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del Jolly Club

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Un particolare capitoletto desidero dedicarlo ad Andrea de Adamich, non perchè fosse meglio di altri grandi<br />

<strong>del</strong> <strong>Jolly</strong> ai tempi di mio padre, da Munari a Giunti a Cella o a Cavallari e altri, ma per la sua parabola di<br />

rapporto con il Boss Mario.<br />

Fu subito un suo pupillo, coccolato e spinto in ogni tipo di gara.<br />

Gli fi nanziò il F3 con cui vinse il Campionato Italiano.<br />

Era il pilota ideale per una squadra “privata”, non era istintivo e esplosivo come altri, ma più tecnico e intelligente<br />

e...non sbatteva o rompeva vetture.<br />

In pochi anni divenne la prima guida <strong>del</strong> team <strong>Jolly</strong> Alfa e vinse tutto, dai Rally alle gare <strong>del</strong> Challange Europeo<br />

Turismo.... sino al Nurgburgring dove avvenne il “fattaccio”.<br />

Come sempre le vetture erano tutte uguali, ma la più uguale era per lui.<br />

A fi ne <strong>del</strong> primo turno di prove Dino Di Bona, un ottimo pilota un po’ più avanti con gli anni e senza ambizioni<br />

professionistiche, segnò un tempo di pochissimo migliore <strong>del</strong> suo (al vecchio Nurgburgring di 27 km<br />

stradali la differenza di 1” era nulla).<br />

Andrea, che non considerava Di Bona un possibile avversario, pretese di invertire le auto e di partecipare al<br />

secondo turno a macchine invertite.<br />

Mio padre cercò di dissuaderlo innervosendosi per la richiesta inusuale e perentoria.<br />

Così accettò lo scambio di vetture (allora era possibile per lo stesso concorrente) ma si lasciò sfuggire uno<br />

stizzito “se non vai più forte sei fuori”.<br />

La voglia di dare una lezione a tutti e dimostrare (non serviva...) di essere il più forte tradì Andrea che prese<br />

1” da Di Bona (questo era il racconto degli altri piloti....nè mio padre nè Andrea ne parlarono mai.)<br />

Ma da allora tutto il periodo al <strong>Jolly</strong> (26 vittorie) fu cancellato dai vari curricula di Andrea, e il nome di De<br />

Adamich non più pronunciato da mio padre.<br />

Il carattere intransigente <strong>del</strong> vecchio, quello per cui ero andato via da casa a 16 anni, ebbero il sopravvento e<br />

Andrea passò dal <strong>Jolly</strong> alla Auto<strong>del</strong>ta, con grande vantaggio per lui,<br />

ma secondo me mio padre fece un errore.<br />

Io, invece, rimasi suo amico ed estimatore.<br />

Poco dopo presi le redini <strong>del</strong>la scuderia e riallacciai la collaborazione.<br />

Lo seguii nei prototipi dal box Auto<strong>del</strong>ta cui facevo da cronometrista e da quel momento camminò<br />

con le sue gambe ed ebbe successo.<br />

Dopo tre lustri feci correre Cora, sua bella e determinata fi glia, restando sempre suo amico e fan.

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