TELESCOPI E SONDE
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206.265 secondi). Un telescopio di 5 metri di diametro ha un potere<br />
risolutivo di 2 centesimi di secondo. Per avere lo stesso potere<br />
risolutivo lavorando alla lunghezza d’onda di un cm occorrerebbe<br />
un telescopio di diametro 18.000 volte più grande. Alla lunghezza<br />
d’onda di un metro, ancora 100 volte più grande. Il problema è stato<br />
risolto con i grandi radiotelescopi costituiti da più elementi collegati<br />
elettronicamente, addirittura su diversi continenti, così da avere<br />
telescopi di diametro paragonabile a quello della Terra. Il principio<br />
su cui si basano questi radiotelescopi è che per ottenere un dato<br />
potere risolutivo da uno specchio non è necessario utilizzare tutta la<br />
superficie, bastano due punti diametralmente opposti.<br />
Fra i più grandi radiotelescopi di questo tipo va ricordato il VLA<br />
(Very Large Array) situato a Socorro nel Nuovo Messico, composto<br />
da decine di antenne che si estende su una cinquantina di km.<br />
Il più grande radiotelescopio italiano è la «Croce del Nord»,<br />
costruito e operato dall’istituto di radioastronomia del CNR e ora<br />
facente parte dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), situato<br />
a Medicina in provincia di Bologna. Il braccio est-ovest è formato<br />
da una sola antenna di forma cilindro-parabolica lungo 560 metri<br />
e largo 35 metri. Il braccio nord-sud è formato da 64 antenne<br />
anch’esse di forma cilindro-parabolica lunghe 23,5 metri e larghe<br />
8, disposte parallelamente a 10 metri l’una dall’altra. Tutto l’insieme<br />
più che una croce ha la forma di una T. Alla Croce si sono<br />
aggiunte tre grandi parabole, una di 32 metri di diametro sempre<br />
a Medicina, una di 32 metri a Noto (Sr) in Sicilia e una da 64 metri<br />
in Sardegna in località San Basilio, a 35 km da Cagliari, a formare<br />
un unico radiotelescopio che a sua volta è inserito in un interferometro<br />
intercontinentale internazionale.<br />
Ultravioletto<br />
I telescopi spaziali per l’ultravioletto rappresentano la naturale<br />
estensione dei telescopi ottici, in quanto la gran maggioranza delle<br />
stelle e delle nebulose interstellari irraggia in gran parte nell’ultravioletto.<br />
A differenza dei radiotelescopi, i telescopi per l’ultravioletto<br />
sono in tutto simili a quelli ottici. Fra questi vanno ricordati tre<br />
grandi successi della scienza spaziale, Copernicus (lanciato il 21<br />
agosto 1972), IUE (International Ultraviolet Explorer, 26 gennaio<br />
1978) e HST, il telescopio spaziale Hubble (Hubble Space Telescope,<br />
aprile 1990 e ancora funzionante).<br />
Copernicus, è stato il primo grande telescopio in orbita con uno<br />
specchio di 80 cm ed è rimasto unico per aver reso possibile ottenere<br />
spettri ad alta risoluzione fra 900 e 1200 Angstrom, regione<br />
spettrale che ha permesso misure accurate dell’abbondanza del<br />
deuterio interstellare, di grande importanza per la verifica delle<br />
teorie cosmologiche.<br />
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APPENDICE<br />
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