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Abstract tesi del dottor Maurizio Massimino (Università di Catania)

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CATANIA<br />

FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE<br />

Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze <strong>del</strong>l’Amministrazione<br />

(curriculum base)<br />

<strong>Maurizio</strong> <strong>Massimino</strong><br />

L’IMPATTO DEL<br />

DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO<br />

NELLA PRASSI DEL CERIMONIALE<br />

___________<br />

Tesi <strong>di</strong> Laurea<br />

________________________________<br />

Relatore:<br />

Chiar.mo Prof. Sebastiano Licciar<strong>del</strong>lo<br />

Correlatore:<br />

Chiar.mo Prof. Francesco Raneri<br />

________________________________________________________<br />

ANNO ACCADEMICO 2010 -2011


PREMESSA<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> questa Tesi è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare come alla luce <strong>del</strong><br />

nuovo decentramento amministrativo anche le regole formali, spesso<br />

<strong>di</strong>menticate nelle relazioni <strong>di</strong> lavoro e in quelle ufficiali, soggiacciono a<br />

prescrizioni rigorose, <strong>di</strong> cui, qualunque amministrazione, ente o organismo,<br />

sia pubblico che privato, debbano tenere conto, evitando in tal modo effetti<br />

negativi, sul piano <strong>del</strong>l’immagine e che possano riflettersi anche con<br />

conseguenze sul piano economico.<br />

Partendo dalle regole fondamentali che il galateo <strong>di</strong> base ci offre, si è<br />

avvertita sempre <strong>di</strong> più l’esigenza <strong>di</strong> mettere nero su bianco in un argomento<br />

<strong>di</strong> cui la nostra Nazione era pressocchè sfornita, or<strong>di</strong>nandole secondo<br />

criteri e modalità fornite dalle nuove leggi in materia <strong>di</strong> decentramento<br />

amministrativo, alla luce <strong>di</strong> nuove regole ed impatti.<br />

Tali argomenti raccolti e definiti nel DPCM 14/04/2006 aggiornato<br />

dal DPCM 16/04/2008, rappresentano un punto <strong>di</strong> riferimento e risultano<br />

una guida in<strong>di</strong>spensabile a tutti i funzionari <strong>di</strong> relazioni esterne o <strong>di</strong> uffici <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> amministrazioni pubbliche e private, <strong>di</strong> imprese, <strong>di</strong> enti e<br />

organismi, e a tutti coloro che, come me, sono preposti a svolgere una<br />

mansione all’interno <strong>di</strong> un ente locale <strong>di</strong> mantenimento <strong>di</strong> relazioni corrette,<br />

consapevoli <strong>del</strong>l’importanza che esse hanno sia sul piano economico e<br />

<strong>del</strong>l’immagine.<br />

L’esigenza <strong>di</strong> accostare le regole <strong>del</strong> Cerimoniale ed il loro impatto<br />

sul decentramento amministrativo, nasce dal fatto che, operando<br />

quoti<strong>di</strong>anamente sul territorio locale e confrontandomi con gli altri colleghi<br />

<strong>di</strong> enti comunali o provinciali, ha visto la maturazione <strong>di</strong> idee e scelte<br />

progettuali che hanno permesso un’ operatività sicuramente formativa per la<br />

professione a cui vuole rispondere il corso <strong>di</strong> laurea in scienze<br />

<strong>del</strong>l’Amministrazione.


La finalità è quella <strong>di</strong> fornire uno strumento <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong> fatti ed<br />

eventi che quoti<strong>di</strong>anamente ci forniscono i mass me<strong>di</strong>a ma <strong>di</strong> cui<br />

sconosciamo totalmente l’altra faccia <strong>del</strong>la medaglia.<br />

“Il cerimoniale si avverte quando non c’è”, <strong>di</strong>ceva il mio maestro, il<br />

Consigliere Massimo Sgrelli, già Capo <strong>del</strong> Dipartimento <strong>del</strong> Cerimoniale <strong>di</strong><br />

Stato alla Presidenza <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, definito da molti il padre<br />

<strong>del</strong> moderno Cerimoniale in Italia.<br />

L’immagine e la comunicazione nell’organizzazione <strong>di</strong> un evento<br />

istituzionale o <strong>di</strong> una visita <strong>di</strong> rappresentanza, o anche la redazione <strong>di</strong> una<br />

lettera <strong>di</strong> rappresentanza o l’organizzazione <strong>di</strong> un convegno o, in extremis,<br />

anche come ci si siede e ci si comporta durante una seduta <strong>di</strong> Giunta o <strong>di</strong><br />

Consiglio Comunale, cui l’or<strong>di</strong>ne protocollare offre un importanza<br />

fondamentale, assume sempre più un ambito <strong>di</strong> rilevanza strategica.<br />

Qualche anno fa, partecipando a un corso tenuto dall’ANCEP, il<br />

Presidente <strong>del</strong>l’Assemblea Legislativa <strong>del</strong>l’Emilia Romagna, Monica<br />

Donini, iniziava il Suo intervento <strong>di</strong> saluto con la frase “Il Cerimoniale dà<br />

il senso <strong>del</strong>l’appartenenza”<br />

Il Cerimoniale <strong>di</strong>venta efficace strumento <strong>di</strong> azione civica e politica<br />

all’interno <strong>di</strong> ambiti definiti “essenziali” in una società <strong>di</strong> comunicazione<br />

qual è la nostra.<br />

Le amministrazioni pubbliche registrano un notevole ritardo, rispetto<br />

alle aziende private, nello sviluppo <strong>del</strong>le Pubbliche relazioni, da non<br />

confondere con gli URP e cioè le relazioni con il pubblico che sono ben<br />

altra cosa.<br />

Le regole <strong>del</strong> protocollo, non essendo intangibili, subiscono continue<br />

evoluzioni adeguandosi anche alle nuove esigenze che il decentramento<br />

amministrativo ci impone.<br />

A tal proposito è sorta la necessità <strong>di</strong> costruire un vero or<strong>di</strong>ne<br />

protocollare, sia statale che territoriale, da più parti invocato e a cui non si<br />

può assolutamente tralasciare la conoscenza ed il rispetto <strong>del</strong>le regole quali<br />

imperativi categorici su cui si reggono.


