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La lontananza, sai, è come... - Contrada Capitana dell'Onda

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<strong>La</strong> <strong>lontananza</strong>, <strong>sai</strong>, <strong>è</strong> <strong>come</strong>...<br />

• di Caterina Pisani<br />

<strong>lontananza</strong> <strong>sai</strong> <strong>è</strong> <strong>come</strong> il vento / spegne i<br />

fuochi piccoli / accende quelli grandi”.<br />

Queste parole tratte dalla Lontananza, cele- “<strong>La</strong><br />

bre (almeno per gli ondaioli un pò più grandicelli)<br />

canzone di Modugno, continuavano a ronzarmi<br />

nella testa da quando avevo cominciato a pensare<br />

all’editoriale da scrivere per DonneinOnda. E non mi<br />

capacitavo del perché. E’ vero che scrivere l’editoriale<br />

mi mette sempre ansia (il banale e la retorica sono<br />

sempre in agguato!), anche se non più di altre cose<br />

(<strong>come</strong>, che so, le previsioni del tempo per il giorno di<br />

San Giuseppe o il salire in palco per le prove), ma che<br />

il solo pensiero dell’editoriale avesse avuto il potere di<br />

rimbecillirmi al punto di canticchiare Modugno mi<br />

aveva un po’ spaventato. Alla fine, non volendo considerare<br />

la poco lusinghiera ipotesi che i miei nervi<br />

avessero definitivamente ceduto allo stress, mi sono<br />

spiegata questa mia “inclinazione canora” alla luce<br />

del fatto che, semplicemente, il tema dell’editoriale<br />

doveva essere la <strong>lontananza</strong>. Ovviamente, non <strong>è</strong> la<br />

mia personale <strong>lontananza</strong> di qualche mese da Siena<br />

che voglio affrontare nello specifico, anche perché non<br />

credo che possa interessare granch<strong>è</strong> (giustamente!),<br />

ma la condizione generale di essere lontano, o in<br />

senso fisico o in senso emotivo, dalla <strong>Contrada</strong>.<br />

Credo che la <strong>lontananza</strong> più semplice da gestire per<br />

un <strong>Contrada</strong>iolo sia probabilmente la <strong>lontananza</strong> fisica,<br />

generalmente imposta da motivi professionali o<br />

familiari, che non coincide di solito con il sentirsi affettivamente<br />

lontano dalla <strong>Contrada</strong>.<br />

In questo caso, almeno per quanto mi riguarda, la<br />

nostalgia, lo struggimento del non poter sentire i tamburi,<br />

del non poter essere presenti alle occasioni di<br />

festa o semplicemente il non poter vivere il quotidiano<br />

della <strong>Contrada</strong> si trasformano spesso in un senso di<br />

solitudine e di isolamento, perché nei momenti in cui<br />

vorresti solo essere “tra i tuoi”, ti senti invece circondato<br />

da persone che non sono in grado né di partecipa-<br />

Quando la moda<br />

va in<br />

• di Daniela Ugolini<br />

In questo periodo di sfilate: Roma,<br />

Parigi, New York, non poteva mancare<br />

nel nostro giornale dedicato alle<br />

donne, l’angolo della moda. Un viaggio<br />

virtuale alla scoperta di una moda<br />

un po’ speciale abbinata al mondo del<br />

Palio.<br />

Come aprire le ante di un grande armadio<br />

e in ogni scomparto ritrovare qualcosa,<br />

un capo d’abbigliamento che<br />

re né di comprendere quei turbamenti dell’animo che<br />

sono propri di chi vive e ama la <strong>Contrada</strong>. Soltanto il<br />

sentirsi vicino la <strong>Contrada</strong> <strong>come</strong> organismo, con l’arrivo<br />

a casa del Malborghetto o degli auguri ad esempio,<br />

e i contradaioli <strong>come</strong> singoli, con una telefonata,<br />

una e-mail, un messaggio per dire “qui tutto bene, le<br />

serate dell’olio sono state un successo, ma ci sei mancato”<br />

può lenire in parte la malinconia, ricordandoti<br />

che fai parte di una comunità che ti abbraccia anche<br />

da lontano. Inoltre, penso che talvolta la <strong>lontananza</strong><br />

fisica possa addirittura essere un vantaggio: il senso<br />

degli avvenimenti risulta più chiaro quando si guardano<br />

in prospettiva e si riacquista il senso delle proporzioni.<br />

Essere lontani ci ricorda che la <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> un<br />

organismo che ha bisogno di tutti, ma che vive anche<br />

in assenza di qualcuno, che le cose continuano a funzionare<br />

perfettamente anche in nostra assenza, il che<br />

ci dimostra una cosa ovvia, ma che talvolta siamo por-<br />

ricorda un periodo della nostra vita e<br />

della <strong>Contrada</strong>.<br />

Il mio primo fazzoletto era un semplice<br />

triangolo di cotone bianco e celeste, poi<br />

sono venuti i fazzoletti di seta con le<br />

onde e anche i molti e fantasiosi modi<br />

di indossarli: quale bambino non ha<br />

messo il fazzoletto <strong>come</strong> un mantello<br />

svolazzante, con le onde bianche e<br />

celesti che sventolavano nelle corse per<br />

Periodico a cura della Società delle Donne dell’Onda • Anno 4 • n. 1<br />

il rione?! Guardando i vecchi filmati sul<br />

Palio possiamo vedere i molti modi di<br />

portare il fazzoletto: eccolo (stile figlio<br />

dei fiori) annodato in testa a mo’ di<br />

bandana, o infilato nei pantaloni al<br />

posto della cintura, e a tracolla, a bavaglio,<br />

legato alla borsa (che fa molto<br />

signora bon-ton) ecc….. Comunque ho<br />

un consiglio da darvi, non giudicate mai<br />

un <strong>Contrada</strong>iolo da <strong>come</strong> porta il fazzoletto.<br />

