prefazione di federico moccia - Assistenza Riparazioni Computer ...
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PREFAZIONE DI FEDERICO MOCCIA
Ai bambini, affinché venga dato loro tutto l’aiuto possibile<br />
per essere, un giorno, adulti buoni, forti, sereni e responsabili.<br />
A mia madre, che mi ha insegnato a combattere e a vivere.<br />
A mia figlia, che mi ha insegnato ad amare.<br />
A mio padre, che mi ha amata tanto.<br />
Ai miei gran<strong>di</strong> amori a quattro zampe, che perdonano sempre.
“Signore visibile della natura visibile (parlo dell’uomo)<br />
ha dunque voluto creare il Para<strong>di</strong>so con la farmaceutica,<br />
con le bevande fermentate simile a un pazzo che ai<br />
mobili soli<strong>di</strong>, ai veri giar<strong>di</strong>ni, sostituisce scenari <strong>di</strong>pinti<br />
su tela e montati sui telai”<br />
Charles Baudelaire
Amico è chi ti fa <strong>di</strong>vertire, chi ti ascolta, chi è leale con te.<br />
Chi ti aiuta quando hai un problema, chi gioca con te, ride con te e con te<br />
passa il tempo.<br />
Non solo.<br />
Amico è chi non ha paura <strong>di</strong> criticarti se stai sbagliando, chi ti <strong>di</strong>ce la<br />
verità.<br />
Anche -anzi soprattutto- quando è un po' brutta.<br />
E questo non è semplicissimo da fare perché tutti noi preferiamo <strong>di</strong> certo<br />
ascoltare le cose belle perché è più facile <strong>di</strong>re “Sì” che “No” ad un amico.<br />
Ma a volte il “No” è necessario.<br />
Serve per ricordare a tutti e a te stesso che ciò che va bene agli altri non è<br />
detto sia giusto per te.<br />
L'amico, se è vero, ha il coraggio <strong>di</strong> raccontarti che le cose hanno spesso due<br />
facce.<br />
Non lo fa per spaventarti..<br />
Non si deve aver paura del mondo.<br />
Però bisogna conoscerlo.<br />
E l'amico ti prende per mano e ti mostra le due facce delle cose, i due lati<br />
della medaglia, le sfumature e tutto quello che a prima vista non appare.<br />
Perché la verità, a volte, è nascosta.<br />
Questo non è necessariamente un male.<br />
Basta solo saperlo, così non si hanno brutte sorprese.<br />
Perché solo chi è curioso e vuole sapere come funziona il mondo (e la gente),<br />
saprà sempre come cavarsela.<br />
Quin<strong>di</strong> da tutta questa mia premessa si capisce che c'è bisogno <strong>di</strong> un amico.<br />
Ce n'è uno, ad esempio, che esiste praticamente da sempre.<br />
Lo conoscono gran<strong>di</strong> e piccini.<br />
Coi suoi capelli bion<strong>di</strong>, l'espressione dolce, sognante e curiosa a un tempo, la<br />
leggerezza dei movimenti, il Piccolo Principe non ha bisogno <strong>di</strong><br />
presentazioni, no?<br />
Ci cammina accanto mostrandoci le cose, proprio quelle che ve<strong>di</strong>amo ogni<br />
giorno, che abbiamo sotto gli occhi e <strong>di</strong>amo per scontate.<br />
Anzi, peggio.<br />
Cre<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> conoscerle così bene che nemmeno ci facciamo più caso e<br />
pensiamo <strong>di</strong> sapere tutto.
Ma nessuno <strong>di</strong> noi sa sempre tutto.<br />
Non si finisce mai d'imparare, <strong>di</strong>cono i proverbi, ed è vero.<br />
Il Piccolo Principe ad esempio può raccontarti chi è il Mercante.<br />
Il Mercante prova sempre a nasconderti una delle due facce delle cose.<br />
E lo fa con vari mezzi, <strong>di</strong> certo però mai con chiarezza e sincerità.<br />
Leggendo questo libro scoprirai come fa, quali trucchi del mestiere usa.<br />
È uno bravo, sennò mica sarebbe il Mercante.<br />
Ma nulla è impossibile da imparare..<br />
Il Piccolo Principe conosce quei trucchi e può svelarteli, se ne hai voglia, se<br />
ti va.<br />
Il Mercante gioca sul fatto che abbiamo tante cose per la testa e così non ci<br />
fermiamo mai a riflettere.<br />
Siamo <strong>di</strong>stratti e allora cre<strong>di</strong>amo alle prime cose che ve<strong>di</strong>amo, a come ce le<br />
presentano.<br />
Dato che la conoscenza richiede un minimo <strong>di</strong> tempo, d'impegno, <strong>di</strong><br />
attenzione, a volte noi non ne abbiamo voglia e ci lasciamo andare alle<br />
parole del Mercante.<br />
Ci fi<strong>di</strong>amo della sua verità perché non abbiamo avuto voglia <strong>di</strong> cercare la<br />
nostra.<br />
E lui lo sa e gioca sul fatto che se le cose le fai brillare, invece <strong>di</strong> mostrarle<br />
come semplicemente sono, attiri la gente, accechi chi le guarda e così inganni<br />
meglio.<br />
Ma il Piccolo Principe conosce quei trucchi e te li può raccontare tutti.<br />
Quando conosci i trucchi del mago, il mago resta senza lavoro, almeno per<br />
un po'.<br />
Perché poi, essendo Mercante, è costretto ad inventarsi altri trucchi.<br />
Ma tu ormai avrai imparato come si fa, qual è il metodo, e potrai sempre<br />
svelarli.<br />
Basta averne voglia.<br />
Il Piccolo Principe ti <strong>di</strong>rà anche un'altra cosa importante.<br />
Le persone davvero forti, quelle che tutti ammirano nel profondo, quelle che<br />
fanno paura ai vigliacchi, non sono i Mercanti..<br />
Sono i Piccoli Principi, coloro che la forza la cercano -e trovano- nel proprio<br />
cuore.
Quelli che, quando serve, <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> “No” senza paura <strong>di</strong> essere emarginati o<br />
considerati <strong>di</strong>versi.<br />
Perché sanno le cose, le conoscono, e quin<strong>di</strong> possono <strong>di</strong>re “No.”<br />
Perché sanno che gli altri hanno solo paura del loro coraggio e forse <strong>di</strong>cono<br />
“Sì” solo perché le cose non le conoscono ancora.<br />
Sono quelli che i pugni li tirano con le parole della verità e della gioia e non<br />
con le mani.<br />
Quelli che sanno proteggere gli amici anche da se stessi, quando serve.<br />
I Piccoli Principi usano le armi dell'amore e della fantasia e non quelle della<br />
violenza.<br />
La violenza è solo paura <strong>di</strong> ciò che non si conosce.<br />
Non hanno bisogno <strong>di</strong> sostanze estranee per essere belli, curiosi, coraggiosi,<br />
interessanti.<br />
Lo sono già per il fatto che esistono, respirano, corrono, ridono, ascoltano e<br />
sanno amare senza pregiu<strong>di</strong>zi, senza paura.<br />
La paura è utile, ti permette ad esempio <strong>di</strong> evitare i pericoli, <strong>di</strong> non mettere<br />
le mani sopra la fiamma che scoppietta nel caminetto, <strong>di</strong> non attraversare la<br />
strada senza guardare.<br />
E <strong>di</strong> stare lontano dai Mercanti..<br />
Ma la paura non deve dominarti, non deve impe<strong>di</strong>rti <strong>di</strong> far parte del<br />
mondo, <strong>di</strong> stare con la gente.<br />
Non tutti sono Mercanti.<br />
Se impari a riconoscerli, se impari a saper usare la paura come un'amica,<br />
allora scoprirai quanti Piccoli Principi ci sono.<br />
Questo non è un libro.<br />
È un amico.<br />
Perché racconta le cose, ne insegna altre e lo fa con semplicità.<br />
Mostra le due facce delle cose, spiega senza imporre, non si sostituisce a te<br />
perché la scelta nella vita sarà sempre e solo tua.<br />
Ma è più facile scegliere quando si sanno le cose.<br />
Ed è ciò che questo scritto cerca <strong>di</strong> fare, con semplicità ed ironia.<br />
FEDERICO MOCCIA
Un giorno il Piccolo Principe incontra un mercante.<br />
Un tizio che vendeva pillole per placare la sete.<br />
Pillole che ad<strong>di</strong>rittura avevano il potere <strong>di</strong> non farla<br />
sentire la sete.<br />
Si sostituivano all’acqua e il tempo che si perde per<br />
bere non si perde più.<br />
Non si beve più.<br />
Per il mercante bere era una grossa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo.<br />
Il Piccolo Principe si meraviglia e non capisce perché<br />
voler sostituire una serena camminata verso una fontana<br />
con delle pillole inghiottite in un secondo possa fare<br />
bene o servire a qualcosa.<br />
Esistono due tipi <strong>di</strong> persone.<br />
Chi la pensa come il mercante, forse, non riesce ad<br />
accettare tutto ciò che è la vita, senza ritrovati<br />
chimici contro la sete o la fatica, o il dolore, o la<br />
frustrazione, o il tempo che passa.<br />
Chi la pensa come il Piccolo Principe è sicuramente più<br />
forte e certamente più sereno.<br />
Imparare a gestire il dolore, la sconfitta, la<br />
frustrazione, la per<strong>di</strong>ta, il lutto è la sfida!<br />
Imparare anche a staccarsi dal gruppo <strong>di</strong> riferimento (per<br />
gli adolescenti e i preadolescenti fondamentale) senza<br />
sentirsi <strong>di</strong>versi ogni qualvolta il gruppo fa qualcosa che<br />
riteniamo essere sbagliato secondo i nostri valori, i<br />
nostri insegnamenti, i nostri modelli <strong>di</strong> riferimento.<br />
Non si puo’impe<strong>di</strong>re al vento <strong>di</strong> soffiare, si puo’<br />
pero’attaccarsi forte ad un albero, vacillare, ma non<br />
cadere.<br />
Questo è il messaggio che ti deve passare dopo avere<br />
analizzato insieme le sostanze stupefacenti e i loro<br />
effetti.<br />
E’ importante che tu sappia che un vero leader è una<br />
persona forte, sana, responsabile, che conosce i propri<br />
limiti, capace <strong>di</strong> smuovere il mondo, capace <strong>di</strong> far fronte<br />
alle <strong>di</strong>fficoltà e in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no al momento<br />
giusto senza per questo sentirsi un debole o un <strong>di</strong>verso.
Un buon leader è quello che c’è nel momento del bisogno,<br />
quello che aiuta l’amico in <strong>di</strong>fficoltà e si preoccupa<br />
anche dei più deboli.<br />
Un leader meraviglioso è saggio, colto e si fa rispettare<br />
non temere.<br />
La gente <strong>di</strong> lui non ha paura, ha stima.<br />
La gente, <strong>di</strong> un leader così non ne teme il giu<strong>di</strong>zio.<br />
Un leader così viene ricordato per secoli e resta nel<br />
cuore <strong>di</strong> tutti uno splen<strong>di</strong>do ricordo.<br />
La gente sa che, <strong>di</strong> un leader così, ci si può fidare<br />
perché non ti metterebbe mai nei casini e, se lo fa,<br />
cambia leader o <strong>di</strong>venta tu un leader perfetto.<br />
La libertà è tutto ciò che abbiamo conquistato.<br />
Perderla per <strong>di</strong>pendere da una droga è sicuramente la<br />
sconfitta più grande.<br />
-
IL MIO SKATE<br />
Quando ero ragazzina avevo uno skate-board.<br />
Era blu cielo, cielo più notte che giorno, quel cielo che<br />
ha il colore del mare profondo.<br />
Credo che, meno poeticamente parlando, si chiami blu<br />
elettrico che non so proprio se sia uguale al cielo e<br />
nemmeno all’oceano.<br />
Avevo uno skate blu che amavo <strong>di</strong>speratamente e mi seguiva<br />
ovunque e mi portava dove volevo.<br />
Al mattino a scuola, al pomeriggio al parco e la domenica<br />
alla montagnetta <strong>di</strong> S. Siro a combattere contro le<br />
querce.<br />
Facevo karate in quel periodo<br />
ed era un rituale<br />
meraviglioso andare <strong>di</strong><br />
domenica alla montagnetta<br />
trainata sullo skate dal mio<br />
cane lupo che si chiamava<br />
Cadeau.<br />
“-Ah Cadeau, corri-“, gridavo<br />
e lui correva come il vento.<br />
In quel periodo avevo<br />
anche il mio primo amore, un<br />
certo Giuseppe Zalum, che non<br />
sapevo quanto fosse corrisposto<br />
allora, il mio amore <strong>di</strong>co, ma<br />
per me era comunque<br />
importante.<br />
Anche Zalum aveva uno skateboard<br />
e in quel lungo viale<br />
che arrivava a scuola ci<br />
inseguivamo, a volte per menarci, a volte per insultarci,<br />
a volte semplicemente per giocare.<br />
Mio padre mi chiedeva spesso: “Ma sei sicura che Zalum lo<br />
sa che state insieme?”<br />
Non so perché mio padre mi abbia preso uno skate, lui<br />
aveva paura <strong>di</strong> tutto, paura <strong>di</strong> farmi fare tutto, eppure
lo skate me lo aveva regalato e mi lasciava libera <strong>di</strong><br />
andare anche in mezzo alla strada, vicino alle rotaie,<br />
sui trucioli della Via S. Vittore, ovunque volessi.<br />
Sono stati gli anni migliori della mia vita.<br />
La fine degli anni ’70 e i primi degli anni ’80 io li<br />
ricordo così.<br />
Un giorno mio padre è morto.<br />
Un giorno, qualche anno dopo, anche il mio cane è morto.<br />
Un giorno mi sono rotta un ginocchio e anche il karate è<br />
morto e, causa ginocchio, anche il basket e il pallone da<br />
basket che mi portavo anche nel letto è morto.<br />
Un giorno, non ricordo quando <strong>di</strong> preciso, mi sono sentita<br />
troppo grande per andare sullo skate e mi sono fatta<br />
regalare dalla mamma una bella bicicletta bianca che si<br />
chiamava Bolide.<br />
Il mio skate l’avevo depositato tra gli scaffali dello<br />
sgabuzzino.<br />
Ero dall’oculista quando mi hanno rubato Bolide.<br />
Allora ho pregato la mamma per farmi usare il vecchio<br />
motorino del papà, quel vecchio Garelli a cui facevo fare<br />
i relli in campagna da mia nonna.<br />
L’avevo chiamato Champ.<br />
Un giorno, dopo cento relli, anche il Champ è morto.<br />
Con tutte quelle morti erano iniziati gli anni più bui<br />
della mia vita.<br />
Davo ripetizioni ai ragazzini delle me<strong>di</strong>e, della mia<br />
scuola me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Zalum.<br />
Erano passati, da quando frequentavo io le me<strong>di</strong>e almeno<br />
sei, sette, otto anni.<br />
Ho le idee confuse perché negli anni del liceo mi sono<br />
presa parecchie Plegine, pastiglie piene <strong>di</strong> amfetamina.<br />
Allora si usavano tra gli studenti perché ci illudevamo<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are meglio.<br />
Non stu<strong>di</strong>avamo affatto.
Passavamo ore e notti intere a parlare, a scrivere, a<br />
creare, ma non a stu<strong>di</strong>are.<br />
La bocciatura arrivava puntuale come un orologio svizzero<br />
e insieme arrivavano i problemi.<br />
Problemi comportamentali e buchi <strong>di</strong> memoria grossi come<br />
crateri <strong>di</strong> vulcano.<br />
Le Plegine, tanti anni fa, le vendevano in farmacia e si<br />
poteva comprarle anche senza ricetta per la mo<strong>di</strong>ca cifra<br />
<strong>di</strong> tremila lire la boccetta che ne conteneva trenta.<br />
Un giorno le hanno ban<strong>di</strong>te dal mercato e io e i miei<br />
amici andavamo ad acquistarle in Piazza S. Eustorgio a<br />
Milano, al mercato nero, dai pusher.<br />
Se non c’erano le Plegine c’erano le ricette.<br />
Si comprava la ricetta da qualche tossico e poi, con quel<br />
foglietto stropicciato, spesso sporco <strong>di</strong> sangue, si<br />
girava Milano in cerca <strong>di</strong> una farmacia che ci desse la<br />
nostra droga.<br />
Con Carlotta, una sera, con una gomma, abbiamo cercato <strong>di</strong><br />
cancellare il sangue.<br />
Era davvero un’impresa far sembrare quella ricetta<br />
autentica.<br />
C’erano schizzi <strong>di</strong> sangue ovunque.<br />
Un farmacista, alle tre <strong>di</strong> notte, l’ha accettata.<br />
Avremmo dovuto stu<strong>di</strong>are.<br />
Abbiamo chiacchierato tutta la notte.<br />
Quante notti passate così.<br />
Con Carlotta, con Vanessa, con Cristina, con Samantha e<br />
Alberto.<br />
Tre anni della mia vita spesi inseguendo amfetamina.<br />
Tutti i giorni erano uguali.<br />
Erano bellissime le notti a casa <strong>di</strong> Elena.<br />
Con lei, riuscivo anche a stu<strong>di</strong>are.
Ci mettevamo sul davanzale della sua finestra.<br />
Era così alto che ci sembrava <strong>di</strong> toccare la luna.<br />
Ricordo le notti con Manuela.<br />
Le parole uscivano così facilmente.<br />
Si poteva <strong>di</strong>re tutto, ci si conosceva meglio.<br />
Pausa caffé, una rinfrescatina alla faccia, i polsi sotto<br />
l’acqua corrente gelata per qualche minuto e<br />
un’annusatina sul balcone all’aria che, a quell’ora,<br />
aveva un fascino bestiale.<br />
Brivi<strong>di</strong> <strong>di</strong> freddo o vampate <strong>di</strong> caldo.<br />
I denti e la bocca si impastavano.<br />
Bisognava lavarli cento volte per riuscire a sopportarli.<br />
Le notti più belle le ho passate da sola.<br />
Scrivevo ore e ore canzoni, pensieri, poesie.<br />
Ricordo che mi sembrava <strong>di</strong> amare tutto e tutti e, sotto<br />
effetto delle Plegine, perdonavo chi mi aveva fatto del<br />
male e mi sentivo serena.<br />
Mi sentivo così buona.<br />
Scrivevo lettere <strong>di</strong> scuse, bene<strong>di</strong>vo il passato e mi<br />
autocuravo.<br />
Ricordo vagamente che, <strong>di</strong> giorno, davo spesso i numeri.<br />
Avevo frequenti scatti <strong>di</strong> rabbia e mi incazzavo, mi<br />
strappavo i capelli, mi dondolavo su me stessa.<br />
Di quegli anni ho perso date, nomi, emozioni.<br />
Mi ricordo <strong>di</strong> Cristhian e delle notti passate con lui a<br />
fare l’amore al Parco Sempione.<br />
Mi ricordo le notti.<br />
Pomeriggi e mattine sono stati <strong>di</strong>strutti per sempre!<br />
Di quel periodo ho un’infinità <strong>di</strong> rimpianti.<br />
Rimpiango <strong>di</strong> non ricordare.
Rimpiango <strong>di</strong> non essere stata vicino a mia mamma che<br />
stava soffrendo.<br />
Rimpiango <strong>di</strong> essere stata bocciata tre volte e <strong>di</strong> aver<br />
perso un sacco <strong>di</strong> tempo.<br />
Qualcosa, comunque, avevo imparato.<br />
Finalmente conoscevo i miei limiti.<br />
Avevo capito che <strong>di</strong> limiti non ne avevo.<br />
Avevo capito che quando si ha a che fare con droghe così<br />
potenti che hanno il potere <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere la<br />
personalità, la volontà, la forza, la positività,<br />
chiunque perde il senso della realtà e il senso del<br />
limite.<br />
Ho smesso <strong>di</strong> usare Plegine quando ho iniziato a lavorare<br />
al Beccaria, al carcere minorile <strong>di</strong> Milano.<br />
Angelo Santagostino, il mio coor<strong>di</strong>natore, era una figura<br />
autoritaria ma buona che è riuscito a darmi quello che,<br />
con la morte <strong>di</strong> mio padre, mi era mancato.<br />
Poi ci sono stati Lele, Walter, Vanna, Emma, Valeria,<br />
tutti loro hanno contribuito alla mia guarigione.<br />
Il Beccaria è stato la mia cura.<br />
Sono stata fortunata.<br />
Ho iniziato a fumarmi le canne, convinta che fossero<br />
gestibilissime e leggerissime.<br />
Canne per socializzare, canne per scrivere, canne per<br />
amare, canne per parlare, canne per dormire, canne per<br />
avere ispirazioni poetiche, canne per volare in alto,<br />
canne per fare all’amore, canne per sognare.<br />
Sognare troppo, sognare sempre e <strong>di</strong>menticarsi la realtà,<br />
perderla <strong>di</strong> vista, annullarla, cancellarla, abolirla,<br />
annientarla.<br />
Canne a non finire.<br />
Tachicar<strong>di</strong>e, per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo, poca saliva per baciare,<br />
poche persone da frequentare, poco tempo per stu<strong>di</strong>are,<br />
poca memoria per ricordare, troppi sbalzi d’umore per<br />
amare, poca voglia <strong>di</strong> lavorare, troppo tempo speso in una<br />
giornata per cercare.
