In giro per scuole e centri di cultura - Cidi
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<strong>In</strong> <strong>giro</strong> <strong>per</strong> <strong>scuole</strong> e <strong>centri</strong> <strong>di</strong> <strong>cultura</strong><br />
Quale insegnante formare e come?<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Anna Baglione, Isa Iori, Walter Moro<br />
Che cosa significa essere insegnanti a scuola oggi? <strong>In</strong> quale tipo <strong>di</strong> professione consiste la delega reale agli insegnanti<br />
da parte della società civile del mondo attuale, che richiede un rispetto sostanziale dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> ciascuno?<br />
Quali conoscenze e competenze richiede? Come cambia la professionalità insegnante nella scuola dell'autonomia? E<br />
allora come formare l'insegnante?<br />
La formazione iniziale<br />
I corsi <strong>di</strong> laurea <strong>per</strong> la formazione primaria e le <strong>scuole</strong> <strong>di</strong> specializzazione <strong>per</strong> la formazione degli insegnanti (L. 341,<br />
19 luglio 1990) sono nate come risposta alla con<strong>di</strong>visa convinzione che sia necessario un approccio in<strong>di</strong>vidualizzato<br />
all'appren<strong>di</strong>mento degli allievi in situazioni, soprattutto nella scuola <strong>di</strong> oggi, così <strong>di</strong>verse (<strong>di</strong>sabili, figli <strong>di</strong> immigrati, figli<br />
<strong>di</strong> professionisti, ecc.), che solo un insegnante che stu<strong>di</strong>a e ricerca può praticare con qualche possibilità <strong>di</strong> successo.<br />
Si deve pensare quin<strong>di</strong> alla figura <strong>di</strong> un docente - ricercatore <strong>per</strong> realizzare una scuola capace <strong>di</strong> affrontare la complessità<br />
e i cambiamenti della società e della contemporaneità.<br />
Una ricerca relativa:<br />
1. alle conoscenze della propria <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> insegnamento (quin<strong>di</strong> innanzitutto una ricerca <strong>di</strong> tipo <strong>cultura</strong>le);<br />
2. agli stili <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento dei <strong>di</strong>scenti e alle modalità <strong>di</strong>dattiche più efficaci <strong>per</strong> raggiungere le loro menti con<br />
le nozioni, i concetti e i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della <strong>di</strong>sciplina;<br />
3. (<strong>di</strong>pendente dalle precedenti) ai meto<strong>di</strong> e agli strumenti <strong>di</strong>dattici più adeguati a trasmettere le conoscenze <strong>di</strong>sciplinari<br />
a determinati allievi;<br />
4. ai principi educativi su cui basare gli interventi pedagogici ed i meto<strong>di</strong> da adottare.<br />
Per rispondere a tali esigenze da decenni il <strong>di</strong>battito sulla riforma della scuola in Italia aveva prospettato una formazione<br />
iniziale dei docenti nella collaborazione tra scuola e università, <strong>per</strong> assicurare una preparazione che, attraverso<br />
il tirocinio sul campo e la guida <strong>di</strong> insegnanti es<strong>per</strong>ti della secondaria, collegasse teoria e prassi, conoscenze e<br />
competenze, come richiedono tutte le professioni <strong>di</strong> impegno sociale. I corsi <strong>di</strong> laurea <strong>per</strong> la formazione primaria e<br />
le <strong>scuole</strong> <strong>di</strong> specializzazione (SSIS) s<strong>per</strong>imentate negli ultimi quattro anni anche in Italia, secondo un modello consolidato<br />
da una ormai lunga tra<strong>di</strong>zione in molti stati europei, avevano cercato <strong>di</strong> realizzare queste prospettive. Il progetto<br />
Moratti prevede invece, al posto del biennio <strong>di</strong> specializzazione, una laurea specialistica, con un curriculum <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong> a carattere prevalentemente <strong>di</strong>sciplinare,mentre il tirocinio viene rimandato ai primi due anni <strong>di</strong> insegnamento<br />
dei 'novizi', sotto la guida <strong>di</strong> colleghi <strong>di</strong> ruolo in funzione <strong>di</strong> tutor. Si <strong>per</strong>derebbe così la formazione dell'aspetto riflessivo,<br />
