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L'allevamento dell'Argyrosomus regius - Pesca e Acquacoltura

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Inserimento di nuove specie ittiche negli allevamenti toscani Sottoprogetto 4 - <strong>L'allevamento</strong> di<br />

Argyrosomus <strong>regius</strong><br />

G. Cittolin 1 , N. Borgoni 1 , M. Angelini 2 , C. Lorenzini 1<br />

1 Lab. Biol. Marina e Maricoltura, Casa di Reclusione, Isola di Gorgona, Livorno<br />

2 Soc. Cosa srl, Loc. La Tagliata, 58016 Orbetello Scalo, Grosseto<br />

RIASSUNTO<br />

Adulti di Argyrosomus <strong>regius</strong>, provenienti da riproduzione controllata e stabulati in una vasca da<br />

60 m 3 presso la soc. Cosa di Ansedonia, sono stati condizionati all emissione mediante combinazione<br />

di fattori ambientali e iniezione di ormoni di sintesi analoghi di LH-RH, nel corso di due stagioni<br />

riproduttive (2003 e 2004). Il condizionamento a 24±2°C, fotoperiodo naturale e iniezione di ormone a<br />

lento rilascio desGly 10, [D-Leu6] LH-RH etilamide o leuprolide acetato, non ha avuto risultati su<br />

femmine di peso medio 11.2±1.2 (2003). L utilizzo di fotoperiodo e termoperiodo controllati<br />

(15.7÷25.7°C, anticipo di 2 mesi del fotoperiodo tardo-primaverile), unito all uso dell ormone LH-RH<br />

(analogo a breve rilascio o desGly 10 [D-Ala6] LH-RH etilamide, singola iniezione di 4 g /kg p.v.) ha<br />

indotto in un lotto di femmine di peso medio 10.6±4.4 kg la deposizione di 400g di uova. Le prime<br />

osservazioni sulla schiusa e lo sviluppo larvale di Argyrosomus <strong>regius</strong> in Italia sono state compiute su<br />

un lotto di larve importate dalla Francia nel 2003 (assenza di deposizioni autoctone), allevate dal<br />

giorno 13 al giorno 73 dalla schiusa. Nel 2004 sono state fatte schiudere alcune uova rimaste dai 400 g<br />

ottenuti nel corso del presente studio; le larve ottenute sono state allevate fino all età di 32 giorni dalla<br />

schiusa. L uovo, con un unica goccia lipidica, aveva un diametro di 1069± 24 m (media ± d.s.). Alla<br />

schiusa la larva misurava 2.4 ± 0.05 mm. I principali indicatori dello sviluppo larvale sono stati<br />

identificati: apertura bocca a 76 °C/giorno, inizio alimentazione a 113 °C/giorno, attivazione della<br />

vescica natatoria a 190 °C/giorno, metamorfosi caudale tra 266 e 502 °C/giorno. Un primo protocollo<br />

di gestione dell allevamento larvale è stato definito dalla schiusa allo stadio di giovanile.<br />

L alimentazione larvale richiese una combinazione di prede vive, distribuite da 113 °C/ giorno<br />

(Rotifero) e da 247 °C/ giorno (nauplii di Artemia salina). Il co-feeding iniziò a 370 °C/giorno,<br />

utilizzando microdiete artificiali. I giovanili derivanti dal test del 2003, mantenuti ad un regime<br />

termico di 22-29°C, crebbero fino al peso medio di 23.5±3.8 g e lunghezza media di 121.9±5.9 mm in<br />

73 giorni.<br />

Parole chiave: Argyrosomus <strong>regius</strong>, ombrina bocca d oro, riproduzione controllata, allevamento<br />

larvale.


INTRODUZIONE<br />

Il forte e costante aumento della produzione acquicola delle due specie marine più conosciute ed<br />

apprezzate nell area mediterranea, spigola ed orata, soprattutto da parte di alcuni paesi comunitari<br />

come la Grecia o extracomunitari quali la Turchia e quelli del Nord Africa ne ha determinato una<br />

sensibile diminuzione dei prezzi di mercato ed ha eroso altrettanto sensibilmente la redditività delle<br />

imprese nazionali e toscane dedite all allevamento di queste specie a causa dei maggiori costi di<br />

manodopera e di altri fattori produttivi che caratterizzano il mercato italiano.<br />

Una risposta può venire dalla diversificazione delle specie allevate in modo da introdurre<br />

nell allevamento specie autoctone pregiate già note ed apprezzate dal consumatore ma attualmente<br />

provenienti dalla pesca. Questo obiettivo presuppone accumulare conoscenze precise e riproducibili<br />

per arrivare alla messa a punto di protocolli per la riproduzione indotta e l'allevamento di vari teleostei<br />

marini. In particolare sarà utile agli allevatori sviluppare ricerche che prendano in considerazione<br />

specie ittiche con periodi riproduttivi complementari a quelli autunno-invernali in modo da estendere<br />

la presenza del prodotto ittico sul mercato e razionalizzare e meglio utilizzare quelle avannotterie che<br />

non applicano il condizionamento termo-fotoperiodico.<br />

Gli Scienidi sono tra le famiglie oggetto di maggiori attenzioni da parte di studiosi ed allevatori. Tra<br />

le specie più diffusamente allevate ricordiamo Sciaenops ocellatus o red drum (Battaglene e Talbot,<br />

1994), specie demersale presente in Atlantico occidentale (dal Messico settentrionale al<br />

