Edgar Degas a Torino - Corriere dell'Arte

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Corriere16__ 20/09/12 13:02 Pagina 2 CORRIERE dell’ARTE COURRIER Pagina 2 Adolf Ziegler, particolare de “I quattro elementi”, © Pinacoteca di Arte Moderna di Monaco di Baviera, Ph. Scala Segue da pag. 1 Gli anni trenta oltre il Fascismo Giorgio Zanchetti e Susanna Ragionieri per la sezione Firenze, la mostra, partendo dalla prospettiva critica di chi scriveva negli anni Trenta, fa riferimento all’idea di un’arte italiana caratterizzata dalle specificità di alcune “scuole” (Milano, Firenze, Roma, Torino, Trieste), in dialogo tra loro ma anche in rapporto con centri internazionali come Parigi e Berlino. Dai capolavori di Sironi, Martini, Fontana, Guttuso fino al ENRICO S. LATERZA non è esatto evocare lo slogan D’accordo, del noto carburante, dal momento che nelle Porsche il propulsore si trova piuttosto montato posteriormente, mentre davanti è il vano portabagagli a nascondersi sotto il cofano; tuttavia è proprio su tale parte prominente ed emblematica della carrozzeria delle performanti vetture germaniche che dodici artisti han potuto esprimere il loro estro creativo, grazie all’iniziativa della filiale italiana dell’azienda di Stoccarda e del Museo del Parco di Portofino, a cura di Serena Mormino e Daniele Crippa. Il progetto, salpato l’anno scorso in Argentina e sbarcato quest’estate appunto in Riviera, pres- DES ARTS 28 Settembre 2012 A Portofino i “cofani d’autore” design la mostra propone gli Anni Trenta, dunque, come laboratorio complicato e vitale, in cui, durante il fascismo, si combatté una battaglia artistica che vide schierati tutti gli stili e tutte le tendenze: dal classicismo al futurismo, dall’espressionismoall’astrattismo, dall’arte monumentale alla pittura da salotto. Palazzo Strozzi - Firenze Anni Trenta. Arti in Italia oltre il Fascismo” Fino al 27 gennaio 2013 Info: 055 3917122 Metti un quadro sul motore so il Centro Internazionale di Scultura all’Aperto, con l’esposizione delle opere dipinte o assemblate sulle singolari aerodinamiche “tele di lamiera” da Alex Angi, francese (con un’Explosion materique), Giuseppe Biagi (Venditore di borse), Bruno Ceccobelli (A piedi scalzi sono a cavallo), Alessandro Ciffo (Fast dawn), Walter Di Giusto (Sfrenato), Michelangelo Galliani (Sogno metallico ad alta velocità), Omar Galliani (Geometria della velocità), Thomas Lange, tedesco (Veronica-Vera- Icona), Guglielmo Meltzeid (Primi passi), Giorgio Sambonet (Le isole di Sandokan), Ben Vautier (Io sono il capo) e Marco Veronese (Nuovo Rinascimento), avrà carattere itinerante - com’è ovvio - in giro per il mondo. Meltzeid, piemontese d’origini au- Fabio Scatoli alla Galleria La Telaccia – Torino Una pittura attuale e innovativa Fabio Scatoli, artista lombardo classe 1955, esporrà presso la galleria torinese La Telaccia dal 2 ottobre prossimo. La raccolta di opere selezionate per l’occasione ripercorre l’intensa carriera artistica di Scatoli che, dai primi lavori influenzati ancora dall’Informale europeo e americano e dallo Spazialismo, negli anni Ottanta passa ad una ricerca ambientale polimaterica per poi ritornare, nel volgere di un decennio, alla bidimensionalità e all’utilizzo di inserti metallici e di catrami. Le opere più recenti si presentano come una sintesi equilibrata di tutti i linguaggi finora sperimentati. La tecnica mista è l’elemento caratterizzante di questi lavori, la severità, la concretezza pittorica, la vibrazione della materia danno vita ad un impianto pittorico bilanciato, carico di simboli e di significati. Scrive il critico d’arte M. Mali: “Le sue opere gli consentono di qualificare un’iter pittorico unico intriso di valida ricerca, evidente tecnica e stro-ungariche, tra gli ideatori dell’evento, ha inoltre firmato una Panamera, opportunamente ribattezzata ovvero intitolata La