Anno 26 n°1 Aprile 2010 - Liceo Classico V. Emanuele II di Jesi
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12<br />
Linda Bignozzi, <strong>II</strong> A LC<br />
CONCORSO LETTERARIO<br />
“Le penne dell’Ippogrifo”<br />
Giunto ormai alla VI<br />
e<strong>di</strong>zione, quest’anno il<br />
concorso letterario “Le penne<br />
dell’Ippogrifo”, aveva come<br />
temi: “Maternità” per il miglior racconto<br />
e “Sorriso” per il miglior testo<br />
poetico. Ad aggiu<strong>di</strong>carsi il primo premio<br />
per la narrativa è stato il racconto “Non<br />
<strong>di</strong>rmi il perché” <strong>di</strong> Linda Bignozzi, della<br />
classe <strong>II</strong> A del <strong>Liceo</strong> classico, che verrà<br />
premiata con una somma <strong>di</strong> 100 euro offerta<br />
dall’agenzia Frasassitours <strong>di</strong> Genga.<br />
Seconda si è classificata Amanda<br />
Belluzzi, della <strong>II</strong> A, col racconto “Sguar<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> madre”, aggiu<strong>di</strong>candosi un buono per<br />
l’acquisto <strong>di</strong> materiale scolastico offerto<br />
dalla Matt Office one superstore <strong>di</strong> <strong>Jesi</strong><br />
per l’importo <strong>di</strong> 60 euro, e terza Diletta<br />
Renna, della V B del <strong>Liceo</strong> classico con<br />
“Cercando le parole”, che ha vinto un<br />
buono <strong>di</strong> 40 euro.<br />
“Non <strong>di</strong>rmi il perché”<br />
La rivi<strong>di</strong> dopo cinque<br />
anni, cinque anni trascorsi<br />
lontani dalla mia casa, dalla<br />
mia famiglia, dalla mia vecchia<br />
vita. In una semplice giornata primaverile<br />
avevo deciso tutto ciò che volevo<br />
fare <strong>di</strong> me e, senza rifletterci troppo,<br />
avevo preferito abbandonare tutto ed<br />
affidarmi alle mani del destino, per costruirmi<br />
un nuovo presente e delle nuove<br />
ra<strong>di</strong>ci. Non avrei mai pensato che i<br />
miei genitori avrebbero accettato questa<br />
storia senza battere ciglio, eppure,<br />
contrariamente a quanto credevo, mi<br />
lasciarono andare anche se nei riflessi<br />
dei loro occhi si leggeva benissimo il<br />
loro stato d’animo, un misto <strong>di</strong> rabbia e<br />
delusione.<br />
Fu soltanto la chiamata <strong>di</strong> mio fratello,<br />
cinque anni dopo, a convincermi che<br />
forse sarei dovuta tornare a casa, dato<br />
che la mamma si era gravemente ammalata<br />
e che avrei dovuto vederla, prima<br />
che la morte l’avesse sopraffatta.<br />
Il corridoio era terribilmente triste, la luce<br />
era molto debole e le mattonelle, invece<br />
che coprire i rumori, ad ogni passo stridevano,<br />
come mai avevo sentito prima<br />
<strong>di</strong> allora. Sembrava che anche i muri<br />
piangessero le medesime sofferenze<br />
dei pazienti racchiusi entro i loro stessi<br />
limiti e che lì dentro mai un sorriso fosse<br />
entrato con tanto vigore. L’aria era pesante,<br />
il silenzio regnava su ogni cosa.<br />
In lontananza si u<strong>di</strong>va qualche colpo <strong>di</strong><br />
tosse o qualche grido, <strong>di</strong> malati oramai<br />
troppo attaccati alla morte piuttosto che<br />
alla stessa vita. Attraversai velocemente<br />
quella galleria d’inferno e raggiunsi mio<br />
fratello, in pie<strong>di</strong> sulla soglia della stanza<br />
dove mia madre era rinchiusa; mi fissò a<br />
lungo ma non <strong>di</strong>sse nulla così io, timidamente,<br />
aprii la porta ed entrai.<br />
Lei era sdraiata su quel maledetto letto,<br />
dalle lenzuola eccessivamente bianche<br />
e ruvide, avvolta da una leggera<br />
coperta azzurra. Il suo corpo, esile ed<br />
ossuto, sembrava quasi non avesse né<br />
peso né sostanza; i suoi capelli erano in<br />
