Scarica anteprima del libro - Tipografia Serigrafia in Sicilia Lithos
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
a cura di<br />
Giuseppe L. Bonanno<br />
Angelo Curti Giard<strong>in</strong>a<br />
Anteprima scaricata da: <strong>Tipografia</strong> <strong>Lithos</strong> www.lithos.biz
CAMCANTIERE/4<br />
SELINUNTE IMMAGINATA<br />
Chiesa degli Agost<strong>in</strong>iani<br />
Via Garibaldi (di fronte Museo Civico)<br />
Castelvetrano - TP<br />
Mostra realizzata col patroc<strong>in</strong>io<br />
<strong>del</strong> Comune di Castelvetrano Sel<strong>in</strong>unte<br />
e <strong>del</strong>la Prov<strong>in</strong>cia regionale di Trapani<br />
Testi e cura di<br />
Giuseppe L. Bonanno<br />
Angelo Curti Giard<strong>in</strong>a<br />
Con uno scritto di<br />
Mart<strong>in</strong>e Fourmont<br />
Fotografie<br />
V<strong>in</strong>cenzo Napoli<br />
CAM<br />
Baglio Calcara - Trisc<strong>in</strong>a di Sel<strong>in</strong>unte<br />
Castelvetrano – TP<br />
Produzione editoriale<br />
Fondazione Kepha Onlus<br />
www.kepha.eu<br />
Stampa: <strong>Tipografia</strong> <strong>Lithos</strong><br />
© Tutti i diritti riservati, ogni riproduzione anche parziale<br />
vietata senza il consenso degli autori<br />
ISBN 978-88-97100-02-7<br />
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INTRODUZIONE<br />
PANDOLFO PANDOLFI<br />
Fondazione Kepha Onlus<br />
Tra le f<strong>in</strong>alità che la Fondazione Kepha si è data nella stesura <strong>del</strong> suo statuto vi è la tutela, valorizzazione<br />
e conservazione <strong>del</strong> patrimonio storico, artistico e culturale. È con questo obiettivo che è<br />
nato <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong>, a Trisc<strong>in</strong>a di Sel<strong>in</strong>unte, il centro a cui abbiamo dato il nome di CAM, Campus Archeologico<br />
Museale. Una <strong>del</strong>le prime <strong>in</strong>iziative, prese quando ancora si ristrutturavano gli edifici <strong>del</strong>l’antico<br />
baglio Calcara, è stata quella di creare una collana di volumi “snelli” e graficamente <strong>in</strong>vitanti<br />
con cui documentare le attività che si sarebbero svolte al CAM, chiamandola CAMCANTIERE, e<br />
“Sel<strong>in</strong>unte immag<strong>in</strong>ata” ne costituisce il numero quattro, una <strong>del</strong>le pietre che si pongono nel “cantiere”<br />
<strong>del</strong>le nostre attività. Chi visita Sel<strong>in</strong>unte non può che immag<strong>in</strong>are l’antica città, i cui resti imponenti<br />
ancora ne testimoniano la grandiosità. Il connubio fra cielo, terra e mare ha certamente<br />
colpito i viaggiatori di ogni epoca, che ne hanno lasciato testimonianze scritte, disegni e fotografie;<br />
io stesso ne sono rimasto affasc<strong>in</strong>ato vedendola per la prima volta da un piccolo aereo che ha<br />
sorvolato l’area archeologica e mi rimangono davanti agli occhi le immag<strong>in</strong>i ed i colori di questa<br />
splendida realtà. Questo numero nasce dalla mostra “Sel<strong>in</strong>unte immag<strong>in</strong>ata”, promossa dal Centro<br />
G. Gentile, <strong>in</strong>augurata nell’aprile scorso a cura di Giuseppe L. Bonanno e Angelo Curti Giard<strong>in</strong>a, allestita<br />
nella chiesa <strong>del</strong>l’ex convento degli Agost<strong>in</strong>iani a Castelvetrano, nella quale sono raccolte le<br />
immag<strong>in</strong>i lasciate dai viaggiatori e studiosi dal Settecento al Novecento. Ciascuno trasmette sensazioni<br />
e visioni, tutte possibili, tutte accettabili. Sel<strong>in</strong>unte e le sue cave di Cusa, matrice dei grandi<br />
templi sel<strong>in</strong>unt<strong>in</strong>i, hanno la capacità di raccontarsi e trasmetterci le loro memorie <strong>in</strong> tanti modi ed<br />
ognuno di noi trova il proprio.<br />