Perché? Be’ domandatelo a<br />

Rossella…… Nell’armadio dei ricordi la<br />

prima maglietta mitica <strong>è</strong> quella del<br />

1969 con la scritta FLAO (fate largo<br />

all’Onda) sicuramente molto amata perché<br />

testimonia la vittoria del Palio!<br />

Un altro modello di grande successo<br />

agli inizi degli anni ’70 fu ideato da<br />

due giovani stilisti (il Danesi e il<br />

Mommi), una T-shirt bianca (tipo fruit)<br />

con un delfino dipinto a mano di grande<br />

effetto visivo e che ebbe molto successo<br />

tra i ragazzi dell’epoca. Un modello<br />

così detto “di punta” per quanto riguarda<br />

la moda alla fine degli anni ’70, <strong>è</strong><br />

stato il famoso “maglione del GGO”,<br />

un maglioncino azzurro a righe bianche<br />

(sintetico al 100%), paricollo e con una<br />

particolarità: le maniche lunghe.<br />

Particolare che lo rendeva “adatto” ad<br />

essere indossato la mattina della tratta<br />

sotto il sole di Ferragosto. Ma nonostante<br />

tutto, abbiamo indossato i nostri<br />

maglioncini e tirate su le maniche, orgogliosi<br />

e sudati, siamo andati in palco e<br />

guardando le foto oggi che ci ritraggono<br />

tutti insieme, devo dire che eravamo<br />

proprio bellini!! Con gli anni ’80 c’<strong>è</strong><br />

stato un vero e proprio proliferare di<br />

magliette: quella a polo bianca con le<br />

righine celesti, quella bianca con le<br />

onde, stampate a mano da due infaticabili<br />

(Simona e Marco Dominici) che nel<br />

magazzino della cannella hanno passato<br />

ore e ore a stampare magliette di<br />

tati a scordare, forse per un pizzico di protagonismo,<br />

e cio<strong>è</strong> che l’Onda <strong>è</strong> stata, <strong>è</strong>, e sarà l’Onda anche<br />

senza di noi.<br />

Il discorso si fa invece molto più complicato quando si<br />

parla di distanza non fisica, ma emotiva dalla<br />

<strong>Contrada</strong>. E forse <strong>è</strong> questa la situazione di “<strong>lontananza</strong>”<br />

più frequente. Il non sentirsi in sintonia con la dirigenza<br />

della <strong>Contrada</strong> o con il suo popolo, non condividerne<br />

le scelte o gli obiettivi, non sentirsi sufficientemente<br />

apprezzato o valorizzato. Forse maggiori sforzi<br />

dovrebbero essere fatti da parte di tutti per far sentire<br />

ogni singolo contradaiolo membro di una comunità<br />

che, in ogni circostanza, lo rispetta e lo accoglie. Al<br />

tempo stesso però il singolo non dovrebbe pensare, a<br />

torto, che la <strong>Contrada</strong> deve “dimostrarsi degna di<br />

accoglierlo”, ma ricordarsi che l’appartenere alla<br />

<strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> un onore di cui <strong>è</strong> necessario sapersi dimostrare<br />

degni.<br />

Ma la <strong>lontananza</strong> non <strong>è</strong> solo questione di distanza<br />

emotiva o di distanza nello spazio, talvolta <strong>è</strong> distanza<br />

nel tempo. Generazioni che si succedono, affetti e<br />

ricordi che devono essere mantenuti vivi nella memoria<br />

collettiva per preservarne la bellezza e il significato.<br />

Per questo motivo l’articolo di fondo di questo numero<br />

di DonneinOnda <strong>è</strong> dedicato ai modi di vivere la<br />

<strong>Contrada</strong> da parte di tre generazioni di donne e a<br />

<strong>come</strong> i comportamenti si siano modificati nel tempo. Le<br />

interviste doppie hanno invece <strong>come</strong> protagonisti quattro<br />

ondaioli, due dei quali hanno costruito un percorso<br />

di vita che li ha portati fisicamente lontani da Siena ,<br />

ma non affettivamente lontano dalla <strong>Contrada</strong>, mentre<br />

gli altri due hanno seguito un processo inverso che li<br />

ha condotti ad abbracciare l’Onda.<br />

Infine, in tema di <strong>lontananza</strong>, scusatemi se approfitto<br />

di un “mezzo pubblico” per un “fine privato”, ma vorrei<br />

concludere ringraziando la mia Vice Presidente<br />

Daniela e tutto il Consiglio della Società delle Donne,<br />

che in mia assenza ha lavorato perfettamente…. quindi,<br />

se qualcosa talvolta va storto, sarà mica colpa<br />

della Presidente?!<br />

Foto a sinistra: i mitici maglioni nella<br />

estrazione del ‘78. Sopra: la maglietta<br />

con il delfino del Danesi, quella a polo,<br />

e quella con le onde stampate a mano.<br />

tutte le misure, il modello giusto per ciascuno.<br />

Per le ragazze alla moda furono<br />

realizzati i pantaloni azzurri con coulisse<br />

in vita e coordinati alla canottiera<br />

dello stesso colore, la camicia a righe<br />

verticali bianche e celesti e infine la<br />

polo tipo <strong>La</strong> coste senza maniche e con<br />

un piccolo delfino sul cuore.<br />

Arrivati alla fine di questo viaggio nel<br />

mondo della “moda e Palio”, anche se<br />

a quest’elenco potremmo aggiungere<br />

mole altre magliette e accessori<br />

dell’Onda, colgo l’occasione per informare<br />

tutte le nostre lettrici che sono in<br />

“fattura” le nuove magliette per i Palii<br />

2007; saranno casual o classic, sportive<br />

o sofisticate, di sicuro saranno le più<br />

belle e le più amate dell’estate!


2<br />

• marzo 2007<br />

Pensieri & Parole Pensieri & Parole<br />

• Nome: Patrizia • Cognome: Bianciardi • Nata a Siena • Residente a Perugia • Nome: Federico • Cognome: Lenzi • Nato a Firenze • Residente a Parigi (ancora per poco)<br />

• Da quanto manchi da Siena?<br />

Patrizia: Alle 8 della mattina dell’8 giugno prossimo saranno<br />

cinquant’anni. Avevo finito 8 anni da pochi giorni,<br />

quando si dovette partire. Credo sia questa la ragione per<br />

cui il numero 8 non mi piace un granché.<br />

Federico: Tredici mesi<br />

• Cosa hai pensato uscendo dalla Dupr<strong>è</strong> sapendo che non<br />

saresti tornata/o per molto tempo?<br />

Patrizia: Oddio. Oddio! E domani? Avevo paura di quel<br />

mondo del tutto ignoto che mi aspettava e tanta voglia di<br />

piangere. Cosa che feci per tanti giorni a fila che mi<br />

dovettero riportare a Siena in largo anticipo sul Palio di<br />

luglio. Fu davvero “lo strazio dell’innocente”.<br />

Federico: Ho cercato di non pensarci<br />

• L’ultimo ondaiolo che hai salutato.<br />

Patrizia: Modesto, a cui volevo un bene dell’anima e che<br />

per lunghi anni <strong>è</strong> stato per me un esempio di amore per la<br />

<strong>Contrada</strong> e di vita <strong>Contrada</strong>iola.<br />

Federico: Credo Andrea Cancelli.<br />

• Continuare a vivere l’Onda vuol dire…<br />

Patrizia: Vuol dire essere a casa, stare con la mia gente,<br />

condividere emozioni, affetti, storie di generazioni, tramandate<br />

non solo a parole ma che fanno parte del proprio<br />

DNA. Vuol dire sentire appagato un orgoglioso senso di<br />

appartenenza .<br />

Federico: rimanere in contatto con gli ondaioli. Per questo<br />

ringrazio Andrea e il Gore, il Cornice, Simonetta, Cris,<br />

Alice, Franco Marzoli, che hanno portato un po’ di Onda<br />

nella mia vita quassù.<br />

• Che sensazione hai provato quando hai incontrato un senese<br />

nella città dove vivi?<br />

Patrizia: Gioia,naturalmente, slancio affettivo. Incontrare<br />

un senese all’estero <strong>è</strong> <strong>come</strong> incontrare un consanguineo,<br />

