ANNO I - Num. Ed.Straord. - Secondocircolora.It
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COMUNE DI RAVENNA<br />
ASSESSORATO AL DECENTRAMENTO<br />
CIRCOSCRIZIONE PRIMA<br />
La Gazzetta del Mordani<br />
Anno Scolastico 2009/2010<br />
<strong>Ed</strong>izione straordinaria in occasione del “Giorno della memoria”<br />
27 gennaio 2010<br />
Scuola Primaria F. Mordani – Via F. Mordani, 5 – 48121 Ravenna<br />
Tel.: 0544.212081 216077 213430 246846<br />
Fax.: 0544.217707<br />
E-mail: segreteria@secondocircolora.it<br />
URL: www.secondocircolora.it
Ai bambini presenti il 27 gennaio 2003, in occasione dello scoprimento<br />
della lapide commemorativa dedicata a Roberto Bachi, il Direttore ha<br />
detto:<br />
“Oggi io sono un uomo ricco. Vi spiego la mia ricchezza. Sono ricco<br />
non perché in quest’ultimo periodo ho accumulato denaro. Sono ricco<br />
perché ho conosciuto storie e ricordi di persone che mi hanno aiutato a<br />
riflettere, a pensare, a ragionare con me stesso e con gli altri. […]<br />
Ma anche voi siete ricchi o lo diventerete, perché con le vostre<br />
insegnanti imparerete a confrontarvi con i grandi eventi del passato che<br />
hanno prodotto il vostro presente e con i quali dobbiamo mantenere un<br />
legame consapevole di conoscenza e di giudizio critico.<br />
Solo così vi sarà possibile dare il giusto valore alla vita delle persone,<br />
ai loro sentimenti, alle loro aspirazioni, e compiere quell’operazione<br />
fondamentale di comprensione degli altri che consiste […] nel “mettersi<br />
nei loro panni” per vedere con i loro occhi, per sentire con il loro cuore. E<br />
vedrete, capiremo meglio anche noi stessi.”<br />
“Adesso dov’è il Direttore? chiede alla mamma Maria, un’alunna di<br />
prima classe che fa parte del coro, persa tra la gente che per l’ultimo<br />
saluto gremisce l’atrio della scuola “Mordani”. “E’ lì dentro, ancora con<br />
noi, nella nostra scuola” è la risposta della mamma. Ho visto la bambina,<br />
sorpresa, piangere in silenzio. Poi è rientrata nel coro ed ha cantato con<br />
gli altri.<br />
Sono anche nostri lo stupore ed il dolore di Maria.<br />
Come la piccola corista riprendiamo quel che dobbiamo fare, per un<br />
impegno che prosegue, per spendere e vivere la ricchezza diffusa da<br />
Giorgio Gaudenzi.<br />
Perché anche ognuno di noi oggi è più ricco.<br />
1<br />
Manuela Emiliani<br />
Vicaria del Direttore Giorgio Gaudenzi
Perché questo giornalino<br />
“Nell'odio, non vi è nulla di razionale, ma se comprenderlo è<br />
impossibile, conoscerlo è necessario, poiché ciò che è successo<br />
può ricominciare.”<br />
2<br />
(Primo Lévi, 1919 – 1987)<br />
I bambini delle classi quinte hanno espresso spontaneamente il<br />
desiderio di dedicare al nostro direttore, Giorgio Gaudenzi, recentemente<br />
scomparso, questa edizione straordinaria de “La Gazzetta del Mordani”.<br />
Il Giorno della Memoria e il ricordo del compagno di scuola Roberto<br />
Bachi hanno costituito le tematiche su cui si sono sviluppati i contributi e<br />
le riflessioni del giornalino.<br />
Un intenso e commosso coinvolgimento emotivo da parte dei bambini e<br />
delle insegnanti ha caratterizzato questo lavoro in cui la Memoria e il<br />
Ricordo hanno donato il frutto della “crescita”.<br />
Abbiamo proceduto guidati dalle parole espresse dal nostro Direttore in<br />
apertura della prima manifestazione dedicata a Roberto Bachi nel 2003<br />
per celebrare il Giorno della Memoria:<br />
“Riflettere sulle persecuzioni, sull’odio razziale, sulla Shoah, significa<br />
compiere opera formativa attiva di educazione alla convivenza<br />
democratica, per produrre comportamenti di tolleranza verso altri popoli<br />
e culture [...] . Riflettere sulla storia personale di Roberto, giunto da<br />
Torino a Ravenna alla fine del 1937, deceduto ad Auschwitz-Birkenau<br />
nel 1944 in data ignota, ci fa capire che la grande storia è la somma<br />
delle tragedie di individui, di popoli, e alla grande storia partecipiamo<br />
tutti, anche quelli che credono di potersene tenere fuori.<br />
Non ci sono uomini e donne senza responsabilità.”<br />
Grazie Direttore, per averci aiutato a recuperare il passato che ci servirà<br />
per capire meglio il presente e per costruire il nostro futuro.<br />
Le insegnanti<br />
Rossana Ballestrazzi<br />
Maria Giulia Cicognani<br />
Nadia Ranucci<br />
Silvia Reina<br />
Franca Santini<br />
Lucia Scarcella<br />
Enrica Zanandrea
Grazie Direttore<br />
Alcuni bambini hanno scritto messaggi commoventi per il nostro Direttore, sono bellissimi e puri: li<br />
pubblichiamo come simbolo di espressione del forte legame che aveva costruito con i suoi bambini.<br />
Caro Direttore,<br />
per me sei stato un ottimo direttore, un ottimo uomo.<br />
Grazie a te ho imparato tante cose importanti.<br />
Tu mi hai fatto capire quali sono i valori per crescere e diventare un bravo<br />
bambino e un uomo come eri tu.<br />
Mi ricorderò sempre la sgridata che mi hai dato all’inizio dell’anno, eri<br />
arrabbiato perché spingevo nelle scale i compagni, ma sapevo che avevi<br />
ragione. Il ricordo più bello è la chiacchierata che abbiamo fatto davanti al<br />
Presepe prima di Natale, quando mi hai raccontato la storia delle statuine.<br />
Durante le vacanze di Natale il pensiero che non ti avrei più visto mi faceva<br />
sentire molto male e ora la scuola sembra vuota. Sono sicuro che sei ancora<br />
qui con noi, che ci proteggi e ci controlli, perché tu sarai sempre il nostro<br />
amato Direttore.<br />
Davide<br />
Caro Direttore,<br />
sei stato un bravissimo direttore. Grazie per essere passato<br />
sempre a salutarci e ... grazie per averci sempre voluto bene.<br />
Te ne abbiamo voluto anche noi !<br />
Ti sei sempre interessato a noi, anche nei momenti più difficili<br />
ci sentivamo uniti!<br />
Grazie per averci mandato alla manifestazione che<br />
rappresentava la Liberazione di Ravenna nella Seconda<br />
Guerra Mondiale, è stata interessante.<br />
Sei stato il miglior direttore di tutta la Galassia.<br />
Grazie!<br />
Daniel<br />
Caro Direttore,<br />
sono un suo alunno che le voleva bene e che la stimava molto. La sua<br />
scomparsa per me e per i miei amici è stata una cosa dolorosa e tutti noi non<br />
sappiamo come fare senza di lei. Tutto con lei andava avanti, e adesso<br />
invece?<br />
Come potrei dimenticarla dopo tutto quello che ha fatto per noi come ad<br />
esempio le iniziative per il Giorno della Memoria e le ricerche di documenti fra i<br />
quali ha trovato la pagella di Roberto Bachi?<br />