Gli archeologi possono non essere d’accordo quando si parla di sensazioni o di emozioni, ma il<br />
primo impatto con questa realtà non può che toccare le corde <strong>del</strong>l’emozione, solo “dopo”, la necessità<br />
<strong>del</strong>l’approfondimento storico e culturale ci farà rivolgere l’attenzione verso i tanti libri che si<br />
sono scritti su Sel<strong>in</strong>unte. È <strong>in</strong> questa direzione che il CAM ha impostato il proprio lavoro di studio e ricerca<br />
ed è per questo che la Fondazione Kepha promuove conferenze, giornate di studi e mostre,<br />
arrivando a dedicare a Sel<strong>in</strong>unte un “racconto” <strong>in</strong>iziato la scorsa estate con la realizzazione di una<br />
composizione di immag<strong>in</strong>i <strong>in</strong>titolata “Mediterraneo la memoria <strong>del</strong>le pietre – Sel<strong>in</strong>unte visioni possibili”<br />
e cont<strong>in</strong>uata poi con la giornata di studio “Sel<strong>in</strong>unte si racconta”, tenutasi nel maggio scorso <strong>in</strong><br />
collaborazione con l’Università di Bologna, i cui atti costituiscono il terzo numero <strong>del</strong>la collana. Ritengo<br />
che le troppe parole siano <strong>in</strong>utili e concludo con Anto<strong>in</strong>e de Sa<strong>in</strong>t Exupéry: “Non si vede<br />
bene che con il cuore, l’essenziale è <strong>in</strong>visibile agli occhi”.<br />
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
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PRESENTAZIONE<br />
FRANCESCO S. CALCARA<br />
Assessore alle Attività Culturali<br />
Pare che il più famoso viaggiatore avventuratosi <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong> nel cosiddetto grand tour, Wolfgang<br />
Goethe, pur avendo fatto tappa a Castelvetrano, il 21 aprile 1787, non abbia visitato Sel<strong>in</strong>unte;<br />
forse perché, come ebbe a scrivere sulla nave che lo riportava a Napoli, la città gli era stata descritta<br />
come « metodicamente devastata ». L’illustre eccezione non impedì, tuttavia, ad altri visitatori<br />
di fare tappa nell’antica città siceliota, i cui resti dopo l’<strong>in</strong>venzione <strong>del</strong> Fazello e l’asseverazione<br />
di Cluverio, giacevano ancora semi sepolti tra la sabbia e la vegetazione, e di ritrarne scorci e vedute.<br />
Se una sensibilità quasi protoromantica animava personaggi quali Pigonati, Hoüel, Denon,<br />
Goldicutt e D’Ostervald, nei quali prevale il motivo paesaggistico, il gusto <strong>del</strong> colore locale e il fasc<strong>in</strong>o<br />
<strong>del</strong> pittoresco, dagli anni Venti <strong>del</strong>l’Ottocento com<strong>in</strong>cia ad affermarsi una maggiore attenzione<br />
documentaristica, volta a promuovere la conoscenza <strong>del</strong> sito, così come notiamo <strong>in</strong> Harris<br />
ed Angell, ovvero nel duca di Serradifalco, primo dei siciliani ad <strong>in</strong>teressarsi, dal punto di vista<br />
scientifico, di quest’area archeologica. Sel<strong>in</strong>unte immag<strong>in</strong>ata è il titolo <strong>del</strong>la presente mostra, con<br />
particolare riferimento alle bellissime tavole di vari autori, alcune <strong>del</strong>le quali per la prima volta vengono<br />
qui esposte al grande pubblico. Dal viaggio romantico al metodo scientifico recita poi il sottotitolo,<br />
<strong>in</strong> relazione alle tavole che, a partire dal 1872, ci hanno lasciato Cavallari, Sal<strong>in</strong>as,<br />
Koldewey e Puchste<strong>in</strong>, Hulot, nelle quali prevale l’aspetto scientifico e archeologico. La mostra si<br />
corona, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, <strong>del</strong>le suggestive e lum<strong>in</strong>ose vedute <strong>del</strong> ‘pittore di Sel<strong>in</strong>unte’, il castelvetranese<br />
