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Quando la morte celebra la vita<br />
Incontrai il giovane artista <strong>Remo</strong> <strong>Rapone</strong>, mentre stava lavorando ad un<br />
mosaico in una cappellina nel cimitero di Marta, grazioso paesino sul lago di<br />
Bolsena.<br />
Gli espressi il desiderio di vederlo al lavoro, ma non fu possibile se non ad<br />
opera ultimata.<br />
Mi accompagnò egli stesso e in macchina non avevamo nulla da dirci:<br />
forse avvertiva la mia diffidenza. Temevo infatti di vedere uno di quegli orrori<br />
che cosiddetti artisti fanno per “dimostrare”, per “confutare” le trite e tristi idee<br />
che vengono loro da una certa politicizzazione esasperata.<br />
La mia sorpresa fu enorme ed altrettanto grande l’emozione! Mi trovavo di<br />
fronte ad un mosaico scaturito dall’anima, dalla fede, dell’amore alla vita!<br />
Appunto, questo senso di “festa” mi impressionò moltissimo. In genere siamo<br />
avvezzi a monumenti funerari che celebrano il dolore, la morte: Gesù morto, la<br />
Madonna dolorosa, il giglio reciso, il tronco spezzato...<br />
Il mosaico del nostro artista celebra la vita. Una tavola apparecchiata su<br />
cui troneggia una candida ostia, un cesto di pane, dei pesci. Le idrie del vino, i<br />
convitati raggianti. I riferimenti evangelici sono evidenti: " Un uomo fece una<br />
gran cena ed invitò molti " C’era un banchetto nuziale in Cana di Galilea...
Ero in un cimitero, ma mi veniva<br />
voglia di cantare per i temi di<br />
gioia che lo splendido mosaico mi<br />
suggeriva!<br />
I colori dei pregiati marmi:<br />
giallo samanta per le idrie e i<br />
pesci, bianco Carrara per la<br />
grande ostia e poi il nero del<br />
Belgio, il rosso Verona, il caldo<br />
terra di Siena, l’oro dei raggi<br />
(quelli che a me sembrano<br />
convitati gioiosi! Del resto non<br />
penso di allontanarmi molto dal<br />
simbolo: “La sua (di Mosè) faccia<br />
era splendente per due raggi di<br />
luce a causa del suo intrattenersi famigliarmente con Dio” ; “I loro volti luminosi<br />
come raggi di sole!”). Questi marmi, dicevo, pregiati, dai colori ben definiti,<br />
nitidi, delimitati, pur nella compattezza, dalle cento tessere che compongono il<br />
mosaico. Queste meravigliose “tessere” mi entravano negli occhi ad una ad una e<br />
mi inondavano il cuore per il messaggio di speranza e di amore che tutta l’opera<br />
emanava!<br />
Tornando a Roma non potevamo dirci nulla: ero commossa ed era<br />
evidente che contagiavo anche lui.<br />
Ero grata alla natura di quello di quello scorcio di estate che,<br />
continuando il tema musivo, mi offriva colori simili a quelli dell’opera appena<br />
ammirata.<br />
Irene Marino