Inoltre lei ha dato la possibilità alla nostra scuola di partecipare a cerimonie e<br />
manifestazioni importanti quali le celebrazioni dell’anniversario della<br />
Repubblica e dell’Unità d’<strong>It</strong>alia.<br />
3
Non scorderò le attività e le chiacchierate fatte con lei, come quando abbiamo<br />
eseguito insieme l’esperimento della “camera oscura”, che avevamo discusso,<br />
provato e lei aveva detto che era venuto un ottimo esperimento.<br />
Grazie ancora per quello che ha fatto per noi, non la dimenticheremo mai.<br />
Alessandro<br />
Al mio Direttore<br />
Il 25 dicembre è morto il Direttore Gaudenzi.<br />
Un uomo buono, un maestro, che ha dedicato tutta la sua vita alla scuola<br />
Mordani perché credeva in noi bambini.<br />
Ha sempre creduto anche in me, anche se spesso arrivavo a scuola con poca<br />
voglia di entrare. Io andavo nel suo ufficio a salutarlo, lui mi sorrideva e io,<br />
dopo aver parlato con lui, andavo in classe un po’ più sicuro.<br />
Una volta mi ha dato anche il the, perchè stavo male.<br />
Ho voluto ricordarlo perché ci sono poche persone che ascoltano noi bambini,<br />
e mi sembrerà davvero strano tornare a scuola sapendo di non trovarlo più al<br />
suo posto.<br />
Rodolfo<br />
Caro Direttore,<br />
non ti dimenticherò mai e ti vorrò sempre bene. I tuoi sorrisi e i tuoi<br />
insegnamenti rimarranno sempre nel mio cuore.<br />
Giulia<br />
Eravamo molto orgogliosi di seguirti portando la bandiera della nostra scuola.<br />
4
LA NASCITA DI UN RICORDO<br />
In queste poche righe si vogliono ripercorrere gli avvenimenti che hanno<br />
portato alla giornata di commemorazione di Roberto Bachi nella scuola<br />
Mordani e alle manifestazioni seguenti che dal 2003 si celebrano in<br />
occasione del Giorno della Memoria.<br />
Nel 1995 in piazza Garibaldi a Ravenna fu posta una lapide con l’elenco<br />
dei nomi delle vittime ravennati della Shoah, tra cui Roberto Bachi.<br />
Nel 2002 un vecchio compagno di scuola di Roberto Bachi, Danilo<br />
Naglia, leggendo casualmente tale lapide venne a conoscenza della<br />
triste sorte del suo amico di cui non aveva più saputo nulla dal 1939.<br />
Insieme ad altri vecchi compagni di classe decise di rivolgersi al direttore<br />
Giorgio Gaudenzi per chiedere di riportare alla luce il ricordo di Roberto.<br />
Giorgio Gaudenzi, manifestando grande sensibilità e senso civico,<br />
decise di coinvolgere alunni ed insegnanti in una rigorosa ricerca storica.<br />
Nel 2003 nasce il progetto “Roberto Bachi” che si pone l’obiettivo di<br />
celebrare la data del 27 gennaio, Giorno della Memoria. In tale<br />
occasione si è svolta una sentita e commovente cerimonia durante la<br />
quale è stata scoperta, nell’atrio della scuola Filippo Mordani, una lapide<br />
in cui è stata riprodotta la pagella di Roberto Bachi. Alla manifestazione<br />
hanno partecipato alunni ed insegnanti delle scuole elementari del<br />
Secondo Circolo di Ravenna, della Scuola Media dell’Istituto<br />
Comprensivo Montanari di Ravenna e del Liceo Classico Alighieri di<br />
Ravenna, con la presenza del Sindaco e di altre Autorità , gli excompagni<br />
di scuola e alcuni parenti. L’Ufficio del Presidente della<br />
Repubblica ha inviato un lungo e articolato telegramma di<br />
apprezzamento del progetto. Il direttore Gaudenzi era riuscito a<br />
coinvolgere alunni ed insegnanti che avevano partecipato a laboratori<br />
didattici volti a ripercorrere gli avvenimenti storici della Shoah.<br />
Il 27/01/2004 è stato pubblicato il libro “Il Giorno della Memoria, un<br />
compagno di scuola: Roberto Bachi, Auschwitz, Matricola N.167973”.<br />
Nell’anno scolastico 2004-2005 il direttore Giorgio Gaudenzi è riuscito a<br />
far approvare il “Concorso Roberto Bachi”, e durante la celebrazione<br />
del 27/11/2004 è stato letto il messaggio del Presidente della Repubblica<br />
di condivisione d’intenti. A questo primo concorso hanno partecipato,<br />
nell’ambito del Comune di Ravenna, l’I.C. “S. Biagio”, il 2^ Circolo<br />
Didattico, l’I.C. “M. Montanari”, il 3^ Circolo Didattico, l’I.C. “M. Valgimigli”<br />
5
di Mezzano con elaborati eseguiti da alunni di alcune classi 4^ e 5^ e le<br />
classi quinte della s.p.”L.L.e R.Fano” di Riccò ( Parma)<br />
Negli anni scolastici a seguire molti alunni di molte scuole di diverso<br />
ordine e grado hanno partecipato e partecipano tuttora a questo<br />
concorso dimostrando grande sensibilità, solidarietà e rispetto per la<br />
libertà.<br />
Nel 2005-2006 - 2^ edizione del concorso, hanno partecipato alunni di<br />
alcune classi 3^, 4^ e 5^ delle scuole primarie del 2^ Circolo Didattico,<br />
dell’I.C. San Pietro in Vincoli, dell’I.C. “G. Mameli” di Marina di Ravenna,<br />
dell’I.C. “M. Montanari; inoltre hanno aderito alcune classi 3^ della scuola<br />
secondaria di 1^ grado “Damiano Novello” e dell’I.C. “M. Montanari” di<br />
Ravenna.<br />
Nel 2006-2007 - 3^ edizione del concorso, hanno partecipato alunni di<br />
alcune classi 4^ e 5^ delle scuole primarie di Ravenna “Camerani”,<br />
“Morelli”, “Ricci”, “Mordani” e alunni di alcune classi di 1^, 2^ e 3^ delle<br />
scuole secondarie di 1^ grado “Montanari”, “Don Minzoni”, “Mattei”,<br />
“Damiano-Novello”<br />
Nel 2007-2008 - 4^ edizione del concorso, hanno partecipato alunni<br />
delle classi 4^ e 5^ delle scuole primarie di Ravenna del “2^ Circolo<br />
Didattico”, dell’I.C. “S. Biagio”, dell’I.C. “M. Montanari”, e per la prima<br />
volta alunni provenienti dalle scuole di Roncalceci, San Zaccaria,<br />
Sant’Alberto, Savana, Granarolo Faentino e Faenza; hanno inoltre<br />
confermato la loro partecipazione alcune classi 2^ e 3^ delle scuole<br />
secondarie di 1^ grado “Montanari”, “Don Minzioni”, “Damiano-Novello”<br />
Nel 2008-2009 - 5^ edizione del concorso, oltre agli alunni di alcune<br />
classi 4^ e 5^ delle scuole primarie di Ravenna del “2^ Circolo Didattico”,<br />
dell’I.C. “M. Mameli – Marina di Ravenna”, dell’I.C. “M. Montanari”, e<br />
delle scuole primarie di Roncalceci, San Zaccaria, Sant’Alberto,<br />
Savarna, Granarolo Faentino e Faenza, hanno partecipato anche alunni<br />
di alcune classi 1^ e 3^ delle scuole secondarie di 1^ grado “M.<br />
Montanari”, “Don Minzoni”, “M. Valgimigli” di Mezzano, “Mattei” di Marina<br />
di Ravenna e 50 alunni del Liceo Psicopedagogico “Evangelista<br />
Torricelli” di Faenza (f.c.).<br />
A sinistra: le autorità,i parenti, il Direttore Giorgio Gaudenzi. A destra: scoprimento della lapide<br />
collocata nell’atrio della scuola Mordani (foto Zani)<br />
6
MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA AL DIRIGENTE<br />
SCOLASTICO DEL 2° CIRCOLO DIDATTICO DI RAVENNA<br />
Le iniziative collegate al percorso storico didattico “Un compagno di<br />
scuola, Roberto Bachi, Auschwitz matricola 167973” celebrano con<br />
efficacia i temi della Giornata della Memoria.<br />
Coltivare il ricordo della Shoah nella scuola rafforza nei giovani i<br />
sentimenti di solidarietà, di pacifica convivenza e di rispetto della libertà e<br />
della dignità umana che sono alla base di un dialogo costruttivo fra le<br />
culture diverse. Con questa consapevolezza il Presidente della Repubblica<br />
esprime apprezzamento agli organizzatori per l’alto valore civile<br />
dell’iniziativa, inviando ai relatori, ai giovai partecipanti e a tutti i presenti,<br />
un augurio e un saluto cordiale, cui unisco i miei personali.<br />
Gaetano Gifuni<br />
Segretario Generale Presidenza Repubblica<br />
Testo del messaggio della Presidenza della Repubblica inviato Direttore Giorgio Gaudenzi in occasione della<br />
cerimonia del 27 gennaio 2003.<br />
7
I documenti e la storia<br />
Ci siamo documentati sul periodo storico in cui si sono svolti gli avvenimenti che portarono alla<br />
persecuzione razziale degli Ebrei e alla morte di Roberto Bachi. Abbiamo consultato varie fonti<br />
utilizzando i libri della nostra biblioteca e delle nostre maestre.<br />
In Germania<br />
In Germania, nel 1933, Hitler, che era a capo del Partito Nazista,<br />
assunse i pieni poteri nel governo e instaurò una dittatura spietata:<br />
eliminò tutti gli oppositori politici e abolì la libertà di parola, di stampa, di<br />
associazione. La sua politica si basava sul razzismo, cioè sulla<br />
convinzione che il popolo tedesco fosse superiore a tutti gli altri. In<br />
particolare disprezzava il popolo ebraico e incominciò a perseguitare tutti<br />
gli Ebrei che vivevano in Germania.<br />
A partire dal 1935, furono emanate leggi che proibivano agli Ebrei di<br />
frequentare le scuole, i locali pubblici e usare i mezzi di trasporto; in<br />
seguito tutte le loro proprietà vennero espropriate e furono esclusi da<br />
ogni incarico pubblico. Gli Ebrei vennero isolati nei ghetti, quartieri chiusi<br />
da un alto muro.<br />
Dal 1938 al 1945 Hitler realizzò un progetto per sterminarli: dai ghetti gli<br />
Ebrei venivano trasferiti nei campi di concentramento, dove erano<br />
costretti ai lavori forzati e dove, in milioni, venivano uccisi nelle camere a<br />
gas.<br />
In <strong>It</strong>alia<br />
Nel 1938, in seguito agli accordi politici tra Germania e <strong>It</strong>alia, anche il<br />
governo italiano emanò leggi razziali simili a quelle naziste. Secondo<br />
queste leggi gli Ebrei non potevano insegnare e i loro bambini non<br />
potevano frequentare le scuole. A partire dal 1943 migliaia di ebrei<br />
italiani vennero deportati nei campi di sterminio nazisti.<br />
Le testimonianze sulla vita nei campi di concentramento<br />
“La vita del campo è scandita da orari rigidi e faticosi. Alle quattro della<br />
mattina sveglia, alla cinque l'appello sulla piazza centrale, alle sei e<br />
mezzo il lavoro, sempre all' aperto, pioggia o neve, caldo soffocante o<br />
gelo. Alle dodici scatta l'ora del pranzo, che comprende l'andata e il<br />
ritorno dal luogo di lavoro alla baracca e viceversa. In pratica per<br />
mangiare la zuppa con poche carote galleggianti e alcuni pezzi di cavolo<br />
bianco abbiamo poco più di un quarto d'ora. Dalle tredici alle diciotto<br />
ancora lavoro. La frusta e le botte piovono su coloro che si trascinano<br />
8
Approfondiamo per conoscere<br />
stanchi o che tentano di rallentare il ritmo<br />
impostoci, per riposare. Il ritorno serale al<br />
campo avviene a passo di corsa: sfiniti e<br />
spesso doloranti, siamo costretti a cantare<br />
marce militari. Una volta attraversato il<br />
cancello, ci aspetta il secondo appello della<br />
giornata. Può durare un' ora se tutto va bene<br />
o ripetersi all'infinito per la durata della notte<br />
se il conto dei detenuti non torna. Una fuga<br />
comporta la punizione dell'intera squadra di<br />
lavoro o della baracca del fuggitivo e a volte<br />
anche la morte di alcuni prigionieri per<br />
rappresaglia. Finalmente, alle ventuno, il<br />
campo si ferma e si può andare a dormire.<br />
La cena è magra: 20-30 grammi di carne o<br />
di formaggio da consumare con ciò che è<br />
rimasto dei 350 grammi di pane della<br />
mattina. Tè o brodaglia di patate.“<br />
[da “il diario di Hans”]<br />
Shoah: parola ebraica che compare più volte nella Torah (legge data da<br />
Dio a Mosè), nei Profeti e nei Salmi.<br />
La parola può descrivere:<br />
- il terrore e la desolazione causati dalla sconfitta<br />
- l’umiliazione dell’esilio<br />
- una sciagura improvvisa, distruzione<br />
Oggi la parola Shoah indica il ricordo della persecuzione e del genocidio<br />
degli Ebrei nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.<br />
Abbiamo costruito uno schema sulla Shoah riportando tutti i termini sui quali abbiamo approfondito le<br />
nostre conoscenze.<br />
9
Giorno della Memoria: è una ricorrenza istituita per legge il 20 luglio<br />
2000 dal Parlamento italiano, che ha aderito alla proposta internazionale<br />
di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle<br />
vittime della Shoah e delle persecuzioni del popolo ebraico.<br />
La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe<br />
sovietiche arrivarono presso Auschwitz, scoprendo il campo di<br />
concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di<br />
Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente<br />
per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.<br />
Un capitolo di storia molto triste<br />
Dal 1933 al 1939 il regime nazista stabilì di emarginare gli ebrei dalla vita<br />
pubblica, economica ed amministrativa del paese.<br />
Gli ebrei vennero licenziati, persero clienti e furono tassati in modo<br />
diverso.<br />
Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 (detta “notte dei cristalli”) in<br />
Germania furono incendiate tutte le sinagoghe e distrutte le vetrine di<br />
proprietà ebraica, mentre nei giorni successivi le SS arrestarono e<br />
deportarono migliaia di ebrei.<br />
Anche in <strong>It</strong>alia il re, spinto da Mussolini, emanò leggi sul modello tedesco<br />
che portarono come conseguenza una fuga di cittadini italiani di origine<br />
ebraica.<br />
Gli ebrei furono costretti a trasferirsi in ghetti circondati da mura e filo<br />
spinato, con alloggi sovraffollati e vivendo in regime di razionamento di<br />
