Atti Convegno Metodologico Agesci Puglia LC - Brancalcpuglia ...
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ATTI<br />
I° CONVEGNO METODOLOGICO<br />
REGIONALE<br />
“SCOUTING: “SCOUTING: SCIENZA SCIENZA DI DI UOMINI UOMINI CHE CHE VOGLIONO<br />
VOGLIONO<br />
LASCIARE LASCIARE LASCIARE IL IL MONDO MONDO MIGLIORE MIGLIORE DI DI DI COME COME L’HANNO<br />
L’HANNO<br />
TROVATO”<br />
TROVATO”<br />
CASSANO CASSANO DELLE DELLE MURGE MURGE (BA)<br />
(BA)<br />
13 13-14 13 14 marzo marzo 2010 2010<br />
2010
IL BAMBINO TRA REALITY E REALTÀ<br />
Alcune riflessioni sullo Scouting in branca Lupetti e Coccinelle<br />
a cura di Gaetano Ladisa<br />
Apprestandomi ad affrontare il tema dello scouting in branca Lupetti-Coccinelle, non ho potuto fare a meno di<br />
ripercorrere alcune riflessioni che, negli anni della mia permanenza in Pattuglia Nazionale, hanno toccato<br />
l’argomento.<br />
È significativo che ultimamente, a cominciare dalla scrittura del Manuale di Branca, ai recenti Cantieri del 2009<br />
fino agli ultimi articoli apparsi sulla stampa associativa, si sia rimesso mano ad un argomento così caro al<br />
Fondatore.<br />
Aggiungo, per ultimo rispetto a tali illustri precedenti, il mio piccolo contributo sul tema dello scouting.<br />
Occupandomi di ambiente da più di vent’anni e in particolare di educazione ambientale in contesti anche molto<br />
diversi (in Italia e all’estero) mi sono spesso soffermato ad analizzare quale potesse essere l’obiettivo dell’attività<br />
educativa in questo campo. La risposta mi è giunta quasi per caso da una docente che ben poco ha a che fare con<br />
lo scoutismo ma che una volta mi disse che la mia capacità di lettura della realtà derivava dal fatto che come scout<br />
ero abituato ad osservare. Chi le abbia detto che gli scout siano osservatori lo ignoro davvero. La risposta mi ha<br />
così sorpreso da impedirmi di approfondire con lei l’argomento.<br />
Ripensandoci devo convenire che senza dubbio la capacità di osservare, di leggere dentro (intelligere) è una forma<br />
mentale che può aiutare gli educandi a farsi un’idea personale del mondo e a trovare una propria collocazione in<br />
esso.<br />
Parto da qui. La capacità di osservare, valutare ed agire è il requisito (un atteggiamento recita l’art. 25 del<br />
Regolamento <strong>Metodologico</strong>) per assumere una visione critica del mondo e la capacità (entro i propri limiti) di<br />
modificarlo. Se osservare- valutare- agire sono i pilastri sui quali si basa lo scouting nel pensiero del nostro<br />
Fondatore, dobbiamo necessariamente convenire che lo scouting stesso rappresenta un approccio alla realtà che,<br />
chi si pone in questo mondo con la volontà di esplorarlo, non può non avere. La nostra capacità di essere incisivi è<br />
la proposta di uno spirito critico. Lo scouting non è che la capacità di essere nel mondo con il cervello o, se<br />
preferite, come sale della terra.<br />
Partendo da questo assunto mi scuserete se accennerò solo di passaggio ed in chiusura a quegli strumenti che il<br />
metodo scout nella branca L/C attribuisce allo scouting, preferendo approfondire piuttosto questo argomento dal<br />
punto di vista di un educatore che voglia inculcare (termine che mi piace poco, preferisco stimolare, sviluppare) lo<br />
spirito di osservazione.<br />
Dico stimolare, sviluppare ma dovrei dire risvegliare uno spirito che è presente nei bambini anche molto piccoli e<br />
che progressivamente (purtroppo) disimparano ad usare.<br />
Maria Montessori (che conosceva B.P. per averlo incontrato, letto ed applicato i principi dello scouting in alcuni<br />
suoi istituti) in un suo scritto dice:<br />
“L'istinto di muoversi nell'ambiente, passando da una scoperta all'altra, fa parte della natura stessa<br />
dell'educazione: l'educazione deve considerare il bambino che cammina come un esploratore. Il principio<br />
dell'esplorare (scouting) che oggi costituisce una distrazione e un riposo dallo studio, dovrebbe invece far parte<br />
dell'educazione stessa e incominciare più presto nel corso della vita.” (La mente del bambino, M. Montessori)<br />
“Gli uomini per natura tendono al sapere” (Aristotele) e questa ricerca di senso è estremamente precoce<br />
manifestandosi in quella curiosità attiva che possiamo facilmente racchiudere nei tanti “Perché?” del bambino.<br />
Quali sono le risposte che lo scoutismo dà a tale bisogno dell’educando?<br />
Essenzialmente due, facenti entrambi riferimento all’interdipendenza tra pensiero ed azione:<br />
a) un primo percorso va dal Pensiero all'Azione: è lo scouting propriamente definito cioè il processo di "vedere,<br />
giudicare ed agire".<br />
Lo scouting, così inteso, è un modo naturale per rapportarsi con il mondo che va "imparato". Educare attraverso lo<br />
scouting significa educare a vedere cioè discernere, giudicare cioè pensare, agire cioè essere nel mondo (significa<br />
anche scegliere). In altre parole anche cercare, vedere, osservare, volere e fare il bene.
