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Antico Borgo Monchiero, Monchiero (CN) - Marachella Gruppo

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luogo dove il silenzio si accompagnasse al raccoglimento. La fama<br />

di santità di questo luogo si è incarnata infine nel Santuario eretto<br />

nel tardo 1700 dove convenivano folle di pellegrini alla ricerca di<br />

una suggestione che rendesse meno agra la vita quotidiana e infondesse<br />

la speranza in un avvenire migliore. Le antiche celle dei<br />

monaci incominciarono a ospitare i pellegrini di ogni ceto sociale<br />

che in questo luogo smettevano gli abiti sontuosi o continuavano<br />

a stringersi nei loro stracci, gli uni e gli altri per un momento accomunati<br />

dal desiderio di un mondo migliore, in questa vita come<br />

nell’altra che la religione promette.<br />

Coloro che hanno restaurato l’<strong>Antico</strong> <strong>Borgo</strong> <strong>Monchiero</strong> trasformandolo<br />

in un albergo hanno camminato con discrezione e intelligenza<br />

sulle orme di chi li ha preceduti evitando di creare un falso,<br />

sia dal punto di vista storico che dal punto di vista della cultura<br />

dell’accoglienza e dell’ospitalità. L’<strong>Antico</strong> <strong>Borgo</strong> <strong>Monchiero</strong> seleziona<br />

gli ospiti risultando faticoso da comprendere per chi sia abituato<br />

o aneli al simil antico o al simil lusso. Non è insomma per<br />

gli estimatori del Grande Fratello. <strong>Borgo</strong> <strong>Monchiero</strong> è un antico<br />

autentico ma non è mai stato un palazzo aristocratico, non ha conosciuto<br />

i rutilanti marmi, i preziosi arazzi fiamminghi, i mobili in<br />

stile. È impregnato di 1000 anni di storia, che si avvertono a ogni<br />

passo, ma è stata la storia di silenti monaci che desinavano una<br />

sola volta al giorno, trascorrevano la vita nella preghiera sottoposti<br />

a una disciplina austera, nulla possedevano e la semplice croce<br />

che marcava la loro tomba non ne portava neppure il nome. Nulla<br />

a che vedere con gli ordini monastici più ricchi e fastosi che dietro<br />

a una facciata di austerità celavano marmi pregiati, affreschi<br />

costosi, appartamenti di lusso per gli ospiti più nobili: è ciò che si<br />

ammira nelle certose più note. Nell’<strong>Antico</strong> <strong>Borgo</strong> <strong>Monchiero</strong> i pavimenti<br />

sono rustici, di cotto rosso, segnati dal tempo e dalla saggina<br />

delle scope che li hanno puliti scrupolosamente, le scale sono<br />

in pietra ruvida, segnata dai tantissimi che le hanno calpestate, le<br />

pareti sono intonacate in maniera semplice ed efficace, con colori<br />

tenui e tecniche edilizie atte a respingere l’umido che saliva dal<br />

basso, dall’antico terreno marino. I serramenti delle finestre sono<br />

stati dotati di vetrocamere per garantire un comfort contemporaneo<br />

ma le persiane sono quelle vecchie e cigolanti, realizzate da<br />

oscuri falegnami di paese, che migliaia di umili mani hanno accostato<br />

ogni volta che il sole scompariva dietro l’orizzonte che qui<br />

è segnato dai boschi e dai vigneti, mirabili opere che l’uomo condivide<br />

con la natura, quadri arcani di sognante bellezza.<br />

L’<strong>Antico</strong> <strong>Borgo</strong> <strong>Monchiero</strong> è stato dotato delle raffinatezze inevitabili<br />

di un moderno albergo di categoria 4 stelle, come il centro<br />

benessere con vasca idromassaggio (ricavata nell’antica cisterna<br />

dell’acqua piovana), sauna, bagno turco, cabine per massaggi e trattamenti<br />

legati alle materie prime e alle piante officinali che fornisce<br />

il territorio a partire dai polifenoli tratti dal vino delle Langhe.<br />

Nel giardino c’è la grande piscina esterna circondata dalla zona<br />

solarium: è sempre aperta anche se all’inizio della primavera e nel<br />

tardo autunno è utilizzata soprattutto dagli ospiti del Nord Europa<br />

e della Russia. Nel palazzo vi è la suggestiva Sala riunioni per<br />

45 posti ricavata nella chiesa sconsacrata, perfettamente restaurata,<br />

che era stata collocata al primo piano del braccio aggiunto<br />

agli annessi del Santuario. Il ristorante è curato da Giovanni Greco<br />

in sala e Iberti Tibaldi in cucina, è votato alla cucina tipica piemontese,<br />

ricca di sapori, semplice negli ingredienti, superba nei<br />

31<br />

HOTEL<br />

DOMANI<br />

m a r z o 2 0 1 2<br />

risultati. L’accesso alle camere si avvale del sistema domotico con<br />

tessera elettronica dotata di transponder che si alloggia nell’apposito<br />

marsupio in camera per attivare le funzioni elettriche, il televisore<br />

è a schermo piatto e trasmette i canali televisivi digitali,<br />

il grande letto offre un regale piumone caldo e confortevole, l’accesso<br />

a Internet in modalità wireless è rapido ed efficiente in tutto<br />

l’edificio, i bagni, che non esistevano in passato, sono stati ricavati<br />

nelle antiche celle dei monaci, accorpandole alle camere, con<br />

sanitari di design, box doccia di grandi dimensioni con le pareti<br />

in cristallo e un efficiente doccione mobile, alcune camere hanno<br />

vasca con modalità doccia, tutti dispongono di radiatore a muro<br />

mentre la climatizzazione di camere e spazi comuni è garantita<br />

con fan coil a parete. Le camere sono state ricavate unendo le<br />

antiche celle monacali, alcune sono singole perché hanno mantenuto<br />

gli spazi delle celle originali aggiungendo il solo bagno, altre<br />

sono riuscite ad accorpare più celle creando quindi anche la sala<br />

soggiorno oltre alla zona notte; i mobili sono spesso originali, tutti<br />

appartengono alla cosiddetta arte povera, anche quelli recuperati<br />

nei mercatini dell’antiquariato del territorio. La camera che<br />

ostenta il maggior lusso, quella dell’antico priore, ha giusto delle<br />

decorazioni sul soffitto. L’albergo è dotato di ascensore, come da<br />

standard della categoria alberghiera, ma è più divertente salire e<br />

scendere per le antiche scale, rischiando ogni volta di perdersi nei<br />

meandri dell’antico manufatto e del vetusto borgo. Il parcheggio<br />

custodito è nella parte bassa del borgo e la reception si raggiunge<br />

salendo alcune scale. Il ristorante si raggiunge uscendo nel borgo<br />

rasentando l’annesso aggiunto al santuario per giungere alla bassa<br />

La suggestiva<br />

sala riunioni da<br />

45 posti ricavata<br />

nella chiesa<br />

sconsacrata,<br />

perfettamente<br />

restaurata

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