Dopo l’approvazione dei decreti, si è avvertita sempre più l’idea <strong>di</strong><br />

costituire un’Associazione, l’ANCEP, che a livello nazionale, raccoglie tutti<br />

coloro che si occupano <strong>di</strong> cerimoniale e cioè i “Cerimonialisti” degli Enti<br />

Pubblici, contribuendo oltre che a una valida e univoca <strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la<br />

materia a livello nazionale, a far prendere coscienza a chi vi è preposto, non<br />

solo <strong>del</strong> valore utilitario ma anche morale e legale <strong>del</strong> protocollo <strong>di</strong><br />

“cor<strong>tesi</strong>a” operando una cultura con<strong>di</strong>visa <strong>del</strong>la rappresentanza istituzionale.<br />

Da ciò scaturisce una riflessione in ognuno <strong>di</strong> noi, che evidenzia che<br />

in ogni istante, lungo il cammino <strong>del</strong>la vita, si passano esami e si è giu<strong>di</strong>cati<br />

sul comportamento.<br />

Una tenuta negligente e grossolana <strong>del</strong>le buone maniere può far<br />

scaturire spiacevoli conseguenze, a volte anche gravi, sul piano<br />

<strong>del</strong>l’immagine e che si riflettono anche sul piano economico e funzionale<br />

<strong>del</strong>l’istituzione pubblica.<br />

L’aver stabilito con chiarezza le regole alle quali è necessario<br />

attenersi nel <strong>di</strong>fficile e <strong>del</strong>icato settore <strong>del</strong>le relazioni pubbliche, permette<br />

<strong>di</strong> svolgere al meglio il ruolo fondamentale che esse hanno nella vita <strong>di</strong><br />

partecipazione e <strong>di</strong> rappresentanza <strong>del</strong>l’istituzione pubblica cui sono<br />

preposti gli organi nell’esercizio <strong>del</strong>le proprie funzioni.<br />

Il Cerimonialista <strong>di</strong>venta, quin<strong>di</strong>, il <strong>di</strong>ffusore <strong>del</strong> “senso <strong>di</strong><br />

appartenenza” <strong>del</strong>le istituzioni.


ABSTRACT<br />

The objective of this thesis is to demonstrate how, in the light of new<br />

administrative decentralization, formal rules, which are often forgotten in<br />

work and official relationships, are subject to strict requirements. These<br />

formal rules have to be taken into account by any administrative<br />

organization, both private or public, in order to avoid negative publicity and<br />

possible adverse economic consequences. Starting with the fundamental<br />

rules of basic etiquette, there has been an increasing need to put pen to<br />

paper on a subject in which our nation was most lacking, and to order these<br />

rules accor<strong>di</strong>ng to criteria and procedures provided and influenced by the<br />

new laws on administrative decentralization. These criteria , collected and<br />

defined in the DPCM 14/04/2006, and updated in DPCM 16/04/2008, are a<br />

reference point and an in<strong>di</strong>spensable guide to all officers of external<br />

relations or in charge of public offices as well as private administration<br />

companies, institutions, bo<strong>di</strong>es and all of those who, like me, are in charge<br />

of carrying out a task within a local authority in order to maintain good<br />

relations and who are aware of their impact both economically and on the<br />

public image. This need to consider the rules of protocol and their impact on<br />

administrative decentralization stems from the fact that, working daily in the<br />

local area and exchanging views with colleagues of communal or provincial<br />

institutions, has seen the development of ideas and planning choices which,<br />

in turn, has provided an efficient and professional level of learning. The<br />

purpose is to provide an interpretation of the facts and events that the mass<br />

me<strong>di</strong>a give us daily but without approaching the other side of the story.<br />

Etiquette is only apparent when it is missing, said my teacher, Adviser<br />

Massimo Sgrelli, former Head of State Protocol Department at the<br />

Presidency of the Council of Ministers, acknowledged by many to be the<br />

father of modern etiquette in Italy. The public image and communication in<br />

the planning of an institutional event or a <strong>del</strong>egation visit, in the writing of<br />

a letter of representation or organizing a conference or even how we sit and


act during a session of the Executive Council or City Council, where the<br />

order of protocol has fundamental importance, is increasingly becoming a<br />

field of strategic relevance. A few years ago, upon atten<strong>di</strong>ng a course held<br />

by ANCEP, the President of the Legislative Assembly of Emilia Romagna,<br />

Monica Donini, began his welcome speech with the phrase "A ceremony<br />

gives a sense of belonging" A ceremony becomes an effective tool of<br />

political and civic action in areas defined as essential in a mass me<strong>di</strong>a<br />

society such as ours. Public administrations have significant <strong>del</strong>ay,<br />

compared to private companies, in the development of Public Relations, not<br />

to be confused with the URP with which the relations with the public are<br />

quite another thing. The rules of protocol are not intangible and are subject<br />

to continuous changes in adapting to the new requirements that the<br />

administrative decentralization has imposed on us. In this regard, the need<br />

to build a real order of protocol has arisen, both at a national and local level,<br />

called for by many and to which we can absolutely not ignore the<br />

knowledge and respect of rules as categorical imperatives that support them<br />

. After the approval of the decrees, there was an increasing need to form an<br />

Association, ANCEP, that at national level, would gather together all those<br />

involved in ceremonial aspects and protocol, namely the Master of<br />

Ceremonies of public authorities, contributing not only to a valid and unique<br />

<strong>di</strong>ffusion of the subject at the national level but also to raise awareness of<br />

those who are responsible, not only for the practical value but also of the<br />

moral and legal value of a courtesy protocol through making a shared<br />

culture of institutional representation. From this springs a reflection in us all<br />

which shows that at every moment in life we are examined and judged on<br />

our behaviour. A careless act or coarse manners can have unpleasant<br />

consequences, sometimes serious for a public image and can also be<br />

reflected in the economic and functional life of public institution. The<br />

establishment of clear rules that must be followed in the <strong>di</strong>fficult and<br />

sensitive area of public relations, promotes the fundamental role that they<br />

have in the public participation and representation of the appointed


institution of which they are an essential part. The Master of Ceremony<br />

becomes, therefore, the bearer of the sense of belonging in institutions.