) il secondo va dall’Azione al Pensiero: è l'imparare facendo. Tale processo si contrappone al tradizionale<br />
sistema di apprendimento scolastico poiché parte dall’affrontare sul campo, direttamente l’oggetto della<br />
conoscenza permettendo di arrivare ad una conoscenza non direttamente attingibile con una formazione<br />
tradizionale. È, secondo Domenico Parisi, direttore dell' Istituto di Psicologia del CNR, il presupposto su cui si<br />
basano le tecnologie interattive e multimediali, strumenti molto potenti sul piano pedagogico (avete infatti mai<br />
visto un bambino iniziare a giocare ad un videogioco dopo aver diligentemente letto tutte le istruzioni del<br />
Manuale Utente?).<br />
Per i lupetti B.-P. dice: «Insegniamo ai lupetti con il gioco piccole cose che li renderanno capaci di compiere un<br />
giorno grandi cose per davvero».<br />
Lo strumento principale del metodo per educare all’interdipendenza tra pensiero ed azione è quindi lo<br />
scouting. Abituando i bambini a guardare e poi ad osservare le cose, i fatti o le persone si insegna loro a vedere e<br />
quindi a ragionare, a capire ed infine a dedurre.<br />
Osservare e ragionare, chiedersi il perché delle cose e verificarlo, provare sentimenti come la sorpresa e il timore,<br />
entusiasmarsi per l’avventura che si sta vivendo, scoprire il proprio corpo e le sue potenzialità; sono alcune delle<br />
esperienze che il lupetto e la coccinella fanno nell’incontro con la natura e nella comunità e che favoriscono lo<br />
sviluppo di una mente aperta ed acuta. Occorre pertanto rilanciare lo scouting in Branco/Cerchio come “uso<br />
coordinato di percezione e deduzione” considerando la percezione come un approccio globale alla realtà - per<br />
andare oltre la virtualità - attraverso l’interpretazione degli stimoli forniti dai sensi.<br />
Gli elementi fondanti lo scouting in età Lupetto/Coccinella sono:<br />
• l’Osservazione: è indispensabile imparare ad osservare, affinché divenga un’abitudine ed il gioco è la forma<br />
migliore d’insegnamento, quali giochi di Kim, percorsi da seguire disegni di luoghi, mappe ecc.<br />
• la Percezione intesa come l’approccio, la tensione, con la quale si entra in contatto con l’ambiente esterno.<br />
• la Conoscenza: anche attraverso giochi che facciano apprezzare l’utilità degli elementi naturali, la preziosità<br />
delle risorse come pure il funzionamento di un Comune o dei servizi pubblici della città.<br />
• L’Azione: da ciò che si è appreso non può non scaturire la necessità della salvaguardia del creato così come<br />
l’impegno perchè il giardinetto di quartiere resti pulito; la “buona azione” è il naturale compimento<br />
dell’osservare e valutare.<br />
Lo scouting si realizza in Branco/Cerchio attraverso le attività nella natura, la manualità, le attività a tema ed i<br />
lavori di gruppo, i momenti di spiritualità; tutte attività che offrono ai bambini la possibilità di sperimentare,<br />
ovvero di vivere esperienze.<br />
Valutiamo brevemente le caratteristiche di tali strumenti del metodo alla luce delle coordinate dell’osservare-<br />
giudicare -agire.
