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Beni culturali - Italarg.org

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alla televisione, sicche’ uno scontro di questa col cinema<br />

appare alquanto improbabile’’. Interessante il confronto<br />

con la scrittura e il linguaggio. Frasi ampollose,<br />

sovraccariche di aggettivi, di sicuro effetto. Nell’articolo<br />

riportato nel volume su come truccarsi per la televisione<br />

si legge non una vena di sarcasmo e ironia: ‘’Se il cinematografico<br />

esige che le dive e i divi dello schermo si<br />

sottopongano a truccature strane e talvolta grottesche,<br />

non minori esigenze in questo senso presenta la televisione’’.<br />

‘’Le graziose donnine che formano la delizia<br />

degli occhi e dello spirito dei televisori assomigliano - si<br />

legge ancora - se viste nello studio di trasmissione, a<br />

selvaggi stranamente camuffati e dipinti’’.<br />

Un libro a tutto tondo di straordinario interesse e di<br />

approfondimento sul grande cinema. Produttori, direttori<br />

di produzione, ma anche l’universo dei compositori<br />

e dei muscisti. Collaborazioni eccellenti quelle con il<br />

grande schermo firmate Zandonai, Pick- Mangiagalli,<br />

Casavola, Sonzogno, Nino Rota e Vittorio Rieti. ‘’Il<br />

compositore viene scelto all’ultimo momento - scrive<br />

Folco Perrino - Eppure i risultati raggiunti dall’Italia<br />

sono rilevanti... La caratura artistica di questi musicisti<br />

consente loro di fornire un apporto fondamentale, rendendo<br />

la presenza delle colonne sonore dimensione essenziale,<br />

profondamente costitutiva del genere cinematografico’’.<br />

Tra i ritagli di giornali dell’epoca, con tanto<br />

di ritratti di maschere comiche i due autori hanno scelto<br />

alcuni spaccati dedicati a Macario, Rascel, Aldo Fabrizi,<br />

Toto’. Interessanti i giudizi dei critici e dei giornalisti di<br />

settore, per esempio sul grande e indimenticabile Aldo<br />

Fabrizi. ‘’Fabrizi non e’ del tutto una maschera nel senso<br />

tradizionale, ne’ si stacca in un clima di pura comicita’,<br />

ne’ s’e’ creato un abito, come Arlecchino o Pulcinella. Fa<br />

parte tuttavia della tradizione italiana, in quanto porta<br />

sul palcoscenico e sullo schermo l’umorismo ridanciano<br />

e popolaresco della ‘commedia’ dell’arte’. Spiega l’obiettivo<br />

del progetto nella prefazione al libro, Carlo Pesta,<br />

sovrintendente e direttore artistico del Teatro Coccia<br />

di Novara: ‘’L’opera vuol essere una storia del cinema<br />

italiano a cavallo tra il 1937 e il 1943 - racconta - E’<br />

proprio tra le due guerre che il cinema italiano fiorisce<br />

e si sviluppa, ottenendo successi e ammirazione da tutta<br />

Europa’’. ‘’Ma soprattutto dalla tanto osannata critica<br />

d’oltreoceano.Sono gli anni contrassegnati dalal commedia<br />

brillante, dai film storici e dal dramma - aggiunge<br />

ancora Carlo Pesta - che tendono ad una indipendenza<br />

dal monopolio del cinema hollywoodiano, ma anche da<br />

pellicole innovative che percorrono il neorealismo. Sobrie,<br />

prive di retorica, attente al quotidiano e alla gente<br />

comune. E’ con l’intento di far conoscere ai ragazzi, far<br />

ricordare agli adulti e far rivivere ai meno giovani questi<br />

anni di grande cinema per l’Italia che abbiamo voluto<br />

realizzare questo progetto’’. (LE FOTO)<br />

Una tipica espressione di Erminio Macario.<br />

La copertina del libro “Cinecittà tra sogno e realtà”.<br />

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