Gennaro Pardo.<br />
Nel centenario <strong>del</strong>l’edizione <strong>del</strong> frequentato <strong>libro</strong> di Hulot e Fougères, una cui rara copia si conserva<br />
nella Biblioteca Comunale di Castelvetrano, e di cui è <strong>in</strong> corso la prima edizione italiana a<br />
cura <strong>del</strong> CRICD dei BB. CC. <strong>del</strong>la Regione <strong>Sicilia</strong>na, e <strong>del</strong> sipario <strong>del</strong> Teatro Sel<strong>in</strong>us di Gennaro<br />
Pardo, nonché nel centoquarantesimo anniversario <strong>del</strong>la pubblicazione <strong>del</strong>l’opera di Hittorff e<br />
Zanth, è apparsa quanto mai opportuna l’<strong>in</strong>iziativa <strong>del</strong> “Centro di Cultura G. Gentile”, sostenuta<br />
dalla Civica Amm<strong>in</strong>istrazione, di raccogliere <strong>in</strong> una silloge le immag<strong>in</strong>i più significative lasciateci da<br />
quanti nel tempo e a vario titolo si sono appassionati a immag<strong>in</strong>are o a descrivere Sel<strong>in</strong>unte. La<br />
collocazione, poi, di questa mostra nell’auditorium di Sant’Agost<strong>in</strong>o costituisce un valido completamento<br />
alla visita <strong>del</strong> Museo Civico, i cui reperti vengono <strong>in</strong> tal modo idealmente ricontestualizzati<br />
nell’ambito <strong>del</strong>l’antica colonia dorica. L’auspicio è che l’<strong>in</strong>iziativa, la quale cade <strong>in</strong> accidentale<br />
ancorché fausta co<strong>in</strong>cidenza con l’istituzione, da parte <strong>del</strong>la Regione <strong>Sicilia</strong>na, <strong>del</strong> “Servizio per il<br />
Parco Archeologico di Sel<strong>in</strong>unte e Cave di Cusa” contribuisca alla promozione alla valorizzazione<br />
di un sito nel recente passato <strong>in</strong>spiegabilmente negletto.<br />
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
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PREMESSA<br />
GIUSEPPE L. BONANNO<br />
ANGELO CURTI GIARDINA<br />
Curatori <strong>del</strong>la mostra<br />
La grande, mitica Sel<strong>in</strong>unte, più volte distrutta e abbandonata, dopo l’<strong>in</strong>venzione <strong>del</strong> Fazello è<br />
stata oggetto di <strong>in</strong>numerevoli visite, viaggi, approfondimenti, ricerche e studi; ma, proprio per<br />
come è giunta <strong>in</strong> età moderna, ha fatto scattare, <strong>in</strong> tutti coloro che hanno avuto modo di vederla,<br />
il fasc<strong>in</strong>o <strong>del</strong>le rov<strong>in</strong>e e, di conseguenza, l’immag<strong>in</strong>azione di come avrebbe potuto essere<br />
questa grandiosa città nell’epoca <strong>del</strong> suo fiorire. Sel<strong>in</strong>unte, d’altra parte, è ancora oggi <strong>in</strong> parte<br />
sotto la sabbia; lentamente riemergono parti di essa. Come è ormai noto, la così detta acropoli,<br />
anch’essa <strong>in</strong> qualche parte ancora non visibile, corrisponde a quella che fu la città dopo la distruzione<br />
da parte dei cartag<strong>in</strong>esi, mentre nel periodo <strong>del</strong> fiorire ne rappresentava soltanto la zona<br />
nobile. La città popolare è ancora quasi tutta da scoprire. Inoltre, ciò che era visibile è stato addirittura<br />
<strong>in</strong> parte saccheggiato e utilizzato come cava di pietre già squadrate per usi privati e pubblici,<br />
stravolgendo ancor più lo stato <strong>del</strong>le cose. Tutto ciò ha fatto sì che artisti e studiosi l’abbiano<br />
immag<strong>in</strong>ata e pensata per come doveva essere, basandosi su quanto era alla luce, nonché sulla<br />
fantasia e sulla conoscenza di altre città antiche. In questo senso, <strong>in</strong> particolare i disegni di Hittorff<br />
