Va': ripara la mia Chiesa, Francesco! - Diocesi di Civita Castellana

FABIO CECCARINI
Tantissima gente in piazza
San Pietro già dal mattino
presto.
Noi arriviamo intorno alle
10,00 col treno da Cesano e la
Piazza è già piena.
Ai metal detector del colonnato,
dalla parte del Sant'Uffizio,
tante persone in fila.
Entrati in piazza, dopo aver
fatto la radiografia dello
zainetto nello scanner della
Polizia, mi accorgo che nella
mia Pentax non ho caricata
nessuna scheda di memoria.
Cavoli! Come ho fatto ad
essere così sbadato? Di solito
ne ho sempre appresso qualcuna
di scorta, ma stavolta
niente. E così mi tocca uscire
di nuovo dalla piazza, mentre
tanta altra gente sta arrivando,
per correre verso via Gregorio
VII alla ricerca disperata di
una SD, e di una ricarica
telefonica per il mio smartphone.
Trovata la scheda in
un negozio di souvenir
(cinese: 2mb a 8 eurini!),
passo al vicino tabaccaio
(pure questo cinese) e ricarico
il cellulare. Posso così tornare
finalmente ai metal detector
per entrare di nuovo nella
piazza e raggiungere gli altri,
che aspettano poco più in là
della grande fontana di destra.
Qui ci aspetta la sorpresa
della mancanza assoluta di
rete mobile e di H3G per
internet. Non si twitta niente e
non si pubblica niente su FB.
E per i malati di web 2.0
come me è quasi come quando
un fumatore incallito resta
improvvisamente senza
sigarette. Poi, finalmente, si
riesce almeno a scrivere,
anche se non se ne parla
proprio di pubblicare foto.
Troppe antenne e parabole
delle molte TV che trasmettono
in diretta? Può darsi...
Comunque alle 10,20 la
piazza è sempre più piena. Ci
sono bandiere dappertutto, un
vero tripudio. Scatto foto di
quà e di là per cogliere i
colori del momento. Un
nutrito gruppo di bandiere
siriane si concentra sotto
l'obelisco proprio al centro
della piazza. Accanto a noi
spunta persino una bandiera
algerina con la mezzaluna
araba su sfondo verde. E poi
più giù, bandiere francesi,
rumene, paraguaiane, tedesche,
messicane... e quelle
delle grandi associazioni
ecclesiali: dell'Azione Cattolica,
delle ACLI, gli striscioni
di CL, dei Cooperatori Salesiani...
Insomma: una vera e
propria festa. La gente è
contenta, entusiasta, gioiosa.
Non vede l'ora di poter vedere
ed ascoltare Papa Francesco.
Intanto una televisione straniera
(di lingua spagnola) si
interessa al cartello Giuseppe.
Lo ha preparato ieri pomeriggio
insieme a Teresa. "W
Papa Francesco", c'è scritto.
Gli dicono di mostrarlo alla
telecamera, e lui si fa ripren-
Va’: ripara la mia Chiesa, Francesco!
GIUSEPPE PERNIGOTTI
L’abbiamo sentito pronunciare parole disarmanti e sublimi allo stesso tempo. Fratelli e sorelsorelle,
BonA sera! Come se si trattasse di una vecchia conoscenza tra amici:
L’abbiamo visto inchinarsi per ricevere su di sé la benedizione che il popolo, il popolo di
Roma, aveva invocato su di lui. Come un padre che desidera essere benedetto dai figli.
Abbiamo visto la sua croce pettorale, di semplice metallo; arma che non ferisce, ma difende e
porta vita, vessillo da innalzare non in segno di trionfo, ma come bandiera di unità e pace tra i
popoli.
Ci hanno detto che è andato a pagare il conto all’albergo e a ritirare il suo bagaglio, come
avrebbe fatto ogni normale cittadino. .
Soprattutto quel nome: Francesco!.
Nessun Papa s’era mai chiamato così!
Abbiamo pensato a San Francesco e al celebre sogno di Papa Innocenzo, che aveva visto
l’umile frate di Assisi sorreggere l’edificio della Chiesa che stava crollando.
