br />

con qualche schema che ti renderà più facile la lettura.<br />

Proverai il tuo sapere in materia <strong>di</strong> droga con qualche<br />

test, se avrai voglia <strong>di</strong> fare un quiz, e poi andrai a<br />

controllarti le risposte nelle schede per vedere da solo<br />

dove hai cannato.<br />

Ci sono state annate particolari in cui tutti hanno fatto<br />

a gara per chi alzasse più la voce in materia <strong>di</strong> droga,<br />

per chi <strong>di</strong>scutesse <strong>di</strong> più.<br />

Solitamente si parte da un evento significativo che da<br />

l’avvio a una sorta <strong>di</strong> gara tra giornalisti.<br />

Finito l’evento, finita la gara.<br />

Ci sono anni bui, in cui nessuno <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> droga, come<br />

se il problema avesse cessato d’esistere.<br />

Improvvisamente ecco un altro episo<strong>di</strong>o eclatante, la<br />

morte <strong>di</strong> qualcuno del mondo dello spettacolo, l’arresto<br />

<strong>di</strong> un politico, un’indagine dalla quale risulta che gli<br />

studenti fumano spinelli, una legge da rifare.<br />

Se ne torna a parlare, in prima pagina.<br />

Manca in Italia una cultura <strong>di</strong> comunicazione sociale che<br />

sia quoti<strong>di</strong>ana e non spora<strong>di</strong>ca e che coinvolga tutti i<br />

me<strong>di</strong>a.<br />

E manca forse anche una coscienza da parte <strong>di</strong> chi, avendo<br />

il potere della fama e della scrittura, tende a preferire<br />

la superficialità che fa notizia alla scienza.<br />

Vorrei il tuo giu<strong>di</strong>zio e mi piacerebbe che tu <strong>di</strong>ventassi<br />

propositivo, responsabile, che tu ci aiutassi a trovare<br />

il modo migliore per costruire insieme una nuova civiltà<br />

che non si limiti a raccontare alla gente,


spora<strong>di</strong>camente, qualche evento, ma che impari a <strong>di</strong>scutere<br />

abitualmente dei tuoi problemi affinché i tuoi figli, se<br />

mai ne avrai, sbaglino il meno possibile.<br />

Le droghe esistono da che esiste il mondo ma tu, caro<br />

Piero, esisti da poco, sei solo un ragazzo ed è in te che<br />

dobbiamo sperare per un futuro migliore.<br />

Ti hanno fatto toccare il cielo con un <strong>di</strong>to, le tue<br />

droghe?<br />

Ti hanno anche buttato all’inferno nei momenti peggiori.<br />

Fai tanto sport!<br />

Ho sempre pensato che lo sport pari il culo nei momenti<br />

peggiori.<br />

Se hai avuto una bella infanzia, ca<strong>di</strong> in pie<strong>di</strong> nella<br />

vita, anche se la tua adolescenza è stata <strong>di</strong>sastrosa,<br />

anche se hai provato a fare delle cazzate perché ci sono<br />

stati momenti brutti.<br />

L’Italia dovrebbe investire molto denaro per permettere<br />

ai bambini che non possono permetterselo <strong>di</strong> iscriversi ad<br />

una scuola <strong>di</strong> danza, <strong>di</strong> musica o <strong>di</strong> qualsiasi altra cosa<br />

desiderino.<br />

E’ sicuramente un ottimo inizio per prevenire <strong>di</strong>sagio,<br />

degrado, droga e noia.<br />

Caro Piero, chiu<strong>di</strong> gli occhi un istante e immaginati<br />

forte, libero, sereno e vivo in un mondo perfetto senza<br />

confini.<br />

Bacio.<br />

Carolina Sala


P.S.<br />

ALL’EROINA E AL SUO RITORNO ALL’INTERNO DEI POLICONSUMI HO DEDICATO IL CAPITOLO PIÙ<br />

LUNGO.<br />

RITENGO CHE QUESTO CAPITOLO DEBBA ESSERE LETTO DA TUTTI IN QUANTO APPROFONDISCE<br />

ANCHE PICCOLI O GRANDI CONCETTI SULLE ALTRE DROGHE E, SOPRATTUTTO, SULLE TIPOLOGIE<br />

FAMILIARI DELLE FAMIGLIE DEI RAGAZZI PORTATI PIÙ DI ALTRI ALLA TOSSICODIPENDENZA E<br />

ALLA TOSSICOMANIA.<br />

LE ALTRE DROGHE COME CANNABIS, COCAINA, ALCOOL E AMFETAMINA VENGONO AFFRONTATE,<br />

COMUNQUE, IN OGNI DETTAGLIO.<br />

LE “DROGHE NUOVE” NON VENGONO CITATE PER IL SOLO MOTIVO CHE CAMBIANO IN<br />

CONTINUAZIONE.<br />

OGNI GIORNO SI LEGGE CHE I RAGAZZI HANNO INIZIATO A FARSI DI KETAMINA, DROGA PER<br />

CAVALLI, O SNIFFANO COLLA O MILLE ALTRE NOVITÀ.<br />

LASCIAMO IN QUESTO SCRITTO LO SPAZIO PER LE DROGHE CHE RITENGO SIANO SEMPRE<br />

PRESENTI DA GENERAZIONI E GENERAZIONI PER NON APPESANTIRE DI PAGINE CHE, SE TROPPO<br />

FITTE, NON VERREBBERO MAI LETTE.<br />

LA TOSSICOMANIA NASCE TRA LE MURA DI CASA E SENZA ACCUSARE UNICAMENTE MADRI E<br />

PADRI CHIEDO COMUNQUE CHE SI METTANO IN QUESTIONE E SIANO PRONTI A CAMBIARE PER<br />

AMORE DEI PROPRI FIGLI.<br />

CHE UN RAGAZZO SI MASSACRI DI CANNE O DI EROINA O DI KETAMINA O DI COCAINA, IL<br />

RISULTATO È DIFFERENTE, MA LA CAUSA È QUASI SEMPRE LA STESSA.<br />

DOLORE, TRISTI RICORDI, DISAGIO, NOIA., DEBOLEZZA, MANCANZA DI DIALOGO, PAURA DEL<br />

MONDO…<br />

IL RESTO È CONTENUTO IN QUESTO SCRITTO.<br />

BUONA LETTURA!


TOSSICOFILIA E TOSSICODIPENDENZA<br />

“Coltello e piaga,<br />

schiaffo e guancia,<br />

membra e ruota sono, vittima e carnefice;<br />

sono il vampiro del mio cuore,<br />

un grande infelice,<br />

<strong>di</strong> quelli a un riso eterno dannati<br />

e che<br />

non posson più sorridere” 2<br />

Tossiicoffiilliia = La voglia da parte <strong>di</strong> una persona <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il proprio stato<br />

fisico e mentale per ottenere effetti gratificanti da una o più droghe.<br />

E’, rispetto alla tossico<strong>di</strong>pendenza, un’esperienza prevalentemente psicologica in<br />

quanto si cerca consapevolmente un piacere (Zamperini/Salvini/Testoni)<br />

Effffeetttti i<br />

rri icceerrccatti i: Gli effetti ricercati cambiano in base alla sostanza.<br />

Cocaina ed eroina, per esempio, sono due sostanze molto <strong>di</strong>verse dalle<br />

quali ci si attende risultati <strong>di</strong>versi:<br />

Disinibizione (sentirsi a proprio agio ovunque, senza paure,<br />

senza timidezza, osando fare e <strong>di</strong>re tutto ciò che si vuole)<br />

Eccitazione<br />

Sedazione<br />

Aumento delle sensazioni<br />

Ricerca <strong>di</strong> contatto con altre persone<br />

Desiderio <strong>di</strong> star bene con se stessi allontanando il resto<br />

del mondo<br />

Ci sono <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> tossicofilie che variano a seconda che si faccia un uso<br />

spora<strong>di</strong>co <strong>di</strong> una sostanza o che se ne faccia un abuso. Per abuso inten<strong>di</strong>amo<br />

l’acquisizione frequente o giornaliera della droga. Aumentare anche le dosi <strong>di</strong> una<br />

sostanza è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abuso e inizio <strong>di</strong> una reale tossico<strong>di</strong>pendenza.<br />

Diiverssii gra<strong>di</strong>i <strong>di</strong>i ttossssiicoffiilliie = Usso//abusso <strong>di</strong> una sostanza stupefacente<br />

CI SONO POI DIVERSI TIPI DI TOSSICOFILIE.<br />

UNA, RITENGO ESSERE UN PO’ MENO PERICOLOSA DELL’ALTRA IN<br />

QUANTO VIENE ASSUNTA UNA SOSTANZA A SOLO SCOPO RICREATIVO.<br />

2 Charles Baudelaire, Luigi de Nar<strong>di</strong>s (A cura <strong>di</strong>), I fiori del male, Giangiacomo Feltrinelli Ed, Milano 1999, p. 145


PER ESEMPIO PER ANDARE IN DISCOTECA CON GLI AMICI E BALLARE ,<br />

TUTTA LA NOTTE.<br />

IL SOGGETTO CHE FA USO DI DROGA PER DIVERTIRSI CON GLI AMICI<br />

NON PENSO SIA UN MALATO.<br />

PENSO PIUTTOSTO CHE SIA UN BALORDO IN CERCA DI NUOVE<br />

ESPERIENZE.<br />

IN QUESTO CASO È PIÙ FACILE CHE CI SI LIMITI ALL’USO PIUTTOSTO<br />

CHE ALL’ABUSO.<br />

L’ALTRA È SICURAMENTE LA PIÙ PERICOLOSA IN QUANTO SI RICERCA<br />

DA UNA DROGA NON SOLO IL PIACERE, MA SOPRATTUTTO LA CURA<br />

PER NON SOFFRIRE.<br />

IN QUESTO CASO IL SOGGETTO TROVA SOLLIEVO AI SUOI DOLORI IN<br />

UNA SOSTANZA CHE LO ILLUDE DI ELIMINARE IL SUO DISAGIO E I SUOI<br />

TRISTI RICORDI.<br />

PURTROPPO E’ SOLO UN’ILLUSIONE PERCHE’ NULLA E’ PIU’ DOLOROSO<br />

DELL’IMBARCARSI IN UNA TOSSICODIPENDENZA.<br />

IL DOLORE VIENE ALLEVIATO ED ELIMINATO SOLO NEL MOMENTO<br />

EFFETTIVO DELL’ASSUNZIONE DELLA DROGA.<br />

APPENA L’EFFETTO DELLA SOSTANZA SVANISCE IL DOLORE TORNA, I<br />

RICORDI TRISTI RIPRENDONO A RIMBALZARE NEL CERVELLO FINO<br />

ALL’ASSUNZIONE DI UNA NUOVA DOSE.<br />

DOLORE PORTA DOLORE ANCHE ALLE PERSONE CHE TI AMANO E CHE<br />

FARAI, INEVITABILMENTE, SOFFRIRE.<br />

IL MODO MIGLIORE CHE HAI PER CANCELLARE IL DOLORE E’ INIZIARE<br />

UNA TERAPIA CON QUALCHE BUON PSICOLOGO CHE TI AIUTI A TIRARE<br />

FUORI TUTTA LA TUA RABBIA, BENEDIRLA E CANCELLARLA.<br />

INIZIARE UN’AUTOTERAPIA USANDO UNA SOSTANZA STUPEFACENTE E’<br />

SICURAMENTE LA SCELTA PEGGIORE CHE TU POSSA FARE!<br />

Di iveerrssi i tti<br />

ipi i<br />

<strong>di</strong> i<br />

ttossssi iccoffi il li iee = Binomio ecstasy-<strong>di</strong>scoteca (più scopo <strong>di</strong>vertimento)<br />

e/o<br />

Grossi <strong>di</strong>sagi personali e il tentativo <strong>di</strong> un’autoterapia<br />

Maggiore è l’assunzione della sostanza maggiore è la <strong>di</strong>pendenza. IInnaal lzzaando i<br />

dossaaggi i ssi i innaal i lzzaa il il<br />

““ccrraavi ing””. . IIl l ccrraavi ing èè un int i teensso deessi ideerri io ffi issi icco cchee può eesssseerree<br />

paarraagonaat to aal ll laa ffaamee ee aal ll laa sseet tee. . E’’ un fforrt ti issssi imo deessi ideerri io ccompul lssi ivo ((cci ioèè cchee deevee<br />

eesssseerree ssod<strong>di</strong> issffaat tt to aal ll l’’i isst taant tee)) ee cchee vaa aal l <strong>di</strong> i làà l deel ll laa rraagi ionee. . Non ssod<strong>di</strong> issffaarree<br />

immee<strong>di</strong> i iaat taameent tee il il<br />

ccrraavi ing vuol l <strong>di</strong> irree rri isscchi iaarree unaa ccrri issi i d’’aasst ti ineenzzaa, , cci ioèè sseent ti irrssi i mol lt to<br />

maal lee peerr laa l maanccaanzzaa <strong>di</strong> i unaa ssosst taanzzaa. .


Crravi ing = intenso desiderio fisico (come la fame e la sete)<br />

E’ un fortissimo desiderio compulsivo che va al <strong>di</strong> là della ragione e<br />

deve essere sod<strong>di</strong>sfatto al più presto per non sentirsi male.<br />

Tossiico<strong>di</strong>ipendenza = Bisogno fisico e psicologico <strong>di</strong> una droga.<br />

Il corpo necessita <strong>di</strong> una droga e non può più farne a meno per mantenere il nuovo<br />

equilibrio fisiologico, dato dall’emissione costante della droga. Se la droga non viene<br />

assunta si entra in astinenza.<br />

Asst ti ineenzzaa = Stare molto male fisicamente. Sudori fred<strong>di</strong>, dolori ai muscoli,<br />

vomito, <strong>di</strong>arrea, forti emicranie, dolori addominali lancinanti.<br />

N. .B. . NON SII MUORE DII CRIISII DII ASTIINENZA!!<br />

RESIISTERE AD UNA CRIISII DII ASTIINENZA È IIL PRIIMO PASSO<br />

VERSO LA GUARIIGIIONE. .<br />

Tossssi icco<strong>di</strong> ipeendeent tee = Un maal laat to<br />

No coscienza<br />

No equilibrio<br />

No forza <strong>di</strong> volontà (senso <strong>di</strong> impotenza)<br />

No senso <strong>di</strong> responsabilità<br />

No affettività (incapace <strong>di</strong> provare amore e o<strong>di</strong>o)<br />

No carattere (privato della propria personalità dalla droga)<br />

Bugiardo<br />

Violento in mancanza della droga<br />

Totalmente inaffidabile<br />

Spesso impotente<br />

Spesso no ciclo mestruale<br />

Sistema immunitario debolissimo<br />

Decalcificazione ossea ecc.<br />

ESISTE A MIO PARERE IL SOGGETTO CHE PIU’ DI ALTRI POTREBBE<br />

DIVENTARE UN GIORNO UN TOSSICODIPENDENTE.<br />

E’ UNA PERSONA FRAGILE, CON POCA PERSONALITA’.<br />

HA ALLE SPALLE UN PASSATO BURRASCOSO SEGNATO DA<br />

FREQUENTI TRADIMENTI ED E’ STATO SPESSO ABBANDONATO.<br />

ABBANDONATO DALLA MADRE, DAL PADRE E POI DALLE FIDANZATE<br />

E DAI FIDANZATI.