Massachusetts) e Umbrina cirrosa, specie sempre demersale presente in Atlantico orientale, dal<br />

Marocco a Gibilterra, in Mediterraneo e Mar Nero. L ombrina (Umbrina cirrosa) è oggetto di studio e<br />

di prove d allevamento pilota da almeno 10 anni, sia da avannotti selvatici (Furlan, 1992) che con<br />

riproduzione controllata (Barbaro et al. 1996, Borgoni et al.1998). I risultati sono tanto interessanti da<br />

orientare l attenzione anche sulla specie vicina, l ombrina bocca d oro (Argyrosomus <strong>regius</strong>, Asso,<br />

1810).<br />

L ombrina bocca d oro è una specie bento-pelagica presente nel Mediterraneo e nell Atlantico<br />

orientale (dalla Norvegia al Congo), oggetto di pesca commerciale. Si trova principalmente in mare<br />

aperto, tra i 15 e i 300 m, predando su banchi di clupeidi e mugilidi (Quéméner, 2002). Si raggruppa<br />

sottocosta per riprodursi tra la primavera e l estate (da aprile a giugno in Tunisia: Griffiths et al.,<br />

1995); i giovanili possono penetrare estuari e lagune. La riproduzione controllata è effettuata ad oggi<br />

da almeno un avannotteria francese.<br />

Piccoli lotti di giovanili provenienti dalla Francia sono da qualche anno alla base di un attività<br />

d ingrasso a livello commerciale in Toscana (Poli et al., 2001) e più recentemente in una valle da pesca<br />

del Nord Adriatico (Tinon, com. pers). Crescita straordinariamente rapida, buona rusticità e buona<br />

accettazione del mercato hanno decretato il successo di queste prove di allevamento la cui resa si<br />

colloca, secondo stime personali, attorno a 60-80 t/anno. A livello regionale la specie rappresenta<br />

quindi un prodotto di nicchia già ben introdotto e ricercato ed è già stata oggetto di ricerche<br />

nell ambito della Legge 33 (anni 1999-2001). Da sottolineare la possibilità, offerta dalla cadenza del<br />

periodo riproduttivo della specie nel corso dell'anno, di integrare la sua riproduzione a quella di altre<br />

specie già oggetto dell'attività di varie imprese acquicole, ottimizzando così l'attività aziendale e<br />

contribuendo, con la diversificazione del prodotto, ad un migliore inserimento nel mercato. Le<br />

conoscenze attuali sulla specie si limitano ad aspetti legati alla biologia, alla distribuzione,<br />

all'alimentazione e riproduzione in ambiente naturale.<br />

Di seguito sono presentati i risultati dell attività di ricerca svolta nell ambito del progetto<br />

Inserimento di nuove specie ittiche negli allevamenti toscani Sottoprogetto 4 - <strong>L'allevamento</strong> di<br />

Argyrosomus <strong>regius</strong>. Nel corso di due stagioni di riproduzione (2003 e 2004) i partner del progetto<br />

(Laboratorio di Maricoltura, isola di Gorgona, società Cosa srl di Ansedonia e CIBM di Livorno)<br />

2


hanno messo in comune opportunità ed esperienze fino a documentare la prima riproduzione<br />

controllata di A. <strong>regius</strong> in Italia.<br />

Lo svolgimento dei temi di studio è stato condotto in impianti d allevamento commerciale, con<br />

l intento di sottolineare la necessità di una rapida applicazione dei risultati ad una dimensione<br />

francamente produttiva. Si è inteso, quindi, saltare la fase più propriamente sperimentale di<br />

laboratorio, per concentrarsi nella definizione rapida di protocolli di lavoro mutuati dall allevamento di<br />

specie simili e, per questo, più facilmente replicabili su scala commerciale. Una tale scelta è stata<br />

anche pensata per compensare la esiguità del parco riproduttori e la evidenza del ritardo nella<br />

maturazione sessuale.<br />

La scarsità di materiale biologico di base e la conseguente necessità di dedicarlo interamente alla<br />

produzione di uova fecondate ha anche impedito l adottare tecniche di indagine che comportassero il<br />

sacrificio degli animali esaminati.<br />

La dimensione notevole dei riproduttori, unita alle particolari condizioni di stabulazione, ha anche<br />

suggerito di limitare al minimo le manipolazioni durante la vitellogenesi, per evitare stress sugli<br />

animali dagli esiti potenzialmente negativi.<br />

.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Parco riproduttori<br />

I soggetti destinati alle prove sono stati pescati nel canale di raccolta dei reflui dell impianto della<br />

Soc. Cosa, Ansedonia (GR), in due campagne nel 2002 e 2003. In totale sono stati recuperati 25<br />

riproduttori (v. tabella 1), mantenuti in una vasca circolare in armatura metallica e telo di PVC avente<br />

10 m di diametro e un volume di 60 m 3 , equipaggiata con un ossigenatore ad elica da 1hp, una<br />

mangiatoia automatica a tapis roulant ed una copertura ombreggiante che assicura un riparo<br />

destressante agli animali. Il rifornimento idrico è stato variato nel corso dei test: nella stagione<br />

riproduttiva 2003 il rifornimento è avvenuto con acqua di falda pompata ad una temperatura di 24±2°C<br />

e salinità del 37 . Il tasso di ricambio è stato mantenuto in inverno attorno ai quattro ricambi/giorno<br />