<strong>sai</strong> che con lui <strong>è</strong> possibile una condivisione di cose, di<br />

parole, di un mondo di cui quotidianamente sei costretta a<br />

fare a meno. Si attenua la solitudine.<br />

Federico: Stranissima, <strong>è</strong> successo una settimana fa con una<br />

ragazza del Nicchio. Per un attimo riesci a tirarti fuori<br />

dalla grande città, e ripensi alla cinta di mura!<br />

• Quando hai messo fuori la bandiera dell’Onda, che reazione<br />

hanno avuto i vicini?<br />

Patrizia: I miei vicini non si sono mai meravigliati più di<br />

tanto perché chi mi conosce viene a sapere da subito quale<br />

<strong>è</strong> il tratto saliente della mia identità. Casomai il fatto sollecita<br />

altre domande e altre curiosità sul Palio.<br />

Federico: Non <strong>è</strong> successo... ho messo fuori quella dell’Italia<br />

per i mondiali, rischiando di essere picchiato.<br />

• Se un perugino/parigino ti chiede di descrivere la tua<br />

<strong>Contrada</strong>, quali parole usi?<br />

Patrizia: Non c’<strong>è</strong> bisogno di descrizione : “<strong>La</strong> mi’<br />

<strong>Contrada</strong> la riconoscereste subito, <strong>è</strong> la più bella…!”<br />

Federico: Famiglia, amore, condivisione, tradizione.<br />

• Se ricevi amici in casa e ti chiedono dell’Onda, cosa fai loro<br />

vedere?<br />

Patrizia: I miei amici non hanno certo bisogno di chiedermi<br />

dell’Onda perché –vi assicuro - sono ragguagliati abbondantemente.<br />

E del resto, a casa mia, basta entrarci un attimo<br />

per vedere cose dell’Onda, tipo delfini, delfini, delfini,<br />

le foto ingrandite di Valerio “vestito” e di qualche cavallo<br />

vittorioso al canape .<br />

Federico: Tessera del protettorato, qualche carriera nel<br />

computer. A Siena faccio vedere la foto di quando ero<br />

vestito nella comparsa nel settembre 2000, e la pergamena<br />

del battesimo, la foto del ’95...<br />

• Quando prepari le valige per venire a Siena, oltre al fazzoletto<br />

quali indumenti o oggetti pensi sia meglio portare?<br />

Patrizia: Una buona scorta di ansiolitico.<br />

Federico: Il problema fortunatamente non si <strong>è</strong> ancora<br />

posto... se mi sposto da mia nonna nel Casato, vestiti<br />

comodi e fazzoletto.<br />

• Quali sono stati i cambiamenti evidenti da quando sei partita<br />

ad oggi?<br />

Patrizia: <strong>La</strong> popolosità, la vivacità di vita attiva, quotidiana,<br />

al di là dei giorni del Palio. Quando metto piede in<br />

<strong>Contrada</strong> mi vengono sempre in mente le scene consuete<br />

di quand’ero piccina: tanti cittini – e noi cittine - che si giocava<br />

a gruppi per la strada, gli anziani seduti fuori dagli<br />

usci, le donne con le borse della spesa…<br />

Federico: Saperlo... spero niente! Nel 2006 non abbiamo<br />

nemmeno corso!<br />

• Vivere lontano da Siena la prima vittoria e la prima purga?<br />

Patrizia: L’unica vittoria vissuta lontana da Siena <strong>è</strong> stata<br />

quella dell’80: ero incinta di Valerio e costretta a letto. Fu<br />

una tortura e il mio figliolo ne porta i segni ! <strong>La</strong> prima<br />

purga fu nel ’61: per ragioni familiari ero dovuta rimanere<br />

a Perugia e dunque seguii quel Palio alla radio, col mi’<br />

nonno che purtroppo era nato in Salicotto. Non glielo perdonai<br />

mai, por’omo.<br />

Federico: Vissute vicino tutte e due... ho vissuto lontano<br />

un’estrazione nel 2003. Ero in Sardegna per lavoro, e<br />

quando al telefono col Gorelli ho sentito <strong>come</strong> un terremoto,<br />

mi sono messo a saltare e urlare, tanto che <strong>è</strong> arrivata la<br />

guardia giurata del parco con la pistola spianata.<br />

• Quando sei felice di non essere nell’Onda?<br />

Patrizia: MAI.. O che so’ domande da farsi? Com’<strong>è</strong> possibile<br />

essere felici di non essere nell’Onda?<br />

Federico: Mai.<br />

• <strong>La</strong> <strong>lontananza</strong> <strong>è</strong> <strong>come</strong> il vento… cosa fa ?<br />

Patrizia: Devasta. Per la nostalgia e i rimpianti.<br />

Federico: <strong>La</strong> <strong>lontananza</strong> annebbia, talvolta relativizza, ma<br />

non cancella.<br />

• E la vicinanza cosa aiuta a fare ?<br />

Patrizia: A me, personalmente, aiuta a vivere. Siena, col<br />

passare degli anni <strong>è</strong> diventata davvero vicina, posso essere<br />

presente ad ogni appuntamento significativo, senza problemi.<br />

Mi considero quasi una che vive in periferia. Ma vivere<br />

dentro la <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> invece as<strong>sai</strong> di più, <strong>come</strong> voi fortunati<br />

sapete bene.<br />

Federico: A partecipare, ad esserci.<br />

• A chi o a che cosa <strong>è</strong> vicina l’Onda in questo momento?<br />

Patrizia: L’Onda <strong>è</strong> tutti noi, e dunque siamo noi stessi a<br />

dover essere vicini, solidali, uniti, tesi verso i nostri obiettivi.<br />

E’ questo che fa grande una <strong>Contrada</strong>, il sentirsi tutti parte<br />

di un tutto.Per me, non <strong>è</strong> retorica, Ci credo fermamente.<br />

Federico: A una vittoria? Spero nel doppio cittino del capitano<br />

nonno!<br />

• Da che cosa o da chi vedi lontana la <strong>Contrada</strong>?<br />

Patrizia: Io sento la <strong>Contrada</strong> <strong>come</strong> un insieme inscindibile<br />

di territorio, popolo, organizzazione, strutture, obiettivi,<br />

tensioni, ideali, comunanza di intenti e di esperienze. E<br />

ancora, ancora di più. Mi spiace quindi avvertire che il<br />

corpo contradaiolo <strong>è</strong> più distante dal concetto di comunità<br />

e, di contro, invece sempre più strumentale e funzionale<br />

solo all’obiettivo Palio, che sembra essere divenuto l’elemento<br />

principe della coesione.<br />

Federico: <strong>La</strong> vedo lontana da quelle persone che forse<br />

andrebbero conquistate in altri modi.<br />

• Cosa deve fare la <strong>Contrada</strong> per essere vicina a tutti i<br />

<strong>Contrada</strong>ioli?<br />

Patrizia: Ripeto: sono i contradaioli che fanno la <strong>Contrada</strong>.<br />