INTRODUZIONE<br />

Il senso <strong>del</strong> Cerimoniale si può racchiudere nell’espressione “quando<br />

la forma <strong>di</strong>venta sostanza”.<br />

Tale <strong>di</strong>sciplina si occupa <strong>del</strong>le relazioni fra istituzioni pubbliche,<br />

dettando regole sia per il posizionamento <strong>del</strong>le singole autorità nelle<br />

cerimonie sia per le modalità dei rapporti fra le cariche, definendo la<br />

corretta rappresentazione <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>namento <strong>del</strong>lo Stato.<br />

Con la legge costituzionale n°3 <strong>del</strong> 18 ottobre 2001 è stato<br />

completamente riformato il Capo V, parte seconda, <strong>del</strong>la Costituzione<br />

Italiana, a trent’anni dalla istituzione <strong>del</strong>le Regioni a statuto or<strong>di</strong>nario<br />

avvenuta nel 1970, recante norme sulle Regioni, le Province e i Comuni.<br />

Tale riforma assume un carattere essenziale in quanto giunge a<br />

conclusione <strong>del</strong> cammino verso il decentramento amministrativo e<br />

legislativo avviato con la Legge n°59 <strong>del</strong> 1997, conosciuta meglio come<br />

Legge Bassanini e con il D.Lgs 469/97 e il D.Lgs 112 <strong>del</strong> 1998.<br />

Il nuovo Titolo V ha segnato una trasformazione <strong>del</strong> sistema<br />

istituzionale, <strong>di</strong>slocando gli assetti <strong>di</strong> potere interno, agevolando il<br />

rafforzamento dei poteri regionali e locali. Tale atto è ancora suscettibile <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>ficazioni e sviluppi importanti.<br />

L’art. 114 stabilisce che “La Repubblica è costituita da Comuni, dalle<br />

province , dalle Città metropolitane , dalle Regioni e dallo Stato”. Nei<br />

commi 1 e 2 si trova il riconoscimento <strong>del</strong>l’autonomia costituzionale degli<br />

enti locali, autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi<br />

fissati dalla costituzione”.<br />

L’art. 118, al primo comma, stabilisce che “le funzioni<br />

amministrative sono attribuite ai comuni salvo che, per assicurarne<br />

l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni<br />

e Stato, sulla base dei principi <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà, <strong>di</strong>fferenziazione ed<br />

adeguatezza”.<br />

Tale principio deriva dal ruolo fondamentale riconosciuto ai comuni<br />

nella storia <strong>del</strong> nostro paese, rafforzato dall’art. 123 comma 4 in cui si


prevede la costituzione <strong>del</strong> “Consiglio <strong>del</strong>le autonomie locali, quale organo<br />

<strong>di</strong> consultazione fra la Regione e gli Enti locali”.<br />

Dall’anno 2001 in cui venne approvata la riforma <strong>del</strong> titolo V ad<br />

oggi, si sono succedute proposte e controproposte in merito all’applicazione<br />

<strong>del</strong>la stessa.<br />

Ogni cambio <strong>di</strong> maggioranza ha messo in campo proposte <strong>di</strong> “parte”<br />

che hanno più che altro provocato uno stallo al compimento <strong>del</strong>le riforme<br />

istituzionali.<br />

Anche la prassi cerimoniale ha seguito queste vicende sino al 2006,<br />

anno che ha visto l’approvazione <strong>di</strong> un DPCM che ha riformato le<br />

<strong>di</strong>sposizioni in materia <strong>di</strong> cerimoniale e <strong>di</strong> precedenza <strong>del</strong>le cariche<br />

pubbliche.<br />

Questo decreto è stato il primo provve<strong>di</strong>mento organico adottato in<br />

Italia dall’avvento <strong>del</strong>la Repubblica, che ha dato sistematicità ad un ambito<br />

regolato per oltre cinquant’anni da una semplice circolare.<br />

Ma quali sono stati i risultati <strong>del</strong> Decreto? Regioni ed Enti locali vi si<br />

trovano adeguatamente rappresentati?<br />

Il decreto, mo<strong>di</strong>ficato con un successivo decreto <strong>del</strong> 16/04/2008,<br />

<strong>di</strong>sciplina le relazioni fra le pubbliche amministrazioni, in un contesto in<br />

cui, alla luce <strong>del</strong>le mo<strong>di</strong>fiche costituzionali, ha visto fortemente<br />

incrementati i rapporti fra enti valorizzando ed ampliando il ruolo <strong>di</strong><br />

rappresentanza <strong>di</strong> Regioni ed Enti locali, che ha reso in<strong>di</strong>spensabile la<br />

revisione <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>le precedenze, sia a livello nazionale che<br />

territoriale.<br />

Questo bisogno è stato molto sentito perché, in seguito alle mo<strong>di</strong>fiche<br />

<strong>del</strong> quadro storico e <strong>di</strong> quello giuri<strong>di</strong>co-costituzionale <strong>di</strong> riferimento, non si<br />

potevano più ignorare le nuove cariche che, negli ultimi decenni, hanno<br />

arricchito il quadro istituzionale.<br />

Compito dei cerimonialisti e <strong>di</strong> tutti coloro che si occupano <strong>di</strong><br />

cerimoniale all’interno dei nostri Enti, è quello <strong>di</strong> rispettare la norma<br />

esistente.