prima e di Hulot dopo danno <strong>del</strong>la città una immag<strong>in</strong>e, se non <strong>del</strong> tutto corretta, sicuramente<br />
grandiosa e affasc<strong>in</strong>ante. Anche chi ha rappresentato le rov<strong>in</strong>e per come riteneva di vederle, ci<br />
ha lasciato immag<strong>in</strong>i che spesso non collimano tra di loro, sia per le prospettive artistiche di chi<br />
operava, sia per il grado stesso di conoscenza di quanto veniva osservato, che <strong>in</strong>fluenzava notevolmente<br />
la mano degli artisti. Abbiamo voluto, con le immag<strong>in</strong>i che abbiamo presentato, dare<br />
una idea di come Sel<strong>in</strong>unte sia stata vista e immag<strong>in</strong>ata, per come sembrava essere e per come<br />
sembrava essere stata, da parte di viaggiatori e studiosi dalla metà <strong>del</strong> Settecento alla metà <strong>del</strong><br />
Novecento. Sono state qu<strong>in</strong>di escluse le fotografie e gli autori contemporanei. Un’eccezione abbiamo<br />
voluto fare per un giovane castelvetranese che propone di utilizzare la luce per dare <strong>in</strong><br />
maniera non <strong>in</strong>vasiva agli osservatori l’idea di come potevano essere decorate le architetture sel<strong>in</strong>unt<strong>in</strong>e.<br />
Le immag<strong>in</strong>i utilizzate non rappresentano, ovviamente, tutto ciò che è stato prodotto nei<br />
due secoli presi <strong>in</strong> esame, ma riteniamo che siano comunque una buona rappresentazione <strong>del</strong><br />
vasto repertorio <strong>del</strong>le visioni sel<strong>in</strong>unt<strong>in</strong>e. Desideriamo r<strong>in</strong>graziare il Centro di cultura G. Gentile, che<br />
ha promosso l’<strong>in</strong>iziativa, il Comune di Castelvetrano Sel<strong>in</strong>unte, <strong>in</strong> particolare il S<strong>in</strong>daco dr. Gianni<br />
Pompeo e l’Assessore alle Attività Culturali prof. Francesco S. Calcara, e la Prov<strong>in</strong>cia regionale di<br />
Trapani, che hanno patroc<strong>in</strong>ato la realizzazione <strong>del</strong>la mostra, <strong>in</strong>augurata nei locali <strong>del</strong>la Chiesa<br />
degli Agost<strong>in</strong>iani <strong>in</strong> Castelvetrano il 16 aprile 2010, nonché la Fondazione Kepha, e per essa il Presidente<br />
don Patrizio Benvenuti e il Direttore Pandolfo Pandolfi, che ha consentito la realizzazione di<br />
questo catalogo. Un r<strong>in</strong>graziamento particolare va alla dott.ssa Mart<strong>in</strong>e Fourmont, archeologa <strong>del</strong><br />
CNRS di Parigi, per il suo prezioso contributo su Jean Hulot e Gustave Fougères, e al personale<br />
<strong>del</strong>la Biblioteca comunale di Castelvetrano per la collaborazione prestata.<br />
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
8<br />
Pigonati e Aloja<br />
Andrea Pigonati - Fl. 1766 - 1786. Nato a Siracusa<br />
da una famiglia con forti tradizioni militari,<br />
fu <strong>in</strong>gegnere militare alla corte di Napoli sotto i re<br />
Carlo III e Ferd<strong>in</strong>ando IV; <strong>in</strong>sieme a quest’ultimo si<br />
trovò <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong> nel 1766 per studiare le antichità<br />
classiche <strong>del</strong>l’Isola.<br />
L’<strong>in</strong>gegnere Pigonati, oltre che la costruzione<br />
<strong>del</strong>la strada per Isernia, diresse i lavori fatti eseguire<br />
da Ferd<strong>in</strong>ando IV di Borbone nei porti di<br />
Agrigento e di Br<strong>in</strong>disi. Ancora oggi a Br<strong>in</strong>disi un<br />
canale reca il nome di Pigonati. Pubblicò varie<br />
opere di carattere tecnico e scientifico, spesso<br />
<strong>in</strong>frammezzandole con osservazioni antiquarie.<br />
Dal 1775 al 1779, Pigonati visse a Br<strong>in</strong>disi, dove ritenne<br />