che costituisce e caratterizza questo tipo <strong>di</strong> professione, <strong>per</strong>ché la pratica <strong>di</strong> tirocinio che coincide con l'incarico,<br />
la responsabilità <strong>di</strong> insegnamento, non <strong>per</strong>mette un sufficiente straniamento dall'azione <strong>di</strong>dattica <strong>per</strong> condurre<br />
analisi, stu<strong>di</strong>are problemi, elaborare criticamente soluzioni, moltiplicare le ipotesi <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong>dattico e relazionale<br />
nei confronti dei <strong>di</strong>versi soggetti nella <strong>di</strong>fficile e impreve<strong>di</strong>bile con<strong>di</strong>zione dell'adolescenza.<br />
La formazione continua<br />
Quale rapporto tra la formazione iniziale delineata nell'art.5 dei DDL relativi alla scuola, e il futuro della scuola dell'autonomia;<br />
chi gestirà la formazione? Nella prevista riforma dello stato giuri<strong>di</strong>co, nel cosiddetto co<strong>di</strong>ce deontologico<br />
quale implicita concezione della professionalità insegnante? Quali figure, quali competenze professionali sono oggi in<strong>di</strong>spensabili<br />
<strong>per</strong> gestire la scuola dell'autonomia? Quali professionalità interme<strong>di</strong>e <strong>per</strong> supportare l'organizzazione della<br />
<strong>di</strong>dattica?<br />
Sono stati invitati ad intervenire tra gli altri: Fer<strong>di</strong>nando Arzarello, Sergio Blazina, Giancarlo Chiusano, Lucetta<br />
Fontanella, Ugo Gherner, Marina Panarese, Marisa Perna, Paola Ravetti, Ada Sargenti e le giovani allieve SSIS che ci<br />
auguriamo possano al più presto stabilmente insegnare nella scuola della Costituzione.<br />
36<br />
1. Palazzo Campana<br />
Palazzo Campana, Via Carlo Alberto 10
alla sco<strong>per</strong>ta della città educativa<br />
Tra istruzione e formazione professionale<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Daniela de Scisciolo, Massimo Serra<br />
La sede<br />
Il Ce.Se.Di., Centro Servizi Didattici (www.provincia.torino.it/scuola/cese<strong>di</strong>), è un servizio della Provincia <strong>di</strong> Torino <strong>per</strong><br />
le <strong>scuole</strong>, gli insegnanti e gli studenti. Nato alla fine degli anni settanta come "Laboratorio della Riforma", ha sempre<br />
sviluppato un'offerta <strong>di</strong> strumenti <strong>per</strong> la progettazione <strong>di</strong>dattica e la s<strong>per</strong>imentazione rivolta alle <strong>scuole</strong> me<strong>di</strong>e<br />
su<strong>per</strong>iori. L'offerta formativa del Ce.SeDi. si è estesa poi con gli anni anche ad altri or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>scuole</strong>, mantenendo un<br />
costante filo <strong>di</strong>retto con loro, con le istituzioni del mondo scolastico, le associazioni professionali degli insegnanti e<br />
mettendo a <strong>di</strong>sposizione un insieme <strong>di</strong> opportunità <strong>per</strong> favorire l'innovazione e l'introduzione delle istanze sollecitate<br />
dall'attualita' e dal <strong>di</strong>battito <strong>cultura</strong>le e scientifico.<br />
Al Ce.Se.Di. sono a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> insegnanti, studenti e o<strong>per</strong>atori dei vari settori, le seguenti strutture:<br />
- centro <strong>di</strong> documentazione che raccoglie al suo interno una biblioteca, una emeroteca, un archivio dei materiali<br />
<strong>di</strong>dattici, un laboratorio au<strong>di</strong>ovisivi e me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>dattici,<br />
- laboratori tematici che offrono iniziative e consulenza alle <strong>scuole</strong> (in particolare su<strong>per</strong>iori) e/o al territorio<br />
- attivita' e servizi specifici<br />
L'iniziativa<br />
Negli ultimi anni è cresciuta l'esigenza <strong>di</strong> garantire a tutti, "lungo l'arco della vita", il <strong>di</strong>ritto/dovere alla istruzione e<br />
alla formazione. È in corso un complesso confronto sulla funzione dell'istruzione e della formazione professionale e<br />