A tal proposito, le Regioni, subito dopo l’entrata in vigore <strong>del</strong><br />

decreto, avrebbero dovuto cogliere l’occasione per affermare il loro<br />

protagonismo finalmente riconosciuto, così come suggerito da Antonio<br />

Politi past-President e socio fondatore <strong>del</strong>l’ANCEP, attraverso la<br />

promozione <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> lavoro, elaborando un documento sulle procedure e<br />

svolgendo un ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>del</strong> territorio sulle tematiche <strong>del</strong><br />

cerimoniale.<br />

Durante un suo intervento, Francesco Piazza, Capo <strong>del</strong> cerimoniale<br />

<strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> Roma, ha riba<strong>di</strong>to che “ le regole sono in<strong>di</strong>spensabili per<br />

avere un in<strong>di</strong>rizzo, ma è importante sapere a che cosa corrispondono”.<br />

Anche la circolare <strong>del</strong> 1950 sul Cerimoniale conteneva regole che col tempo<br />

hanno perso significato, in quanto non rispecchiavano più quella realtà.<br />

Il decreto <strong>del</strong> 2006, mo<strong>di</strong>ficato nel 2008, contiene una precisa<br />

normativa attinente a tutte le istituzioni e a tutti gli enti pubblici, anche se<br />

molti credono ancora che l’attività <strong>di</strong> cerimoniale sia “occasionale”, e che<br />

consista soltanto nel ricevere e sistemare le autorità al posto giusto durante<br />

occasioni particolari o eventi.<br />

Le forme che il Cerimoniale fa osservare hanno una sostanza, e la<br />

sostanza è lo Stato.<br />

In questo mio lavoro racchiuso in 6 capitoli.<br />

Nel primo capitolo cercherò <strong>di</strong> <strong>del</strong>ineare il quadro generale <strong>del</strong><br />

cerimoniale istituzionale partendo proprio dai suoi fondamenti storici<br />

soffermandomi particolarmente sugli ultimi due secoli <strong>di</strong> storia nazionale.<br />

Nel secondo capitolo cercherò <strong>di</strong> tracciare un quadro inerente le<br />

nuove posizioni <strong>del</strong> decentramento amministrativo attraverso l’analisi <strong>del</strong>le<br />

scelte compiute che hanno portato a un definitivo assetto amministrativo-<br />

istituzionale<br />

Nel terzo capitolo traccerò un quadro comparativo tra i ruoli<br />

contenuti nei DPCM e gli assetti amministrativi<br />

Nel quarto capitolo esporrò alcuni episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> abusi che alcune realtà<br />

territoriali hanno commesso sconfinando le proprie competenze, allegando<br />

le sentenze emesse dalla corte costituzionale.


Nel quinto capitolo metto a fuoco i vari elementi <strong>del</strong>l’impatto <strong>del</strong><br />

decentramento amministrativo nella prassi <strong>del</strong> cerimoniale attraverso<br />

l’analisi degli enti territoriali e clericali<br />

Nel sesto capitolo esporrò quali sono le realtà nazionali presenti a<br />

livello Cerimoniale negli Enti pubblici nazionali con particolare attenzione<br />

all’ANCEP (Associazione Nazionale Cerimonialisti Enti Pubblici) ed in<br />

riferimento alla mia esperienza personale e professionale


6.2 Applicazioni <strong>del</strong> Cerimoniale – il caso <strong>del</strong>la Città <strong>di</strong> Acireale<br />

Sono convinto che Cerimonialisti si nasce e non si <strong>di</strong>venta. Tutto ha<br />

avuto inizio l’8 ottobre 2000 in Piazza San Pietro a Roma, per trovare<br />

giusto compimento il 1° <strong>di</strong>cembre <strong>del</strong>lo stesso anno con la Determina<br />

Sindacale n° 1/00 a firma <strong>del</strong> neo Sindaco <strong>di</strong> Acireale, Nino Nicotra.<br />

In anni passati avevo avuto già qualche esperienza in campo in quanto<br />

mi ero occupato durante il servizio militare (ferma triennale)<br />

<strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong>la festa <strong>di</strong> Santa Barbara, Patrona <strong>del</strong>la Marina<br />

Militare. Al Comune, il compito <strong>di</strong> Cerimoniere era assegnato ad un<br />

funzionario <strong>del</strong>la Pretura che desiderava lo affiancassi; un giorno, in<br />

occasione <strong>del</strong>la celebrazione <strong>del</strong>l’ottava <strong>di</strong> San Sebastiano, mi chiamò<br />

<strong>di</strong>cendomi che, per alcuni imprevisti, avrebbe fatto tar<strong>di</strong> alla cerimonia e<br />

che avrei dovuto far indossare la fascia al Sindaco a causa <strong>del</strong> suo<br />

eventuale ritardo. L’occasione era propizia, in quanto lo stesso Mario Di<br />

Stefano (questo era il suo nome) avrebbe proposto al Sindaco <strong>di</strong> allora (il<br />

Sen. Filetti) <strong>di</strong> poter iniziare ad affiancarlo nelle varie occasioni e<br />

cerimonie, creando così una figura <strong>di</strong> ricambio.<br />

Quella sera lui non venne ed io rimasi un po’ meravigliato in quanto era<br />

una persona molto precisa. L’indomani, lo cercai, senza nessun risultato. In<br />

mattinata seppi che il poveretto era stato trovato a casa, riverso a terra,<br />

morto per un ictus fulminante. Così quello che per molti versi era una mia<br />

speranza venne totalmente abbandonata a sè. Era il 27 gennaio <strong>del</strong> 1997.<br />

Già da tempo mi ero affacciato a questo argomento notando come il<br />

cerimoniale mi appassionava sempre più.<br />

Iniziai a conoscere il significato <strong>del</strong> termine, grazie ad un libro, che<br />

custo<strong>di</strong>sco gelosamente, donatomi dal Camerlengo dei Cerimonieri<br />

Pontifici, Mons. Franco Camaldo, conosciuto nel gennaio 1997 durante i<br />

festeggiamenti in onore <strong>di</strong> San Sebastiano. L’illustre presule era stato<br />

invitato dall’allora decano Mons. Giuseppe Sciacca (oggi Segretario<br />

Generale <strong>del</strong> Governatorato <strong>del</strong>la Città <strong>del</strong> Vaticano) per tenere le omelie<br />

durante il triduo <strong>di</strong> preparazione ai festeggiamenti.