(2,5 l/sec).<br />

Tabella 1 esemplari adulti di A. <strong>regius</strong> messi a disposizione per i test<br />

Cattura N° esemplari Peso in kg<br />

settembre 2002 16 4-6<br />

febbraio 2003 9 6-9.5<br />

Nel corso della stagione riproduttiva 2004, allo scopo di favorire la maturazione gonadica, il<br />

termoperiodo è stato gestito in modo da imporre un abbassamento invernale della temperatura<br />

dell acqua di stabulazione (17° C gennaio-febbraio) ed un incremento primaverile (+1° C/mese marzogiugno),<br />

agendo in automatico sulla portata dell acqua di ricambio (25°C) mediante una elettrovalvola<br />

pilotata da termostato. In figura 1 è riportato l andamento della temperatura nel corso del 2004.<br />

3


temperatura (°C)<br />

26,0<br />

24,0<br />

22,0<br />

20,0<br />

18,0<br />

16,0<br />

14,0<br />

9/1 24/1 8/2 23/2 9/3 24/3 8/4 23/4 8/5 23/5 7/6 22/6<br />

data<br />

Figura 1 Andamento della temperatura dell acqua nella stabulazione dei riproduttori di A. <strong>regius</strong><br />

durante la stagione 2004<br />

Nel corso della stessa stagione, s è voluto introdurre un fotoperiodo allo scopo di meglio<br />

condizionare e sincronizzare la maturazione gonadica: a circa 80cm dalla superficie della vasca, sono<br />

state installate 4 coppie di tubi al neon da 36 Watt pilotate da due timer digitali, uno diverso per ogni<br />

coppia. In tabella 2 sono riportati i dati salienti del condizionamento luminoso.<br />

gennaio<br />

marzo<br />

maggio<br />

sorge<br />

1 8,05<br />

7 8,05<br />

13 8,03<br />

19 7,59<br />

25 7,54<br />

31 7,48<br />

sorge<br />

1 7,.07<br />

7 6,53<br />

13 6,42<br />

19 6,31<br />

25 6,19<br />

31 6,08<br />

sorge<br />

1 5,14<br />

7 5,05<br />

13 4,57<br />

19 4,50<br />

25 4,45<br />

31 4,40<br />

Tabella 2 schema di fotoperiodo per riproduttori di A. <strong>regius</strong>, stagione 2004<br />

tramonta ore luce imposto off 2° sorge<br />

16,49<br />

16,55<br />

8,50 9,58 18,03<br />

1<br />

7<br />

7,47<br />

7,39<br />

17,02<br />

17,10<br />

9,21 10,33 18,32<br />

13<br />

19<br />

7,30<br />

7,21<br />

17,18<br />

17,26<br />

9,38 11,00 18,48<br />

25<br />

31<br />

7,11<br />

7,07<br />

febbraio<br />

tramonta ore luce imposto off 2° sorge<br />

18,08<br />

18,16<br />

11,23 13,39 20,32<br />

1<br />

7<br />

6,06<br />

5,55<br />

18,24<br />

18,32<br />

12,01 14,11 20,42<br />

13<br />

19<br />

5,44<br />

5,33<br />

18,40<br />

18,48<br />

12,40 14,30 20,39<br />

25<br />

31<br />

5,23<br />

5,15<br />

aprile<br />

tramonta ore luce imposto off 2° sorge<br />

19,27<br />

19,35<br />

14,30 15,37 20,42<br />

1<br />

7<br />

4,40<br />

4,37<br />

19,42<br />

19,49<br />

15,00 15,37 20,27<br />

13<br />

19<br />

4,35<br />

4,36<br />

19,55<br />

20,01<br />

15,21 15,37 20,17<br />

25<br />

31<br />

4,37<br />

4,39<br />

giugno<br />

tramonta<br />

17,28<br />

17,37<br />

17,45<br />

17,54<br />

18,03<br />

18,06<br />

tramonta<br />

18,49<br />

18,57<br />

19,05<br />

19,12<br />

19,20<br />

19,26<br />

tramonta<br />

20,02<br />

20,07<br />

20,10<br />

20,13<br />

20,14<br />

20,14<br />

ore luce<br />

imposto<br />

off 2°<br />

9,58 12,01 19,40<br />

10,33 12,40 20,01<br />

11,00 13,03 20,10<br />

ore luce<br />

imposto<br />

off 2°<br />

13,03 15,21 21,16<br />

13,39 15,30 21,03<br />

14,11 15,37 20,52<br />

ore luce<br />

imposto<br />

off 2°<br />

15,30 15,37 20,14<br />

15,37 15,37 no<br />

15,35 15,37 no<br />

4


luglio<br />

sorge<br />

1 4,39<br />

7 4,43<br />

13 4,48<br />

19 4,54<br />

25 5,00<br />

31 5,07<br />

tramonta<br />

20,13<br />

20,12<br />

20,09<br />

20,04<br />

19,58<br />

19,52<br />

ore luce<br />

imposto<br />

off 2°<br />

I riproduttori sono stati alimentati con due tipi di mangime per la cui composizione si rimanda<br />

alla tabella 3. Il mangime tipo A, estruso appositamente formulato per riproduttori di pesci marini<br />

(Vitalis Repro, Skretting), è impiegato nel periodo di maturazione gonadica fino alla conclusione del<br />

ciclo riproduttivo (gennaio-giugno), in ragione dell 0.5% del peso vivo al giorno. Il mangime tipo B,<br />

un comune mangime estruso da ingrasso, copre il periodo restante, di mantenimento, in ragione del<br />