UN’INFANZIA TRISTE VISSUTA ALL’OMBRA SPESSO DI UNA MADRE<br />

ACCENTRATRICE E VITTIMEGGIANTE.<br />

DA BAMBINO HA SUBITO TORTI E ABBANDONI E HA IMPARATO A<br />

DIFFIDARE DEL MONDO.<br />

SPESSO SI E’ RITROVATO A PORTARE PESI TROPPO PESANTI PER LE<br />

SUE SPALLE.<br />

IN FAMIGLIA NON C’ERA DIALOGO E NON E’ STATO ABITUATO A<br />

DISCUTERE DEI PROPRI PROBLEMI.<br />

PROVA INVIDIA NEI CONFRONTI DI TUTTO CIO’ CHE GLI APPARE<br />

MIGLIORE DI LUI E DI TUTTO QUELLO CHE GLI APPARE MIGLIORE<br />

RISPETTO A CIO’ CHE POSSIEDE.<br />

L’INVIDIA E’ UNA BRUTTA BESTIA!<br />

QUESTO SOGGETTO CERCHERA’ IN UNA DROGA QUALCOSA CHE GLI<br />

PERMETTA DI VIVERE SENZA QUELLA RABBIA CHE LO DEVASTA DA<br />

QUANDO ERA BAMBINO.<br />

PURTROPPO E’ COSI’.<br />

PURTROPPO ESISTE IL FUTURO TOSSICODIPENDENTE ED E’ PER<br />

QUESTO CHE LA PREVENZIONE VA FATTA NELLE CASE, NELLE<br />

FAMIGLIE, QUANDO I RAGAZZI SONO ANCORA BAMBINI.<br />

IMPARARE A PARLARE, A PARLARSI, A RACCONTARE, A<br />

RACCONTARSI.<br />

QUESTO, NON MI STANCHERO’ MAI DI RIPETERLO, E’ SICURAMENTE<br />

IL MODO MIGLIORE PER EVITARE IL DOLORE, QUALSIASI ESSO SIA.<br />

L’’ABUSO DII QUALSIIASII DROGA PORTA AD IINTOSSIICAZIIONE<br />

E DIIPENDENZA. .<br />

ANCHE L’’USO SPORADIICO MA ECCESSIIVO PUO’’ ESSERE<br />

PERIICOLOSIISSIIMO E PORTARE ANCHE A MORTE CAUSA OVERDOSE. .<br />

NON ESIISTONO DROGHE LEGGERE. .<br />

DOVE C’’E’’ ABUSO, , NESSUNA SOSTANZA STUPEFACENTE E’’ ESENTE DAL<br />

MALE. .


DROGHE ENDOGENE E DROGHE ESOGENE<br />

I BISOGNI DEL CORPO<br />

“Un bevitore <strong>di</strong> vino, un fumatore <strong>di</strong> hashish e un<br />

mangiatore d’oppio, dopo un lungo viaggio, arrivano alle<br />

porte della città a cui erano <strong>di</strong>retti.<br />

Ma lungo la strada incontrano mille <strong>di</strong>fficoltà e hanno<br />

fatto tar<strong>di</strong>.<br />

La città è immersa nel sonno e le gran<strong>di</strong> porte delle mura<br />

sono chiuse.<br />

Nessuno ode i loro richiami.<br />

Il bevitore <strong>di</strong> vino, bevuto l’ultimo sorso, si scatena:<br />

<br />

Il fumatore <strong>di</strong> hashish, dopo una lunga tirata <strong>di</strong><br />

narghilé, sorride beato: < Perché tanta fatica? Possiamo<br />

sicuramente rimpicciolirci abbastanza da scivolare dentro<br />

per la serratura!><br />

Stanno quasi per litigare e si rivolgono al mangiatore<br />

d’oppio che era rimasto zitto: < Ma insomma, da che parte<br />

stai? Chi ha ragione?><br />

Ed egli, srotolando la stuoia a terra: < Amici, secondo<br />

me, ci facciamo su una bella dormita e domani all’alba ci<br />

aprono!> 3<br />

Droghe endogene = Sono presenti nel nostro organismo (nel nostro corpo)<br />

Possono essere tante o poche a seconda degli in<strong>di</strong>vidui e delle attività praticate. Se una<br />

persona fa tanto sport, per esempio, le endorfine tenderanno ad aumentare e la<br />

resistenza alla fatica e al dolore sarà sicuramente migliore. Parlo anche <strong>di</strong> resistenza<br />

emotiva. Riuscire a gestire il dolore, la rabbia, le forti emozioni senza per questo<br />

impazzire o dare i numeri. Sentire dentro <strong>di</strong> se <strong>di</strong> non riuscire a sopportare il peso del<br />

proprio passato, del proprio dolore, dei propri ricor<strong>di</strong>…<br />

FORSE MANCANO NEL TUO FISICO UN PO’ DI ENDORFINE, FORSE TI<br />

SENTI DEBOLE ANCHE PER QUESTO E, PROPRIO PER QUESTO, PIÙ DI<br />

ALTRI INDIVIDUI, POTRESTI, UN GIORNO, RICERCARE UN’AUTOTERAPIA<br />

IN UNA DROGA.<br />

QUANDO SI DICE CHE ESISTONO PERSONE FORTI E PERSONE DEBOLI,<br />

NON FISICAMENTE MA EMOTIVAMENTE, SI INTENDE CHE NON SIAMO<br />

FATTI TUTTI ALLO STESSO MODO, CHE IL NOSTRO ORGANISMO E’<br />

DIFFERENTE E LE DROGHE ENDOGENE PRESENTI ALL’INTERNO DEL<br />

NOSTRO CORPO SONO PIU’ O MENO CARENTI.<br />

3 Clau<strong>di</strong>o Cappuccino, Dall’oppio all’eroina. Un maledetto imbroglio, Cox 18 Books, Milano 1999, p. 20


Più droghe endogene presenti nel nell’organismo, più sensazioni positive avremo:<br />

Maggiore è la resistenza al dolore psicologico e fisico<br />

Maggiore è la resistenza alla fatica<br />

Maggiore è la serenità<br />

Maggiore è il grado <strong>di</strong> socievolezza e apertura<br />

al mondo circostante<br />

Maggiore è il senso <strong>di</strong> gratificazione<br />

Meeno drroghee eendogeenee prreesseent ti i neel ll l’’orrgaani issmo, , meeno<br />

pssi iccol logi icco ee ffi issi icco: :<br />

rreessi isst teenzzaa<br />

Bassa soglia del dolore.<br />

Maggior accumulo <strong>di</strong> stress<br />

più facile provare rabbia e tristezza<br />

Maggiore è la sensazione <strong>di</strong> intolleranza verso gli altri<br />

e verso il mondo<br />

aal l dol lorree<br />

Lee drroghee eendogeenee ssono <strong>di</strong> ivi issee in: i :<br />

╝ ╚<br />

Equivalenti degli “oppioi<strong>di</strong> esogeni” Equivalenti degli psicostimolanti<br />

adrenergici<br />

↓ ↓ ↓<br />

↓ Dopamina<br />

“Oppi ioi i<strong>di</strong> i eendogeeni i” = → Endorfine Adrenalina Serotonina<br />

→ Dinorfine<br />

→ Encefaline<br />

→ Morfina (una piccolissima dose è presente nell’organismo)<br />

Ex: Endorrffi inee = “Morfine endogene”. Il loro ruolo all’interno del nostro organismo è<br />

quello <strong>di</strong> calmare, anestetizzare, rilassare, sopportare forti emozioni, stress e dolore<br />

(l’azione è simile a quella svolta dalla morfina esogena).<br />

E’ L’INTOLLERANZA ALLA SOFFERENZA CHE SPINGE SPESSO UN<br />

POLICONSUMATORE (CHI USA DIVERSE SOSTANZE ALTERNANDOLE)<br />

A SCEGLIERE L’EROIINA ALLE ALTRE DROGHE ESOGENE!<br />

IL TOSSICODIPENDENTE DA EROINA VUOLE ESTRANIARSI DAL<br />

MONDO!!


LO SPORT PUÒ ESSERE UN OTTIIMO SOSTIITUTO DELLE DROGHE<br />

ESOGENE COME<br />

LA MORFIINA E ANDARE IIN AIIUTO DELLE DROGHE ENDOGENE<br />

QUANDO SONO CARENTII. .<br />

FACENDO SPORT SII HANNO NOTEVOLII SCARIICHE DII ENDORFIINE<br />

CHE DANNO<br />

UNA SENSAZIIONE<br />

PIIACEVOLIISSIIMA A CHII LA PROVA. .<br />

CHI SCEGLIE LA COCAIINA INVECE HA CARENZE DI DOPAMINA O<br />

ADRENALINA O SEROTONINA E RICERCA UNA SOSTANZA (LA COCAINA)<br />

CHE AUMENTI LA SICUREZZA IN SE STESSO, LA PROPRIA<br />

SOCIEVOLEZZA, LA PROPRIA PRESTAZIONE SESSUALE. CERCA UNA<br />

DROGA CHE LO TENGA SVEGLIO PER LAVORARE, PER STUDIARE, PER<br />

BALLARE. IL TOSSICO DA COCAINA VUOLE ENTRARE NEL MONDO!!☺<br />

E’’ BENE RIICORDARE CHE CON L’’USO COSTANTE DII COCAIINA<br />

ANCHE LE PRESTAZIIONII SESSUALII PEGGIIORERANNO E IIN ALCUNII<br />

CASII SII DIIVENTA IIMPOTENTII. .<br />

QUALSIIASII DROGA TII PORTA FUORII ROTTA E LONTANO DALLA<br />

REALTA’’ E DAL MONDO, , ANCHE QUELLA CHE AVEVII SCELTO PER<br />

SOCIIALIIZZARE!!<br />

Droghe esogene e droghe endogene interagiscono tramite i rreecceet tt torri i presenti<br />

all’interno del sistema nervoso centrale (SNC) e dell’intestino.<br />

Drroghe esogene = Non presenti nel corpo umano.<br />

Possono solo essere introdotte dall’esterno.<br />

╝<br />

Di ivi issee in<br />

╚<br />

Oppioi<strong>di</strong> esogeni = Oppio Psicostimolanti adrenergici = Cocaina<br />

Morfina Amfetamine<br />

Eroina Ecstasy<br />

CII SONO SOGGETTII PIIU’’ PROPENSII DII ALTRII AD IINTOSSIICARSII<br />

IINTRODUCENDO NEL PROPRIIO CORPO SOSTANZE ESTRANEE ((DROGHE<br />

ESOGENE)) CHE VADANO AD IINTERAGIIRE CON QUELLE GIIA’’ PRESENTII<br />

((DROGHE ENDOGENE)). .<br />

GLII IINDIIVIIDUII PIIU’’ PORTATII ALLA TOSSIICODIIPENDENZA SONO<br />

GENETIICAMENTE PIIÙ DEBOLII DII ALTRII E HANNO UN VIISSUTO<br />

SIICURAMENTE DOLOROSO


OGNII<br />

IINDIIVIIDUO<br />

E’’<br />

DIIVERSO<br />

DALL’’ALTRO<br />

E<br />

OGNII<br />

DROGA<br />

HA<br />

UNA<br />

FUNZIIONE<br />

DIIVERSA.<br />

.<br />

NULLA<br />

E’’<br />

A<br />

CASO!!<br />

SCEGLIIERE<br />

UNA<br />

DROGA<br />

CHE<br />

CII<br />

FACCIIA<br />

DIIVERTIIRE<br />

O<br />

CHE<br />

IIMPEDIISCA<br />

AL<br />

DOLORE<br />

DII<br />

TOCCARCII<br />

E’’,<br />

,<br />

IIN<br />

OGNII<br />

CASO,<br />

,<br />

IINDIICE<br />

DII<br />

DEBOLEZZA.<br />

.<br />

IIL<br />

VERO<br />

LEADER<br />

NON<br />

HA<br />

BIISOGNO<br />

DII<br />

AGGIIUNGERE<br />

NULLA<br />

AL<br />

SUO<br />

CORPO<br />

E<br />

ALLA<br />

SUA<br />

ANIIMA.<br />

.<br />

RIIESCE<br />

A<br />

DIIVERTIIRSII<br />

E<br />

AD<br />

ELABORARE<br />

LA<br />

SOFFERENZA<br />

SENZA<br />

IIL<br />

BIISOGNO<br />

DII<br />

ESPEDIIENTII<br />

ESTERNII.<br />

.


COCAINA<br />

“CHI VIVE SOTTO LA GUIDA DELLA RAGIONE RICAMBIA L’ODIO IN AMORE E<br />

GENEROSITA’, CHI VIVE DI VENDETTA VIVE MISERAMENTE”<br />

(BENTO DE SPINOZA)<br />

Cocaina = La cocaina deriva dalla pianta della coca, arbusto sempreverde <strong>di</strong>ffuso<br />

in Bolivia e Colombia. L’uso delle foglie <strong>di</strong> coca risale almeno al 3000 a.C.. Venivano<br />

usate per alleviare la fatica del lavoro e per lenire la fame. In Europa, le foglie <strong>di</strong> coca<br />

arrivarono in gran<strong>di</strong> quantità verso la metà del 1800 d.C. La cocaina venne isolata<br />

dalle foglie nel 1860 e risultò essere per la me<strong>di</strong>cina moderna il primo anestetico<br />

locale.<br />

Effetti ricercati: senso <strong>di</strong> onnipotenza<br />

insensibilità alla stanchezza<br />

elimina la fame<br />

elimina la paura<br />

si è più coraggiosi e propensi a correre rischi d’ogni tipo<br />

A QUESTO PROPOSITO E’ BENE RICORDARSI CHE LA COCAINA E’<br />

RESPONSABILE DELLA MAGGIOR PARTE DEGLI INCIDENTI STRADALI<br />

CHE COINVOLGONO I GIOVANI.<br />

IL 18% DELLE VITTIME DI INCIDENTI STRADALI SONO RISULTATE<br />

POSITIVE ALLE ANALISI TOSSICOLOGICHE.


INOLTRE SEMBRA CHE CI SIANO MOLTI SOGGETTI RISULTATI POSITIVI<br />

ALLA COCAINA TRA LE VITTIME DELLA ROULETTE RUSSA.<br />

AGGRESSIVITA’, ONNIPOTENZA E CORAGGIO FANNO SI CHE SIANO I<br />

COCAINOMANI I RESPONSABILI DI MOLTI CRIMINI.<br />

ci si sente <strong>di</strong>sinibiti nel fare l’amore, convinti <strong>di</strong> migliorare le prestazioni<br />

NON SI PUO’ SCREDITARE TUTTO, PUO’ ESSERE CHE L’USO DI COCAINA,<br />

IN ALCUNI CASI MIGLIORI LE PRESTAZIONI SESSUALI (ANCHE PERCHE’<br />

TENDE A DILATARE I VASI SANGUIGNI DEL PENE), MA VA<br />

ASSOLUTAMENTE DETTO CHE L’ABUSO DI COCAINA PORTA SPESSO<br />

ALL’IMPOTENZA E ALLA STERILITA’.<br />

Effetti indesiderati: Aggressività improvvisa (l’aggressività è spiegata<br />

dall’attivazione dell’amigdala che governa le emozioni. La cocaina agisce sulle<br />

strutture del cervello coinvolte nelle sensazioni. Inoltre la cocaina impe<strong>di</strong>sce la<br />

ricaptazione <strong>di</strong> serotonina e noradrenalina legate rispettivamente al tono dell’umore e<br />

allo stato <strong>di</strong> veglia. Questo spiega il senso <strong>di</strong> euforia e <strong>di</strong> efficienza psicofisica)<br />

anoressia<br />

Ipereccitazione<br />

allucinazioni deliri<br />

IL CERVELLO SCHIZZA!<br />

I PENSIERI SONO IN DISORDINE!<br />

AUGURATEVI DI NON DOVER AVER NIENTE DI IMPORTANTE DA FARE E<br />

DA PENSARE!<br />

AUGURATEVI DI NON AVERE LA RESPONSABILITA’ DI UN ALTRO<br />

ESSERE VIVENTE, NON SARESTE IN GRADO DI ACCUDIRLO!<br />

SE NON VI SENTITE BENE, SPECIE SE SIETE ALLA GUIDA DI UN VEICOLO,<br />

NON VI VERGOGNATE, DITELO A CHI E’ CON VOI E CERCATE DI<br />

CHIAMARE UN’AMBULANZA.<br />

SOPRATTUTTO, MOLLARE L’ORGOGLIO, GUARDARE IN FACCIA CHI E’<br />

SEDUTO DI FIANCO A VOI E, SE STA MEGLIO, MOLLARGLI IL POSTO DI<br />

GUIDA.