sul loro rapporto che l'approvazione della legge delega ha reso ancora più urgente.<br />
Tra istruzione e formazione professionale esistono <strong>di</strong>fferenze tali da rendere non alternativi questi <strong>per</strong>corsi; essi rappresentano<br />
semmai es<strong>per</strong>ienze formative complementari. Non quin<strong>di</strong> formazione alternativa ma formazione in alternanza<br />
(in copresenza/intreccio e/o in successione).<br />
<strong>In</strong> questo senso va riba<strong>di</strong>ta la centralità della scuola nella fascia del <strong>di</strong>ritto/dovere all'istruzione, mentre il <strong>per</strong>iodo<br />
appena successivo a tale età (16÷18 anni) costituisce il tempo del "confine", dell'intreccio e della contaminazione tra<br />
i sistemi formativi. <strong>In</strong> questi anni si aprono varie possibilità: alcuni ragazzi proseguono gli stu<strong>di</strong>; altri possono interrom<strong>per</strong>e<br />
o "sospendere" il <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> istruzione (da riprendere magari in età successiva) <strong>per</strong> iniziare una es<strong>per</strong>ienza<br />
lavorativa, completando il <strong>di</strong>ritto/dovere formativo o attraverso la formazione professionale o nell'istituto dell'appren<strong>di</strong>stato;<br />
altri possono scegliere <strong>di</strong> intrecciare i <strong>per</strong>corsi. Nella formazione <strong>per</strong> tutto l'arco della vita, nel "tempo<br />
del lavoro", occorre costruire un ruolo attivo della scuola rispetto alle esigenze <strong>di</strong> rialfabetizzazione e riqualificazione/riconversione<br />
professionali.<br />
Attorno a tali tematiche vogliamo rilanciare la riflessione e l'approfon<strong>di</strong>mento <strong>per</strong> sostenere un <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> iniziative<br />
in cui il mondo della scuola riesca ad interloquire con gli Enti locali e gli altri soggetti della formazione.<br />
<strong>In</strong>troduce: Laura Forneris (Ce.Se.Di)<br />
Partecipano all'incontro: Ludovico Albert (Provincia <strong>di</strong> Torino), Mario Alovisio (Es<strong>per</strong>to sui sistemi formativi), Pia<br />
Buronzo (Provincia <strong>di</strong> Torino), Giancarlo Cerruti (Federazione Formazione e ricerca CGIL), Antonietta Guadagnino<br />
(Ce.Se.Di), Silvio Rosatelli (Direttore ENAIP), Roberto Urbano (CTP Drovetti).<br />
Sul tappeto volante.<br />
Un progetto nel quartiere <strong>di</strong> San Salvario<br />
37<br />
2. Ce.Se.Di<br />
Ce.Se.Di., via Gaudenzio Ferrari 1 - Tel. 0118613600<br />
3. Agenzia <strong>per</strong> lo sviluppo<br />
locale in San Salvario<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Paolo Citran, Franca Gillone<br />
San Salvario è un quartiere popolare <strong>di</strong> Torino con un notevole affollamento <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni migranti (nelle <strong>scuole</strong> della zona<br />
il 35% degli alunni, nei ni<strong>di</strong> il 50%, non è italiano). Agli SOS, lanciati da più parti, il Comune ha risposto promuovendo,<br />
con le altre istituzioni, un Sistema Formativo Allargato nel territorio che integra l'es<strong>per</strong>ienza scolastica con l'es<strong>per</strong>ienza<br />
<strong>di</strong> vita dei bambini: l'istruzione non è più l'unica es<strong>per</strong>ienza <strong>cultura</strong>le.<br />
Una rete, con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> formalizzazione,che collega le <strong>di</strong>verse istituzioni (scuola dell'obbligo e su<strong>per</strong>iori, sistema<br />
educativo,servizi sociali, <strong>di</strong>partimento educativo del castello <strong>di</strong> Rivoli, agenzia <strong>di</strong> sviluppo locale, associazioni <strong>di</strong> volontariato,<br />
fondazione San Paolo) è stata faticosamente costruita, un tappeto sul quale far convergere le energie presenti<br />
sul territorio <strong>per</strong> progettare e realizzare interventi.<br />
E il tappeto ha cominciato a muoversi, ha attratto risorse e <strong>per</strong>sone. Sul tappeto, lungo il <strong>per</strong>corso, sono saliti e salgono<br />
nuovi soggetti con nuove energie e nuove idee.