E ribadisco, con umiltà , ammirazione e gratitudine incondizionata<br />

verso tutti coloro che si spendono giorno dopo<br />

giorno, che basta essere e sentirsi <strong>Contrada</strong>, riflettere a<br />

tutto ciò che implica circa la vicinanza, la solidarietà, il<br />

sentimento dell’identità comune.<br />

Federico: Deve essere profondamente umana, rigorosa,<br />

dignitosa. Deve farsi riconoscere per la sua tradizione, per<br />

i suoi valori.<br />

• C’<strong>è</strong> un’occasione in cui ti sei sentita veramente vicino alla<br />

<strong>Contrada</strong>?<br />

Patrizia: SEMPRE: sono dall’Onda nel bene e nel male, nei<br />

momenti buoni e in quelli cattivi, nella gioia e nella sofferenza.<br />

Federico: Un paio. Quando sono stato cancelliere. Ma<br />

ancora di più quando ho avuto l’occasione di lavorare con<br />

i bambini, per Ondeon. Il Salvadorino nei panni di Vasco<br />

Berni non lo dimenticherò mai.<br />

• A chi o a che cosa si dovrebbe avvicinare la dirigenza<br />

dell’Onda?<br />

Patrizia: Una dirigenza non autoreferenziale , ma convinta<br />

di se stessa e di quanto di buono può fare, <strong>è</strong> vicina a tutta<br />

l’Onda.<br />

Federico: A un’idea di Palio più anarchica, più nostra.<br />

Forse anche a certi fantini ondaioli...<br />

• Un obiettivo della <strong>Contrada</strong> che vedi molto vicino?<br />

Patrizia: Nessun obiettivo ci <strong>è</strong> lontano.<br />

Federico: Drappellone!<br />

• Un obiettivo che vedi un po’ più lontano?<br />

Patrizia: Viceversa: ogni obiettivo può essere più vicino di<br />

quanto (scaramanticamente? ) a volte ci neghiamo.<br />

Federico: Cappotto...<br />

• Nell’Onda tutti sono capaci di…<br />

Patrizia: A turno, di essere lezzi.<br />

Federico: Tramare?<br />

• Nell’Onda nessuno <strong>è</strong> capace di…<br />

Patrizia: Non essere meravigliosamente innamorato<br />

dell’Onda.<br />

Federico: Ascoltare? No no, non <strong>è</strong> vero!<br />

• 5 ondaioli alla Dupr<strong>è</strong> parlano di che cosa?<br />

Patrizia: Veramente, più che parlare, polemizzano. Su tutto<br />

o quasi. Ma si sa, <strong>è</strong> costitutivo.<br />

Federico: Del Siena o della Mens Sana.<br />

• 5 ondaioli per la strada parlano di…<br />

Patrizia: Magari, discutono….Dipende dalla strada!<br />

Federico: Nei giorni di Palio cospirano, il resto dell’anno,<br />

la domenica mattina in piazza... del Siena.<br />

• Se l’Onda fosse un film sarebbe…<br />

Patrizia: “L’amore (per l’Onda) <strong>è</strong> una cosa meravigliosa”.<br />

Federico: <strong>La</strong> Grande Onda (o L’Armata Brancaleone...).<br />

• Se l’Onda fosse una canzone ?<br />

Patrizia: “Sei bellissima…!”<br />

Federico: Onda su Onda, l’ho anche cantata quando ero<br />

piccino, alla Dupr<strong>è</strong>!<br />

• Chi <strong>è</strong> sulla cresta dell’Onda?<br />

Patrizia: Della cresta non me ne importa niente. Mi basta<br />

stare NELL’Onda.<br />

Federico: <strong>La</strong> famiglia Cancelli?<br />

• Le donne in <strong>Contrada</strong> sono….<br />

Patrizia: Considerato il noto proverbio e il nostro motto,<br />

sono “l’altra metà del cielo” e metà della forza del mare.<br />

Qualche volta anche tre quarti.<br />

Federico: splendide.<br />

• Le donne in palco e in terrazza sono…<br />

Patrizia: Acquisita la parità dei sessi, direi che di solito in<br />

palco sono sedute e in terrazza in piedi…<br />

Federico: quelle in palco moleste, e soprattutto hanno<br />

smesso di cantare, mentre le vicine della Tartuca non si zittano<br />

mai.<br />

• Un pregio degli ondaioli<br />

Patrizia: Creatività e fantasia.<br />

Federico: L’unicità.<br />

• Un difetto degli ondaioli<br />

Patrizia: Non crederci sempre fino in fondo.<br />

Federico: Quando si perde l’unicità (e poi polemici!).<br />

• Quanto ti pesa non stare più nell’Onda?<br />

Patrizia: Eh! Non <strong>è</strong> un peso solo, sono due che per di più<br />

girano vorticosamente.<br />

Federico: Non stare per più di un anno a Siena in qualche<br />

momento <strong>è</strong> stato difficile.<br />

• Quante volte ti hanno fatto dire “coca cola con la cannuccia”?<br />

Patrizia: Così tante volte che da decenni non bevo più<br />

coca cola, né alcunché con la cannuccia.<br />

Federico: Diobono, una citta ieri sera, ma era di Treviso!!!


• marzo 2007<br />

Pensieri & Parole Pensieri & Parole<br />

• Nome: Alberto Angelo • Cognome: Cornice • Nato a Lerici • Residente a Siena dal ‘57 • Nome: Piera • Cognome: De Francesco• Nata a Loano • Residente a Siena dall ‘81<br />

• Cosa hai pensato entrando alla Dupre’ la prima volta?<br />

Alberto: Che ero a casa mia. Nessun pensiero particolare.<br />

Piera: Ero emozionata…<br />

• Il primo ondaiolo che hai incontrato<br />

Alberto: Il figliolo di Otellino.<br />

Piera: Giulio.<br />

• Iniziare a vivere l’onda vuol dire….<br />

Alberto: Venni a Siena dal mattino alla sera nel ’57 e in<br />

Piazza incontrai il figliolo di Otellino. Mi parlò di una cosa<br />

di cui non avevo mai sentito parlare chiamata “<strong>Contrada</strong>”.<br />

<strong>La</strong> prima cosa di cui mi parlò fu l’Onda e fu <strong>come</strong> se fossi<br />

nato in quel momento. Fu un parto naturale.<br />

Piera: Io ho iniziato col conoscere Giulio e ho cominciato a<br />

conoscere la <strong>Contrada</strong> tramite lui, con tutte le sue raccomandazioni,<br />

i suoi “mi raccomando stai zitta”, “non fare<br />

domande fuori luogo” che io all’inizio ho rispettato, poi…<br />

• Ricordi il tuo debutto nell’onda?<br />

Alberto: Il mio debutto in <strong>Contrada</strong> fu in Via Dupr<strong>è</strong> 99.<br />