Strumento metodo osservare giudicare agire<br />
Caccia di Branco e Volo di Cerchio:<br />
appuntamento “regolare” con l’ambiente<br />
esterno come occasione per vivere<br />
l’esperienza dello scouting.<br />
Caccia Giungla e Volo Bosco: vanno<br />
vissute come momento per vivere in<br />
maniera globale la proposta dell’Ambiente<br />
Fantastico.<br />
Caccia/Volo di spiritualità cristiana:<br />
presenta un carattere di “pregrinatio” di<br />
“cammino verso” che comporta l’incontrare<br />
altri per conoscere l’Altro e per riflettere<br />
sull’Io.<br />
<strong>Atti</strong>vità natura: luogo privilegiato per<br />
affinare la capacità di osservazione.<br />
<strong>Atti</strong>vità manuale: mai fine a se stessa. E’<br />
necessaria per far riacquistare un minimo di<br />
capacità di progettazione, elaborazione e<br />
trasformazione della materia.<br />
<strong>Atti</strong>vità a tema: senza esagerare è un vero e<br />
proprio progetto che comprende:<br />
organizzazione, divisione in gruppi, prove<br />
intermedie, presentazione dei risultati,<br />
verifica finale. Nasce sempre da una<br />
esigenza reale percepita o suggerita dai/ai<br />
bambini, finalizzata alla realizzazione di un<br />
obiettivo concreto chiaramente conosciuto<br />
dal Branco/Cerchio.<br />
Lavori di gruppo: il branco e il cerchio<br />
possono suddividersi in piccoli gruppi<br />
formati con criteri di volta in volta<br />
modificabili (solitamente “per interesse”),<br />
per la realizzazione di lavori semplici e<br />
concreti, attività manuali…<br />
Appuntamento vissuto con regolarità per<br />
“esplorare” l’ambiente esterno.<br />
Occasione per conoscere i personaggi, i<br />
luoghi, le parole maestre che caratterizzano<br />
la Giungla ed il Bosco<br />
l’incontro con personaggi significativi<br />
(Francesco ed i suoi amici, Maria, i<br />
Profeti…) e l’ascolto delle loro storie porta i<br />
bambini a riflettere sulla propria storia e<br />
sulla Storia del Regno. Si propone qui la<br />
dimensione profetica (ascolto-lectio).<br />
L’osservazione non dovrebbe indugiare in<br />
tecnicismi (schede botaniche troppo<br />
complesse) ma prediligere passeggiare e<br />
confrontare forme, funzioni, effetti<br />
dell’azione di animali e uomo…<br />
Importante partire da una necessità pratica<br />
che motivi l’apprendimento della tecnica di<br />
abilità manuale. Insegnare le tecniche di<br />
pionieristica come lingue morte non<br />
risponde assolutamente alla pedagogia del<br />
bambino che è essenzialmente utilitaristica<br />
(faccio qualcosa se serve a…).<br />
Permettono ai bambini di organizzare<br />
comunitariamente un’attività<br />
scegliendo tempi e modi di realizzazione.<br />
Non poniamo limiti alla modalità con cui le<br />
informazioni vengono reperite: i nostri<br />
bambini usano già comunemente la Rete per<br />
fare le loro ricerche scolastiche.<br />
L’organizzazione resta nelle mani<br />
dell’adulto.<br />
Lo scopo è qui l’acquisizione di una tecnica<br />
o l’apprendimento di una nozione, non<br />
direttamente legati al raggiungimento di un<br />
obiettivo concreto e verificabile.<br />
Occasione per conoscere l’ambiente naturale<br />
e/o umano che ci ospita, attraverso strumenti<br />
di indagine (mappa del posto, indagine in<br />
paese, …) a portata dei bambini<br />
Il racconto Giungla/Bosco offre<br />
l’opportunità per incontrare personaggi e<br />
situazioni significative che permettono al<br />
L/C di fare esperienza della morale indiretta<br />
o per tipi.<br />
Dall’ascolto delle storie nasce la necessità di<br />
raccontare la propria storia, nella preghiera<br />
di lode e di invocazione. è questa ala<br />
dimensione sacerdotale (proclamazioneoratio)<br />
Un utile strumento di giudizio applicabile<br />
alla fine delle VdB/C è la Valutazione di<br />
Impatto Ambientale, adattabile ai bambini.<br />
Lo stimolo è rivolto a valutare gli effetti<br />
delle attività umane sull’ambiente e i suoi<br />
equilibri.<br />
Utili sono soprattutto quelle attività di<br />
reinterpretazione di materiali di riciclo<br />
perché ancora una volta osservo la forma, ne<br />
reinterpreto la possibile funzione, lo<br />
modifico in funzione del nuovo uso.<br />
il riconoscimento della necessità da cui<br />
deriva l’AaT è un momento “pubblico”: il<br />
Consiglio della Rupe /Grande Quercia è il<br />
momento deputato all’identificazione dei<br />
mezzi per il raggiungimento dell’obiettivo<br />