Cercare fumo, maria, anche suola da scarpe quando non<br />
c’era <strong>di</strong> meglio.<br />
Ho smesso <strong>di</strong> fumare perché non riuscivo ad avere quella<br />
luci<strong>di</strong>tà che serve per vivere e per scegliere ogni giorno<br />
la strada da seguire.<br />
Ho avuto una bellissima infanzia, credo che sia stato<br />
anche questo il motivo per cui, ad un cero punto della<br />
vita, ho deciso <strong>di</strong> mollare qualsiasi cosa mi facesse<br />
deragliare per tornare sui binari.<br />
Tornando al periodo in cui davo ripetizioni ricordo che<br />
un giorno qualcuno, forse Marco o Federico Tessi, due<br />
fratelli che più degli altri bambini frequentavano la mia<br />
casa, mi domandò <strong>di</strong> imprestargli il mio vecchio skate che<br />
stava prendendo polvere nello sgabuzzino.<br />
Imprestare, che parola assurda.<br />
E’ così bello scegliere se poter regalare o non regalare,<br />
ma imprestare è quasi un obbligo.<br />
Non si nega a nessuno un oggetto in prestito.<br />
Tanto torna no, è solo per un certo periodo.<br />
Bisogna ricordarsi a chi si è imprestato e avere la<br />
voglia e forse anche il coraggio <strong>di</strong> richiederlo in<strong>di</strong>etro.<br />
Bisogna anche sapere che se il momento in cui hai<br />
imprestato quell’ oggetto avevi altre mille cose per la<br />
mente e in quel periodo della vita quell’ oggetto aveva<br />
poco valore facilmente ci si <strong>di</strong>mentica per molto tempo <strong>di</strong><br />
farselo ridare e si rimanda, si rimanda finché muore<br />
anche lui e un giorno se ne sentirà la mancanza come<br />
tutte le cose amate che non ci sono più.<br />
Sono passati almeno vent’anni dall’ultima volta che ho<br />
messo piede sul mio skate e almeno quin<strong>di</strong>ci anni<br />
dall’ultima volta che l’ho visto.<br />
E’ <strong>di</strong>ventata un’ossessione la sua ricerca,<br />
improvvisamente, una mattina <strong>di</strong> qualche mese fa.<br />
Ritrovarlo sarebbe come poter palpare ancora un pezzo <strong>di</strong><br />
passato, poter mostrare alla mia bambina il mio gioco<br />
preferito, quello più amato, quello più usato.<br />
Ritrovarlo sarebbe come riportare in vita Cadeau, il mio<br />
cane e riavere per un secondo tra le braccia il mio papà
e rivedere Zalum per chiedergli una volta per tutte se<br />
sapeva <strong>di</strong> essere il mio fidanzato.<br />
I Tessi non abitano più dove abitavano allora.<br />
Le ricerche telefoniche si sono rivelate un fallimento.<br />
La mia memoria è tra<strong>di</strong>trice <strong>di</strong> quegli anni causa Plegine<br />
e non sono nemmeno sicura che siano stati proprio i Tessi<br />
a portarselo via il mio skate.<br />
Magari incontrerò i Tessi per le strade del mondo, ma<br />
come ci resterei male se mi <strong>di</strong>cessero che l’avevano loro<br />
ma l’hanno buttato, dopo tutti questi anni.<br />
A trentotto anni ho imparato la <strong>di</strong>fferenza tra imprestare<br />
e regalare, ho imparato che, fondamentalmente, non c’è<br />
<strong>di</strong>fferenza.<br />
L’unica <strong>di</strong>fferenza che c’è è il senso <strong>di</strong> colpa che ti<br />
percuote se non hai imprestato quando ti era stato<br />
chiesto e la gioia che ti invade quando hai regalato<br />
senza che ti sia stato chiesto.<br />
Ho imparato che può esistere anche un senso <strong>di</strong> colpa per<br />
aver imprestato.<br />
Ho imparato che, a volte, per le cose importanti, bisogna<br />
chiedere tempo, tempo per pensare, per capire se puoi<br />
portare il peso della richiesta fatta, non adesso che<br />
l’oggetto non ti interessa, ma tra venti anni, quando<br />
vorresti rivedere quello skate più <strong>di</strong> tutti gli oggetti<br />
dell’universo.<br />
Se quin<strong>di</strong>ci anni fa avessi saputo che la storia finiva<br />
così, se avessi saputo che a volte bisogna prendere tempo<br />
prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>re sì e pensare e immaginare tutte le<br />
conseguenze possibili…<br />
Se avessi saputo che stavo regalando il mio skate avrei<br />
detto <strong>di</strong> no.<br />
Ti ho raccontato tutto questo perché spero che tu conosca<br />
la famiglia Tessi e perché penso tu possa fare<br />
passaparola e prima o poi qualcuno mi <strong>di</strong>ca: “Guarda che<br />
il tuo skate è qui con me”.<br />
Ti ho raccontato questa storia perché voglio che tu<br />
sappia che se io, tanti anni fa, ho preso amfetamina è<br />
perché stavo male, perché era morto il mio papà, perché
mi sembrava che il mondo mi cadesse addosso e avevo<br />
trovato nelle Plegine un piccolo rifugio.<br />
Non credo che si inizi ad assumere droghe per caso.<br />
Quelli che ti <strong>di</strong>cono che è capitato e si sono ritrovati<br />
in mezzo, forse, raccontano palle anche a se stessi.<br />
Così, tanto per cercare <strong>di</strong> sfuggire al vero motivo per<br />
cui hanno iniziato.<br />
Se sei sicuro <strong>di</strong> te stesso, se la vita non ti ha dato<br />
grossi scossoni, io non penso che si senta mai il bisogno<br />
<strong>di</strong> ricorrere a qualsiasi droga.<br />
Ti ho raccontato tutto questo per farti sapere che<br />
nessuna droga è un rifugio adeguato.<br />
Che il modo migliore per sconfiggere dolore e nostalgia è<br />
dentro <strong>di</strong> noi ed è importante trovare la forza per<br />
guardarsi in<strong>di</strong>etro, bene<strong>di</strong>re i ricor<strong>di</strong>, e proseguire a<br />
testa alta, giorno per giorno.<br />
Ti ho raccontato questa storia perché vorrei parlarti del<br />
fatto che il futuro va tenuto in considerazione, che<br />
bisogna imparare a non immaginarsi solo nel presente, che<br />
a volte la vita con noi è generosa e ci fa vivere ancora<br />
per molti anni e <strong>di</strong>pende da noi se vivremo bene o male,<br />
con o senza troppi rimpianti.<br />
Se vivremo bene o male <strong>di</strong>pende anche dal nostro passato,<br />
il futuro <strong>di</strong>pende dal nostro passato, anche il futuro dei<br />
nostri figli.<br />
I bambini sono la cosa migliore che c’è ed è importante<br />
che tu possa pensare che un giorno, forse, ti occuperai<br />
<strong>di</strong> loro.<br />
Ho una bambina meravigliosa che tutte le mattine, quando<br />
si sveglia, mi <strong>di</strong>ce che mi vuole bene e poi mi abbraccia<br />
forte e mi grida “brava brava” ogni volta che faccio<br />
qualcosa <strong>di</strong> decente.<br />
La mia bambina si chiama Giulia ed è il mio regalo dal<br />
cielo.<br />
Questo penso, nonostante i casini che ho con suo padre so<br />
che, se tornassi in<strong>di</strong>etro, rifarei l’amore con lui fosse<br />
anche solo per avere lei.
E’ l’unica cosa certa della mia vita, molte altre cose le<br />
cambierei.<br />
Cambierei il giorno che sapevo che mio padre stava<br />
morendo e, nonostante lo sapessi, me ne sono andata ad<br />
una festa.<br />
Cambierei le cose che non so <strong>di</strong>re.<br />
Il bene che voglio alla mia mamma e che non ho mai saputo<br />
raccontarle.<br />
Cambierei il giorno che ho portato Ambra a morire perché<br />
faceva fatica a stare in pie<strong>di</strong> e non riusciva ad alzarsi<br />
da sola.<br />
Se potessi tornare in<strong>di</strong>etro me la terrei ancora un po’<br />
vicina perché oggi sono troppe le volte che ci piango e<br />
mi sento in colpa e vorrei che lei fosse qua per<br />
stringerla ancora una volta.<br />
La mia cagnona, forse, avrebbe voluto vivere ancora un<br />
po’.<br />
Quel giorno, <strong>di</strong>stesa sulla barella del veterinario si è<br />
lasciata andare, serena, perdonandomi ancora una volta.<br />
Vorrei che non ti accorgessi a trentotto anni delle<br />
conseguenze possibili, vorrei che <strong>di</strong>ventasse normale per<br />
te prenderti cinque minuti per analizzare tutti gli<br />
effetti immaginabili <strong>di</strong> ogni gesto, <strong>di</strong> ogni atto, <strong>di</strong> ogni<br />
parola detta o non detta.<br />
Vorrei che, visto che sono qui a parlarti <strong>di</strong> droghe,<br />
parlassimo insieme <strong>di</strong> ciò che sicuramente già sai, ma <strong>di</strong><br />
cui magari ti sfugge ancora qualcosa…così, tanto per<br />
sbagliare il meno possibile e per responsabilizzarti<br />
davanti alle scelte che è giusto che tu faccia da solo.<br />
Forse non ti importerà sapere che <strong>di</strong> droga si muore,<br />
anche se io te lo <strong>di</strong>rò ugualmente.<br />
Hai ragione in fondo, la morte fa meno paura <strong>di</strong> una vita<br />
vissuta male e può sembrare un evento così lontano, così<br />
impensabile che possa accadere a noi.<br />
La morte fa male a chi resta, a chi resta senza un<br />
figlio, senza un fratello, senza un padre, senza un<br />
amico, senza una madre.
Chi muore ha semplicemente finito <strong>di</strong> esserci, finito <strong>di</strong><br />
esistere, se ne va e basta.<br />
E’ importante però che tu sia più che consapevole che <strong>di</strong><br />
droga non solo si può morire, ma peggio ancora è restare<br />
in vita miseramente, senza più nessuno che crede in te,<br />
senza nessuno che ha ancora voglia <strong>di</strong> amarti, senza il<br />
cervello con tutti i suoi neuroni, senza la luci<strong>di</strong>tà che<br />
ti permette <strong>di</strong> compiere delle scelte, con il fegato<br />
spappolato, la pelle opaca e rovinata, senza il ciclo<br />
mestruale, senza un’erezione del pene, senza poter più<br />
fare l’amore, con tutti i denti gialli…se ancora ti<br />
resteranno dei denti.<br />
E’ importante che tu sappia che potresti anche ritrovarti<br />
senza il cuore, perché dopo il primo infarto hanno dovuto<br />
asportartelo e sostituirlo con quello più funzionante <strong>di</strong><br />
un tizio che non c’è più.<br />
Poveretto, quel signore che ti ha lasciato il suo cuore<br />
non c’è più, e tu potresti chiederti per tutti i giorni<br />
che ti resteranno chi fosse quell’uomo.<br />
Non verrò mai a <strong>di</strong>rti: “Te l’avevo detto!”, ma saprò<br />
d’averlo fatto e mi sentirò più a posto con la coscienza<br />
se decidessi, nonostante i miei racconti, <strong>di</strong> farti <strong>di</strong><br />
tutte le droghe del mondo.<br />
Ci sono tre cose che più delle altre penso tengano<br />
lontani dalle droghe.<br />
La musica, lo sport e il <strong>di</strong>alogo.<br />
L’ultima è sicuramente il sale della vita, il sole nei<br />
momenti bui e la pioggia nei momenti ari<strong>di</strong>.<br />
Parlare, <strong>di</strong>scutere, confrontarsi…<br />
Anche gridare la propria rabbia quando c’è senza mai<br />
tenersi dentro niente.<br />
Le cose belle, le cose brutte, tutto quello che hai<br />
dentro va tirato fuori prima che tu decida <strong>di</strong> tenerlo<br />
dentro per sempre soffocandolo con sostanze che non<br />
potresti più controllare.<br />
Ecco, questo è, a mio parere, il modo migliore per far<br />
prevenzione!<br />
A raccontare si impara da piccoli e chi è grande lo deve<br />
saper insegnare, giorno per giorno, pazientemente e
dolcemente inginocchiarsi per essere all’altezza <strong>di</strong> un<br />
bambino e, guardandolo negli occhi, chiedergli cosa c’è<br />
che non va, quali pensieri lo <strong>di</strong>sturbano, quali emozioni<br />
ha nel cuore.<br />
Questo, i miei genitori, l’hanno saputo fare.<br />
Hanno saputo parlare con me.<br />
Ho avuto un forte, fortissimo sbandamento quando mio papà<br />
è morto.<br />
Un po’ come quel vento <strong>di</strong> cui parlavo all’inizio.<br />
Quel vento che ti fa vacillare ma non cadere se hai delle<br />
basi solide.<br />
Tu resti attaccato ad un albero con ra<strong>di</strong>ci robuste e sane<br />
perché sana è stata la tua infanzia.<br />
Mettere da parte le botte e far si che <strong>di</strong>venti<br />
un’abitu<strong>di</strong>ne spiegare tutto, tutto quello che non si deve<br />
fare analizzando insieme i motivi e tutto quello che si<br />
può fare.<br />
“Ogni bambino nasce con il suo fardellino”, mi ha detto<br />
Valeria poco prima che nascesse Giulia.<br />
Chi nasce in una famiglia povera.<br />
Chi in una famiglia troppo ricca da potersi permettere<br />
troppe baby-sitter.<br />
Chi nasce senza padre, chi resta senza madre.<br />
Chi nasce con due genitori che litigano in continuazione<br />
e li vede lanciare oggetti per casa.<br />
Chi non ha una casa.<br />
Chi ha i genitori che vanno fin troppo d’accordo e<br />
viaggiano in continuazione in continue lune <strong>di</strong> miele<br />
lasciando figli con nonni, zii e tate.<br />
Chi ha i genitori che lavorano troppo e non hanno tempo<br />
per parlare con nessuno, la stanchezza li <strong>di</strong>vora.<br />
Chi ha i genitori che non lavorano.<br />
Chi deve lavorare al posto dei genitori.<br />
Chi non ha i genitori.
Chi ha la mamma sempre presente, ma assente perché con<br />
mille pensieri e mille cellulari accesi.<br />
Ogni bambino nasce con il suo fardellino e bisogna solo<br />
che, il fardello, non sia troppo pesante per le sue<br />
spalle.<br />
Il compito <strong>di</strong> alleggerire il fardello è dei genitori o <strong>di</strong><br />
chi cresce un bambino.<br />
Trovare il tempo per raccontarsi giorno per giorno ciò<br />
che accade dentro e fuori <strong>di</strong> noi è sicuramente il modo<br />
migliore per alleggerire la vita!<br />
-
IL PICCOLO PRINCIPE E IL MERCANTE<br />
, DISSE IL PICCOLO PRINCIPE.<br />
, DISSE IL MERCANTE.<br />
ERA UN MERCANTE DI PILLOLE PERFEZIONATE CHE<br />
CALMAVANO LA SETE.<br />
SE NE INGHIOTTIVA UNA ALLA SETTIMANA E NON SI<br />
SENTIVA PIU’ IL BISOGNO DI BERE.<br />
, DISSE IL PICCOLO<br />
PRINCIPE.<br />
, DISSE IL<br />
MERCANTE.<br />
<br />
<br />
<br />
, DISSE IL PICCOLO PRINCIPE, 1<br />
1 ♥A. de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, Tascabili Bompiani, Milano 2002, cap. XXIII, p. 101
CHI SEI?<br />
Pensi <strong>di</strong> assomigliare al Piccolo Principe o al Mercante?<br />
Inizio a scrivere ora questo libro perché solo ora inizio<br />
a conoscermi.<br />
Prima avevo duecentomila idee per la testa.<br />
Mille idee su quello che avrei voluto fare da grande, su<br />
chi avrei voluto essere, su chi pensavo <strong>di</strong> essere.<br />
Pensavo che il palcoscenico fosse la mia strada.<br />
Un giorno, mentre dal palco dell’Acquapiper <strong>di</strong> Roma<br />
il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Dimensione Suono mi consegnava il<br />
premio della critica e in un orecchio mi sussurrava <strong>di</strong><br />
andarlo a trovare in ra<strong>di</strong>o, io pensai che fosse una<br />
figata pazzesca e che era la mia occasione.<br />
Sono un pigro capricorno e non ho mai più rimesso piede<br />
in quella città per sapere cosa avrebbe voluto <strong>di</strong>rmi quel<br />
signore.<br />
Di occasioni non ce ne sono più state, non in campo<br />
musicale almeno.<br />
Walter, amico e collega <strong>di</strong>ceva che non era quella la mia<br />
strada, altrimenti, a Roma, ci sarei andata.<br />
Ho continuato a scrivere canzoni per anni ma continuavo<br />
anche a lavorare in Beccaria e più passava il tempo meno<br />
scrivevo canzoni e più lavoravo in Beccaria e più<br />
Beccaria c’era nella mia esistenza più ragazzi incasinati<br />
conoscevo.<br />
Scoprivo, giorno per giorno, che forse era proprio quella<br />
la mia strada.<br />
Poi, però, anche i ragazzi in Beccaria non li reggevo<br />
più.<br />
Non reggevo più i loro innumerevoli casini, il fatto che<br />
dovessi sempre sorridere anche quando ero triste, il<br />
fatto che iniziava ad essere un lavoro come un altro e<br />
non avevo più emozioni.<br />
Volevo scrivere e stare un po’ tranquilla e volevo<br />
laurearmi.
Strano, per trent’anni non avrei mai pensato che mi<br />
interessasse laurearmi e l’università l’ho trascinata per<br />
anni e anni pagando le rette come un’imbecille senza dare<br />
esami.<br />
Il Lele me l’aveva detto un giorno: “Sarai una<br />
scrittrice. Farai questo nella vita”<br />
Mi vennero in mente i momenti più belli passati con i<br />
miei genitori quando ero bambina, quando organizzavano<br />
lunghe gite per i navigli in bicicletta con altre tre,<br />
quattro, cinque famiglie.<br />
Io non giocavo con gli altri bambini.<br />
Io mi sedevo con un quaderno rosso sotto un grande albero<br />
e scrivevo favole.<br />
Oggi sono qui, a scrivere ancora e, questa, è <strong>di</strong> tutte le<br />
cose che ho fatto nella vita, l’unica che ho sempre<br />
portato con me.<br />
Oggi so quali sono le scarpe che vanno d’accordo con i<br />
miei pie<strong>di</strong>.<br />
So che le ballerine non me le posso permettere.<br />
Peccato cavoli perché, adesso, le fanno proprio <strong>di</strong> tutti<br />
i colori.<br />
Pianta larga e piede corto.<br />
Ho un trentanove <strong>di</strong> larghezza e un trentotto <strong>di</strong><br />
lunghezza.<br />
Le ballerine, lunghe e affusolate, proprio non vanno.<br />
Lo so adesso che ho trentotto anni, l’anno scorso non lo<br />
sapevo.<br />
L’anno scorso le ho comprate e non le ho più messe.<br />
So che vorrei vestirmi come lei.<br />
Lei che passa per la strada con un vestito attillato,<br />
tacco a spillo e leggermente truccata.<br />
Lei che fa voltare tutti sculettando e ancheggiando.<br />
Sculettando o ancheggiando?
Non lo so, so che tutti si voltano e io corro a comprarmi<br />
un vestito come il suo, ma ho la pancia e me la segna da<br />
fare schifo.<br />
Allora, rinuncio al vestito e mi prendo un bel paio <strong>di</strong><br />
scarpe con il tacco a spillo.<br />
Usate una volta.<br />
Allora ne ho comprate altre pensando che le precedenti<br />
fossero <strong>di</strong>fettose.<br />
Sono <strong>di</strong>fettosa io, <strong>di</strong>fettosa la mia vita per quel paio <strong>di</strong><br />
scarpe.<br />
Difettose le mie abitu<strong>di</strong>ni per quel paio <strong>di</strong> scarpe o<br />
<strong>di</strong>fettose quelle scarpe per le mie meravigliose e sane<br />
abitu<strong>di</strong>ni.<br />
Esco con due cani quattro volte al giorno.<br />
Porto Giulia in bicicletta all’asilo e la porto ai<br />
giar<strong>di</strong>ni al pomeriggio.<br />
La rincorro sugli scivoli, mi butto con lei dagli<br />
scivoli.<br />
Oggi, la mia vita mi va a pennello.<br />
Ho ripreso a nuotare.<br />
Scariche <strong>di</strong> endorfine mi arrivano dalle trenta vasche al<br />
giorno e non sento più il bisogno nemmeno del sesso.<br />
Non ho un rapporto completo con un uomo da quattro anni e<br />
non mi manca.<br />
L’idea che poi ti si piazzi anche in casa, l’idea che<br />
debba <strong>di</strong>videre il tempo che de<strong>di</strong>co a Giulia anche con<br />
un’altra persona, in questo momento non lo sopporterei.<br />
Mi lamento perché non esco mai la sera, ma poi quando<br />
capita una volta tanto <strong>di</strong> uscire è un’angoscia e una<br />
stanchezza infinita.<br />
Finalmente so che preferisco stare a casa con la mia<br />
bambina a guardare “una mamma per amica”.<br />
Siamo arrivate al terzo cofanetto.
Ho la fortuna <strong>di</strong> potermi permettere <strong>di</strong> non lavorare come<br />
prima e così mi concedo lunghe mattinate con il mio<br />
computer a scrivere a te.<br />
Oggi io so chi sono.<br />
Prima non lo sapevo.<br />
Oggi prendo la mia bambina per mano per <strong>di</strong>rigermi verso<br />
una fontana e sono serena.<br />
Serena e libera <strong>di</strong> camminare a testa alta, serena perché<br />
finalmente so qual è la mia via, serena perché Giulia è<br />
con me, serena e libera perché il tempo <strong>di</strong> canne e<br />
Plegine è lontano e, grazie a Dio, non fa più male.<br />
Non è facile conoscere se stessi.<br />
Io ho impiegato quasi quarant’anni.<br />
Forse aveva ragione la mia mamma quando <strong>di</strong>ceva che sono i<br />
quaranta gli anni migliori della nostra vita.<br />
La mia mamma.<br />
Donna meravigliosa, forte, fortissima.<br />
Donna che mi ha dato tanto amore, a suo modo.<br />
Nell’unico modo che conosce perché incapace <strong>di</strong> avere<br />
gesti affettuosi.<br />
Incapace <strong>di</strong> fare una carezza, un abbraccio.<br />
Non mi ha mai lasciata sola nel momento del bisogno e mi<br />
ha insegnato a raccontare e ad essere sincera, sempre, a<br />
qualunque costo.<br />
E <strong>di</strong> costi, la sincerità, ne ha tanti.<br />
La gente spesso scappa <strong>di</strong> fronte a troppa spontaneità e<br />
alla verità.<br />
La gente, spesso, attacca <strong>di</strong> fronte a troppa sincerità.<br />
“Non importa, è apparenza, i costi della sincerità sono<br />
solo apparenza. Vedrai che, la sincerità, aiutata dal<br />
tempo, ripaga sempre”, non ha mai smesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la mia<br />
mamma.
Poi, ho avuto la fortuna <strong>di</strong> avere degli amici fantastici<br />
che nella vita hanno alimentato con costanza il mio<br />
fortissimo bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo.<br />
Si sono smazzati tutto il mio egocentrismo e i miei<br />
infiniti racconti e mi hanno insegnato ad ascoltare<br />
urlandomi <strong>di</strong>etro: “Cazzo Caro, basta, tocca a noi !”<br />
Non ho mai smesso <strong>di</strong> confrontarmi con loro, anche a<br />
<strong>di</strong>stanza, anche adesso che molti <strong>di</strong> loro sono lontani.<br />
C’è chi è andato in Spagna a vivere, chi in Grecia, chi<br />
in Brasile, chi in Olanda, chi in Inghilterra, chi ha<br />
cambiato semplicemente città restando in Italia.<br />
Un paio, grazie a Dio, sono rimasti a Milano.<br />
Milano, la mia città.<br />
Via San Vittore, la mia strada, il mio quartiere da<br />
sempre.<br />
Lì, da quella vecchia casa dove, tantissimi anni fa, il<br />
mio papà si tuffava nell’Olona e dove i due merciai<br />
stavano seduti in canotta su uno sgabellotto in mezzo al<br />
marciapiede davanti al loro vecchio e logoro negozio.<br />
Lui fumava la pipa, lei lavorava a maglia e, quando<br />
scendevo <strong>di</strong> casa, mi invitavano a vedere i loro<br />
pappagallini che starnazzavano in gabbie infinite.<br />
La Via San Vittore, dove passava il tram verde che<br />
collegava il Duomo a Baggio e dove io volavo, con il mio<br />
cane, più veloce del vento, sul mio skate senza paura.<br />
La Via San Vittore, circondata dai miei parenti, dai miei<br />
cugini, con i quali ci si ritrova tuttora nella corte tra<br />
un atto d’amore e un atto <strong>di</strong> stizza.<br />
“Ma noi non partiamo mai?”, mi chiede Giulia.<br />
“No amore, noi restiamo! Faremo da porto sicuro a quelli<br />
che torneranno ogni tanto a casa”<br />
Non è la gioia la cosa alla quale dovresti anelare.<br />
La gioia arriva e va.<br />
Arriva dall’esterno, da un figlio che nasce, da una<br />
partita <strong>di</strong> pallone vinta, da un giro sulla giostra.
La serenità si conquista piano piano ed è data da noi<br />
stessi e da ciò che ci appartiene, passato compreso, e<br />
che abbiamo imparato ad accettare.<br />
Allora, solo la morte può sconfiggerla, ma tutto il resto<br />
ci passa sopra come la pioggia sui tetti.<br />
-
LETTERA A PIERO e ALLA SUA MAMMA<br />
Se Piero si fa le canne, non è un dramma.<br />
Non andare in panico.<br />
Certo che sarebbe meglio se non fumasse, se facesse dello<br />
sport, se gli piacesse fare delle lunghe passeggiate in<br />
mezzo alla natura.<br />
Bello sarebbe se, per socializzare, gli bastasse<br />
presentarsi con un sorriso e avere la forza <strong>di</strong><br />
frequentare chiunque mantenendo integra la propria<br />
interiorità, la propria identità, i propri valori, la<br />
propria autostima.<br />
Bando alla retorica!<br />
Se fosse così, sarebbe un ragazzo quasi perfetto.<br />
Ma non sei stata perfetta tu e non puoi pretendere da lui<br />
il massimo.<br />
Qualcuno è fortunato.<br />
Qualcuno ha dei figli meravigliosi senza essere stato un<br />
genitore modello.<br />
Non so se esistono genitori esemplari.<br />
Esistono i genitori.<br />
Qualcuno migliore, qualcuno peggiore.<br />
Se Piero si fa tante canne, inizia pure a preoccuparti,<br />
potrebbe <strong>di</strong>ventare un dramma.<br />
Inizierà a fare fatica a stu<strong>di</strong>are, a ricordare, a<br />
concentrarsi.<br />
Passerà ore sulla stessa pagina senza capirne il senso.<br />
Inizierà a fare fatica a socializzare e tenderà a<br />
frequentare solo chi fuma spinelli come lui.<br />
Degli altri, quelli che non fumano e non usano altre<br />
droghe, avrà un pessimo giu<strong>di</strong>zio, lo annoieranno con la<br />
loro integrità.