generi di prima necessità.<br />
10
Furono poi costretti a portare sugli indumenti o su una fascia da tenere al<br />
braccio una stella gialla, segno ben visibile dell’appartenenza alla razza<br />
ebrea.<br />
Poi la deportazione nei campi di concentramento (lager) dove bambini,<br />
vecchi e tutti gli inabili al lavoro venivano portati nelle camere a gas,<br />
mentre gli altri erano costretti a lavorare fino alla loro eliminazione per le<br />
fatiche le condizioni, la fame.<br />
I beni dei deportati erano confiscati dal regime.<br />
Il trasferimento nei campi di sterminio avveniva in treno. La polizia<br />
pagava le ferrovie dello stato, per ogni deportato un biglietto di sola<br />
andata di III classe (la metà se il carico superava le mille persone).<br />
Tra le destinazioni più ricordate Auschwitz-Birkenau, dove Roberto Bachi<br />
e altri bambini come noi e oltre un milione di ebrei trovarono la morte,<br />
prima come cavie umane in esperimenti di ogni tipo, e poi nei grandi<br />
forni crematori o nelle camere a gas.<br />
Erano sei milioni di ebrei, slavi, zingari, omosessuali, testimoni di Geova,<br />
e comunisti.<br />
Le nostre riflessioni dopo aver letto le pagine di storia da<br />
cui sono state tratte le informazioni sopra riportate.<br />
Si conclude questa nostra ricerca in occasione del ricordo del giorno<br />
della memoria con alcune domande e riflessioni:<br />
• «Può un uomo fatto ugualmente di carne, ossa, sangue decidere<br />
che un altro, diverso solo per i suoi capelli, i suoi pensieri o i suoi<br />
sentimenti essere tanto diverso da essere eliminato?»<br />
• «Non abbiamo tutti fame, sonno, dolore, ….. allo stesso modo?»<br />
• «Non abbiamo forse bisogni uguali?»<br />
Allora forse ricordare ci deve aiutare a crescere senza più il pericolo di<br />
ripetere fatti così mostruosi.<br />
Oggi tra i nostri compagni ci sono bambini e bambine di nazioni diverse<br />
o con un genitore straniero, ma noi li sentiamo uguali perché tutti siamo<br />
diversi e uguali allo stesso tempo, e questo ci rende unici e importanti.<br />
11
I provvedimenti legislativi del 1938<br />
Vignette illustranti la legislazione antiebraica del 1938 tratte dalla rivista "La Difesa della Razza", novembre 1938<br />
Il Regio Decreto Legge 5 settembre 1938, N° 1390, p ubblicato sulla<br />
Gazzetta Ufficiale N° 209 del 13 dello stesso mese, e riguardante le<br />
disposizioni " per la difesa della razza nella scuola fascista ", imponeva,<br />
in sintesi:<br />
- che gli alunni "di razza ebraica" non potessero essere iscritti in<br />
nessuna scuola statale, parastatale o legalmente riconosciuta di<br />
qualsiasi ordine e grado<br />
- che tutti gli insegnanti "di razza ebraica" appartenenti ai ruoli per le<br />
scuole citate in elenchi (stabiliti dal regime) fossero: sospesi dal<br />
servizio, compresi presidi, direttori didattici, personale di vigilanza<br />
- che gli stessi provvedimenti di sospensione si estendessero al<br />
personale docente universitario di ogni grado, a quello delle<br />
Accademie, degli Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed<br />
arti.<br />
12
Ricordare per capire<br />
Terezìn è una città a sessanta km da Praga, sorta circa duecento anni fa e tutta cinta da mura.<br />
Venne trasformata dai nazisti di Hitler in un ghetto cintato e scelta come “ghetto-vetrina”, da mostrare<br />
alle commissioni estere della Croce Rossa. Per questo i bambini ebrei che vi furono deportati per<br />
qualche tempo poterono giocare nei cortili e studiare. Ma subivano anche maltrattamenti, vedevano<br />
le interminabili file senza ritorno davanti ai forni a gas ... e poco alla volta capirono. Erano quindicimila<br />
e tornarono in cento.<br />
NOSTALGIA DELLA CASA<br />
É più di un anno che vivo al ghetto,<br />
nella nera città di Terezìn,<br />
e quando penso alla mia casa<br />
so bene di che si tratta.<br />
O mia piccola casa, mia casetta,<br />
perché m’hanno strappato da te,<br />
perché mi hanno portato nella desolazione,<br />
nell’abisso di un nulla senza ritorno?<br />
Oh, come vorrei tornare<br />
a casa mia, fiore di primavera!<br />
Quando vivevo tra le sue mura<br />
io non sapevo quanto l’amavo!<br />
Ora ricordo quei tempi d’oro:<br />
presto ritornerò, ecco, già corro.<br />
Per le strade girano i reclusi<br />
e in ogni volto che incontri<br />
tu vedi cos’è questo ghetto,<br />
la paura e la miseria.<br />
Squallore e fame, questa è la vita<br />
che noi viviamo quaggiù,<br />
ma nessuno si deve arrendere:<br />
la terra gira e i tempi cambieranno.<br />
Che arrivi dunque quel giorno<br />
in cui ci rivedremo, mia piccola casa!<br />
Ma intanto preziosa mi sei<br />
perché mi posso sognare di te.<br />
[9.3.1943 Anonimo]<br />
da Aitanga Petrucciani Gardini, Anna Turi Simoni, I ragazzi di Terezìn, Fabbri <strong>Ed</strong>itori<br />
13
Riflessioni personali<br />
La lettura della poesia “Nostalgia della casa” ha suscitato in noi pensieri e riflessioni ...<br />
Questa poesia fa pensare alle condizioni terribili degli ebrei e a come sia<br />
stato incredibile che la gente, vivendo in questo modo, sia riuscita a<br />
sopravvivere grazie al ricordo, come una luce nel buio di una vita<br />
normale, di una famiglia, di una casa ...<br />
E tutto questo, unito al dolore, al terrore e all’amarezza degli sguardi<br />
pieni di speranza dei ragazzi di Terezìn, come quello di questo ragazzo,<br />
senza nome, è la prova della mostruosa follia che la sete di potere<br />
causa. La guerra porta solo dolore, disperazione, paura, come un velo di<br />
morte che avvolge ogni cosa, privandola di tutto ciò che di felice ha.<br />
Così dovevano sentirsi i ragazzi ebrei di Terezìn, freddi, gelidi, divorati<br />
da dentro dalla morte.<br />
I ragazzi di Terezìn non smettono di sperare, sono sicuri che la luce alla<br />
fine trionferà sul male, gridano al cielo che non si arrenderanno, e la loro<br />
voce arriva fino a noi, un grido forte, potente, che ci entra nel cuore, che<br />
noi ascoltiamo, piano, piano, e ci apre al senso della pace e del rispetto.<br />
Il tempo scorre e i tempi cambiano.<br />
La poesia mi induce a riflettere sull’amore che si può provare per<br />
qualcosa quando la si abbandona, sulla speranza che prima o poi si<br />
possa fuggire dalla paura, dalla miseria.<br />
Nessuno si deve arrendere. Viviamo in un piccolo pianeta immerso<br />
nell’Universo in cui la nostra vita è un attimo, non dobbiamo sprecarla.<br />
Viviamo amando, gioiendo, e non distruggendo.<br />
Sono tantissime le persone che hanno subito questa sofferenza e tutto<br />