Dopo qualche mese dalla nostra conoscenza ricevetti quel libro che in<br />

due o tre giorni lo lessi completamente, convinto che da allora, quella<br />

nuova attività potesse essere uno sbocco per la mia professione.<br />

Dalla lettura ebbi l’imput per poter attuare ciò che desideravo fare.<br />

Dopo la nomina, i primi tempi per me non furono dei più facili, ad<br />

iniziare dalle <strong>di</strong>fficoltà createmi da chi sino ad allora aveva (anche se non<br />

come titolare) svolto quel ruolo. Ruolo fondamentale per la mia professione<br />

fu la conoscenza con il Cons. Massimo Sgrelli, definito il padre <strong>del</strong><br />

moderno Cerimoniale italiano, il quale già dal primo corso che frequentai,<br />

iniziò a costruire le solide fondamenta <strong>del</strong> mio nuovo ruolo .<br />

L’apporto <strong>di</strong> Massimo Sgrelli alla mia professione, è stato fondamentale,<br />

sia nella vita professionale che <strong>di</strong> supporto ed aiuto in alcuni momenti<br />

<strong>di</strong>fficili. Importante comunque non è stata solo la formazione professionale<br />

ma soprattutto la fiducia accordatemi dalle varie amministrazioni.<br />

Le prime esperienze <strong>di</strong> cerimonie accompagnate dalla corretta, nei limiti<br />

<strong>del</strong>le possibilità, applicazione <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne <strong>del</strong>le precedenze, hanno infuso al<br />

ruolo una sempre maggiore importanza e <strong>di</strong>gnità.<br />

Ho sempre cercato <strong>di</strong> operare quale figura ombra <strong>del</strong>le istituzioni,<br />

evitando il più possibile <strong>di</strong> apparire o ad<strong>di</strong>rittura adombrare coloro che<br />

rivestivano o rivestono ruoli istituzionali e che sono titolari <strong>di</strong> un mandato<br />

elettorale, frutto <strong>di</strong> volontà popolare.<br />

Tra gli obiettivi primari, ho cercato <strong>di</strong> dare concreta attuazione<br />

all’imban<strong>di</strong>eramento degli e<strong>di</strong>fici comunali, secondo le regole <strong>di</strong>sposte<br />

dalla Presidenza <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, istituendo un imban<strong>di</strong>eramento<br />

giornaliero oltre a quello solenne <strong>del</strong>le festività proprie.<br />

Con l’istituzione <strong>del</strong>la Cerimonia citta<strong>di</strong>na in occasione <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>la<br />

Repubblica, ho fortemente voluto, in accordo con l’amministrazione, il<br />

coinvolgimento <strong>del</strong>le scuole, evitando <strong>di</strong> ridurre questi momenti a sfilate<br />

sparute <strong>di</strong> ex combattenti, cercando invece <strong>di</strong> coinvolgere le associazioni<br />

d’arma presenti sul territorio, imprimendo i valori che l’allora Presidente<br />

<strong>del</strong>la Repubblica Ciampi con forza ci in<strong>di</strong>cava.


Momenti particolari ce ne sono stati tanti: alcuni hanno sottolineato il<br />

punto <strong>di</strong> forza <strong>del</strong>la professione, mentre altri mi hanno visto debole, ma non<br />

sconfitto.<br />

Come nella vita, i momenti <strong>di</strong>fficili vanno affrontati con maggior vigore<br />

ed attenzione: ricordo i cambi tra i Sindaci e commissari, la non<br />

accettazione <strong>del</strong>la mia figura da parte <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> essi (un commissario<br />

straor<strong>di</strong>nario), la gioia <strong>di</strong> riavere un Sindaco che ti <strong>di</strong>ce, in un momento<br />

quando qualcuno cerca <strong>di</strong> sopraffarti: “sino a quando ci sono io, decido io<br />

chi deve occuparsi <strong>del</strong> Cerimoniale e sino ad adesso non m’è passato mai in<br />

mente <strong>di</strong> sostituirti” (il sindaco è Nino Garozzo).<br />

Momenti emozionanti sono stati quelli in cui hanno indossato per la<br />

prima volta la fascia tricolore i nuovi sindaci. Gli obiettivi dei fotografi e<br />

cineoperatori tutti puntati in un connubio <strong>di</strong> emozione mista a tensione a<br />

trovarti proprio nella scena accanto al protagonista.<br />

Fondamentale è stato il rapporto con giornalisti e operatori nel settore<br />

<strong>del</strong>la comunicazione, cercando a volte <strong>di</strong> spiegare il significato <strong>di</strong><br />

determinati gesti, evitando inutili e sterili polemiche che potessero sfociare<br />

in commenti negativi nei confronti <strong>del</strong>le istituzioni, rapportandomi con<br />

reciproca cor<strong>di</strong>alità e rispetto dei ruoli rivestiti all’interno <strong>del</strong>le<br />

professionalità, permettendo così che l’utenza potesse ricevere chiaramente<br />

il messaggio voluto dalle istituzioni con il linguaggio accompagnato dalle<br />

immagini come se i telespettatori o chi legge un articolo, fosse protagonista<br />

principale nella scena.<br />

Tra gli innumerevoli aneddoti desidero raccontarne qualcuno in<br />

particolare, accaduto qualche anno fà, durante una visita in comune da parte<br />

<strong>di</strong> un comandante provinciale (ometto <strong>di</strong> enunciare a quale forza <strong>del</strong>l’or<strong>di</strong>ne<br />

apparteneva per ovvi motivi). Lo stesso, ricevuto nello stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> Sindaco<br />

(il sindaco era l’attuale), fece notare che le ban<strong>di</strong>ere poste alla destra <strong>del</strong>lo<br />

scrittoio <strong>del</strong> Sindaco erano in posizione sbagliata, come anche<br />

l’imban<strong>di</strong>eramento esterno <strong>del</strong>l’e<strong>di</strong>ficio fosse tutto errato.