SE SIETE SOLI CERCATE DI MANTENERE IL PIU’ POSSIBILE LA CALMA<br />

FACENDO RESPIRI PROFONDI E, POSSIBILMENTE, BEVENDO MOLTA<br />

ACQUA.<br />

Ansia<br />

Depressione<br />

Collasso<br />

Infarto al miocar<strong>di</strong>o e al cervello<br />

Convulsioni<br />

Epilessia<br />

Anoressia<br />

Shock<br />

Coma<br />

Ictus<br />

Disfunzioni degli equilibri ormonali che controllano le funzioni<br />

sessuali<br />

Arresto del respiro<br />

Morte <br />

L’USO CONTINUATIVO DI COCAINA PUO’ CAUSARE EPATITI<br />

TOSSICHE, TURBE NEUROLOGICHE, PSICHIATRICHE E<br />

PERFORAZIONE DEL SETTO NASALE SE VIENE INALATA.<br />

COL PROGREDIRE DELL’INTOSSICAZIONE CRONICA,<br />

CONTRARIAMENTE A QUANTO ACCADE AGLI EROINOMANI, IL<br />

FENOMENO DELLA TOLLERANZA INVERSA ESPONE I COCAINOMANI<br />

A UN RISCHIO SEMPRE MAGGIORE DI OVERDOSE.<br />

PARECCHI SONO I SINTOMI CHE INDICANO CHE SI STA<br />

RAGGIUNGENDO IL LIVELLO DI IPERDOSAGGIO, CHE SI ARRIVERA’<br />

PRESTO A UN’OVERDOSE E QUINDI, MOLTO PROBABILMENTE, ALLA<br />

MORTE.<br />

RICONOSCERE I LIMITI DEL PROPRIO CORPO PUO’ SALVARCI LA<br />

VITA!!!!<br />

I SINTOMI A CUI BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE QUANDO IL<br />

NOSTRO ORGANISMO E’ AL LIMITE E NON PUO’ PIU’ SOPPORTARE<br />

NEMMENO UNA SOLA DOSE DI COCAINA SONO:<br />

Sudori fred<strong>di</strong><br />

Tremori<br />

Eccessiva irritabilità e aggressività<br />

Insonnia causata da ansia, da angoscia e attacchi <strong>di</strong> panico


In gravidanza: l’uso della cocaina in gravidanza è particolarmente pericoloso per il<br />

feto in quanto subisce danni duraturi anche da una sola esposizione a tale droga. La<br />

cocaina penetra rapidamente nella placenta e nel feto e si trasforma nella pericolosa<br />

norcina che, permanendo nell’utero, viene nuovamente inghiottita riesponendo il feto<br />

ripetutamente alla droga. Il feto rimane esposto ad una singola dose materna per 5-6<br />

giorni, mentre un corpo adulto elimina i metabolici in 2 giorni (Jiulien, 1992). Gli<br />

effetti patologici a tale esposizione sono:<br />

anormalità neurologiche<br />

malformazioni genito-urinarie<br />

ictus<br />

L’USO DI COCAINA IN GRAVIDANZA PUO’ ANCHE CAUSARE LA<br />

ROTTURA DELLA PLACENTA E L’ABORTO!<br />

CI SONO CENTRI SPECIALIZZATI CHE POSSONO AIUTARTI E<br />

AIUTARE IL TUO BAMBINO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.<br />

CHIEDI AIUTO!<br />

Vie <strong>di</strong> somministrazione della cocaina: Fumo dei vapori<br />

<br />

Inalare il fumo dei vapori è un metodo caratterizzato da grande velocità <strong>di</strong><br />

assorbimento, rapi<strong>di</strong>tà e quin<strong>di</strong> anche brevità degli effetti. La cocaina in tali<br />

presentazioni non supera le concentrazioni del 50%.<br />

Via orale<br />

La cocaina può anche essere ingerita con effetti non intensi ma più persistenti e un<br />

assorbimento più lento.<br />

RICORDATEVI SEMPRE CHE TUTTO QUELLO CHE VIENE INGERITO<br />

E’ INCONTROLLABILE PER IL NOSTRO CORPO.<br />

ATTENZIONE DUQUE A NON STRAFARE PERCHE’ POTRESTE NON<br />

REGGERE IL COLPO!<br />

IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA, DATO SOPRATTUTTO DALL’USO DI<br />

DROGHE, PUO’ FACILMENTE FARTI PERDERE IL SENSO DEL LIMITE<br />

E IL SENSO DELLA REALTA’.


Via intranasale<br />

La cocaina si può anche sniffare, cioè tirare su dal naso. Questo è sicuramente il<br />

metodo più <strong>di</strong>ffuso, più facile e caratterizzato da grande capacità <strong>di</strong> assorbimento.<br />

Agisce imme<strong>di</strong>atamente sul cervello provocando un intenso piacere chiamato in gergo<br />

“rush”. Piacere che si esaurisce presto, dopo circa trenta minuti si sente già il bisogno<br />

<strong>di</strong> assumere un’altra dose. Se la dose non c’è ecco il cosiddetto “down”, una<br />

sensazione orrenda, in cui subentrano ansia, nervosismo,depressione e paranoie. Ecco,<br />

con il down, arrivare, puntuale come un orologio svizzero, la sindrome d’astinenza.<br />

IL CONSIGLIO E’ DI SAPERE<br />

GESTIRE L’ASTINENZA E<br />

NON ASSUMERE UN’ALTRA<br />

DOSE DI COCAINA<br />

ALTRIMENTI DIVERRETE<br />

FACILMENTE DIPENDENTI E<br />

TUTTO QUESTO SARA’<br />

PRESTO INCONTROLLABILE!<br />

LA COCAINA VIENE<br />

SNIFFATA QUASI SEMPRE<br />

CON L’AIUO DI UNA<br />

BANCONOTA.<br />

PIU’ E’ ALTO IL VALORE, PIU’<br />

DA PRESTIGIO.<br />

A MIO PARERE, OLTRE AD<br />

ESSERE DI CATTIVO GUSTO,<br />

E’ UN AFFRONTO ALLA<br />

POVERTA’, A CHI NON HA<br />

NEMMENO I SOLDI PER<br />

MANGIARE.<br />

NON E’ RETORICA, E’ REALE CHE CI SIANO PERSONE CHE MUOIONO<br />

ANCORA DI FAME O CHE SEMPLICEMENTE FANNO FATICA AD<br />

ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE.<br />

PENSATECI AGLI ALTRI, OGNI TANTO,<br />

TRA UNA CAZZATA E L’ALTRA!


Via endovenosa<br />

Iniettarsi cocaina in vena è senza dubbio il metodo più pericoloso in quanto permette<br />

l’assorbimento più completo della sostanza e determina alte concentrazioni <strong>di</strong> cocaina<br />

nel sangue in tempi brevissimi.<br />

La cocaina in vena viene spesso mischiata ad eroina. Questo miscuglio prende il nome<br />

<strong>di</strong> “speed-ball” ed è una bomba dentro con rischi altissimi per la salute e per<br />

la vita. Purtroppo molti cocainomani <strong>di</strong>pendenti, in mancanza <strong>di</strong> denaro, tendono ad<br />

iniettarsi in vena speed-ball perché costa meno e ne serve meno affinché faccia effetto<br />

sull’organismo.<br />

LA COCAINA IN VENA PROVOCA REAZIONI VIOLENTE.<br />

IL RESPIRO MANCA, IL RITMO CARDIACO ACCELERA BRUSCAMENTE, SI<br />

HANNO VERTIGINI, ALLUCINAZIONI, ATTACCHI DI COLLERA<br />

INCONTROLLATI ED E’ ALTISSIMO IL RISCHIO DI ATTACCHI EPILETTICI.<br />

LA COCAINA È, SENZA DUBBIO, UNA DELLE DROGHE CHE PORTA PIÙ<br />

VELOCEMENTE ALLA DIPENDENZA. BISOGNA PRESTARE<br />

ATTENZIONE AI SEGNALI DI SATURAZIONE DEL NOSTRO CORPO<br />

CAUSA IL FENOMENO DELLA TOLLERANZA INVERSA, ALTRIMENTI<br />

RISCHIAMO LA VITA .<br />

SI TOLLERA UNA DROGA ABITUANDOSI AD ESSA, QUESTO È IL CASO<br />

DELLA CANNABIS MA SOPRATTUTTO DELL’EROINA.<br />

CON LA COCAINA È BENE RICORDARSI CHE AVVIENE UN PROCESSO<br />

CONTRARIO.<br />

PIÙ SI ASSUME, MENO SI TOLLERA, PIÙ C’È IL RISCHIO DI<br />

OVERDOSE.


EROINA<br />

“C’È UNA STORIA NEL LIBRO DI SWAMI MUKTANDA KUNDALI: THE SECRET OF<br />

LIFE (KUNDALI: IL SEGRETO DELLA VITA), SU CUI HO RIFLETTUTO PIÙ<br />

VOLTE.<br />

PRIMA DELLA CREAZIONE DEL MONDO SOLO DIO ESISTEVA.<br />

DOPO QUALCHE TEMPO, DIO SI ANNOIÒ DI STARE TUTTO SOLO E DESIDERÒ<br />

QUALCUNO CON CUI INTRATTENERSI.<br />

COSÌ CREÒ IL MONDO, TRAENDOLO DA SE STESSO (O DA SE STESSA) E DIEDE<br />

VITA A DIVINITÀ MINORI CHE LO AIUTASSERO A GESTIRE L’UNIVERSO.<br />

TUTTE LE CREATURE, PERÒ, ERANO CONSAPEVOLI DI ESSERE DIVINE E<br />

SAPEVANO COME TORNARE A UNIRSI ALLA FONTE DA CUI PROVENIVANO.<br />

IN POCHISSIMO TEMPO PERSERO INTERESSE NEL MONDO E TORNARONO IN<br />

MASSA DA DIO IN PARADISO.<br />

IL GIOCO DIVINO ERA ROVINATO.<br />

ANCORA UNA VOLTA DIO SI ANNOIAVA.<br />

L’ALTISSIMO INDISSE ALLORA UNA RIUNIONE CON GLI DÈI E CHIESE LORO<br />

AIUTO.<br />

UNO SUGGERÌ: < PERCHÉ NON ESPELLERE TUTTI DAL CIELO, CHIUDERE I<br />

CANCELLI, NASCONDERE LA CHIAVE E STENDERE UN VELO DI OBLIO IN MODO<br />

CHE GLI ESSERI NON RICORDINO CON FACILITÀ DA DOVE VENGONO?><br />

DIO PENSÒ CHE QUESTA FOSSE UN’IDEA ECCELLENTE: < MA DOVE DOBBIAMO<br />

NASCONDERE LA CHIAVE DEL PARADISO?>, DOMANDÒ.<br />

, CONSIGLIÒ UN DIO.<br />

, PROPOSE UN ALTRO.<br />

<br />

DIO SEDETTE IN MEDITAZIONE PER VEDERE IL FUTURO.<br />

SCORAGGIATO, DISSE: <br />

GLI DÈI AMMUTOLIRONO.<br />

ALL’IMPROVVISO, DIO ESCLAMÒ: <br />

TUTTI GLI DÈI APPLAUDIRONO IL BRILLANTE PIANO DIVINO.<br />

E, DA ALLORA, DIO SI DIVERTE A VEDERE LA NOSTRA RICERCA DELLA VIA<br />

PER TORNARE A CASA”. 4<br />

4<br />

Christina Grof, Guarire dalla <strong>di</strong>pendenza. Alcool, droghe, consumi, affetti: auto<strong>di</strong>struzione e sete <strong>di</strong> completezza, Red E<strong>di</strong>zioni,<br />

Como 1999, pp. 30-31


Eroina = L’eroina deriva dall’oppio e l’oppio deriva dal papavero. Per l’esattezza<br />

dal Papavero Somniferum . Le capsule <strong>di</strong> papavero sono da sempre state associate<br />

ad Ipnos, <strong>di</strong>o greco del sonno, a Morfeo, <strong>di</strong>o dei sogni, a Nyx, dea della notte e a<br />

Thanatos, dea della morte.<br />

Dall’oppio si estrae la morfina base e, in un secondo tempo, la si trasforma in eroina.<br />

Morfina ed eroina sono entrambe oppioi<strong>di</strong> proprio perché derivano dall’oppio. Molte<br />

dame dell’ottocento si iniettavano morfina perché erano <strong>di</strong>pendenti e anche perché,<br />

allora, faceva molto chic.<br />

LA MORFINA E’ PIU’ FACILE CHE VENGA USATA PER CURARE IL<br />

CORPO PIUTTOSTO CHE L’ANIMA.<br />

VIENE SOMMINISTRATA, LA MORFINA, PER ALLEVIARE IL DOLORE<br />

AI MALATI DI TUMORE.<br />

L’EROINA VIENE ASSUNTA DA QUELLI CHE IL DOLORE L’HANNO<br />

NELL’ANIMA E SCOPRONO NELL’EROINA UN’ANESTESIA EMOTIVA<br />

INSOSTITUIBILE.<br />

CALMARE IL DOLORE E’ OPERA DIVINA ED E’ QUESTO A RENDERE GLI<br />

OPPIOIDI INSOSTITUIBILI.<br />

LA PENSAVA COSI’ WILLIAM OSLER, UNO DEI PADRI DELLA MEDICINA<br />

MODERNA, QUANDO, RIFERENDOSI ALLA MORFINA, DICEVA CHE DIO<br />

L’AVEVA SCELTA COME MEDICINA PER CURARE SE STESSO.<br />

NATURALMENTE E’ SOLO UNA SUPPOSIZONE DI OSLER.<br />

NON CREDO PROPRIO CHE DIO ABBIA MAI USATO DROGHE.<br />

PENSO PIUTTOSTO CHE SIA DISPERATO NEL VEDERE QUELLI CHE LE<br />

USANO E CHE, OLTRE A DISTRUGGERSI, DISTRUGGONO LA VITA A CHI<br />

STA LORO VICINO.<br />

L’eroina, chiamata “<strong>di</strong>acetilmorfina”, nel linguaggio farmaceutico, si ottiene facendo<br />

reagire la morfina con l’anidride acetica.<br />

BASTA STARE VICINO AD UN TOSSICODIPENDENTE IN CRISI<br />

D’ASTINENZA PER SENTIRE IMMEDIATAMENTE UN FORTISSIMO<br />

ODORE D’ACETO DATO DAI SUDORI FREDDI.<br />

DAVVERO UN ODORE NAUSEABONDO!<br />

La <strong>di</strong>acetilmorfina (eroina) e’ stata sintetizzata da C. R. Wright nel 1874 e,<br />

inizialmente, nessuno la tenne molto in considerazione finchè la <strong>di</strong>tta tedesca Bayer, la<br />

stessa che aveva appena brevettato l’acido acetilsalicilico (Aspirina), la lanciò sul<br />

mercato con il nome commerciale <strong>di</strong> eroina pubblicizzandola come antidoto contro la<br />

tosse.<br />

Per tantissimi anni non si riconobbe la sua capacità <strong>di</strong> determinare <strong>di</strong>pendenza e i<br />

me<strong>di</strong>ci tranquillamente la prescrivevano ai pazienti senza troppa cautela.