gran parte caduti ed ora il suo viso, così<br />
Nella sezione Poesia, ha vinto il primo<br />
premio e la somma <strong>di</strong> 100 euro offerta<br />
dalla Frasassitours <strong>di</strong> Genga il componimento<br />
“L’arte del sorriso” <strong>di</strong> Amanda<br />
Belluzzi, <strong>II</strong> A del <strong>Liceo</strong> classico. Seconda<br />
è stata giu<strong>di</strong>cata Aurora Mondavi, della<br />
<strong>II</strong> A, con “Sorriso <strong>di</strong> cera”, che ha vinto<br />
un buono per l’acquisto <strong>di</strong> materiale scolastico<br />
offerto dalla Matt Office one superstore<br />
<strong>di</strong> <strong>Jesi</strong> per l’importo <strong>di</strong> 60 euro.<br />
Terza classificata Angela Quaranta della<br />
V B, con la lirica “Eva luna sullo scivolo”,<br />
cui verrà assegnato un buono <strong>di</strong> 40 euro<br />
per l’acquisto <strong>di</strong> materiale scolastico.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo inoltre che il concorso per<br />
la migliore copertina del nostro giornale,<br />
“Disegna la copertina dell’Ippogrifo”,<br />
anch’essa sul tema della maternità, è<br />
stato vinto da Chiara Gentili, della classe<br />
IV B del <strong>Liceo</strong> classico, cui è stata decretata<br />
come premio, oltre alla pubblica-<br />
sottile, appariva ancora <strong>di</strong> più slanciato<br />
ed incre<strong>di</strong>bilmente fragile: la malattia la<br />
stava lentamente consumando. Allora,<br />
come mi capita ancora adesso <strong>di</strong> ricordare,<br />
sembrava un vecchio tronco <strong>di</strong><br />
legno mor<strong>di</strong>cchiato dai tarli che, lentamente,<br />
le avevano sottratto la forza interiore.<br />
Come il tronco, seppur sfiorato a<br />
malapena, si infrange come un bicchiere<br />
<strong>di</strong> vetro su un pavimento <strong>di</strong> marmo, allo<br />
stesso modo lei era <strong>di</strong>ventata talmente<br />
fragile da non provare quasi più alcuna<br />
emozione, lasciando trasparire solo<br />
un forte senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio e <strong>di</strong> sofferenza.<br />
Impassibile sul letto, sembrava una<br />
statua <strong>di</strong>menticata da tutti; era come se<br />
non esistesse più, era un’anima sola che<br />
vagava nel nulla, seppur affiancata dalle<br />
più care amorevolezze che ciascuno era<br />
capace <strong>di</strong> darle. Ironia della sorte, ero io<br />
la sua ultima salvezza, l’ultima speranza,<br />
l’unica persona che, allora come allora,<br />
era capace <strong>di</strong> farla tornare alla realtà.<br />
L’unica che, però, l’aveva abbandonata<br />
alcuni anni prima.<br />
Mi sedetti <strong>di</strong> fianco al letto, aspettando<br />
che si svegliasse e che si accorgesse <strong>di</strong><br />
me: non avevo intenzione <strong>di</strong> forzarla in<br />
alcun modo. Rimasi così per qualche minuto.<br />
Poi, vedendo che nulla accadeva,<br />
le presi la mano. Per un animo mi sembrò<br />
talmente magra da poterla spezzare<br />
solo stringendola un po’ <strong>di</strong> più.<br />
“Mamma, sono tornata...” <strong>di</strong>ssi con voce<br />
sottile. Lei lentamente aprì gli occhi,<br />
oscurati da un delicato velo biancastro,<br />
si girò silenziosamente e mi fissò a lungo.<br />
Il suo sguardo mi penetrava senza<br />
orgoglio, senza <strong>di</strong>spiacere, senza un<br />
benché minimo rimprovero. Non seppi<br />
<strong>di</strong>stinguere se, lì per lì, mi avesse riconosciuta.<br />
Poi, mossa da chissà quale pensiero,<br />
<strong>di</strong>stolse i suoi sottili occhi dalla mia<br />
figura, posandoli sulla sponda del letto,<br />
appena al <strong>di</strong> sopra dei suoi fred<strong>di</strong> e lontani<br />
pie<strong>di</strong>. Con voce quasi impercettibile<br />