0.3-0.5% del peso vivo al giorno.<br />

Tabella 3<br />

Composizione del mangime usato per i riproduttori di Argyrosomus <strong>regius</strong><br />

PELLET PROTEINE<br />

TIPO<br />

%<br />

GRASSI CENERI FIBRE FOSFORO ENERGIA DIGERIBILE<br />

% % % %<br />

MJ/kg<br />

A 9,0 50,0 20,0 10,0 1,1 1,4 19,8<br />

B 9,0 42,0 20,0 7,4 1,6 0,98 19,0<br />

Induzione ormonale ed emissioni<br />

Al fine di determinare la stadiazione della vitellogenesi e determinare il momento migliore per la<br />

stimolazione ormonale, sono state tentate biopsie gonadiche su un totale di 20 esemplari selezionati nel<br />

corso delle due stagioni riproduttive, seguendo la metodica descritta in Francescon e Barbaro, 1999.<br />

Per la classificazione del grado di fluenza dei maschi e stata seguita la seguente scala: Fluenza 0 =<br />

emissione assente; Fluenza 1 = emissione dopo ripetute compressioni; Fluenza 2 = emissione alla<br />

prima compressione; Fluenza 3 = emissione spontanea (Francescon e Barbaro, 1999).<br />

L induzione della fase finale della vitellogenesi è stata eseguita nel 2003 mediante iniezione<br />

dell analogo di sintesi dell LH-RH a rilascio lento desGly 10, [D-Leu6] LH-RH etilamide o leuprolide<br />

acetato (GnRH-p), commercializzato come Enantone Depot (Takeda) (dose singola di 40 o 50 g per<br />

kg di peso vivo), che aveva fornito i migliori risultati in termini di quantità e qualità delle uova sull<br />

ombrina cirrosa (Francescon e Barbaro ,1999).<br />

Nel 2004, oltre al leuprolide è stato testato anche l analogo di sintesi dell LH-RH a rilascio breve<br />

desGly 10 [D-Ala6] LH-RH etilamide (Sigma) alla dose di 4 g /kg p.v. (v. tabella 4).<br />

La manipolazione delle femmine trattate è stata effettuata previa anestesia, trasportando i soggetti<br />

da esaminare in una vasca da 300 litri nella quale erano stati sciolti 75ppm di MS222 (FINQUEL o<br />

tricaina Metasulfonato, Argent).<br />

5


Tabella 4 Riassunto delle prove di induzione ormonale: (XY) n° pescati e in pedice classe di<br />

fluenza; (1) -non cateterizzabile o immaturo; (2) - non cateterizzabile o materia grassa; (LH breve)<br />

desGly 10 [D-Ala6] LH-RH a breve rilascio; (LH lento) desGly 10 [D-Leu6] LH-RH a lento rilascio.<br />

Data<br />

n° tot<br />

Peso m.<br />

(kg)<br />

Peso m.<br />

(kg)<br />

Trattamento ormonale<br />

Uova<br />

(g)<br />

6 maggio 2003 9 12 7.0 8 (1)<br />

8.2±2.2 nessuno<br />

29 maggio 2003<br />

5 giugno 2003<br />

12<br />

12<br />

43<br />

42-3<br />

8.9±0.7<br />

n.d.<br />

8<br />

8<br />

11.2±1.2 50 g/kg LH lento 20<br />

(2)<br />

6.3±1.7 (3 ) 40 g/kg LH lento 0<br />

12 maggio 2004 8 43 n.d. 4 10.6±4.4 4 g/kg LH breve 400<br />

20 maggio 2004 9 52 n.d. 4 8.4±1.1 40 g/kg LH lento 0<br />

11 giugno 2004<br />

n.d. 6 9.4±3.0 40 g/kg LH lento 0<br />

13 71-2<br />

Allevamento larvale<br />

Le prove di incubazione, schiusa ed allevamento larvale sono state condotte nella avannotteria del<br />

Laboratorio di Biologia Marina e Maricoltura del Ministero della Giustizia, isola di Gorgona. Sono<br />

state usate vasche in PRFV da 100 e da 2000 litri, asservite ad un circuito idrico di acqua di mare<br />

(salinità 39 , temperatura 20 ± 2°C, OD 6-7 mg/l, TAN 0.2-0.4 mg/l) dotato di un sistema di ricircolo<br />

mediante filtrazione meccanica a pressione (ASTRAL con substrato di sabbia quarzifera Ø 0.2 mm),<br />

biologica a pressione (ASTRAL, con substrato di Bioring ® ). condizionamento termico (Pompa di<br />

calore PSA) e debatterizzatore (sterilizzatore a raggi UV Montagna). Durante la stagione 2003 la<br />

temperatura dell acqua di allevamento è variata tra 22.2 e 29.4°C (grafico in Figura 2), a causa del<br />

malfunzionamento del condizionamento termico.<br />

Temperatura (°C)<br />

30,0<br />

29,0<br />

28,0<br />

27,0<br />

26,0<br />

25,0<br />

24,0<br />

23,0<br />

22,0<br />

21,0<br />

20,0<br />

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75<br />

età (dah)<br />

Figura 2 Andamento della temperatura dell acqua di allevamento di A. <strong>regius</strong> durante la prova di<br />

allevamento larvale del 2003<br />

La preda viva offerta come alimento nei primi stadi larvali di A. <strong>regius</strong>, coltivata nella stessa<br />

avannotteria, comprendeva il rotifero Brachionus sp. (coltivato su Culture Selco ® e Protein Selco ® ), le<br />

forme larvali del crostaceo Artemia salina (cisti di tipo AF ed EG, arricchite in PUFA con DHA<br />