La Bayer sosteneva che:<br />

1) Al contrario della morfina (che allora era <strong>di</strong> gran moda tra le dame dell’800 che<br />

se la iniettavano nei Café) l’eroina produce un aumento <strong>di</strong> attività. (A questo<br />

proposito io mi permetto <strong>di</strong> aggiungere che questa affermazione è del tutto<br />

<strong>di</strong>scutibile)<br />

2) Calma l’ansia e ogni sentimento negativo. Calma ogni timore.<br />

3) Anche piccolissime dosi<br />

fanno sparire ogni tipo <strong>di</strong><br />

tosse, perfino nei malati <strong>di</strong><br />

tubercolosi.<br />

4) I morfinomani trattati con<br />

l’eroina hanno perso ogni<br />

tipo <strong>di</strong> interesse per la<br />

morfina.<br />

Lanciata con questa grande<br />

campagna pubblicitaria nel 1898,<br />

l’eroina, invade le farmacie <strong>di</strong> tutti<br />

i continenti, e si continuerà a<br />

venderla liberamente mentre<br />

l’oppio e la morfina cominceranno<br />

ad essere controllati.<br />

I me<strong>di</strong>ci la preferiranno per le<br />

stesse ragioni per cui, un secolo<br />

prima, avevano preferito la<br />

morfina all’oppio.<br />

I me<strong>di</strong>ci sostenevano che l’eroina produceva lo stesso effetto analgesico della morfina<br />

in dosi molto minori, procurando un’euforia più intensa e per <strong>di</strong>verse ore funzionando<br />

come stimolante leggero ma potente.<br />

Ad<strong>di</strong>rittura era stata creata una “pillola anti oppio” con una percentuale altissima<br />

<strong>di</strong> eroina come ingre<strong>di</strong>ente principale.<br />

“L’OPPIO CINGE L’IO DI UNA BARRIERA PER CUI SIA PASSIONI INTERIORI<br />

COME RABBIA, ODIO, TRISTEZZA, SIA EVENTI ESTERNI ANCHE GRAVISSIMI,<br />

TALI DA POTER CAUSARE UN POTENTE DOLORE MORALE, NON PROVOCANO<br />

ALCUNA SOFFERENZA. L’OPPIO QUINDI, NON GENERA PIACERE , EUFORIA, MA<br />

IMPEDISCE AL DOLORE, SIA FISICO SIA MENTALE , DI GIUNGERE<br />

ALL’IO…TUTTAVIA, SPEGNENDO LA FIAMMA DELLE PASSIONI, SEDANDO SIA LA<br />

SOFFERENZA PSICHICA CHE QUELLA FISICA, ESSO ELIMINA OGNI RELAZIONE<br />

INTERIORE CON GLI OGGETTI ESTERNI. INFATTI, COME GIUSTAMENTE<br />

GIUDICAVA ARISTOTELE, TOGLIENDO LE EMOZIONI SI TOGLIE ANCHE LA<br />

POSSIBILITÀ DELLA VITA STESSA…LE ONDE TEMPESTOSE DELLE PASSIONI SI<br />

FRANGONO CONTRO LA POTENTE BARRIERA FORMATA DALL’OPPIO.” 5<br />

5 Giuseppe Roccatagliata, La droga, il cervello, la mente. Il riequilibrio biochimico, Liguori E<strong>di</strong>tore s.r.l., Napoli 2001, pp. 18-19


QUANTE VOLTE NELLA STORIA SI E’ CERCATO DI ELIMINARE DELLE<br />

DROGHE SOSTITUENDONE ALTRE CHE SI PENSAVA FOSSERO MENO<br />

DANNOSE.<br />

L’ESSERE UMANO FA QUESTE COSE E POI, A DISTANZA DI ANNI, LE<br />

CRITICA PERCHÉ SCOPRE CHE FANNO MALE E CERCA DI<br />

GIUSTIFICARSI IN MILLE MODI E CERCA DI SOSTITUIRE IL MALE<br />

CON IL BENE MA NON SEMPRE CI RIESCE.<br />

L’ESSERE UMANO È FRAGILE E PUÒ SBAGLIARE.<br />

NON CONDANNIAMOLO TROPPO PER QUESTO.<br />

IMPAREREMO A PERDONARE, UN GIORNO.<br />

PERDONEREMO IL NOSTRO PASSATO SE CI HA FATTO SOFFRIRE, I<br />

NOSTRI GENITORI SE HANNO SBAGLIATO IN QUALCOSA, I NOSTRI<br />

FIDANZATI SE CI HANNO ABBANDONATO, I NOSTRI AMICI SE CI<br />

HANNO DELUSO.<br />

LA NOSTRA ANIMA ALLORA VOLERÀ ALTA E LE DROGHE NON CI<br />

SERVIRANNO PIÙ.<br />

L’eroina era ben cinque volte più efficace contro il dolore della morfina!<br />

Inizialmente non si pensò che l’eroina potesse creare <strong>di</strong>pendenza. Si pensava piuttosto<br />

<strong>di</strong> avere trovato finalmente qualcosa che eliminasse la <strong>di</strong>pendenza da morfina senza<br />

creare altri problemi.<br />

CAPITA SPESSO CHE UNA DROGA VENGA USATA PER ELIMINARNE<br />

UN’ALTRA CON L’ILLUSIONE DI ESSERE FINALMENTE LIBERI.<br />

OGNI DROGA TI RENDE SCHIAVO E DELLA LIBERTA’ HAI SOLO UN<br />

VAGO RICORDO!<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che anche la cocaina era stata usata per eliminare la <strong>di</strong>pendenza dalla<br />

morfina e Freud ci aveva visto giusto quando affermò che: “…QUESTI SONO I<br />

TRISTI RISULTATI DI CHI HA CERCATO DI ESORCIZZARE SATANA INVOCANDO<br />

BELZEBU’”<br />

Passare da una droga all’altra è un circolo vizioso che non ha fine finchè non si<br />

“<strong>di</strong>sintossica l’anima”.<br />

Per <strong>di</strong>sintossicare l’anima bisogna avere il coraggio <strong>di</strong> guardare.<br />

Guardare i propri cari, i loro errori, i loro <strong>di</strong>fetti e il male che hanno fatto per<br />

ignoranza, per egoismo, per non amore o, semplicemente, perché esseri umani.<br />

Poi bisogna guardare se stessi, le proprie debolezze, ammettere le proprie<br />

frustrazioni, gridare la rabbia e permetterle <strong>di</strong> uscire in modo sano, definitivamente<br />

lontana.<br />

Solo dopo che si è stati giù, nell’inferno dell’inconscio, solo dopo che si è scavato nel<br />

buio si potrà risalire davvero e vedere la luce.<br />

L’eroina è comoda, ci si risparmia tutto questo soffrire.


Senza soffrire non si potrà mai guarire e anche una terapia psicologica fatta<br />

superficialmente, quasi per accontentare lo psicologo o i genitori, risulta essere nulla.<br />

Anche andare dallo psicologo sotto sedativi o metadone o con qualsiasi altro farmaco<br />

in corpo in grado <strong>di</strong> lenire il dolore e offuscare il cervello è assolutamente inutile.<br />

Il tossico deve imparare ad accettare la sofferenza e saperla gestire.<br />

Solo allora non sarà più un tossico!<br />

Dopo una <strong>di</strong>sintossicazione fisica dall’eroina o da qualsiasi altra droga è bene seguire<br />

un’accurata terapia analitica senza ricorrere a me<strong>di</strong>cine o, comunque, a psicofarmaci.<br />

Il tossico<strong>di</strong>pendente mente, mente anche in seduta dallo psicologo e non essendo<br />

abituato a parlare <strong>di</strong> se stesso a nessuno gli risulta molto <strong>di</strong>fficile raccontare le proprie<br />

emozioni, i propri sentimenti, il proprio vissuto.<br />

Il più delle volte, il tossico, è cresciuto in famiglie dove l’ipocrisia e l’omertà fanno da<br />

padrone ed è meglio il non detto piuttosto che <strong>di</strong>re ciò che potrebbe mettere a<br />

repentaglio l’apparente equilibrio familiare.<br />

La famiglia del tossico<strong>di</strong>pendente è convinta che “i panni si lavano in famiglia” e<br />

che nemmeno gli amici più cari, sempre ammesso che ce ne siano, possono entrare<br />

nella loro vita privata.<br />

In un nucleo familiare dove il <strong>di</strong>alogo manca tra gli stessi membri è quasi impossibile<br />

che si crei fiducia nel prossimo e che si impari ad esporre un problema prima <strong>di</strong><br />

mettere in atto meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.<br />

In analisi, oltre al ragazzo, dovrebbero andare tutti i parenti più stretti se si vuole<br />

ottenere davvero un buon risultato.<br />

Tutti i membri della famiglia si devono mettere in <strong>di</strong>scussione affinché ci sia una reale<br />

guarigione che vada al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> un’apparente <strong>di</strong>sintossicazione fisica.<br />

Purtroppo, il più delle volte, i familiari si rifiutano <strong>di</strong> entrare in terapia inventando le<br />

scuse più strane.<br />

Spesso è anche il ragazzo a non volere che, specialmente la madre, si sottoponga ad<br />

osservazione analitica per paura <strong>di</strong> ferirla.<br />

Le mamme dovrebbero insegnare ai propri figli ad essere autonomi, a cavarsela da<br />

soli, a non incolpare sempre gli altri per tutto ciò che accade.<br />

Devono cavarsela da soli quando litigano con un compagno <strong>di</strong> classe, quando la<br />

maestra li sgrida, quando qualcuno li accusa <strong>di</strong> qualcosa.<br />

I ragazzi, sin da bambini, devono imparare a prendersi le proprie responsabilità.<br />

Naturalmente, anche le responsabilità, devono essere pesate in base all’età del<br />

soggetto.<br />

Responsabilizzare troppo un bambino dandogli ruoli che non gli competono, come per<br />

esempio fargli sostituire il padre assente, è comunque deleterio.<br />

Ragazzi e bambini non devono essere sempre <strong>di</strong>fesi dalla mamma <strong>di</strong> fronte a chiunque<br />

e a qualsiasi accusa perché non imparano a rapportarsi con gli altri, a chiedere scusa e<br />

a vivere.<br />

Devono cavarsela da soli da adulti, devono lavarsi i piatti e i vestiti, farsi la spesa,<br />

pulirsi la casa e pensare alle scadenze delle bollette da pagare.


Le madri, anche quando i figli sono gran<strong>di</strong> e vivono da soli, dovrebbero imparare a<br />

responsabilizzarli senza entrargli puntualmente in casa per risistemare il delirio, per<br />

porre vivande cucinate accuratamente nel frigorifero.<br />

Le mamme, in realtà, curano se stesse dai propri sensi <strong>di</strong> colpa per non esserci state<br />

prima, molto prima, quando il ragazzo era bambino.<br />

Così, un po’ per farsi perdonare e un po’ per perdonarsi giocano a fare le mamme<br />

apprensive <strong>di</strong>struggendo completamente e definitivamente ciò che, forse, si sarebbe<br />

potuto salvare.<br />

Le mamme dei tossicomani hanno creato con i loro comportamenti nei figli<br />

bambini le basi della tossicomania e solo con un cambiamento drastico <strong>di</strong><br />

abitu<strong>di</strong>ni e atteggiamenti si può sperare <strong>di</strong> aiutarli ad uscire dalla droga.<br />

La tossicomania nasce tra le mura <strong>di</strong> casa, dentro la mente ancora fertile <strong>di</strong> un<br />

bambino che, un giorno, se non incontrerà persone in grado <strong>di</strong> stravolgergli la vita e i<br />

valori, inevitabilmente rischierà, più <strong>di</strong> altri, <strong>di</strong> conoscere le droghe.<br />

Ci si ammala da piccoli e la frattura è grande come un cratere <strong>di</strong> vulcano ed è <strong>di</strong>fficile<br />

da risanare, così che, da gran<strong>di</strong>, se si ha la possibilità <strong>di</strong> conoscere qualcosa che<br />

permette <strong>di</strong> vivere senza gli altri, senza esseri umani capaci <strong>di</strong> fare del male, capaci <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>re le aspettative, capaci <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re la fiducia, ecco aprirsi le porte <strong>di</strong> un para<strong>di</strong>so<br />

artificiale.<br />

Se si cerca il piacere in una droga, nelle mo<strong>di</strong>ficazioni chimiche che essa produce, è<br />

sicuramente perché si rifiuta l’amore e la quoti<strong>di</strong>anità fatta <strong>di</strong> gioie e dolori che<br />

possono derivare dall’incontro con le altre persone presenti sulla terra.<br />

E’ nel passato <strong>di</strong> un tossico, quando ancora non aveva conosciuto alcuna droga, la<br />

chiave <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>sturbi ed è per questo che va ribaltato, scrutato, guarito, perdonato.<br />

Liberare qualcuno da una droga, liberarlo psicologicamente, significa, il più delle<br />

volte, scatenare i suoi demoni più profon<strong>di</strong> e renderli innocui una volta per tutte.<br />

Bisogna mettere in <strong>di</strong>scussione tutto partendo proprio dalle <strong>di</strong>namiche familiari, dal<br />

rapporto con i genitori.<br />

Anche un bambino che ha subito violenze e ha provato a raccontarle ai genitori senza<br />

essere ascoltato o creduto può sviluppare in futuro enormi problemi e ricorrere alle<br />

droghe.<br />

SE LA VITA E’ UNA QUESTIONE DI RAPPRESENTAZIONI<br />

per un soggetto portato alla tossico<strong>di</strong>pendenza lo è ancora <strong>di</strong> più.<br />

Vive delle sue rappresentazioni, ma anche <strong>di</strong> quelle della madre sofferente e infelice<br />

con la quale vive in simbiosi psichica.<br />

Le sofferenze, le frustrazioni e i ricor<strong>di</strong> della madre vengono proiettati nel figlio<br />

completamente incapace <strong>di</strong> osservare dal <strong>di</strong> fuori la realtà.<br />

Il bambino investito <strong>di</strong> responsabilità enormi, affettive e pratiche, chiamato a<br />

sostituire un padre spesso assente o violento, si sente <strong>di</strong> dover dare alla madre quello<br />

che lei in continuazione lamenta le sia mancato.<br />

Questo bambino è facilmente più propenso <strong>di</strong> altri bambini a <strong>di</strong>ventare un<br />

tossico<strong>di</strong>pendente, specie se è debole <strong>di</strong> carattere.


Questo bambino vive la sua vita nel cercare <strong>di</strong> coprire i buchi affettivi della madre.<br />

Una madre sempre ammalata per colpa <strong>di</strong> chi?<br />

Del marito, del padre, della mamma, <strong>di</strong> qualcuno prima <strong>di</strong> lei.<br />

Spesso anche la madre del futuro tossicomane ha sperimentato una situazione <strong>di</strong><br />

abbandono che, se non adeguatamente rivista ed elaborata tenderà a ripetersi con le<br />

stesse <strong>di</strong>namiche che l’hanno preceduta sui figli, sul marito e su chiunque tenterà <strong>di</strong><br />

avvicinarla.<br />

Non bisogna permettere agli altri <strong>di</strong> avvicinarsi troppo, non bisogna crearsi<br />

aspettative, non bisogna avere fiducia nel prossimo, così ragiona il più delle volte una<br />

mente ferita ed abbandonata in giovane età.<br />

Meglio attaccare, <strong>di</strong>fendersi, essere autosufficienti e non affezionarsi a nessuno…così<br />

ragiona il più delle volte la madre del tossico ed è questo che lui ha imparato.<br />

Il più delle volte la madre nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne in cui si ritrova è incapace <strong>di</strong><br />

evitare al figlio la replica delle carenze da lei stessa subite.<br />

Il bambino cresce frequentemente affidato ad altre persone, ai fratelli, agli zii, ai nonni<br />

o a dei vicini <strong>di</strong> casa.<br />

La madre lavora troppo, la madre ha una nuova relazione e non ha tempo per i figli, la<br />

madre ha bisogno <strong>di</strong> coccole ma non sa darle.<br />

Così un bambino cresce amando in un modo smisurato una madre che non è in grado<br />

<strong>di</strong> fare altrettanto e cerca <strong>di</strong> renderla felice con ogni mezzo possibile, ma lei lo tra<strong>di</strong>rà<br />

per un altro uomo che non è il padre, è un altro ancora.<br />

Il bambino, un giorno, inizierà ad o<strong>di</strong>arla e tutta la rabbia cercherà <strong>di</strong> incanalarla come<br />

meglio crede dentro se stesso per non esplodere contro sua madre.<br />

Un giorno, questo bambino crescerà e, per caso, tra una droga e l’altra, conoscerà<br />

l’eroina e scoprirà che era ciò che gli serviva per <strong>di</strong>menticare tutto il suo dolore e per<br />

<strong>di</strong>sintegrare tutta la sua rabbia e per non o<strong>di</strong>are più sua mamma.<br />

Mi scuso con le mamme per aver fatto loro accuse pesanti, ma senza tirare in<br />

causa le mamme sarebbe mancato a questo libro un pezzo fondamentale senza il<br />

quale nulla risultava comprensibile.<br />

I PRIMI ANNI DI VITA DI UN INDIVIDUO SONO FONDAMENTALI<br />

AFFINCHÉ SIA UN ADULTO SANO, RESPONSABILE E SERENO.<br />

IL DIALOGO ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA E FONDAMENTALE<br />

PERCHE’ INSEGNA A RACCONTARE, AD ESPRIMERE SENTIMENTI,<br />

FRUSTRAZIONI, RANCORI, GIOIE E DOLORI.<br />

SE MANCA IL DIALOGO MANCA TUTTO E TUTTO E’ IN BALIA DEGLI<br />

EVENTI.<br />

IL DIALOGO CRESCE, CURA E INSEGNA A VIVERE E AD AMARE.