Perderà qualche amico strada facendo.<br />
Potrebbe avere crisi <strong>di</strong> panico, potrebbe mancargli il<br />
fiato e avere attacchi <strong>di</strong> tachicar<strong>di</strong>a.<br />
Se guida un veicolo confonde le luci dei semafori e non<br />
vede le strisce pedonali.<br />
Se vede le strisce ha i riflessi così lenti che non fa a<br />
tempo a frenare…<br />
Caro Piero, io lo so cosa stai pensando.<br />
Che sono tutte cazzate!<br />
Che è tutto il contrario.<br />
Che riesci a guidare meglio se ti sei fumato una canna e<br />
che riesci ad amare meglio se ti sei fumato due canne e<br />
che riesci a stu<strong>di</strong>are meglio se ti sei fatto un cilum.<br />
Ora <strong>di</strong>ciamo alla tua mamma che cos’è un cilum.<br />
E’ un aggeggio che serve per fumare la cannabis.<br />
Per cannabis inten<strong>di</strong>amo fumo e marijuana.<br />
Il cilum può avere varie forme.<br />
Solitamente è un tubo <strong>di</strong> ceramica o <strong>di</strong> legno incavato.<br />
Ha una lunghezza variabile dai cinque ai <strong>di</strong>eci<br />
centimetri.<br />
Se lo trovate nella camera <strong>di</strong> Piero sappiate che non è<br />
una cerbottana.<br />
Se Piero, un giorno, scopre che con la cocaina trova lo<br />
slancio che ci voleva per fare le avances a Sara e riesce<br />
a portarsela a letto e a dare il meglio <strong>di</strong> se stesso,<br />
rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un cocainomane.<br />
Forse qualche buco nel cuore Piero ce l’ha se decide <strong>di</strong><br />
mollare la coca e passare all’eroina perché scopre che<br />
Sara può anche mollarlo, che il mondo può anche mollarlo,<br />
che la mamma può anche morire e tutto intorno sparire<br />
tanto lui è sotto anestesia e non può più soffrire.<br />
Se Piero elegge l’eroina a regina, forse sta <strong>di</strong>ventando<br />
un eroinomane.
Se Piero, dopo essersi fatto un paio <strong>di</strong> canne, esce con<br />
gli amici a farsi un aperitivo, magari un negroni, magari<br />
un Jack Daniel’s, e poi decide <strong>di</strong> andare in <strong>di</strong>scoteca e<br />
<strong>di</strong> calarsi una pastiglia che lo faccia ballare tutta la<br />
notte senza sentire la stanchezza e, nei bagni del locale<br />
trova un’anima generosa che gli offre una striscia <strong>di</strong><br />
coca e, alla fine della notte, si fuma un po’ <strong>di</strong> eroina,<br />
così tanto per riuscire ad addormentarsi…<br />
Allora Piero non esiste più.<br />
Forse aveva già smesso <strong>di</strong> esistere quando aveva deciso <strong>di</strong><br />
provare la coca, forse quando aveva conosciuto l’eroina,<br />
forse quando aveva bisogno della canna per riuscire a<br />
dormire.<br />
Forse aveva smesso <strong>di</strong> esistere quando era bambino.<br />
Forse, aveva smesso d’esistere anche per causa tua mamma<br />
<strong>di</strong> Piero.<br />
Forse, senza volerlo, tanto tempo fa, gli hai fatto del<br />
male.<br />
Un giorno cerchi <strong>di</strong> svegliarlo dolcemente, ma lui ti<br />
manda al <strong>di</strong>avolo, ha la bocca impastata, il naso colante,<br />
lo sguardo assente e una rabbia presente.<br />
La sera gli prepari il suo cibo preferito, ma non ha fame<br />
e non ha la febbre.<br />
Passerai le notti sveglia ad aspettarlo e sentirai mille<br />
mi <strong>di</strong>spiace e mille non tarderò più.<br />
Ma tarderà ancora, tarderà sempre.<br />
Si scuserà ancora, si scuserà sempre.<br />
Ti presento Piero, è tuo figlio.<br />
Non lo riconosci?<br />
Possiamo provare insieme a <strong>di</strong>struggerlo per ricostruirlo<br />
migliore <strong>di</strong> quanto sia mai stato.<br />
Ci sono due categorie tra gli esseri umani.<br />
Quelli che scelgono <strong>di</strong> drogarsi e quelli a cui non<br />
interessa.
Quelli che hanno provato e decidono <strong>di</strong> continuare e<br />
quelli che capiscono che le droghe non fanno per loro e<br />
decidono <strong>di</strong> non usarle più.<br />
Ci sono poi quelli che non hanno provato mai.<br />
Pren<strong>di</strong>amo ora in considerazione la prima categoria.<br />
Quella che sceglie <strong>di</strong> drogarsi.<br />
Una categoria è fatta da un certo numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui<br />
comunque <strong>di</strong>versi tra loro, con esigenze e gusti <strong>di</strong>ssimili<br />
anche in fatto <strong>di</strong> sostanze stupefacenti.<br />
Ognuno ha la sua droga ed è proprio per questo che<br />
sarebbe sbagliato affermare che l’eroina è la regina.<br />
E’ la regina per loro ma non per noi.<br />
Noi che abbiamo un carattere <strong>di</strong>verso e che,<br />
inevitabilmente, sceglieremo una droga <strong>di</strong>versa o non ne<br />
vorremmo affatto.<br />
E’ assurda quella ideologia per cui se hai provato a<br />
fumarti una canna è più facile passare all’eroina.<br />
Sono sostanze talmente <strong>di</strong>verse che è assurdo paragonarle.<br />
Ed è sempre scorretto pensare che una canna tira l’altra<br />
o che una volta provata l’eroina la si usi per sempre.<br />
C’è gente a cui viene il <strong>di</strong>sgusto sia dell’una che<br />
dell’altra e gente che se ne innamora…a volte dell’una, a<br />
volte dell’altra, a volte <strong>di</strong> entrambe.<br />
Gente che, dopo il primo spinello, ha un attacco <strong>di</strong><br />
panico accompagnato da tachicar<strong>di</strong>a, vertigini e dolori<br />
con formicolii alle gambe, alle braccia, alle <strong>di</strong>ta e<br />
giura che non fumerà mai più.<br />
Gente che dopo avere provato l’eroina vomita e sputa<br />
sangue e per nessun motivo ne vorrebbe ancora.<br />
Gente che, finalmente, scopre che può vivere in pace con<br />
il mondo grazie ad un’anestesia emotiva, grazie alla sua<br />
eroina.<br />
La cocaina è <strong>di</strong>versa.<br />
E’ per molti l’ingresso nel mondo.
A quelli che già nel mondo ci stanno, ai più inseriti<br />
socialmente, a quelli particolarmente <strong>di</strong>namici,<br />
adrenalinici, agitati, <strong>di</strong>sinibiti, <strong>di</strong>sinvolti,<br />
<strong>di</strong>fficilmente interessa una droga che non da niente <strong>di</strong><br />
nuovo.<br />
Amfetamine, aci<strong>di</strong>, funghi, ecstasy…beato chi ne tiene il<br />
controllo.<br />
Ci sono quelli poi che provano tutto e che si innamorano<br />
<strong>di</strong> tutto, <strong>di</strong> tutte le droghe della terra.<br />
Sono quelli più <strong>di</strong>fficili, sono dei malati che non sanno<br />
<strong>di</strong> esserlo e che non chiedono aiuto.<br />
Sono i policonsumatori.<br />
Sono quelli che non accettano consigli, quelli che già<br />
sanno e a cui non interessano le menate.<br />
Ecco il compito, il più <strong>di</strong>fficile, comunicare con loro,<br />
informarli nel modo meno pedante possibile.<br />
Informarli sulle conseguenze delle loro scelte e<br />
responsabilizzarli <strong>di</strong> fronte alla vita.<br />
L’informazione in materia <strong>di</strong> droga deve essere fatta con<br />
coscienza e semplicità.<br />
Penso che chi scrive o chi parla dovrebbe chiedersi <strong>di</strong><br />
cosa ci sia davvero bisogno.<br />
Avere ben chiara la destinazione dei propri messaggi e<br />
sapere quali siano i reali bisogni <strong>di</strong> quel tipo <strong>di</strong><br />
utenza.<br />
Analizziamo l’utenza.<br />
Dai 10 ai 30 anni.<br />
Le ASL consigliano che si inizi prima, con i ragazzi più<br />
giovani, con i bambini delle elementari.<br />
Dai 6 ai 30 anni.<br />
Poi ci sono i genitori, anche loro vanno aiutati a<br />
capire.<br />
Ci sono me<strong>di</strong>ci e avvocati ma ci sei anche tu mamma <strong>di</strong><br />
Piero che fai fatica a comprendere un linguaggio<br />
<strong>di</strong>fficile perché hai la quarta elementare.
Magari non sai nemmeno leggere e desidereresti tanto che<br />
qualcuno parlasse dei problemi del tuo ragazzo in<br />
televisione, non per fare spettacolo si intende, non<br />
saltuariamente, abitualmente, e coscienziosamente.<br />
Facciamo dunque conto che i destinatari della<br />
comunicazione in materia <strong>di</strong> droga sia tu, mamma <strong>di</strong> Piero<br />
e tutti i ragazzi del mondo dai 6 in su.<br />
Cosa desiderate sapere?<br />
Tu, mamma <strong>di</strong> Piero, tutto il possibile per aiutare tuo<br />
figlio, i ragazzi e Piero preferiscono non sapere niente.<br />
Difficile inizio, ma possibile.<br />
Credo che bisognerebbe arrivare a parlare <strong>di</strong> tutto<br />
illudendo i ragazzi che non si stia parlando <strong>di</strong> niente.<br />
Si può partire raccontando qualche aneddoto che affascini<br />
i ragazzi e che apparentemente esuli dall’argomento<br />
droghe.<br />
Esuli, si allontani, si <strong>di</strong>stacchi dall’argomento droghe.<br />
Così tanto per farli restare, per tenerli seduti ad<br />
ascoltare o per far sì che leggano almeno una ventina <strong>di</strong><br />
pagine.<br />
Professionalmente si insegna agli educatori a non<br />
metterci mai troppo <strong>di</strong> personale, a tenere un certo<br />
<strong>di</strong>stacco, a non raccontare fatti privati.<br />
Personalmente, dopo tanti anni <strong>di</strong> lavoro nel carcere<br />
minorile, ho provato a fare ciò che mi <strong>di</strong>cevano i<br />
superiori, a tenere un certo <strong>di</strong>stacco.<br />
Insegnare non mi piaceva più e i ragazzi non mi amavano<br />
più ed era <strong>di</strong>ventato così <strong>di</strong>fficile spiegare loro<br />
qualcosa in cui credevo.<br />
I ragazzi restavano seduti perché erano obbligati e non<br />
potevano andarsene perché c’erano le sbarre.<br />
Qualcosa <strong>di</strong> personale bisogna raccontarlo se si vuole<br />
ottenere la loro fiducia, eliminare le barriere, se<br />
vogliamo essere creduti e imitati.<br />
Caro Piero ti ho raccontato <strong>di</strong> me, del mio skate, <strong>di</strong><br />
quando l’ho imprestato e non l’ho più visto.<br />
Ti ho raccontato <strong>di</strong> quando ho iniziato a rimpiangerlo.
Ti ho raccontato che se avessi saputo leggere nel futuro<br />
allora, quando ho imprestato il mio skate, me lo sarei<br />
tenuto.<br />
Se avessi chiuso gli occhi in tempo e avessi immaginato<br />
tutte le conseguenze possibili…ora il mio skate ci<br />
sarebbe e avrei un rimpianto in meno.<br />
Ti ho parlato <strong>di</strong> quando usavo le Plegine e <strong>di</strong> quanto le<br />
ho maledette per il male che mi hanno fatto e che mi<br />
hanno fatto fare a mia madre.<br />
Ti parlerò ancora <strong>di</strong> sostanze stupefacenti, a modo mio,<br />
con qualche schema che ti renderà più facile la lettura.<br />
Proverai il tuo sapere in materia <strong>di</strong> droga con qualche<br />
test, se avrai voglia <strong>di</strong> fare un quiz, e poi andrai a<br />
controllarti le risposte nelle schede per vedere da solo<br />
dove hai cannato.<br />
Ci sono state annate particolari in cui tutti hanno fatto<br />
a gara per chi alzasse più la voce in materia <strong>di</strong> droga,<br />
per chi <strong>di</strong>scutesse <strong>di</strong> più.<br />
Solitamente si parte da un evento significativo che da<br />
l’avvio a una sorta <strong>di</strong> gara tra giornalisti.<br />
Finito l’evento, finita la gara.<br />
Ci sono anni bui, in cui nessuno <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> droga, come<br />
se il problema avesse cessato d’esistere.<br />
Improvvisamente ecco un altro episo<strong>di</strong>o eclatante, la<br />
morte <strong>di</strong> qualcuno del mondo dello spettacolo, l’arresto<br />
<strong>di</strong> un politico, un’indagine dalla quale risulta che gli<br />
studenti fumano spinelli, una legge da rifare.<br />
Se ne torna a parlare, in prima pagina.<br />
Manca in Italia una cultura <strong>di</strong> comunicazione sociale che<br />
sia quoti<strong>di</strong>ana e non spora<strong>di</strong>ca e che coinvolga tutti i<br />
me<strong>di</strong>a.<br />
E manca forse anche una coscienza da parte <strong>di</strong> chi, avendo<br />
il potere della fama e della scrittura, tende a preferire<br />
la superficialità che fa notizia alla scienza.<br />
Vorrei il tuo giu<strong>di</strong>zio e mi piacerebbe che tu <strong>di</strong>ventassi<br />
propositivo, responsabile, che tu ci aiutassi a trovare<br />
il modo migliore per costruire insieme una nuova civiltà<br />
che non si limiti a raccontare alla gente,
spora<strong>di</strong>camente, qualche evento, ma che impari a <strong>di</strong>scutere<br />
abitualmente dei tuoi problemi affinché i tuoi figli, se<br />
mai ne avrai, sbaglino il meno possibile.<br />
Le droghe esistono da che esiste il mondo ma tu, caro<br />
Piero, esisti da poco, sei solo un ragazzo ed è in te che<br />
dobbiamo sperare per un futuro migliore.<br />
Ti hanno fatto toccare il cielo con un <strong>di</strong>to, le tue<br />
droghe?<br />
Ti hanno anche buttato all’inferno nei momenti peggiori.<br />
Fai tanto sport!<br />
Ho sempre pensato che lo sport pari il culo nei momenti<br />
peggiori.<br />
Se hai avuto una bella infanzia, ca<strong>di</strong> in pie<strong>di</strong> nella<br />
vita, anche se la tua adolescenza è stata <strong>di</strong>sastrosa,<br />
anche se hai provato a fare delle cazzate perché ci sono<br />
stati momenti brutti.<br />
L’Italia dovrebbe investire molto denaro per permettere<br />
ai bambini che non possono permetterselo <strong>di</strong> iscriversi ad<br />
una scuola <strong>di</strong> danza, <strong>di</strong> musica o <strong>di</strong> qualsiasi altra cosa<br />
desiderino.<br />
E’ sicuramente un ottimo inizio per prevenire <strong>di</strong>sagio,<br />
degrado, droga e noia.<br />
Caro Piero, chiu<strong>di</strong> gli occhi un istante e immaginati<br />
forte, libero, sereno e vivo in un mondo perfetto senza<br />
confini.<br />
Bacio.<br />
Carolina Sala
P.S.<br />
ALL’EROINA E AL SUO RITORNO ALL’INTERNO DEI POLICONSUMI HO DEDICATO IL CAPITOLO PIÙ<br />
LUNGO.<br />
RITENGO CHE QUESTO CAPITOLO DEBBA ESSERE LETTO DA TUTTI IN QUANTO APPROFONDISCE<br />
ANCHE PICCOLI O GRANDI CONCETTI SULLE ALTRE DROGHE E, SOPRATTUTTO, SULLE TIPOLOGIE<br />
FAMILIARI DELLE FAMIGLIE DEI RAGAZZI PORTATI PIÙ DI ALTRI ALLA TOSSICODIPENDENZA E<br />
ALLA TOSSICOMANIA.<br />
LE ALTRE DROGHE COME CANNABIS, COCAINA, ALCOOL E AMFETAMINA VENGONO AFFRONTATE,<br />
COMUNQUE, IN OGNI DETTAGLIO.<br />
LE “DROGHE NUOVE” NON VENGONO CITATE PER IL SOLO MOTIVO CHE CAMBIANO IN<br />
CONTINUAZIONE.<br />
OGNI GIORNO SI LEGGE CHE I RAGAZZI HANNO INIZIATO A FARSI DI KETAMINA, DROGA PER<br />
CAVALLI, O SNIFFANO COLLA O MILLE ALTRE NOVITÀ.<br />
LASCIAMO IN QUESTO SCRITTO LO SPAZIO PER LE DROGHE CHE RITENGO SIANO SEMPRE<br />
PRESENTI DA GENERAZIONI E GENERAZIONI PER NON APPESANTIRE DI PAGINE CHE, SE TROPPO<br />
FITTE, NON VERREBBERO MAI LETTE.<br />
LA TOSSICOMANIA NASCE TRA LE MURA DI CASA E SENZA ACCUSARE UNICAMENTE MADRI E<br />
PADRI CHIEDO COMUNQUE CHE SI METTANO IN QUESTIONE E SIANO PRONTI A CAMBIARE PER<br />
AMORE DEI PROPRI FIGLI.<br />
CHE UN RAGAZZO SI MASSACRI DI CANNE O DI EROINA O DI KETAMINA O DI COCAINA, IL<br />
RISULTATO È DIFFERENTE, MA LA CAUSA È QUASI SEMPRE LA STESSA.<br />
DOLORE, TRISTI RICORDI, DISAGIO, NOIA., DEBOLEZZA, MANCANZA DI DIALOGO, PAURA DEL<br />
MONDO…<br />
IL RESTO È CONTENUTO IN QUESTO SCRITTO.<br />
BUONA LETTURA!
TOSSICOFILIA E TOSSICODIPENDENZA<br />
“Coltello e piaga,<br />
schiaffo e guancia,<br />
membra e ruota sono, vittima e carnefice;<br />
sono il vampiro del mio cuore,<br />
un grande infelice,<br />
<strong>di</strong> quelli a un riso eterno dannati<br />
e che<br />
non posson più sorridere” 2<br />
Tossiicoffiilliia = La voglia da parte <strong>di</strong> una persona <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare il proprio stato<br />
fisico e mentale per ottenere effetti gratificanti da una o più droghe.<br />
E’, rispetto alla tossico<strong>di</strong>pendenza, un’esperienza prevalentemente psicologica in<br />
quanto si cerca consapevolmente un piacere (Zamperini/Salvini/Testoni)<br />
Effffeetttti i<br />
rri icceerrccatti i: Gli effetti ricercati cambiano in base alla sostanza.<br />
Cocaina ed eroina, per esempio, sono due sostanze molto <strong>di</strong>verse dalle<br />
quali ci si attende risultati <strong>di</strong>versi:<br />
Disinibizione (sentirsi a proprio agio ovunque, senza paure,<br />
senza timidezza, osando fare e <strong>di</strong>re tutto ciò che si vuole)<br />
Eccitazione<br />
Sedazione<br />
Aumento delle sensazioni<br />
Ricerca <strong>di</strong> contatto con altre persone<br />
Desiderio <strong>di</strong> star bene con se stessi allontanando il resto<br />
del mondo<br />
Ci sono <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> tossicofilie che variano a seconda che si faccia un uso<br />
spora<strong>di</strong>co <strong>di</strong> una sostanza o che se ne faccia un abuso. Per abuso inten<strong>di</strong>amo<br />
l’acquisizione frequente o giornaliera della droga. Aumentare anche le dosi <strong>di</strong> una<br />
sostanza è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> abuso e inizio <strong>di</strong> una reale tossico<strong>di</strong>pendenza.<br />
Diiverssii gra<strong>di</strong>i <strong>di</strong>i ttossssiicoffiilliie = Usso//abusso <strong>di</strong> una sostanza stupefacente<br />
CI SONO POI DIVERSI TIPI DI TOSSICOFILIE.<br />
UNA, RITENGO ESSERE UN PO’ MENO PERICOLOSA DELL’ALTRA IN<br />
QUANTO VIENE ASSUNTA UNA SOSTANZA A SOLO SCOPO RICREATIVO.<br />
2 Charles Baudelaire, Luigi de Nar<strong>di</strong>s (A cura <strong>di</strong>), I fiori del male, Giangiacomo Feltrinelli Ed, Milano 1999, p. 145
PER ESEMPIO PER ANDARE IN DISCOTECA CON GLI AMICI E BALLARE ,<br />
TUTTA LA NOTTE.<br />
IL SOGGETTO CHE FA USO DI DROGA PER DIVERTIRSI CON GLI AMICI<br />
NON PENSO SIA UN MALATO.<br />
PENSO PIUTTOSTO CHE SIA UN BALORDO IN CERCA DI NUOVE<br />
ESPERIENZE.<br />
IN QUESTO CASO È PIÙ FACILE CHE CI SI LIMITI ALL’USO PIUTTOSTO<br />
CHE ALL’ABUSO.<br />
L’ALTRA È SICURAMENTE LA PIÙ PERICOLOSA IN QUANTO SI RICERCA<br />
DA UNA DROGA NON SOLO IL PIACERE, MA SOPRATTUTTO LA CURA<br />
PER NON SOFFRIRE.<br />
IN QUESTO CASO IL SOGGETTO TROVA SOLLIEVO AI SUOI DOLORI IN<br />
UNA SOSTANZA CHE LO ILLUDE DI ELIMINARE IL SUO DISAGIO E I SUOI<br />
TRISTI RICORDI.<br />
PURTROPPO E’ SOLO UN’ILLUSIONE PERCHE’ NULLA E’ PIU’ DOLOROSO<br />
DELL’IMBARCARSI IN UNA TOSSICODIPENDENZA.<br />
IL DOLORE VIENE ALLEVIATO ED ELIMINATO SOLO NEL MOMENTO<br />
EFFETTIVO DELL’ASSUNZIONE DELLA DROGA.<br />
APPENA L’EFFETTO DELLA SOSTANZA SVANISCE IL DOLORE TORNA, I<br />
RICORDI TRISTI RIPRENDONO A RIMBALZARE NEL CERVELLO FINO<br />
ALL’ASSUNZIONE DI UNA NUOVA DOSE.<br />
DOLORE PORTA DOLORE ANCHE ALLE PERSONE CHE TI AMANO E CHE<br />
FARAI, INEVITABILMENTE, SOFFRIRE.<br />
IL MODO MIGLIORE CHE HAI PER CANCELLARE IL DOLORE E’ INIZIARE<br />
UNA TERAPIA CON QUALCHE BUON PSICOLOGO CHE TI AIUTI A TIRARE<br />
FUORI TUTTA LA TUA RABBIA, BENEDIRLA E CANCELLARLA.<br />
INIZIARE UN’AUTOTERAPIA USANDO UNA SOSTANZA STUPEFACENTE E’<br />
SICURAMENTE LA SCELTA PEGGIORE CHE TU POSSA FARE!<br />
Di iveerrssi i tti<br />
ipi i<br />
<strong>di</strong> i<br />
ttossssi iccoffi il li iee = Binomio ecstasy-<strong>di</strong>scoteca (più scopo <strong>di</strong>vertimento)<br />
e/o<br />
Grossi <strong>di</strong>sagi personali e il tentativo <strong>di</strong> un’autoterapia<br />
Maggiore è l’assunzione della sostanza maggiore è la <strong>di</strong>pendenza. IInnaal lzzaando i<br />
dossaaggi i ssi i innaal i lzzaa il il<br />
““ccrraavi ing””. . IIl l ccrraavi ing èè un int i teensso deessi ideerri io ffi issi icco cchee può eesssseerree<br />
paarraagonaat to aal ll laa ffaamee ee aal ll laa sseet tee. . E’’ un fforrt ti issssi imo deessi ideerri io ccompul lssi ivo ((cci ioèè cchee deevee<br />
eesssseerree ssod<strong>di</strong> issffaat tt to aal ll l’’i isst taant tee)) ee cchee vaa aal l <strong>di</strong> i làà l deel ll laa rraagi ionee. . Non ssod<strong>di</strong> issffaarree<br />
immee<strong>di</strong> i iaat taameent tee il il<br />
ccrraavi ing vuol l <strong>di</strong> irree rri isscchi iaarree unaa ccrri issi i d’’aasst ti ineenzzaa, , cci ioèè sseent ti irrssi i mol lt to<br />
maal lee peerr laa l maanccaanzzaa <strong>di</strong> i unaa ssosst taanzzaa. .