Quella <strong>è</strong> la mia casa, ogni volta che vado in casa di Mario<br />

Ascheri mi emoziono anche ora. Otellino abitava lì.<br />

Piera: Sì. Per festeggiare l’ultimo dell’anno dell’80 c’era<br />

da pulire la società perché si faceva il primo veglione<br />

della società nuova, e io ho aiutato Lilia e altre donne a<br />

pulire. Questo <strong>è</strong> stato il mio debutto concreto in <strong>Contrada</strong>.<br />

• E’ stato difficile allacciare i rapporti con gli uomini/donne<br />

dell’Onda?<br />

Alberto: No, non ho fatto nessun percorso. Non c’<strong>è</strong> stato<br />

nessuno scalino,mi sentivo già inserito.<br />

Piera: No, assolutamente no.<br />

• In quale occasione ti sei sentito per la prima volta ondaiolo/a?<br />

Alberto: Nel 1957 per il Palio di Agosto. In piazza ero<br />

solo perché gli altri si vestivano, attaccai discorso con una<br />

bella ragazza del Nicchio, capelli neri, occhi azzurri meravigliosi…,<br />

noi non si correva, vinse il Nicchio.<br />

Piera: No, non c’<strong>è</strong> stata un’occasione. E’ stato un inserimento<br />

naturale in una realtà che mi andava benissimo e<br />

nella quale mi sono trovata molto bene.<br />

• Qual’e’ stata l’occasione in cui hai dovuto constatare o ti<br />

hanno portato a pensare che forse ancora ti mancavano le<br />

famose “ore di volo” che dicono siano necessarie….anzi, in<br />

primo luogo, sono necessarie?<br />

Alberto: Più che “onde” di volo sono necessarie le “onde”<br />

di concordia….Oh scusate, Freud, questo <strong>è</strong> Freud.<br />

Piera: No, non ho mai sentito che mi mancassero, perché<br />

all’inizio quando non conoscevo la <strong>Contrada</strong>, stavo rispettosamente<br />

a guardare zitta. Quando ho capito <strong>come</strong> funzionava<br />

non ho più avuto problemi a dire la mia anche se<br />

a volte mi <strong>è</strong> stato fatto notare che ero di fuori e che forse<br />

dovevo tacere.<br />

• E’ facile o difficile inserirsi nell’Onda?<br />

Alberto: Per me <strong>è</strong> stato naturale.<br />

Piera: Per me <strong>è</strong> stato facile. Però forse non per tutti.<br />

• Se dovessi dare un consiglio a chi, venendo da fuori, si<br />

avvicina ora alla <strong>Contrada</strong>, quale sarebbe una cosa da fare e<br />

una cosa da non fare?<br />

Alberto: <strong>La</strong> prima cosa da fare <strong>è</strong> essere se stessi. <strong>La</strong> cosa<br />

da non fare <strong>è</strong> essere non se stessi.<br />

Piera: Prima imparare ad ascoltare e a capire e non parlare<br />

fuori luogo.<br />

• Che cosa ti ha insegnato la <strong>Contrada</strong>?<br />

Alberto: Mi ha insegnato a vivere il quotidiano: della<br />

società, della <strong>Contrada</strong>, ad essere un vecchio ondaiolo.<br />

Piera: <strong>La</strong> solidarietà, l’amicizia, la polemica e la generosità.<br />

• Quali sono stati i cambiamenti piu’ evidenti da quando sei<br />

arrivato ad oggi?<br />

Alberto: Infiniti. Voi non immaginate cos’era Via Dupr<strong>è</strong><br />

negli anni ’50. Di una tetraggine infinita. Io ho visto gli ultimi<br />

maccabei! Ed erano veramente maccabei, deformi. <strong>La</strong><br />

meno deforme sembrava la Venere di Milo, il meno deforme<br />

l’Apollo del Belvedere. E quando il generale Barbarulli<br />

veniva a qualche riunione e vedeva queste donne diceva<br />

“le nostre brave e belle donne”!!! Per quanto riguarda la<br />

<strong>Contrada</strong> siamo rimasti quelli che siamo, polemici, non ci<br />

va mai bene niente. Anarchia! Che <strong>è</strong> un segno positivo perché<br />

vuol dire individualità, spinta a volte anche all’eccesso.<br />

Piera: Si <strong>è</strong> persa un po’ di serenità. Una cosa che mi<br />

aveva affascinato era la voglia di stare insieme. Mi ricordo<br />

i canti che partivano alla sera verso le 7 seduti a un tavolino:<br />

il Tottino, il Biri, l’Ippo che cominciavano a cantare, e si<br />

passava la serata…Ora manca questa serenità, siamo<br />

meno felici di far parte di questa famiglia.<br />

• Vivere a siena la prima vittoria? E la prima purga?<br />

Alberto: Per la prima vittoria ho pianto tanto. <strong>La</strong> prima<br />

purga nel ’61 si passò la sera a piangere con gli amici; si<br />

fece il giro delle fonti a piedi piangendo. Poi dissi ai ragazzi:<br />

io non ci posso più stare. Abitavo ancora a Genova,<br />

presi il primo treno e me ne tornai via.<br />

Piera: <strong>La</strong> prima vittoria <strong>è</strong> l’85: mi ricordo un abbraccio con<br />

Alberto davanti al Duomo e un grande abbraccio col dottor<br />

Favilli. Per me <strong>è</strong> stata una cosa emozionante e travolgente<br />

perché lui era il dottor Favilli e io ero Piera da poco<br />

a Siena. E la prima purga questa del 2005 che <strong>è</strong> stata<br />

dolorosa per me, per il mio bambino e per Giulio… <strong>è</strong> stato<br />

molto triste... anche se purtroppo ci s’aspettava.<br />

• Quando non vorresti essere nell’Onda o quando non vorresti<br />

essere dell’onda?<br />

Piera: Io dell’Onda voglio essere sempre. Certamente ci<br />

sono delle occasioni che vorrei che l’Onda non avesse<br />

fatto certe cose o le avesse fatte meglio e mi dispiace non<br />

aver potuto contribuire per far sì che questo accadesse.<br />

Alberto: L’onda <strong>è</strong> il sacro suolo. Non <strong>è</strong> il mondo. Dobbiamo<br />

renderci conto che il mondo non va da San Giuseppe<br />

alla Dupr<strong>è</strong>, io amo il mondo da San Giuseppe alla<br />

Dupr<strong>è</strong>, però ogni tanto ho bisogno di una boccata d’aria.<br />

Quindi vorrei sempre esserci e non esserci e quello che<br />

amo di più della <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> il quotidiano, più che la cena<br />