Selco ® ) di dimensioni crescenti da 420 a 750-850 m. La microalga Nannochloropsis sp., coltivata su<br />

6


mezzo Walne modificato, è stata introdotta direttamente in vasca di allevamento larvale (in ragione di<br />

0.5 x10 6 cellule/ml). Per lo svezzamento si è utilizzata in co-feeding Artemia Instar II assieme a una<br />

microdieta inerte (Proton ® ).<br />

Le larve durante la stagione 2003, provenienti da un allevamento francese, sono state alimentate<br />

con rotifero (2.5 /ml) da 13 dah a 15 dah; lo stadio larvale Instar I di A. salina (0.1/ml) da 13 dah a 24<br />

dah, l Instar II (0.2-0.4/ml) da 20 dah a 30 dah e in co-feeding la microdieta Proton ® e Alfa ® (INVE).<br />

Nel corso della stagione 2004 la microalga Nannochloropsis sp. venne aggiunta giornalmente alla<br />

vasca di allevamento larvale, mantenuta con ricambio chiuso durante il periodo di luce di un<br />

fotoperiodo di 14/10 ore. La somministrazione di rotifero (5-20/ml) è avvenuta da 3 a 20 dah (76-413<br />

°C/giorno), mentre i nauplii Instar I (1-3/ml) di Artemia salina sono stati introdotti già a 12 dah (247<br />

°C/giorno) e fino a 22 dah. I nauplii Instar II (1-15/ml) sono stati distribuiti da 19 a 30 dah; la<br />

microdieta Proton ® da 20 (413 °C/giorno) a 30 dah (Figura 3).<br />

ROTIFERO<br />

ALGHE<br />

ARTEM IA<br />

SVEZZAM ENTO<br />

0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30<br />

età (dah)<br />

Figura 3 sequenza alimentare adottata durante la prova di allevamento 2004 di A. <strong>regius</strong>.<br />

Un campione di 10 larve (5 giovanili) è stato raccolto giornalmente fino 75 dah nel corso della<br />

stagione 2003, e fino a 30 dah nel 2004. Le larve sono state fotografate mediante telecamera (Optikam<br />

Usb) applicata al microscopio (Euromex Stereo Zoom 7÷45 ingrandimenti). Le misurazioni sono state<br />

eseguite utilizzando il programma Image Tool 3.0: diametro uovo e goccia lipidica (uovo fertilizzato),<br />

lunghezza standard (LS), apertura boccale. Sono state registrate le larve replete con rotifero o Artemia<br />

e la presenza di calcoli nell uretere. Per i giovanili è stata rilevata la LT e la presenza di deformazioni<br />

scheletriche e morfologiche (lordosi, de-opercolazione). L età dei pesci è riportata sia come giorni<br />

dalla schiusa (dah) sia come gradi/giorno (°C/giorno).<br />

RISULTATI<br />

Parco riproduttori<br />

7


2003 tra maggio e giugno sono stati manipolati un totale di 33 soggetti, alcuni più di una volta,<br />

nel tentativo di reperire esemplari aventi un grado di maturazione gonadica sufficiente per tentare<br />

l induzione ormonale. La maturazione testicolare, facilmente determinabile per spremitura<br />

addominale, ha mostrato un tasso crescente di soggetti fluenti, da uno solo con fluenza 2 i primi di<br />

maggio al 100% dei maschi con fluenza da 2 a 4 tra fine maggio e inizio giugno. Il resto dei soggetti<br />

era o non cateterizzabile (42%) o alla biopsia presentava materia grassa o oociti in pre-vitellogenesi.<br />

2004 ancora tra maggio e giugno sono stati manipolati un totale di 30 soggetti, alcuni più di una<br />

volta, nel corso di tre prove. I maschi risultavano tutti fluenti in grado decrescente col progredire della<br />

stagione, da 3 a 1. Le presunte femmine non sono state sottoposte a biopsia, ma direttamente iniettate<br />

con ormone.<br />

La figura 10 mostra in sequenza fotografica alcune fasi delle manipolazioni a cui sono stati<br />

sottoposti i riproduttori nel presente studio.<br />

Induzione ormonale ed emissioni<br />

Durante la stagione riproduttiva 2003 si è deciso comunque, nonostante gli indizi di una<br />

insufficiente maturazione ovarica, di tentare una induzione ormonale con Leuprolide (tabella 4), che<br />

non ha dato risultati significativi (solo 20 g di uova non viabili). Si è deciso di reperire altrove del<br />

materiale su cui condurre i test previsti. L 11 luglio, dopo due tentativi dall esito negativo, sono state<br />

portate a Gorgona ca. 700 larve messe a disposizione dall avannotteria Les Poissons du Soleil (Séte,<br />

