Il campione innamorato 68 - Giunti Editore
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2009<br />
Fare coming out con i fratelli di rugby<br />
gARETH THOMAs<br />
69<br />
<strong>Il</strong> pacchetto di mischia è la mia<br />
famiglia.<br />
MAURO BERGAMASCO<br />
I n Galles il rugby è una religione sul serio. E quando «un dio» fa<br />
coming out, cioè un bel giorno prende e dice «sono gay», ci si<br />
potrebbe aspettare che si scateni l’inferno. Quel 19 dicembre 2009<br />
a parlare fu Gareth Thomas, classe 1974, pilastro dei Cardiff Blues,<br />
dei Lions e della Nazionale gallese, della quale era (si è ritirato nel<br />
2011) il giocatore che vantava il maggior numero di caps: oltre<br />
cento partite. Un metro e novantadue centimetri per cento chili,<br />
«Alfie» era un giocatore potente, veloce, dallo scatto bruciante e<br />
dalla penetrazione irresistibile. Ma anche uno che usava la testa,<br />
oltre naturalmente quel misterioso istinto della meta che solo pochi<br />
posseggono. Uno versatile, che poteva ricoprire il ruolo di ala,<br />
di centro, di tre quarti o di estremo: e uno che segnava. Nel calcio<br />
verrebbe chiamato un bomber: le mete realizzate in incontri internazionali<br />
furono più di quaranta, ciò che lo colloca tra i primi dieci<br />
migliori realizzatori di tutti i tempi. Insomma, uno che il rugby ce<br />
l’aveva nel sangue, nelle ossa, nell’anima.