Crravi ing = intenso desiderio fisico (come la fame e la sete)<br />
E’ un fortissimo desiderio compulsivo che va al <strong>di</strong> là della ragione e<br />
deve essere sod<strong>di</strong>sfatto al più presto per non sentirsi male.<br />
Tossiico<strong>di</strong>ipendenza = Bisogno fisico e psicologico <strong>di</strong> una droga.<br />
Il corpo necessita <strong>di</strong> una droga e non può più farne a meno per mantenere il nuovo<br />
equilibrio fisiologico, dato dall’emissione costante della droga. Se la droga non viene<br />
assunta si entra in astinenza.<br />
Asst ti ineenzzaa = Stare molto male fisicamente. Sudori fred<strong>di</strong>, dolori ai muscoli,<br />
vomito, <strong>di</strong>arrea, forti emicranie, dolori addominali lancinanti.<br />
N. .B. . NON SII MUORE DII CRIISII DII ASTIINENZA!!<br />
RESIISTERE AD UNA CRIISII DII ASTIINENZA È IIL PRIIMO PASSO<br />
VERSO LA GUARIIGIIONE. .<br />
Tossssi icco<strong>di</strong> ipeendeent tee = Un maal laat to<br />
No coscienza<br />
No equilibrio<br />
No forza <strong>di</strong> volontà (senso <strong>di</strong> impotenza)<br />
No senso <strong>di</strong> responsabilità<br />
No affettività (incapace <strong>di</strong> provare amore e o<strong>di</strong>o)<br />
No carattere (privato della propria personalità dalla droga)<br />
Bugiardo<br />
Violento in mancanza della droga<br />
Totalmente inaffidabile<br />
Spesso impotente<br />
Spesso no ciclo mestruale<br />
Sistema immunitario debolissimo<br />
Decalcificazione ossea ecc.<br />
ESISTE A MIO PARERE IL SOGGETTO CHE PIU’ DI ALTRI POTREBBE<br />
DIVENTARE UN GIORNO UN TOSSICODIPENDENTE.<br />
E’ UNA PERSONA FRAGILE, CON POCA PERSONALITA’.<br />
HA ALLE SPALLE UN PASSATO BURRASCOSO SEGNATO DA<br />
FREQUENTI TRADIMENTI ED E’ STATO SPESSO ABBANDONATO.<br />
ABBANDONATO DALLA MADRE, DAL PADRE E POI DALLE FIDANZATE<br />
E DAI FIDANZATI.
UN’INFANZIA TRISTE VISSUTA ALL’OMBRA SPESSO DI UNA MADRE<br />
ACCENTRATRICE E VITTIMEGGIANTE.<br />
DA BAMBINO HA SUBITO TORTI E ABBANDONI E HA IMPARATO A<br />
DIFFIDARE DEL MONDO.<br />
SPESSO SI E’ RITROVATO A PORTARE PESI TROPPO PESANTI PER LE<br />
SUE SPALLE.<br />
IN FAMIGLIA NON C’ERA DIALOGO E NON E’ STATO ABITUATO A<br />
DISCUTERE DEI PROPRI PROBLEMI.<br />
PROVA INVIDIA NEI CONFRONTI DI TUTTO CIO’ CHE GLI APPARE<br />
MIGLIORE DI LUI E DI TUTTO QUELLO CHE GLI APPARE MIGLIORE<br />
RISPETTO A CIO’ CHE POSSIEDE.<br />
L’INVIDIA E’ UNA BRUTTA BESTIA!<br />
QUESTO SOGGETTO CERCHERA’ IN UNA DROGA QUALCOSA CHE GLI<br />
PERMETTA DI VIVERE SENZA QUELLA RABBIA CHE LO DEVASTA DA<br />
QUANDO ERA BAMBINO.<br />
PURTROPPO E’ COSI’.<br />
PURTROPPO ESISTE IL FUTURO TOSSICODIPENDENTE ED E’ PER<br />
QUESTO CHE LA PREVENZIONE VA FATTA NELLE CASE, NELLE<br />
FAMIGLIE, QUANDO I RAGAZZI SONO ANCORA BAMBINI.<br />
IMPARARE A PARLARE, A PARLARSI, A RACCONTARE, A<br />
RACCONTARSI.<br />
QUESTO, NON MI STANCHERO’ MAI DI RIPETERLO, E’ SICURAMENTE<br />
IL MODO MIGLIORE PER EVITARE IL DOLORE, QUALSIASI ESSO SIA.<br />
L’’ABUSO DII QUALSIIASII DROGA PORTA AD IINTOSSIICAZIIONE<br />
E DIIPENDENZA. .<br />
ANCHE L’’USO SPORADIICO MA ECCESSIIVO PUO’’ ESSERE<br />
PERIICOLOSIISSIIMO E PORTARE ANCHE A MORTE CAUSA OVERDOSE. .<br />
NON ESIISTONO DROGHE LEGGERE. .<br />
DOVE C’’E’’ ABUSO, , NESSUNA SOSTANZA STUPEFACENTE E’’ ESENTE DAL<br />
MALE. .
DROGHE ENDOGENE E DROGHE ESOGENE<br />
I BISOGNI DEL CORPO<br />
“Un bevitore <strong>di</strong> vino, un fumatore <strong>di</strong> hashish e un<br />
mangiatore d’oppio, dopo un lungo viaggio, arrivano alle<br />
porte della città a cui erano <strong>di</strong>retti.<br />
Ma lungo la strada incontrano mille <strong>di</strong>fficoltà e hanno<br />
fatto tar<strong>di</strong>.<br />
La città è immersa nel sonno e le gran<strong>di</strong> porte delle mura<br />
sono chiuse.<br />
Nessuno ode i loro richiami.<br />
Il bevitore <strong>di</strong> vino, bevuto l’ultimo sorso, si scatena:<br />
<br />
Il fumatore <strong>di</strong> hashish, dopo una lunga tirata <strong>di</strong><br />
narghilé, sorride beato: < Perché tanta fatica? Possiamo<br />
sicuramente rimpicciolirci abbastanza da scivolare dentro<br />
per la serratura!><br />
Stanno quasi per litigare e si rivolgono al mangiatore<br />
d’oppio che era rimasto zitto: < Ma insomma, da che parte<br />
stai? Chi ha ragione?><br />
Ed egli, srotolando la stuoia a terra: < Amici, secondo<br />
me, ci facciamo su una bella dormita e domani all’alba ci<br />
aprono!> 3<br />
Droghe endogene = Sono presenti nel nostro organismo (nel nostro corpo)<br />
Possono essere tante o poche a seconda degli in<strong>di</strong>vidui e delle attività praticate. Se una<br />
persona fa tanto sport, per esempio, le endorfine tenderanno ad aumentare e la<br />
resistenza alla fatica e al dolore sarà sicuramente migliore. Parlo anche <strong>di</strong> resistenza<br />
emotiva. Riuscire a gestire il dolore, la rabbia, le forti emozioni senza per questo<br />
impazzire o dare i numeri. Sentire dentro <strong>di</strong> se <strong>di</strong> non riuscire a sopportare il peso del<br />
proprio passato, del proprio dolore, dei propri ricor<strong>di</strong>…<br />
FORSE MANCANO NEL TUO FISICO UN PO’ DI ENDORFINE, FORSE TI<br />
SENTI DEBOLE ANCHE PER QUESTO E, PROPRIO PER QUESTO, PIÙ DI<br />
ALTRI INDIVIDUI, POTRESTI, UN GIORNO, RICERCARE UN’AUTOTERAPIA<br />
IN UNA DROGA.<br />
QUANDO SI DICE CHE ESISTONO PERSONE FORTI E PERSONE DEBOLI,<br />
NON FISICAMENTE MA EMOTIVAMENTE, SI INTENDE CHE NON SIAMO<br />
FATTI TUTTI ALLO STESSO MODO, CHE IL NOSTRO ORGANISMO E’<br />
DIFFERENTE E LE DROGHE ENDOGENE PRESENTI ALL’INTERNO DEL<br />
NOSTRO CORPO SONO PIU’ O MENO CARENTI.<br />
3 Clau<strong>di</strong>o Cappuccino, Dall’oppio all’eroina. Un maledetto imbroglio, Cox 18 Books, Milano 1999, p. 20
Più droghe endogene presenti nel nell’organismo, più sensazioni positive avremo:<br />
Maggiore è la resistenza al dolore psicologico e fisico<br />
Maggiore è la resistenza alla fatica<br />
Maggiore è la serenità<br />
Maggiore è il grado <strong>di</strong> socievolezza e apertura<br />
al mondo circostante<br />
Maggiore è il senso <strong>di</strong> gratificazione<br />
Meeno drroghee eendogeenee prreesseent ti i neel ll l’’orrgaani issmo, , meeno<br />
pssi iccol logi icco ee ffi issi icco: :<br />
rreessi isst teenzzaa<br />
Bassa soglia del dolore.<br />
Maggior accumulo <strong>di</strong> stress<br />
più facile provare rabbia e tristezza<br />
Maggiore è la sensazione <strong>di</strong> intolleranza verso gli altri<br />
e verso il mondo<br />
aal l dol lorree<br />
Lee drroghee eendogeenee ssono <strong>di</strong> ivi issee in: i :<br />
╝ ╚<br />
Equivalenti degli “oppioi<strong>di</strong> esogeni” Equivalenti degli psicostimolanti<br />
adrenergici<br />
↓ ↓ ↓<br />
↓ Dopamina<br />
“Oppi ioi i<strong>di</strong> i eendogeeni i” = → Endorfine Adrenalina Serotonina<br />
→ Dinorfine<br />
→ Encefaline<br />
→ Morfina (una piccolissima dose è presente nell’organismo)<br />
Ex: Endorrffi inee = “Morfine endogene”. Il loro ruolo all’interno del nostro organismo è<br />
quello <strong>di</strong> calmare, anestetizzare, rilassare, sopportare forti emozioni, stress e dolore<br />
(l’azione è simile a quella svolta dalla morfina esogena).<br />
E’ L’INTOLLERANZA ALLA SOFFERENZA CHE SPINGE SPESSO UN<br />
POLICONSUMATORE (CHI USA DIVERSE SOSTANZE ALTERNANDOLE)<br />
A SCEGLIERE L’EROIINA ALLE ALTRE DROGHE ESOGENE!<br />
IL TOSSICODIPENDENTE DA EROINA VUOLE ESTRANIARSI DAL<br />
MONDO!!
LO SPORT PUÒ ESSERE UN OTTIIMO SOSTIITUTO DELLE DROGHE<br />
ESOGENE COME<br />
LA MORFIINA E ANDARE IIN AIIUTO DELLE DROGHE ENDOGENE<br />
QUANDO SONO CARENTII. .<br />
FACENDO SPORT SII HANNO NOTEVOLII SCARIICHE DII ENDORFIINE<br />
CHE DANNO<br />
UNA SENSAZIIONE<br />
PIIACEVOLIISSIIMA A CHII LA PROVA. .<br />
CHI SCEGLIE LA COCAIINA INVECE HA CARENZE DI DOPAMINA O<br />
ADRENALINA O SEROTONINA E RICERCA UNA SOSTANZA (LA COCAINA)<br />
CHE AUMENTI LA SICUREZZA IN SE STESSO, LA PROPRIA<br />
SOCIEVOLEZZA, LA PROPRIA PRESTAZIONE SESSUALE. CERCA UNA<br />
DROGA CHE LO TENGA SVEGLIO PER LAVORARE, PER STUDIARE, PER<br />
BALLARE. IL TOSSICO DA COCAINA VUOLE ENTRARE NEL MONDO!!☺<br />
E’’ BENE RIICORDARE CHE CON L’’USO COSTANTE DII COCAIINA<br />
ANCHE LE PRESTAZIIONII SESSUALII PEGGIIORERANNO E IIN ALCUNII<br />
CASII SII DIIVENTA IIMPOTENTII. .<br />
QUALSIIASII DROGA TII PORTA FUORII ROTTA E LONTANO DALLA<br />
REALTA’’ E DAL MONDO, , ANCHE QUELLA CHE AVEVII SCELTO PER<br />
SOCIIALIIZZARE!!<br />
Droghe esogene e droghe endogene interagiscono tramite i rreecceet tt torri i presenti<br />
all’interno del sistema nervoso centrale (SNC) e dell’intestino.<br />
Drroghe esogene = Non presenti nel corpo umano.<br />
Possono solo essere introdotte dall’esterno.<br />
╝<br />
Di ivi issee in<br />
╚<br />
Oppioi<strong>di</strong> esogeni = Oppio Psicostimolanti adrenergici = Cocaina<br />
Morfina Amfetamine<br />
Eroina Ecstasy<br />
CII SONO SOGGETTII PIIU’’ PROPENSII DII ALTRII AD IINTOSSIICARSII<br />
IINTRODUCENDO NEL PROPRIIO CORPO SOSTANZE ESTRANEE ((DROGHE<br />
ESOGENE)) CHE VADANO AD IINTERAGIIRE CON QUELLE GIIA’’ PRESENTII<br />
((DROGHE ENDOGENE)). .<br />
GLII IINDIIVIIDUII PIIU’’ PORTATII ALLA TOSSIICODIIPENDENZA SONO<br />
GENETIICAMENTE PIIÙ DEBOLII DII ALTRII E HANNO UN VIISSUTO<br />
SIICURAMENTE DOLOROSO
OGNII<br />
IINDIIVIIDUO<br />
E’’<br />
DIIVERSO<br />
DALL’’ALTRO<br />
E<br />
OGNII<br />
DROGA<br />
HA<br />
UNA<br />
FUNZIIONE<br />
DIIVERSA.<br />
.<br />
NULLA<br />
E’’<br />
A<br />
CASO!!<br />
SCEGLIIERE<br />
UNA<br />
DROGA<br />
CHE<br />
CII<br />
FACCIIA<br />
DIIVERTIIRE<br />
O<br />
CHE<br />
IIMPEDIISCA<br />
AL<br />
DOLORE<br />
DII<br />
TOCCARCII<br />
E’’,<br />
,<br />
IIN<br />
OGNII<br />
CASO,<br />
,<br />
IINDIICE<br />
DII<br />
DEBOLEZZA.<br />
.<br />
IIL<br />
VERO<br />
LEADER<br />
NON<br />
HA<br />
BIISOGNO<br />
DII<br />
AGGIIUNGERE<br />
NULLA<br />
AL<br />
SUO<br />
CORPO<br />
E<br />
ALLA<br />
SUA<br />
ANIIMA.<br />
.<br />
RIIESCE<br />
A<br />
DIIVERTIIRSII<br />
E<br />
AD<br />
ELABORARE<br />
LA<br />
SOFFERENZA<br />
SENZA<br />
IIL<br />
BIISOGNO<br />
DII<br />
ESPEDIIENTII<br />
ESTERNII.<br />
.
COCAINA<br />
“CHI VIVE SOTTO LA GUIDA DELLA RAGIONE RICAMBIA L’ODIO IN AMORE E<br />
GENEROSITA’, CHI VIVE DI VENDETTA VIVE MISERAMENTE”<br />
(BENTO DE SPINOZA)<br />
Cocaina = La cocaina deriva dalla pianta della coca, arbusto sempreverde <strong>di</strong>ffuso<br />
in Bolivia e Colombia. L’uso delle foglie <strong>di</strong> coca risale almeno al 3000 a.C.. Venivano<br />
usate per alleviare la fatica del lavoro e per lenire la fame. In Europa, le foglie <strong>di</strong> coca<br />
arrivarono in gran<strong>di</strong> quantità verso la metà del 1800 d.C. La cocaina venne isolata<br />
dalle foglie nel 1860 e risultò essere per la me<strong>di</strong>cina moderna il primo anestetico<br />
locale.<br />
Effetti ricercati: senso <strong>di</strong> onnipotenza<br />
insensibilità alla stanchezza<br />
elimina la fame<br />
elimina la paura<br />
si è più coraggiosi e propensi a correre rischi d’ogni tipo<br />
A QUESTO PROPOSITO E’ BENE RICORDARSI CHE LA COCAINA E’<br />
RESPONSABILE DELLA MAGGIOR PARTE DEGLI INCIDENTI STRADALI<br />
CHE COINVOLGONO I GIOVANI.<br />
IL 18% DELLE VITTIME DI INCIDENTI STRADALI SONO RISULTATE<br />
POSITIVE ALLE ANALISI TOSSICOLOGICHE.
INOLTRE SEMBRA CHE CI SIANO MOLTI SOGGETTI RISULTATI POSITIVI<br />
ALLA COCAINA TRA LE VITTIME DELLA ROULETTE RUSSA.<br />
AGGRESSIVITA’, ONNIPOTENZA E CORAGGIO FANNO SI CHE SIANO I<br />
COCAINOMANI I RESPONSABILI DI MOLTI CRIMINI.<br />
ci si sente <strong>di</strong>sinibiti nel fare l’amore, convinti <strong>di</strong> migliorare le prestazioni<br />
NON SI PUO’ SCREDITARE TUTTO, PUO’ ESSERE CHE L’USO DI COCAINA,<br />
IN ALCUNI CASI MIGLIORI LE PRESTAZIONI SESSUALI (ANCHE PERCHE’<br />
TENDE A DILATARE I VASI SANGUIGNI DEL PENE), MA VA<br />
ASSOLUTAMENTE DETTO CHE L’ABUSO DI COCAINA PORTA SPESSO<br />
ALL’IMPOTENZA E ALLA STERILITA’.<br />
Effetti indesiderati: Aggressività improvvisa (l’aggressività è spiegata<br />
dall’attivazione dell’amigdala che governa le emozioni. La cocaina agisce sulle<br />
strutture del cervello coinvolte nelle sensazioni. Inoltre la cocaina impe<strong>di</strong>sce la<br />
ricaptazione <strong>di</strong> serotonina e noradrenalina legate rispettivamente al tono dell’umore e<br />
allo stato <strong>di</strong> veglia. Questo spiega il senso <strong>di</strong> euforia e <strong>di</strong> efficienza psicofisica)<br />
anoressia<br />
Ipereccitazione<br />
allucinazioni deliri<br />
IL CERVELLO SCHIZZA!<br />
I PENSIERI SONO IN DISORDINE!<br />
AUGURATEVI DI NON DOVER AVER NIENTE DI IMPORTANTE DA FARE E<br />
DA PENSARE!<br />
AUGURATEVI DI NON AVERE LA RESPONSABILITA’ DI UN ALTRO<br />
ESSERE VIVENTE, NON SARESTE IN GRADO DI ACCUDIRLO!<br />
SE NON VI SENTITE BENE, SPECIE SE SIETE ALLA GUIDA DI UN VEICOLO,<br />
NON VI VERGOGNATE, DITELO A CHI E’ CON VOI E CERCATE DI<br />
CHIAMARE UN’AMBULANZA.<br />
SOPRATTUTTO, MOLLARE L’ORGOGLIO, GUARDARE IN FACCIA CHI E’<br />
SEDUTO DI FIANCO A VOI E, SE STA MEGLIO, MOLLARGLI IL POSTO DI<br />
GUIDA.
SE SIETE SOLI CERCATE DI MANTENERE IL PIU’ POSSIBILE LA CALMA<br />
FACENDO RESPIRI PROFONDI E, POSSIBILMENTE, BEVENDO MOLTA<br />
ACQUA.<br />
Ansia<br />
Depressione<br />
Collasso<br />
Infarto al miocar<strong>di</strong>o e al cervello<br />
Convulsioni<br />
Epilessia<br />
Anoressia<br />
Shock<br />
Coma<br />
Ictus<br />
Disfunzioni degli equilibri ormonali che controllano le funzioni<br />
sessuali<br />
Arresto del respiro<br />
Morte <br />
L’USO CONTINUATIVO DI COCAINA PUO’ CAUSARE EPATITI<br />
TOSSICHE, TURBE NEUROLOGICHE, PSICHIATRICHE E<br />
PERFORAZIONE DEL SETTO NASALE SE VIENE INALATA.<br />
COL PROGREDIRE DELL’INTOSSICAZIONE CRONICA,<br />
CONTRARIAMENTE A QUANTO ACCADE AGLI EROINOMANI, IL<br />
FENOMENO DELLA TOLLERANZA INVERSA ESPONE I COCAINOMANI<br />
A UN RISCHIO SEMPRE MAGGIORE DI OVERDOSE.<br />
PARECCHI SONO I SINTOMI CHE INDICANO CHE SI STA<br />
RAGGIUNGENDO IL LIVELLO DI IPERDOSAGGIO, CHE SI ARRIVERA’<br />
PRESTO A UN’OVERDOSE E QUINDI, MOLTO PROBABILMENTE, ALLA<br />
MORTE.<br />
RICONOSCERE I LIMITI DEL PROPRIO CORPO PUO’ SALVARCI LA<br />
VITA!!!!<br />
I SINTOMI A CUI BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE QUANDO IL<br />
NOSTRO ORGANISMO E’ AL LIMITE E NON PUO’ PIU’ SOPPORTARE<br />
NEMMENO UNA SOLA DOSE DI COCAINA SONO:<br />
Sudori fred<strong>di</strong><br />
Tremori<br />
Eccessiva irritabilità e aggressività<br />
Insonnia causata da ansia, da angoscia e attacchi <strong>di</strong> panico
In gravidanza: l’uso della cocaina in gravidanza è particolarmente pericoloso per il<br />
feto in quanto subisce danni duraturi anche da una sola esposizione a tale droga. La<br />
cocaina penetra rapidamente nella placenta e nel feto e si trasforma nella pericolosa<br />
norcina che, permanendo nell’utero, viene nuovamente inghiottita riesponendo il feto<br />
ripetutamente alla droga. Il feto rimane esposto ad una singola dose materna per 5-6<br />
giorni, mentre un corpo adulto elimina i metabolici in 2 giorni (Jiulien, 1992). Gli<br />
effetti patologici a tale esposizione sono:<br />
anormalità neurologiche<br />
malformazioni genito-urinarie<br />
ictus<br />
L’USO DI COCAINA IN GRAVIDANZA PUO’ ANCHE CAUSARE LA<br />
ROTTURA DELLA PLACENTA E L’ABORTO!<br />
CI SONO CENTRI SPECIALIZZATI CHE POSSONO AIUTARTI E<br />
AIUTARE IL TUO BAMBINO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.<br />
CHIEDI AIUTO!<br />
Vie <strong>di</strong> somministrazione della cocaina: Fumo dei vapori<br />
<br />
Inalare il fumo dei vapori è un metodo caratterizzato da grande velocità <strong>di</strong><br />
assorbimento, rapi<strong>di</strong>tà e quin<strong>di</strong> anche brevità degli effetti. La cocaina in tali<br />
presentazioni non supera le concentrazioni del 50%.<br />
Via orale<br />
La cocaina può anche essere ingerita con effetti non intensi ma più persistenti e un<br />
assorbimento più lento.<br />
RICORDATEVI SEMPRE CHE TUTTO QUELLO CHE VIENE INGERITO<br />
E’ INCONTROLLABILE PER IL NOSTRO CORPO.<br />
ATTENZIONE DUQUE A NON STRAFARE PERCHE’ POTRESTE NON<br />
REGGERE IL COLPO!<br />
IL DELIRIO DI ONNIPOTENZA, DATO SOPRATTUTTO DALL’USO DI<br />
DROGHE, PUO’ FACILMENTE FARTI PERDERE IL SENSO DEL LIMITE<br />
E IL SENSO DELLA REALTA’.