ciò ci induce a pensare che tutti noi potevamo essere al loro posto.<br />
Quasi tutte hanno sperato, perché se si pensa alla morte si muore più in<br />
fretta. Non bisogna odiare se si è odiati, altrimenti si rimane prigionieri<br />
del proprio odio.<br />
Nella poesia c’è orrore, nostalgia, tristezza, ma non c’è odio, disprezzo e<br />
rabbia.<br />
Questo ragazzo forse è stato ucciso subito dopo aver scritto questa<br />
lettera, così non è riuscito a firmare questo capolavoro di sentimenti.<br />
Perché ragazzi come noi sono vissuti nello squallore, nella fame, nella<br />
reclusione?<br />
Perché è stata loro negata la vita?<br />
Perché abbiamo permesso che tutto ciò accadesse?<br />
Ci pensate mai alla paura che provavano e alla loro sofferenza?<br />
14
Che vergogna imprigionare e uccidere delle persone, dei bambini come<br />
noi!<br />
Questo ragazzo di cui non conosciamo neppure il nome, non ha mai<br />
perso la speranza di tornare fra le mura di casa sua, ed è questo ricordo<br />
che lo ha tenuto in vita. Spesso noi pensiamo che una casa, del cibo,<br />
dei vestiti, siano cose banali o scontate, invece dobbiamo pensare che<br />
nel mondo, ancora oggi, vivono persone che lottano ogni singolo giorno<br />
per sopravvivere.<br />
Se io fossi stato lì avrei fatto di tutto per salvare quella gente: avrei<br />
portato cibo, da bere, e li avrei salvati nascondendoli in posti sicuri ... ma<br />
questo non è successo. La guerra è solo dolore e se succederà di<br />
nuovo io la fermerò e costruirò un muro con scritto “Siamo tutti uguali,<br />
nessuno ci separerà”.<br />
Anche i bambini venivano maltrattati, e questo è un pensiero che mi fa<br />
stare male, perché sono una bambina e sentire queste parole per me è<br />
come essere lì a soffrire.<br />
Questa poesia mi ha fatto pensare a tutti quei bambini e alle loro<br />
mamme morte di fame e di torture. Erano tutte persone innocenti, serie<br />
e oneste che un brutto giorno sono state portate a Terezìn da cattive<br />
persone che non sopportavano gli ebrei.<br />
Questa poesia ci fa riflettere sulla terribile vita che si faceva in quel<br />
ghetto. Intanto, nel mondo, i bombardamenti proseguivano e in quei<br />
cumuli di macerie le bombe fischiavano, nel fragore e nel tumulto non si<br />
distinguevano gli amici dai nemici.<br />
Siamo essere umani e possiamo sbagliare, ma per i nostri errori non<br />
possono scatenarsi genocidi. Noi dobbiamo ricordare per non<br />
commettere lo stesso enorme errore di Hitler.<br />
Quando ho letto questa poesia nei miei pensieri mi sono detta che io ho<br />
una casa e una famiglia e sono molto fortunata. Non posso immaginare<br />
quello che passavano i ragazzi di Terezìn di giorno e di notte.<br />
Questa poesia ci insegna a valorizzare le cose che di solito diamo per<br />
scontate e solo quando non ci sono più ci rendiamo conto di quanto<br />
siano importanti per noi. Così è successo a questo ragazzo a cui<br />
mancava la sua casa.<br />
Mi fa piangere che gente innocente venga trattata male per la religione<br />
che professa o per la sua cultura e le sue tradizioni.<br />
15
Questo ragazzo sente il dolore della mancanza della sua casa e<br />
vorrebbe tornarci e vivere una vita semplice, senza pericoli.<br />
Questa poesia mi fa pensare che nella vita abbiamo ricevuto tanti doni e<br />
forse non diciamo mai grazie. Il dono della casa è per questo ragazzo la<br />
forza per continuare.<br />
Non bisogna odiare nessuno, perché odiare porta morte, invece stare<br />
insieme, amare, porta vita, porta pace.<br />
16
Incontro con il prof. Cesare Baccini<br />
Cesare Baccini, professore universitario di biochimica, esperto di cultura ebraica, ha incontrato noi<br />
bambini della scuola Filippo Mordani il 19/01/2010 per farci capire meglio la storia degli ebrei e la<br />
Shoah.<br />
Il prof. Cesare Baccini è venuto nella nostra scuola per parlarci degli<br />
Ebrei. Era presente anche il sig. Silvano Rosetti, il famoso compagno di<br />
classe di Roberto Bachi che ha contribuito insieme al direttore alla<br />
nascita della manifestazione che ricorda Roberto Bachi. C’era anche la<br />
moglie del sig. Silvano, la sig.ra Bice, che è stata una collega del nostro<br />
direttore quando era maestro.<br />
Il prof. Baccini ci ha spiegato tante cose della cultura ebraica e ci ha<br />
parlato del razzismo contro gli ebrei durante il periodo del nazismo. Noi<br />
gli abbiamo fatto tantissime domande, alle quali ci sono state date<br />
risposte molto complete.<br />
Il prof. Baccini ci ha raccontato anche come è nato il suo interessamento<br />
per la cultura ebraica. Quando frequentava il liceo assistette al<br />
maltrattamento di un ragazzo ebreo da parte di “bulli”. Il ragazzo<br />
raccontò di essere stato picchiato solo perché era ebreo, e che<br />
l’insegnante di religione sapeva che i compagni lo maltrattavano. Baccini<br />
a quel punto lo accompagnò dal preside per raccontare che cosa stava<br />
succedendo, ma il preside non dette importanza a quello che dicevano i<br />
ragazzi, così Baccini disse che avrebbe detto tutto a suo padre che era<br />
un magistrato. Il preside, sentite quelle parole, si convinse ad intervenire<br />
facendo punire quei “bulli” e prendendo provvedimenti contro<br />
l’insegnante che aveva lasciato che succedessero queste cose.<br />
ll tempo passato ad ascoltare il prof. Baccini è trascorso molto in fretta<br />
perché eravamo molto attenti alle storie che ci ha raccontato. Ci ha letto<br />
delle frasi molto significative e ha terminato dicendoci di ricordare queste<br />
parole:<br />
“Le sofferenze che gli Ebrei hanno patito non erano causate solo dal<br />
nemico, ma anche dall’indifferenza. Ricordate sempre, bambini<br />
IL CONTRARIO DELL’AMORE NON É LA MORTE MA<br />
L’INDIFFERENZA: QUALSIASI COSA SCEGLIATE, MIEI GIOVANI<br />
AMICI, NON SIATE INDIFFERENTI”<br />
17
Vita di Roberto Bachi<br />
L’anno scorso il nostro Direttore ci raccontò la storia della vita di Roberto Bachi. Abbiamo utilizzato<br />
quelle informazioni e il libro “Il giorno della memoria, un compagno di scuola: Roberto Bachi,<br />
Auschwitz, matricola N. 167973”, Danilo Montanari <strong>Ed</strong>itore, per scrivere questo testo.<br />
Roberto Bachi nacque a Torino il 12 marzo 1929, figlio di Armando e<br />
Bassani Ines.<br />
Per motivi di lavoro del padre, generale dell’esercito, soggiornò per circa<br />
un anno a Ravenna, dove nel 1938 frequentò la scuola elementare<br />
“Filippo Mordani”. Roberto era un ragazzino studioso e altruista, un buon<br />
