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Un nuovo testimone trecentesco di rime volgari - StEFI

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i’ son ben certo che gran virtù tenne ch’i’ aggio enteso che gran frutto rende<br />

a non tenerla stretta come tu. a non tenerla stretta con’ fai tu.<br />

Ma lo so ben ch’ài molti fiorin fatti Saccio ch’hai molti fiorin fatti<br />

10 giù nel paese del gran pecoriglio 10 nele contra<strong>di</strong> del gran peccorile,<br />

e io ò molti fatti e poi <strong>di</strong>sfatti. là ’ve n’hai assai fatti e desfatti.<br />

Serai ingrato ed io non serò pio, Ma non guardare per che tu sî pino,<br />

e rittarotti ancora un tal pel tratto ch’io te darò già un tal peltratto<br />

che ’l tuo gran mar tornerà in picciol rio. che ’l tuo gran mare verà en picolino.<br />

È da notare che in <strong>di</strong>versi punti V e SG, come anticipato, si isolano rispetto<br />

alle altre testimonianze <strong>di</strong> questa redazione: così al v. 7, dove V legge C’aggio<br />

inteso che gran frutto rende, e al v. 10, dove V legge Nella contrada del gran pecorile.<br />

Altrove SG giunge a confermare b contro Cs, facendo preferire la lezione<br />

scartata da Giunta: così al v. 8 sarà da leggere con i tre testimoni com’ (con’ V e<br />

SG) fai tu <strong>di</strong> contro al come tu <strong>di</strong> Cs (teste del resto chiaramente contaminato).<br />

In conclusione si riportano in apparato al testo Giunta (quello standard per la<br />

proposta; quello rielaborato offerto sulla base <strong>di</strong> b + Cs per la risposta) le varianti,<br />

escluse le minime <strong>di</strong> natura fonetica, <strong>di</strong> SG (correggo Giunta solo al v.<br />

5 della proposta È > E’; qui e in séguito sciolgo tacitamente le abbreviazioni<br />

<strong>di</strong> SG):<br />

S’io avessi la moneta mia quassù,<br />

la qual mandai, non so che via si tenne,<br />

io ti prometto che fra l’u e l’enne<br />

né lite né quistion non saria più.<br />

5 E’ non ha tanti peli adosso un bu<br />

quante uscirebon lettere <strong>di</strong> penne:<br />

innanzi ch’avenisse quel ch’avenne,<br />

ad ogni capoverso avrebbe un u,<br />

il qual <strong>di</strong>rebbe, <strong>di</strong> cheto e <strong>di</strong> patto,<br />

10 «volumus, vogliamo», ancor «vogli’io<br />

che lo scompenso a Lupero sia fatto»:<br />

ch’i’ ho ben letto dall’a insino al fio,<br />

ma pure un enne così contrafatto<br />

non vi<strong>di</strong> mai, maladetto da Dio.<br />

DANIELE PICCINI<br />

1. S’io avessi] Si auesse mia quassù] cuglasu 3. io ti prometto] J medo uanto 4. né... più] Lite ne<br />

question auaria piu 5. E’] I 6. uscirebon] vscirebbeno 8. avrebbe] auerebbe 9. il qual] Jqual<br />

10. «volumus»... io] Volumus voglio io 11. che... fatto] Cioche ser lupero vol sia facto 12. insino al fio] fine<br />

al .y. 13. ma... contrafatto] Giamai non vid<strong>di</strong> uno .v. si contrafacto 14. non... Dio] Ben credo che da<strong>di</strong>o<br />

fo maledecto<br />

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