Via intranasale<br />
La cocaina si può anche sniffare, cioè tirare su dal naso. Questo è sicuramente il<br />
metodo più <strong>di</strong>ffuso, più facile e caratterizzato da grande capacità <strong>di</strong> assorbimento.<br />
Agisce imme<strong>di</strong>atamente sul cervello provocando un intenso piacere chiamato in gergo<br />
“rush”. Piacere che si esaurisce presto, dopo circa trenta minuti si sente già il bisogno<br />
<strong>di</strong> assumere un’altra dose. Se la dose non c’è ecco il cosiddetto “down”, una<br />
sensazione orrenda, in cui subentrano ansia, nervosismo,depressione e paranoie. Ecco,<br />
con il down, arrivare, puntuale come un orologio svizzero, la sindrome d’astinenza.<br />
IL CONSIGLIO E’ DI SAPERE<br />
GESTIRE L’ASTINENZA E<br />
NON ASSUMERE UN’ALTRA<br />
DOSE DI COCAINA<br />
ALTRIMENTI DIVERRETE<br />
FACILMENTE DIPENDENTI E<br />
TUTTO QUESTO SARA’<br />
PRESTO INCONTROLLABILE!<br />
LA COCAINA VIENE<br />
SNIFFATA QUASI SEMPRE<br />
CON L’AIUO DI UNA<br />
BANCONOTA.<br />
PIU’ E’ ALTO IL VALORE, PIU’<br />
DA PRESTIGIO.<br />
A MIO PARERE, OLTRE AD<br />
ESSERE DI CATTIVO GUSTO,<br />
E’ UN AFFRONTO ALLA<br />
POVERTA’, A CHI NON HA<br />
NEMMENO I SOLDI PER<br />
MANGIARE.<br />
NON E’ RETORICA, E’ REALE CHE CI SIANO PERSONE CHE MUOIONO<br />
ANCORA DI FAME O CHE SEMPLICEMENTE FANNO FATICA AD<br />
ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE.<br />
PENSATECI AGLI ALTRI, OGNI TANTO,<br />
TRA UNA CAZZATA E L’ALTRA!
Via endovenosa<br />
Iniettarsi cocaina in vena è senza dubbio il metodo più pericoloso in quanto permette<br />
l’assorbimento più completo della sostanza e determina alte concentrazioni <strong>di</strong> cocaina<br />
nel sangue in tempi brevissimi.<br />
La cocaina in vena viene spesso mischiata ad eroina. Questo miscuglio prende il nome<br />
<strong>di</strong> “speed-ball” ed è una bomba dentro con rischi altissimi per la salute e per<br />
la vita. Purtroppo molti cocainomani <strong>di</strong>pendenti, in mancanza <strong>di</strong> denaro, tendono ad<br />
iniettarsi in vena speed-ball perché costa meno e ne serve meno affinché faccia effetto<br />
sull’organismo.<br />
LA COCAINA IN VENA PROVOCA REAZIONI VIOLENTE.<br />
IL RESPIRO MANCA, IL RITMO CARDIACO ACCELERA BRUSCAMENTE, SI<br />
HANNO VERTIGINI, ALLUCINAZIONI, ATTACCHI DI COLLERA<br />
INCONTROLLATI ED E’ ALTISSIMO IL RISCHIO DI ATTACCHI EPILETTICI.<br />
LA COCAINA È, SENZA DUBBIO, UNA DELLE DROGHE CHE PORTA PIÙ<br />
VELOCEMENTE ALLA DIPENDENZA. BISOGNA PRESTARE<br />
ATTENZIONE AI SEGNALI DI SATURAZIONE DEL NOSTRO CORPO<br />
CAUSA IL FENOMENO DELLA TOLLERANZA INVERSA, ALTRIMENTI<br />
RISCHIAMO LA VITA .<br />
SI TOLLERA UNA DROGA ABITUANDOSI AD ESSA, QUESTO È IL CASO<br />
DELLA CANNABIS MA SOPRATTUTTO DELL’EROINA.<br />
CON LA COCAINA È BENE RICORDARSI CHE AVVIENE UN PROCESSO<br />
CONTRARIO.<br />
PIÙ SI ASSUME, MENO SI TOLLERA, PIÙ C’È IL RISCHIO DI<br />
OVERDOSE.
EROINA<br />
“C’È UNA STORIA NEL LIBRO DI SWAMI MUKTANDA KUNDALI: THE SECRET OF<br />
LIFE (KUNDALI: IL SEGRETO DELLA VITA), SU CUI HO RIFLETTUTO PIÙ<br />
VOLTE.<br />
PRIMA DELLA CREAZIONE DEL MONDO SOLO DIO ESISTEVA.<br />
DOPO QUALCHE TEMPO, DIO SI ANNOIÒ DI STARE TUTTO SOLO E DESIDERÒ<br />
QUALCUNO CON CUI INTRATTENERSI.<br />
COSÌ CREÒ IL MONDO, TRAENDOLO DA SE STESSO (O DA SE STESSA) E DIEDE<br />
VITA A DIVINITÀ MINORI CHE LO AIUTASSERO A GESTIRE L’UNIVERSO.<br />
TUTTE LE CREATURE, PERÒ, ERANO CONSAPEVOLI DI ESSERE DIVINE E<br />
SAPEVANO COME TORNARE A UNIRSI ALLA FONTE DA CUI PROVENIVANO.<br />
IN POCHISSIMO TEMPO PERSERO INTERESSE NEL MONDO E TORNARONO IN<br />
MASSA DA DIO IN PARADISO.<br />
IL GIOCO DIVINO ERA ROVINATO.<br />
ANCORA UNA VOLTA DIO SI ANNOIAVA.<br />
L’ALTISSIMO INDISSE ALLORA UNA RIUNIONE CON GLI DÈI E CHIESE LORO<br />
AIUTO.<br />
UNO SUGGERÌ: < PERCHÉ NON ESPELLERE TUTTI DAL CIELO, CHIUDERE I<br />
CANCELLI, NASCONDERE LA CHIAVE E STENDERE UN VELO DI OBLIO IN MODO<br />
CHE GLI ESSERI NON RICORDINO CON FACILITÀ DA DOVE VENGONO?><br />
DIO PENSÒ CHE QUESTA FOSSE UN’IDEA ECCELLENTE: < MA DOVE DOBBIAMO<br />
NASCONDERE LA CHIAVE DEL PARADISO?>, DOMANDÒ.<br />
, CONSIGLIÒ UN DIO.<br />
, PROPOSE UN ALTRO.<br />
<br />
DIO SEDETTE IN MEDITAZIONE PER VEDERE IL FUTURO.<br />
SCORAGGIATO, DISSE: <br />
GLI DÈI AMMUTOLIRONO.<br />
ALL’IMPROVVISO, DIO ESCLAMÒ: <br />
TUTTI GLI DÈI APPLAUDIRONO IL BRILLANTE PIANO DIVINO.<br />
E, DA ALLORA, DIO SI DIVERTE A VEDERE LA NOSTRA RICERCA DELLA VIA<br />
PER TORNARE A CASA”. 4<br />
4<br />
Christina Grof, Guarire dalla <strong>di</strong>pendenza. Alcool, droghe, consumi, affetti: auto<strong>di</strong>struzione e sete <strong>di</strong> completezza, Red E<strong>di</strong>zioni,<br />
Como 1999, pp. 30-31
Eroina = L’eroina deriva dall’oppio e l’oppio deriva dal papavero. Per l’esattezza<br />
dal Papavero Somniferum . Le capsule <strong>di</strong> papavero sono da sempre state associate<br />
ad Ipnos, <strong>di</strong>o greco del sonno, a Morfeo, <strong>di</strong>o dei sogni, a Nyx, dea della notte e a<br />
Thanatos, dea della morte.<br />
Dall’oppio si estrae la morfina base e, in un secondo tempo, la si trasforma in eroina.<br />
Morfina ed eroina sono entrambe oppioi<strong>di</strong> proprio perché derivano dall’oppio. Molte<br />
dame dell’ottocento si iniettavano morfina perché erano <strong>di</strong>pendenti e anche perché,<br />
allora, faceva molto chic.<br />
LA MORFINA E’ PIU’ FACILE CHE VENGA USATA PER CURARE IL<br />
CORPO PIUTTOSTO CHE L’ANIMA.<br />
VIENE SOMMINISTRATA, LA MORFINA, PER ALLEVIARE IL DOLORE<br />
AI MALATI DI TUMORE.<br />
L’EROINA VIENE ASSUNTA DA QUELLI CHE IL DOLORE L’HANNO<br />
NELL’ANIMA E SCOPRONO NELL’EROINA UN’ANESTESIA EMOTIVA<br />
INSOSTITUIBILE.<br />
CALMARE IL DOLORE E’ OPERA DIVINA ED E’ QUESTO A RENDERE GLI<br />
OPPIOIDI INSOSTITUIBILI.<br />
LA PENSAVA COSI’ WILLIAM OSLER, UNO DEI PADRI DELLA MEDICINA<br />
MODERNA, QUANDO, RIFERENDOSI ALLA MORFINA, DICEVA CHE DIO<br />
L’AVEVA SCELTA COME MEDICINA PER CURARE SE STESSO.<br />
NATURALMENTE E’ SOLO UNA SUPPOSIZONE DI OSLER.<br />
NON CREDO PROPRIO CHE DIO ABBIA MAI USATO DROGHE.<br />
PENSO PIUTTOSTO CHE SIA DISPERATO NEL VEDERE QUELLI CHE LE<br />
USANO E CHE, OLTRE A DISTRUGGERSI, DISTRUGGONO LA VITA A CHI<br />
STA LORO VICINO.<br />
L’eroina, chiamata “<strong>di</strong>acetilmorfina”, nel linguaggio farmaceutico, si ottiene facendo<br />
reagire la morfina con l’anidride acetica.<br />
BASTA STARE VICINO AD UN TOSSICODIPENDENTE IN CRISI<br />
D’ASTINENZA PER SENTIRE IMMEDIATAMENTE UN FORTISSIMO<br />
ODORE D’ACETO DATO DAI SUDORI FREDDI.<br />
DAVVERO UN ODORE NAUSEABONDO!<br />
La <strong>di</strong>acetilmorfina (eroina) e’ stata sintetizzata da C. R. Wright nel 1874 e,<br />
inizialmente, nessuno la tenne molto in considerazione finchè la <strong>di</strong>tta tedesca Bayer, la<br />
stessa che aveva appena brevettato l’acido acetilsalicilico (Aspirina), la lanciò sul<br />
mercato con il nome commerciale <strong>di</strong> eroina pubblicizzandola come antidoto contro la<br />
tosse.<br />
Per tantissimi anni non si riconobbe la sua capacità <strong>di</strong> determinare <strong>di</strong>pendenza e i<br />
me<strong>di</strong>ci tranquillamente la prescrivevano ai pazienti senza troppa cautela.
La Bayer sosteneva che:<br />
1) Al contrario della morfina (che allora era <strong>di</strong> gran moda tra le dame dell’800 che<br />
se la iniettavano nei Café) l’eroina produce un aumento <strong>di</strong> attività. (A questo<br />
proposito io mi permetto <strong>di</strong> aggiungere che questa affermazione è del tutto<br />
<strong>di</strong>scutibile)<br />
2) Calma l’ansia e ogni sentimento negativo. Calma ogni timore.<br />
3) Anche piccolissime dosi<br />
fanno sparire ogni tipo <strong>di</strong><br />
tosse, perfino nei malati <strong>di</strong><br />
tubercolosi.<br />
4) I morfinomani trattati con<br />
l’eroina hanno perso ogni<br />
tipo <strong>di</strong> interesse per la<br />
morfina.<br />
Lanciata con questa grande<br />
campagna pubblicitaria nel 1898,<br />
l’eroina, invade le farmacie <strong>di</strong> tutti<br />
i continenti, e si continuerà a<br />
venderla liberamente mentre<br />
l’oppio e la morfina cominceranno<br />
ad essere controllati.<br />
I me<strong>di</strong>ci la preferiranno per le<br />
stesse ragioni per cui, un secolo<br />
prima, avevano preferito la<br />
morfina all’oppio.<br />
I me<strong>di</strong>ci sostenevano che l’eroina produceva lo stesso effetto analgesico della morfina<br />
in dosi molto minori, procurando un’euforia più intensa e per <strong>di</strong>verse ore funzionando<br />
come stimolante leggero ma potente.<br />
Ad<strong>di</strong>rittura era stata creata una “pillola anti oppio” con una percentuale altissima<br />
<strong>di</strong> eroina come ingre<strong>di</strong>ente principale.<br />
“L’OPPIO CINGE L’IO DI UNA BARRIERA PER CUI SIA PASSIONI INTERIORI<br />
COME RABBIA, ODIO, TRISTEZZA, SIA EVENTI ESTERNI ANCHE GRAVISSIMI,<br />
TALI DA POTER CAUSARE UN POTENTE DOLORE MORALE, NON PROVOCANO<br />
ALCUNA SOFFERENZA. L’OPPIO QUINDI, NON GENERA PIACERE , EUFORIA, MA<br />
IMPEDISCE AL DOLORE, SIA FISICO SIA MENTALE , DI GIUNGERE<br />
ALL’IO…TUTTAVIA, SPEGNENDO LA FIAMMA DELLE PASSIONI, SEDANDO SIA LA<br />
SOFFERENZA PSICHICA CHE QUELLA FISICA, ESSO ELIMINA OGNI RELAZIONE<br />
INTERIORE CON GLI OGGETTI ESTERNI. INFATTI, COME GIUSTAMENTE<br />
GIUDICAVA ARISTOTELE, TOGLIENDO LE EMOZIONI SI TOGLIE ANCHE LA<br />
POSSIBILITÀ DELLA VITA STESSA…LE ONDE TEMPESTOSE DELLE PASSIONI SI<br />
FRANGONO CONTRO LA POTENTE BARRIERA FORMATA DALL’OPPIO.” 5<br />
5 Giuseppe Roccatagliata, La droga, il cervello, la mente. Il riequilibrio biochimico, Liguori E<strong>di</strong>tore s.r.l., Napoli 2001, pp. 18-19
QUANTE VOLTE NELLA STORIA SI E’ CERCATO DI ELIMINARE DELLE<br />
DROGHE SOSTITUENDONE ALTRE CHE SI PENSAVA FOSSERO MENO<br />
DANNOSE.<br />
L’ESSERE UMANO FA QUESTE COSE E POI, A DISTANZA DI ANNI, LE<br />
CRITICA PERCHÉ SCOPRE CHE FANNO MALE E CERCA DI<br />
GIUSTIFICARSI IN MILLE MODI E CERCA DI SOSTITUIRE IL MALE<br />
CON IL BENE MA NON SEMPRE CI RIESCE.<br />
L’ESSERE UMANO È FRAGILE E PUÒ SBAGLIARE.<br />
NON CONDANNIAMOLO TROPPO PER QUESTO.<br />
IMPAREREMO A PERDONARE, UN GIORNO.<br />
PERDONEREMO IL NOSTRO PASSATO SE CI HA FATTO SOFFRIRE, I<br />
NOSTRI GENITORI SE HANNO SBAGLIATO IN QUALCOSA, I NOSTRI<br />
FIDANZATI SE CI HANNO ABBANDONATO, I NOSTRI AMICI SE CI<br />
HANNO DELUSO.<br />
LA NOSTRA ANIMA ALLORA VOLERÀ ALTA E LE DROGHE NON CI<br />
SERVIRANNO PIÙ.<br />
L’eroina era ben cinque volte più efficace contro il dolore della morfina!<br />
Inizialmente non si pensò che l’eroina potesse creare <strong>di</strong>pendenza. Si pensava piuttosto<br />
<strong>di</strong> avere trovato finalmente qualcosa che eliminasse la <strong>di</strong>pendenza da morfina senza<br />
creare altri problemi.<br />
CAPITA SPESSO CHE UNA DROGA VENGA USATA PER ELIMINARNE<br />
UN’ALTRA CON L’ILLUSIONE DI ESSERE FINALMENTE LIBERI.<br />
OGNI DROGA TI RENDE SCHIAVO E DELLA LIBERTA’ HAI SOLO UN<br />
VAGO RICORDO!<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che anche la cocaina era stata usata per eliminare la <strong>di</strong>pendenza dalla<br />
morfina e Freud ci aveva visto giusto quando affermò che: “…QUESTI SONO I<br />
TRISTI RISULTATI DI CHI HA CERCATO DI ESORCIZZARE SATANA INVOCANDO<br />
BELZEBU’”<br />
Passare da una droga all’altra è un circolo vizioso che non ha fine finchè non si<br />
“<strong>di</strong>sintossica l’anima”.<br />
Per <strong>di</strong>sintossicare l’anima bisogna avere il coraggio <strong>di</strong> guardare.<br />
Guardare i propri cari, i loro errori, i loro <strong>di</strong>fetti e il male che hanno fatto per<br />
ignoranza, per egoismo, per non amore o, semplicemente, perché esseri umani.<br />
Poi bisogna guardare se stessi, le proprie debolezze, ammettere le proprie<br />
frustrazioni, gridare la rabbia e permetterle <strong>di</strong> uscire in modo sano, definitivamente<br />
lontana.<br />
Solo dopo che si è stati giù, nell’inferno dell’inconscio, solo dopo che si è scavato nel<br />
buio si potrà risalire davvero e vedere la luce.<br />
L’eroina è comoda, ci si risparmia tutto questo soffrire.
Senza soffrire non si potrà mai guarire e anche una terapia psicologica fatta<br />
superficialmente, quasi per accontentare lo psicologo o i genitori, risulta essere nulla.<br />
Anche andare dallo psicologo sotto sedativi o metadone o con qualsiasi altro farmaco<br />
in corpo in grado <strong>di</strong> lenire il dolore e offuscare il cervello è assolutamente inutile.<br />
Il tossico deve imparare ad accettare la sofferenza e saperla gestire.<br />
Solo allora non sarà più un tossico!<br />
Dopo una <strong>di</strong>sintossicazione fisica dall’eroina o da qualsiasi altra droga è bene seguire<br />
un’accurata terapia analitica senza ricorrere a me<strong>di</strong>cine o, comunque, a psicofarmaci.<br />
Il tossico<strong>di</strong>pendente mente, mente anche in seduta dallo psicologo e non essendo<br />
abituato a parlare <strong>di</strong> se stesso a nessuno gli risulta molto <strong>di</strong>fficile raccontare le proprie<br />
emozioni, i propri sentimenti, il proprio vissuto.<br />
Il più delle volte, il tossico, è cresciuto in famiglie dove l’ipocrisia e l’omertà fanno da<br />
padrone ed è meglio il non detto piuttosto che <strong>di</strong>re ciò che potrebbe mettere a<br />
repentaglio l’apparente equilibrio familiare.<br />
La famiglia del tossico<strong>di</strong>pendente è convinta che “i panni si lavano in famiglia” e<br />
che nemmeno gli amici più cari, sempre ammesso che ce ne siano, possono entrare<br />
nella loro vita privata.<br />
In un nucleo familiare dove il <strong>di</strong>alogo manca tra gli stessi membri è quasi impossibile<br />
che si crei fiducia nel prossimo e che si impari ad esporre un problema prima <strong>di</strong><br />
mettere in atto meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa.<br />
In analisi, oltre al ragazzo, dovrebbero andare tutti i parenti più stretti se si vuole<br />
ottenere davvero un buon risultato.<br />
Tutti i membri della famiglia si devono mettere in <strong>di</strong>scussione affinché ci sia una reale<br />
guarigione che vada al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> un’apparente <strong>di</strong>sintossicazione fisica.<br />
Purtroppo, il più delle volte, i familiari si rifiutano <strong>di</strong> entrare in terapia inventando le<br />
scuse più strane.<br />
Spesso è anche il ragazzo a non volere che, specialmente la madre, si sottoponga ad<br />
osservazione analitica per paura <strong>di</strong> ferirla.<br />
Le mamme dovrebbero insegnare ai propri figli ad essere autonomi, a cavarsela da<br />
soli, a non incolpare sempre gli altri per tutto ciò che accade.<br />
Devono cavarsela da soli quando litigano con un compagno <strong>di</strong> classe, quando la<br />
maestra li sgrida, quando qualcuno li accusa <strong>di</strong> qualcosa.<br />
I ragazzi, sin da bambini, devono imparare a prendersi le proprie responsabilità.<br />
Naturalmente, anche le responsabilità, devono essere pesate in base all’età del<br />
soggetto.<br />
Responsabilizzare troppo un bambino dandogli ruoli che non gli competono, come per<br />
esempio fargli sostituire il padre assente, è comunque deleterio.<br />
Ragazzi e bambini non devono essere sempre <strong>di</strong>fesi dalla mamma <strong>di</strong> fronte a chiunque<br />
e a qualsiasi accusa perché non imparano a rapportarsi con gli altri, a chiedere scusa e<br />
a vivere.<br />
Devono cavarsela da soli da adulti, devono lavarsi i piatti e i vestiti, farsi la spesa,<br />
pulirsi la casa e pensare alle scadenze delle bollette da pagare.
Le madri, anche quando i figli sono gran<strong>di</strong> e vivono da soli, dovrebbero imparare a<br />
responsabilizzarli senza entrargli puntualmente in casa per risistemare il delirio, per<br />
porre vivande cucinate accuratamente nel frigorifero.<br />
Le mamme, in realtà, curano se stesse dai propri sensi <strong>di</strong> colpa per non esserci state<br />
prima, molto prima, quando il ragazzo era bambino.<br />
Così, un po’ per farsi perdonare e un po’ per perdonarsi giocano a fare le mamme<br />
apprensive <strong>di</strong>struggendo completamente e definitivamente ciò che, forse, si sarebbe<br />
potuto salvare.<br />
Le mamme dei tossicomani hanno creato con i loro comportamenti nei figli<br />
bambini le basi della tossicomania e solo con un cambiamento drastico <strong>di</strong><br />
abitu<strong>di</strong>ni e atteggiamenti si può sperare <strong>di</strong> aiutarli ad uscire dalla droga.<br />
La tossicomania nasce tra le mura <strong>di</strong> casa, dentro la mente ancora fertile <strong>di</strong> un<br />
bambino che, un giorno, se non incontrerà persone in grado <strong>di</strong> stravolgergli la vita e i<br />
valori, inevitabilmente rischierà, più <strong>di</strong> altri, <strong>di</strong> conoscere le droghe.<br />
Ci si ammala da piccoli e la frattura è grande come un cratere <strong>di</strong> vulcano ed è <strong>di</strong>fficile<br />
da risanare, così che, da gran<strong>di</strong>, se si ha la possibilità <strong>di</strong> conoscere qualcosa che<br />
permette <strong>di</strong> vivere senza gli altri, senza esseri umani capaci <strong>di</strong> fare del male, capaci <strong>di</strong><br />
tra<strong>di</strong>re le aspettative, capaci <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>re la fiducia, ecco aprirsi le porte <strong>di</strong> un para<strong>di</strong>so<br />
artificiale.<br />
Se si cerca il piacere in una droga, nelle mo<strong>di</strong>ficazioni chimiche che essa produce, è<br />
sicuramente perché si rifiuta l’amore e la quoti<strong>di</strong>anità fatta <strong>di</strong> gioie e dolori che<br />
possono derivare dall’incontro con le altre persone presenti sulla terra.<br />
E’ nel passato <strong>di</strong> un tossico, quando ancora non aveva conosciuto alcuna droga, la<br />
chiave <strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>sturbi ed è per questo che va ribaltato, scrutato, guarito, perdonato.<br />
Liberare qualcuno da una droga, liberarlo psicologicamente, significa, il più delle<br />
volte, scatenare i suoi demoni più profon<strong>di</strong> e renderli innocui una volta per tutte.<br />
Bisogna mettere in <strong>di</strong>scussione tutto partendo proprio dalle <strong>di</strong>namiche familiari, dal<br />
rapporto con i genitori.<br />
Anche un bambino che ha subito violenze e ha provato a raccontarle ai genitori senza<br />
essere ascoltato o creduto può sviluppare in futuro enormi problemi e ricorrere alle<br />
droghe.<br />
SE LA VITA E’ UNA QUESTIONE DI RAPPRESENTAZIONI<br />
per un soggetto portato alla tossico<strong>di</strong>pendenza lo è ancora <strong>di</strong> più.<br />
Vive delle sue rappresentazioni, ma anche <strong>di</strong> quelle della madre sofferente e infelice<br />
con la quale vive in simbiosi psichica.<br />
Le sofferenze, le frustrazioni e i ricor<strong>di</strong> della madre vengono proiettati nel figlio<br />
completamente incapace <strong>di</strong> osservare dal <strong>di</strong> fuori la realtà.<br />
Il bambino investito <strong>di</strong> responsabilità enormi, affettive e pratiche, chiamato a<br />
sostituire un padre spesso assente o violento, si sente <strong>di</strong> dover dare alla madre quello<br />
che lei in continuazione lamenta le sia mancato.<br />
Questo bambino è facilmente più propenso <strong>di</strong> altri bambini a <strong>di</strong>ventare un<br />
tossico<strong>di</strong>pendente, specie se è debole <strong>di</strong> carattere.