amico, come si può capire da una lettera scritta ad un suo compagno di<br />
classe ricoverato in ospedale.<br />
Roberto era un ottimo scolaro:<br />
La pagella di Roberto<br />
Condotta: lodevole.<br />
Volontà e carattere dimostrati nella ginnastica e nei giuochi: lodevole.<br />
Rispetto all'igiene e pulizia della persona: lodevole.<br />
Religione, (manca il voto annuo di profitto).<br />
Canto: lodevole.<br />
Disegno e bella scrittura: buono.<br />
Lettura espressiva e recitazione: lodevole.<br />
Ortografia - Lettura ed esercitazioni scritte: buono.<br />
Aritmetica e contabilità: buono.<br />
Geografia: lodevole.<br />
Storia: lodevole.<br />
Scienze fisiche naturali e nozioni d'igiene: lodevole.<br />
Cultura fascista: lodevole.<br />
Lavoro donnesco e lavoro manuale: lodevole.<br />
<strong>Ed</strong>ucazione fisica: lodevole.<br />
Osservazioni: esonerato per la religione.<br />
Classe IV, anno scolastico 1937/38: Roberto Bachi è il primo bambino in alto a sinistra.<br />
18
Nel 1938 furono emanate le leggi razziali e la sua vita cambiò.<br />
Nell’ottobre dello stesso anno Roberto non era più a Ravenna. I suoi studi<br />
si interruppero, fu cacciato da Ravenna perchè ebreo. Il padre fu<br />
allontanato dall’esercito e la famiglia si trasferì a Parma e poi, dal 1943, a<br />
Torrechiara (Parma). Lì Roberto e suo padre furono arrestati, e da lì<br />
venero portati a Milano, nel carcere di San Vittore. Padre e figlio si<br />
separarono e il 6 dicembre 1943, Roberto venne inviato ad Auschwitz. A<br />
suo padre venne offerta una possibilità di salvezza, in quanto ufficiale di<br />
massimo grado dell’esercito. Armando rifiutò per poter raggiungere il figlio<br />
nello stesso campo di sterminio. Purtroppo fu mandato altrove, dove trovò<br />
la morte. Roberto, matricola numero 167973, morì ad Auschwitz in data<br />
ignota. Dopo l’apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio 1945, per la<br />
mamma iniziò un periodo di ricerche delle tracce del proprio figlio: furono<br />
tutte conferme di morte, ma le lettere di chi lo conobbe ci raccontano le<br />
sue aspirazioni per una vita adulta che non arriverà mai, la simpatia che<br />
riuscì a suscitare per sensibilità e intelligenza nelle persone che lo<br />
incontrarono e ne condivisero i ragionamenti, le emozioni, i ricordi.<br />
A sinistra: Roberto poco tempo prima della cattura avvenuta a Torrechiara.<br />
A destra: il padre di Roberto, Generale Armando Bachi<br />
19
Roberto era un bambino come noi<br />
Abbiamo immaginato che cosa faceva Roberto quando frequentava la scuola come noi.<br />
Giorgio Gaudenzi diceva che per dare il giusto valore alla vita delle persone, ai loro sentimenti, alle<br />
loro aspirazioni, è necessario compiere quella operazione fondamentale di comprensione degli altri<br />
che consiste nel “mettersi nei loro panni” per vedere con i loro occhi, per sentire con il loro cuore, per<br />
capire meglio noi stessi.<br />
ROBERTO studiava<br />
rideva<br />
si divertiva con i suoi compagni<br />
imparava<br />
ROBERTO faceva ginnastica<br />
parlava<br />
saliva le scale della nostra scuola<br />
recitava poesie<br />
ROBERTO leggeva<br />
camminava sul pavimento della nostra scuola<br />
saliva le grandi scale<br />
faceva la ricreazione<br />
ROBERTO andava alla lavagna<br />
sedeva nei banchi della nostra scuola<br />
parlava con le sue insegnanti<br />
giocava<br />
ROBERTO faceva i compiti<br />
era diligente<br />
disegnava<br />
faceva merenda e l’intervallo<br />
ROBERTO indossava il grembiule come noi<br />
aiutava i compagni<br />
faceva le operazioni<br />
risolveva i problemi<br />
ROBERTO andava in cortile<br />
guardava fuori dalla finestra dell’aula<br />
si preoccupava per i suoi compagni<br />
salutava gli amici<br />
ROBERTO AMAVA LA VITA!<br />
20
Dedicato a Roberto<br />
Abbiamo raccolto le emozioni scritte dai bambini dopo aver letto la storia di Roberto Bachi.<br />
Caro Roberto,<br />
se tu fossi qui con noi saresti il nostro amico e compagno di giochi, ci<br />
dispiace molto per quello che é successo, vogliamo che non accada mai<br />
più.<br />
Roberto, sappiamo che è stata una grande sofferenza lasciare la tua<br />
scuola, i tuoi compagni, la tua città e anche i tuoi genitori. A noi hai<br />
lasciato un ricordo che ci ha fatto imparare tante cose.<br />
Roberto, penso che tu abbia sofferto molto a distaccarti dalla tua casa,<br />
dai tuoi compagni, dalla tua scuola.<br />
É UNA VERGOGNA che tu sia stato deportato in un campo di<br />
concentramento dove sei morto senza i tuoi genitori. Ci dispiace<br />
moltissimo.<br />
Caro Roberto,<br />
immaginiamo quanto tu abbia sofferto, sappiamo che il razzismo è una<br />
cosa bruttissima.<br />
Ascoltando la tua storia abbiamo capito che quello che ti è successo è<br />
una vergogna per tutta l’umanità.<br />
Abbiamo capito l’importanza del fatto che siamo tutti diversi e anche tutti<br />
uguali.<br />
Abbiamo capito che tu eri innocente e ti hanno inflitto tanti dolori.<br />
Noi non possiamo fare tanto, ma possiamo lottare contro il razzismo.<br />
Roberto, ci hai lasciato un ricordo molto intenso e abbiamo capito che<br />
quello che è successo a te non deve più accadere.<br />
Ciao Roberto, resterai sempre nei nostri cuori, ci dispiace che hai<br />
provato tanta sofferenza e dolore.<br />
Roberto era un bambino come noi, un bambino con gli stessi nostri<br />
diritti, non doveva essere portato via dalla sua scuola.<br />
21
Caro Roberto,<br />
sei diventato un ricordo importante per tutti noi.<br />
Caro Roberto,<br />
ciò che tu hai subito, avremmo potuto subirlo anche noi: eri uno di noi.<br />
Roberto, ti hanno rubato la dignità e la vita: non avevano diritto di<br />
prenderti e di farti morire<br />
Caro Roberto,<br />
ci dispiace che non hai potuto vivere la tua vita.<br />
22
Roberto ha lasciato un grande vuoto<br />
nella sua scuola<br />
nella sua casa<br />
ma soprattutto nel cuore di chi lo ricorda.<br />
Il banco vuoto di Roberto<br />
Il grembiule che non ha più indossato<br />
La penna e il calamaio di scuola con<br />
cui non ha più scritto<br />
23<br />
I suoi quaderni su cui non ha più<br />
scritto<br />
Il suo materiale scolastico<br />
Il registro di scuola: il suo nome è<br />
cancellato
Il razzismo: che cos’é?<br />
Roberto Bachi fu deportato e ucciso perché era ebreo, a causa della sua diversità fu annientato come<br />
persona, ucciso.<br />
Ci siamo documentati sul problema del razzismo, leggendo e parlando con le nostre insegnanti e con<br />
i nostri genitori. Abbiamo capito che non bisogna mai scegliere la strada dell’intolleranza, che ci fa<br />