<strong>In</strong> <strong>giro</strong> <strong>per</strong> <strong>scuole</strong> e <strong>centri</strong> <strong>di</strong> <strong>cultura</strong><br />
Il tappeto ha preso il volo, la verticalità è fondamentale: dal nido alla me<strong>di</strong>a la creatività è <strong>di</strong> casa (arte, teatro, musica)<br />
l'inglese è <strong>per</strong> tutti, gli stranieri trovano un progetto <strong>di</strong> italiano lingua 2, le famiglie momenti e luoghi <strong>di</strong> incontro e<br />
<strong>di</strong> scambi <strong>cultura</strong>li.<br />
Siamo sul fiabesco tappeto volante delle Mille e una notte?<br />
No, siamo a Torino San Salvario, dove non si fanno miracoli né incantesimi, i problemi ci sono tutti, ma si affrontano<br />
e si risolvono in modo nuovo.<br />
Per conoscere e approfon<strong>di</strong>re questa realtà, l'appuntamento è <strong>per</strong> Venerdì 4 Aprile ore 15 all'Istituto comprensivo<br />
Manzoni, via Giacosa 25 (aula teatro).<br />
Si ascolta, si vede, ci si interroga, si <strong>di</strong>scute fino alle 16,30, poi ci si sposta sul territorio <strong>per</strong> incontrare le istituzioni<br />
non scolastiche nel vivo del loro lavoro, quin<strong>di</strong> ci si congeda dopo un breve facciamo il punto e un dolce saluto presso<br />
l'Agenzia <strong>per</strong> lo sviluppo locale.<br />
La <strong>di</strong>rigenza nella scuola dell'autonomia<br />
38<br />
Istituto Comprensivo Manzoni, Corso Marconi 28<br />
4. Archivio <strong>di</strong> Stato<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Ivana Summa, Assunta Morrone, Gabriella Mortarotto<br />
La sede<br />
L'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Torino (www.multix.it/asto/archivio.htm) conserva gli atti degli organi centrali e <strong>per</strong>iferici dello<br />
Stato sabaudo fino all'unificazione del regno d'Italia, nonché gli atti degli uffici statali con sede nell'attuale provincia <strong>di</strong><br />
Torino, sia <strong>per</strong> il <strong>per</strong>iodo anteriore che posteriore all'unità. I fon<strong>di</strong> dell'Archivio <strong>di</strong> corte e dell'Archivio camerale rappresentano<br />
i nuclei documentari più antichi, risalenti al secolo XII. L'originario "tesoro" delle carte si era progressivamente<br />
accresciuto in relazione sia allo sviluppo dell'amministrazione signorile sabauda sia in funzione <strong>di</strong> cause più<br />
generali quali l'evoluzione del notariato e il profilarsi <strong>di</strong> usi <strong>di</strong> cancelleria.<br />
<strong>In</strong> relazione all'organizzazione <strong>di</strong> tali memorie giuri<strong>di</strong>co-amministrative era nata, ben presto, la necessità <strong>di</strong> una sistemazione<br />
teorica dell'or<strong>di</strong>namento archivistico. Il ducato sabaudo era giunto precocemente a questa consapevolezza con<br />
gli Statuti <strong>di</strong> Pietro II pubblicati negli anni 1263-'68. All'inizio del secolo XV risalgono i più antichi inventari conservati.<br />
L'archivio sabaudo fu trasportato da Chambery a Torino dopo il 1559 a seguito della decisione <strong>di</strong> Emanuele Filiberto<br />
<strong>di</strong> trasferire la capitale dei suoi Stati. Nel 1731 l'archivio fu riorganizzato e dotato <strong>di</strong> una sede appositamente costruita<br />
dal regio architetto Filippo Juvarra, in a<strong>di</strong>acenza con il palazzo reale. Il nuovo sistema concentrava le carte prodotte<br />
da vari uffici, rior<strong>di</strong>nandole <strong>per</strong> gran<strong>di</strong> "materie" <strong>per</strong> agevolare lo svolgimento delle principali funzioni della politica<br />
interna ed internazionale. Con la concessione dello Statuto Albertino, i Regi archivi <strong>di</strong> corte si trasformarono in Archivio<br />
