CORSO DI ARTE MARINARA Lezione 9 - Lega Navale Italiana
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3.2. L’equipaggio<br />
<strong>CORSO</strong> <strong>DI</strong> <strong>ARTE</strong> <strong>MARINARA</strong><br />
<strong>Lezione</strong> 9<br />
(Aggiornamento 1 gennaio 2003)<br />
Arte Marinara - <strong>Lezione</strong> 9<br />
Il successo di una crociera, anche se per diporto e di modesto impegno marinaro,<br />
dipende in gran misura dall’assortimento dei membri dell’equipaggio, ma soprattutto<br />
dall’affiatamento raggiunto a bordo nel rispetto delle regole di comportamento che<br />
moderino i caratteri individuali.<br />
Posso affermare con sicurezza che le navigazioni a bordo di uno yacht formano in<br />
breve amicizie saldissime per tutta la vita o distruggono rapidamente legami fino ad allora<br />
ritenuti inalterabili. Quale navigante non ha mai auspicato, durante una traversata di qualche<br />
giorno, di veder sbarcare (o di… buttare a mare!!!) un compagno di ventura indesiderabile,<br />
che odiosamente infrangeva le regole di comportamento di bordo?!? Purtroppo, se la prima<br />
terra è raggiungibile solo dopo qualche giorno di navigazione, non potendo… buttare a mare<br />
l’indesiderato, bisogna tenerlo a bordo, cercando di gestirlo al meglio e di ottenere<br />
comportamenti più consoni alla situazione.<br />
Fra le virtù dello skipper,<br />
in particolare se armatore, vi<br />
deve esistere quella di primaria<br />
valenza del saper selezionare<br />
adeguatamente la propria ciurma,<br />
valutando attentamente diversi<br />
fattori non sempre di facile<br />
armonizzazione. La scelta<br />
dell’equipaggio è la gioia e la<br />
croce di ogni skipper. Da un lato, è l’ottima occasione per godere e rinsaldare belle amicizie<br />
con gente che ami il mare e la vita di bordo. Dall’altro, è il vincolo ineludibile per andare in<br />
crociera, a meno di equipaggio professionista a bordo o dei rari casi di navigatori solitari.<br />
Lo skipper deve iniziare a programmare il suo sogno marinaro con largo anticipo,<br />
decidendo itinerario e modalità di navigazione, ma lasciando ampia flessibilità ai programmi<br />
in funzione dello svilupparsi degli eventi e… degli umori dell’equipaggio.<br />
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Arte Marinara - <strong>Lezione</strong> 9<br />
Poi deve pensare ai compagni con cui vuole realizzare il suo agognato<br />
vagabondaggio pelagico. Anche in questo caso deve mantenere margini ampi di flessibilità,<br />
prevedendo una rosa di “titolari” e di “riserve”, in modo da poter rimpiazzare facilmente chi<br />
aderisca all’invito con grande prontezza, ma poi, con altrettanta prontezza sia lesto a… dar<br />
buca! E’ necessario scegliere con oculatezza i membri dell’equipaggio affidabili ed<br />
indispensabili per affrontare le navigazioni, come dire il “nocciolo duro” su cui contare in<br />
ogni circostanza. A questi si può aggregare altra gente che apporti contributi piacevoli alla<br />
qualità dell’equipaggio, quali gaiezza, arte culinaria, abilità piscatoria.<br />
Il primo fattore da considerare per<br />
scegliere bene i compagni di barca è la<br />
tipologia della crociera che si intende<br />
svolgere: se debba essere caratterizzata da<br />
prevalenti permanenze in porto con brevi<br />
uscite in mare per attività balneare e grandi<br />
mangiate seguite notti brave ai nights, oppure se si intenda navigare ad oltranza giorno e<br />
notte verso terre lontane, entrando in porto solo per i rifornimenti indispensabili. In<br />
relazione alla tipologia programmata fra i due estremi che ho citato, si preferirà gente<br />
compagnona e amante del divertimento o meditativi contemplatori degli orizzonti marini, si<br />
convocheranno gaudenti terragni che concepiscano la crociera come puro spasso o veri<br />
marinai un po’ masochisti che si realizzino nelle umide notti insonni di guardia fra cielo e<br />
mare.<br />
Il secondo fattore è la capacità di adattamento per giorni al limitante ambiente di<br />
bordo ed alla convivenza forzata con altra gente. In questa ottica è importante giudicare<br />
l’attitudine a sopportare la promiscuità continua che priva dell’intimità propria o di coppia,<br />
la modesta disponibilità di acqua che vieta le fluenti docce cittadine, la laboriosità di<br />
