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8 Marco Aurelio Provvidenza, destino o caso? - Aula Digitale

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unità 5 Filosofia e cultura nell’età ellenistico-romana<br />

La filosofia nel mondo romano letture<br />

8 <strong>Marco</strong> <strong>Aurelio</strong> <strong>Provvidenza</strong>, <strong>destino</strong> o <strong>caso</strong>?<br />

1. È questo un tema eracliteo ripreso<br />

da Platone.<br />

2. Si sentono gli echi, in questa frase,<br />

del tradizionale “pessimismo greco” (v.<br />

p. 13). Ma questo pessimismo qui pare<br />

unirsi ai fallimenti della filosofia: <strong>Marco</strong><br />

ovviamente non crede all’anima<br />

La scelta di pensieri che qui presentiamo documenta l’ambiguità della posizione di <strong>Marco</strong><br />

<strong>Aurelio</strong>. Da stoico ortodosso, egli deve dire che tutto è bene e che la provvidenza governa il<br />

mondo: anzi, è come se sentisse il bisogno di rammentare sempre a se stesso che questi<br />

sono i principi in cui deve credere. Ma poi, a più riprese, accetta anche l’ipotesi che le cose<br />

stiano diversamente: che la realtà sia governata dal <strong>caso</strong>, o dal <strong>destino</strong>, invece che dal<br />

lògos e da Zeus. Anzi, egli giunge sino al punto di ammettere che la ragione potrebbe stare<br />

dalla parte degli epicurei, secondo i quali il tutto si riduce ai flussi incessanti della materia<br />

e non esiste alcun disegno provvidenziale. Il suo problema è quello di conservare l’imperturbabilità,<br />

soprattutto di fronte alla morte, anche in questo <strong>caso</strong>. L’idea di fondo è che<br />

l’uomo è comunque parte di un tutto, di cui non può che condividere le trasformazioni:<br />

non ha senso, dunque, preoccuparsi per le nostre vicende private, perché esse non hanno<br />

nulla di privilegiato o di eccezionale.<br />

Le opere degli dèi sono ricolme di provvidenza, e anche quelle della fortuna non sono<br />

prive di ordine naturale, intrecciate e connesse come sono con quelle rette dalla<br />

provvidenza. Da qui tutto deriva. Aggiungi inoltre che tutto avviene per necessità e a<br />

vantaggio dell’intero universo, di cui tu sei una parte. Ma per ogni parte della natura il<br />

bene è ciò che la natura universale produce e ha la proprietà di preservarla. E a preservare<br />

l’universo concorrono tanto le trasformazioni degli elementi quanto quelle dei loro<br />

composti. Questi principi ti bastino, e siano sempre le tue convinzioni. Scaccia perciò la<br />

tua sete di libri perché tu possa morire non già borbottando, ma veramente sereno e<br />

grato agli dei dal profondo del cuore. (II, 3)<br />

Considera allo stesso modo, come fai per la tua salute, anche la realizzazione completa<br />

di ciò che la natura universale ha deciso, e accetta così qualunque cosa ti accada,<br />

anche se spiacevole, perché il suo fine è il benessere dell’universo, cioè la prosperità e il<br />

successo di Zeus. Niente capiterebbe infatti a un uomo, se non fosse di giovamento al<br />

tutto; né la natura, qualunque essa sia, produce qualcosa di non appropriato a ciò che<br />

essa governa. (V, 8)<br />

Un attimo dura la vita dell’uomo, e un fluire continuo è la sua essenza, indistinta<br />

la sua percezione, corruttibile il suo intero corpo, un turbine l’anima, imprevedibile<br />

il <strong>destino</strong>, incerta la fama. Insomma, tutto ciò che riguarda il corpo è come un fiume<br />

1 , tutto ciò che riguarda l’anima, sogno e illusione; la vita è lotta e viaggio in terra<br />

straniera; la fama dopo la morte, oblio 2 . Che cosa dunque resta che ci dia protezione?<br />

Unica e sola, la filosofia 3 . E questa consiste nel serbare intatto e puro il proprio<br />

demone interiore, trionfante sui piaceri e sui dolori, incapace di agire a <strong>caso</strong> o con<br />

falsità e ipocrisia, indipendente dal fatto che altri compiano o no la tale azione; disposto<br />

inoltre ad accogliere ogni evento riservatogli dalla sorte come proveniente donde<br />

anch’egli è venuto; e soprattutto sereno nell’attendere la morte, convinto che non sia<br />

nient’altro che la dissoluzione degli elementi di cui ogni essere è composto, ma se per<br />

tali elementi non v’è niente di tremendo a trasformarsi incessantemente l’uno nell’altro,<br />

perché si dovrebbe temere la loro trasformazione e la loro dissoluzione totale?<br />

Anche questo avviene infatti secondo natura, e non v’è nulla di male in ciò che avviene<br />

secondo natura. (II, 17)<br />

immateriale e incorruttibile dei platonici;<br />

ma suona strano udire uno stoico<br />

che dubita della sensazione e non ha<br />

fiducia nel <strong>destino</strong>.<br />

3. Ora però scopriamo, quasi a sorpresa,<br />

che la salvezza è proprio nella<br />

filosofia. Ma di che filosofia si tratta?<br />

Benché accenni al tema stoico della<br />

virtù interiore, qui <strong>Marco</strong> sembra avere<br />

in mente più che altro la pura e<br />

semplice indifferenza di fronte a un<br />

mondo per noi senza senso.<br />

© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – A. La Vergata, F. Trabattoni, Filosofia, cultura, cittadinanza<br />

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unità 5 Filosofia e cultura nell’età ellenistico-romana<br />

4. Qui <strong>Marco</strong> sembra mettere sullo<br />

stesso piano la concezione stoica e<br />

Guida alla lettura<br />

La filosofia nel mondo romano letture<br />

O confusione, groviglio e disgregazione di atomi, o unione, ordine e provvidenza 4 .<br />

Nel primo <strong>caso</strong>, perché mai dovrei desiderare di rimanere più a lungo in una simile<br />

accozzaglia casuale e in un disordine come questo? Perché preoccuparmi se non di sapere<br />

come un giorno «diventerò terra» 5 ? E perché turbarmi? qualsiasi cosa io faccia, giungerà<br />

anche per me la disgregazione. Nel secondo <strong>caso</strong>, venero colui che tutto governa,<br />

saldo nella mia fiducia in lui. (VI, 10)<br />

[<strong>Marco</strong> <strong>Aurelio</strong>, Pensieri, trad. it. di M. Ceva, Milano, Mondadori, 1989]<br />

1 Per <strong>Marco</strong> <strong>Aurelio</strong> la realtà è dominata dal lògos o dal <strong>caso</strong>? Perché la sua posizione a questo riguardo è spesso<br />

ambigua?<br />

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2 Quali sono i punti di affinità con l’epicureismo?<br />

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3 Si può essere felici, per <strong>Marco</strong> <strong>Aurelio</strong>?<br />

quella epicurea.<br />

5. Citazione dall’Iliade, VII 99.<br />

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© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – A. La Vergata, F. Trabattoni, Filosofia, cultura, cittadinanza<br />

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