con 100 persone.<br />

• <strong>La</strong> vicinanza aiuta a fare cosa?<br />

Alberto: Non la vicinanza…l’inserimento. Non voglio essere<br />

vicino, voglio essere dentro.<br />

Piera: Secondo me partecipare alla vita quotidiana, ma<br />

anche alle occasioni importanti, al cerimoniale della<br />

<strong>Contrada</strong>. Per me <strong>è</strong> una festa.<br />

• Essere lontani aiuta?<br />

Alberto: Essere lontani..a volte mi son trovato fuori e ho<br />

visto un delfino in una fontana e ho cominciato a fare salti<br />

e la gente intorno diceva: “ma il dottor Cornice cosa fa,<br />

cosa gli <strong>è</strong> preso?”.<br />

Piera: Forse a esser lontani si <strong>è</strong> meno coinvolti dalle bassezze,<br />

dalle piccole cose, quindi riesci a fare un esame più<br />

obiettivo e più critico di certe situazioni.<br />

• A che cosa o a chi e’ vicina l’onda in questo momento ?<br />

Piera: <strong>La</strong> <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> vicina a tutti gli ondaioli che hanno<br />

bisogno….alle persone che vivono un momento particolarmente<br />

difficile.<br />

Alberto: <strong>La</strong> <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> vicina alla vittoria. Ne abbiamo<br />

bisogno, <strong>è</strong> una rigenerazione, <strong>è</strong> una nuova pelle, e ci sarà<br />

presto. Dobbiamo decidere tra tre tendenze politiche, la<br />

tendenza di vincere il palio di Luglio, quella di vincere il<br />

palio di Agosto o tutti e due….Io sono per la terza.<br />

• Da che cosa o da chi vedi lontana la <strong>Contrada</strong>?<br />

Alberto: <strong>La</strong> vedo lontana dall’efficienza nel quotidiano. In<br />

certe cose la <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> inerzia.<br />

Piera: In questo momento la <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> un po’ lontana<br />

dall’armonia e dalla serenità, però sono fiduciosa di poterla<br />

ritrovare presto.<br />

• Cosa deve fare la <strong>Contrada</strong> per essere piu’ vicina a tutti i<br />

<strong>Contrada</strong>ioli?<br />

Alberto: Dipende da noi. Ognuno di noi <strong>è</strong> una gocciolina<br />

nell’oceano, ma l’oceano <strong>è</strong> fatto di goccioline.<br />

Piera: <strong>La</strong> <strong>Contrada</strong> siamo noi, quindi devo pensare a quello<br />

che faccio io nei confronti degli altri, e gli altri, di conseguenza,<br />

nei miei confronti.<br />

• C’e’ un’occasione in cui ti sei sentita veramente vicina alla<br />

<strong>Contrada</strong>?<br />

Piera: In questo momento non saprei dirlo, forse perché mi<br />

ci sento sempre.<br />

Alberto: Quando <strong>è</strong> mancato qualcuno…tanti anni fa.<br />

• A chi o a che cosa si dovrebbe avvicinare la dirigenza dell’onda?<br />

Piera: Dovrebbe eseguire le cose che il popolo le ha chiesto<br />

eleggendola:gestire la <strong>Contrada</strong> nel modo migliore con<br />

il grande rispetto di tutti.<br />

Alberto: Secondo me la dirigenza attuale <strong>è</strong> molto buona, <strong>è</strong><br />

positiva e la condivido.<br />

• Un obiettivo della <strong>Contrada</strong> che vedi molto vicino?<br />

Alberto: L’ho già detto, 2 obiettivi, un cappotto.<br />

Piera: Mi unisco all’obiettivo di Alberto. Lo vedo vicino. Un<br />

altro obiettivo che vorrei che la <strong>Contrada</strong> perseguisse <strong>è</strong> la<br />

famosa cucina.<br />

• E un obiettivo che vedi un po’ piu’ lontano?<br />

Piera: Un obiettivo che vorrei che la <strong>Contrada</strong> perseguisse,<br />

ma che vedo un po’ lontano <strong>è</strong> sempre la famosa cucina.<br />

Alberto: Un obiettivo che vedo più lontano perché non può<br />

essere raggiunto in fretta <strong>è</strong> il nuovo museo. Anzi, il museo,<br />

perché l’Onda non ha mai avuto un museo.<br />

• Nell’onda tutti sono capaci di….<br />

Alberto: Di fare obiezioni.<br />

Piera: Di fare polemica.<br />

• Nell’onda nessuno e’ capace di...<br />

Alberto: Rinunciare all’obiezione.<br />

Piera: Rinunciare a dire e fare un po’ di più.<br />

• 5 ondaioli alla dupre’ parlano di che cosa?<br />

Alberto: Di tutto, non solo di palio e di calcio.<br />

Piera: D’inverno parlano di calcio. Mi spiace ma <strong>è</strong> così….<br />

• 5 ondaioli per strada parlano di<br />

Piera: Di calcio…<br />

Alberto: Per la strada parliamo di cose di <strong>Contrada</strong>.<br />

• Se l’onda fosse un film sarebbe<br />

Alberto: <strong>La</strong> storia infinita.<br />

Piera: Love story.<br />

• E se l’onda fosse una canzone?<br />

Piera: Mi ritorni in mente.<br />

Alberto: Io ti darò di più.<br />

• Chi e’ sulla cresta dell’onda?<br />

A) L’Onda.<br />

Piera: L’Onda.<br />

• Le donne in <strong>Contrada</strong> sono….<br />

Alberto: “ Io vi trovai fanciulle un bel mattino di mezzo<br />

maggio in un verde giardino, eran d’intorno violette e<br />

gigli, tra l’erba verde vaghi fiorn novelli.azzurri, gialli, candidi,<br />

vermigli”.<br />

Piera: Le donne in <strong>Contrada</strong>..vorrei che fossero di più.<br />

• Le donne in palco e in terrazza sono…<br />

Piera: Belle.<br />

Alberto: Uno spettacolo.<br />

• Un pregio degli ondaioli<br />

Alberto: <strong>La</strong> follia.<br />

Piera: <strong>La</strong> fantasia.<br />

• Un difetto degli ondaioli<br />

Alberto: <strong>La</strong> polemica.<br />

Piera: Ce ne sono tanti…<br />

• Ti pesa non essere nato nell’onda?<br />

Piera: No.<br />

Alberto: E’ <strong>come</strong> se ci fossi nato mentalmente anche se non<br />