Questo bambino vive la sua vita nel cercare <strong>di</strong> coprire i buchi affettivi della madre.<br />
Una madre sempre ammalata per colpa <strong>di</strong> chi?<br />
Del marito, del padre, della mamma, <strong>di</strong> qualcuno prima <strong>di</strong> lei.<br />
Spesso anche la madre del futuro tossicomane ha sperimentato una situazione <strong>di</strong><br />
abbandono che, se non adeguatamente rivista ed elaborata tenderà a ripetersi con le<br />
stesse <strong>di</strong>namiche che l’hanno preceduta sui figli, sul marito e su chiunque tenterà <strong>di</strong><br />
avvicinarla.<br />
Non bisogna permettere agli altri <strong>di</strong> avvicinarsi troppo, non bisogna crearsi<br />
aspettative, non bisogna avere fiducia nel prossimo, così ragiona il più delle volte una<br />
mente ferita ed abbandonata in giovane età.<br />
Meglio attaccare, <strong>di</strong>fendersi, essere autosufficienti e non affezionarsi a nessuno…così<br />
ragiona il più delle volte la madre del tossico ed è questo che lui ha imparato.<br />
Il più delle volte la madre nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne in cui si ritrova è incapace <strong>di</strong><br />
evitare al figlio la replica delle carenze da lei stessa subite.<br />
Il bambino cresce frequentemente affidato ad altre persone, ai fratelli, agli zii, ai nonni<br />
o a dei vicini <strong>di</strong> casa.<br />
La madre lavora troppo, la madre ha una nuova relazione e non ha tempo per i figli, la<br />
madre ha bisogno <strong>di</strong> coccole ma non sa darle.<br />
Così un bambino cresce amando in un modo smisurato una madre che non è in grado<br />
<strong>di</strong> fare altrettanto e cerca <strong>di</strong> renderla felice con ogni mezzo possibile, ma lei lo tra<strong>di</strong>rà<br />
per un altro uomo che non è il padre, è un altro ancora.<br />
Il bambino, un giorno, inizierà ad o<strong>di</strong>arla e tutta la rabbia cercherà <strong>di</strong> incanalarla come<br />
meglio crede dentro se stesso per non esplodere contro sua madre.<br />
Un giorno, questo bambino crescerà e, per caso, tra una droga e l’altra, conoscerà<br />
l’eroina e scoprirà che era ciò che gli serviva per <strong>di</strong>menticare tutto il suo dolore e per<br />
<strong>di</strong>sintegrare tutta la sua rabbia e per non o<strong>di</strong>are più sua mamma.<br />
Mi scuso con le mamme per aver fatto loro accuse pesanti, ma senza tirare in<br />
causa le mamme sarebbe mancato a questo libro un pezzo fondamentale senza il<br />
quale nulla risultava comprensibile.<br />
I PRIMI ANNI DI VITA DI UN INDIVIDUO SONO FONDAMENTALI<br />
AFFINCHÉ SIA UN ADULTO SANO, RESPONSABILE E SERENO.<br />
IL DIALOGO ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA E FONDAMENTALE<br />
PERCHE’ INSEGNA A RACCONTARE, AD ESPRIMERE SENTIMENTI,<br />
FRUSTRAZIONI, RANCORI, GIOIE E DOLORI.<br />
SE MANCA IL DIALOGO MANCA TUTTO E TUTTO E’ IN BALIA DEGLI<br />
EVENTI.<br />
IL DIALOGO CRESCE, CURA E INSEGNA A VIVERE E AD AMARE.
Per amor del vero è giusto parlare anche degli altri membri della<br />
famiglia del futuro tossico<strong>di</strong>pendente.<br />
Il padre è spesso assente, <strong>di</strong>staccato emotivamente oppure è rigido, violento,<br />
autoritario, con atteggiamenti verso le figlie spesso seduttivi e vicini all’incesto.<br />
I fratelli possono essere compagni <strong>di</strong> droga o assuntori <strong>di</strong> ruoli parentali sostitutivi.<br />
LA FAMIGLIA DEL FUTURO TOSSICODIPENDENTE E’ QUASI SEMPRE<br />
MATRIARCALE!<br />
CAPO FAMIGLIA UNA MADRE ACCENTRATRICE, VITTIMEGGIANTE.<br />
Attualmente, dalle ASL, viene somministrato metadone per <strong>di</strong>sintossicare fisicamente<br />
dall’eroina. Il metadone è anch’esso un oppioide sintetizzato dai chimici tedeschi<br />
durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale e denominato “dolophine” in onore <strong>di</strong> Adolf<br />
Hitler. Il metadone è un oppiaceo sintetico utilizzato come sostituto legale dell’eroina.<br />
Il metadone non produce il “flash” tipico dell’eroina, non produce cioè quella ondata<br />
<strong>di</strong> calore e quel piacere intenso.<br />
Questo è uno dei motivi per cui molti tossico<strong>di</strong>pendenti in terapia metadonica<br />
ricadono nell’eroina. Il metadone non produce piacere, ma è a tutti gli effetti una<br />
droga. Probabilmente, se Freud l’avesse conosciuto, avrebbe ripetuto che è assurdo<br />
cercare <strong>di</strong> esorcizzare Satana invocando Belzebù.<br />
IL METADONE NON E’ UNA CURA EFFICACE CONTRO LA<br />
DIPENDENZA PSICOLOGICA DA EROINA, MA SOLO CONTRO LA<br />
DIPENDENZA FISICA.<br />
SENZA UNA TERAPIA PSICOLOGICA ADEGUATA DIFFICILMENTE UN<br />
TOSSICO RIESCE A DIMENTICARSI DELL’EROINA.<br />
DIMENTICARSI DELL’EROINA VORREBBE DIRE AVERE RISOLTO<br />
TUTTI QUEI PROBLEMI CHE IL SOGGETTO AVEVA PRIMA DI<br />
DIVENTARE UN TOSSICODIPENDENTE.<br />
DIMENTICARSI DELL’EROINA VUOL DIRE AVERE TROVATO UN<br />
MODO PER AFFRONTARE I PROPRI RICORDI SGRADEVOLI,<br />
BENEDIRLI E ANDARE AVANTI SERENAMENTE.<br />
QUESTO E’ L’UNICO MODO PER RIBALTARE LA PROPRIA<br />
PERSONALITA’ E RICOSTRUIRLA DA ZERO, FORTE, AUTONOMA,<br />
RESPONSABILE.
“FINO AD ORA, L’EROINA AVEVA BRUCIATO QUALSIASI SBOCCO VERSO<br />
L’ESTERNO, DISTRUGGENDO A TAPPETO IL NASCERE DI UNO SLANCIO VITALE<br />
QUALUNQUE.<br />
MA L’AVEVA ANCHE PROTETTO, RIDUCENDO IL LIVELLO DELL’ECCITAZIONE<br />
ALLE SOGLIE PIÙ BASSE, RENDENDO SOPPORTABILE L’ESISTENZA,<br />
CONCILIANDO MINACCE E PULSIONI, PARADOSSALMENTE, TENENDOLO IN VITA.<br />
LO RIFIUTO, RIFIUTO VIOLENTEMENTE QUESTA MORTE CONTINUA, VIOLENTA,<br />
VOLUTA, RICERCATA QUOTIDIANAMENTE.<br />
ORMAI LA DROGA DEVE AVER INVASO OGNI SPAZIO SINAPTICO, OGNI<br />
TESSUTO, OGNI CAVITÀ DEL SUO CUORE E CERVELLO; CHIEDERMI DI<br />
SOSTITUIRMI AD ESSA E’ UN’AZIONE MALDESTRA E INUMANA.<br />
NON C’È PIU’ SPAZIO LÌ DENTRO, SE NON PER IL LIQUIDO INCOLORE CHE<br />
BRUCIA ED INFETTA” 6<br />
Eroina come veleno che calma, che porta in un altro mondo privo d’aggressività, privo<br />
<strong>di</strong> tutto. Un mondo privo <strong>di</strong> emozioni, <strong>di</strong> oggetti, <strong>di</strong> immagini, <strong>di</strong> odori, <strong>di</strong> suoni e <strong>di</strong><br />
tutto ciò che ti può venire in mente. Un luogo ovattato, protetto dai demoni infernali<br />
che sono ovunque e possono far male. Un luogo protetto è l’eroina per i<br />
tossico<strong>di</strong>pendenti. Un luogo che protegge anche dal passato, dai brutti ricor<strong>di</strong> che<br />
rincorrono più vivi che mai per tutta l’esistenza. Un luogo che protegge e che vuole<br />
essere protetto. Per tutte queste motivazioni un tossico ha bisogno <strong>di</strong> un aiuto serio,<br />
reale, non improvvisato e non dato unicamente dai familiari che sono spesso le cause<br />
della sua tossico<strong>di</strong>pendenza. La prima cosa da fare è non credere ad un tossico.<br />
“DOMANI SMETTO, CI RIUSCIRO’ DA SOLO”<br />
“STO SMETTENDO, NON MI FACCIO QUASI PIU’”.<br />
LE ABBIAMO SENTITE QUESTE PAROLE MILLE VOLTE E NON<br />
HANNO FUNZIONATO, NON SONO DIVENTATE FATTI!<br />
E’ BENE CHE LO SAPPIATE CHE DALL’EROINA NON SI ESCE DA SOLI MA<br />
CI VUOLE L’AIUTO DI OPERATORI ESPERTI.<br />
RICORDIAMO INOLTRE CHE L’AMORE DEI FAMILIARI PUO’ AIUTARE, MA<br />
NON CURARE!<br />
I FAMILIARI, MAMME AL PRIMO POSTO, SONO QUASI SEMPRE LA CAUSA<br />
DEI PROBLEMI COMPORTAMENTALI DEL RAGAZZO E DELLA SUA<br />
TOSSICODIPENDENZA.<br />
6 Pier Luigi Bolmida, Il mio drogato ed io, E<strong>di</strong>zioni Borla s.r.l., Roma 1985, p. 21
NON POSSONO PER QUESTO IMPROVVISARSI MEDICI, PSICOLOGI ED<br />
EDUCATORI ESPERTI.<br />
MAMME E PARENTI POSSONO, EVENTUALMENTE, ENTRARE ANCHE<br />
LORO IN ANALISI PER CERCARE DI RITROVARE INSIEME I PEZZI<br />
MANCANTI DI UN PASSATO CHE HA CAUSATO GROSSI DANNI.<br />
LE MODALITA’ RELAZIONALI DI UN ADULTO SONO FORTEMENTE<br />
CONDIZIONATE DALLE MODALITA’ RELAZIONALI ALL’INTERNO DELLA<br />
FAMIGLIA D’ORIGINE.<br />
SI CADE SEMPRE IN PIEDI SE ALLE SPALLE C’E’ UN’INFANZIA SERENA!<br />
Effetti ricercati dall’eroina: antidolorifico (è interessante sapere che<br />
l’effetto analgesico si realizza in maniera duplice: da un lato innalza la soglia<br />
percettiva del dolore e, dall’altro, attenua la componente emotiva del dolore per cui il<br />
soggetto non solo avverte poco il dolore ma, soprattutto, non ne sperimenta l’ansia, la<br />
paura e il senso <strong>di</strong> vuoto e solitu<strong>di</strong>ne che si prova annesso al dolore sia fisico che<br />
psicologico)<br />
analgesico<br />
totale anestesia emotiva<br />
<strong>di</strong>stacco dal mondo e da tutti i suoi problemi<br />
si eliminano i desideri<br />
il flash (esplosione <strong>di</strong> intenso piacere simile all’orgasmo sessuale, anzi<br />
probabilmente migliore visto che i tossico<strong>di</strong>pendenti rinunciano al sesso in nome<br />
dell’eroina. Il flash è una sensazione che si prova con l’assunzione endovenosa <strong>di</strong><br />
eroina. E’ un’ondata <strong>di</strong> calore che inizia nello stomaco e si espande fino ad esplodere<br />
dentro la testa)<br />
LA PRIMA VOLTA NON BISOGNEREBBE MAI ASSUMERE EROINA PER<br />
VIA ENDOVENOSA PERCHE’ SI RISCHIA L’OVERDOSE E LA MORTE.<br />
Ormai sono pochi i tossico<strong>di</strong>pendenti che si fanno in vena.<br />
Questo cambiamento è avvenuto perché ci si illude che, evitando “il buco”, si eviti la<br />
<strong>di</strong>pendenza. Questo è quello che sta accadendo e che spiazza anche gli operatori più<br />
esperti. Nessuno ammette più <strong>di</strong> essere un tossico e <strong>di</strong> avere problemi <strong>di</strong><br />
tossico<strong>di</strong>pendenza proprio perché ormai anche l’eroina viene trattata come la cocaina.<br />
Si fuma, si sniffa e spesso e volentieri viene consumata con altre sostanze. Si esce, si<br />
beve superalcolici, si fuma una canna poi un tiro <strong>di</strong> coca e, infine, stremati ma ancora<br />
eccitati da psicostimolanti si fuma un po’ <strong>di</strong> eroina, così, tanto per placare gli effetti <strong>di</strong><br />
una serata più che devastante.
Il POLICONSUMATORE, cioè colui che tende a mischiare più droghe e che, in<br />
parte, ha sostituito il vecchio stereotipo del tossico<strong>di</strong>pendente, dell’eroinomane, del<br />
“verme strisciante” <strong>di</strong> quello che si fa le “pere” (che si buca in vena) Non farsi in vena<br />
illude anche <strong>di</strong> evitare malattie come l’Aids. E’ solo un’illusione perché il<br />
tossico<strong>di</strong>pendente è sicuramente più fragile <strong>di</strong> una persona sana, ha il sistema<br />
immunitario abbassato e non si ricorda mai <strong>di</strong> mettere un preservativo! Le<br />
infezioni batteriche e virali hanno tra gli eroinomani e i policonsumatori<br />
un’incidenza notevolmente maggiore che nel resto della popolazione CHE SI<br />
FACCIANO O NON SI FACCIANO IN VENA.<br />
Le infezioni più comuni batteriche e virali causate dall’eroina:<br />
Setticemie (infiammazioni delle membrane delle valvole e delle pareti interne del<br />
cuore)<br />
polmoniti infezioni delle ossa e delle articolazioni epatiti virali Aids<br />
toxoplasmosi (N.B. In caso <strong>di</strong> gravidanza contrarre una toxoplasmosi è molto<br />
grave perché porta grossi problemi al feto) ascessi, lesioni e ulcere della pelle<br />
asma ed embolie <strong>di</strong> origine batterica infezioni a carico dei reni infezioni ai<br />
polmoni causate soprattutto da eroina tagliata con corpi estranei estremamente<br />
dannosi.<br />
TURBE DEL COMPORTAMENTO IN UN MIX DI INDIFFERENZA<br />
SOCIALE ED AFFETTIVA, DEPRESSIONE E APATIA ALTERNATA AD<br />
AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA DANNO POI IL TOCCO FINALE AD UN<br />
QUADRO NON CERTO MOLTO ROSEO!<br />
PARADOSSALMENTE, USARE TANTE DROGHE DIVERSE TRA LORO<br />
CREA L’ILLUSIONE DI NON DIPENDERE DA NIENTE.<br />
E’ COME LA ROULETTE RUSSA.<br />
QUALCHE COLPO VA BENE E UNO VA MALE ED E’ FATALE E NON CI<br />
SIETE PIU’ E, CHI RESTA, MUORE DI DOLORE.<br />
“ME L’ASPETTAVO DIVERSO, PIÙ DANNATO, CON L’ANIMA DA BAMBINO.<br />
INVECE, DEL BAMBINO, AVEVA ANCHE LA FACCIA, DI QUELLE CHE NON FANNO<br />
RIMA CON GALERA.<br />
, GLI DOMANDAI.<br />
, RISPOSE DI GETTO (CLAUDIA<br />
CENCINI)” 7<br />
7 Andrea Buongusto, Signora eroina, Stampa Alternativa, 2001, pp. 4-5
Vie <strong>di</strong> somministrazione preferite attualmente:<br />
Inalata<br />
Fumata<br />
Ingerita (ultimamente fuori dalle <strong>di</strong>scoteche<br />
e dai locali vengono vendute pasticche <strong>di</strong> eroina per<br />
sedare l’eccessiva euforia data dagli psicostimolanti)<br />
“SULLA RIVIERA ROMAGNOLA SONO COMPARSE LE PRIME CARAMELLE DI<br />
EROINA, A BASSO CONTENUTO DI STUPEFACENTE E QUINDI NON DESTINATE<br />
AGLI EROINOMANI TRADIZIONALI, BENSÌ IDEATE DAGLI SPACCIATORI PER<br />
CONTRASTARE GLI EFFETTI ECCITANTI E PSICHEDELICI NEGLI AFTER- HOUR<br />
…<br />
VIENE COMUNQUE SPONTANEO CERCARE UNA SOSTANZA CHE AIUTI A CALMARSI.<br />
IN GENERE SI RICORRE A QUELLO CHE SI TROVA IN CASA, AI SONNIFERI,<br />
ALLO XANAX, AL TAVOR DELLA MAMMA, ALL’ALCOOL. OPPURE SI FUMA<br />
HASHISH E MARIJUANA” 8<br />
8 Susanna Gavazza, Cara droga. Cannabis, ecstasy, cocaina, eroina e nuove droghe, Francesco Angeli s.r.l., Milano 1998, p. 30
Effetti indesiderati dell’eroina :<br />
turbe del comportamento<br />
in<strong>di</strong>fferenza sociale ed affettiva<br />
indebolimento del sistema immunitario<br />
indebolimento del sistema scheletrico, delle ossa in generale, denti e<br />
gengive compresi.<br />
problemi gastrointestinali<br />
turbe del ciclo mestruale<br />
sterilità<br />
rischio altissimo <strong>di</strong> aborti spontanei<br />
<strong>di</strong>minuzione della libido sessuale (specie nell’uomo)<br />
<strong>di</strong>fficile erezione del pene con brevissima durata <strong>di</strong> prestazione sessuale<br />
IN REALTA’ CHI SCEGLIE L’EROINA ALLE ALTRE DROGHE LO FA<br />
ANCHE PER QUESTO, PER ELIMINARE DEFINITIVAMENTE IL<br />
BISOGNO FISIOLOGICO E PSICOLOGICO DI<br />
UN’ALTRA PERSONA!<br />
IL TERRORE DI ESSERE ABBANDONATI, TRADITI, NON AMATI, FA SI<br />
CHE SI PREFERISCA L’EROINA AD UN ALTRO ESSERE UMANO CON<br />
L’ILLUSIONE CHE SI RIESCA A CONTROLLARLA MEGLIO.<br />
depressione respiratoria, asfissia morte <br />
“IL TOSSICO È UNO CHE , QUINDI NON PREVEDE L’ALTRO, È<br />
AUTORIFLESSIVO.<br />
, L’ALTRO NON C’È!” 9<br />
L’EROINA SOSTITUISCE TUTTO. SOSTITUISCE MADRI, PADRI, AMICI E<br />
FIDANZATI. L’EROINA DIVENTA IL PARTNER, PERCHÉ NON PUÒ<br />
TRADIRE, NON PUÒ ABBANDONARE, MA SOPRATTUTTO NON PUÒ<br />
CREARE DOLORE E PUÒ CANCELLARE ANCHE IL PASSATO.<br />
“QUESTA FUNZIONE INNALZA LA DROGA ALLA CATEGORIA DI UNA PERSONA;<br />
D’ALTRONDE, IL TOSSICOMANE LA DEFINISCE PROPRIO IN QUESTI TERMINI.<br />
LE METAFORE UTILIZZATE SONO MOLTE, TRA CUI POSSIAMO CITARE LE<br />
SEGUENTI: ,
L’OVERDOSE E’ DATA DA UN’ASSUNZIONE ECCESSIVA DI UNA DOSE DI<br />
EROINA O DA EROINA TAGLIATA CON ALTRE SOSTANZE E’ BENE<br />
RICORDARE CHE SONO MAGGIORMENTE ESPOSTI ALL’OVERDOSE<br />
I SOGGETTI CHE PROVANO L’EROINA PER LA PRIMA VOLTA E QUELLI<br />
CHE “CI RICASCANO” DOPO UN LUNGO PERIODO DI<br />
DISINTOSSICAZIONE.<br />
I CONSUMATORI ABITUALI DI EROINA, INVERSAMENTE PER QUELLO<br />
CHE ABBIAMO DETTO DEI COCAINOMANI, HANNO IL PROPRIO<br />
ORGANISMO ADATTATO E LA TOLLERANO MEGLIO.<br />
SE VI CAPITASSE DI ASSISTERE AD UN’OVERDOSE, NON SCAPPATE,<br />
CHIAMATE UN’AMBULANZA DICENDO CHE SERVE DEL NARCAN!<br />
Il Narcan è un antagonista degli oppioi<strong>di</strong>, cioè una sostanza che serve ad annullare<br />
l’effetto della droga in eccesso. Il Narcan può scacciare dall’organismo la morfina o<br />
l’eroina portando alla rapida cessazione degli effetti del farmaco. Nel sovradosaggio<br />
(overdose) da eroina, il Narcan, è un farmaco salvavita. Lo si somministra per via<br />
endovenosa a piccole dosi ripetute fino al completo risveglio del soggetto che rischia<br />
coma e morte se non dovesse svegliarsi in tempo.<br />
In gravidanza: Gli oppioi<strong>di</strong> possono provocare gravi malformazioni e<br />
depressione respiratoria al bambino che <strong>di</strong>venta tossico<strong>di</strong>pendente attraverso la madre<br />
e, alla nascita, presenta una vera e propria crisi d’astinenza simile a quella <strong>di</strong> un adulto<br />
caratterizzata inoltre da:<br />
pianto ininterrotto <strong>di</strong>fficoltà ad alimentarsi <strong>di</strong>sturbi gastroenterici <br />
convulsioni<br />
Anche il metadone, usato anche in gravidanza per <strong>di</strong>sintossicare le eroinomani, non è<br />
innocuo.<br />
Ha effetti sicuramente meno devastanti sul feto, ma analoghi a quelli causati<br />
dall’eroina.