Per amor del vero è giusto parlare anche degli altri membri della<br />

famiglia del futuro tossico<strong>di</strong>pendente.<br />

Il padre è spesso assente, <strong>di</strong>staccato emotivamente oppure è rigido, violento,<br />

autoritario, con atteggiamenti verso le figlie spesso seduttivi e vicini all’incesto.<br />

I fratelli possono essere compagni <strong>di</strong> droga o assuntori <strong>di</strong> ruoli parentali sostitutivi.<br />

LA FAMIGLIA DEL FUTURO TOSSICODIPENDENTE E’ QUASI SEMPRE<br />

MATRIARCALE!<br />

CAPO FAMIGLIA UNA MADRE ACCENTRATRICE, VITTIMEGGIANTE.<br />

Attualmente, dalle ASL, viene somministrato metadone per <strong>di</strong>sintossicare fisicamente<br />

dall’eroina. Il metadone è anch’esso un oppioide sintetizzato dai chimici tedeschi<br />

durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale e denominato “dolophine” in onore <strong>di</strong> Adolf<br />

Hitler. Il metadone è un oppiaceo sintetico utilizzato come sostituto legale dell’eroina.<br />

Il metadone non produce il “flash” tipico dell’eroina, non produce cioè quella ondata<br />

<strong>di</strong> calore e quel piacere intenso.<br />

Questo è uno dei motivi per cui molti tossico<strong>di</strong>pendenti in terapia metadonica<br />

ricadono nell’eroina. Il metadone non produce piacere, ma è a tutti gli effetti una<br />

droga. Probabilmente, se Freud l’avesse conosciuto, avrebbe ripetuto che è assurdo<br />

cercare <strong>di</strong> esorcizzare Satana invocando Belzebù.<br />

IL METADONE NON E’ UNA CURA EFFICACE CONTRO LA<br />

DIPENDENZA PSICOLOGICA DA EROINA, MA SOLO CONTRO LA<br />

DIPENDENZA FISICA.<br />

SENZA UNA TERAPIA PSICOLOGICA ADEGUATA DIFFICILMENTE UN<br />

TOSSICO RIESCE A DIMENTICARSI DELL’EROINA.<br />

DIMENTICARSI DELL’EROINA VORREBBE DIRE AVERE RISOLTO<br />

TUTTI QUEI PROBLEMI CHE IL SOGGETTO AVEVA PRIMA DI<br />

DIVENTARE UN TOSSICODIPENDENTE.<br />

DIMENTICARSI DELL’EROINA VUOL DIRE AVERE TROVATO UN<br />

MODO PER AFFRONTARE I PROPRI RICORDI SGRADEVOLI,<br />

BENEDIRLI E ANDARE AVANTI SERENAMENTE.<br />

QUESTO E’ L’UNICO MODO PER RIBALTARE LA PROPRIA<br />

PERSONALITA’ E RICOSTRUIRLA DA ZERO, FORTE, AUTONOMA,<br />

RESPONSABILE.


“FINO AD ORA, L’EROINA AVEVA BRUCIATO QUALSIASI SBOCCO VERSO<br />

L’ESTERNO, DISTRUGGENDO A TAPPETO IL NASCERE DI UNO SLANCIO VITALE<br />

QUALUNQUE.<br />

MA L’AVEVA ANCHE PROTETTO, RIDUCENDO IL LIVELLO DELL’ECCITAZIONE<br />

ALLE SOGLIE PIÙ BASSE, RENDENDO SOPPORTABILE L’ESISTENZA,<br />

CONCILIANDO MINACCE E PULSIONI, PARADOSSALMENTE, TENENDOLO IN VITA.<br />

LO RIFIUTO, RIFIUTO VIOLENTEMENTE QUESTA MORTE CONTINUA, VIOLENTA,<br />

VOLUTA, RICERCATA QUOTIDIANAMENTE.<br />

ORMAI LA DROGA DEVE AVER INVASO OGNI SPAZIO SINAPTICO, OGNI<br />

TESSUTO, OGNI CAVITÀ DEL SUO CUORE E CERVELLO; CHIEDERMI DI<br />

SOSTITUIRMI AD ESSA E’ UN’AZIONE MALDESTRA E INUMANA.<br />

NON C’È PIU’ SPAZIO LÌ DENTRO, SE NON PER IL LIQUIDO INCOLORE CHE<br />

BRUCIA ED INFETTA” 6<br />

Eroina come veleno che calma, che porta in un altro mondo privo d’aggressività, privo<br />

<strong>di</strong> tutto. Un mondo privo <strong>di</strong> emozioni, <strong>di</strong> oggetti, <strong>di</strong> immagini, <strong>di</strong> odori, <strong>di</strong> suoni e <strong>di</strong><br />

tutto ciò che ti può venire in mente. Un luogo ovattato, protetto dai demoni infernali<br />

che sono ovunque e possono far male. Un luogo protetto è l’eroina per i<br />

tossico<strong>di</strong>pendenti. Un luogo che protegge anche dal passato, dai brutti ricor<strong>di</strong> che<br />

rincorrono più vivi che mai per tutta l’esistenza. Un luogo che protegge e che vuole<br />

essere protetto. Per tutte queste motivazioni un tossico ha bisogno <strong>di</strong> un aiuto serio,<br />

reale, non improvvisato e non dato unicamente dai familiari che sono spesso le cause<br />

della sua tossico<strong>di</strong>pendenza. La prima cosa da fare è non credere ad un tossico.<br />

“DOMANI SMETTO, CI RIUSCIRO’ DA SOLO”<br />

“STO SMETTENDO, NON MI FACCIO QUASI PIU’”.<br />

LE ABBIAMO SENTITE QUESTE PAROLE MILLE VOLTE E NON<br />

HANNO FUNZIONATO, NON SONO DIVENTATE FATTI!<br />

E’ BENE CHE LO SAPPIATE CHE DALL’EROINA NON SI ESCE DA SOLI MA<br />

CI VUOLE L’AIUTO DI OPERATORI ESPERTI.<br />

RICORDIAMO INOLTRE CHE L’AMORE DEI FAMILIARI PUO’ AIUTARE, MA<br />

NON CURARE!<br />

I FAMILIARI, MAMME AL PRIMO POSTO, SONO QUASI SEMPRE LA CAUSA<br />

DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI DEL RAGAZZO E DELLA SUA<br />

TOSSICODIPENDENZA.<br />

6 Pier Luigi Bolmida, Il mio drogato ed io, E<strong>di</strong>zioni Borla s.r.l., Roma 1985, p. 21


NON POSSONO PER QUESTO IMPROVVISARSI MEDICI, PSICOLOGI ED<br />

EDUCATORI ESPERTI.<br />

MAMME E PARENTI POSSONO, EVENTUALMENTE, ENTRARE ANCHE<br />

LORO IN ANALISI PER CERCARE DI RITROVARE INSIEME I PEZZI<br />

MANCANTI DI UN PASSATO CHE HA CAUSATO GROSSI DANNI.<br />

LE MODALITA’ RELAZIONALI DI UN ADULTO SONO FORTEMENTE<br />

CONDIZIONATE DALLE MODALITA’ RELAZIONALI ALL’INTERNO DELLA<br />

FAMIGLIA D’ORIGINE.<br />

SI CADE SEMPRE IN PIEDI SE ALLE SPALLE C’E’ UN’INFANZIA SERENA!<br />

Effetti ricercati dall’eroina: antidolorifico (è interessante sapere che<br />

l’effetto analgesico si realizza in maniera duplice: da un lato innalza la soglia<br />

percettiva del dolore e, dall’altro, attenua la componente emotiva del dolore per cui il<br />

soggetto non solo avverte poco il dolore ma, soprattutto, non ne sperimenta l’ansia, la<br />

paura e il senso <strong>di</strong> vuoto e solitu<strong>di</strong>ne che si prova annesso al dolore sia fisico che<br />

psicologico)<br />

analgesico<br />

totale anestesia emotiva<br />

<strong>di</strong>stacco dal mondo e da tutti i suoi problemi<br />

si eliminano i desideri<br />

il flash (esplosione <strong>di</strong> intenso piacere simile all’orgasmo sessuale, anzi<br />

probabilmente migliore visto che i tossico<strong>di</strong>pendenti rinunciano al sesso in nome<br />

dell’eroina. Il flash è una sensazione che si prova con l’assunzione endovenosa <strong>di</strong><br />

eroina. E’ un’ondata <strong>di</strong> calore che inizia nello stomaco e si espande fino ad esplodere<br />

dentro la testa)<br />

LA PRIMA VOLTA NON BISOGNEREBBE MAI ASSUMERE EROINA PER<br />

VIA ENDOVENOSA PERCHE’ SI RISCHIA L’OVERDOSE E LA MORTE.<br />

Ormai sono pochi i tossico<strong>di</strong>pendenti che si fanno in vena.<br />

Questo cambiamento è avvenuto perché ci si illude che, evitando “il buco”, si eviti la<br />

<strong>di</strong>pendenza. Questo è quello che sta accadendo e che spiazza anche gli operatori più<br />

esperti. Nessuno ammette più <strong>di</strong> essere un tossico e <strong>di</strong> avere problemi <strong>di</strong><br />

tossico<strong>di</strong>pendenza proprio perché ormai anche l’eroina viene trattata come la cocaina.<br />

Si fuma, si sniffa e spesso e volentieri viene consumata con altre sostanze. Si esce, si<br />

beve superalcolici, si fuma una canna poi un tiro <strong>di</strong> coca e, infine, stremati ma ancora<br />

eccitati da psicostimolanti si fuma un po’ <strong>di</strong> eroina, così, tanto per placare gli effetti <strong>di</strong><br />

una serata più che devastante.


Il POLICONSUMATORE, cioè colui che tende a mischiare più droghe e che, in<br />

parte, ha sostituito il vecchio stereotipo del tossico<strong>di</strong>pendente, dell’eroinomane, del<br />

“verme strisciante” <strong>di</strong> quello che si fa le “pere” (che si buca in vena) Non farsi in vena<br />

illude anche <strong>di</strong> evitare malattie come l’Aids. E’ solo un’illusione perché il<br />

tossico<strong>di</strong>pendente è sicuramente più fragile <strong>di</strong> una persona sana, ha il sistema<br />

immunitario abbassato e non si ricorda mai <strong>di</strong> mettere un preservativo! Le<br />

infezioni batteriche e virali hanno tra gli eroinomani e i policonsumatori<br />

un’incidenza notevolmente maggiore che nel resto della popolazione CHE SI<br />

FACCIANO O NON SI FACCIANO IN VENA.<br />

Le infezioni più comuni batteriche e virali causate dall’eroina:<br />

Setticemie (infiammazioni delle membrane delle valvole e delle pareti interne del<br />

cuore)<br />

polmoniti infezioni delle ossa e delle articolazioni epatiti virali Aids<br />

toxoplasmosi (N.B. In caso <strong>di</strong> gravidanza contrarre una toxoplasmosi è molto<br />

grave perché porta grossi problemi al feto) ascessi, lesioni e ulcere della pelle<br />

asma ed embolie <strong>di</strong> origine batterica infezioni a carico dei reni infezioni ai<br />

polmoni causate soprattutto da eroina tagliata con corpi estranei estremamente<br />

dannosi.<br />

TURBE DEL COMPORTAMENTO IN UN MIX DI INDIFFERENZA<br />

SOCIALE ED AFFETTIVA, DEPRESSIONE E APATIA ALTERNATA AD<br />

AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA DANNO POI IL TOCCO FINALE AD UN<br />

QUADRO NON CERTO MOLTO ROSEO!<br />

PARADOSSALMENTE, USARE TANTE DROGHE DIVERSE TRA LORO<br />

CREA L’ILLUSIONE DI NON DIPENDERE DA NIENTE.<br />

E’ COME LA ROULETTE RUSSA.<br />

QUALCHE COLPO VA BENE E UNO VA MALE ED E’ FATALE E NON CI<br />

SIETE PIU’ E, CHI RESTA, MUORE DI DOLORE.<br />

“ME L’ASPETTAVO DIVERSO, PIÙ DANNATO, CON L’ANIMA DA BAMBINO.<br />

INVECE, DEL BAMBINO, AVEVA ANCHE LA FACCIA, DI QUELLE CHE NON FANNO<br />

RIMA CON GALERA.<br />

, GLI DOMANDAI.<br />

, RISPOSE DI GETTO (CLAUDIA<br />

CENCINI)” 7<br />

7 Andrea Buongusto, Signora eroina, Stampa Alternativa, 2001, pp. 4-5


Vie <strong>di</strong> somministrazione preferite attualmente:<br />

Inalata<br />

Fumata<br />

Ingerita (ultimamente fuori dalle <strong>di</strong>scoteche<br />

e dai locali vengono vendute pasticche <strong>di</strong> eroina per<br />

sedare l’eccessiva euforia data dagli psicostimolanti)<br />

“SULLA RIVIERA ROMAGNOLA SONO COMPARSE LE PRIME CARAMELLE DI<br />

EROINA, A BASSO CONTENUTO DI STUPEFACENTE E QUINDI NON DESTINATE<br />

AGLI EROINOMANI TRADIZIONALI, BENSÌ IDEATE DAGLI SPACCIATORI PER<br />

CONTRASTARE GLI EFFETTI ECCITANTI E PSICHEDELICI NEGLI AFTER- HOUR<br />

…<br />

VIENE COMUNQUE SPONTANEO CERCARE UNA SOSTANZA CHE AIUTI A CALMARSI.<br />

IN GENERE SI RICORRE A QUELLO CHE SI TROVA IN CASA, AI SONNIFERI,<br />

ALLO XANAX, AL TAVOR DELLA MAMMA, ALL’ALCOOL. OPPURE SI FUMA<br />

HASHISH E MARIJUANA” 8<br />

8 Susanna Gavazza, Cara droga. Cannabis, ecstasy, cocaina, eroina e nuove droghe, Francesco Angeli s.r.l., Milano 1998, p. 30


Effetti indesiderati dell’eroina :<br />

turbe del comportamento<br />

in<strong>di</strong>fferenza sociale ed affettiva<br />

indebolimento del sistema immunitario<br />

indebolimento del sistema scheletrico, delle ossa in generale, denti e<br />

gengive compresi.<br />

problemi gastrointestinali<br />

turbe del ciclo mestruale<br />

sterilità<br />

rischio altissimo <strong>di</strong> aborti spontanei<br />

<strong>di</strong>minuzione della libido sessuale (specie nell’uomo)<br />

<strong>di</strong>fficile erezione del pene con brevissima durata <strong>di</strong> prestazione sessuale<br />

IN REALTA’ CHI SCEGLIE L’EROINA ALLE ALTRE DROGHE LO FA<br />

ANCHE PER QUESTO, PER ELIMINARE DEFINITIVAMENTE IL<br />

BISOGNO FISIOLOGICO E PSICOLOGICO DI<br />

UN’ALTRA PERSONA!<br />

IL TERRORE DI ESSERE ABBANDONATI, TRADITI, NON AMATI, FA SI<br />

CHE SI PREFERISCA L’EROINA AD UN ALTRO ESSERE UMANO CON<br />

L’ILLUSIONE CHE SI RIESCA A CONTROLLARLA MEGLIO.<br />

depressione respiratoria, asfissia morte <br />

“IL TOSSICO È UNO CHE , QUINDI NON PREVEDE L’ALTRO, È<br />

AUTORIFLESSIVO.<br />

, L’ALTRO NON C’È!” 9<br />

L’EROINA SOSTITUISCE TUTTO. SOSTITUISCE MADRI, PADRI, AMICI E<br />

FIDANZATI. L’EROINA DIVENTA IL PARTNER, PERCHÉ NON PUÒ<br />

TRADIRE, NON PUÒ ABBANDONARE, MA SOPRATTUTTO NON PUÒ<br />

CREARE DOLORE E PUÒ CANCELLARE ANCHE IL PASSATO.<br />

“QUESTA FUNZIONE INNALZA LA DROGA ALLA CATEGORIA DI UNA PERSONA;<br />

D’ALTRONDE, IL TOSSICOMANE LA DEFINISCE PROPRIO IN QUESTI TERMINI.<br />

LE METAFORE UTILIZZATE SONO MOLTE, TRA CUI POSSIAMO CITARE LE<br />

SEGUENTI: ,


L’OVERDOSE E’ DATA DA UN’ASSUNZIONE ECCESSIVA DI UNA DOSE DI<br />

EROINA O DA EROINA TAGLIATA CON ALTRE SOSTANZE E’ BENE<br />

RICORDARE CHE SONO MAGGIORMENTE ESPOSTI ALL’OVERDOSE<br />

I SOGGETTI CHE PROVANO L’EROINA PER LA PRIMA VOLTA E QUELLI<br />

CHE “CI RICASCANO” DOPO UN LUNGO PERIODO DI<br />

DISINTOSSICAZIONE.<br />

I CONSUMATORI ABITUALI DI EROINA, INVERSAMENTE PER QUELLO<br />

CHE ABBIAMO DETTO DEI COCAINOMANI, HANNO IL PROPRIO<br />

ORGANISMO ADATTATO E LA TOLLERANO MEGLIO.<br />

SE VI CAPITASSE DI ASSISTERE AD UN’OVERDOSE, NON SCAPPATE,<br />

CHIAMATE UN’AMBULANZA DICENDO CHE SERVE DEL NARCAN!<br />

Il Narcan è un antagonista degli oppioi<strong>di</strong>, cioè una sostanza che serve ad annullare<br />

l’effetto della droga in eccesso. Il Narcan può scacciare dall’organismo la morfina o<br />

l’eroina portando alla rapida cessazione degli effetti del farmaco. Nel sovradosaggio<br />

(overdose) da eroina, il Narcan, è un farmaco salvavita. Lo si somministra per via<br />

endovenosa a piccole dosi ripetute fino al completo risveglio del soggetto che rischia<br />

coma e morte se non dovesse svegliarsi in tempo.<br />

In gravidanza: Gli oppioi<strong>di</strong> possono provocare gravi malformazioni e<br />

depressione respiratoria al bambino che <strong>di</strong>venta tossico<strong>di</strong>pendente attraverso la madre<br />

e, alla nascita, presenta una vera e propria crisi d’astinenza simile a quella <strong>di</strong> un adulto<br />

caratterizzata inoltre da:<br />

pianto ininterrotto <strong>di</strong>fficoltà ad alimentarsi <strong>di</strong>sturbi gastroenterici <br />

convulsioni<br />

Anche il metadone, usato anche in gravidanza per <strong>di</strong>sintossicare le eroinomani, non è<br />

innocuo.<br />

Ha effetti sicuramente meno devastanti sul feto, ma analoghi a quelli causati<br />

dall’eroina.