anagraficamente.<br />

• Venite entrambi da posti di mare, sara’ stato il destino a<br />

portarvi nell’onda?<br />

Alberto: Non ci ho mai pensato, però a volte può essere<br />

qualcosa di inconsio, di nascosto.<br />

Piera: E’ stato un destino che per me si chiama Giulio.<br />

3


4 • marzo 2007<br />

Gita a<br />

Mantova<br />

Domenica sette gennaio Mantova, avvolta da una<br />

leggera coltre di nebbia, ci ha accolto un po’ sonnacchiosa.<br />

Noi, a bordo di uno sgargiante pullman<br />

verde smeraldo, eravamo partiti di buon mattino.<br />

Dopo la classica sosta per rifocillarsi con caff<strong>è</strong> e<br />

vivande varie, che abbiamo conquistato con fatica,<br />

dato l’affollamento all’autogrill, avevamo già imparato<br />

qualcosa della città dei Gonzaga grazie all’affascinante<br />

racconto di Alberto Cornice. Il primo<br />

appuntamento con la bellezza più nascosta di<br />

Mantova <strong>è</strong> stato all’interno del Palazzo Ducale,<br />

nella meravigliosa Camera degli Sposi, dove<br />

Alberto, oltre a guidarci nella comprensione degli<br />

splendidi affreschi, non ha mancato di farci notare la<br />

presenza del delfino cavalcato da Arione! Nel<br />

mezzo del giorno, sparpagliati nel centro storico<br />

della città, abbiamo passeggiato e scuriosato fino a<br />

quando, a metà pomeriggio, di nuovo in formazione<br />

compatta, abbiamo dato l’assalto alla Mostra delle<br />

opere di Andrea Mantegna a Palazzo Te.<br />

Nonostante le pressanti (e seccanti) sollecitazioni del<br />

personale della mostra, siamo riusciti a goderci con<br />

un po’ di tranquillità le varie opere e, al termine del<br />

percorso espositivo, una rapidissima passeggiata<br />

nelle sale del Palazzo. Stanchi, ma soddisfatti, ci<br />

siamo “imbarcati” sul nostro veicolo alla volta di<br />

Siena. In effetti, Mantova, si <strong>è</strong> rivelata una meravigliosa<br />

cornice per trascorre una piacevole giornata<br />

e …. che Cornice!…non resta che aspettare la prossima<br />

occasione….<br />

Cena della Befana<br />

supplemento a Malborghetto<br />

Reg. Tibunale di Siena n 406 del 2-06-80<br />

Direttore: Alessandro Rossi<br />

Stampa: Tipografia <strong>La</strong> Diana - Siena<br />

Grafica: Roximage - Siena<br />

Redazione: Martina Benato, Maria Rosaria Civitelli,<br />

Sandra Del Santo, Daniela Doddoli, Simonetta Losi,<br />

Caterina Pisani, Celeste Rosetti<br />

E-mail: donnedellonda@libero.it<br />

Donne ieri, donne oggi<br />

• di Simonetta Losi<br />

<strong>Contrada</strong>: ieri era la<br />

vita <strong>come</strong> teatro,<br />

dove tutti erano personaggi<br />

e interpreti<br />

con caratterizzazioni definite.<br />

Dove nessuno era in<br />

cerca d’autore, perché si<br />

definiva da sé, attraverso<br />

l’interazione più o meno ludica<br />

con gli altri. Oggi ai giovani<br />

talvolta sembra di essere<br />

più spettatori che attori,<br />

con la sensazione di aver<br />

perso qualcosa di importante,<br />

che però non si <strong>è</strong> mai<br />

conosciuto. Forse la <strong>Contrada</strong><br />

si vive in un altro modo,<br />

al passo con i tempi che offrono mille possibilità<br />

diverse di vivere e di stare insieme, o di sentirsi più soli.<br />

Forse i giovani sono troppo giovani per avere dei ricordi,<br />

impegnati <strong>come</strong> sono a costruirli. <strong>La</strong> sensazione diffusa<br />

<strong>è</strong> che si sia persa la dimensione del giocare insieme,<br />

che <strong>è</strong> diversa da quella, pure presente e preziosa,<br />

del divertirsi insieme: ma il gioco collettivo <strong>è</strong> un’altra<br />

cosa, perché ti coinvolge e ti fa essere davvero te stesso,<br />

perché ti impegna <strong>come</strong> protagonista. Abbiamo<br />

perduto l’infanzia, la giovinezza della <strong>Contrada</strong> o semplicemente<br />

sono le persone adulte che stanno diventando....<br />

“sempre più grandi” e tendono a mitizzare il<br />

passato? L’altra sera alla Dupr<strong>è</strong> per la redazione di<br />

Donne in Onda alcune persone si sono messe a parlare<br />

della <strong>Contrada</strong>, di <strong>come</strong> <strong>è</strong> stato avere vent’anni<br />

nell’Ottanta. Così nasce questa chiacchierata corale,<br />

che mette in piazza sentimenti veri, dimensioni autentiche,<br />

parlando “di tante cose belle che non ci sono<br />

più”... Esercizio retorico? Nostalgia canaglia? No.<br />

Piuttosto una riflessione su cosa <strong>è</strong> cambiato, uno sguardo<br />

affettuoso sul passato e la voglia di costruire un<br />

futuro dove i valori eterni della <strong>Contrada</strong> siano ancora<br />

vivi e potenti, anche se vissuti e coniugati al tempo<br />

presente.<br />

Il rapporto con la <strong>Contrada</strong> <strong>è</strong> cambiato?<br />

Lilia Lucchesi: Più che altro <strong>è</strong> cambiato il rapporto tra<br />

le persone. C’era un rapporto sentimentale, profondo,<br />

che nasceva da una conoscenza e da una frequentazione<br />

quotidiana che oggi si <strong>è</strong> perduta.<br />

<strong>La</strong>ura Fratagnoli: Dopo la generazione delle “anziane”<br />

troviamo persone <strong>come</strong> Serena, Margherita, ma<br />

dopo loro non c’<strong>è</strong> più nessuno. Il periodo della terrazza<br />

e del ballatoio non ha favorito l’integrazione delle<br />

nuove generazioni con quelle precedenti: i giovani si<br />

sono appartati, mentre il cuore della Dupr<strong>è</strong> batteva<br />

altrove.<br />

E prima?<br />

Sandra Del Santo: Prima si stava di più con le persone<br />

più grandi. Mi ricordo di aver giocato a nascondino in<br />

Piazza del Mercato con Gianni Roggini e Vasco.<br />

Lilia Lucchesi: <strong>La</strong> vera <strong>Contrada</strong> era la strada, quando<br />

il bar era in via Dupr<strong>è</strong>, quando ci si parlava - oggi<br />

dirlo sembra retorico, ma era davvero così - dalle finestre.<br />

Io, Donatella e Patrizia Baldi a volte abbiamo<br />

fatto conversazione fino alle tre di notte.<br />

Gloria Gentilini: Il divertimento prima era la <strong>Contrada</strong>:<br />

c’era poco di più. Il Campo Scuola <strong>è</strong> nato per sopperire<br />

a questa che <strong>è</strong> sentita <strong>come</strong> una mancanza, per<br />