I bambini che <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong>pendenti nella vita intrauterina, nella pancia della mamma<br />
intendo, rischiano <strong>di</strong> contrarre gravi problemi comportamentali anche a lungo termine.<br />
Se la madre, nonostante le sia nato un bambino, continua a drogarsi, è meglio che non<br />
allatti al seno.<br />
Esistono dei centri specializzati che possono dare aiuto alle madri, o future madri, che<br />
hanno problemi <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenza. Presso la Clinica ostetrico-ginecologica L.<br />
Mangiagalli a Milano esiste un Centro <strong>di</strong> assistenza alle gravide tossico<strong>di</strong>pendenti<br />
e ai loro neonati.<br />
USATELO QUESTO INDIRIZZO SE NE AVETE BISOGNO!<br />
NON ABBIATE PAURA, NON ABBIATE VERGOGNA DI CHIEDERE<br />
AIUTO. PENSATE SEMPRE CHE NON SIETE LE PRIME E, PURTROPPO,<br />
NON SARETE NEMMENO LE ULTIME MAMME TOSSICODIPENDENTI.<br />
RICORDIAMOCI POI CHE L’AIDS ESISTE ANCORA E CHE NON E’<br />
TROPPO DIFFICILE CONTRARLA, SPECIE PER CHI, COME IL TOSSICO,<br />
HA LE DIFESE IMMUNITARIE ABBASSATE.<br />
PENSATE AL MALE CHE FATE A VOSTRO FIGLIO SE SIETE DONNE<br />
INCINTE!<br />
NON VE LO PERDONERESTE MAI SE, UN GIORNO, DOVESSE AVERE<br />
DEI PROBLEMI PER COLPA VOSTRA.<br />
OGNI TANTO, AL FUTURO, BISOGNA PENSARCI !<br />
La sindrome d’astinenza= la sindrome d’astinenza si determina nei soggetti<br />
tossico<strong>di</strong>pendenti in seguito alla sospensione dell’assunzione abituale <strong>di</strong> droga. La sua<br />
intensità <strong>di</strong>pende dall’intensità della <strong>di</strong>pendenza sviluppata verso la sostanza.<br />
I sintomi sono: irritabilità<br />
sudorazione<br />
lacrimazione<br />
secrezioni nasali<br />
tremori muscolari<br />
piloerezione<br />
anoressia<br />
insonnia<br />
ipertensione<br />
tachicar<strong>di</strong>a<br />
nausea<br />
vomito<br />
<strong>di</strong>arrea<br />
SOPPORTARE UNA CRISI D’ASTINENZA E’ IL PRIMO PASSO VERSO LA<br />
GUARIGIONE!
NON SI MURE DI CRISI D’ASTINENZA, ANCHE SE TUTTO IL MONDO SEMBRA<br />
CROLLARCI ADDOSSO.<br />
SI MUORE DI EROINA!!!<br />
E MUORE ANCHE CHI VI STA VICINO, CHI NON USA EROINA MA VI VUOLE BENE<br />
Segni evidenti <strong>di</strong> un assuntore <strong>di</strong> eroina:<br />
pezzi <strong>di</strong> carta stagnola bruciata in giro per casa<br />
cartoncini o pezzi <strong>di</strong> riviste arrotolati<br />
cucchiaini arrostiti<br />
limoni che spariscono<br />
frequenti macchie <strong>di</strong> sangue sulla camicia (nel caso<br />
dell’assunzione per via endovenosa)<br />
fazzolettini arrotolati<br />
un odore acre, intenso, che invade ogni cosa<br />
le pupille degli occhi a spillo (miosi)<br />
FACILMENTE TUTTI POSSIAMO AVERE LE PUPILLE A SPILLO SE SIAMO ESPOSTI<br />
ALLA LUCE, MA AL BUIO SOLO GLI EROINOMANI CI RIESCONO!<br />
QUESTO E’, A MIO AVVISO, IL SEGNALE PIU’ EVIDENTE E SICURO DOVE HAI<br />
QUASI LA CERTEZZA DI NON AVERE SBAGLIATO LA DIAGNOSI.<br />
il naso colerà<br />
i denti saranno impastati e anneriti<br />
i movimenti sono <strong>di</strong>versi<br />
UNA COSA CHE NON MI SONO MAI RIUSCITA A SPIEGARE E’ COME FACCIA<br />
L’EROINA A MODIFICARE ANCHE IL TONO DELLA VOCE. E’ UNA DOMANDA CHE,<br />
STUPIDAMENTE, A CHI SE NE INTENDE PIU’ DI ME NON HO MAI FATTO.<br />
TI VIENE UNA VOCE GUTTURALE…<br />
CREDO SI DICA COSI’.<br />
CAMBIA COME MUOVI LA BOCCA, COME MUOVI LA MANDIBOLA, LA MASCELLA<br />
E TUTTO QUELLO CHE TI VIENE IN MENTE.<br />
le cose che <strong>di</strong>ce<br />
CI SI ACCORGE FACILMENTE SE UNO SI E’ APPENA FATTO DI EROINA<br />
PERCHE’, IMPROVVISAMENTE, DIRA’ ANCHE COSE GENTILI.<br />
SARA’ PIU’ AFFETTUOSO DEL SOLITO E SERVIZIEVOLE TANTO CHE<br />
QUANDO SEI ABITUATO AD AVERE A CHE FARE CON UN TOSSICOMANE,
PARADOSSALMENTE, SPESSO SPERI CHE SI SIA FATTO POCO PRIMA DI<br />
INCONTRARTI.<br />
IN QUEL MOMENTO L’EROINOMANE E’ GENTILE SOLO PERCHE’ STA<br />
BENE CON SE STESSO E PERCHE’ SI SENTE IN COLPA E PERCHE’ E’<br />
L’UNICO MOMENTO IN CUI RIESCE A LASCIARSI ANDARE, AD ESSERE,<br />
PER ASSURDO, “CIO’ CHE AVREBBE VOLUTO ESSERE” NELLA VITA,<br />
ANCHE PRIMA DI CONOSCERE L’EROINA.<br />
AVREBBE, FORSE, VOLUTO ESSERE UN TIPO FIDUCIOSO, IN GRADO DI<br />
CREARSI ASPETTATIVE, CAPACE DI AVERE UN BUON RAPPORTO CON<br />
GLI ALTRI E, SOPRATTUTTO, AVREBBE VOLUTO ESSERE UNO CHE<br />
CREDE NELLA FAMIGLIA E CHE HA VALORI SALDI.<br />
PIU’ DI OGNI ALTRA COSA AVREBBE VOLUTO ESSERE UN BAMBINO<br />
SERENO!<br />
MI E’ CAPITATO DI OSSERVARE GENTE CHE AVEVA APPENA FUMATO<br />
DELL’EROINA E RICORDO DI AVER PENSATO CHE, FORSE, ERA PROPRIO<br />
QUI IL PROBLEMA…IN QUESTO TENTATIVO DISPERATO DI VOLER<br />
“VIVERE NORMALMENTE”, SERENAMENTE DIRE “TI AMO”, “TI VOGLIO<br />
BENE”, PROPORRE PROGRAMMI PER IL FUTURO, PARLOTTARE DEL<br />
PASSATO E CREDERSI, FINALMENTE, COME TUTTI GLI ALTRI…CAPACI<br />
DI PROVARE AFFETTO, CAPACI DI FIDARSI DELLA GENTE, SENZA<br />
TROPPE PAURE, SENZA TROPPO RANCORE, SENZA TROPPA<br />
DEPRESSIONE, SENZA TROPPI RICORDI.<br />
IL TOSSICODIPENDENTE, DOPO LA SUA DOSE, RIESCE AD ESSERE<br />
“QUASI NORMALE” E NON IL SOLITO DEPRESSO PEDANTE PSICOPATICO<br />
PRIVO DI STIMOLI E DI SLANCI VITALI CHE E’ ABITUATO AD ESSERE DA<br />
SEMPRE. IMPROVVISAMENTE SI SENTE BENE E RIESCE A TRATTARE<br />
BENE CHI GLI STA VICINO…SENZA ODIARLO, SENZA INVIDIARLO,<br />
SENZA AVERNE PAURA.<br />
L’EROINA NON FA PROVARE AMORE E AFFETTO.<br />
L’EROINA NON FA PROVARE DOLORE.<br />
L’EROINA ANESTETIZZA L’ODIO E L’INVIDIA.<br />
COSI’ CHE, NON PROVANDO PIU’ SENTIMENTI RANCOROSI NEI<br />
CONFRONTI DEL MONDO INTERO, APPARE TUTTO PIU’ BELLO, PIU’<br />
BUONO, PIU’ AMABILE.<br />
PRIMA DI ESSERE STATO UN EROINOMANE ERA UNA PERSONA<br />
FRAGILISSIMA CON IL TERRORE DI ESSERE AMATO E POI<br />
ABBANDONATO DA TUTTI.<br />
NON PER FORZA CHI SI È SENTITO ABBANDONATO DALLA MAMMA SI<br />
FARÀ DI EROINA, MA FACILMENTE UNA PERSONA DI INDOLE MOLTO<br />
DEBOLE CHE VIENE ABBANDONATO O “TRADITO” IN GIOVANE ETÀ<br />
DALLA MAMMA, POTREBBE CADERE PIU’ FACILMENTE DI ALTRI<br />
INDIVIDUI PIU’ FORTI O CON UN PASSATO MENO BURRASCOSO E<br />
ABBANDONICO NELL’EROINA.
C’E’ SEMPRE UN MOTIVO PER CUI UNO INIZIA A DROGARSI, SPECIE SE SI<br />
TRATTA DI UN ANESTETICO COSÌ FORTE.<br />
CREDERE A CHI TI DICE CHE È STATO SOLO PER CASO CHE SI E’<br />
TROVATO INVISCHIATO NELL’EROINA VUOL DIRE NON VOLER<br />
GUARDARE OLTRE E PENSARE CHE BASTI UNA DISINTOSSICAZIONE<br />
FISICA PER AIUTARE UN DROGATO.<br />
NULLA E’ PER CASO, TANTO MENO LA SCELTA DI FARSI DI EROINA!<br />
IL FUTURO TOSSICODIPENDENTE È UN INVIDIOSO DI TUTTO CIÒ CHE LO<br />
CIRCONDA.<br />
INVIDIA IL BENE PERCHÉ QUEL BENE A LUI È MANCATO.<br />
LA SUA È UNA RABBIA PROFONDA, UN DOLORE CHE NASCE DA UNA<br />
MANCANZA.<br />
PER UNA PERSONA COSÌ, SCOPRIRE IMPROVVISAMENTE CHE SI PUÒ<br />
STARE IN QUESTA VITA SENZA MORIRE D’ANGOSCIA, DI RABBIA,<br />
D’INVIDIA, SENZA VEDERE SEMPRE E COSTANTEMENTE SOLO IL LATO<br />
NEGATIVO DELLE COSE E DELLA GENTE, È UN GIOCO CHE VALE LA<br />
CANDELA.<br />
SE QUESTA CANDELA POI, UN GIORNO, DOVESSE SPEGNERSI NON<br />
IMPORTA, NON È UN PROBLEMA CHE SI PONE NEL PRESENTE.<br />
UN’OVERDOSE È SOLO UN’IPOTESI E NON LO RIGUARDA.<br />
NON LO RIGUARDA NEMMENO TUTTO CIÒ CHE DI NEGATIVO E<br />
DEVASTANTE PUÒ DERIVARE DALL’ASSUNZIONE COSTANTE DI<br />
EROINA.<br />
L’UNICA COSA CHE HA IMPORTANZA È RIUSCIRE A NON SOFFRIRE NEL<br />
PRESENTE.<br />
RIFUGIARSI NELL’EROINA È UN TENTATIVO DISPERATO DI<br />
AUTOCURARSI<br />
PER NON SUICIDARSI.<br />
SI DICE CHE CHI SI FA DI EROINA NON AMA SE STESSO.<br />
IO CREDO PIUTTOSTO CHE È L’ULTIMO TENTATIVO D’AMARSI E<br />
D’AMARE.<br />
PURTROPPO NON È LA STRADA GIUSTA E PORTERÀ SOLO ALTRO<br />
DOLORE, ALTRO DOLORE, ALTRO DOLORE E ALTRO ANCORA A TE E A<br />
TUTTI QUELLI CHE TI CIRCONDANO.
“FINO AD ORA, L’EROINA AVEVA BRUCIATO QUALSIASI SBOCCO VERSO<br />
L’ESTERNO, DISTRUGGENDO A TAPPETO IL NASCERE DI UNO SLANCIO VITALE<br />
QUALUNQUE. MA L’AVEVA ANCHE PROTETTO, RIDUCENDO IL LIVELLO<br />
DELL’ECCITAZIONE ALLE SOGLIE PIÙ BASSE, RENDENDO SOPPORTABILE<br />
L’ESISTENZA, CONCILIANDO MINACCE E PULSIONI, PARADOSSALMENTE,<br />
TENENDOLO IN VITA.<br />
LO RIFIUTO, RIFIUTO VIOLENTEMENTE QUESTA MORTE CONTINUA, VIOLENTA,<br />
VOLUTA, RICERCATA QUOTIDIANAMENTE.<br />
ORMAI LA DROGA DEVE AVER INVASO OGNI SPAZIO SINAPTICO, OGNI<br />
TESSUTO, OGNI CAVITÀ DEL SUO CUORE E CERVELLO; CHIEDERMI DI<br />
SOSTITUIRMI AD ESSA E’ UN’AZIONE MALDESTRA E INUMANA.<br />
NON C’È PIU’ SPAZIO LÌ DENTRO, SE NON PER IL LIQUIDO INCOLORE CHE<br />
BRUCIA ED INFETTA” 11<br />
11 Pier Luigi Bolmida, Il mio drogato ed io, E<strong>di</strong>zioni Borla s.r.l., Roma 1985, p. 21
AMFETAMINE<br />
“CIÒ CHE ALLA VEGLIA SEMBRA<br />
ESSERE CHIARO, NON LO È<br />
PIÙ L’INDOMANI; IL<br />
DEPRESSO DI IERI OGGI APPARE<br />
NORMALE; LO SCHIZOFRENICO<br />
ALLUCINATO DELLA SERA PRIMA<br />
ANALIZZA LA SUA DISCESA DALLE<br />
AMFETAMINE CON ESTREMA<br />
LUCIDITÀ E SAGGEZZA; IERI,<br />
NELLA SALA D’ATTESA, MARTINE<br />
SI OCCUPAVA DI UN BEBÈ CHE<br />
AVEVA IN CUSTODIA CON GRANDE<br />
SENSO DI RESPONSABILITÀ, DIECI MINUTI DOPO, IN UN EVIDENZIATO DI<br />
CUI È DIFFICILE DESCRIVERE IL SENSO, INGHIOTTE UNA DOSE DA COMA DI<br />
BARBITURICI” 12<br />
Le amfetamine vengono usate molto frequentemente dai ragazzi con la convinzione<br />
che:<br />
Aiutino a restare svegli<br />
Aiutino a stu<strong>di</strong>are<br />
Aiutino a socializzare<br />
Aiutino a ballare<br />
Aiutino a “sentire” meglio con i cinque sensi<br />
Aiutino a fare l’amore<br />
Aiutino a creare<br />
DANNO UN CERTO DELIIRIIO DII ONNIIPOTENZA!!<br />
DANNO FACIILMENTE DIIPENDENZA!!<br />
RIICORDIIAMOCII CHE E’’ UN TOSSIICODIIPENDENTE CHIIUNQUE DIIPENDA<br />
DA UNA DROGA, , QUALSIIASII ESSA SIIA. . CERCARE UNA DROGA QUANDO<br />
NE SIIAMO PRIIVII, , STARE MALE SE NON POSSIIAMO AVERLA E’’<br />
DIIPENDENZA E NON SIIAMO PIIU’’ LIIBERII!!<br />
12 Claude Olievenstein, Il destino del tossicomane, E<strong>di</strong>zioni Borla s.r.l., Roma 1993
IIn grravi idanzza: Vanno assolutamente evitate perché possono creare <strong>di</strong>sfunzioni al<br />
sistema nervoso del bambino.<br />
Le amfetamine possiamo trovarle in pasticche e ogni pasticca può avere un nome<br />
<strong>di</strong>verso oltre che essere costituita da una minore o maggiore quantità <strong>di</strong> amfetamina.<br />
Tra le pastiglie ricor<strong>di</strong>amo le Plegine, ma anche l’Ecstasy fa parte <strong>di</strong> questa grande<br />
famiglia.<br />
L’amfetamina è anche polvere che può essere inalata, iniettata, fumata e anche<br />
ingoiata. La tendenza è quella <strong>di</strong> mettere un po’ <strong>di</strong> “polvere” nel caffé amaro che<br />
risulterà essere ancora più amaro. Mix <strong>di</strong> amfetamina e caffé può dare origine a forte<br />
tachicar<strong>di</strong>a e si rischia facilmente collasso o infarto specie se oltre a caffé e<br />
amfetamina si mischia cannabis e alcool.<br />
RIICORDATII CHE TUTTO QUELLO CHE VIIENE IINGOIIATO, , SSPPECIIE SSE MIISSCHIIATO<br />
AD ALTRE SSOSSTANZE ECCIITANTII, , E’ ’ SSIICURAMENTE PPIIU’ ’ IINGESSTIIBIILE DII<br />
QUELLO CHE VIIENE FFUMATO E LE CONSSEGUENZE IINASSPPETTATE E<br />
DEVASSTANTII. .<br />
AMFFEETTAMI INA EE COCAI INA NON SSONO PPOI I MOLLTTO DI IFFFFEEREENTTI I .<br />
NON PPEENSSAREE CHEE USSANDO AMFFEETTAMI INA SSI I RI ISSCI I DI I MEENO CHEE USSANDO<br />
COCAI INA. .<br />
I<br />
DANNI I EE I<br />
RI ISSCHI I SSONO UGUALLI I. .<br />
CI I SSONO PPEERSSONEE CHEE USSANO AMFFEETTAMI INA PPEER DI IMAGRI IREE. .<br />
LL’ ’AMFFEETTAMI INA TTOGLLI IEE LLA FFAMEE. .<br />
LL’ ’AMFFEETTAMI INA TTI I DI ISSTTRUGGEE ILL I CEERVEELLLLO. .<br />
TTOGLLI IEE LLA FFAMEE MA TTI I CREEA DANNI I NEEUROLLOGI ICI I ANCHEE IRREEVEERSSI<br />
I IBI ILLI I. .<br />
NON CREEDO CHEE ILL I GI IOCO VALLGA LLA CANDEELLA. .<br />
MEEGLLI IO AVEEREE I<br />
NEEURONI I ALL PPROPPRI IO PPOSSTTO CHEE QUALLCHEE CHI ILLO IN I MEENO! !<br />
DALLLL’ ’AMFFEETTAMI INA, , DALLLL’ ’EECSSTTASSY EE DALLLLA COCAI INA CI I SSI I ASSPPEETTTTA DI I RI ICEEVEEREE<br />
SSEEMPPREE EE COMUNQUEE SSEENSSAZZI IONI I MEERAVI IGLLI IOSSEE CHEE CI I FFACCI IANO SSEENTTI IREE IN I<br />
PPACEE CON ILL I MONDO EE INNAMORATTI<br />
I<br />
I DI I TTUTTTTO LL’ ’UNI IVEERSSO, , MA A VOLLTTEE, ,<br />
PPURTTROPPPPO, , LL’ ’ATTTTEESSA EEUFFORI IA, , NON ARRI IVA. .<br />
PPUO’ ’ ARRI IVAREE LLA MORTTEE EE ,<br />
COMUNQUEE VADA, , I<br />
NOSSTTRI I NEEURONI I<br />
SSEEROTTONI INEERGI ICI I SSEE NEE VANNO IN I MODO IRREEVEERSSI<br />
I IBI ILLEE! !<br />
““CCII SSII SSEENNTTEE SSPPIIGGLLIIAATTII EE DDIISSIINNIIBBIITTII,, LLAA TTIIMMIIDDEEZZZZAA SSPPAARRIISSCCEE..<br />
SSII EE’’ PPOORRTTAATTII AADD AAVVEERREE RRAAPPPPOORRTTII CCOONN SSCCOONNOOSSCCIIUUTTII SSEENNZZAA PPRROOTTEEZZIIOONNEE”” 11 33<br />
SII PUÒ MORIIRE ANCORA<br />
DII AIIDS!!<br />
13 Francesca Capelli, Droghe. La scienza stu<strong>di</strong>a come agiscono e dove colpiscono, Mensile Quark n° 34, p. 34
ECSTASY<br />
Ecsttasy = Fa parte della famiglia delle amfetamine.<br />
Contiene Mdma, un preparato creato appositamente nel 1912 in Germania per<br />
alleviare il senso <strong>di</strong> fame e fatica ai soldati tedeschi. Venduto in pasticche (in gergo<br />
“chicche”).<br />
DURATION #<br />
MDMA<br />
Effects<br />
by Erowid<br />
Caution : Reactions and experiences may vary dramatically from person to person. [see below]<br />
MDMA Duration<br />
Oral<br />
Total<br />
3 - 5<br />
Duration<br />
20 -<br />
Onset<br />
90<br />
mins<br />
Coming<br />
Up<br />
Plateau<br />
Coming<br />
Down<br />
After<br />
Effects<br />
Hangover<br />
/ Day<br />
After<br />
5 -<br />
20<br />
mins<br />
2 - 3<br />
hrs<br />
1 - 2<br />
hrs<br />
2 -<br />
24<br />
hrs<br />
- - -
Effffeet tt ti i rri icceerrccaat ti i: :<br />
Eccitante (favorisce il rilascio <strong>di</strong> serotonina, “droga” endogena, e <strong>di</strong> dopamina,<br />
altra “droga” endogena). Si balla per do<strong>di</strong>ci ore consecutive senza sentire la<br />
stanchezza.<br />
Sensazione <strong>di</strong> “armonia con il mondo”<br />
No timidezza<br />
Effetti indesiderati:<br />
Si è portati ad avere rapporti sessuali con sconosciuti senza protezione<br />
Rischio altissimo <strong>di</strong> contrarre malattie<br />
Neurotossicità altissima<br />
DI ISSTTRUGGEE IN I MODO IRREEVEERSSI<br />
I IBI ILLEE<br />
MOLLTTI I NEEURONI I SSEEROTTONI INEERGI<br />
Disidratazione del corpo<br />
Insufficienza renale acuta<br />
Convulsioni<br />
Emorragie cerebrali<br />
Schizofrenia<br />
Irritabilità<br />
Manie <strong>di</strong> persecuzione<br />
Tachicar<strong>di</strong>a, arresto respiratorio<br />
MORTE PPER<br />
OVERDOSSE! !<br />
Favorisce l’insorgenza del Parkinson<br />
ICI I! !<br />
LA MAGGIIOR PPARTE DELLE SSTRAGII DEL SSABATO SSERA SSEMBRANO UNA DELLE<br />
CONSSEGUENZE PPIIU’ ’ DRAMMATIICHE DELL’ ’USSO DII ECSSTASSY! !<br />
Si va incontro facilmente ad ipertermia maligna (il corpo non riesce più a regolare<br />
la temperatura specie se ci si trova in ambienti chiusi dove fa molto caldo. La<br />
temperatura corporea può superare i 40° senza accorgersene)<br />
L’ ’ECCIITAMENTO DATO DALL’ ’ECSSTASSY E’ ’ TALE CHE MOLTII GIIOVANII<br />
RIICERCANO SSUCCESSSSIIVAMENTE UNA SSOSSTANZA CHE LII AIIUTII A CALMARSSII<br />
(TAVOR, ( , MARIIJJUANA, ,<br />
PPASSTIICCHE DII EROIINA) ) AGGRAVANDO ULTERIIORMENTE LE COSSE. .<br />
SSII MUORE DII ECSSTASSY PPER TUTTII II MOTIIVII SSOPPRA CIITATII E IIL<br />
RIISSCHIIO E’ ’ ALTIISSSSIIMO SSPPECIIE SSE SSII MIISSCHIIANO ALL’ ’ECSSTASSY ALCOOL E<br />
ALTRE DROGHE. .
