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P18<br />
Bando al folklore. La mameloshen è cosa seria<br />
Si associa lo yiddish alla comicità. O, tristemente, alla Shoah. Dimenticando che vanta un’illustre tradizione letteraria<br />
Restituire la dignità letteraria allo yiddish.<br />
Come un nobile decaduto ed<br />
emarginato, l’antica lingua degli ebrei<br />
ashkenaziti è generalmente considerata<br />
un elemento folkloristico più che<br />
un pezzo integrante della tradizione<br />
ebraica. Quando si pensa allo yiddish<br />
vengono in mente il klezmer, la pungente<br />
ironia dello Shtetl di Sholom<br />
Aleichem, il teatro, le barzellette. “Ma<br />
come la letteratura italiana, francese,<br />
come Shakespeare o Boccaccio, lo<br />
yiddish, mameloschen (lingua madre)<br />
è una cosa seria”, spiega a Pagine<br />
Ebraiche Claudia Rosenzweig, importante<br />
filologa, traduttrice e docente<br />
di Yiddish antico all’università di Bar-<br />
Ilan.<br />
Professoressa Rosenzweig, lo yiddish<br />
è stata per milioni di ebrei la mameloshn<br />
(lingua madre) ma, dalla Shoah<br />
in avanti, la sua parabola è verso il<br />
basso. Ci può spiegare qual è il valore<br />
storico e culturale di questa lingua?<br />
Innanzitutto lo yiddish, al pari del tedesco<br />
e del francese, è una lingua europea<br />
con mille anni di storia alle<br />
spalle. Nelle case ebraiche, bilingue e<br />
a volte trilingue per tradizione e necessità,<br />
lo yiddish trovava posto al<br />
fianco dell’ebraico e dell’aramaico dei<br />
testi sacri. Questa fusione di lingue si<br />
è adattata e arricchita ripetutamente<br />
a causa delle continue migrazioni degli<br />
ebrei, costretti nei secoli a cambiare<br />
spesso città e Paesi. Influenze<br />
germaniche, slave, semitiche e altre<br />
ancora si riscontrano nelle espressioni<br />
e nella costruzione lessicale dello yiddish.<br />
Una tradizione linguistica coltivata<br />
lungo i secoli, ricca di immagini<br />
e modi di dire, fluida, divertente quanto<br />
raffinata.<br />
È tristemente associata alla Shoah<br />
perché effettivamente era la lingua più<br />
diffusa nei campi di<br />
concentramento ma<br />
spesso ci si dimentica<br />
di prendere in esame<br />
le tante testimonianze<br />
dei sopravvissuti raccolte<br />
proprio in yiddish.<br />
Come ci si dimentica<br />
che alcuni<br />
grandi della letteratura<br />
ebraica, da Aleichem<br />
a Sholem, attinsero<br />
a piene mani dalla tradizione letteraria<br />
yiddish precedente.<br />
Quanto è diffuso il pregiudizio che vede<br />
lo yiddish unicamente legato alla<br />
comicità, al teatro e alla musica?<br />
Non è tanto un pregiudizio, in quanto<br />
è vero, questi elementi fanno parte<br />
del mondo yiddish ma non possiamo<br />
ridurre secoli di cultura alla sola musica<br />
klezmer o alle farse teatrali. Anche<br />
le barzellette vanno bene ma solo<br />
se teniamo presente che sono una<br />
parte marginale di questa realtà.<br />
Un grande lavoro filologico degli anni<br />
‘20 ha portato alla luce decine e decine<br />
di testi letterari scritti in yiddish<br />
e in taytsh, lingua arcaica utilizzata<br />
nel Heder per lo studio e progenitrice<br />
dello yiddish. Un lavoro di raccolta<br />
accurato che ha permesso di scoprire<br />
o riscoprire responsa rabbinici scritti<br />
in questa splendida lingua così come<br />
canti legati alla Haggadah di Pesach<br />
o ancora canti dedicati alle spose.<br />
Nonostante il contributo di Singer,<br />
Bialik, Aleichem, Peretz, lo yiddish non<br />