Ora a sostenere quella stessa Chiesa è il Papa stesso.
Un peso enorme da portare, per ogni persona, soprattutto per le spalle fragili di un 76nne.
Ma, non abbiamo dubbi: Papa Francesco non ha paura di quel peso. Anche perché ben sa che
è il Signore Gesù stesso a portare quel peso.
E non ha paura che le “porte degli inferi” abbiano a prevalere, anche se, da subito hanno fatto
sentire il loro livore e il lo disappunto, insinuando sospetti e veleni.
Forse gli fanno più paura le vigliaccherie di noi cristiani che potremmo far di tutto per deturpare
il bel volto della Chiesa.
Ma Lui sa bene che la riforma della Chiesa, sempre da attuare e mai finita, non è compito solo
suo, ma di ogni cristiano che voglia essere fedele al suo Signore.
E Papa Francesco ripete a noi quello che San Francesco d’Assisi chiedeva ai suoi contemporanei
quando stava riparando la Chiesa di S. Damiano. Una pietra, per amor di Dio! Ognuno
porti la sua pietra.
Papa Francesco è stato chiamato dal Signore a guidare e riparare la Sua Chiesa, ma ha bisogno
del nostro sostegno, della nostra preghiera, del nostro impegno a vivere il Vangelo.
Non ti perdere d’animo, Francesco. Il Signore è con te e anche noi vogliamo essere con te!
La prima Domenica da Papa
Il primo Angelus di Papa Francesco
dere orgogliosamente! Ci
spostiamo e troviamo posto
nelle vicinanze dell'obelisco.
Alla sua base una schiera di
macchine fotografiche fissate
su robusti cavalletti, munite di
poderosi zoom, è puntata sulla
finestra dello studio del Papa.
Una signora, accanto a noi, mi
dice che una suora gli ha detto
che Papa Francesco si affac-
cerà dalla loggia delle benedizioni.
Gli rispondo che basta
guardare dove sono puntate le
telecamere delle TV e le
reflex dei fotoreporter per
accorgersi che il Papa si
affaccerà dal suo studio.
Arriva dietro di noi un folto
gruppo di ragazzi neocatecumenali,
che comincia a cantare
e a fare un chiasso incredibile.
Ci spostiamo un po' più al
centro della piazza. Accanto a
noi un gruppo di signori con
un accento familiare... Sono
di Ronciglione. Mi chiedono
una foto di gruppo e mi
lasciano la mail per inviargliela.
Si fanno le 11e30 e
proprio vicino a noi si piazza
la troupe esterna della trasmissione
domenicale di
RaiUno, "A sua immagine",
condotta da Rosario Carello.
Fanno interviste, raccolgono
impressioni. Il cameramen
s'interessa del cartello di
Giuseppe (che successo
questo cartello!). Gli chiede di
mostrarlo alla telecamera... E
così Giuseppe e, sullo sfondo,
Teresa, vanno in televisione
in diretta televisiva! La nostra
amica Anna Laura sta seguendo
la trasmissione in TV, li
vede, e mi chiama subito al
telefonino per dirmelo. Ma
intanto manca poco a mezzogiorno.
Si apre la finestra
dello studio dell'appartamento
papale: due persone mettono
fuori dal davanzale il grande
drappo bianco bordato di
rosso e preparano il leggìo
con il microfono da cui parlerà
il Papa. La gente in attesa
comincia ad eccitarsi e l'atmosfera
intorno si surriscalda.
Poco più avanti, un gruppo di
ragazzi delle medie di una
parrocchia romana inizia a
gridare in coro: "Francesco!
Francesco! Francesco!",
subito seguito dal gruppo dei
neocatecumenali.
Ma finalmente si è fatto
mezzogiorno e il Papa si
affaccia dalla finestra. Un
boato della folla saluta la sua
apparizione. Applausi, grida
entusiastiche, salve di "Viva il
Papa!" si alzano verso di lui
da tutta la piazza. Le bandiere
sventolano festosamente per
salutare Papa Francesco, che
comincia subito a parlare
dopo averci tutti salutati con
un semplice "Buongiorno!".