I bambini che <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>pendenti nella vita intrauterina, nella pancia della mamma<br />

intendo, rischiano <strong>di</strong> contrarre gravi problemi comportamentali anche a lungo termine.<br />

Se la madre, nonostante le sia nato un bambino, continua a drogarsi, è meglio che non<br />

allatti al seno.<br />

Esistono dei centri specializzati che possono dare aiuto alle madri, o future madri, che<br />

hanno problemi <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenza. Presso la Clinica ostetrico-ginecologica L.<br />

Mangiagalli a Milano esiste un Centro <strong>di</strong> assistenza alle gravide tossico<strong>di</strong>pendenti<br />

e ai loro neonati.<br />

USATELO QUESTO INDIRIZZO SE NE AVETE BISOGNO!<br />

NON ABBIATE PAURA, NON ABBIATE VERGOGNA DI CHIEDERE<br />

AIUTO. PENSATE SEMPRE CHE NON SIETE LE PRIME E, PURTROPPO,<br />

NON SARETE NEMMENO LE ULTIME MAMME TOSSICODIPENDENTI.<br />

RICORDIAMOCI POI CHE L’AIDS ESISTE ANCORA E CHE NON E’<br />

TROPPO DIFFICILE CONTRARLA, SPECIE PER CHI, COME IL TOSSICO,<br />

HA LE DIFESE IMMUNITARIE ABBASSATE.<br />

PENSATE AL MALE CHE FATE A VOSTRO FIGLIO SE SIETE DONNE<br />

INCINTE!<br />

NON VE LO PERDONERESTE MAI SE, UN GIORNO, DOVESSE AVERE<br />

DEI PROBLEMI PER COLPA VOSTRA.<br />

OGNI TANTO, AL FUTURO, BISOGNA PENSARCI !<br />

La sindrome d’astinenza= la sindrome d’astinenza si determina nei soggetti<br />

tossico<strong>di</strong>pendenti in seguito alla sospensione dell’assunzione abituale <strong>di</strong> droga. La sua<br />

intensità <strong>di</strong>pende dall’intensità della <strong>di</strong>pendenza sviluppata verso la sostanza.<br />

I sintomi sono: irritabilità<br />

sudorazione<br />

lacrimazione<br />

secrezioni nasali<br />

tremori muscolari<br />

piloerezione<br />

anoressia<br />

insonnia<br />

ipertensione<br />

tachicar<strong>di</strong>a<br />

nausea<br />

vomito<br />

<strong>di</strong>arrea<br />

SOPPORTARE UNA CRISI D’ASTINENZA E’ IL PRIMO PASSO VERSO LA<br />

GUARIGIONE!


NON SI MURE DI CRISI D’ASTINENZA, ANCHE SE TUTTO IL MONDO SEMBRA<br />

CROLLARCI ADDOSSO.<br />

SI MUORE DI EROINA!!!<br />

E MUORE ANCHE CHI VI STA VICINO, CHI NON USA EROINA MA VI VUOLE BENE<br />

Segni evidenti <strong>di</strong> un assuntore <strong>di</strong> eroina:<br />

pezzi <strong>di</strong> carta stagnola bruciata in giro per casa<br />

cartoncini o pezzi <strong>di</strong> riviste arrotolati<br />

cucchiaini arrostiti<br />

limoni che spariscono<br />

frequenti macchie <strong>di</strong> sangue sulla camicia (nel caso<br />

dell’assunzione per via endovenosa)<br />

fazzolettini arrotolati<br />

un odore acre, intenso, che invade ogni cosa<br />

le pupille degli occhi a spillo (miosi)<br />

FACILMENTE TUTTI POSSIAMO AVERE LE PUPILLE A SPILLO SE SIAMO ESPOSTI<br />

ALLA LUCE, MA AL BUIO SOLO GLI EROINOMANI CI RIESCONO!<br />

QUESTO E’, A MIO AVVISO, IL SEGNALE PIU’ EVIDENTE E SICURO DOVE HAI<br />

QUASI LA CERTEZZA DI NON AVERE SBAGLIATO LA DIAGNOSI.<br />

il naso colerà<br />

i denti saranno impastati e anneriti<br />

i movimenti sono <strong>di</strong>versi<br />

UNA COSA CHE NON MI SONO MAI RIUSCITA A SPIEGARE E’ COME FACCIA<br />

L’EROINA A MODIFICARE ANCHE IL TONO DELLA VOCE. E’ UNA DOMANDA CHE,<br />

STUPIDAMENTE, A CHI SE NE INTENDE PIU’ DI ME NON HO MAI FATTO.<br />

TI VIENE UNA VOCE GUTTURALE…<br />

CREDO SI DICA COSI’.<br />

CAMBIA COME MUOVI LA BOCCA, COME MUOVI LA MANDIBOLA, LA MASCELLA<br />

E TUTTO QUELLO CHE TI VIENE IN MENTE.<br />

le cose che <strong>di</strong>ce<br />

CI SI ACCORGE FACILMENTE SE UNO SI E’ APPENA FATTO DI EROINA<br />

PERCHE’, IMPROVVISAMENTE, DIRA’ ANCHE COSE GENTILI.<br />

SARA’ PIU’ AFFETTUOSO DEL SOLITO E SERVIZIEVOLE TANTO CHE<br />

QUANDO SEI ABITUATO AD AVERE A CHE FARE CON UN TOSSICOMANE,


PARADOSSALMENTE, SPESSO SPERI CHE SI SIA FATTO POCO PRIMA DI<br />

INCONTRARTI.<br />

IN QUEL MOMENTO L’EROINOMANE E’ GENTILE SOLO PERCHE’ STA<br />

BENE CON SE STESSO E PERCHE’ SI SENTE IN COLPA E PERCHE’ E’<br />

L’UNICO MOMENTO IN CUI RIESCE A LASCIARSI ANDARE, AD ESSERE,<br />

PER ASSURDO, “CIO’ CHE AVREBBE VOLUTO ESSERE” NELLA VITA,<br />

ANCHE PRIMA DI CONOSCERE L’EROINA.<br />

AVREBBE, FORSE, VOLUTO ESSERE UN TIPO FIDUCIOSO, IN GRADO DI<br />

CREARSI ASPETTATIVE, CAPACE DI AVERE UN BUON RAPPORTO CON<br />

GLI ALTRI E, SOPRATTUTTO, AVREBBE VOLUTO ESSERE UNO CHE<br />

CREDE NELLA FAMIGLIA E CHE HA VALORI SALDI.<br />

PIU’ DI OGNI ALTRA COSA AVREBBE VOLUTO ESSERE UN BAMBINO<br />

SERENO!<br />

MI E’ CAPITATO DI OSSERVARE GENTE CHE AVEVA APPENA FUMATO<br />

DELL’EROINA E RICORDO DI AVER PENSATO CHE, FORSE, ERA PROPRIO<br />

QUI IL PROBLEMA…IN QUESTO TENTATIVO DISPERATO DI VOLER<br />

“VIVERE NORMALMENTE”, SERENAMENTE DIRE “TI AMO”, “TI VOGLIO<br />

BENE”, PROPORRE PROGRAMMI PER IL FUTURO, PARLOTTARE DEL<br />

PASSATO E CREDERSI, FINALMENTE, COME TUTTI GLI ALTRI…CAPACI<br />

DI PROVARE AFFETTO, CAPACI DI FIDARSI DELLA GENTE, SENZA<br />

TROPPE PAURE, SENZA TROPPO RANCORE, SENZA TROPPA<br />

DEPRESSIONE, SENZA TROPPI RICORDI.<br />

IL TOSSICODIPENDENTE, DOPO LA SUA DOSE, RIESCE AD ESSERE<br />

“QUASI NORMALE” E NON IL SOLITO DEPRESSO PEDANTE PSICOPATICO<br />

PRIVO DI STIMOLI E DI SLANCI VITALI CHE E’ ABITUATO AD ESSERE DA<br />

SEMPRE. IMPROVVISAMENTE SI SENTE BENE E RIESCE A TRATTARE<br />

BENE CHI GLI STA VICINO…SENZA ODIARLO, SENZA INVIDIARLO,<br />

SENZA AVERNE PAURA.<br />

L’EROINA NON FA PROVARE AMORE E AFFETTO.<br />

L’EROINA NON FA PROVARE DOLORE.<br />

L’EROINA ANESTETIZZA L’ODIO E L’INVIDIA.<br />

COSI’ CHE, NON PROVANDO PIU’ SENTIMENTI RANCOROSI NEI<br />

CONFRONTI DEL MONDO INTERO, APPARE TUTTO PIU’ BELLO, PIU’<br />

BUONO, PIU’ AMABILE.<br />

PRIMA DI ESSERE STATO UN EROINOMANE ERA UNA PERSONA<br />

FRAGILISSIMA CON IL TERRORE DI ESSERE AMATO E POI<br />

ABBANDONATO DA TUTTI.<br />

NON PER FORZA CHI SI È SENTITO ABBANDONATO DALLA MAMMA SI<br />

FARÀ DI EROINA, MA FACILMENTE UNA PERSONA DI INDOLE MOLTO<br />

DEBOLE CHE VIENE ABBANDONATO O “TRADITO” IN GIOVANE ETÀ<br />

DALLA MAMMA, POTREBBE CADERE PIU’ FACILMENTE DI ALTRI<br />

INDIVIDUI PIU’ FORTI O CON UN PASSATO MENO BURRASCOSO E<br />

ABBANDONICO NELL’EROINA.


C’E’ SEMPRE UN MOTIVO PER CUI UNO INIZIA A DROGARSI, SPECIE SE SI<br />

TRATTA DI UN ANESTETICO COSÌ FORTE.<br />

CREDERE A CHI TI DICE CHE È STATO SOLO PER CASO CHE SI E’<br />

TROVATO INVISCHIATO NELL’EROINA VUOL DIRE NON VOLER<br />

GUARDARE OLTRE E PENSARE CHE BASTI UNA DISINTOSSICAZIONE<br />

FISICA PER AIUTARE UN DROGATO.<br />

NULLA E’ PER CASO, TANTO MENO LA SCELTA DI FARSI DI EROINA!<br />

IL FUTURO TOSSICODIPENDENTE È UN INVIDIOSO DI TUTTO CIÒ CHE LO<br />

CIRCONDA.<br />

INVIDIA IL BENE PERCHÉ QUEL BENE A LUI È MANCATO.<br />

LA SUA È UNA RABBIA PROFONDA, UN DOLORE CHE NASCE DA UNA<br />

MANCANZA.<br />

PER UNA PERSONA COSÌ, SCOPRIRE IMPROVVISAMENTE CHE SI PUÒ<br />

STARE IN QUESTA VITA SENZA MORIRE D’ANGOSCIA, DI RABBIA,<br />

D’INVIDIA, SENZA VEDERE SEMPRE E COSTANTEMENTE SOLO IL LATO<br />

NEGATIVO DELLE COSE E DELLA GENTE, È UN GIOCO CHE VALE LA<br />

CANDELA.<br />

SE QUESTA CANDELA POI, UN GIORNO, DOVESSE SPEGNERSI NON<br />

IMPORTA, NON È UN PROBLEMA CHE SI PONE NEL PRESENTE.<br />

UN’OVERDOSE È SOLO UN’IPOTESI E NON LO RIGUARDA.<br />

NON LO RIGUARDA NEMMENO TUTTO CIÒ CHE DI NEGATIVO E<br />

DEVASTANTE PUÒ DERIVARE DALL’ASSUNZIONE COSTANTE DI<br />

EROINA.<br />

L’UNICA COSA CHE HA IMPORTANZA È RIUSCIRE A NON SOFFRIRE NEL<br />

PRESENTE.<br />

RIFUGIARSI NELL’EROINA È UN TENTATIVO DISPERATO DI<br />

AUTOCURARSI<br />

PER NON SUICIDARSI.<br />

SI DICE CHE CHI SI FA DI EROINA NON AMA SE STESSO.<br />

IO CREDO PIUTTOSTO CHE È L’ULTIMO TENTATIVO D’AMARSI E<br />

D’AMARE.<br />

PURTROPPO NON È LA STRADA GIUSTA E PORTERÀ SOLO ALTRO<br />

DOLORE, ALTRO DOLORE, ALTRO DOLORE E ALTRO ANCORA A TE E A<br />

TUTTI QUELLI CHE TI CIRCONDANO.


“FINO AD ORA, L’EROINA AVEVA BRUCIATO QUALSIASI SBOCCO VERSO<br />

L’ESTERNO, DISTRUGGENDO A TAPPETO IL NASCERE DI UNO SLANCIO VITALE<br />

QUALUNQUE. MA L’AVEVA ANCHE PROTETTO, RIDUCENDO IL LIVELLO<br />

DELL’ECCITAZIONE ALLE SOGLIE PIÙ BASSE, RENDENDO SOPPORTABILE<br />

L’ESISTENZA, CONCILIANDO MINACCE E PULSIONI, PARADOSSALMENTE,<br />

TENENDOLO IN VITA.<br />

LO RIFIUTO, RIFIUTO VIOLENTEMENTE QUESTA MORTE CONTINUA, VIOLENTA,<br />

VOLUTA, RICERCATA QUOTIDIANAMENTE.<br />

ORMAI LA DROGA DEVE AVER INVASO OGNI SPAZIO SINAPTICO, OGNI<br />

TESSUTO, OGNI CAVITÀ DEL SUO CUORE E CERVELLO; CHIEDERMI DI<br />

SOSTITUIRMI AD ESSA E’ UN’AZIONE MALDESTRA E INUMANA.<br />

NON C’È PIU’ SPAZIO LÌ DENTRO, SE NON PER IL LIQUIDO INCOLORE CHE<br />

BRUCIA ED INFETTA” 11<br />

11 Pier Luigi Bolmida, Il mio drogato ed io, E<strong>di</strong>zioni Borla s.r.l., Roma 1985, p. 21


AMFETAMINE<br />

“CIÒ CHE ALLA VEGLIA SEMBRA<br />

ESSERE CHIARO, NON LO È<br />

PIÙ L’INDOMANI; IL<br />

DEPRESSO DI IERI OGGI APPARE<br />

NORMALE; LO SCHIZOFRENICO<br />

ALLUCINATO DELLA SERA PRIMA<br />

ANALIZZA LA SUA DISCESA DALLE<br />

AMFETAMINE CON ESTREMA<br />

LUCIDITÀ E SAGGEZZA; IERI,<br />

NELLA SALA D’ATTESA, MARTINE<br />

SI OCCUPAVA DI UN BEBÈ CHE<br />

AVEVA IN CUSTODIA CON GRANDE<br />

SENSO DI RESPONSABILITÀ, DIECI MINUTI DOPO, IN UN EVIDENZIATO DI<br />

CUI È DIFFICILE DESCRIVERE IL SENSO, INGHIOTTE UNA DOSE DA COMA DI<br />

BARBITURICI” 12<br />

Le amfetamine vengono usate molto frequentemente dai ragazzi con la convinzione<br />

che:<br />

Aiutino a restare svegli<br />

Aiutino a stu<strong>di</strong>are<br />

Aiutino a socializzare<br />

Aiutino a ballare<br />

Aiutino a “sentire” meglio con i cinque sensi<br />

Aiutino a fare l’amore<br />

Aiutino a creare<br />

DANNO UN CERTO DELIIRIIO DII ONNIIPOTENZA!!<br />

DANNO FACIILMENTE DIIPENDENZA!!<br />

RIICORDIIAMOCII CHE E’’ UN TOSSIICODIIPENDENTE CHIIUNQUE DIIPENDA<br />

DA UNA DROGA, , QUALSIIASII ESSA SIIA. . CERCARE UNA DROGA QUANDO<br />

NE SIIAMO PRIIVII, , STARE MALE SE NON POSSIIAMO AVERLA E’’<br />

DIIPENDENZA E NON SIIAMO PIIU’’ LIIBERII!!<br />

12 Claude Olievenstein, Il destino del tossicomane, E<strong>di</strong>zioni Borla s.r.l., Roma 1993


IIn grravi idanzza: Vanno assolutamente evitate perché possono creare <strong>di</strong>sfunzioni al<br />

sistema nervoso del bambino.<br />

Le amfetamine possiamo trovarle in pasticche e ogni pasticca può avere un nome<br />