arrivare all’incomprensione e allo scontro.<br />
Che cos’è il razzismo?<br />
Abbiamo letto un testo di Tahar Ben Jelloun intitlato “Il razzismo<br />
spiegato a mia figlia”, in cui viene spiegato che il razzismo è un<br />
comportamento abbastanza diffuso in tutti i paesi, tanto da essere<br />
considerato banale.<br />
Il razzismo è una forma di disprezzo e di diffidenza verso le persone che<br />
hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre.<br />
Il razzista è colui che pensa che tutto ciò che è troppo differente da lui lo<br />
minacci nella sua tranquillità. Il razzista ha paura di chi non gli<br />
assomiglia e nutre un complesso di superiorità o di inferiorità verso chi è<br />
diverso da lui.<br />
Il suo comportamento, in un caso o nell’altro, sarà di disprezzo, e dal<br />
disprezzo nasce la collera. Ma il razzista sbaglia ad indirizzare la collera<br />
che dovrebbe riservare a sé stesso.<br />
Argomenti contro il razzismo<br />
- Noi siamo contro il razzismo perché pensiamo che il miscuglio fra<br />
le persone sia un arricchimento reciproco, chi è diverso da noi può<br />
darci cose che noi non abbiamo, e noi possiamo darle a lui.<br />
- Ogni faccia è un miracolo, è unica, non si possono mai trovare<br />
due facce assolutamente identiche e per questo hanno tutte<br />
grande valore e la stessa importanza.<br />
- Ogni faccia è simbolo della vita e ogni vita merita rispetto.<br />
- Non ha importanza bellezza o bruttezza, sono cose relative.<br />
- Ciascuno ha diritto alla sua dignità.<br />
- Nessuno ha diritto di umiliare un’altra persona<br />
24
- Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò<br />
che ha di bello, di meraviglioso, di diverso, di inatteso.<br />
- Si dà testimonianza del rispetto per sé stessi trattando gli altri con<br />
dignità.<br />
- Ci sono leggi che puniscono l’incitamento all’odio razziale.<br />
- Esiste un’unica razza: la razza umana.<br />
Riflessioni<br />
Il razzismo è un comportamento sbagliato. É come una malattia della<br />
società. Uno dei nostri gruppi di discussione ha trovato fra le varie<br />
motivazioni che inducono al razzismo anche questa: il razzista non è<br />
nato con questa cattiveria, forse gli sono state insegnate idee sbagliate<br />
da bambino.<br />
Un altro gruppo ha espresso questo pensiero: fra i comportamenti<br />
negativi che facilitano il razzismo c’è l’indifferenza dimostrata nei<br />
confronti di chi soffre o ha bisogno di aiuto. Davanti a un comportamento<br />
razzista non bisogna mai stare zitti.<br />
25
Hai mai assistito in prima persona ad un<br />
episodio di razzismo?<br />
In classe ci siamo divisi in gruppi di lavoro e abbiamo raccontato gli episodi di razzismo a cui<br />
abbiamo assistito. Ci siamo resi conto di come le parole possano ferire le persone. Noi abbiamo<br />
cercato di utilizzare le parole per conoscere, capire e dare risposte ispirandoci al ragionamento.<br />
Non riportiamo tutti i fatti sgradevoli di cui siamo stati testimoni. Ci piace<br />
invece che si sappia che nella nostra scuola non abbiamo mai assistito<br />
a episodi di razzismo. La nostra scuola è frequentata da bambini tutti<br />
diversi fra loro, con tante storie diverse, e nonostante a volte ci siano<br />
litigi fra noi, riusciamo a costruire insieme cose bellissime.<br />
26
Accettare le differenze<br />
Destinato a persone che intendono educare i futuri uomini e le future donne ad accettare le diversità<br />
Le differenze esistono Le differenze sono positive<br />
Non si diventa uguali negando le<br />
differenze.<br />
Le differenze esistono e vanno<br />
riconosciute.<br />
OGNI ESSERE UMANO É<br />
UNICO!<br />
Alcune differenze dipendono dal<br />
patrimonio genetico. Poi ci sono i<br />
tratti caratteriali e infine le culture<br />
di appartenenza.<br />
Le differenze possono<br />
spiacere<br />
Non sempre le differenze degli<br />
altri ci piacciono. Questo non<br />
significa che noi siamo cattivi.<br />
DIVENTIAMO CATTIVI<br />
QUANDO VOGLIAMO<br />
IMPEDIRE AGLI ALTRI DI<br />
ESSERE DIVERSI.<br />
27<br />
Le differenze rendono il mondo<br />
un posto interessante in cui<br />
vivere.<br />
Molto spesso CIÓ CHE CI<br />
ATTRAE NEGLI ALTRI É<br />
PROPRIO CIÓ CHE LI RENDE<br />
DIVERSI DA NOI.<br />
Dobbiamo accettare le<br />
differenze<br />
L’unico modo per vivere<br />
pacificamente insieme agli altri è<br />
accettare le differenze.<br />
I gruppi di persone che vivono in<br />
uno stesso territorio possono<br />
elaborare un sistema di REGOLE<br />
E DIVIETI COMUNI che li<br />
garantiscano.<br />
La prima regola è quella<br />
dell’UGUAGLIANZA fra esseri<br />
umani: ciò non significa negare le<br />
differenza ma affermare che<br />
TUTTI H<strong>ANNO</strong> UGUALI DIRITTI.
Lo scriverò nel vento<br />
col rosa del tramonto<br />
di questa mia città<br />
che voglio bene al mondo<br />
e a tutto il mondo il vento<br />
so che lo porterà<br />
lo soffierà sul mare<br />
per farlo navigare<br />
fin dove arriverà<br />
lo leggerà la gente<br />
di un altro continente<br />
e mi risponderà…<br />
Saremo tutti amici<br />
saremo mille voci<br />
un coro che cantando cancellerà<br />
le lingue e le distanze non conteranno niente<br />
e questo mondo che mondo sarà<br />
così sarà….<br />
Vento soffia più piano<br />
così l’amore si fermerà<br />
forte soffia sul pianto<br />
ed un sorriso rinascerà…<br />
Lo leggerò nel vento<br />
nel rosa del tramonto<br />
di questa mia città<br />
l’amore che dal mondo<br />
mi sta portando il vento<br />
soffiando fino a qua,<br />
volando sopra il mare,<br />
fino a toccarmi il cuore<br />
ma non si fermerà<br />
negli occhi della gente<br />
di un altro continente<br />
come risplenderà…<br />
Saremo tutti amici<br />
saremo mille voci<br />
un coro che cantando cancellerà<br />
le lingue e le distanze non conteranno niente<br />
e questo mondo che mondo sarà<br />
così sarà….<br />
Vento soffia più piano<br />
così l’amore si fermerà<br />
forte soffia sul pianto<br />
ed un sorriso rinascerà…<br />
Lo scriverò nel vento<br />
28<br />
Abbiamo cantato<br />
questa canzone al<br />
nostro concerto del<br />
15 dicembre 2009 e<br />
la vogliamo cantare<br />
anche nel Giorno<br />
della Memoria.<br />
Poiché piaceva<br />
tanto al nostro<br />
Direttore vogliamo<br />
dedicargliela<br />
Dallo Zecchino d’oro del 2006
Se tu fossi qui con me<br />
mentre ti canto,<br />
le lacrime asciugherei<br />
e mani ti terrei<br />
i sogni tuoi realizzerei<br />
quei sogni che non hai<br />
realizzato mai.<br />
Se tu fossi qui con me<br />