Breve ed essenziale il suo
discorso. Pronunciato solo in
lingua italiana, concreto,
semplice, diretto. Quasi una
parabola per la sua immediatezza.
Strappa subito un
sorriso parlando del Cardinal
Kasper. "Non faccio pubblicità
ai libri dei cardinali", dice.
E prosegue con il racconto del
suo colloquio con una saggia
"nonna" della sua parrocchia,
in Argentina, sulla misericordia
di Dio, appena diventato
vescovo, nel '92. Una vera e
propria teologa la signora,
piena della sapienza dello
Spirito Santo, tanto che il
futuro Papa gli chiede stupito:
"Lei ha studiato alla Gregoriana?".
Un fragoroso applauso
ed un sorriso partono ancora
dalla piazza. E il Papa prosegue,
mentre la gente ascolta
attenta. Pende dalle labbra di
Francesco, il Pastore umile
che sa comunicare. Eccome,
se sa comunicare! Tutti, in
piazza, attendiamo trepidanti.
Tutti aspettiamo di ricevere
una parola di speranza per la
nostra vita in un momento
così drammatico per l'Italia e
per il mondo intero. Tutti
desideriamo una parola come
si desidera una carezza. La
carezza del Papa, come quella
storica e straordinaria che
Giovanni XXIII volle regalare
al mondo la sera dell'11
ottobre 1962. Una carezza da
portare con noi, per donarla a
chi incontriamo: un sorriso,
una parola buona, un pò di
calore umano. E Papa Francesco
è pronto a darcela. Una
carezza che è parola, con una
semplicità disarmante ma una
straordinaria profondità.
Ci saluta il Papa... Saluta la
piazza. Saluta questa immensa
folla - quasi 150.000 persone
- arrivata innanzitutto da
Roma, la sua diocesi, ma
anche da molte parti d'Italia e
dal mondo intero. E saluta a
suo modo. Con la stessa
spontaneità del "Buonasera!"
seguito all'habemus papam,
augurandoci un semplicissimo
ma calorosissimo: "Buona
domenica! E buon pranzo!".
Come un parroco di campagna
saluta i suoi parrocchiani
alla fine della Messa domenicale.
Giovedì Santo
L’appuntamento per la partenza della processione per la Messa Crisma,per i sacerdoti, diaconi e ministranti
è per Giovedì 28 marzo alle ore 09.15 presso la Chiesa di S. Gregorio

“E Gesù discese dal Cielo, si
recò nei giardini del Soratte,colse
il fiore più bello e lo
trapiantò nei giardini del
Paradiso per averlo sempre
accanto a Lui”.
Ciao Riccardo,la tua repentina
e prematura dipartita ha
lasciato attonita e costernata
l’intera comunità di S.Oreste.
La tua vigoria fisica ti portava
a primeggiare simile ad una
roccia, degno di un figlio del
Soratte.La tua generosità,la
tua bontà hanno evidenziato
nell’animo del prossimo i
ALESSANDRO ANSELMI
GIANNI BRACCI
Vignanello ha festeggiatp il 60° anniversario
di sacerdozio di Don Elio da Gualdo, la cui
ordinazione risale al 21 marzo 1953, e con
l’occasione la comunità di questa piccola
cittadina dei Cimini vuole dimostrare ancora
sentimenti spirituali e morali
insegnando i valori della vita.
La tua breve esistenza ha
potuto lasciare un segno
tangibile nel comportamento
quotidiano, nell’espletamento
del proprio dovere e nel
rispetto verso il prossimo. Il
senso dell’amicizia è stato un
valore essenziale della tua
esistenza, giacché “la banda
del 93” è sempre rimasta
unita e compatta, ha forgiato
un corpo unico e non è stata
scalfita né da un senso di
gelosia e né da ipocrisia. Siete
Sant’Oreste
In memoria di Riccardo
stati insieme nell’infan-zia,
nelle Elementari,nelle Medie
e poi nella scuola superiore
qualcuno ha optato per indirizzi
diversi come è stato
nell’anno in corso per
l’Università, ma nonostante la
diversa tipologia scolastica vi
siete sempre ritrovati e ricer-
Vignanello
60° Anniversario di sacerdozio di Don Elio Da Gualdo
una volta al proprio parroco la riconoscenza e
l’affetto che meritano i quarant’anni di impegno
pastorale profuso presso la comunità di
San Sebastiano Martire.
