Michel de Montaigne, Saggi, L'educazione dei fanciulli - Aula Digitale
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1<br />
L’anaLisi di sé<br />
L’accordo<br />
con iL mondo<br />
e La natura<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento L’Umanesimo e il Rinascimento in Europa <strong>Michel</strong> <strong>de</strong> <strong>Montaigne</strong><br />
<strong>Michel</strong> <strong>de</strong> <strong>Montaigne</strong><br />
I <strong>Saggi</strong> di <strong>Montaigne</strong> sono una serie di testi a sé stanti, accomunati dal <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rio d’indagine.<br />
L’autore parla di sé con assoluta sincerità, analizzando la propria interiorità<br />
ed esprimendo i<strong>de</strong>e su avvenimenti <strong>de</strong>ll’epoca o anche sulla natura umana in generale.<br />
<strong>Montaigne</strong> <strong>de</strong>scrive il contenuto <strong>de</strong>ll’opera con le parole «Sono io stesso la materia<br />
<strong>de</strong>l mio libro», ma l’analisi di sé è, in realtà, un mo<strong>de</strong>llo per compren<strong>de</strong>re l’altro: bisogna<br />
conoscere se stessi – l’antico precetto <strong>de</strong>lfico – per conoscere gli uomini. Il motto<br />
<strong>de</strong>ll’autore diviene un umile «Cosa so io?», di ascen<strong>de</strong>nza socratica, e l’unica saggezza<br />
possibile appare una quieta sottomissione alla natura che indirizza ogni uomo verso ciò<br />
che è meglio per lui. La riflessione <strong>de</strong>l filosofo tocca anche il tema <strong>de</strong>lla morte: dapprima<br />
<strong>Montaigne</strong> si “ad<strong>de</strong>stra” a sopportarne il pensiero, quindi, dopo una caduta da cavallo<br />
quasi letale, l’evento gli appare meno terribile di quanto pensasse. Fondamentale<br />
per <strong>Montaigne</strong> l’educazione, soprattutto l’i<strong>de</strong>a che essa <strong>de</strong>bba accordarsi alle esigenze<br />
e alle possibilità <strong>de</strong>l singolo individuo poiché – ritiene – bisogna pren<strong>de</strong>rsi cura di ogni<br />
essere umano nella sua irripetibile specificità.<br />
Una buona educazione, trasmessa in maniera corretta e non impositiva, è imprescindibile<br />
nella visione di <strong>Montaigne</strong>, se si vuole che la vita <strong>de</strong>ll’uomo adulto possa essere<br />
simile a quella <strong>de</strong>l saggio e scorra in reale armonia con il mondo e la natura: l’uomo è<br />
infatti in costante relazione con un tutto che lo abbraccia, e l’educazione <strong>de</strong>ve portarlo<br />
a guardare <strong>de</strong>ntro se stesso per conoscere il bene<br />
e il male presenti nella sua interiorità. Tale ricerca<br />
non <strong>de</strong>ve essere mai violenta o autoritaria: le passioni<br />
<strong>de</strong>vono sottoporsi al giudizio, che, se non riesce a<br />
dominarle, può comunque giungere a patti con loro.<br />
Se guarda al mondo con saggezza e sobrietà, l’uomo<br />
LA VITA E LE OPERE<br />
1533 Nasce presso il castello di <strong>Montaigne</strong>, nella Francia<br />
sud-occi<strong>de</strong>ntale, da una famiglia di ricchi borghesi divenuti<br />
nobili. Riceve una solida educazione, impartita dal padre<br />
con metodi rivoluzionari.<br />
1546
2<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento L’Umanesimo e il Rinascimento in Europa <strong>Michel</strong> <strong>de</strong> <strong>Montaigne</strong><br />
ha <strong>de</strong>ntro di sé la possibilità di essere felice: per questo però è necessario che da subito,<br />
sotto la guida di un maestro a<strong>de</strong>guato, si muova su un sentiero che segua la natura<br />
senza discostarsene.<br />
<strong>Saggi</strong><br />
L’educazione <strong>de</strong>i <strong>fanciulli</strong><br />
<strong>Saggi</strong> ■ I, 26<br />
Il precettore<br />
i<strong>de</strong>ale<br />
Una<br />
pedagogia<br />
<strong>de</strong>lla libertà<br />
Non solo<br />
nozioni<br />
Il brano riportato è tratto da un testo in forma di lettera, inviata da <strong>Montaigne</strong> all’amica Diane <strong>de</strong><br />
Foix, contessa di Gurson, che atten<strong>de</strong>va il suo primo figlio: le riflessioni sull’educazione <strong>de</strong>i figli,<br />
qui esposte, lo rendono un vero e proprio saggio pedagogico, divenuto celebre.<br />
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20<br />