Il Sindaco Garozzo, sorpreso <strong>del</strong> fatto evidenziato, e <strong>del</strong>l’inopportuno<br />

quanto non convenevole interesse che questa autorità aveva posto entrando<br />

nella stanza <strong>di</strong> un'altra autorità, mi chiamò riferendomi l’accaduto.<br />

La cosa non mi meravigliò più <strong>di</strong> tanto, ero sicuro <strong>del</strong> fatto mio,<br />

ciononostante rassicurai che avrei controllato un simile errore. Uscì tra il<br />

sorrisetto ironico e pungente <strong>del</strong> tizio che poco aveva <strong>di</strong> autorità, lasciando i<br />

due protagonisti a colloquiare <strong>di</strong> tutt’altre faccende.<br />

Dopo una consultazione nei manuali <strong>del</strong> cerimoniale, accertandomi che<br />

non vi era errore, provai a chiamare il Dipartimento <strong>di</strong> Roma. Il caso volle<br />

(non è mai più successo) che fu proprio il Consigliere Sgrelli a prendere la<br />

chiamata. Esposi l’accaduto, mi fece notare che avevo perfettamente<br />

ragione e mi chiese un numero <strong>di</strong> fax.<br />

Cinque minuti dopo arrivò al gabinetto <strong>del</strong> Sindaco un fax con tanto <strong>di</strong><br />

carta intestata “ Presidenza <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri – Dipartimento <strong>del</strong><br />

cerimoniale <strong>di</strong> Stato” con allegati i <strong>di</strong>segni sull’imban<strong>di</strong>eramento esterno ed<br />

interno degli e<strong>di</strong>fici pubblici in Italia.<br />

Finito il loro <strong>di</strong>scorso, mi permisi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbare il Sindaco<br />

consegnandogli proprio il fax appena giunto dall’Ufficio <strong>di</strong> Palazzo Chigi<br />

(era ancora caldo <strong>di</strong> stampa). Il Sindaco lo lesse, guardò le ban<strong>di</strong>ere,<br />

accorgendosi che tutto era perfettamente a posto secondo le <strong>di</strong>sposizioni<br />

ricevute da Roma, constatando che l’illustre ospite aveva in un certo qual<br />

modo esagerato e commesso un errore, ancor più grave, perché aveva con<br />

arroganza insistito , sconfinando anche le proprie competenze.<br />

Il Sindaco, consegnò il fax all’interessato, il quale tra l’in<strong>di</strong>gnato e lo<br />

sbigottito lo lesse, senza peraltro avere il coraggio o la sensibilità <strong>di</strong><br />

scusarsi, con l’auspicio che dopo questa esperienza avesse, o almeno lo<br />

spero, imparato il corretto or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> imban<strong>di</strong>eramento degli e<strong>di</strong>fici<br />

pubblici.<br />

Raccolsi i più ampi consensi da parte <strong>del</strong> Sindaco che fece notare<br />

all’ospite che in materia <strong>di</strong> cerimoniale sarebbe meglio pensarci due volte<br />

prima <strong>di</strong> attaccare, contrad<strong>di</strong>cendo, il responsabile <strong>del</strong> Cerimoniale.


Un Sindaco <strong>di</strong> un paesino <strong>del</strong> comprensorio siracusano aveva<br />

personalmente invitato il sindaco <strong>di</strong> Acireale a partecipare alla cerimonia<br />

per un gemellaggio per la festa <strong>di</strong> S. Sebastiano. Il Sindaco si era fatto<br />

anticipare da una <strong>del</strong>egazione per poi avviarsi con le auto istituzionali in<br />

compagnia <strong>di</strong> una rappresentanza istituzionale formata dal vicesindaco e da<br />

alcuni assessori. Al suo arrivo però non venne accolto dal Sindaco invitante<br />

che non si presentò all’incontro nemmeno dopo. Il Sindaco <strong>di</strong> Acireale,<br />

pensò giustamente <strong>di</strong> fare <strong>di</strong>etro front e rientrare in città. Visto il<br />

giustificato <strong>di</strong>sappunto qualcuno volle giustificarlo <strong>di</strong>cendo che, a causa<br />

<strong>del</strong>l’improvvisa separazione con la moglie, aveva preferito fare un giro in<br />

barca per schiarirsi le idee o far sbollire la rabbia. Il comitato organizzatore,<br />

resosi conto <strong>del</strong>la assoluta mancanza <strong>di</strong> rispetto nei confronti degli ospiti,<br />

cercò in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> porre riparo all’irreparabile errore. Il sindaco <strong>del</strong><br />

paesino sentì il doveroso bisogno <strong>di</strong> doversi scusare con il suo ospite e<br />

telefonicamente porse le sue scuse ufficiali cercando <strong>di</strong> giustificare il suo<br />

inconsulto e irrispettoso gesto.<br />

Nel febbraio 2006 alcuni ambasciatori <strong>del</strong>la Santa Sede si fermarono<br />

per due giorni ad Acireale per omaggiare l’arcivescovo che celebrava il 25°<br />

anniversario <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione Episcopale. Il Sindaco per onorare la presenza<br />

degli alti <strong>di</strong>plomatici, organizzò per l’occasione una cena <strong>di</strong> gala presso un<br />

elegante e rinomato locale citta<strong>di</strong>no conferendo all’evento il massimo <strong>del</strong>la<br />

risonanza. Ma, ironia <strong>del</strong>la sorte, questa volta fu lui l’assente ingiustificato.<br />

La causa <strong>di</strong> forza maggiore? Motivi personali o meglio familiari ! Il gesto<br />

creò qualche imbarazzo nei <strong>di</strong>plomatici che si trovarono <strong>di</strong>nnanzi<br />

all’assenza <strong>del</strong>l’invitante <strong>del</strong>l’evento<br />

Durante la festività religiosa <strong>del</strong>la Santa Patrona, nel bel mezzo<br />

<strong>del</strong>l’omelia tenuta dall’Arcivescovo emerito <strong>di</strong> <strong>Catania</strong>, Mons. Luigi<br />

Bommarito, si sente passare e soffermarsi <strong>di</strong>nnanzi la porta principale, la<br />

banda musicale che si esibisce con una poderosa ed allegra marcetta.<br />

L’arcivescovo fece risaltare “ironicamente” il fatto. Sia io che il<br />

Cerimoniere vescovile, ci precipitammo fuori per far smettere la banda e


improverare il maestro. Alle proteste mossegli, il maestro rispose che<br />

avevano ricevuto il segnale convenuto per l’inizio da un signore che stava<br />

sul sagrato: un barbone che versa spesso in stato <strong>di</strong> ubriachezza.<br />

