patrimonio storico culturale - Comune di Castelsilano
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nuovo curva a gomito, si entra in una saletta alle cui parete si possono osservare delle singolari infiorescenze<br />
gessose accresciutesi su colate calcitiche. Ad una estremità della saletta, <strong>di</strong>scendendo sopra alcuni grossi<br />
blocchi <strong>di</strong> roccia, si trova la naturale prosecuzione della condotta da cui si è giunti.<br />
Da questa parte si arriva ben presto alla base <strong>di</strong> un grosso camino, in corrispondenza del quale si avverte<br />
chiaramente una <strong>di</strong>ffusa corrente d'aria fredda.<br />
La sua sommità è interamente occupata da poderosi macigni incastrati tra loro in precario equilibrio, attraverso<br />
i quali, seguendo la corrente d'aria, sono state tentate a alcune esplorazioni senza tuttavia conseguire<br />
alcun risultato positivo. Molto verosimilmente ci troviamo alla base <strong>di</strong> qualche dolina esterna, ipotesi avvalorata<br />
dalla relativa vicinanza della superficie e dalla circolazione d'aria che, sulla volta, è particolarmente<br />
forte. Dopo essersi arrampicati per alcuni metri su dei macigni instabili, si entra in un nuovo salone dal piano<br />
<strong>di</strong> calpestio completamente ricoperto da massi <strong>di</strong> frana originatisi dai frequenti crolli <strong>di</strong> successivi strati<br />
gessosi dalla volta e dalle pareti. Un piccolo passaggio in basso immette in una spaziosa galleria e da questo<br />
punto la cavità cambia decisamente aspetto. Innanzitutto le <strong>di</strong>mensioni generali sono ora maggiori che<br />
in precedenza e, in secondo luogo, la presenza <strong>di</strong> ampie vasche d'acqua, formatesi a livelli <strong>di</strong>versi alla base<br />
<strong>di</strong> successivi gradoni rocciosi, rende gli ambienti <strong>di</strong> aspetto gradevole.<br />
Aggirando sulla destra, per non bagnarsi, due primi specchi d'acqua profon<strong>di</strong> oltre 70 centimetri, si giunge<br />
in prossimità <strong>di</strong> un basso laminatoio che costringe a procedere carponi fino ad un salto profondo poco più<br />
<strong>di</strong> un tre metri. Nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> piena si forma in questo punto una bella cascata d'acqua. Più avanti la condotta<br />
amplia maggiormente le sue <strong>di</strong>mensioni mantenendo un'altezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa cinque metri. Alle pareti,<br />
sottili stratificazioni <strong>di</strong> gesso macrocristallino risaltano al passaggio delle lampade ad acetilene. Si<br />
giunge così ad un ulteriore salto profondo quattro metri, lo stesso che durante la prima esplorazione costrinse<br />
gli speleologi a tornare in<strong>di</strong>etro per mancanza <strong>di</strong> corde. Le sue pareti, infatti, sono estremamente levigate<br />
dall'acqua e la quasi assoluta mancanza <strong>di</strong> appigli non permette <strong>di</strong> superare questo tratto verticale in<br />
arrampicata. Alla base del salto parte una galleria meandriforme, sulle cui pareti sono evidenti una serie <strong>di</strong><br />
microcondotte che recano il loro tributo idrico solo nel periodo invernale. Dopo un percorso <strong>di</strong> circa 100<br />
metri, in corrispondenza <strong>di</strong> un ulteriore brusco cambiamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, la condotta riduce sensibilmente<br />
le sue <strong>di</strong>mensioni. Sebbene il rilevamento topografico sia stato effettuato sino a questo punto, sappiamo<br />
che è possibile proseguire ancora per oltre un centinaio <strong>di</strong> metri attraverso una strettoia meandriforme alta<br />
me<strong>di</strong>amente 30/40 centimetri.<br />
All'inizio della strettoia il <strong>di</strong>slivello rispetto all'ingresso è <strong>di</strong> - 70 metri, il maggiore che sia stato finora misurato<br />
in una grotta dell'Alto Crotonese. Proseguendo ulteriormente si è costretti a strisciare su un fine detrito<br />
sabbioso finché si giunge in prossimità <strong>di</strong> un sifone che non permette <strong>di</strong> andare oltre. Una serie <strong>di</strong><br />
considerazioni fa presupporre che la cavità sia comunque da mettere in relazione ad un'altra grotta <strong>di</strong> recente<br />
scoperta, posta più a valle ed attualmente in fase <strong>di</strong> esplorazione e stu<strong>di</strong>o.<br />
Bibliografia<br />
Larocca, F. " L'Antro del Torchia - Cb 272 (Verzino-Cz)", Le Grotte della Calabria, Nuova E<strong>di</strong>trice Apulia,<br />
luglio 1991, pp. 198-202.<br />
Gruppo Speleologico " Sparviere" Alessandria del Carretto (Cs) - Le Grotte dell'Alto Crotonese - Patrocinato<br />
dalla Comunità Montana dell'Alto Crotonese 1994.<br />
18/04/2013 10.30.19 12