mentre ti ascolto<br />
le tue parole io terrei<br />
in tutti i giorni miei<br />
per non dimenticare mai<br />
che l’odio porta via<br />
la vita tua, e la mia.<br />
Se tu fossi qui con me<br />
mente ti guardo<br />
i tuoi sorrisi cercherei<br />
giocando fino a che<br />
il mondo ci accarezzerà<br />
noi bambini, noi<br />
eternità ...<br />
Ecco tu sei qui con me<br />
ed io ti canto<br />
le tue parole sento e<br />
sorrido insieme a te,<br />
ascolto mentre parli tu<br />
non dimenticherò<br />
ti giuro mai, mai più.<br />
... QUI CON ME<br />
Musica: dalla colonna sonora del film “Nuovo Cinema Paradiso” di Ennio Morricone.<br />
Parole: laboratorio musicale ins. Catia Gori e alunni classi quinte a.s. 2008-2009.<br />
Questo testo è stato ideato in occasione del concorso “Roberto Bachi” vincendo il 1° Premio. Questa<br />
canzone è stata cantata a Bologna, al Teatro Manzoni, il 29/05/2009, risultando vincitrice del concorso<br />
“Creatività in musica”. La targa è esposta sotto la lapide di Roberto Bachi nell’atrio della nostra scuola. Con<br />
gli alunni delle attuali classi quarte la scuola ha vinto il 1° Premio “Creatività in musica” con un p rogetto<br />
musicale della maestra Agostini Elisabetta.<br />
29
Ringraziamento<br />
Attraverso le righe di questo giornalino vogliamo ringraziare, ancora una<br />
volta, tutte le persone che con la loro dedizione hanno reso possibile che la<br />
cerimonia funebre del nostro caro Giorgio fosse così toccante.<br />
Il conforto della vostra presenza e dell’affetto che avete saputo trasmetterci<br />
ci è stato di grande aiuto per cercare di dare un senso all’enorme dolore che<br />
ci ha colpiti.<br />
Un ringraziamento speciale va agli alunni e alle loro famiglie che, nonostante<br />
il periodo festivo, si sono presentati a scuola per dare l’ultimo saluto al loro<br />
Direttore.<br />
Molti di voi avranno il ricordo di una sua sgridata,lui era così, non girava mai<br />
lo sguardo dall’altra parte, anche a costo di complicarsi la vita per aspetti<br />
che a noi tutti potevano sembrare poco rilevanti. Era il suo modo di amare le<br />
persone. Voi lo avete capito.<br />
Grazie<br />
Livia e Giacomo Gaudenzi<br />
30
Caro Direttore,<br />
grazie per le parole che ha scritto nei nostri cuori.<br />
Grazie per l’esempio,<br />
grazie per l’impegno,<br />
grazie per l’onestà,<br />
grazie per l’umanità,<br />
grazie per aver costruito<br />
la scuola di tutti,<br />
per tutti.<br />
I valori educativi,<br />
condivisi quotidianamente,<br />
ci hanno uniti sempre,<br />
per sempre.<br />
Gli alunni:Sara Federico Pietro Emma Elena Luca Francesco Lorenzo Destiny Alice Carlo Giulio Camilla Filippo Margherita Pietro<br />
Amelia Kine Laura <strong>Ed</strong>oardo Michele Gianandrea Ilaria Antonio Tommaso Christian Anita Chiara Costanza Luca Lucia Davide Lorenzo<br />
Simone Marco Antonio Federico Sofia Anna Tullia Giulia Michele Sveva Nicolas Pietro Andrea M.Vittoria Giorgio Francesca Francesco<br />
Cecilia Francesca Lorenzo <strong>Ed</strong>oardo Stella Lucia Mbayang Michele Giovanni Leon Gabriele Benedetta Rocco Francesco Alessandro<br />
Gianmarco Mia Luca Emiliano Santiago Laura Susanna Emma Chiara Rebeka Mattia Chiara Gianmarco Gregorio Livia Marco Giovanni<br />
Guido Manfredi Bruno Alessandro Olivia Anita Karen Ines Filippo Benedetta Giovanni Anna Pietro Greta Giovanni Federico Alessandro<br />
Daniele <strong>Ed</strong>oardo Filippo Angelica Thomas Pietro Benedetta Sofia Marco <strong>Ed</strong>oardo Lorenzo Martina Lorenzo Umberto Bouchra Larissa Rei<br />
Ketrin Arianna Nawfal Alessandro Camilla Sofia Natanael Jessica Luca Halmina Elena Ludovica Elettra Meri Nicholas Eraldo Mattia<br />
Martina Luca Viola Pietro Giovanni Francesco Van-Thuan Lorenzo George Anna Chiara Viola Giuseppe Marco Elisa Giulia Nicolas<br />
Alessandro Beatrice Lucrezia Angelo Luca Sofia Filippo Alessandro Amadou Martina Lorenzo Claudia Enrico Alessandro Jennifer<br />
Margherita Federico Federica Chiara Caterina Benedetta Francesca Mahder Clara Bartolomeo Luca Chiara Giacomo Clara Adam Mattia<br />
Raffaella Anna Matilde Renato Simone Alberto Aldo Sofia Sophia Andrea Maddalena Francesco Diamanda M.Carolina Pietro Cristina<br />
Matteo Francesco Valentina Eleonora Riccardo Lia Ellen Margherita Giorgia Mariantonietta Marco Tommaso Alexander Beatrice Asia Luca<br />
Emilia Martina Alessia M.<strong>Ed</strong>uarda Angelica Angela Andrea Anastasia Adi Ottavia Pietro Matteo Nicolò Emanuelle Giovanni Giacomo<br />
Alessandra Rachele Francesca Sara Lucia Lorenzo Alberto Francesco Eleonora M.Livia Clara Annalisa Federica Mattia Leonardo Eleonora<br />
Alessandra Jasmine Riccardo Anna Margherita Francesco Irene Federica Maria Viola Bianca Donia Aurora Abdel Gabriel Costanza Marco<br />
Luigi Camilla Aurora Luca Francesco Pietro Erika Xhonatan Sofia Greta Teresa Pietro Alessandro Bianca Marco Riccardo Mattia Giuseppe<br />
Carolina James M.Chiara Anna Lodovico Alice Marco Lorenzo Rodolfo Mariasole Tommaso Benedetta Marco Alessio Margherita Agata<br />
Mattia Teresa Erika Teodora Alessandro Leo Giulia Sofia Giulia Matilda Andrea Valentina Lorenzo Laura Agnese Giulia Marco Rebecca<br />
Chiara Eugenio Agnese Anna Federico Stefania Matteo Agnese Bernardina Andrea Sebastiano Alessandro Francesca Davide Barbara Chiara<br />
Matteo Robin Maxim Samuele Caterina Daniel Matteo Annagiulia Annamaria Alessandra Sofia Martina Vittoria Sofia Matilde Thomas<br />
Margherita Matilde Sofia Luigi Ilaria Antonio Ciro Chiara Simone Rebecca Valerio Andrea Alex Giacomo Elisa Luigi Mattia.<br />
le insegnanti: Agostini Elisabetta, Ballestrazzi Rossana, Benelli Barbara, Camprincoli Redenta, Centra Flora,<br />
Cicognani M.Giulia, Emiliani Manuela, Esposito Celeste, Favia Roberta, Gori Catia, Guancini Angela, Libertini Sonia,<br />
Martignon Luciana, Morini Angelica, Ranucci Nadia, Rega Alma, Reina Silvia, Rocco Flora, Rossi Vanessa, Salmaso<br />
Paola, Santini Franca,Sanzani Carolina, Scarcella Lucia, Suprani Cristina, Tumiatti Laura, Turchi Margherita, Zanandrea<br />
Enrica;<br />
i collaboratori: Bitella Lucia, Budrieri Sonia, Ciani Paola, Compagno Giovanni, Tassinari Aristina, Venturi Roberto,<br />
Virga Santina, Vangelista Francesca, Verponziani Paola, Caradonna Rosanna, Celotti Alice, Di Cristo Clelia, Raggio<br />
Carmelina, Laghi Giuseppe, Iaffaldano Giuseppina.<br />
Ringraziamo sentitamente tutti coloro che hanno contribuito alla<br />
realizzazione di questo giornalino, la Prima Circoscrizione di Ravenna e il<br />
Centro Stampa del Comune di Ravenna che ne hanno curato la stampa.<br />
31