D’altronde Don Elio è una figura di spicco nel
panorama delle personalità vignanellesi, un
sacerdote che si è sempre contraddistinto per
fermezza spirituale e morale, per la pacatezza
con cui sapeva affrontare le difficoltà, per
l’entusiasmo con cui organizzava le attività
dell’oratorio che immancabilmente coinvolgeva
numerosi giovani (come non ricordare le
frequentatissime “tombolate” natalizie, il cui
cospicuo ricavato veniva completamente
devoluto in beneficenza, o i tornei di pallavolo
e di calcio all’A.n.s.p.i. , a cui partecipavano
i ragazzi di tutto il paese!).
Vale la pena di ricordare brevemente alcuni
episodi che hanno contraddistinto la vita di
Don Elio Da Gualdo, che nasce a Soriano il 4
marzo 1927; nono di undici figli, entra in
seminario (correva l’anno 1938) alla tenera
età di undici anni. Dopo Viterbo si trasferisce
a Venezia per completare gli studi; si salva
miracolosamente durante un bombardamento
che causa il crollo della chiesa in cui si trova-
LUCIANO ABBALLE
cati. Avete avuto un punto
d’incontro nella sede
dell’A.G.S. dove vi riunivate
quotidianamente facendo pro
getti e fantasticando come la
vostra gioventù impone. A
tale proposito vi è balenata
un’idea in comune, per farti
partecipe dei loro sogni e
Orte. La Catechesi di mons. Romano alle Confraternite nella chiesa di Santa Croce: le riflessioni sul significato dell’essere
confratelli oggi e sulla la Misericordia
Si avvicina il Venerdì Santo
STEFANO STEFANINI
Mons. Romano Rossi terrà
una catechesi ai membri delle
Confraternite di Orte, come
ormai di tradizione, presso la
chiesa di Santa Croce.
La presenza del vescovo a
questo appuntamento spirituale
preparatorio della Processione
penitenziale esalta e
rinnova negli anni le profonde
motivazioni religiose, comu-
nitarie ed individuali degli
oltre cinquecento Confratelli -
“non certo cristiani per un
giorno”, nella felice definizione
di mons. Romano - che
danno vita al rito penitenziale
a cui i fedeli e tanti ospiti
sono invitati a partecipare
intimamente nella dimensione
spirituale (riflessione sul
significato della vita, sul
senso della morte e della
sofferenza umana, sulla
Solidarietà e sulla Misericordia
che devono accomunare
tutti gli uomini e le donne, in
una forma di riconciliazione
planetaria, come più volte
raccomandato da papa Francesco,
rivolgendosi ai fedeli)
e non assistendo passivamente
ad una semplice rievocazione
storica o ad uno spettacolo.
Il vescovo, in occasione di
una riflessione sul racconto
della Passione dell’evangeli-
sta Matteo, aveva esortato
tutti a amare ed a riscoprire la
ricchezza interiore dei tesori
racchiusi nella Sacra Scrittura,
in particolare per il racconto
della passione, scarsamente
commentato nella liturgia
della domenica delle Palme e
nei riti del Venerdì santo, per
far spazio alla lettura integrale
del “Passio”.
Il pastore diocesano, esortando
a leggere e commentare le
Scritture come alimento della
vita di carità e di preghiera, si
è soffermato sull’interpretazione
letterale del testo di
Matteo alla luce dei Salmi 21
e 22 ed ha definito il Vangelo
come il grande Codice
dell’Occidente.
L’esordio ha riguardato il
passo “si fece buio su tutta la
terra”, inteso nel senso che la
tenebra rappresenta l’inizio
del giorno del Signore, in cui
Dio interviene per salvare
l’uomo: infatti nell’immaginifico
ebraico dal buio nascerà
un nuovo mondo; la lettura
incrociata tra nuovo e vecchio
testamento ci aiuta a comprendere
esattamente il senso
delle Scritture.
va insieme con un amico, il quale, invece,
perde la vita. Quell’evento fa maturare in Don
Elio la decisione di dedicare la propria esistenza
agli altri, cosi decide di partire missionario,
si trasferisce in Argentina, quindi in Cile e in
Ecuador.