di avere scoperto i resti di una fortificazione<br />
portuale fatta costruire da Giulio Cesare.<br />
L’opera - Nel 1767 fu pubblicato a Napoli il volume<br />
Stato presente degli antichi monumenti siciliani,<br />
con 46 tavole, disegnate e annotate<br />
dall’autore e <strong>in</strong>cise dal regio <strong>in</strong>cisore Giuseppe<br />
Aloja e da altri. Le illustrazioni qui presentate raffigurano<br />
i templi <strong>del</strong>la coll<strong>in</strong>a orientale: E, F, G.<br />
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1767<br />
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
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SELINUNTE<br />
IMMAGINATA<br />
10<br />
Hoüel<br />
Jean-Pierre Louis Laurent Hoüel - Artista francese, specializzato <strong>in</strong> pittura e <strong>in</strong>cisione<br />
(Rouen 1735 - Parigi 1813). F<strong>in</strong>ì gli studi di architettura e prospettiva appena ventenne<br />
e operò come pittore nella capitale francese. Nel 1769 ottenne dal governo una<br />
borsa di studio che permise all’artista di visitare Roma, Napoli e il territorio campano.<br />
In co<strong>in</strong>cidenza con questo viaggio si recò per la prima volta <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong>, nel 1770, dove<br />
realizzò molte vedute, poi esposte a Parigi nel 1773. Tornò <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong> nel 1776, grazie ad<br />
una gratifica regia da parte di Luigi XVI, percorrendola quasi tutta nel giro di oltre tre<br />
anni e realizzando numerosi guazzi. Partito da Parigi il 16 marzo con dest<strong>in</strong>azione Napoli,<br />
il 12 maggio si imbarcò per Palermo da dove si mise subito <strong>in</strong> viaggio per Trapani,<br />
Mazara, Castelvetrano, Sel<strong>in</strong>unte e Sciacca. Tornò qu<strong>in</strong>di a Palermo e da lì si diede a<br />
percorrere tutta l’Isola, visitando praticamente tutti i siti di un qualche <strong>in</strong>teresse; arrivato<br />
ad Agrigento nel settembre 1777 si imbarcò dal suo porto per Malta. Ritornò<br />
qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong>, rimanendovi f<strong>in</strong>o al 10 giugno 1779, quando da Mess<strong>in</strong>a abbandonò<br />
def<strong>in</strong>itivamente l’Isola. Tornato a Parigi nel 1780 <strong>in</strong>iziò ad <strong>in</strong>cidere i rami per illustrare la<br />
sua opera, il cui lavoro di allestimento durò circa sei anni. Le immag<strong>in</strong>i realizzate furono<br />
ben più <strong>del</strong>le 264 che trovarono posto nell’opera pubblicata. Mise <strong>in</strong> vendita qu<strong>in</strong>di i<br />
disegni orig<strong>in</strong>ali che furono acquistati alcuni da Luigi XVI (46) e la maggior parte da<br />
Cater<strong>in</strong>a II di Russia (più di 500). I viaggi e l’opera di Hoüel furono il risultato di un impegno<br />
quasi esclusivamente personale.<br />
L’opera - Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et<br />
de Lipari, où l’on traite des antiquités qui s’y trouvent encore,<br />
des pr<strong>in</strong>cipaux phénomènes que la nature y offre, du costume<br />
des habitans et de quelques usages, Paris 1782-87, 4 voll. <strong>in</strong><br />
fol., pp. VIII-138, 148, 126, 124, con 264 tavv. fuori testo <strong>in</strong>cise<br />
all’acquat<strong>in</strong>ta.<br />
Le illustrazioni riguardanti Sel<strong>in</strong>unte si trovano nel I volume<br />
(1782): Pianta di Sel<strong>in</strong>unte; Resti <strong>del</strong> tempio I di Sel<strong>in</strong>unte; Resti<br />
<strong>del</strong> tempio IV di Sel<strong>in</strong>unte; Resti <strong>del</strong> tempio V di Sel<strong>in</strong>unte; Resti<br />
<strong>del</strong> più grande tempio di Sel<strong>in</strong>unte; Cava di Campobello.<br />
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1782