<strong>di</strong>verso oltre che essere costituita da una minore o maggiore quantità <strong>di</strong> amfetamina.<br />

Tra le pastiglie ricor<strong>di</strong>amo le Plegine, ma anche l’Ecstasy fa parte <strong>di</strong> questa grande<br />

famiglia.<br />

L’amfetamina è anche polvere che può essere inalata, iniettata, fumata e anche<br />

ingoiata. La tendenza è quella <strong>di</strong> mettere un po’ <strong>di</strong> “polvere” nel caffé amaro che<br />

risulterà essere ancora più amaro. Mix <strong>di</strong> amfetamina e caffé può dare origine a forte<br />

tachicar<strong>di</strong>a e si rischia facilmente collasso o infarto specie se oltre a caffé e<br />

amfetamina si mischia cannabis e alcool.<br />

RIICORDATII CHE TUTTO QUELLO CHE VIIENE IINGOIIATO, , SSPPECIIE SSE MIISSCHIIATO<br />

AD ALTRE SSOSSTANZE ECCIITANTII, , E’ ’ SSIICURAMENTE PPIIU’ ’ IINGESSTIIBIILE DII<br />

QUELLO CHE VIIENE FFUMATO E LE CONSSEGUENZE IINASSPPETTATE E<br />

DEVASSTANTII. .<br />

AMFFEETTAMI INA EE COCAI INA NON SSONO PPOI I MOLLTTO DI IFFFFEEREENTTI I .<br />

NON PPEENSSAREE CHEE USSANDO AMFFEETTAMI INA SSI I RI ISSCI I DI I MEENO CHEE USSANDO<br />

COCAI INA. .<br />

I<br />

DANNI I EE I<br />

RI ISSCHI I SSONO UGUALLI I. .<br />

CI I SSONO PPEERSSONEE CHEE USSANO AMFFEETTAMI INA PPEER DI IMAGRI IREE. .<br />

LL’ ’AMFFEETTAMI INA TTOGLLI IEE LLA FFAMEE. .<br />

LL’ ’AMFFEETTAMI INA TTI I DI ISSTTRUGGEE ILL I CEERVEELLLLO. .<br />

TTOGLLI IEE LLA FFAMEE MA TTI I CREEA DANNI I NEEUROLLOGI ICI I ANCHEE IRREEVEERSSI<br />

I IBI ILLI I. .<br />

NON CREEDO CHEE ILL I GI IOCO VALLGA LLA CANDEELLA. .<br />

MEEGLLI IO AVEEREE I<br />

NEEURONI I ALL PPROPPRI IO PPOSSTTO CHEE QUALLCHEE CHI ILLO IN I MEENO! !<br />

DALLLL’ ’AMFFEETTAMI INA, , DALLLL’ ’EECSSTTASSY EE DALLLLA COCAI INA CI I SSI I ASSPPEETTTTA DI I RI ICEEVEEREE<br />

SSEEMPPREE EE COMUNQUEE SSEENSSAZZI IONI I MEERAVI IGLLI IOSSEE CHEE CI I FFACCI IANO SSEENTTI IREE IN I<br />

PPACEE CON ILL I MONDO EE INNAMORATTI<br />

I<br />

I DI I TTUTTTTO LL’ ’UNI IVEERSSO, , MA A VOLLTTEE, ,<br />

PPURTTROPPPPO, , LL’ ’ATTTTEESSA EEUFFORI IA, , NON ARRI IVA. .<br />

PPUO’ ’ ARRI IVAREE LLA MORTTEE EE ,<br />

COMUNQUEE VADA, , I<br />

NOSSTTRI I NEEURONI I<br />

SSEEROTTONI INEERGI ICI I SSEE NEE VANNO IN I MODO IRREEVEERSSI<br />

I IBI ILLEE! !<br />

““CCII SSII SSEENNTTEE SSPPIIGGLLIIAATTII EE DDIISSIINNIIBBIITTII,, LLAA TTIIMMIIDDEEZZZZAA SSPPAARRIISSCCEE..<br />

SSII EE’’ PPOORRTTAATTII AADD AAVVEERREE RRAAPPPPOORRTTII CCOONN SSCCOONNOOSSCCIIUUTTII SSEENNZZAA PPRROOTTEEZZIIOONNEE”” 11 33<br />

SII PUÒ MORIIRE ANCORA<br />

DII AIIDS!!<br />

13 Francesca Capelli, Droghe. La scienza stu<strong>di</strong>a come agiscono e dove colpiscono, Mensile Quark n° 34, p. 34


ECSTASY<br />

Ecsttasy = Fa parte della famiglia delle amfetamine.<br />

Contiene Mdma, un preparato creato appositamente nel 1912 in Germania per<br />

alleviare il senso <strong>di</strong> fame e fatica ai soldati tedeschi. Venduto in pasticche (in gergo<br />

“chicche”).<br />

DURATION #<br />

MDMA<br />

Effects<br />

by Erowid<br />

Caution : Reactions and experiences may vary dramatically from person to person. [see below]<br />

MDMA Duration<br />

Oral<br />

Total<br />

3 - 5<br />

Duration<br />

20 -<br />

Onset<br />

90<br />

mins<br />

Coming<br />

Up<br />

Plateau<br />

Coming<br />

Down<br />

After<br />

Effects<br />

Hangover<br />

/ Day<br />

After<br />

5 -<br />

20<br />

mins<br />

2 - 3<br />

hrs<br />

1 - 2<br />

hrs<br />

2 -<br />

24<br />

hrs<br />

- - -


Effffeet tt ti i rri icceerrccaat ti i: :<br />

Eccitante (favorisce il rilascio <strong>di</strong> serotonina, “droga” endogena, e <strong>di</strong> dopamina,<br />

altra “droga” endogena). Si balla per do<strong>di</strong>ci ore consecutive senza sentire la<br />

stanchezza.<br />

Sensazione <strong>di</strong> “armonia con il mondo”<br />

No timidezza<br />

Effetti indesiderati:<br />

Si è portati ad avere rapporti sessuali con sconosciuti senza protezione<br />

Rischio altissimo <strong>di</strong> contrarre malattie<br />

Neurotossicità altissima<br />

DI ISSTTRUGGEE IN I MODO IRREEVEERSSI<br />

I IBI ILLEE<br />

MOLLTTI I NEEURONI I SSEEROTTONI INEERGI<br />

Disidratazione del corpo<br />

Insufficienza renale acuta<br />

Convulsioni<br />

Emorragie cerebrali<br />

Schizofrenia<br />

Irritabilità<br />

Manie <strong>di</strong> persecuzione<br />

Tachicar<strong>di</strong>a, arresto respiratorio<br />

MORTE PPER<br />

OVERDOSSE! !<br />

Favorisce l’insorgenza del Parkinson<br />

ICI I! !<br />

LA MAGGIIOR PPARTE DELLE SSTRAGII DEL SSABATO SSERA SSEMBRANO UNA DELLE<br />

CONSSEGUENZE PPIIU’ ’ DRAMMATIICHE DELL’ ’USSO DII ECSSTASSY! !<br />

Si va incontro facilmente ad ipertermia maligna (il corpo non riesce più a regolare<br />

la temperatura specie se ci si trova in ambienti chiusi dove fa molto caldo. La<br />

temperatura corporea può superare i 40° senza accorgersene)<br />

L’ ’ECCIITAMENTO DATO DALL’ ’ECSSTASSY E’ ’ TALE CHE MOLTII GIIOVANII<br />

RIICERCANO SSUCCESSSSIIVAMENTE UNA SSOSSTANZA CHE LII AIIUTII A CALMARSSII<br />

(TAVOR, ( , MARIIJJUANA, ,<br />

PPASSTIICCHE DII EROIINA) ) AGGRAVANDO ULTERIIORMENTE LE COSSE. .<br />

SSII MUORE DII ECSSTASSY PPER TUTTII II MOTIIVII SSOPPRA CIITATII E IIL<br />

RIISSCHIIO E’ ’ ALTIISSSSIIMO SSPPECIIE SSE SSII MIISSCHIIANO ALL’ ’ECSSTASSY ALCOOL E<br />

ALTRE DROGHE. .


Cannabiis = sostanza chimica (hasshi<br />

CANNABIS (HASHISH E MARIJUANA)<br />

issh, ricavata dalla rreessi ina della canapa in<strong>di</strong>ana<br />

e sostanza non chimica (maarri ij juaanaa,ricavata dalle ffogl li iee della canapa in<strong>di</strong>ana) che<br />

provoca mo<strong>di</strong>ficazioni dell’attività mentale = droga<br />

N. .B. . Ricor<strong>di</strong>amo che anche la maarri ij juaanaa può essere trattata e tagliata con altre<br />

sostanze chimiche rendendo i suoi effetti ancora più dannosi.<br />

Il peenssi ieerro<br />

= → non viaggia più su binari razionali<br />

→ viaggia per immagini = al ssogno<br />

↓<br />

logrramma dei consumatori <strong>di</strong> cannabinoi<strong>di</strong> ha un tracciato molto<br />

DEL SSENSSO DELLA REALTA’ ’! !<br />

L’eel leettttrroeencceeffal<br />

simile a chi dorme e sogna = PPERDIITA<br />

Consseegueenzzee<br />

neegatti ivee:<br />

mal <strong>di</strong> testa, forti emicrania (causa i “tagli”della cannabis con altre sostanze)<br />

bocca impastata e secca<br />

tachicar<strong>di</strong>a (i battiti del cuore ♥ aumentano e si ha un senso <strong>di</strong> soffocamento)<br />

talvolta allucinazioni<br />

attacchi <strong>di</strong> panico<br />

svenimenti<br />

collasso


sensazione <strong>di</strong> fame intensa e incontrollata, manca la soglia <strong>di</strong> sazietà (‘fame<br />

tossica’)<br />

LA CANNABIISS FFA DECIISSAMENTE<br />

IINGRASSSSARE! !<br />

→ spesso nausea e vomito<br />

→ no capacità <strong>di</strong> attenzione e appren<strong>di</strong>mento (la cannabis agisce sul nostro<br />

cervello, in particolare sulla corteccia frontale e sull’ippocampo dove<br />

inibisce l’attività <strong>di</strong> una molecola che ci permette <strong>di</strong> memorizzare e <strong>di</strong><br />

apprendere)<br />

→ no memoria a breve termine<br />

C’ ’È IIL RIISSCHIIO DII TROVARSSII A RIILEGGERE LA SSTESSSSA<br />

PPAGIINA DII UN LIIBRO VENTII VOLTE SSENZA RIICORDARNE UNA SSOLA<br />

→ no normale coor<strong>di</strong>nazione motoria<br />

→ sonnolenza improvvisa<br />

→ appannamento visivo<br />

RIIGA! !<br />

CHII SSII METTE ALLA GUIIDA DII UN MEZZO DOPPO ESSSSERSSII FFATTO UNA CANNA<br />

METTE IIN SSERIIO PPERIICOLO LA VIITA DEGLII ALTRII! !<br />

→ altera la percezione dello spazio e <strong>di</strong>lata il tempo<br />

UN USSO ABIITUALE DII CANNABIINOIIDII FFA PPERDERE DEL GRAN TEMPPO! !<br />

Durratta<br />

deel ll l’’eeffffeetttto <strong>di</strong> i ccannabi iss :<br />

2 ore se si fuma una canna<br />

12 ore se si ingerisce (si può assumere marijuana mischiata ad<br />

una torta)<br />

E’ ’ IIMPPORTANTE RIICORDARE CHE IINGERIITA E’ ’ PPIIU’ ’ PPERIICOLOSSA CHE FFUMATA<br />

PPERCHE’ ’<br />

FFACIILMENTE SSII RIISSCHIIA DII ASSSSUMERNE UNA DOSSE ECCESSSSIIVA<br />

==<br />

COLLASSSSO E, , IIN ALCUNII CASSII, , MORTE !<br />

NON MIISSCHIIARE MAII CON ALCOOL E ALTRE DROGHE! !<br />

♥♥DAVANTII AD UNA PPERSSONA CHE COLLASSSSA NON SSCAPPPPATE, , NON FFATEVII<br />

PPRENDERE DAL PPANIICO. . FFATELA SSDRAIIARE TENENDOLE LE GAMBE RIIALZATE, ,<br />

FFATELE BERE ACQUA E BUTTATEGLIIELA IIN FFACCIIA. . PPROCURATEVII UNO<br />

SSPPIICCHIIO DII LIIMONE E PPASSSSATEGLIIELO SSULLE LABBRA E SSOTTO LE NARIICII. .<br />

PPER SSIICUREZZA CHIIAMATE ANCHE<br />

<br />

UN’ ’AMBULANZA♥♥


DURATION #<br />

Cannabis<br />

Effects<br />

by Erowid<br />

Caution : Reactions and experiences may vary dramatically from person to person. [see below]<br />

Cannabis Duration<br />

Smoked<br />

Total<br />

1 - 4<br />

Duration<br />

hrs<br />

0 -<br />

Onset<br />

10<br />

mins<br />

5 -<br />

Coming<br />

10<br />

Up<br />

mins<br />

15 -<br />

Plateau<br />

30<br />

mins<br />

45 -<br />

Coming<br />

180<br />

Down<br />

mins<br />

After<br />

Effects<br />

Hangover<br />

/ Day<br />

After<br />

Seegni i<br />

2 -<br />

24<br />

hrs<br />

- - -<br />

eevi ideentti i sulla persona:<br />

→ <strong>di</strong>latazione delle pupille, occhi molto arrossati (nonché un uso<br />

smisurato <strong>di</strong> colliri)<br />

→ movimenti lenti e scoor<strong>di</strong>nati<br />

→ <strong>di</strong>fficoltà nel portare un <strong>di</strong>scorso a compimento, <strong>di</strong>vagazioni continue<br />

(il classico “saltare <strong>di</strong> palo in frasca”)<br />

→ i ragazzi <strong>di</strong>ventano bugiar<strong>di</strong> perché si abituano a “nascondere” e a<br />

“nascondersi”<br />

→ eccitazione fuori dal comune o depressione


IIN SSOGGETTII PPORTATII ALLA DEPPRESSSSIIONE L’ ’ABUSSO DII CANNABIISS PPOTREBBE<br />

CREARE IIL CONSSOLIIDAMENTO DELLA MALATTIIA CON CONSSEGUENZE<br />

GRAVIISSSSIIME<br />

==<br />

APPATIIA, , ATTACCHII DII PPANIICO, , COMPPORTAMENTO ANTIISSOCIIALE, , MANIIE DII<br />

PPERSSECUZIIONE<br />

Il principio attivo della cannabis è il Thcc che ha il potere <strong>di</strong> aumentare le<br />

concentrazioni <strong>di</strong> dopamina e <strong>di</strong> endorfine. Ci si sente loquaci, <strong>di</strong>sinibiti e anche un<br />

po’ intontiti!<br />

IIn grravi idanzza: Marijuana e hashish, se usate abitualmente, possono produrre<br />

depressione car<strong>di</strong>aca nel bambino e mo<strong>di</strong>ficare il suo elettroencefalogramma. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

laboratorio sugli animali hanno mostrato che, in queste sostanze, c’è la possibilità <strong>di</strong><br />

provocare anomalie congenite e <strong>di</strong> tenere basso il peso del cucciolo alla nascita.<br />

L’ULTIMA COSA DA SAPERE E’ CHE LA CANNABIS ALTERA LA<br />

SALIVAZIONE.<br />

RISCHI DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA DI UN BACIO COME SI DEVE E<br />