finale e per la suddivisione dei compiti. In<br />
questa stessa sede, alla conclusione<br />
dell’attività si svolgerà la verifica comune di<br />
ciò che si è raggiunto e degli impegni presi<br />
dai singoli.<br />
Il lavoro di gruppo mira a suscitare nuovi<br />
interessi, a promuovere nuove tecniche, ad<br />
abituare alla collaborazione in piccoli<br />
gruppi, ad assumere iniziative e mettere in<br />
evidenza nuovi leaders.<br />
L’uscire dalla tana rappresenta una<br />
opportunità di interazione con il territorio.<br />
L’AF viene vissuto collegando al racconto,<br />
giochi, attività manuali, canti e danze,<br />
momenti di spiritualità.<br />
L’incontro con Gesù ed i suoi amici cambia<br />
la nostra vita e ci invita a cambiare la vita<br />
degli altri con una “buona azione”. È la<br />
dimensione regale (azione-actio).<br />
L’azione dovrebbe rivolgersi a quelle<br />
“buone pratiche” che possiamo mettere in<br />
atto ogni giorno per salvaguardare la natura.<br />
Occorre lasciare al bambino la possibilità di<br />
creare liberamente impiegando il corpo e la<br />
materia per prendere dimestichezza con<br />
l’uno e con l’altra.<br />
Occorre dare a tutti la possibilità, data la<br />
molteplicità dei ruoli, di partecipare<br />
e di esplicitare le proprie<br />
capacità, offrendo loro l’opportunità di<br />
imparare<br />
tecniche nuove. La suddivisione in gruppi<br />
avviene solitamente “per competenza”.<br />
Come per il gioco non organizzato essi sono<br />
occasione privilegiata per osservare le<br />
dinamiche interne dell’Unità.
Al Learning by doing caro a noi scout si affiancano/sostituiscono altri modelli di apprendimento (F. Silipo, Scout<br />
PE ottobre 2003):<br />
- "Imparare facendo" (learning by doing), si tratta dell'acquisizione dell'abilità o della capacità di<br />
compiere una azione, derivante dal fatto stesso che la si compie, magari anche più volte.<br />
- "Imparare perché ci è stato detto" (learning by being told). Quando qualcuno o qualcosa fornisce le<br />
informazioni necessarie, può ad esempio descrivere come e cosa fare o non fare per ottenere un certo<br />
risultato.<br />
- "Imparare per analogia" (learning by analogy): si tratta di essere in grado di risolvere un problema<br />
perché se ne è risolto uno analogo in precedenza e dunque si riesce ad astrarre, ad adattare i<br />
comportamenti e le procedure necessarie.<br />
- "Imparare analizzando le differenze" (learning by analizing differences): si tratta di imparare "il nuovo"<br />
(nuove informazioni) analizzando in cosa differisce dal 'vecchio" (informazioni già presenti). È<br />
indispensabile dunque avere la capacità di sapere distinguere il nuovo dal vecchio.<br />
- "Imparare utilizzando modelli multipli" (learning by managing multiple model): si tratta, per esempio,<br />
di definire un oggetto in positivo o in negativo, dicendo ad esempio cos'è e/o cosa non è quell'oggetto.<br />
- "Imparare perché qualcuno ci spiega un'esperienza" (learning by explaining experiences): si tratta di<br />
ricavare un insegnamento, di scoprire una nuova regola di comportamento, da una spiegazione fornita da<br />
un tutor, o dall'esercizio di una certa azione.<br />
- "Imparare correggendo errori" (learning by correcting errors): L'errore è visto come una risorsa di<br />
apprendimento, la sua correzione implica l'apprendimento di nuove informazioni o la modifica di<br />
informazioni già presenti, che potranno in seguito essere utili.<br />
- "Imparare riportando del casi" (learning by reporting cases): si basa sull'osservazione di fenomeni<br />
ricorrenti, e sul tentativo di estrazione di possibili regole che potrebbero valere anche per i fenomeni<br />
futuri, la cosiddetta casistica che stabilisce una regola.<br />
- "Imparare costruendo alberi" (identification trees): si basa sulla costruzione di schemi in cui compaiono<br />
diversi elementi collegati tra di loro attraverso dei legami di causa-effetto o legami logici. Questo ricalca,<br />
a grandi linee, il tipo di organizzazione mentale che una persona inconsciamente usa per immagazzinare,<br />
catalogare ed integrare informazioni con altre già presenti.<br />
L'elenco proposto non è certamente esaustivo; la mente umana ha innumerevoli potenzialità e complicati<br />
meccanismi che permettono di apprendere in diverse circostanze e con modalità sempre nuove e diverse l'una<br />
dall'altra. È dunque difficile stabilire dei confini netti tra le diverse modalità di apprendimento, in quanto esse<br />