M. <strong>de</strong> <strong>Montaigne</strong>, <strong>Saggi</strong>,<br />
trad. di F. Garavini,<br />
A<strong>de</strong>lphi, Milano 1996<br />
1. avveduto: ‘assennato’, ‘saggio’.<br />
Per un figlio di buona famiglia che si volga alle lettere, non per guadagno [...] e<br />
non tanto per i vantaggi esteriori quanto per i suoi personali, e per arricchirsene<br />
e ornarsene nell’intimo, se si <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ra farne un uomo avveduto 1 piuttosto che un<br />
dotto, vorrei che si avesse cura di scegliergli un precettore che avesse piuttosto<br />
la testa ben fatta che ben piena, e che si richie<strong>de</strong>ssero in lui ambedue le cose, ma<br />
più i costumi e l’intelligenza che la scienza; e che nel suo ufficio 2 egli si conducesse<br />
in una maniera nuova.<br />
Non si smette mai di blaterare nei nostri orecchi, come si versa in un imbuto, e<br />
il nostro compito è soltanto ridire quello che ci è stato <strong>de</strong>tto. Vorrei che egli correggesse<br />
questo punto e che fin dal principio, secondo le possibilità <strong>de</strong>ll’animo<br />
che gli è affidato, cominciasse a metterlo alla prova, facendogli gustare le cose,<br />
sceglierle e discernerle da solo; a volte aprendogli la strada, a volte lasciando a lui<br />
di aprirla. Non <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ro che inventi e parli lui solo, <strong>de</strong>si<strong>de</strong>ro che ascolti il suo discepolo<br />
parlare a sua volta. Socrate e in seguito Arcesilao 3 facevano prima parlare<br />
i loro discepoli, e poi parlavano loro. «Obest plerumque iis qui discere volunt auctoritas<br />
eorum qui docent 4 ». […]<br />
Non gli chieda conto soltanto <strong>de</strong>lle parole <strong>de</strong>lla sua lezione, ma <strong>de</strong>l senso e <strong>de</strong>lla<br />
sostanza, e giudichi <strong>de</strong>l profitto che ne avrà tratto non dalle prove <strong>de</strong>lla sua memoria,<br />
ma da quelle <strong>de</strong>lla sua vita. Ciò che avrà imparato, glielo faccia esporre in cento<br />
guise 5 e adattare ad altrettanti soggetti diversi, per ve<strong>de</strong>re se l’ha anche afferrato<br />
bene e fatto veramente suo, basandosi, come mo<strong>de</strong>llo al suo proce<strong>de</strong>re, sui princìpi<br />
pedagogici di Platone. È segno d’imbarazzo di stomaco e d’indigestione rigettare<br />
il cibo come lo si è inghiottito. Lo stomaco non ha compiuto la sua opera se<br />
non ha fatto cambiare aspetto e forma a quello che gli si era dato da digerire. […]<br />
2. ufficio: ‘mansione’ di precettore.<br />
3. Arcesilao: filosofo greco (315-240<br />
a.C. ca.), fondatore <strong>de</strong>llo scetticismo.<br />
4. Obest ... docent: ‘l’autorità di coloro<br />
che insegnano nuoce spesso a coloro<br />
che vogliono imparare’, Cicerone, De<br />
natura <strong>de</strong>orum, I, V.<br />
5. guise: ‘modi’.<br />
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme
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Critica<br />
e giudizio<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento L’Umanesimo e il Rinascimento in Europa <strong>Michel</strong> <strong>de</strong> <strong>Montaigne</strong><br />
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Che gli faccia passar tutto allo staccio 6 e non gli metta in testa nulla con la sola<br />
autorità e a credito; i princìpi di Aristotele non siano i suoi princìpi non più di<br />
quanto lo siano quelli <strong>de</strong>gli stoici o <strong>de</strong>gli epicurei. Lo si metta davanti a questa<br />
varietà di giudizi: se può, sceglierà, altrimenti rimarrà in dubbio. Soltanto i pazzi<br />
sono sicuri e risoluti.<br />
6. staccio: ‘setaccio’; l’espressione significa, fuor di metafora, ‘esaminare meticolosamente’, ‘analizzare’.<br />
ANALISI DEL TESTO<br />
La pedagogia <strong>de</strong>lla libertà<br />
Il testo si configura come un vero trattato di pedagogia<br />
<strong>de</strong>lla libertà: <strong>Montaigne</strong> si mostra contrario<br />
a qualsiasi sistema educativo che abbia come solo<br />
mezzo l’autorità, e come solo fine l’apprendimen-<br />
to a memoria di nozioni che rimarrano sempre<br />
estranee all’allievo, piuttosto sottolinea la necessità<br />
di condurre i discenti a una riflessione critica<br />
su quanto appreso perché possano formulare un<br />
giudizio libero.<br />
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme