“Il 18 luglio, verso le ore 22, arrivò in Fucecchio il primo colpo di ...

60° Anniversario della liberazione
La Liberazione di
Fucecchio
1 Settembre 1944
Comune di Fucecchio
Assessorato alla Cultura

E venne, leggero, sul campo, l’aereo, in quell’inizio di
settembre. Piccolo. Carico di speranza. Fine delle
angosce.
Un giro appena e poi l’atterraggio sotto gli occhi
della gente, uscita dai rifugi scavati in un fianco
della collina. Che l’aveva sentito e visto e salutato
sventolando asciugamani bianchi. Dapprima
titubante (ma è davvero americano, dei nostri?), poi
con esultanza. Giù dal poggio dei Niccolai e oltre i
canali del Padule, in via di Burello, privi di ponti.
Tutti, i ragazzi in prima fila, senza temere le mine.
Un solo pensiero: è finita. Eppoi intorno ai due
soldati che sorridevano, stringevano mani,
elargivano baci e abbracci, e parlavano un italiano
stentato. Ma la gente capiva. Capiva che i tedeschi
non c’erano più, che erano in fuga. E gustava i primi
momenti di libertà.
Riccardo Cardellicchio
Il ponte sull’Arno distrutto dai bombardamenti

LA LIBERAZIONE DI FUCECCHIO
NOTA STORICA REDATTA IL 1° SETTEMBRE 1945
DALL’ALLORA SEGRETARIO COMUNALE GIOVANNI
MENDICO
Il Commissario Prefettizio del Comune, signor Ceciliano
Riccioni, partì improvvisamente per il Nord (Lombardia)
il 21 giugno 1944, lasciando vacante la carica di Capo
dell’Amministrazione Comunale.
In considerazione che alla Prefettura sarebbe stato
difficile, per motivi contingenti, provvedere alla di lui
sostituzione, in data 28 giugno 1944 un Comitato
cittadino – composto dai signori: canonico don Claudio
Frediani, arciprete; Giovacchino Neri, presidente
dell’Associazione mutilati di guerra; dottor ingegner
Stefano Costagli, presidente dell’Associazione
combattenti; dottor Inson Rosati, presidente della Croce
Rossa Italiana; Quinto Bellagamba, presidente della
Venerabile Arciconfraternita della Misericordia;
Giuseppe Pacini, presidente dell’ospedale San Pietro
Igneo; don Ranieri Bertoncini, ispettore scolastico;
professor Pier Giuseppe Melani, direttore della Scuola di
avviamento professionale; Pietro Papini, fiduciario del
sindacato agricoltori; Alfredo Sabatini, fiduciario del
sindacato commercianti; Galliano Cioni, fiduciario del
sindacato lavoratori dell’agricoltura; Paolo Benvenuti,
fiduciario del sindacato industriali; Edgardo Papini,
fiduciario del sindacato operai della Saffa; Giuseppe Dei,
geometra, libero professionista; dottor Ranieri
Montanelli, farmacista – elesse quale Capo
dell’Amministrazione Comunale, in via provvisoria, il
generale a riposo Lamberto Capecchi fu Emilio, il quale,
suo malgrado, accettò, per dovere di cittadino, l’oneroso
incarico, che adempì nel modo migliore, pur rifiutandosi
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di firmare gli atti amministrativi del Comune, in attesa
della ratifica della sua nomina da parte della Prefettura;
ratifica che pervenne al Comune dopo la Liberazione.
L’occupazione tedesca del territorio comunale ebbe inizio
verso i primi di giugno; il 24 giugno ebbe luogo in
Fucecchio il primo rastrellamento di uomini da parte
delle truppe tedesche, poi ne seguirono parecchi altri.
Il 2 luglio 1944 (domenica), alle ore 7, venne distrutto,
mediante bombardamento aereo, il ponte sull’Arno,
costruito nell’anno 1867.
Il 18 luglio, verso le ore 22, arrivò in Fucecchio il primo
colpo di cannone, uccidendo certa Maria Vivaldi nei
Mannini, abitante in Via Trento n. 8. In nottata le
cannonate continuarono sempre più fitte e vi furono altre
vittime in paese.
Il 19 luglio vi fu il primo sfollamento obbligatorio della
popolazione civile da parte del Comando Militare
Tedesco, poi ne seguirono molti altri.
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Da quel giorno cominciò l’esodo della popolazione verso