adempiere le funzioni corporali fra contorti equilibrismi, lo stento di dormire fra i rumori e i<br />
movimenti della barca, la spossatezza da ubriacatura improvvisa di aria salsa e di sole<br />
cocente. Sembra impossibile che tutti questi aspetti giudicati negativi dai terragni, siano<br />
invece per i marinai fonte di piacere, quale liberatorio contrappasso alla vita agiata di ogni<br />
giorno!<br />
Qualche condizionamento vi può essere per le differenze di censo o di stato sociale<br />
fra i membri di un equipaggio. Questo fattore ha influenza negativa per le crociere ad alta<br />
percentuale di permanenza in porto occasione di costosi svaghi terragni, o quando tutti i<br />
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membri dell’equipaggio devono concorrere alle spese di gestione. Se, invece, l’armatore<br />
provvede alle spese principali e prevalgano le navigazioni e le soste in rada, se cioè la<br />
ciurma è composta da marinai appassionati, si crea a bordo una amichevole atmosfera in cui<br />
ciascuno è considerato e vale per la capacità di apporto al piacere comune dell’andar per<br />
mare. E’ questa la magica esperienza apprezzata da tutti i frequentatori del prestigioso<br />
Centro Velico di Caprera, scuola di vela e di vita fra eguali.<br />
La presenza di donne a bordo deve essere<br />
valutata con attenzione, contestualmente ai legami<br />
sentimentali con altri membri dell’equipaggio.<br />
Non ho alcun pregiudizio contro le donne per<br />
mare. Ne conosco alcune che sono provetti<br />
nostromi e piacevolissime compagne di<br />
navigazione: in tal caso si crea a bordo una<br />
atmosfera idilliaca di grande affiatamento che<br />
esalta il piacere del navigare. Cosa c’è di più bello<br />
di una crociera in due o tre coppie affini nella<br />
passione per il mare. Ma, purtroppo, devo<br />
constatare che in Italia questa categoria di donne<br />
marinare, dotate di spirito sportivo e cameratesco,<br />
è molto esigua, anche fra quelle che amano il<br />
mare. Le femminee esigenze di intimità e di cura<br />
della persona sono tradizionalmente maggiori di<br />
quelle del sesso forte, senza considerare la forza<br />
fisica spesso condizionante nella manovra alla<br />
vela su uno yacht oltre i 10 metri. Ammiro molto<br />
quelle donne, membri attivi di un equipaggio,<br />
capaci di navigare senza nulla perdere della loro femminilità, apportando un tocco di gaiezza<br />
e di gentilezza in un equipaggio tradizionalmente maschile ed inutilmente macho. Per contro<br />
ho esperienza di uomini ottimi marinai che, trascinatisi appresso una compagna inadatta alla<br />
vita marinara, si sono rovinati la crociera e la hanno penosamente rovinata agli altri.<br />
Un argomento particolare sono i bambini, adattabilissimi alla vita di bordo fin dalla<br />
più tenera età. Tuttavia non bisogna dimenticare che i più piccoli vanno sorvegliati con<br />
attenzione non essendo in grado i valutare i pericoli. Occorre attrezzare la barca con reti<br />
anticaduta (battagliola, tambugi, cuccette), imporre sempre il salvagente quando in coperta,<br />
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proteggerli saggiamente dal sole e dalle intemperie. I più grandicelli devono avere un ruolo<br />
a bordo, da rispettare sempre quando le condizioni siano maneggevoli. Si ottiene, così,<br />
l’effetto di non farli annoiare, essendo inclini ai grandi entusiasmi ed alla facile insofferenza<br />
per la vita di bordo. Si ottiene anche l’educazione dei ragazzi al senso del dovere e al<br />
rispetto dell’equipaggio, cui devono apportare con continuità il proprio ben dimensionato<br />
contributo.<br />
In conclusione, confermo che è fondamentale l’assortimento dei compagni di<br />
navigazione, nella piena coscienza che il navigatore da diporto, se intenda affrontare<br />
navigazioni di qualche impegno e durata, in particolare a vela, deve apprezzare le regole di<br />
vita a bordo come stile di vita. Il consiglio basilare è quello di formare equipaggi con gente<br />
già gradevolmente sperimenta, introducendo di volta in volta nel gruppo qualche ospite<br />
“passeggero di prima classe” o qualche nuovo elemento in prova, il cui apporto alla vita di<br />
bordo non sia indispensabile e, come tale, facilmente isolabile in caso di necessità.<br />
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