generale del regno <strong>di</strong> Sardegna e con l'unificazione nazionale <strong>di</strong>vennero <strong>per</strong> breve tempo Archivio centrale del regno<br />
d'Italia. Dal 1874 l'archivio torinese assunse il ruolo <strong>di</strong> archivio regionale con il titolo <strong>di</strong> Sovrintendenza degli archivi<br />
piemontesi.<br />
L'e<strong>di</strong>ficio dell'Archivio <strong>di</strong> Corte, costruito nel 1731 <strong>per</strong> accogliere i documenti dello Stato sabaudo, riveste un interesse<br />
particolare trovandosi ad essere uno dei più antichi esempi, nel mondo occidentale, <strong>di</strong> architettura progettata fin dall'origine<br />
come archivio <strong>di</strong> uno Stato moderno e come tale ancora oggi funzionante.<br />
L'iniziativa<br />
L'attribuzione dell'autonomia scolastica richiede una nuova ridefinizione concettuale ed o<strong>per</strong>ativa della professionalità<br />
docente e <strong>di</strong>rigente: la prima non ancora sancita giuri<strong>di</strong>camente dentro il nuovo contesto dell'autonomia, la seconda<br />
già normata con rischi incombenti <strong>di</strong> una sua profonda deformazione, ad<strong>di</strong>rittura, trasformazione. Entrambe vanno<br />
ricomposte dentro la comune matrice della "professionalità educativa", i cui principi e criteri devono ispirare chi o<strong>per</strong>a<br />
nelle istituzioni scolastiche, sia pure con ruoli e funzioni <strong>di</strong>verse. Ma entrambe vanno anche ricollocate all'interno del<br />
nuovo quadro istituzionale ed organizzativo delle <strong>scuole</strong> autonome e del decentramento dello Stato.<br />
La matrice professionale riconducibile agli aspetti educativi della professione rimanda ad un quadro epistemologico e<br />
valoriale <strong>di</strong> natura pedagogica, mentre la <strong>di</strong>mensione organizzativa ed istituzionale si inscrive in un quadro giuri<strong>di</strong>co<br />
che prevede forme e livelli <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> responsabilità.<br />
Occorre, dunque, un modello <strong>di</strong> riferimento, i cui caratteri essenziali (da tematizzare con il contributo <strong>di</strong> tutti) potrebbero<br />
essere i seguenti.<br />
Docenti e <strong>di</strong>rigenti:<br />
- o<strong>per</strong>ano dentro contesti organizzativi istituzionali, ovvero erogano servizi pubblici a forte rilevanza sociale, le cui<br />
finalità sono esterne al sistema organizzativo, (rifondare il concetto <strong>di</strong> scuola/istituzione vs scuola/azienda. (Ve<strong>di</strong><br />
il contributo <strong>di</strong> G. Rebora ed M. Capranico,il primo sul concetto <strong>di</strong> istituzione dentro le amministrazioni pubbliche,<br />
il secondo sul concetto <strong>di</strong> servizio);<br />
- Hanno una comune visione educativa dell'agire professionale, ovvero praticano scelte - a tutti i livelli - che hanno
alla sco<strong>per</strong>ta della città educativa<br />
sempre una rilevanza educativa. Da qui nasce la necessità <strong>di</strong> un quadro etico-valoriale, in cui sia ben chiara l'idea<br />
<strong>di</strong> scuola e <strong>di</strong> formazione e si ponga come base <strong>per</strong> l'azione collettiva <strong>di</strong> tutti i soggetti);<br />
- Concorrono all'unitarietà della proposta formativa, conciliando la libertà <strong>di</strong> insegnamento con la necessità <strong>di</strong><br />
rispondere ai <strong>di</strong>versi bisogni formativi degli studenti ed alle aspettative territoriali, le prestazioni in<strong>di</strong>viduali nel<br />