sono spesso compresenti e tra di esse profondamente integrate ed interagenti.<br />
Tornando al nostro assunto iniziale il nostro compito, come educatori, è creare un ambiente, un clima in cui il<br />
bambino possa immergersi per poter interagire con gli elementi in esso contenuti, sperimentando in una dinamica<br />
di gioco, la libera associazione e libera sperimentazione per un apprendimento coinvolgente e fruttuoso.<br />
Qualcuno potrà obiettare che queste parole postulano una analogia tra videogioco o realtà virtuale ed attività<br />
educativa. Benché molto delle dinamiche dei videogiochi, soprattutto quelli improntati alla costruzione di mondi<br />
ed identità virtuali attingano a piene mani alle modalità di interazione ed apprendimento che ho illustrato<br />
precedentemente, il modello che essi propongono, proprio perché è una simulazione della realtà, comporta<br />
necessariamente una semplificazione delle dinamiche, dei rapporti, dei ruoli (stereotipi) rispetto al prototipo (la<br />
realtà stessa).<br />
La nostra proposta, invece, è straordinariamente reale: di quante storie un bambino oggi può cogliere appieno il<br />
senso? Quante storie lasciano al bambino la libertà di rielaborare le proprie esperienze in un mondo a sua<br />
dimensione? Di quante storie è protagonista?<br />
Di solito è spettatore. Spesso è passivo (come in alcuni videogiochi). Noi abbiamo l’opportunità di educare il<br />
bambino a cercare autonomamente il senso delle cose, a rileggere più situazioni, a trovare un modo di affrontare –<br />
nel suo piccolo - la complessità del presente. Per fare questo, bisogna utilizzare l’AF in maniera continuativa e<br />
coerente, aiutando il bambino a trovare il senso di una storia che si può vivere in comunità durante tutto l’anno.<br />
Le canzoni, le danze, i racconti aiutano a immergersi nell’atmosfera e a dare uno sfondo interpretativo ad ogni<br />
esperienza. Quale videogioco, trasmissione televisiva, strumento didattico multimediale può fare altrettanto?<br />
Il problema quindi non è solo limitarsi a proporre delle tecniche più o meno collegate all’AF per raggiungere un<br />
obiettivo educativo ma trasformare l’AF stesso in uno “sfondo integratore”, una trama di gioco in grado di<br />
stimolare il bambino a rileggere il senso intero della storia attraverso esperienze significative.<br />
In questo processo, la Giungla ed il Bosco non sono finti, ma rappresentano un’immagine del reale, è uno sfondo<br />
permanente in cui le attività prendono forma e si arricchiscono di significato.
Compito dell’educatore è guidare ed accompagnare il bambino nella scoperta del mondo perché il mondo<br />
riveli innanzi tutto il suo aspetto di positività e di bellezza.<br />
Su questo punto uno dei principali errori nella pratica educativa scout è quello intendere in modo sbagliato il<br />
valore dell’immaginazione e della fantasia nella vita del fanciullo. Si dice: il bambino vive nella fantasia; dunque<br />
è solo assumendo gli strumenti della fantasia che possiamo mettere in moto un processo educativo. Con la pratica<br />
conseguenza della scarsa attenzione ad avviare il bambino alla scoperta del mondo reale; tanto più che rispetto al<br />
mondo reale le capacità del bambino appaiono assai scarse.<br />
Nell’acceso dibattito metodologico che, negli anni ‘70 ha accompagnato la maturazione del lupettismo e<br />
coccinellismo moderni, una scuola di capi si scagliava contro l’adozione strutturata e permanente degli Ambienti<br />
Fantastici considerandoli “una fuga dalla realtà” che, invece, nella società di allora richiamava continuamente<br />
l’attenzione dei pedagogisti (si ricordi Albino Bernardini.”Un anno a Pietralata”, 1968).<br />
Daniel Pennac nel suo romanzo “Signori bambini” mette in bocca ad un arcigno professore di lettere una<br />
grande verità: “l’immaginazione non è una menzogna, non è il sogno… è la realtà, la realtà nuova, quella mai<br />
sperimentata, la realtà possibile”.<br />
Dare spazio alla capacità ideativa dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti, scatenare la loro immaginazione,<br />
significa dare dignità al loro punto di vista sulla realtà, renderli soggetti politici, capaci di giudizio, di proporre<br />
orientamenti per il futuro; significa dar voce ai loro bisogni disattesi.<br />
L’immaginazione/fantasia non ha un ruolo ‘isolante’ rispetto al mondo, ma è la forma della prima appropriazione<br />