Francia).<br />

Durante la stagione riproduttiva 2004 sono state effettuati altri tre trattamenti ormonali,<br />

impiegando i due ormoni indicati precedentemente. Dopo circa 16 ore dal primo trattamento sono state<br />

raccolti nel collettore 400g di uova. Dopo decantazione e sifonatura del detrito e della quota di uova<br />

non vitali (perché abortive, deformate o non fecondate) sono stati isolati 130 g di uova, messi in<br />

incubazione in due recipienti da 10 l immersi nella vasca di deposizione; nel corso della giornata sono<br />

stati eliminati per decantazione/sifonatura altri 60 g di uova. La rimanenza di 70g è stata trasportata<br />

alla avannotteria di Gorgona entro una busta di nylon riempita con 10 litri di acqua di mare<br />

soprasaturata con ossigeno gassoso. Il trasporto è durato 6 ore.<br />

I successivi due trattamenti di stimolazione ormonale non hanno portato a deposizioni (v. tabella<br />

4).<br />

Allevamento larvale<br />

Per i motivi sopra presentati non si è potuto operare su un numero sufficiente di larve da<br />

consentire una esauriente descrizione delle specificità dello sviluppo larvale di A. <strong>regius</strong>. Ci si è<br />

concentrati, quindi, sulla verifica o meno della sola tesi che il protocollo di allevamento larvale e lo<br />

sviluppo ontogenetico fossero analoghi a quelli già descritti per Umbrina cirrosa (Borgoni et al., 1998;<br />

Francescon e Barbaro, 1999).<br />

Le larve arrivate nel 2003 sono state immesse all età di 13 dah (comunicata dal fornitore) in uno<br />

schiuditoio da 100 litri, attrezzato per l occasione da vasca di allevamento larvale. I soggetti si<br />

alimentavano da giorni (Rotifero) e presentavano un apparato digerente formato ed attivo, con la<br />

vescica natatoria attivata e distesa (in buona percentuale). Durante i primi quattro giorni, fino a 16 dah,<br />

s è registrato il 97% della mortalità associata al periodo di 75 giorni di test. Tale mortalità è avvenuta<br />

per iperdilatazione della vescica natatoria ed è da ascriversi allo stress procurato dal viaggio e dagli<br />

sbalzi di temperatura conseguentemente subiti.<br />

8


Le larve di A. <strong>regius</strong> si presentano piuttosto tozze con la con la porzione cefalica ravvicinata al<br />

sacco dei visceri, quest ultimo raccolto ventralmente rispetto alla vescica natatoria. La pigmentazione<br />

è estesa ventralmente, il sacco dei visceri già ben individuato, la bocca di notevole apertura (260-400<br />

m) con dentatura sviluppata. Nel giro di pochi giorni si osservano le pinne dorsale e ventrale con<br />

numerosi raggi già in ossificazione avanzata e la corda dorsale con la piegatura evidente all estremità<br />

distale. L evoluzione della metamorfosi e della formazione degli organi si presenta molto rapida alle<br />

temperature di allevamento (Figura 4): già al 31° giorno ((figura 11A) la metamorfosi si completa, con<br />

una pigmentazione uniforme, la formazione di squame, il sacco dei visceri traslucido e le pinne<br />

completamente ossificate e individuate.<br />

lunghezza totale (mm)<br />

140,0<br />

120,0<br />

100,0<br />

80,0<br />

60,0<br />

40,0<br />

20,0<br />

0,0<br />

Fine<br />

metamorfosi<br />

caudale<br />

13 14 15 16 17 21 25 31 38 47 52 59 67 73<br />

età (dah)<br />

Figura 4 Accrescimento larvale e giovanile di A. <strong>regius</strong> (prova di allevamento 2003). Valore medio<br />

± d.s.<br />

La sequenza alimentare adottata ha dovuto tenere conto sia dell elevata temperatura mantenuta, sia<br />

dello sviluppo già avanzato delle larve immesse in allevamento. Per questo motivo entro 15 dah sono<br />

stati sospesi i rotiferi, e già a 30 dah si è ottenuto il completamento dello svezzamento. La sequenza di<br />

microdieta offerta in granulometrie crescenti (a partire da 80 m fino a 1800 m) è stata altrettanto<br />

rapida tanto ottenere giovanili a 75 dah con una taglia media di 23.5±3.8 g (figura 5).<br />

9


peso medio (g)<br />

30,0<br />

25,0<br />

20,0<br />

15,0<br />

10,0<br />

5,0<br />

0,0<br />

40 45 50 55 60 65 70<br />

età (dah)<br />

Figura 5 Relazione tra età e peso medio in primo ingrasso di A. <strong>regius</strong> (temperatura acqua 22-29°C,<br />

anno 2003). Valore medio ± d.s.<br />

Nel corso della stagione riproduttiva 2004 sono stati immessi in uno schiuditoio da 100 litri ca. 60<br />

g di uova fertilizzate. Dopo la decantazione iniziale effettuata lo stesso giorno, sono rimasti poco più di<br />

5 g di uova viabili, corrispondenti a ca. 2500 esemplari.<br />

La temperatura dell acqua di allevamento è variata da 18.4 a 23.2°C (figura 6), e questo ha<br />

consentito di osservare e descrivere lo sviluppo larvale a condizioni analoghe a quelle riscontrabili in<br />

una avannotteria commerciale.<br />

Le uova embrionate sono galleggianti, traslucide, sferiche e con un diametro di 1069± 24 m.<br />