Cannabiis = sostanza chimica (hasshi<br />
CANNABIS (HASHISH E MARIJUANA)<br />
issh, ricavata dalla rreessi ina della canapa in<strong>di</strong>ana<br />
e sostanza non chimica (maarri ij juaanaa,ricavata dalle ffogl li iee della canapa in<strong>di</strong>ana) che<br />
provoca mo<strong>di</strong>ficazioni dell’attività mentale = droga<br />
N. .B. . Ricor<strong>di</strong>amo che anche la maarri ij juaanaa può essere trattata e tagliata con altre<br />
sostanze chimiche rendendo i suoi effetti ancora più dannosi.<br />
Il peenssi ieerro<br />
= → non viaggia più su binari razionali<br />
→ viaggia per immagini = al ssogno<br />
↓<br />
logrramma dei consumatori <strong>di</strong> cannabinoi<strong>di</strong> ha un tracciato molto<br />
DEL SSENSSO DELLA REALTA’ ’! !<br />
L’eel leettttrroeencceeffal<br />
simile a chi dorme e sogna = PPERDIITA<br />
Consseegueenzzee<br />
neegatti ivee:<br />
mal <strong>di</strong> testa, forti emicrania (causa i “tagli”della cannabis con altre sostanze)<br />
bocca impastata e secca<br />
tachicar<strong>di</strong>a (i battiti del cuore ♥ aumentano e si ha un senso <strong>di</strong> soffocamento)<br />
talvolta allucinazioni<br />
attacchi <strong>di</strong> panico<br />
svenimenti<br />
collasso
sensazione <strong>di</strong> fame intensa e incontrollata, manca la soglia <strong>di</strong> sazietà (‘fame<br />
tossica’)<br />
LA CANNABIISS FFA DECIISSAMENTE<br />
IINGRASSSSARE! !<br />
→ spesso nausea e vomito<br />
→ no capacità <strong>di</strong> attenzione e appren<strong>di</strong>mento (la cannabis agisce sul nostro<br />
cervello, in particolare sulla corteccia frontale e sull’ippocampo dove<br />
inibisce l’attività <strong>di</strong> una molecola che ci permette <strong>di</strong> memorizzare e <strong>di</strong><br />
apprendere)<br />
→ no memoria a breve termine<br />
C’ ’È IIL RIISSCHIIO DII TROVARSSII A RIILEGGERE LA SSTESSSSA<br />
PPAGIINA DII UN LIIBRO VENTII VOLTE SSENZA RIICORDARNE UNA SSOLA<br />
→ no normale coor<strong>di</strong>nazione motoria<br />
→ sonnolenza improvvisa<br />
→ appannamento visivo<br />
RIIGA! !<br />
CHII SSII METTE ALLA GUIIDA DII UN MEZZO DOPPO ESSSSERSSII FFATTO UNA CANNA<br />
METTE IIN SSERIIO PPERIICOLO LA VIITA DEGLII ALTRII! !<br />
→ altera la percezione dello spazio e <strong>di</strong>lata il tempo<br />
UN USSO ABIITUALE DII CANNABIINOIIDII FFA PPERDERE DEL GRAN TEMPPO! !<br />
Durratta<br />
deel ll l’’eeffffeetttto <strong>di</strong> i ccannabi iss :<br />
2 ore se si fuma una canna<br />
12 ore se si ingerisce (si può assumere marijuana mischiata ad<br />
una torta)<br />
E’ ’ IIMPPORTANTE RIICORDARE CHE IINGERIITA E’ ’ PPIIU’ ’ PPERIICOLOSSA CHE FFUMATA<br />
PPERCHE’ ’<br />
FFACIILMENTE SSII RIISSCHIIA DII ASSSSUMERNE UNA DOSSE ECCESSSSIIVA<br />
==<br />
COLLASSSSO E, , IIN ALCUNII CASSII, , MORTE !<br />
NON MIISSCHIIARE MAII CON ALCOOL E ALTRE DROGHE! !<br />
♥♥DAVANTII AD UNA PPERSSONA CHE COLLASSSSA NON SSCAPPPPATE, , NON FFATEVII<br />
PPRENDERE DAL PPANIICO. . FFATELA SSDRAIIARE TENENDOLE LE GAMBE RIIALZATE, ,<br />
FFATELE BERE ACQUA E BUTTATEGLIIELA IIN FFACCIIA. . PPROCURATEVII UNO<br />
SSPPIICCHIIO DII LIIMONE E PPASSSSATEGLIIELO SSULLE LABBRA E SSOTTO LE NARIICII. .<br />
PPER SSIICUREZZA CHIIAMATE ANCHE<br />
<br />
UN’ ’AMBULANZA♥♥
DURATION #<br />
Cannabis<br />
Effects<br />
by Erowid<br />
Caution : Reactions and experiences may vary dramatically from person to person. [see below]<br />
Cannabis Duration<br />
Smoked<br />
Total<br />
1 - 4<br />
Duration<br />
hrs<br />
0 -<br />
Onset<br />
10<br />
mins<br />
5 -<br />
Coming<br />
10<br />
Up<br />
mins<br />
15 -<br />
Plateau<br />
30<br />
mins<br />
45 -<br />
Coming<br />
180<br />
Down<br />
mins<br />
After<br />
Effects<br />
Hangover<br />
/ Day<br />
After<br />
Seegni i<br />
2 -<br />
24<br />
hrs<br />
- - -<br />
eevi ideentti i sulla persona:<br />
→ <strong>di</strong>latazione delle pupille, occhi molto arrossati (nonché un uso<br />
smisurato <strong>di</strong> colliri)<br />
→ movimenti lenti e scoor<strong>di</strong>nati<br />
→ <strong>di</strong>fficoltà nel portare un <strong>di</strong>scorso a compimento, <strong>di</strong>vagazioni continue<br />
(il classico “saltare <strong>di</strong> palo in frasca”)<br />
→ i ragazzi <strong>di</strong>ventano bugiar<strong>di</strong> perché si abituano a “nascondere” e a<br />
“nascondersi”<br />
→ eccitazione fuori dal comune o depressione
IIN SSOGGETTII PPORTATII ALLA DEPPRESSSSIIONE L’ ’ABUSSO DII CANNABIISS PPOTREBBE<br />
CREARE IIL CONSSOLIIDAMENTO DELLA MALATTIIA CON CONSSEGUENZE<br />
GRAVIISSSSIIME<br />
==<br />
APPATIIA, , ATTACCHII DII PPANIICO, , COMPPORTAMENTO ANTIISSOCIIALE, , MANIIE DII<br />
PPERSSECUZIIONE<br />
Il principio attivo della cannabis è il Thcc che ha il potere <strong>di</strong> aumentare le<br />
concentrazioni <strong>di</strong> dopamina e <strong>di</strong> endorfine. Ci si sente loquaci, <strong>di</strong>sinibiti e anche un<br />
po’ intontiti!<br />
IIn grravi idanzza: Marijuana e hashish, se usate abitualmente, possono produrre<br />
depressione car<strong>di</strong>aca nel bambino e mo<strong>di</strong>ficare il suo elettroencefalogramma. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
laboratorio sugli animali hanno mostrato che, in queste sostanze, c’è la possibilità <strong>di</strong><br />
provocare anomalie congenite e <strong>di</strong> tenere basso il peso del cucciolo alla nascita.<br />
L’ULTIMA COSA DA SAPERE E’ CHE LA CANNABIS ALTERA LA<br />
SALIVAZIONE.<br />
RISCHI DI NON ESSERE ALL’ALTEZZA DI UN BACIO COME SI DEVE E<br />
LA TUA FIDANZATA POTREBBE TROVARSI UN ALTRO CHE BACIA<br />
MEGLIO DI TE!<br />
“ABBIAMO VISTO CHE LA CANNABIS È UNA SOSTANZA CHIMICA CHE PROVOCA<br />
MODIFICAZIONI DELL’ATTIVITÀ MENTALE E QUINDI, DAL PUNTO DI VISTA<br />
FARMACOLOGICO, PUÒ ESSERE CONSIDERATA A PIENO TITOLO UNA DROGA” 14<br />
14<br />
Alessandro Salvini, Ines Testoni, Adriano Zamperini, (A cura <strong>di</strong>), Droghe, tossicofilie e tossico<strong>di</strong>pendenza, Utet s.r.l.,<br />
Torino 2002, . p. 203
E SE FOSSERO I GRANDI ?<br />
E se fossero i gran<strong>di</strong> a comportarsi male?<br />
Se il tuo papà o la tua mamma avessero problemi <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenza cosa pensi che<br />
potrebbe succedere?<br />
Se entrambi i tuoi genitori dessero i numeri e usassero sostanze, bhe, allora tu dovresti<br />
essere proprio forte come una quercia per resistere e uscirne illeso e sano.<br />
Sarebbe come se uno Tsunami ti travolgesse e, dopo avere bevuto acqua a non finire e<br />
aver nuotato contro corrente riuscissi a raggiungere un porto sicuro e, così, salvarti.<br />
Sarebbe come se, tutto quello <strong>di</strong> cui hai bisogno, venisse a mancare e ti trovassi da<br />
solo a combattere contro il nulla.<br />
Il nulla, senza favole, senza principi e principesse che si incontrano, senza sassolini<br />
per ritrovare la strada, senza cavalli per correre come il vento, senza coperte<br />
rimboccate, senza cena, senza pace.<br />
Solo con le spade dei gran<strong>di</strong> re a lottare contro i cattivi che ti vivono <strong>di</strong> fianco ogni<br />
giorno, per poi deporre la spada e pensare che cattivi non sono e lasciare che sia, così,<br />
senza una ragione, che la tua sia una famiglia così <strong>di</strong>versa dalle altre.<br />
Se invece fosse solo il tuo papà a usare qualche droga e la tua mamma combattesse al<br />
posto tuo, senza farti conoscere il nulla, allora la tua vita potrebbe essere comunque<br />
meravigliosa.<br />
Non credo che la famiglia perfetta sia composta da madre, padre e figli.<br />
Credo che una famiglia per essere perfetta debba avere un punto <strong>di</strong> riferimento sano,<br />
equilibrato, forte, buono.<br />
Ne basta uno, uno solo.<br />
Può essere una madre, un padre, una nonna, un nonno, una zia, un buon amico.<br />
Basta che per te, per crescere, ci sia una persona che ti voglia davvero bene, che non ti<br />
faccia mancare niente e che ti tratti come un bambino, e poi come un adolescente e<br />
poi, quando sarà il momento, come un adulto.<br />
Esistono delle tappe fondamentali nella vita, vanno rispettate.
Non prendere mai posti che non ti competono, non fare quello che dovrebbero fare gli<br />
altri.<br />
Non essere troppo permissivo con chi ti fa del male.<br />
Essere buoni non vuol <strong>di</strong>re giustificare ogni atto.<br />
Tu devi fare il figlio, questo è il tuo ruolo e, se così non fosse, sii critico nei confronti<br />
<strong>di</strong> chi ti circonda e impara a chiedere aiuto a chi non ti circonda.<br />
“E’ il figlio che spesso tende a proteggere il genitore perché percepito debole (Lai<br />
Guaita,1994).<br />
C’è l’esempio <strong>di</strong> Alma, 19 anni con due fratelli più piccoli.<br />
Quando lei aveva sei anni la madre ha preso la decisione <strong>di</strong> separarsi dal padre perché<br />
non poteva più sopportare la sua tossico<strong>di</strong>pendenza e i comportamenti violenti che<br />
l’accompagnavano.<br />
Nessuno ha spiegato ad Alma cosa vuol <strong>di</strong>re veramente l’abuso <strong>di</strong> droghe, la<br />
<strong>di</strong>pendenza psicologica che consegue.<br />
Prevale in lei il senso <strong>di</strong> protezione, <strong>di</strong> doloroso amore verso un giovane padre che la<br />
offende con il suo modo d’essere, ma che avverte come minore <strong>di</strong> lei, come bisognoso<br />
delle sue cure, anche se ogni volta che tenta <strong>di</strong> farlo si aprono in lei profonde ferite<br />
psicologiche..<br />
Questo accade perché la paternità, nel tossico<strong>di</strong>pendente, è un ruolo vagheggiato,<br />
basato sulla speranza <strong>di</strong> raggiungere la volontà e la forza per annullare il desiderio<br />
compulsivo <strong>di</strong> droga.<br />
Spesso è un’importante spinta alla ricerca della paternità l’interiorizzazione<br />
dell’immagine paterna come figura solida, rassicurante e risolutiva <strong>di</strong> problemi.<br />
Caratteristiche che si desidera fare proprie, mentre con una fantasia fanciullesca,<br />
immatura, si spera che il solo <strong>di</strong>ventare genitore determini automaticamente equilibrio<br />
e, con questo, libertà dalla tossico<strong>di</strong>pendenza.” 15<br />
Un tossico<strong>di</strong>pendente non è in grado <strong>di</strong> proteggere gli altri, <strong>di</strong> prendersene cura.<br />
Un tossico<strong>di</strong>pendente <strong>di</strong>strugge tutto quello che gli sta intorno passando per vittima<br />
quando è solo un carnefice e un oppresso da un passato che non ti riguarda!<br />
15 Maria pia guaita, La droga: rischio sociale, Carocci E<strong>di</strong>tore S.p.A., Roma 2003, pp. 52-53
La sua salvezza riguarda solo se<br />
stesso e solo da se stesso può<br />
essere salvato<br />
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!<br />
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
LA BUGANVILLEE NON HA ODORE<br />
Lui l’avrebbe trovato un ago in un pagliaio.<br />
Avrebbe trovato la coca in ogni angolo della terra, in<br />
ogni posto dell’universo.<br />
L’ha cercata a Parigi e l’ha trovata, dopo due soli<br />
secon<strong>di</strong>.<br />
Se la iniettava perché, a sniffarla, non provava più<br />
nulla.<br />
I muscoli si irrigi<strong>di</strong>vano e il braccio sinistro<br />
cominciava a muoversi da solo.<br />
A volte gli occhi strabuzzavano in<strong>di</strong>etro e la lingua si<br />
infilava in gola passando dal palato e da lì non voleva<br />
andarsene.<br />
Bisognava infilargli un <strong>di</strong>to in bocca cercando con<br />
l’altra mano <strong>di</strong> aprirgli le mascelle.<br />
Non so che emozioni provasse e quale fosse il motivo per<br />
cui continuasse a rifarsi ogni volta, so che chi più ami<br />
non riesci né a capirlo né a curarlo e ti schizza dalle<br />
mani senza che tu possa trattenerlo.<br />
Lui era bello, bello davvero.<br />
Alto, spalle larghe, capelli neri leggermente brizzolati,<br />
addominali scolpiti e quelle piccole rughe agli angoli<br />
degli occhi che ridevano quando rideva.<br />
E le fossette agli angoli della bocca che ridevano quando<br />
era felice.<br />
L’ultima volta che l’ho visto era brutto che non si poteva<br />
guardare.<br />
Curvo su se stesso con le ossa che non lo reggevano più e<br />
le rughe degli occhi scomparse nel gonfiore del viso.<br />
L’altra notte l’ho sognato.<br />
Era bello come allora e gli occhi gran<strong>di</strong> e ver<strong>di</strong> mi<br />
sorridevano e con un cenno della mano mi salutava seduto<br />
sulla spalliera del mio letto.
Oggi ho saputo che è in cielo e non lo rivedrò mai più.<br />
Non lo rivedrò né bello né brutto, né triste né felice,<br />
né sano né fatto, né dolce né incazzato.<br />
Non lo rivedrò più e basta.<br />
Cocaina e alcool gli hanno perforato lo stomaco a<br />
quarantadue anni.<br />
“Ora, non hai più bisogno <strong>di</strong> niente! Non ti servono buchi<br />
né carezze né camicie che nascondano le vene rigonfie.<br />
Ora sei finalmente sereno”<br />
Lui era dolce come una carezza, come un abbraccio.<br />
Era un essere speciale e speciali erano le sue mani.<br />
Gran<strong>di</strong> ali che, con un battito, l’hanno portato via.<br />
Abitava in una casa con un giar<strong>di</strong>no.<br />
Quando andavo a trovarlo mi piaceva guardare il mare<br />
sotto <strong>di</strong> noi e il cielo sopra <strong>di</strong> noi e respiravo a pieni<br />
polmoni quel profumo che impregnava l’aria.<br />
Poi, andavo sempre a controllare che fosse il Gelsomino<br />
il <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> quella magia.<br />
Ho passato la mia infanzia a credere che, quel<br />
meraviglioso profumo, appartenesse alla Buganvillee.<br />
Da bambina i miei genitori mi portavano spesso a cena da<br />
dei loro amici che avevano un bellissimo praticello e<br />
Buganvillee sparsa ovunque.<br />
E c’era quel profumo.<br />
Il Gelsomino si nascondeva <strong>di</strong>etro a fiori viola che non<br />
gli appartenevano e la Buganvillee appariva ancora più<br />
bella <strong>di</strong> quello che era.<br />
Mentre lui cercava cocaina io scoprivo, a malincuore, che<br />
la Buganvillee non ha odore.<br />
-
Ke_caro@yahoo.it<br />
Ancora bacio e passa una bella giornata e<br />
una sana serata!<br />
CAROLINA<br />
LA COCAINA ALTERA:
La cocaina altera: sì no<br />
La vista ☺<br />
L’u<strong>di</strong>to ☺<br />
L’olfatto ☺<br />
Il gusto ☺<br />
I capelli ☺<br />
I peli ☺<br />
I riflessi ☺<br />
I movimenti ☺<br />
La concentrazione ☺<br />
L’erezione del pene ☺<br />
La fertilità ☺<br />
La memoria ☺<br />
La percezione dello spazio ☺<br />
Il senso d’orientamento ☺<br />
I cinque sensi ☺<br />
Il “sesto” senso ☺<br />
La ragione ☺<br />
La percezione del tempo ☺<br />
I battiti del cuore ☺<br />
Il tatto ☺<br />
L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />
La salivazione ☺<br />
La qualità del bacio ☺<br />
La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />
Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />
Gli spermatozoi ☺<br />
Il respiro ☺<br />
Gli stati psicologici ☺<br />
La gioia ☺<br />
Il dolore ☺<br />
I reni ☺<br />
Il fegato ☺<br />
L’ansia ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />
Il pensiero ☺<br />
I sogni ☺<br />
Le ossa ☺<br />
Le narici del naso ☺<br />
La colorazione dei denti ☺<br />
L’alito ☺<br />
Il peso del corpo ☺<br />
L’irritabilità ☺<br />
I muscoli ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />
La tensione ☺<br />
Il metabolismo
L’eroina altera: sì no<br />
La vista ☺<br />
L’u<strong>di</strong>to ☺<br />
L’olfatto ☺<br />
Il gusto ☺<br />
I capelli ☺<br />
I peli ☺<br />
I riflessi ☺<br />
I movimenti ☺<br />
La concentrazione ☺<br />
L’erezione del pene ☺<br />
La fertilità ☺<br />
La memoria ☺<br />
La percezione dello spazio ☺<br />
Il senso d’orientamento ☺<br />
I cinque sensi ☺<br />
Il “sesto” senso ☺<br />
La ragione ☺<br />
La percezione del tempo ☺<br />
I battiti del cuore ☺<br />
Il tatto ☺<br />
L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />
La salivazione ☺<br />
La qualità del bacio ☺<br />
La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />
Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />
Gli spermatozoi ☺<br />
Il respiro ☺<br />
Gli stati psicologici ☺<br />
La gioia ☺<br />
Il dolore ☺<br />
I reni ☺<br />
Il fegato ☺<br />
L’ansia ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />
Il pensiero ☺<br />
I sogni ☺<br />
Le ossa ☺<br />
Le narici del naso ☺<br />
La colorazione dei denti ☺<br />
L’alito ☺<br />
Il peso del corpo ☺<br />
L’irritabilità ☺<br />
I muscoli ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />
La tensione ☺<br />
Il metabolismo ☺
L’amfetamina altera si no<br />
La vista ☺<br />
L’u<strong>di</strong>to ☺<br />
L’olfatto ☺<br />
Il gusto ☺<br />
I capelli ☺<br />
I peli ☺<br />
I riflessi ☺<br />
I movimenti ☺<br />
La concentrazione ☺<br />
L’erezione del pene ☺<br />
La fertilità ☺<br />
La memoria ☺<br />
La percezione dello spazio ☺<br />
Il senso d’orientamento ☺<br />
I cinque sensi ☺<br />
Il “sesto” senso ☺<br />
La ragione ☺<br />
La percezione del tempo ☺<br />
I battiti del cuore ☺<br />
Il tatto ☺<br />
L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />
La salivazione ☺<br />
La qualità del bacio ☺<br />
La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />
Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />
Gli spermatozoi ☺<br />
Il respiro ☺<br />
Gli stati psicologici ☺<br />
La gioia ☺<br />
Il dolore ☺<br />
I reni ☺<br />
Il fegato ☺<br />
L’ansia ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />
Il pensiero ☺<br />
I sogni ☺<br />
Le ossa ☺<br />
Le narici del naso ☺<br />
La colorazione dei denti ☺<br />
L’alito ☺<br />
Il peso del corpo ☺<br />
L’irritabilità ☺<br />
I muscoli ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />
La tensione ☺<br />
Il metabolismo ☺
La cannabis altera: si no<br />
La vista ☺<br />
L’u<strong>di</strong>to ☺<br />
L’olfatto ☺<br />
Il gusto ☺<br />
I capelli ☺<br />
I peli ☺<br />
I riflessi ☺<br />
I movimenti ☺<br />
La concentrazione ☺<br />
L’erezione del pene ☺<br />
La fertilità ☺<br />
La memoria ☺<br />
La percezione dello spazio ☺<br />
Il senso d’orientamento ☺<br />
I cinque sensi ☺<br />
Il “sesto” senso ☺<br />
La ragione ☺<br />
La percezione del tempo ☺<br />
I battiti del cuore ☺<br />
Il tatto ☺<br />
L’elettroencefalogramma del cervello ☺<br />
La salivazione ☺<br />
La qualità del bacio ☺<br />
La capacità <strong>di</strong> lettura ☺<br />
Le <strong>di</strong>ta dei pie<strong>di</strong> ☺<br />
Gli spermatozoi ☺<br />
Il respiro ☺<br />
Gli stati psicologici ☺<br />
La gioia ☺<br />
Il dolore ☺<br />
I reni ☺<br />
Il fegato ☺<br />
L’ansia ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> conservazione ☺<br />
Il pensiero ☺<br />
I sogni ☺<br />
Le ossa ☺<br />
Le narici del naso ☺<br />
La colorazione dei denti ☺<br />
L’alito ☺<br />
Il peso del corpo ☺<br />
L’irritabilità ☺<br />
I muscoli ☺<br />
Il senso <strong>di</strong> sazietà ☺<br />
La tensione ☺<br />
Il metabolismo ☺
“Avete <strong>di</strong>sperso la vostra<br />
personalità ai quattro venti<br />
del cielo e, adesso, quanta<br />
fatica da affrontare per<br />
radunarla, ricondurla al suo<br />
centro”<br />
Charles Baudelaire
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Spinosa, ETICA, Bollati Boringhieri E<strong>di</strong>tore s.r.l.,<br />
Torino 1995
…………TUTTE QUESTE PERSONE LE<br />
RINGRAZIO.<br />
RINGRAZIO I LORO SCRITTI PER<br />
AVERMI INSEGNATO CHE, OLTRE<br />
ALLA MIA, ESISTONO MILLE ALTRE<br />
ESPERIENZE.<br />
HO CERCATO DI UNIRE CON PAROLE<br />
SEMPLICI LE CONOSCENZE DI<br />
TUTTI, SPERANDO DI INCONTRARE<br />
UN GIORNO, IN TERRA O IN<br />
CIELO, QUESTI<br />
SCRITTORI/SCIENZIATI E POTER<br />
STRINGERE LORO LA MANO.<br />
FINE<br />
…E VISSERO PER SEMPRE FELICI E<br />
CONTENTI…