Numerosi altri episo<strong>di</strong> hanno costellato la mia esperienza, da più<br />

piacevoli a più <strong>di</strong>fficili, ve<strong>di</strong> il caso <strong>del</strong>le esequie <strong>di</strong> sindaci emeriti che<br />

magari abbiamo conosciuto personalmente e a cui siamo stati legati<br />

amichevolmente o al gesto autorizzato da parte <strong>del</strong> commissario <strong>di</strong> issare la<br />

ban<strong>di</strong>era <strong>del</strong>la pace nella loggia ove avviene l’imban<strong>di</strong>eramento<br />

istituzionale o alla sostituzione <strong>del</strong> dono per l’offerta <strong>del</strong>la lampada votiva<br />

con un contenitore sicuramente più idoneo.<br />

Un altro episo<strong>di</strong>o riguarda proprio la cerimonia <strong>di</strong> esequie <strong>di</strong> un Sindaco<br />

emerito (tra l’altro il primo eletto <strong>di</strong>rettamente dal popolo). Era il 19 aprile<br />

<strong>del</strong> 2005 e c’era in corso il conclave. Qualcuno <strong>del</strong>le gerarchie<br />

ecclesiastiche aveva già avuto il sentore <strong>del</strong>la fumata bianca. Quin<strong>di</strong> mi<br />

venne raccomandato che dopo la cerimonia funebre la commemorazione<br />

<strong>di</strong>nnanzi al municipio non si <strong>di</strong>lungasse troppo, perché al primo accenno <strong>di</strong><br />

fumata bianca tutte le campane avrebbero suonato a festa. Durante la<br />

commemorazione trepidavo, cercando <strong>di</strong> augurarmi o che la fumata fosse<br />

nera o allora che ritardasse la votazione in Cappella Sistina.<br />

La commemorazione finì, iniziarono ad arrivare le prime notizie; non<br />

appena il feretro lasciò piazza Duomo , immettendosi in una strada verso il<br />

cimitero,ecco tutte le campane a festa: era stato eletto al soglio <strong>di</strong> Pietro<br />

S.S. Benedetto XVI. E qui tirai un grosso sospiro <strong>di</strong> sollievo: salvammo<br />

capre e cavoli.<br />

Vorrei tra gli episo<strong>di</strong> citare quello che mi ha permesso <strong>di</strong> scrivere una<br />

pagina in<strong>del</strong>ebile <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>la mia Città. Si tratta <strong>del</strong>la concessione <strong>del</strong><br />

titolo <strong>di</strong> Città e <strong>del</strong> nuovo stemma e ban<strong>di</strong>era.<br />

Tutto ebbe inizio quando mi accorsi che il Comune recava stampato sulla<br />

carta intestata lo stemma <strong>di</strong> un altro Comune. Mi recai all’archivio storico e<br />

qui la sorpresa fu doppia in quanto vi erano <strong>del</strong>le incongruenze tra le<br />

miniature conservate all’archivio storico e il testo <strong>del</strong> decreto.


Mi <strong>di</strong>e<strong>di</strong> subito da fare ed in questo debbo essere grato al Gr. Uff.<br />

Francesco Galetta, responsabile <strong>del</strong>l’Ufficio Onorificenze ed Aral<strong>di</strong>ca <strong>del</strong>la<br />

Presidenza <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, per il grande aiuto nella concessione<br />

dei suddetti titoli ed emblemi.<br />

Ometto <strong>di</strong> raccontare le lunghe ed a volte inutili <strong>di</strong>atribe su come doveva<br />

essere la porta o la finestra <strong>del</strong> castello, <strong>di</strong>co solo che dal lontano 2001, il<br />

decreto <strong>del</strong>lo stemma venne concesso nel febbraio 2009 (quello <strong>del</strong> titolo <strong>di</strong><br />

Città era già stato concesso nel novembre 2007). La cosa che desidero<br />

sottolineare oltre alla massima <strong>di</strong>sponibilità da parte degli uffici romani, è<br />

stata la vicinanza e il sostegno da parte <strong>del</strong>l’Amministrazione comunale ed<br />

in particolare nella persona <strong>del</strong> sindaco Garozzo, che ha sempre creduto<br />

nelle idee e nei suggerimenti ricevuti dall’ufficio onorificenze <strong>di</strong> Roma, a<br />

costo anche <strong>di</strong> apparire contro corrente e <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare la sua, come fece una<br />

volta ai pie<strong>di</strong> <strong>del</strong> simulacro <strong>del</strong>la nostra Patrona Santa Venera, in cui lo<br />

stemma attuale (che non è altro la riproduzione <strong>del</strong> primo stemma ) è<br />

inciso.<br />

Grazie all’esperienza e al ruolo rivestito ecco che un giorno ho ricevuto<br />

un invito per la presentazione <strong>di</strong> un libro sul Cerimoniale nell’Aula Magna<br />

<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Catania</strong>, scritto dal prof. Francesco Raneri, correlatore<br />

<strong>del</strong>la presente.<br />

Giunto sul posto, ho trovato, con immensa sorpresa, quale relatore e co-<br />

autore <strong>del</strong> libro, un conoscente <strong>di</strong> Acireale. Alla fine ho presentato le mie<br />

congratulazioni, invitandolo qualche giorno dopo a gustare una granita in<br />

centro ad Acireale.<br />

Da quell’incontro è nato in me un progetto: ho preso con coraggio la<br />

decisione (inizialmente un po’ contrastata da amici e parenti ma non da mia<br />

moglie) che ha cambiato il corso <strong>del</strong>la mia vita.<br />

Ho iniziato l’esperienza Universitaria in un corso dove il Cerimoniale è<br />

una materia d’esame (<strong>Catania</strong> è l’unica <strong>Università</strong> italiana dove viene<br />

insegnata questa <strong>di</strong>sciplina).