Portofina, sulle cui fiancate è illustrata la sua famosa veduta del colorato borgo ligure, riflesso nell’iridescente scintillante caleidoscopio cristallino delle terse acque marine, in bella mostra per tre giorni sul molo, a rispecchiarne lo splendore. Museo del Parco Centro Internazionale di Scultura all’Aperto Molo Umberto I - Portofino (Ge) “Cofani d’Autore” Collettiva Fino al 30 settembre Info: www.museodiportofino.it G. Meltzeid, “Portofino”, 2012, il dittico riprodotto sulle fiancate della Porsche “Panamera” © l’artista / CISA / Porsche Italia profonda concettualità. Sono visioni suggestive, originalissime e di rara emotività dove la virtù del tratto, l’immediatezza materica e la libertà del colore danno un atmosfera reale e fantastica insieme. Il gioco elettrizzante dei vari elementi formali evoca una pittura contemporanea attuale e innovativa all’insegna di un’evoluzione artistica di fondamentale significato.” Scatoli ha esposto in varie città italiane, in Svizzera e negli Stati Uniti. Galleria La Telaccia Via Pietro Santarosa 1 (Piazza Statuto) - Torino Fabio Scatoli Dal 2 all’11 ottobre Info: 011 5628220 Fabio Scatoli, Tecnica mista su tavola, 2012 L’arte di Gasparin a Lanzo Torinese GIAN GIORGIO MASSARA Nei saloni dell’ATL di Lanzo, il Presidente del Comitato Ponte del Diavolo ha inaugurato la bella e convincente mostra del pittore Giancarlo Aleardo Gasparin (conclusasi il 23 settembre). Anche i sindaci di Lanzo e di Monastero hanno preso la parola considerando le opere esposte oppure i dipinti presenti nella parrocchiale di Monastero o al Santuario di Marsaglia. Anzi, una delle sale accoglie i grandi disegni – su carta spolvero – che Gasparin ha realizzato anche quale premessa irrinunciabile alla futura decorazione delle pareti; la grandiosa “Assunzione” e i meditati “Evangelisti”, unitamente all’”Autori- Emilio Scanavino, “Alfabeto senza fine”, 1985, cm.80x100 Galleria Accademia - Torino Artisti contemporanei Èin corso fino al 24 ottobre presso la galleria Accademia di Torino – via Accademia Albertina, 3 (info: 011 8854089) una collettiva di artisti contemporanei dai nomi prestigiosi quali: Accardi, Arman, Colombotto Rosso, Do- tratto” condotto secondo l’antica consuetudine dei soci del Circolo degli artisti di Torino, dicono come Gasparin consideri fondamentale il presup- “Sacra Famiglia”, 1993, Chiesa Parrocchiale di Monastero di Lanzo posto grafico e ami condurre le proprie opere e il proprio insegnamento secondo vecchi e consolidati principi di “far pittura”. Alle intime vedute del “Lago Maggiore” (Stresa, l’Isola Madre oppure quella romantica dei pescatori ) fanno riscontro le “Nature morte” costruite con una sensibilità desunta dal mondo delle Fiandre, i “Nudini” e una serie di accorti razio, Galvano, Gianbar, Gilardi, Morando, Nespolo, Paulucci, Perilli, Pistoletto, Rotella, Ruggeri, Scanavino, Schifano, Spazzapan, Tabusso, Vellan, Veremejenko, Vigliaturo. Piero Gilardi, “Mele nel prato”, cm. 30x30 “Ritratti” ( due fratellini, Reina Beltman, opera già esposta a Londra); quindi i paesaggi “Verso Coassolo, San Pietro” oppure “Neve a San Secondo di Pinerolo”, opere che consentono di inquadrare la produzione di Gasparin nella buona tradizione paesaggistica piemontese, quella dell’Accademia Albertina, per intenderci, che continua a esprimersi attraverso l’opera di altri pittori incuranti di mode e brevi apparizioni, novità solo apparenti se si guarda all’America anni Sessanta. Il piccolo catalogo che accompagna la mostra è firmato da Angelo Mistrangelo che ricorda gli esordi di Gasparin sotto la guida di grandi maestri, da Gregorio Calvi di Bérgolo a Mario Caffaro Rore, a Sergio Tappero Merlo. Gasparin raffigura oppure evoca l’immagine? Sarà la sensibilità del visitatore della mostra a individuarne la realtà. Certo è che – come annota Elio Rabbione- quella di Gasparin è “pittura della memoria”.