Presentano in maggioranza (72%) un unica goccia lipidica (286±2 m); il 28% della uova osservate<br />

presentava goccia lipidica frazionata. Alcune uova, e le larve da queste schiuse, presentano inoltre la<br />

goccia lipidica staccata dal corpo dell embrione e libera di fluttuare nel tuorlo. Questa anomalia,<br />

indicatrice di vitalità ridotta, è stata associata nell orata a carenze di ossigeno nell acqua degli<br />

incubatoi, a trattamento ormonale non fisiologico o a shock meccanici dovuti a flussi troppo elevati nei<br />

cestelli raccogli-uova (Francescon et al., 1994).<br />

Le larve schiudevano lo stesso giorno di arrivo in incubatoio, dopo ca. 46 ore dall emissione<br />

avvenuta a 19°C. La schiusa è stata del 50%, pertanto alla fase larvale si poteva contare su circa 1000<br />

larve, mantenute ad una densità di 12 larve/litro.<br />

10


Temperatura (°C)<br />

24,0<br />

22,0<br />

20,0<br />

18,0<br />

16,0<br />

Figura 6 Andamento della temperatura dell acqua di allevamento di A. <strong>regius</strong> durante la prova di<br />

allevamento larvale del 2004<br />

Le larve appena schiuse sono galleggianti ed hanno una LS di 2.4 ± 0.05 mm: la singola goccia<br />

lipidica si mostra già pigmentata ed è localizzata posteriormente nel sacco vitellino (LT 1151±51 m).<br />

A 64 ore dalla schiusa (76°C/die) la bocca è aperta (apertura massima a 3 e 4 dah, 238 m e 334 m<br />

rispettivamente) e gli occhi sono pigmentati. La prima predazione di rotifero si osserva a 113 °C/die,<br />

quella di Artemia a 247°C/die.<br />

L attivazione della vescica natatoria (VN) avviene a 190°C/die (9 dah) e la metamorfosi caudale<br />

ha inizio a 266 °C/die (13 dah) per completarsi a 502 °C/die (24 dah) (figura 7 e tabella 6). Fin dal<br />

primo giorno di distribuzione di alimento inerte (80-150 m, a 20 dah) si è notata una diffusa presa di<br />

particelle da parte delle larve di A. <strong>regius</strong>.<br />

La crescita osservata nel periodo di test è riportata in figura 8.<br />

schiusa (48)<br />

0<br />

apertura bocca (76)<br />

ingestione Rotifero (113)<br />

5<br />

attivazione VN (190)<br />

10<br />

100% replezione (227)<br />

ingestione Artemia (247)<br />

inizio metam. Caudale (266)<br />

0 100 200 300 400 500<br />

15<br />

età (dah)<br />

°C/giorno<br />

20<br />

25<br />

fine metam. Caudale (502)<br />

30<br />

11


Figura 7 principali indicatori dello sviluppo larvale di A. <strong>regius</strong> (prova di allevamento 2004)<br />

lunghezza standard (mm)<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31<br />

età (dah)<br />

Figura 8 Accrescimento larvale di A. <strong>regius</strong> (prova di allevamento 2004). Valore medio ± d.s.<br />

Durante i primi otto giorni dalla schiusa s è registrata la mortalità dell 80% delle larve in<br />

allevamento. E da sottolineare come l attivazione della vescica natatoria, pur iniziandosi al 9° giorno,<br />

non si è completata che in pochissime larve.<br />

La Figura 11 mostra una sequenza fotografica dello sviluppo larvale di Argyrosomus <strong>regius</strong><br />

alle condizioni del presente studio.<br />

Tabella 6<br />

Sinopsi dello sviluppo larvale di Argyrosomus <strong>regius</strong>. (prova di allevamento 2004).<br />

Valore medio ± d.s.<br />

Caratteristica<br />

Temperatura acqua all emissione °C 19<br />

Diametro uova m 1069± 24<br />

Diametro goccia lipidica m 286±2<br />

Lunghezza sacco vitellino alla<br />

schiusa<br />

m 1151± 51<br />

Taglia alla schiusa m 2.4 ± 0.05<br />

Taglia a 3 dah m<br />

m<br />

m<br />

Fine<br />

metamorfosi<br />

caudale<br />

3.0 ± 0.1<br />

12


Taglia a 10 dah m<br />

m<br />

Taglia a 21 dah m<br />

m<br />

Apertura bocca da<br />

h<br />

Inizio alimentazione da<br />

h<br />

Attivazione vescica natatoria da<br />

h<br />

Curvatura pinna caudale da<br />

h<br />

Metamorfosi da<br />

h<br />

4.5 ± 0.4<br />

6.6 ± 0.7<br />

Le poche decine di post-larve rimaste sono morte tutte al 32° giorno d età, per un incidente<br />

tecnico avvenuto durante le operazioni di routine.<br />

DISCUSSIONE<br />

Riproduzione<br />

Come già detto, la scarsità di riproduttori e la necessità di limitare al minimo la loro<br />

manipolazione e lo stress ad essa associato, ha condizionato alcune misurazioni e analisi bioptiche. A<br />

questo si aggiunga che, anche quando maturi, i soggetti di entrambi i sessi sono difficilmente<br />

cateterizzabili per effettuare biopsie gonadiche senza sacrificio. Questa refrattarietà alla biopsia si<br />

evidenzia in misura anche maggiore che in Umbrina cirrosa<br />

Argyrosomus <strong>regius</strong> sembra maturare ad una taglia maggiore rispetto ad altri scienidi. Tra i<br />

riproduttori stabulati il maschio più piccolo è risultato pesare 3.6 kg, mentre la femmina più piccola<br />