del mondo stesso. Come se il bambino, volendo scoprire il mondo, si dotasse di una struttura pre-concettuale –<br />
appunto l’immaginazione – che gli offre la possibilità di una prima decodificazione della realtà. Una<br />
decodificazione ancora incerta e provvisoria, ma già sufficiente per cogliere il senso globale della realtà stessa.<br />
Da qui l’importanza di affiancare all’uso dell’ambiente fantastico e in generale degli approcci di immaginazione<br />
(ambientazioni), il contatto ‘vero’ con il mondo fatto di treni da prendere per andare in caccia, di strade da<br />
attraversare, di boschi, di paesi. È solo in questo modo che si realizza un uso veramente pedagogico dell’ambiente<br />
fantastico e dell’immaginazione.<br />
Come è emerso al <strong>Convegno</strong> Nazionale Giungla del 2005, un errore diffuso è quello di progettare attività in cui la<br />
possibilità di sbagliare sia minima per i bambini, pensando che il clima di famiglia felice si regga sul fatto che non<br />
si presentino situazioni problematiche. Eppure, anche nei racconti, Mowgli e Cocci litigano, sbagliano, sfuggono<br />
alle regole. I problemi ci sono e vengono affrontati, mai negati o nascosti.<br />
È un problema molto serio, di cui anche le nuove tecnologie sono spesso vittime, spiegabile forse con il fatto che<br />
gli educatori, per essere più sicuri del risultato, sovente sostituiscono la complessità del mondo reale con uno<br />
strumento molto più controllabile. "Ma se il controllo è assoluto, il risultato è altrettanto povero. E quando ciò<br />
accade significa che l'educazione ha perso il rapporto con il piacere e si sente costretta a ricorrere al dovere".<br />
Limitando la possibilità dell’imprevisto, del percorso alternativo rispetto a quanto progettato si limita, di fatto, la<br />
possibilità che il bambino risponda alla nostra proposta, alla nostra “narrazione della realtà” con una sua<br />
interpretazione originale che in qualche modo completi e venga incontro alla nostra visione del reale.<br />
Il parlare di gesto interrotto consiste proprio in questo “salto nel buio” che compiamo nella relazione: noi<br />
incominciamo la narrazione della realtà (il bosco, la città, il mondo, la vita) e il bambino/ragazzo/adolescente<br />
la continua secondo una traiettoria che non necessariamente (anzi!) è quella che abbiamo previsto. Perciò<br />
piuttosto che creare attività super-controllate in cui tutto è calibrato e verificabile e ripetibile, come in un<br />
esperimento scientifico, dovremmo preoccuparci di creare esperienze “vere”, che lascino un residuo<br />
emozionale nel cuore dei nostri ragazzi.<br />
In questa dinamica è necessario che il Vecchio Lupo/Coccinella Anziana, sia il primo a fare esperienza della<br />
nuova avventura che sta vivendo con i bambini, imparando a stupirsi con loro.<br />
Il rischio, altrimenti, è che si diventi sempre meno pratici, sempre più astratti. Di parlare molto di scoutismo, ma<br />
di farne solo virtualmente.<br />
Buona Caccia e Buon Volo!<br />
Gaetano Ladisa
“Da lupetti imparerete a fare buon uso degli occhi, delle orecchie,<br />
del naso, delle mani e del cervello. Ce n’è di che! Avrete molto da<br />
fare... Fino a che diventi in voi un’abitudine l’osservare ogni cosa”.<br />
B.P. B.P. Manuale dei lupetti<br />
Carta Carta d’identità d’identità dello dello<br />
dello<br />
strumento strumento metodologico<br />
metodologico<br />
• Nome: ATTIVITA’ A TEMA<br />
• Cos’è e a cosa serve: è un’attività che nasce dall’esigenza dei<br />
bambini che, avendo osservato determinate problematiche o carenze,<br />
li porta a impegnarsi concretamente per portare un cambiamento nel<br />
territorio<br />
• Cosa non è: non è un’impresa, non è il raggiungimento di specialità,<br />
non è imposta dai Vecchi Lupi / Coccinelle Anziane, non è<br />
interpretazione fantastica.<br />
• Quando si fa e quanto dura: quando si è raggiunto un buon<br />
affiatamento; dura dalle 4 alle 6 settimane, non più di 2 mesi<br />
• Struttura (fasi di svolgimento): analisi, lancio, divisione in gruppi,<br />
individuazione dei tempi, realizzazione, agire, verifica durante un<br />
C.d.R./C.d.G.Q., fiesta;<br />
• Cosa offre al bambino nella P.P.: offre la possibilità di sviluppare<br />
i propri talenti (specialità), la possibilità di responsabilizzarsi,<br />
lavorare in gruppo e sviluppare una propria coscienza critica<br />
• Segni particolari: è possibile collaborare con altre realtà del<br />
territorio.