Corriere16__ 20/09/12 13:02 Pagina 3 Torino - I 170 anni della Promotrice delle Belle Arti GIAN GIORGIO MASSARA La Società Promotrice delle Belle Arti compie 170 anni presentando un’ampia mostra di arti figurative dedicata ai soci d’un tempo e a chi frequenta oggi i saloni nel Parco del Valentino. L’ampio catalogo reca la prefazione del Presidente Prelle Forneris e l’interessante saggio di Angelo Mistrangelo che traccia la storia dell’istituzione invitando a ritrovare – nelle opere dei soci scomparsi – “immagini e sensazioni, riaffioranti memorie”. Il gruppo degli scultori presenti spazia dalla Montagna di notizie di Claudio Giacone alla pudica Giovinetta di Unia, dall’opera di Romilda Suppo che idealmente trasforma il mondo in un complesso gioco “metallico”, all’Angel di Bellomonte, ai Fiori di loto di Gino Cortelazzo. Alcuni autori dipingono oltre la realtà e il tempo; così è per il re uscito dal castello incantato di Gabriella Malfatti, per Giusy Garino evocante il lieve mondo Lenci, per M. C. Orlandini, da anni appassionata al recupero dell’Art Nouveau, per M. Pia Fransos. In questa misura si pone anche Ravasio che evoca il mondo di Pavese invitando il lettore ad una profonda riflessione sulla vita e sulle opere dello scrittore di Santo Stefano Belbo. A capeggiare il gruppo degli amanti della figura è il sapiente dipinto di Trento Longaretti nel quale il mondo ebraico s’impone mediante il segno; quindi, l’invito a fermare il passo al parigino Hotel 43 di Roberto Bertola, il luminoso nudo di Rodolfo Trotta, la donna al volante di F. Maria Destefanis che suggerisce il reale senso della velocità. Per Mariella Guglielminetti si tratta di un ritorno al passato con una riflessione su Leonardo, mentre Carlo Rivetti crea un autunnale paesaggio con betulle nel quale s’impone una bella testa di cavallo. E Carlo Massari rivolge un omaggio al maestro non dimenticato Ottavio Mazzonis. Meno numerosi i paesaggi considerati, dai giochi di sole in Langa di Beppe Gallo al Duomo di Chieri di Luigi Scaranello, a un ponte di Torino colto in un giorno di neve da Carlo Pigino. Proprio il tema del paesaggio riporta il discorso alle presenze storiche: così di Pippo Bercetti s’ammira il maestoso Porto dalle luci sommesse, di Mario Albano l’intima Preghiera del 1941, di Sergio Albano un lu- MICHELA TORNIELLI DI CRESTVOLANT Ci sono degli artisti oggi che sempre o meglio, quasi sempre, riescono a togliere il fiato, sorprendono il visitatore fino a confonderlo. Uno tra questi è Anselm Kiefer (Germania, 1945) pluripremiato maestro del contemporaneo, scelto dalla “signora dell’arte”, Lia Rumma, per una personale che dà il via alla nuova stagione espositiva della sua galleria. Ma questa volta l’artista un po’ delude, la mostra Der fruchtbare Halbmond/ La Mezzaluna fertile pare sottovalutare la sede e le aspettative del pubblico milanese e Kiefer sembra perdere il pathos, la tensione e la potenza che sempre ritroviamo nei suoi lavori. Certo non manca nessuno dei soliti ingredienti: piombo, macerie e civiltà remote eppure, purtroppo, qualcosa non funziona. È il caso di ricordare però quanto importante sia ancora la sua riflessione, intrisa di Storia e antiche memorie. L’opera dell’artista tedesco, al tempo allievo del grande Joseph Beuys, rimane in bilico tra passato e futuro, creazione e distruzione. Così anche nell’immenso acrilico che, al secondo piano, dà il titolo alla mostra, le fragili architetture d’argilla crollano sotto il peso del dramma e dell’incuria degli uomini. Ma l’autore, mai nostalgico, raccoglie le rovine bibliche e ricostruisce le fondamenta di una nuova e fertile cultura. Tra i mattoni -e le macerie-degli edifici leggiamo nomi di città antiche, Tebe, Persepolis, Gaza, Jerusalem. Le immense composizioni sembrano create al tempo delle origini, la materia è densa, magmatica. Con questa tecnica l’artista attraversa la storia e i luoghi di ogni età, sono tracce di memoria che, dense, diventano inno alla terra, alla natura, al mito e all’uomo. Il ricordo del passato è il cemento dell’unione dei popoli, il principio di ogni possibile sviluppo. Galleria Lia Rumma Via Stilicone, 19- Milano Anselm Kiefer, “La mezzaluna fertile” Fino al 15 novembre Info: 02 29000101 Anselm Kiefer minoso paesaggio legato al mito; e di Guido Botta la serena veduta del fiume Belbo ripetutamente cantato da Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, mentre Camillo Merlo si rivolge al passato con un paesaggio del 1924. Sono Guido Bertello, Francesco