ha mai trovato posto nell’Olimpo della<br />
letteratura, dovendo subire in alcuni<br />
casi un vero e proprio ostracismo.<br />
Come mai questa diffidenza, an-<br />
Avraham Burg<br />
Avraham Burg (1955) è un intellettuale e una figura<br />
di primo piano del mondo politico israeliano,<br />
membro della Knesset e presidente dell'Agenzia<br />
Ebraica. Dal luglio del 2000 all'agosto<br />
dello stesso anno ha ricoperto<br />
il ruolo di presidente<br />
ad interim dello stato di Israele.<br />
Suo padre, Yosef Burg, fu a<br />
lungo ministro e leader del Partito<br />
Nazional Religioso, sua<br />
madre Rivka nacque a Hebron e<br />
sopravvisse fortunatamente ai<br />
massacri antiebraici operati<br />
dagli arabi nel 1929. Alto grado dell'esercito, Burg<br />
è stato attivista delle organizzazioni pacifiste dell'estrema<br />
sinistra ed ha a lungo predicato un ritiro<br />
unilaterale dai territori occupati nel 1967. Nel 2004<br />
si è ritirato a vita privata, dedicandosi a tenere interventi<br />
pubblici e a scrivere i suoi libri.<br />
FOTO: FESTIVALETTERATURA<br />
DOSSIER /<strong>Lingue</strong> e <strong>linguaggi</strong> SPECIALE MANTOVA<br />
che e soprattutto nel mondo ebraico?<br />
Il problema della sottovalutazione<br />
o denigrazione<br />
dello yiddish<br />
coinvolge in particolare<br />
Israele e gli ebrei<br />
americani.<br />
Spesso sento dire che<br />
quella è la “lingua dei<br />
miei nonni o dei genitori”,<br />
quasi fosse solo<br />
un fatto personale.<br />
In molti hanno un rapporto controverso<br />
con lo yiddish per il suo legame<br />
con la Shoah; è come se fosse il luogo<br />
in cui si esprimono le conflittualità<br />
ú–– Daniela Gross<br />
Da ragazzo sognava di imparare una<br />
lingua tutta sua, sconosciuta al fratello<br />
e ai genitori. Così è approdato al russo<br />
e di questa passione, dopo il dottorato<br />
in slavistica, ha fatto un vero<br />
e proprio lavoro. Bruno Osimo negli<br />
anni ha così tradotto alcuni dei più<br />
importanti classici russi, da Cechov<br />
a Tolstoj, cimentandosi anche con<br />
l’inglese. E alla traduzione letteraria<br />
ha affiancato quella di testi scientifici<br />
e di teoria della traduzione. Tanto da<br />
divenire egli stesso un esperto dell’argomento:<br />
autore di un Manuale<br />
del traduttore edito da Hoepli, divenuto<br />
il primo di una collana e più<br />
volte ristampato, oltre che docente.<br />
Giulio Busi<br />
Esperto di misticismo ebraico e filologo, Giulio<br />
Busi (1960) è stato chiamato nel 1999 alla Freie<br />
Universität Berlin per dirigere l’Istituto di Giudaistica.<br />
Oltre a collaborare con molte riviste<br />
specialistiche, dal 2000 scrive regolarmente,<br />
per il supplemento<br />
Domenicale del<br />
"Sole 24 Ore" articoli<br />
dedicati alla letteratura<br />
e alla storia<br />
ebraica. Busi ha<br />
svolto ampie analisi<br />
del simbolismo lessicale,<br />
esplorando<br />
metodi conoscitivi e strategie di trasmissione<br />
nella tradizione ebraica. L'immaginario giudaico,<br />
nelle sue forme più palesemente estetiche<br />
e visuali, è stato per diversi anni al centro<br />
della sua ricerca.<br />
FOTO: FESTIVALETTERATURA<br />
www.moked.it<br />
tra passato e presente. E molti sopravvissuti<br />
hanno cercato di dimenticare<br />
parte delle proprie radici. Così<br />
è successo in Israele e in America,<br />
nonostante il grande lavoro di istituti<br />
come il Yivo di New York. Le nuove<br />
generazioni sono cresciute guardando<br />
allo yiddish come un elemento curioso<br />