Ed è proprio questo l’obiettivo che oggi raggiungo con questa <strong>tesi</strong>, alla<br />

fine <strong>del</strong> percorso triennale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, con una <strong>tesi</strong> il cui argomento è il<br />

Cerimoniale.<br />

Oltre ai momenti <strong>di</strong> gioia, vi sono anche quelli <strong>di</strong> sconforto, in cui ti<br />

viene <strong>di</strong> buttare tutto in aria, in cui ti confronti con l’ignoranza in materia,<br />

accompagnata dall’arroganza che non si ad<strong>di</strong>ce anzi stona parecchio<br />

soprattutto in bocca a qualche autorità, anche se i momenti <strong>di</strong>fficili vengono<br />

sempre compensati e cancellati dalle sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />

Fare Cerimoniale in una Città come Acireale è in<strong>di</strong>spensabile.<br />

E’ il tessuto stesso citta<strong>di</strong>no che lo richiede, la cultura, le tra<strong>di</strong>zioni<br />

secolari e il rispetto dei ruoli, mi hanno permesso <strong>di</strong> essere protagonista<br />

innanzi alla storia <strong>del</strong>la mia Città, che mi ha permesso <strong>di</strong> vivere momenti<br />

unici a fianco dei vertici citta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> conoscere uomini <strong>di</strong> elevato spessore,<br />

<strong>di</strong> confrontarmi con le varie realtà <strong>del</strong> tessuto citta<strong>di</strong>no.<br />

L’esperienza maturata mi ha consentito <strong>di</strong> raccogliere consensi nei<br />

territori viciniori, dandomi la possibilità <strong>di</strong> allargare il mio bagaglio <strong>del</strong>le<br />

conoscenze in realtà territoriali decisamente opposte alla mia.<br />

Sono certo che avrò commesso qualche errore durante la mia attività,<br />

spero <strong>di</strong> non perseverare , ma sono certo <strong>di</strong> aver creduto in ciò che ho fatto.<br />

Ho cercato sempre un confronto costruttivo per il bene <strong>del</strong>la società e a<br />

servizio <strong>del</strong>le istituzioni che dovrebbe essere lo scopo <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi che<br />

lavora nella Pubblica amministrazione e che seduto <strong>di</strong>etro una scrivania, per<br />

il ruolo ricoperto, rappresenta in quel momento agli occhi <strong>del</strong> citta<strong>di</strong>no<br />

comune, la realtà nazionale, lo Stato.<br />

Sostenuto dalla grande fiducia che i Sindaci e gli Amministratori con cui<br />

ho avuto il piacere <strong>di</strong> lavorare sino ad adesso, cercherò <strong>di</strong> svolgere sempre<br />

il mio ruolo anche se qualcuno <strong>di</strong> loro non sempre segue le regole <strong>del</strong><br />

cerimoniale benchè finisce sempre per rispettarle.<br />

Sono grato alla Città <strong>di</strong> Acireale che mi è stata madre e che mi è sorella,<br />

<strong>di</strong> poter raggiungere gli obiettivi e poter sempre perseguire determinati<br />

ideali con le persone giuste al posto giusto perché “se un uomo non è


<strong>di</strong>sposto a correre qualche rischio per le proprie idee o le sue idee non<br />

valgono niente o non vale lui…” .<br />

Continuiamo, testimoni e protagonisti <strong>del</strong>la storia riconoscenti <strong>del</strong>le<br />

ricchezze tramandate dal passato e costruttori <strong>del</strong>la nuova primavera <strong>del</strong><br />

futuro.


Conclusioni<br />

Prossimo al traguardo <strong>di</strong> un percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, epilogo <strong>di</strong> un sogno<br />

iniziato alcuni anni or sono, l’autore <strong>di</strong> questa <strong>tesi</strong> trae <strong>del</strong>le riflessioni: da<br />

un lato si è arricchito sia nel campo culturale che in quello professionale,<br />

mentre dall’altro rimpiange <strong>di</strong> non aver potuto trascorrere insieme ai propri<br />

figli, momenti importanti <strong>del</strong>la loro crescita.<br />

E’ emersa, però, l’importanza <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>sciplina, che trova il<br />

proprio fondamento a servizio <strong>del</strong>le istituzione pubbliche e private<br />

affermando che “il cerimoniale si vede quando non c’è” e, quin<strong>di</strong>, la<br />

presenza <strong>del</strong> cerimonialista, figura professionale dotata <strong>di</strong> proprie<br />

caratteristiche e peculiarità si rende in<strong>di</strong>spensabile all’interno <strong>di</strong> un ente.<br />

La corretta applicazione <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong> Cerimoniale nelle<br />

istituzioni e agli organi preposti, infonde quel senso <strong>di</strong> appartenenza,<br />

ricordando che il risultato <strong>del</strong>l’urna (nel caso <strong>di</strong> cariche elettive) non finisce<br />

il giorno <strong>del</strong>lo scrutinio, ma ha inizio proprio da quel giorno.<br />

Fare bene il proprio lavoro, applicare le regole secondo le<br />

<strong>di</strong>sposizioni impartite dai decreti, confrontandoli con le realtà nazionali e<br />

territoriali all’interno <strong>del</strong>la pubblica amministrazione, unite al proprio gusto<br />

personale, infondono alle cose più semplici e belle la giusta importanza e<br />

<strong>di</strong>gnità che meritano.<br />

L’esperienza <strong>del</strong>lo stesso, da un decennio con le mansioni <strong>di</strong><br />

cerimonialista <strong>del</strong>la Città <strong>di</strong> Acireale e, quale componente <strong>del</strong> <strong>di</strong>rettivo<br />

nazionale <strong>del</strong>l’ANCEP per il settore Comuni, oltre ai corsi frequentati, gli<br />

ha permesso <strong>di</strong> perfezionare la propria professionalità e ampliare le proprie<br />

conoscenze sotto l’aspetto giuri<strong>di</strong>co nel settore, avendo avuto l’opportunità<br />

<strong>di</strong> confrontarsi con <strong>di</strong>versi colleghi che operano in tanti altri Comuni <strong>del</strong><br />

territorio italiano.


Si auspica che questo lavoro non resti un inutile scritto <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssertazione accademica ma possa servire anche ad arricchire il bagaglio<br />

culturale <strong>di</strong> altri addetti al settore, con l’augurio che si possa ad<strong>di</strong>venire in<br />

un prossimo futuro, al riconoscimento ufficiale <strong>del</strong> ruolo professionale <strong>del</strong><br />

cerimonialista all’interno sia degli enti pubblici che privati.<br />

E’questo l’augurio più vero che viene fatto ai colleghi, e cioè: quello<br />

<strong>di</strong> essere uomini che non guardano solo negli occhi ma che guardano nella<br />

stessa <strong>di</strong>rezione.

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