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Sergio Faccioli - L'Associazione don Virgilio Resi

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<strong>L'Associazione</strong> <strong>don</strong> <strong>Virgilio</strong> <strong>Resi</strong><br />

<strong>Sergio</strong> al Grostè al centro di un gruppo, con la lapide dedicata a <strong>don</strong> <strong>Virgilio</strong> <strong>Resi</strong><br />

IN RICORDO DI SERGIO FACCIOLI<br />

“…è una gratitudine che caratterizza la mia vita, perciò non ho paura di darla tutta”<br />

(Enzo Piccinini)<br />

L' OPERA FAMIGLIA MATERNA PARTECIPA AL DOLORE DELLA FAMIGLIA PER L'IMPROVVISA<br />

SCOMPARSA DELL'AMICO<br />

SERGIO FACCIOLI<br />

PRESIDENTE DI QUESTA FONDAZIONE, APPASSIONATO PROMOTORE DI INIZIATIVE E TESTIMONE DI<br />

CARITA'.<br />

Il Consiglio di Amministrazione, i collaboratori e le ospiti<br />

Si uniscono al ricordo e alla preghiera :<br />

Associazione Don <strong>Virgilio</strong> <strong>Resi</strong> – S. Piero in Bagno (CE)<br />

Associazione Nazionale Famiglie per l'Accoglienza<br />

Cooperativa Sociale “Grazie alla Vita” – Mezzolombardo (TN)<br />

Cooperativa “ La Cometa ” – Como<br />

Casa di Accoglienza “S. Giuseppe e Santa Rita” – Castelbolognese (RA)<br />

Pagina 1<br />

Rovereto, 8 agosto 2006


<strong>L'Associazione</strong> <strong>don</strong> <strong>Virgilio</strong> <strong>Resi</strong><br />

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Il funerale di sergio (10 Agosto 2006, ore 16 nella Chiesa principale di Isera )<br />

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Alcune testimonianze dai cari amici<br />

A proposito di <strong>Sergio</strong><br />

Anche questa volta <strong>Sergio</strong> ci ha spiazzati tutti. Eppure, rivedendolo ieri<br />

già disteso nella cappella di Ma<strong>don</strong>na di Campiglio, gli ho sorpreso un<br />

sorriso sul volto, l'espressione di un uomo felice. Se avesse potuto<br />

scegliere un modo per andarsene, credo lo avrebbe voluto proprio così,<br />

fra le montagne del Brenta, insieme alla famiglia e agli amici,<br />

camminando verso una meta: la lapide posta sul Grostè, dedicata a <strong>don</strong><br />

<strong>Virgilio</strong> <strong>Resi</strong>, un grande amico comune missionario in Brasile, che aveva<br />

trasformato la sua vita e che ora ha raggiunto.<br />

Era appena rientrato con la moglie Maria Pia dalla Terra Santa, ed anche<br />

lì si era fatto nuovi amici. Era tornato raccontando di Samir, una <strong>don</strong>na di<br />

Betania (la cittadina di Lazzaro, vicina a Gerusalemme) che raccoglie le<br />

ragazze madri arabe, cercando di salvarle dalla vendetta familiare, che<br />

le vorrebbe morte per soddisfare l' ”onore” del clan. “ Dobbiamo trovare<br />

un modo di starle vicino e di aiutarla ” -aveva detto subito- “ abbiamo da<br />

imparare anche noi dalla sua grande disponibilità ad accogliere ”.<br />

Ecco uno degli aspetti caratteristici della sua personalità: una grande passione per gli uomini, per le persone<br />

concrete che aveva incontrato, immediatamente tradotta in azione. Era un realizzatore e si spendeva fino in fondo,<br />

manteneva i rapporti negli anni con tantissime persone, dai giovani di Rovereto che si rivolgevano a lui perché li<br />

aiutasse a muovere i primi passi nel mondo del lavoro, fino agli amici di tutto il mondo e in particolare del Brasile.<br />

Il suo amore per il Brasile è nato a metà degli anni '80. Io e mio marito lavoravamo a Belo Horizonte in un progetto<br />

dell'ong AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale) per il miglioramento delle condizioni di vita nelle<br />

favelas . <strong>Sergio</strong> venne a trovarci con altri amici trentini. Ricordo che avevamo grandi problemi, anche tecnici, per<br />