la campagna. Alla fine di luglio in paese non vi erano che
militari tedeschi; i civili che si ostinavano a rimanere
nascosti nelle proprie case, o nei sotterranei, o nei rifugi,
assommavano a poche decine.
Il sunnominato generale Capecchi, Capo
dell’Amministrazione Comunale, che tanto si prodigò per
l’approvvigionamento alimentare della popolazione, fu
degli ultimi a sfollare.
Gli uffici comunali rimasero chiusi, o meglio abbandonati
dal pomeriggio del 18 luglio al 1° settembre 1944.
Il 31 agosto gli ultimi reparti di militari tedeschi
abbandonarono il territorio comunale e si trasferirono al
nord.
Il 1° settembre, coll’arrivo delle Truppe Alleate, avvenne
la Liberazione del territorio comunale. L’annuncio della
liberazione venne dato da un aeroplano americano
atterrato, con due uomini a bordo, nella zona del Padule
di Fucecchio a Nord della Via di Burello.
Il 2 settembre il segretario comunale – che fin dal 24
luglio si era trasferito con la famiglia nella frazione La
Torre, presso il colono mezzadro Nello Bertini (podere
Folona al n. 50) - e gli altri impiegati comunali ragionier
Nello Pecchia, Umberto Moretti, Mario Guasqui e Torello
Antonimi, anch’essi sfollati, fecero ritorno al capoluogo e
ripresero il loro posto in ufficio. Mancavano all’appello
tre dipendenti comunali colpiti da schegge di granata:
Giovanni Galleni, impiegato, morto il 19 agosto; Nello
Dainelli, guardia comunale, morto il 20 agosto; Tullio
Corsagni, cantoniere comunale, morto il 28 agosto.
L’impiegato Mario Fabbri, residente nel Comune di
Cerreto Guidi, riprese il servizio il 4 settembre.
Il 2 settembre rientrarono in servizio anche gli impiegati
non di ruolo Gino Bonfanti e Angelo Fattori, nonché il
direttore dell’ufficio tecnico dottor ingegner Stefano
Costagli e l’assistente tecnico Azzo Briganti, il capo
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cantoniere Santi Malvolti, il capo guardia Giulio De
Marchi, la guardia Alberto Ferri e il messo notificatore
Gino Zucchi, l’usciere capo Bruno Casotti e gli uscieri
Nello Cenci e Alberto Lazzeri.
L’impiegato Luigi Barontini, trasferitosi al nord verso la
fine del mese di luglio 1944, fece ritorno in Fucecchio il 1°
agosto 1945.
Il 2 settembre 1944 il capoluogo presentava un aspetto
desolante: case distrutte o gravemente lesionate, cumuli
di macerie sulle strade, vetri spezzati, fili delle condutture
elettriche a penzoloni, rottami ammassati sulle strade e
sulle piazze.
Il cannoneggiamento che continuò ininterrottamente dal
18 luglio al 31 agosto 1944 produsse i seguenti danni ai
fabbricati del capoluogo: case distrutte completamente n.
32 (vani n. 359); case gravemente lesionate n. 234 (vani
n. 2.230); case leggermente lesionate n. 155 (vani n.
1.308).
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Anche il palazzo comunale, sito in Via Lamarmora n. 16,
fu colpito da alcune cannonate che danneggiarono
seriamente il tetto dello stabile, l’archivio e due uffici.
Il bilancio delle vittime fu il seguente: morti nel territorio
comunale, appartenenti al Comune di Fucecchio, n. 102,
di cui sette fucilati dai tedeschi nella frazione di
Massarella, e due fucilati, sempre dai tedeschi, nel
capoluogo (i coniugi Ficini); tre impiccati, pure dai
tedeschi, a Pescia (i fratelli Carrara e Fagni).
Il 2 settembre il Comitato di Liberazione nominò sindaco
del Comune il signor Angiolo Cecconi e la giunta
municipale nelle persone dei signori Guido Morelli, Piero
Malvolti, Duilio Cicalini, Guido Toncelli, Giuseppe Cambi
e avvocato Egisto Lotti, catturato dai tedeschi, condotto
sulle montagne pistoiesi e a quella data non ancora
rientrato in Fucecchio.
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Soldati alleati
Fucecchio fu liberata dalla VI Divisione corazzata
sudafricana e dalla I Divisione corazzata americana.
Foto, archivio Spartaco Morelli