È ordinato sacerdote, come detto, il 21 marzo
1953, e da quel momento comincia a viaggiare
per portare la parola di Dio in numerosi Paesi
del Sud America. Ha ricoperto i ruoli di Padre
Provinciale, Maestro dei Seminaristi per
quattro anni in Cile e un anno in Ecuador, per
complessivi tredici anni di vita missionaria.
Nel 1959 giunge a Vignanello e successivamente
viene nominato parroco della Chiesa di
San Sebastiano. Capisce subito l’importanza
di avere un centro di aggregazione comunitario
e, forte della passata esperienza missionaria,
con l’aiuto economico del cardinale Bracci
e di alcuni amici, crea dal nulla la casa parrocchiale,
l’oratorio e un circolo per gli adulti,
coinvolgendo nell’impresa molti parrocchiani.
L’idea ha subito successo, il centro diventa
luogo di svago e accrescimento spirituale per
grandi e piccoli. Molte generazioni si succedono,
tanti vignanellesi hanno percorso un buon
progetti si propone alle Istituzioni
di intitolare la sede a
“Nappi Riccardo”.Un pensiero
riverente va ai genitori
Anna e Giulio che costernati
dal dolore hanno visto crollare
tutti i loro progetti che
riponevano in Te.
A nonna Maria va un abbraccio
fortissimo per il suo
adorato e bellissimo Riccardo
e la disperazione attuale si
tramuti in un sentimento
religioso di alto contenuto. A
tutti i parenti e ai presenti
vadano i ringraziamenti per
la più sentita e profonda
partecipazione al dolore e a te
Giorgia che sei stata la fidanzatina
ed hai potuto con la tua
vicinanza,col tuo amore
rendere felice la breve esistenza
di Riccardo,devi poter
lenire in parte il dolore dei
genitori con la tua presenza
.Un grazie di cuore a tutta
la comunità che è vicina agli
amici,ai parenti ed ai genitori
in questo drammatico momento:
Ciao Riccardo ti
terremo sempre nei nostri
cuori.
Vasanello
Sacra rappresentazione
Domenica 24 marzo alle ore 21.30 la parrocchia Santa Maria
Assunta di Vasanello riprende la grande tradizione, interrottasi
anni fa, di rivivere la passione di Nostro Signore Gesù Cristo
attraverso una rappresentazione sacra, alla quale presenzierà
S. Ecc. Mons. Romano Rossi. Più di cento figuranti, in dettagliatissimi
costumi dell’epoca e con grande pathos, ci proietteranno
spiritualmente nella Gerusalemme che è stata testimone
dell’amore grande di Dio, che non ha esitato a sacrificare suo
Figlio per la salvezza dell’umanità.
tratto della vita in questi luoghi e oggi ricordano
con un sorriso nostalgico
quell’esperienza, di cui don Elio è stato
artefice insieme alle sorelle Anna ed Elena che
fungevano da animatrici.
Non dimenticando l’esperienza giovanile, si è
sempre prodigato in iniziative a sostegno di
comunità missionarie di Africa e sud America;
particolarmente proficuo l’impegno con
cui promuove l’associazione “Operazione
Lieta”, a lui particolarmente vicina, che ha
spinto tantissimi vignanellesi ad adottare a
distanza bambini brasiliani, tant’è che la stessa
Lieta, la missionaria bresciana artefice di
questo progetto umanitario da cui
l’associazione prende il nome, ogni qualvolta
si trova in Italia non manca di fare visita a
Vignanello.
Per l’occasione Sabato 23 Marzo, alle ore 15,
presso la Chiesa di San Sebastiano M., è stata
celebrata una S. Messa officiata dal S.E.
Romano Rossi. La ricorrenza ha avuto, come
nello stile di don Elio, anche un risvolto
benefico con la raccolta di offerte da destinare,
appunto, ad “Operazione Lieta” .
Grazie Don Elio.