favorire lo spirito di aggregazione.<br />

<strong>La</strong>ura Fratagnoli: Negli anni Ottanta quando facevamo<br />

le acquate giocavano persone di tutte le età, anche<br />

anziane. Mi dispiace tanto che le ragazze più giovani<br />

non abbiano vissuto tutto questo, che non sapranno<br />

mai com’era.<br />

Gloria Gentilini: Sembra che ci sia stato un salto di<br />

generazione. Mentre vediamo che i trentenni e quarantenni<br />

sono più definiti, più compatti, fra le donne<br />

non <strong>è</strong> possibile individuare un gruppo coeso.<br />

Sandra Del Santo: I motivi di aggregazione erano<br />

innumerevoli. Uno era, per noi ragazzi, il servizio alla<br />

Cena della Prova Generale. Negli anni in cui si correva<br />

due volte la mi’ mamma mi diceva: “una la fai e<br />

una la servi”. In cucina, per la strada, in Società, si<br />

lavorava e si cantava.<br />

Ma per le “giovani” <strong>è</strong> davvero così?<br />

Celeste Rossetti: In effetti tra persone di generazioni<br />

diverse c’<strong>è</strong> molto meno collegamento. Fra noi la voglia<br />

di stare insieme c’<strong>è</strong>: magari su dieci sere che si esce,<br />

quattro si viene alla Dupr<strong>è</strong> e per il resto si va altrove.<br />

A volte c’<strong>è</strong> un po’ di menefreghismo a fare qualcosa<br />

per l’Onda: se <strong>è</strong> troppo faticoso rinunciamo. Eppure ci<br />

sono altri che, pur essendo in pochi, si impegnano a<br />

fondo.<br />

Martina Benato: Fino a qualche anno fa il gruppo che<br />

era nato intorno al biliardo e al ballatoio era più chiuso:<br />

ora le cose sono cambiate, alcune differenze di età<br />

si sono attenuate e c’<strong>è</strong> maggiore apertura. Una cosa<br />

riguardo al Palio: noi giovani forse siamo meno protagonisti,<br />

quasi più spettatori che attori: si vede viverlo<br />

agli altri e noi ci adattiamo a quello che fanno le persone<br />

più grandi. A volte mi viene di stare in disparte,<br />

mi trovo un po’ spiazzata. Non sempre nella nostra<br />

generazione ci sentiamo gruppo.<br />

C’<strong>è</strong> una punta di nostalgia da un lato e una punta di<br />

malinconia dall’altro. Ma il sabato pomeriggio dell’intervista<br />

<strong>è</strong> passato in un lampo, con figlioli e mariti<br />

“dimenticati” alla Dupr<strong>è</strong> e ancora tante cose da dirsi.<br />

Più che un’intervista un momento di comunicazione<br />

potente e per chi l’ha vissuto appagante, tra persone di<br />

generazioni diverse. Forse, chissà, l’inizio di un discorso<br />

tra donne, ma non solo, da riannodare e proseguire<br />

nel tempo...<br />

Magia di quella Stanzina che <strong>è</strong> una specie di focolare<br />

da cui la seta e i velluti si traducono nei nostri colori?<br />

Qualche aneddoto<br />

di un passato presente<br />

e remoto per sorridere...<br />

Nel ’72 s’era chiuso la strada con un palo. S’era al<br />

buio, a sedere sugli scalini del Chiesino. A un certo<br />

punto arriva una Cinquecento gialla carica di roba,<br />

con marito e moglie che tornavano dal mare. Tutti noi<br />

ci si preparò alla scena. Una voce notturna fuori<br />

campo consigliò alla signora: “passa di sopra...” Lei<br />

arrivò al vicolo della stalla e lo trovò chiuso. Il marito<br />

intanto era arrivato alla cannella e non trovava più la<br />

moglie. Si mise a Chiamarla: “Mara! Mara!” E lei con<br />

voce flebile: “So’ qui!”. Partì un bercio: “C’<strong>è</strong> il cavallo!”<br />

Imbarazzo, sberleffo e molte risate.<br />

Quattro o cinque anni fa Francesco Salvadori, Andrea<br />

Morini e Matteo andarono all’Acqua Borra. Matteo<br />

era l’unico che aveva la macchina. Francesco entrò<br />

nella melma e si infangò anche i calzini. Per non sporcare<br />

la macchina viaggiò con i calzini fuori dal finestrino,<br />

che rilasciarono il fango su tutta la fiancata<br />

della macchina.<br />

<strong>La</strong> “mitica” baruffa, l’unica degli ultimi decenni, delle<br />

donne dell’Onda con quelle della Torre: era il 1980,<br />

dopo la vittoria e già da qualche tempo tirava una<br />

brutta aria con “quelle”. Un giorno Sandra Raveggi e<br />

Sandra Razzolini vennero mandate da quelle più<br />

grandi a “fare l’esca” per il Corso. Non mancò l’incontro,<br />

le torraiole si fecero avanti minacciose e ci fu<br />

“il tafferuglio”. Velio aveva, in quell’occasione, il delicato<br />

ruolo di reggere le borse e si divertì <strong>come</strong> un<br />

matto. Ci fu un seguito: l’ignara Mariotti, uscendo dal<br />

lavoro, venne accerchiata per il corso e picchiata. Nei<br />

giorni successivi le sue amiche andarono a prenderla<br />

al lavoro, finché le acque – si fa per dire – non si calmarono...<br />

Una volta venne Marino Serchi, torraiolo, al bar<br />

dell’Onda e leticò col Sole. Da tre persone che erano<br />

diventarono trenta e il Serchi prese un golino. Lilia<br />

scese lasciando Gianni e Sandro nel box, non senza<br />

prima essersi armata con il mitra dei su’ figlioli.<br />

Due anni fa ci si meritò di uscire: si fece pranzo tutti<br />

insieme, poi si iniziò a fare le acquate. Tutte noi citte<br />

si entrò nello sgabuzzino per le scale. I ragazzi non ci<br />

trovarono più.<br />

Una volta per le serate - che, vi ricordo, erano sette e<br />

non solo tre - vennero i Giancattivi. Alla fine dello<br />

spettacolo si vide Francesco Nuti seduto sul palco, da<br />

solo, in un momento di meditazione, con la testa tra<br />

le mani. Partì Spago e gli attaccò un bottone.<br />

Cominciò un altro spettacolo: si fece mattina.<br />

Nel 1972 passò il lattaio e stroncò ogni cosa. Si<br />

affacciò il giapponese (cantante d’opera che abitava<br />

nell’Onda) e cominciò a lamentarsi del casino continuo<br />

che si faceva nel Rione. Si affacciò Athos e colse<br />

l’occasione per riprenderlo con delicatezza: “O<br />

Celeste Impero, vai a pigliattelo nel... tanto lo so che<br />

sei te che pisci nel chiassino!”

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