LA TUA FIDANZATA POTREBBE TROVARSI UN ALTRO CHE BACIA<br />

MEGLIO DI TE!<br />

“ABBIAMO VISTO CHE LA CANNABIS È UNA SOSTANZA CHIMICA CHE PROVOCA<br />

MODIFICAZIONI DELL’ATTIVITÀ MENTALE E QUINDI, DAL PUNTO DI VISTA<br />

FARMACOLOGICO, PUÒ ESSERE CONSIDERATA A PIENO TITOLO UNA DROGA” 14<br />

14<br />

Alessandro Salvini, Ines Testoni, Adriano Zamperini, (A cura <strong>di</strong>), Droghe, tossicofilie e tossico<strong>di</strong>pendenza, Utet s.r.l.,<br />

Torino 2002, . p. 203


E SE FOSSERO I GRANDI ?<br />

E se fossero i gran<strong>di</strong> a comportarsi male?<br />

Se il tuo papà o la tua mamma avessero problemi <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenza cosa pensi che<br />

potrebbe succedere?<br />

Se entrambi i tuoi genitori dessero i numeri e usassero sostanze, bhe, allora tu dovresti<br />

essere proprio forte come una quercia per resistere e uscirne illeso e sano.<br />

Sarebbe come se uno Tsunami ti travolgesse e, dopo avere bevuto acqua a non finire e<br />

aver nuotato contro corrente riuscissi a raggiungere un porto sicuro e, così, salvarti.<br />

Sarebbe come se, tutto quello <strong>di</strong> cui hai bisogno, venisse a mancare e ti trovassi da<br />

solo a combattere contro il nulla.<br />

Il nulla, senza favole, senza principi e principesse che si incontrano, senza sassolini<br />

per ritrovare la strada, senza cavalli per correre come il vento, senza coperte<br />

rimboccate, senza cena, senza pace.<br />

Solo con le spade dei gran<strong>di</strong> re a lottare contro i cattivi che ti vivono <strong>di</strong> fianco ogni<br />

giorno, per poi deporre la spada e pensare che cattivi non sono e lasciare che sia, così,<br />

senza una ragione, che la tua sia una famiglia così <strong>di</strong>versa dalle altre.<br />

Se invece fosse solo il tuo papà a usare qualche droga e la tua mamma combattesse al<br />

posto tuo, senza farti conoscere il nulla, allora la tua vita potrebbe essere comunque<br />

meravigliosa.<br />

Non credo che la famiglia perfetta sia composta da madre, padre e figli.<br />

Credo che una famiglia per essere perfetta debba avere un punto <strong>di</strong> riferimento sano,<br />

equilibrato, forte, buono.<br />

Ne basta uno, uno solo.<br />

Può essere una madre, un padre, una nonna, un nonno, una zia, un buon amico.<br />

Basta che per te, per crescere, ci sia una persona che ti voglia davvero bene, che non ti<br />

faccia mancare niente e che ti tratti come un bambino, e poi come un adolescente e<br />

poi, quando sarà il momento, come un adulto.<br />

Esistono delle tappe fondamentali nella vita, vanno rispettate.


Non prendere mai posti che non ti competono, non fare quello che dovrebbero fare gli<br />

altri.<br />

Non essere troppo permissivo con chi ti fa del male.<br />

Essere buoni non vuol <strong>di</strong>re giustificare ogni atto.<br />

Tu devi fare il figlio, questo è il tuo ruolo e, se così non fosse, sii critico nei confronti<br />

<strong>di</strong> chi ti circonda e impara a chiedere aiuto a chi non ti circonda.<br />

“E’ il figlio che spesso tende a proteggere il genitore perché percepito debole (Lai<br />

Guaita,1994).<br />

C’è l’esempio <strong>di</strong> Alma, 19 anni con due fratelli più piccoli.<br />

Quando lei aveva sei anni la madre ha preso la decisione <strong>di</strong> separarsi dal padre perché<br />

non poteva più sopportare la sua tossico<strong>di</strong>pendenza e i comportamenti violenti che<br />

l’accompagnavano.<br />

Nessuno ha spiegato ad Alma cosa vuol <strong>di</strong>re veramente l’abuso <strong>di</strong> droghe, la<br />

<strong>di</strong>pendenza psicologica che consegue.<br />

Prevale in lei il senso <strong>di</strong> protezione, <strong>di</strong> doloroso amore verso un giovane padre che la<br />

offende con il suo modo d’essere, ma che avverte come minore <strong>di</strong> lei, come bisognoso<br />

delle sue cure, anche se ogni volta che tenta <strong>di</strong> farlo si aprono in lei profonde ferite<br />

psicologiche..<br />

Questo accade perché la paternità, nel tossico<strong>di</strong>pendente, è un ruolo vagheggiato,<br />

basato sulla speranza <strong>di</strong> raggiungere la volontà e la forza per annullare il desiderio<br />

compulsivo <strong>di</strong> droga.<br />

Spesso è un’importante spinta alla ricerca della paternità l’interiorizzazione<br />

dell’immagine paterna come figura solida, rassicurante e risolutiva <strong>di</strong> problemi.<br />

Caratteristiche che si desidera fare proprie, mentre con una fantasia fanciullesca,<br />

immatura, si spera che il solo <strong>di</strong>ventare genitore determini automaticamente equilibrio<br />

e, con questo, libertà dalla tossico<strong>di</strong>pendenza.” 15<br />

Un tossico<strong>di</strong>pendente non è in grado <strong>di</strong> proteggere gli altri, <strong>di</strong> prendersene cura.<br />

Un tossico<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong>strugge tutto quello che gli sta intorno passando per vittima<br />

quando è solo un carnefice e un oppresso da un passato che non ti riguarda!<br />

15 Maria pia guaita, La droga: rischio sociale, Carocci E<strong>di</strong>tore S.p.A., Roma 2003, pp. 52-53


La sua salvezza riguarda solo se<br />

stesso e solo da se stesso può<br />

essere salvato<br />

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


LA BUGANVILLEE NON HA ODORE<br />

Lui l’avrebbe trovato un ago in un pagliaio.<br />

Avrebbe trovato la coca in ogni angolo della terra, in<br />

ogni posto dell’universo.<br />

L’ha cercata a Parigi e l’ha trovata, dopo due soli<br />

secon<strong>di</strong>.<br />

Se la iniettava perché, a sniffarla, non provava più<br />

nulla.<br />

I muscoli si irrigi<strong>di</strong>vano e il braccio sinistro<br />

cominciava a muoversi da solo.<br />

A volte gli occhi strabuzzavano in<strong>di</strong>etro e la lingua si<br />

infilava in gola passando dal palato e da lì non voleva<br />

andarsene.<br />

Bisognava infilargli un <strong>di</strong>to in bocca cercando con<br />

l’altra mano <strong>di</strong> aprirgli le mascelle.<br />

Non so che emozioni provasse e quale fosse il motivo per<br />

cui continuasse a rifarsi ogni volta, so che chi più ami<br />

non riesci né a capirlo né a curarlo e ti schizza dalle<br />

mani senza che tu possa trattenerlo.<br />

Lui era bello, bello davvero.<br />

Alto, spalle larghe, capelli neri leggermente brizzolati,<br />

addominali scolpiti e quelle piccole rughe agli angoli<br />

degli occhi che ridevano quando rideva.<br />

E le fossette agli angoli della bocca che ridevano quando<br />

era felice.<br />

L’ultima volta che l’ho visto era brutto che non si poteva<br />

guardare.<br />

Curvo su se stesso con le ossa che non lo reggevano più e<br />

le rughe degli occhi scomparse nel gonfiore del viso.<br />

L’altra notte l’ho sognato.<br />

Era bello come allora e gli occhi gran<strong>di</strong> e ver<strong>di</strong> mi<br />

sorridevano e con un cenno della mano mi salutava seduto<br />

sulla spalliera del mio letto.


Oggi ho saputo che è in cielo e non lo rivedrò mai più.<br />

Non lo rivedrò né bello né brutto, né triste né felice,<br />

né sano né fatto, né dolce né incazzato.<br />

Non lo rivedrò più e basta.<br />

Cocaina e alcool gli hanno perforato lo stomaco a<br />

quarantadue anni.<br />

“Ora, non hai più bisogno <strong>di</strong> niente! Non ti servono buchi<br />

né carezze né camicie che nascondano le vene rigonfie.<br />

Ora sei finalmente sereno”<br />

Lui era dolce come una carezza, come un abbraccio.<br />

Era un essere speciale e speciali erano le sue mani.<br />

Gran<strong>di</strong> ali che, con un battito, l’hanno portato via.<br />

Abitava in una casa con un giar<strong>di</strong>no.<br />

Quando andavo a trovarlo mi piaceva guardare il mare<br />

sotto <strong>di</strong> noi e il cielo sopra <strong>di</strong> noi e respiravo a pieni<br />

polmoni quel profumo che impregnava l’aria.<br />

Poi, andavo sempre a controllare che fosse il Gelsomino<br />

il <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> quella magia.<br />

Ho passato la mia infanzia a credere che, quel<br />

meraviglioso profumo, appartenesse alla Buganvillee.<br />

Da bambina i miei genitori mi portavano spesso a cena da<br />

dei loro amici che avevano un bellissimo praticello e<br />

Buganvillee sparsa ovunque.<br />

E c’era quel profumo.<br />

Il Gelsomino si nascondeva <strong>di</strong>etro a fiori viola che non<br />

gli appartenevano e la Buganvillee appariva ancora più<br />

bella <strong>di</strong> quello che era.<br />

Mentre lui cercava cocaina io scoprivo, a malincuore, che<br />

la Buganvillee non ha odore.<br />

-


Ke_caro@yahoo.it<br />

Ancora bacio e passa una bella giornata e<br />

una sana serata!<br />

CAROLINA<br />

LA COCAINA ALTERA:


La cocaina altera: sì no<br />

La vista ☺<br />

L’u<strong>di</strong>to ☺<br />

L’olfatto ☺<br />

Il gusto ☺<br />

I capelli ☺<br />

I peli ☺<br />

I riflessi ☺<br />

I movimenti ☺<br />

La concentrazione ☺<br />

L’erezione del pene ☺<br />

La fertilità ☺<br />

La memoria ☺<br />

La percezione dello spazio ☺<br />

Il senso d’orientamento ☺<br />

I cinque sensi ☺<br />

Il “sesto” senso ☺<br />

La ragione ☺<br />

La percezione del tempo ☺<br />

I battiti del cuore ☺<br />

Il tatto ☺<br />

L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />

La salivazione ☺<br />

La qualità del bacio ☺<br />

La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />

Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />

Gli spermatozoi ☺<br />

Il respiro ☺<br />

Gli stati psicologici ☺<br />

La gioia ☺<br />

Il dolore ☺<br />

I reni ☺<br />

Il fegato ☺<br />

L’ansia ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />

Il pensiero ☺<br />

I sogni ☺<br />

Le ossa ☺<br />

Le narici del naso ☺<br />

La colorazione dei denti ☺<br />

L’alito ☺<br />

Il peso del corpo ☺<br />

L’irritabilità ☺<br />

I muscoli ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />

La tensione ☺<br />

Il metabolismo


L’eroina altera: sì no<br />

La vista ☺<br />

L’u<strong>di</strong>to ☺<br />

L’olfatto ☺<br />

Il gusto ☺<br />

I capelli ☺<br />

I peli ☺<br />

I riflessi ☺<br />

I movimenti ☺<br />

La concentrazione ☺<br />

L’erezione del pene ☺<br />

La fertilità ☺<br />

La memoria ☺<br />

La percezione dello spazio ☺<br />

Il senso d’orientamento ☺<br />

I cinque sensi ☺<br />

Il “sesto” senso ☺<br />

La ragione ☺<br />

La percezione del tempo ☺<br />

I battiti del cuore ☺<br />

Il tatto ☺<br />

L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />

La salivazione ☺<br />

La qualità del bacio ☺<br />

La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />

Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />

Gli spermatozoi ☺<br />

Il respiro ☺<br />

Gli stati psicologici ☺<br />

La gioia ☺<br />

Il dolore ☺<br />

I reni ☺<br />

Il fegato ☺<br />

L’ansia ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />

Il pensiero ☺<br />

I sogni ☺<br />

Le ossa ☺<br />

Le narici del naso ☺<br />

La colorazione dei denti ☺<br />

L’alito ☺<br />

Il peso del corpo ☺<br />

L’irritabilità ☺<br />

I muscoli ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />

La tensione ☺<br />

Il metabolismo ☺


L’amfetamina altera si no<br />

La vista ☺<br />

L’u<strong>di</strong>to ☺<br />

L’olfatto ☺<br />

Il gusto ☺<br />

I capelli ☺<br />

I peli ☺<br />

I riflessi ☺<br />

I movimenti ☺<br />

La concentrazione ☺<br />

L’erezione del pene ☺<br />

La fertilità ☺<br />

La memoria ☺<br />

La percezione dello spazio ☺<br />

Il senso d’orientamento ☺<br />

I cinque sensi ☺<br />

Il “sesto” senso ☺<br />

La ragione ☺<br />

La percezione del tempo ☺<br />

I battiti del cuore ☺<br />

Il tatto ☺<br />

L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />

La salivazione ☺<br />

La qualità del bacio ☺<br />

La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />

Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />

Gli spermatozoi ☺<br />

Il respiro ☺<br />

Gli stati psicologici ☺<br />

La gioia ☺<br />

Il dolore ☺<br />

I reni ☺<br />

Il fegato ☺<br />

L’ansia ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />

Il pensiero ☺<br />

I sogni ☺<br />

Le ossa ☺<br />

Le narici del naso ☺<br />

La colorazione dei denti ☺<br />

L’alito ☺<br />

Il peso del corpo ☺<br />

L’irritabilità ☺<br />

I muscoli ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />

La tensione ☺<br />

Il metabolismo ☺


La cannabis altera: si no<br />

La vista ☺<br />

L’u<strong>di</strong>to ☺<br />

L’olfatto ☺<br />

Il gusto ☺<br />

I capelli ☺<br />

I peli ☺<br />

I riflessi ☺<br />

I movimenti ☺<br />

La concentrazione ☺<br />

L’erezione del pene ☺<br />

La fertilità ☺<br />

La memoria ☺<br />

La percezione dello spazio ☺<br />

Il senso d’orientamento ☺<br />

I cinque sensi ☺<br />

Il “sesto” senso ☺<br />

La ragione ☺<br />

La percezione del tempo ☺<br />

I battiti del cuore ☺<br />

Il tatto ☺<br />

L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />

La salivazione ☺<br />

La qualità del bacio ☺<br />

La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />

Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />

Gli spermatozoi ☺<br />

Il respiro ☺<br />

Gli stati psicologici ☺<br />

La gioia ☺<br />

Il dolore ☺<br />

I reni ☺<br />

Il fegato ☺<br />

L’ansia ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />

Il pensiero ☺<br />

I sogni ☺<br />

Le ossa ☺<br />

Le narici del naso ☺<br />

La colorazione dei denti ☺<br />

L’alito ☺<br />

Il peso del corpo ☺<br />

L’irritabilità ☺<br />

I muscoli ☺<br />

Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />

La tensione ☺<br />

Il metabolismo ☺


“Avete <strong>di</strong>sperso la vostra<br />

personalità ai quattro venti<br />

del cielo e, adesso, quanta<br />

fatica da affrontare per<br />

radunarla, ricondurla al suo<br />

centro”<br />

Charles Baudelaire


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ALLA NASCITA. LE COSE DA SAPERE, DA FARE, DA DECIDERE<br />

QUANDO SI FA UN BAMBINO, Centro Stu<strong>di</strong> Prénatal, Agrate<br />

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Peter W. Nathanielsz, UN TEMPO PER NASCERE. LE NUOVE<br />

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VITA CHE NASCE. NOVE MESI NEL VENTRE MATERNO, RAI<br />

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USO DI SOSTANZE, Franco Angeli s.r.l., Milano 2001<br />

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Spinosa, ETICA, Bollati Boringhieri E<strong>di</strong>tore s.r.l.,<br />

Torino 1995


…………TUTTE QUESTE PERSONE LE<br />

RINGRAZIO.<br />

RINGRAZIO I LORO SCRITTI PER<br />

AVERMI INSEGNATO CHE, OLTRE<br />

ALLA MIA, ESISTONO MILLE ALTRE<br />

ESPERIENZE.<br />

HO CERCATO DI UNIRE CON PAROLE<br />

SEMPLICI LE CONOSCENZE DI<br />

TUTTI, SPERANDO DI INCONTRARE<br />

UN GIORNO, IN TERRA O IN<br />

CIELO, QUESTI<br />

SCRITTORI/SCIENZIATI E POTER<br />

STRINGERE LORO LA MANO.<br />

FINE<br />

…E VISSERO PER SEMPRE FELICI E<br />

CONTENTI…

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