di folklore e poco più, in pochi<br />
si sono addentrati in quest’universo<br />
e così mi trovo spesso a dover giustificare<br />
il fatto di insegnare e studiare<br />
questa lingua. Ancora in molti quando<br />
dico cosa faccio, mi rispondono “letteratura<br />
yiddish, ma davvero esiste<br />
una cosa del genere?”. E il risultato è<br />
che il dipartimento di yiddish all’Uni-<br />
Da poco però il suo percorso umano<br />
e professionale ha preso un corso inaspettato,<br />
in un omaggio alle origini,<br />
giocato anche in chiave narrativa.<br />
Quest’anno ha pubblicato un tenero<br />
Dizionario affettivo della lingua ebraica<br />
(Marcos y Marcos, 303 pp.) che<br />
ripercorre il lessico famigliare e le abitudini<br />
di una famiglia italiana dagli<br />
anni Sessanta mentre è in preparazione<br />
un nuovo romanzo che vede<br />
come protagonista un giovane israeliano<br />
e le sue avventure erotiche. A<br />
coronare il tutto, lo studio dell’ebraico.<br />
Un passaggio forse inevitabile per<br />
un esperto di lingue che il diretto interessato<br />
vive però con coinvolgimento<br />
tutt’altro che professionale:<br />
“Era l’ebraico, non il russo, quello che<br />
n. 9 | settembre 2011 pagine ebraiche<br />
versità di Gerusalemme sta chiudendo,<br />
è rimasto solo il corso.<br />
Qual è la situazione in Italia?<br />
Io mi occupo in particolare del lavoro<br />
filologico relativo alle opere scritte in<br />
yiddish in Italia fra il Quattrocento e<br />
Seicento. Ci sono circa un centinaio<br />
di scritti legati a quell’epoca, fra cui<br />
poemi cavallereschi, degni dell’Ariosto.<br />
Forse pochi sanno quanto era diffuso<br />
lo yiddish in Italia.<br />
A Padova per accedere al celebre collegio<br />
rabbinico era richiesta la conoscenza<br />
di questa lingua e mi fa sorridere<br />
immaginare questi bachurei yeshiva<br />
camminare per le vie della città<br />
Mia madre e il tampònico<br />
Bruno Osimo e la traduzione, fra lessico familiare e i classici russi<br />
volevo studiare. Ma l’ho capito solo<br />
adesso”.<br />
Così alla traduzione dal russo affiancherà<br />
quella dall’ebraico?<br />
Non lo conosco ancora abbastanza<br />
bene. Sto traducendo poesie, mi sono<br />
confrontato con il grande Yehudah<br />
Amichai e la mia insegnante è piuttosto<br />
soddisfatta. Ma finora lo studio<br />
dell’ebraico è una sorta di tempo sospeso,<br />
dedicato a me stesso.<br />
La lingua gioca una parte importantissima<br />
nel suo primo romanzo. Quasi<br />
che la famiglia sia stata per lei una<br />
prima prova generale di traduzione.<br />
In un certo senso è così. La protagonista<br />
del libro è mia madre che, come<br />
Riccardo Calimani<br />
Riccardo Calimani (Venezia, 1946) è presidente<br />
della Fondazione nazionale Museo dell'Ebraismo<br />
e della Shoah di Ferrara ed è uno scrittore conosciuto<br />
soprattutto come storico dell'ebraismo<br />
italiano ed europeo, al quale<br />
ha dedicato la maggior parte<br />
dei suoi lavori. Laureato in ingegneria<br />
elettronica all'Università<br />
di Padova e in filosofia<br />
della scienza all'Università di<br />
Venezia, è un affermato studioso<br />
dell'ebraismo. Ha lavorato<br />
alla RAI.<br />
Tra le sue opere (quasi tutte<br />
pubblicate da Mondadori) figurano I destini e le<br />
avventure dell'intellettuale ebreo (1996), Gesù<br />
ebreo (1998), Storia del ghetto di Venezia (2000),<br />
Storia dell'ebreo errante (2002), Non è facile essere<br />
ebreo (2004), Ebrei eterni inquieti (2007).<br />
FOTO: FESTIVALETTERATURA