6.1 kg. Sciaenops ocellatus matura a 2.9 kg (Arnold, 1991) e Umbrina cirrosa ad una LS > di 28 cm<br />

(Chakroun-Marzouk e Ktari, 1985). D altra parte la rapida crescita di A. <strong>regius</strong> (1.8 kg in media in 22<br />

mesi, Angelini et al., 2004) sembrerebbe comunque contenere il tempo di stabulazione entro i 4-5 anni<br />

prima che gli adulti si riproducano in cattività.<br />

Come per Umbrina cirrosa (Barbaro, 1999) in condizioni di cattività i maschi di A. <strong>regius</strong> sono in<br />

maturazione testicolare in un periodo che si sovrappone solo limitatamente alla maturazione<br />

vitellogenetica delle femmine. La strada del condizionamento termo-fotoperiodico (oltre all adozione<br />

di un termoperiodo naturale), scelta nel presente studio, dovrà essere approfondita in ulteriori studi al<br />

fine di estendere nel tempo la concomitanza della maturazione gonadica e permettere all allevatore di<br />

ottenere emissioni replicabili e in tempi prevedibili.<br />

Il condizionamento ormonale con analoghi di LH-RH sembra avere successo nell induzione delle<br />

emissioni in Argyrosomus <strong>regius</strong>, anche se per ora maggior esito ha avuto l analogo a breve rilascio su<br />

quello a lungo rilascio.<br />

3<br />

5<br />

9<br />

13<br />

24<br />

13


La presenza di uova con goccia lipidica frazionata fa supporre, analogamente a quanto evidenziato<br />

per U. cirrosa (Francescon e Barbaro, 1999), un trattamento ormonale non adeguato alla fisiologia dei<br />

soggetti e una alterazione delle loro riserve metaboliche. In tal senso va la necessità di approfondire e<br />

migliorare sia il condizionamento riproduttivo (abiotico e ormonale) sia la qualità dell alimentazione<br />

pre-riproduttiva. Il distacco della goccia lipidica dal corpo embrionale, osservato in alcune larve<br />

appena schiuse è sintomatico di larve a bassa vitalità (Francescon e Barbaro, 1999). La soluzione a<br />

questo problema va cercata nel miglioramento della gestione delle uova durante la raccolta e la<br />

stabulazione per evitare stress meccanici e fenomeni di anossia.<br />

Allevamento larvale<br />

L apertura boccale è di dimensioni tali da far supporre la possibilità di un first-feeding precoce o<br />

esclusivo con nauplii di Artemia salina di piccola dimensione. La specie presenta uno sviluppo larvale<br />

accelerato rispetto a branzino ed orata, il che consente di passare precocemente ad un co-feeding con<br />

microdieta artificiale (tanto da diminuire sensibilmente il costo per avannotto). Le esperienze effettuate<br />

con U. cirrosa (Borgoni et al., 1998; Borgoni, 2004) sembrano confortare questa ipotesi sperimentale.<br />

Sono da approfondire le cause della frequente non attivazione della vescica natatoria (sindrome<br />

tipicamente associata alla combinazione di più fattori stressanti di origine ambientale) e dell alta<br />

incidenza di malformazioni scheletriche (assenza di opercolo e di pinna dorsale).<br />

La rapida crescita evidenziata nel test del 2003, dovuta ad un regime termico non usuale in<br />

un avannotteria commerciale, da indicazioni sull adattabilità della specie a latitudini e condizioni di<br />

allevamento molto diverse (Figura 9). I risultati di crescita osservati concordano con quelli ottenuti in<br />

studi precedenti (Angelini et al., 2004): il TAS misurato nel presente studio (8.0%) è comparabile con<br />

quelli misurati nello studio citato in due test successivi (7.1% e 5.4%) tenendo conto che questi ultimi<br />

si riferiscono a prove condotte ad una temperatura dell acqua mediamente più bassa di circa 5 °C.<br />

La pur esigua quantità di uova ottenute dal parco riproduttori ha permesso le prime osservazioni<br />

eseguite in Italia della fase larvale di Argyrosomus <strong>regius</strong>: schiusa, riassorbimento del sacco vitellino,<br />

first-feeding, sviluppo della vescica natatoria e della pinna caudale.<br />

Le prove di allevamento di Argyrosomus <strong>regius</strong> concesse dai tempi limitati della presente ricerca<br />

hanno potuto evidenziare sia i tratti caratteristici della specie in vista di una futura evoluzione<br />

commerciale dell allevamento, sia i temi teorico/pratici su cui focalizzare ulteriori prove sperimentali<br />

da includere in un prossimo auspicabile progetto di ricerca.<br />

lunghezza standard (mm)<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

13 14 15 16 17 21 25 31<br />

età (dah)<br />

14


Figura 9 Accrescimento larvale di A. <strong>regius</strong>. Confronto fra i regimi termici delle due prove di<br />

allevamento:<br />

2003; 2004 ). Valore medio ± d.s.<br />

Figura 10 sequenza fotografica delle manipolazioni di riproduttori di Argyrosomus <strong>regius</strong>:<br />

A controllo di peso; B biopsia ovarica; C induzione ormonale; D ovario ipertrofico<br />

15


Figura 11 sequenza fotografica dello sviluppo di larve e giovanili di Argyrosomus <strong>regius</strong>:<br />

A - stagione 2003, dah a 22-29 °C; B - stagione 2004, dah a 20 ± 2°C<br />

A<br />

16


B<br />

17


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18


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