Faleria - Chiesa di San Giuliano Martire -
Madonna del Rosario - particolare - Olio su
tela - scuola laziale - fine XVI-inizio XVII sec
Abbiamo avuto il Vescovo fra noi per una
settimana intera. Momenti solenni come al
momento dell’inizio e quello della conclusione.
Ma soprattutto momenti feriali: celebrazione
dei Vespri e della S. Messa, incontri con
i ragazzi che stavano facendo il catechismo,
incontri con i loro genitori. Così come avviene
nella routine normale di una parrocchia.
Anche la visita ai malati rientra in questa
prassi normale. E pure la visita alle famiglie
che, in un pomeriggio piovoso, ha visto il
Vescovo, quasi fosse un chierichetto,
“accompagnare” il parroco nella visita in
occasione della Pasqua. È stata una sorta di
pellegrinaggio per scoprire, consolare, incoraggiare.
In questi giorni, il Vescovo s’è messo in
ascolto della gente cercando di captare messaggi
che magari non uscivano dalla bocca,
Ancora un commento sulla lettera pastorale per la quaresima 2013 “Che il cristo abiti per la fede nei vostri cuori ”di Mons. Romano Rossi
“Parrocchia: casa ospitale dei cercatori di Dio”
STEFANO STEFANINI
le lettera pastorale esorta la comunità religiosa
e civile a vivere intensamente, in un tempo di
crisi socio- economica e valoriale. la forza
dello spirito in una dimensione di chiesa
diocesana “dono di grazia” e “segno di speranza”,
anche nella prospettiva della visita pastorale
che il vescovo ha recentemente intrapreso.
Le parole del vescovo assumono un significato
particolare in questo particolare periodo
quaresimale, che caratterizzato dall’elezione
del nuovo pontefice, perché come dice Mons.
Romano: “ la resurrezione di Cristo ha aperto
l’accesso alla sfera divina nella sua pienezza e
ad un’abbondanza smisurata e incessante di
frutti spirituali e materiali “ per la chiesa
ancorata al successore di Pietro.
Mons. Romano raccomanda, inoltre, di approfondire
il senso del progetto da lui proposto
nell’opuscolo”la parola cresceva e si fortificava”
come invito a “riscoprire i tesori della
fede e dell’esperienza cristiana, per poterli
consapevolmente testimoniare a tutta la comunità”.
La crisi e la frantumazione in cui appare
ma erano chiaramente stampati sul volto dei
presenti. Ed ha parlato, rispondendo alle
esigenze più profonde della gente stessa. È
vero: c’è il problema del lavoro, c’è la preoccupazione
per i figli, per la famiglia. Ma nel
profondo del cuore il vescovo ha saputo
cogliere esigenze più profonde e vere.
C’è sete di Dio nella gente; c’è voglia di
credere. Anche se questo è quasi sepolto nel
cuore, quasi fosse un sogno proibito, una vetta
inarrivabile, una chimera…
Piano, piano, senza forzare, col massimo
rispetto, il Vescovo ha parlato di un tesoro
nascosto: a portata di tutti, ma, appunto ignorato,
e quindi non cercato.
Il primo passo è quello di passare dal desiderio
di un qualcosa che ancora non si conosce,
alla curiosità, all’esperienza, allo stupore di
affetta l’Italia e le nostre comunità va affrontata,
da cristiani, “ricostruendo un clima di
fiducia reciproca, di solidarietà civica, di
attaccamento al bene comune, di priorità del
“nostro” sul “mio”, di riconoscimento
dell’altro come valore assoluto. in questa di
dimensione le parrocchie hanno molte carte da
giocare nel recuperare la dimensione di
“comunità” di ascolto e di servizio.
Molte sono le fonti di ispirazione ed i significati
spirituali che vengono declinati da mons.
romano rossi nella sua lettera pastorale per la
quaresima 2013.
La lettera pastorale sviluppa e attualizza la
dimensione di un cantiere aperto e di una
Chiesa composta di pietre vive.
Come priorità, è indicata la solidarietà verso
chi è nel bisogno: procurare il “pane vivo”
per chi versa in stato di bisogno rappresenta la
migliore risposta, ma la caritas diocesana ha
proposto ai fedeli di alimentare durante la
quaresima un fondo di solidarietà per aiutare
chi versa in difficoltà materiale o anche morale.