Tabusso, Carlo Loro e Michele Baretta a trattare il tema della figura, ora con un malinconico Treno, ora con l’omaggio a Grunewald dai commoventi intenti; o con Donna a cavallo. Per Baretta è in corso una stupenda rassegna al Castello di Miradolo nella quale i corpi vengono esaltati dalla luce: preziosa la sua Calza d’oro. Maria Boano ben ritrae invece il maestro Karajan. Solari sono le nature morte sia di M. Antonietta Prelle, di Teonesto Deabate che sintetizza un mazzo di fiori trasfigurato dal colore, di Sara Carbone, sia della valdostana Pina Valotta e di Livia Quarello. Sulla parete centrale del salone spiccano tre dipinti di Antonio Carena, mentre il discorso fra astrazione e realtà continua nell’opera di Nini Maccagno, autore di Fuochi di gioia di sabauda memoria e di Giacomo Soffiantino (Il dosso). Nel Museo di Santo Stefano Belbo è in corso una piccola personale dedicata a Franco Garelli, autore alla Promotrice del bronzo Adri, mentre di Mario Giansone è giusto il ricordo dei Suonatori di jazz, tema ricorrente altresì nelle oreficerie. Dopo aver sorriso di fronte alle opere di Balossino e di Graziella Caccia legate al Risorgimento, rimane ancora un gruppo di autori dediti all’acquerello e al pastello: sempre interessanti i Delphinium di Enrica Berardi, serena la magia di Pie- ra Pertusati e la luce sull’Orba di Maria Mazzarello, mentre Anna Borgarelli s’affida ad un notturno fiorentino; saldo il Casolare di Graziella Voghera, sensibile la cascata di Delio Meinardi per il quale il Museo di Usseglio ha testé concluso una personale. Lo spazio a nostra disposizione è terminato, però occorre citare le opere grafiche di Giuseppe Riva, Margherita Cravero, Alfredo Negro, Giacinto Vittone e le nitide architetture di Luisa Porporato già esposte al Museo di Scienze Naturali. Raul Viglione infine ritorna al passato con Gli amanti al chiar di luna. Carlo Loro, “Donna con cavallo”, 19801990 Promotrice delle Belle Arti Viale Balsamo Crivelli, 11 – Torino 170a Esposizione Arti Figurative Info: 011 6692545 ROBERTO ROVEDA Un’altra estate è passata, la quinta da quel 31 marzo 2008 in cui l’esposizione universale del 2015 è stata aggiudicata a Milano e dire che la febbre per l’evento stia crescendo, sarebbe solo fare propaganda. Mancano, infatti, circa 950 giorni all’inaugurazione dell’Expo - prevista per il 1° maggio 2015 - ma nel capoluogo lombardo le cose si muovono a rilento, come è sempre stato in questi anni. Si progredisce, non lo si può negare, ma impercettibilmente e il milanese comune quasi non se ne accorge. Il sito dell’evento (www.expo2015.org) si sta perlomeno riempiendo di contenuti dopo essere stato per molto tempo poco più che una Home Page. Si sbandiera, inoltre, il fatto che si è giunti a quasi cento paesi aderenti. A Shangai nel 2010 erano 192 Paesi espositori e 50 le organizzazioni internazionali, quindi la strada è ancora lunga. Cantieri aperti ve ne sono, ma quello che manca è il fermento, la voglia di partecipare a un’occasione unica. Le idee iniziali che hanno alimentato il progetto Expo, creare delle vie d’acqua e ampie zone verdi che dessero a Milano e al suo CORRIERE dell’ARTE COURRIER 28 Settembre 2012 DES ARTS Pagina 3 Taccuino Expo 2015 Dove siamo rimasti? hinterland un profilo differente, più da metropoli europea, sono in gran parte abortiti per mancanza di fondi e di tempo per realizzarli. L’attuale premier Monti continua a ripetere che l’evento rappresenta l’occasione per rinascere, non solo per Milano, ma anche per l’Italia. L’impressione forte, però, è che al di là della crisi e delle poche risorse a disposizione, Expo sia nato e continui a essere un giocattolo nella mani della politica e delle solite lobby del mattone. Il resto della cittadinanza è costretta a fare da spettatrice e a sbuffare per i disagi che comunque i cantieri comportano. Va da sé che senza la partecipazione popolare l’Expo si sta riducendo a una kermesse artificiale, vuota di significati, oltre che di vantaggi per i milanesi. Prima quindi di aprire i cantieri bisognava magari puntare sul cuore della gente e renderla parte di quello che sta succedendo. Coinvolgere, anziché pensare solo a fare marketing di bassa lega con slogan del tipo “stiamo lavorando per voi”, quando invece lo si fa per il proprio portafogli. Forse il tempo per farlo c’è ancora, ma chi regge il timone dubitiamo abbia le capacità e la voglia per provarci. Galleria Lia Rumma - Milano Anselm Kiefer tra passato e futuro
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