“Da lupetti imparerete a fare buon uso degli occhi, delle orecchie,<br />
del naso, delle mani e del cervello. Ce n’è di che! Avrete molto da<br />
fare... Fino a che diventi in voi un’abitudine l’osservare ogni cosa”.<br />
B.P. B.P. Manuale dei lupetti lupetti<br />
Carta Carta d’identità<br />
d’identità d’identità dello<br />
dello<br />
strumento metodologico<br />
• Nome:ATTIVITA’ MANUALE<br />
• Cos’è e a cosa serve: è uno strumento metodologico che serve a sviluppare<br />
competenza, essenzialità, creatività, fantasia e originalità. Educa al gusto per il<br />
lavoro ben fatto e alla semplicità<br />
• Cosa non è: un’attività occasionale, improvvisata e fine a se stessa<br />
• Quando si fa e quanto dura: durante le riunioni, la caccia o il volo, alle<br />
Vacanza di Branco/Cerchio, dura il tempo necessario per la realizzazione, deve<br />
essere un’attività continua senza pause<br />
• Struttura (fasi di svolgimento): ideazione, progettazione, lancio,<br />
realizzazione, pulizia dell’ambiente dove si è svolta l’attività, verifica, fiesta.<br />
• Cosa offre al bambino nella P.P.:occasione di scoprire i propri talenti,<br />
maggiore consapevolezza delle proprie capacità (gioco delle prede e degli<br />
impegni).<br />
• Segni particolari:progettualità dell’attività manuale, maggiore ricorso al<br />
materiale povero e di riciclo, attenzione ai bisogni dei bambini e delle fasi di<br />
svolgimento. Trasmette ai bambini lo stile di essenzialità e gratuita che<br />
contraddistingue il metodo scout, stimolando in essi la ricerca di soluzioni<br />
creative con l’uso di mezzi semplici ed adeguati alla loro età.<br />
Attenzioni particolare ai bambini meno abili nel svolgere l’attività manuale.
“Da lupetti imparerete a fare buon uso degli occhi, delle orecchie,<br />
del naso, delle mani e del cervello. Ce n’è di che! Avrete molto da<br />
fare... Fino a che diventi in voi un’abitudine l’osservare ogni cosa”.<br />
B.P. B.P. Manuale dei lupetti<br />
Carta Carta d’identità d’identità dello<br />
dello<br />
strumento metodologico<br />
• Nome: CACCIA GIUNGLA – VOLO BOSCO<br />
• Cos’è e a cosa serve: è uno strumento metodologico che serve a far vivere ai<br />
bambini più intensamente e in un ampio lasso di tempo (attraverso la concretezza<br />
di giochi, danze, attività, canti…) l’ambiente fantastico, possibilmente immersi<br />
nella natura per assaporarne i colori e gli odori; inoltre serve ad osservare il<br />
bambino in riferimento al suo cammino di P.P. e quanto abbia percepito<br />
dell’ambiente fantastico<br />
• Cosa non è: una Caccia/Volo qualunque, nella quale si fanno anche attività<br />
slegate dal racconto giungla/bosco, infatti deve esserci armonia tra il racconto<br />
giungla/bosco e le attività proposte; inoltre non può essere avulsa dal programma<br />
di unità. Non è un momento solo per raccontare ma il racconto ci aiuta a vivere<br />
l’esperienza<br />
• Quando si fa e quanto dura: quando il bambino ha cominciato a conoscere<br />
l’ambiente fantastico, così da poterlo vivere a pieno; almeno 1 volta all’anno della<br />
durata di 1 giornata.<br />
• Struttura (fasi di svolgimento): osservazione dei bambini - obiettivo<br />
educativo, racconto - smontaggio e rimontaggio, ricerca del luogo più adatto,<br />
cura dei dettagli e nel fare le cose (lanci, giochi, tecniche espressive),<br />
realizzazione, verifica;<br />
• Cosa offre al bambino nella P.P.: occasione per vivere le prede/impegni, le<br />
specialità; occasione per scoprire le proprie capacità. Aiuta il bambino a far<br />
percepire che il gioco non è un artefatto ma è concreto. Sperimentare<br />
l’autonomia del bambino.<br />
• Segni particolari: aiuta a scoprire nuove dinamiche nel branco/cerchio,<br />
rafforza il clima di Famiglia Felice, strumento per i capi per soffermarsi<br />
maggiormente su passaggi del racconto giungla/bosco solitamente poco sfruttati<br />
(il capo ci deve credere!), utile per sondare l’interesse dei bambini verso altri<br />
strumenti.<br />
E’inserita nel programma annuale di unità per perseguire un obiettivo educativo.