<strong>di</strong>sse: “Sai. aspettavo questo giorno da<br />
tanto tempo...”. Non so se si stava riferendo<br />
al mio ritorno o se forse credeva<br />
<strong>di</strong> essere più nel mondo dei morti che in<br />
zione del suo <strong>di</strong>segno come copertina <strong>di</strong><br />
questa e<strong>di</strong>zione del giornale della scuola,<br />
anche la somma <strong>di</strong> 100 euro offerta<br />
dalla <strong>di</strong>tta “Canonici - www.salaprof.it<br />
srl” <strong>di</strong> Ancona. Menzione d’onore al <strong>di</strong>segno<br />
dell’alunna Naomi Mazzuferi della<br />
classe <strong>II</strong> C.<br />
Pubblichiamo qui il racconto e il componimento<br />
poetico la cui vittoria è stata<br />
stabilita dal verdetto <strong>di</strong> una giuria composta<br />
da docenti e studenti dei due licei,<br />
così formata:<br />
Docenti: prof.ssa Paola Giombini, prof.<br />
ssa Laura Trozzi, prof.ssa Patrizia Vichi,<br />
prof.ssa Lucia Zannini, prof.ssa Patricia<br />
Zampini. Studenti: Leonardo Ama<strong>di</strong>o,<br />
Alessia Balducci, Sara Bordoni, Sofia<br />
Bolognini, Benedetta Fazi, Alice Giuliani,<br />
Francesco Merli, Francesca Mocchegiani,<br />
Chiara Sassaroli.<br />
quello dei vivi<br />
“Mi hai riconosciuto, mamma?”.<br />
Scuotendo la testa ironicamente <strong>di</strong>sse:<br />
“Come posso non riconoscere mia figlia.<br />
.. “. ll suo tono sembrava quasi seccato.<br />
“Come stai?” domandai timorosamente.<br />
“Sto come mi ve<strong>di</strong>. Di certo non bene...<br />
“. Le sue parole, <strong>di</strong>rette ma cariche <strong>di</strong> veleno,<br />
stavano pungendo il mio cuore, nonostante<br />
comprendessi il suo <strong>di</strong>stacco e<br />
la sua giustificata <strong>di</strong>ffidenza. Rimasi un<br />
attimo in silenzio mor<strong>di</strong>cchiandomi il labbro<br />
inferiore ed osservando le mie sottili<br />
e can<strong>di</strong>de <strong>di</strong>ta intrecciate l’una con l’altra,<br />
riflettendo su cosa avrei potuto fare.<br />
Poi mi lasciai andare:<br />
“Madre... Io... Mi <strong>di</strong>spiace, per tutto...”.<br />
“Non devi scusarti, evidentemente devo<br />
aver sbagliato qualcosa nella mia vita...<br />
Partire è sempre doloroso... Partire significa<br />
lasciarsi <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé il passato che<br />
però non si può <strong>di</strong>menticare. Ti ricor<strong>di</strong><br />
quando eri piccola che cosa ti <strong>di</strong>cevo?<br />
Ti <strong>di</strong>cevo che la partenza è l’abbandono<br />
dell’anima...”, <strong>di</strong>sse respirando faticosamente.<br />
“Avrei voluto essere qui, mamma, quando<br />
tutta questa agonia è iniziata, avrei<br />
voluto abbracciarti. aiutarti e magari<br />
guarirti in qualche modo...” risposi debolmente;<br />
le lacrime mi stavano soffocando<br />
la voce.<br />
“Non rimpiangere il passato, figlia mia, il<br />
passato brucia nei nostri cuori...” <strong>di</strong>sse<br />
sospirando e poi, con tutt’altro tono <strong>di</strong><br />
voce, aggiunse:<br />
“Ma <strong>di</strong>mmi, parlami <strong>di</strong> te, della tua vita,<br />
della tua giornata, del tuo amore. Ho desiderio<br />
<strong>di</strong> conoscerti un’altra volta, prima<br />
che la morte mi accolga nel suo ventre”.<br />
Rimasi perplessa dalla sua richiesta perché<br />
lei preferì sapere la mia nuova vita,<br />
conoscere le mie abitu<strong>di</strong>ni, stu<strong>di</strong>are i<br />
miei racconti, come <strong>di</strong> solito si fa con<br />
una persona sconosciuta, piuttosto che<br />
<strong>di</strong>scutere del passato e chiarire i motivi<br />
e le conseguenze della mia improvvisa<br />
partenza.<br />
“Ma madre...” <strong>di</strong>ssi timidamente.<br />
“Nessuna domanda. Inizia la tua storia...”