riuscire a realizzare in tempi brevi i rilievi<br />

topografici di grandi porzioni di città<br />

“clandestina” (infatti le favelas non<br />

esistevano sulle mappe ufficiali, anche se ci<br />

viveva oltre mezzo milione di persone). I<br />

rilievi erano indispensabili per cominciare<br />

ad affrontare la questione del risanamento<br />

di centinaia di bi<strong>don</strong>villes , ma a quei tempi<br />

in Brasile non esistevano tecnologie<br />

informatiche avanzate. Così <strong>Sergio</strong><br />

organizzò una rete europea di solidarietà:<br />

ditte di software che misero a disposizione<br />

tutto il sistema CAD e AUTOCAD (allora<br />

all'avanguardia anche qui da noi), altre<br />

ditte che offrirono tutto l' hardware a<br />

prezzo di costo e lui stesso realizzò il<br />

training di alcuni tecnici brasiliani nel suo<br />

studio professionale a Rovereto. In breve<br />

tempo fu reso operativo in Brasile un<br />

laboratorio di cartografia computerizzata, il<br />

primo in quel paese, che permise di<br />

affrontare in modo nuovo i problemi delle<br />

favelas…<br />

In un certo senso, il mio impegno nella<br />

Fondazione Famiglia Materna a fianco di<br />

<strong>Sergio</strong> , dopo 14 anni in Brasile, è stato un<br />

modo di restituirgli il favore… anche se –<br />

ancora una volta- devo ringraziarlo per<br />

tutto ciò che sto vivendo attraverso questa<br />

esperienza. E' un'opera a cui teneva<br />

moltissimo e per cui ha dato ogni giorno, in<br />

vent'anni di presidenza, una parte delle sue<br />

molteplici energie, con tutto lo slancio<br />

umano e professionale di cui era capace. Si<br />

interessava personalmente del destino delle<br />

famiglie ospitate, così come si<br />

appassionava ai progetti generali. Seguiva<br />

ogni dettaglio, arrabbiandosi a volte moltissimo se qualcosa non andava come avrebbe voluto…<strong>Sergio</strong> era un<br />

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<strong>L'Associazione</strong> <strong>don</strong> <strong>Virgilio</strong> <strong>Resi</strong><br />

combattente, non si arrendeva con facilità. Per questo forse, lasciandoci così di sorpresa, fa venir voglia a noi tutti,<br />

suoi amici, di dirgli solo due parole:”andiamo avanti!”.<br />

Anna C. Michelini<br />

direttrice Fondazione Famiglia Materna<br />

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“…è una gratitudine che caratterizza la mia vita, perciò non ho paura di darla tutta”: queste parole di un amico<br />

comune scomparso prematuramente come il nostro amico <strong>Sergio</strong> descrivono pienamente l'atteggiamento con cui<br />

<strong>Sergio</strong> ha sempre affrontato la vita sua e quella di chi gli stava vicino. Per chi scrive <strong>Sergio</strong> è un amico compagno di<br />

strada e per me davvero come un padre. Tra l'altro, conoscendolo fin da quando ero bambino a Lizzanella, ho<br />

condiviso l'esperienza di Opera Famiglia Materna quale suo vice-presidente – chiestomi direttamente da lui per fare<br />

un'esperienza insieme di condivisione mi disse nel 1995: per oltre 10 anni mi ha trasmesso e insegnato una grande<br />

passione per l'uomo, i suoi bisogni e soprattutto il suo cuore.<br />

L'incredulità per la sua morte così improvvisa lascia tutti noi con l'animo profondamente triste. Tuttavia, dentro<br />

questo dolore un'intuizione: continuare insieme quanto da lui iniziato. Certamente una grande responsabilità che<br />

sarà sostenuta dalla sua compagnia in Cielo.<br />

Alceste Santuari<br />

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Alla notizia del decesso di <strong>Sergio</strong> due sono stati i pensieri fatti: il più umanamente immediato è stata l'incredulità e lo<br />

sconforto, ma subito dopo una profondo senso di gratitudine per l'incontro con chi mi ha così strenuamente<br />

testimoniato, nel suo impegno quotidiano, una grande fede e passione per l'uomo e per le circostanze che si trovava<br />

dinnanzi. Ci lascia una grande eredità ed una grande responsabilità: proseguire dentro uno sguardo certo e<br />

interessato ad un reale positivo perchè "tutto è per noi", come spesso mi ripeteva. "Dio non inizia mai un opera<br />

buona se non per portarla a compimento". Grazie <strong>Sergio</strong>.<br />

Rossano Santuari<br />

Coordinatore Fondazione Famiglia Materna<br />

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L'ultima e-mail che mi ha mandato <strong>Sergio</strong> per invitarmi a Pinzolo,<br />

parlando di <strong>don</strong> <strong>Virgilio</strong>, diceva questo:<br />

“ … questo grande amico che ha segnato la vita di molte persone che hanno avuto la grazia di conoscerlo e<br />

frequentarlo. Spesso viene alla memoria la sua vigorosa presenza che ci rammenta che la vita ci è data per essere<br />

spesa. Celebrare la sua memoria non è perciò devoto ricordo ma un modo di riscoprire lo scopo per cui ha dato la<br />

vita. Noi abbiamo bisogno di scoprire la<br />

strada tracciata da coloro che per primi<br />

hanno dato la vita per Cristo. Per questo<br />

(<strong>Virgilio</strong>) ci è maestro ora. Ci è amico<br />

adesso. Perché anche noi abbiamo da<br />

seguire Cristo.”<br />

Questo é <strong>Sergio</strong>.<br />

La vita spesa per Cristo, senza risparmiare<br />

cuore ed energie, con la freschezza e la<br />

baldanza di un ragazzino, perché tutto di lui<br />

era proteso lì, era per Cristo. La sua vita, la<br />

sua casa, la sua famiglia, il suo lavoro,<br />

tutto di lui, il suo dare tutto a Cristo,<br />

segnato dall'incontro con Don Giussani e<br />

con Don <strong>Virgilio</strong>. Così <strong>Sergio</strong> ha segnato la<br />

vita di molte persone e la mia, che ho<br />

avuto la grazia di essergli amica. Ringrazio<br />

<strong>Sergio</strong> e la sua famiglia per avermi accolto<br />

nella loro vita come una figlia e come<br />

sorella.<br />

Paola Tomio<br />

medico c/o Ospedale di Rovereto<br />

Questo è quello che io vorrei dire di <strong>Sergio</strong><br />

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Il funerale di sergio<br />

10 Agosto 2006, ore 16 nella Chiesa principale di Isera. TOP<br />

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