“Da lupetti imparerete a fare buon uso degli occhi, delle orecchie,<br />
del naso, delle mani e del cervello. Ce n’è di che! Avrete molto da<br />
fare... Fino a che diventi in voi un’abitudine l’osservare ogni cosa”.<br />
B.P. B.P. Manuale dei lupetti lupetti<br />
Carta Carta d’identità d’identità dello dello<br />
dello<br />
strumento metodologico<br />
• Nome:ATTIVITA’ NATURA<br />
• Cos’è e a cosa serve: è uno strumento metodologico che ci da l’opportunità<br />
di conoscere, scoprire, meravigliarsi, rispettare, amare ed interagire con la<br />
natura; acquisire la consapevolezza all’interno dell’ambiente natura,<br />
comprendendo che il bambino ha un ruolo<br />
• Quando si fa e quanto dura: in tutte le stagioni se inserita all’interno del<br />
programma di unità; la durata può essere di una giornata, una riunione, una<br />
caccia/volo<br />
• Struttura (fasi di svolgimento): lancio, divisione in piccoli gruppi<br />
caratterizzati, esperienza pratica ed individuale, dare input per nuovi impegni,<br />
verifica.<br />
• Cosa offre al bambino nella P.P.:sviluppo dei sensi, la scoperta, crescita nel<br />
senso civico, maggiore deduzione e osservazione, consapevolezza di essere parte<br />
del creato come natura, occasione per prede/impegni, cogliere la consapevolezza<br />
che la natura dona e viceversa (reciprocità)<br />
• Segni particolari:non è sempre la stessa, colori, forme, attività da non<br />
sottovalutare, offre la possibilità di contagiare anche in contesti diversi, apre<br />
riflessione sulle risorse naturali, offre l’occasione per rispettare le leggi.
“Da lupetti imparerete a fare buon uso degli occhi, delle orecchie,<br />
del naso, delle mani e del cervello. Ce n’è di che! Avrete molto da<br />
fare... Fino a che diventi in voi un’abitudine l’osservare ogni cosa”.<br />
B.P. B.P. Manuale dei lupetti<br />
Carta Carta d’identità d’identità dello<br />
dello<br />
strumento metodologico<br />
• Nome: CACCIA/VOLO DI SPIRITUALITA’ CRISTIANA<br />
• Cos’è e a cosa serve: è uno strumento metodologico che permette di far<br />
vivere ai bambini un’esperienza di incontro con Gesù attraverso personaggi<br />
significativi, modelli di vita cristiana. È un’attività che, integrandosi col<br />
programma dell’anno e con l’itinerario di fede, permette al bambino di vivere e<br />
interiorizzare il messaggio cristiano e di riconoscere in Gesù un modello da<br />
seguire.<br />
• Cosa non è: non è una rappresentazione teatrale né un’attività fine a se<br />
stessa (slegata dal programma di unità), non serve a risolvere direttamente<br />
problemi o lacune che si presentano.<br />
• Quando si fa e quanto dura: si colloca all’interno di un percorso di<br />
catechesi ben definito; al fine di creare la giusta atmosfera, deve svolgersi di<br />
sera (preferibilmente durante una Caccia/Volo con pernotto o alle V.d.B/C) e<br />
per un durata massima di 50-60 minuti.<br />
• Struttura (fasi di svolgimento): individuazione del tema, dei personaggi<br />
significativi che interagiscano con i bambini e del percorso con le relative<br />
postazioni per i personaggi. Momento iniziale di Famiglia Felice per dividere i<br />
bambini in piccoli gruppi. Incontro con un personaggio che “interrompe” il<br />
momento di F.F., e crea l’atmosfera adatta. Si articola in 4-5 tappe, per<br />
ciascuna delle quali c’è un personaggio diverso che accoglie un piccolo gruppo di<br />
bambini per volta per non più di 10 minuti … questo è rigoroso … dal rispetto dei<br />
tempi si garantisce l’esito della Caccia/Volo di Spiritualità.<br />
In ogni tappa il personaggio racconta la sua storia e propone un’attività e un<br />
simbolo. Lo spostamento fra una postazione e l’altra è accompagnato da canti<br />
appropriati che aiutano a mantenere l’atmosfera; altrettanto importante è il<br />
momento conclusivo con tutto il B/C nuovamente riunito.<br />
• Cosa offre al bambino nella P.P.: stimola la capacità di ascolto del<br />
bambino e sviluppa la sua dimensione spirituale, da l’opportunità di vivere un<br />
forte momento di spiritualità e di riflettere sulla propria esperienza personale<br />
• Segni particolari: occorre scegliere con attenzione il luogo dove si svolge<br />
(all’aperto, in un ambiente suggestivo e sicuro per i bambini), La Caccia/Volo di<br />
Spiritualità è un momento di preghiera, di ascolto e riflessione per i<br />
bambini;deve esserlo anche per i capi. Le parole non siano affrettate … pur<br />
nella semplicità siano il riflesso di una preghiera personale.