Visita pastorale alla Parrocchia SS. Gratiliano e Felicissima
Un tesoro nascosto da conoscere e ritrovare!
Sono aperte le iscrizioni ai campi estivi diocesani diocesani: diocesani
termine ultimo 15 aprile
qualcosa di bello, prezioso, che riempie la
vita.
La fede non può essere ristretta e quasi soffocato
dall’idea del dovere, del sacrificio, della
tassa da pagare, dall’impegno a fare la propria
parte.
Se fosse così non si andrebbe lontano. Accontentandosi
del minimo sindacale (come si
esprimerebbe Mons. Rossi) non si può essere
nella gioia e gustare la bellezza della vita, pur
nei suoi momenti di dolore e di fatica.
È stato questo il filo conduttore di tutti gli
incontri, sia con i ragazzi, che con i genitori,
con gli adolescenti e con gli adulti impegnati
nella catechesi e nel portare avanti le iniziative
della parrocchia.
Un tempo di rilancio, quindi, per tutti i cristiani
della parrocchia. Non importa se ancora
pochi hanno compreso o possono comprende-
L’invito concreto è quello di rivolgersi alle
Caritas parrocchiali ed ai parroci per concretizzare
da cristiani le responsabilità verso la
città degli uomini e la città di Dio.
Ma il Vescovo intende sottolineare “la parrocchia
è la casa ospitale e premurosa dei
vecchi e nuovi cercatori di dio, che si accorgeranno
come il Signore per primo li stesse
attendendo e cercando. “ le comunità parrocchiali
si riapproprino delle loro collocazione
naturale: al centro del paese e nel cuore della
gente.
Dobbiamo sentirci guardati con gli occhi e
dall’amore di Dio che vuole redimere l’uomo
associandolo alla resurrezione di Cristo verso
una pienezza di vita adulta, che vale davvero
la pena di vivere, non solo per sé stessi, ma
per gli altri e per il bene comune.
Così le parrocchie si riappropriano delle loro
collocazione naturale: al centro del paese e nel
cuore della gente.
E i “ vecchi e nuovi cercatori di Dio, si accorgeranno
come il Signore per primo li stesse
attendendo e cercando!”
re questo messaggio di santità( come qualche
volte ha voluto chiamarlo il Vescovo); conta
invece che qualcuno, che noi stessi ci crediamo
e proviamo. Sarà lo stupore e il rifiorire
della vita.
Coordinamento diocesano delle Confraternite
Giornata mondiale
delle confraternite
ENRICO ROCCHI
Vi comunico, in attesa di un incontro diocesano programma di
massima della Giornata mondiale delle confraternite e della
pietà popolare" per le strade del mondo, testimoni della fede:
le confraternite per la nuova evangelizzazione "
Venerdì 3 Maggio. Dalle ore 16 alle 24. Accoglienza, Adorazione
Eucaristica, Confessioni presso alcune chiese confraternali
di Roma.
Sabato 4 Maggio. ore 7.00 pellegrinaggio alla Tomba di
Pietro. Adorazione, Confessioni
Ore 15.30 Basilica di San Paolo.
Incontro internazionale e catechesi.
Domenica 5 Maggio.
In cammino verso piazza San Pietro. S. Messa presieduta dal
Papa e Regina Coeli.
Per l'iscrizione della confraternita inviare un fax al. n. 06
69883564 o una e-mail a registration@annusfidei.va.
È richiesto un contributo di solidarietà di un euro a persona, da
inviare al CCP 82857228, intestato a Confederazione delle
confraternite delle diocesi d'Italia. Nola.
I Moduli di iscrizione ed altre notizie possono essere scaricati
dal sito www.confederazioneconfraternite. org
Questa grandiosa manifestazione per questo 2013 annulla i
raduni regionali e nazionali. Potrebbero essere realizzati in
questi giorni dei gemellaggi tra confraternite di altre zone
d'Italia o del mondo. A presto.
Civita Castellana 12 marzo 2013.