quadro progettuale collettivo <strong>di</strong> una scuola. <strong>In</strong> questa prospettiva il POF è lo strumento privilegiato, quin<strong>di</strong> è<br />
necessaria una sua rilettura in questa chiave;<br />
- Agiscono con responsabilità comuni ma <strong>di</strong>fferenziate in or<strong>di</strong>ne alla possibilità <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione (accountability),<br />
ovvero al dovere <strong>di</strong> rendere conto del proprio agire professionale. Ne deriva la necessità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le responsabilità<br />
in corrispondenza dei no<strong>di</strong> più significativi del processo decisionale;<br />
- Specificità democratica e partecipativa del modello <strong>di</strong> funzionamento della scuola che pone il capo d'istituto in<br />
una situazione particolare: supremazia gerarchica nei confronti degli insegnanti <strong>per</strong> quanto riguarda tutti gli<br />
aspetti del rapporto <strong>di</strong> impiego, ma equior<strong>di</strong>nazione nei confronti degli organi collegiali della scuola e intengibilità<br />
della libertà del docente.<br />
Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Torino, P.zza Castello, 209<br />
tel. 011 540382/ 5624431 - e-mail: astoarchivio@multix.it<br />
Linguaggi espressivi e competenze:<br />
l'esempio del teatro<br />
5. Teatro Juvarra-Café Procope<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Chiara Alpestre, Antonella Martina<br />
La sede<br />
Il Teatro Juvarra è ristrutturato e ria<strong>per</strong>to al pubblico nel 1989, poche stagioni più tar<strong>di</strong> si inaugura la seconda sala del<br />
Café Procope. La programmazione del Teatro Juvarra si abbina così a uno spazio, il Cafè Procope, che risulta essere sia<br />
un secondo palcoscenico sia un luogo adatto ad ospitare altre manifestazioni artistiche. L'interazione tra i due locali<br />
offre un'ampia scelta al variegato pubblico. Il teatro si caratterizza <strong>per</strong> la molteplicità e apparente <strong>di</strong>stanza delle proposte,<br />
ma l'intrattenimento sottende una ricaduta sociale e all'analisi dei linguaggi artistici: è in questa ottica che è<br />
maturata la rassegna primaverile ora denominata "La follia dei linguaggi", giunta nel 2003 alla XI e<strong>di</strong>zione<br />
L'iniziativa<br />
Ormai nessuno mette più in <strong>di</strong>scussione la valenza educativa del laboratorio teatrale nella scuola: naturalmente il riferimento<br />
non è soltanto alla socializzazione e alla <strong>di</strong>mensione affettiva - relazionale, ma anche e soprattutto alle abilità<br />
e alle competenze che il teatro è in grado <strong>di</strong> sviluppare e <strong>di</strong> rafforzare.<br />
Il teatro nella scuola, dunque, è attività formativa, è <strong>per</strong>corso che gli studenti seguono con la consapevolezza <strong>di</strong> chi sta<br />
realizzando concretamente, da protagonista, un progetto, talvolta attraverso sforzi non irrilevanti, <strong>per</strong> l'acquisizione <strong>di</strong><br />
capacità critiche e <strong>di</strong> autovalutazione, nonché <strong>di</strong> reali e specifiche abilità e competenze.<br />
Ma quali abilità e competenze? Molte. Possiamo riunirle in tre campi:<br />
- espositivo/espressivo; - linguistico/testuale; - organizzativo/gestionale.<br />
Il seminario propone un lavoro su una novella <strong>di</strong> Luigi Pirandello, La carriola.<br />
Divisi in gruppi, sotto la guida <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ti, gli insegnanti dovranno elaborare una bozza <strong>di</strong> progetto, una proposta <strong>di</strong><br />
messa in scena del testo pirandelliano mettendo in evidenza uno dei campi <strong>di</strong> competenze in<strong>di</strong>cati. Al termine dei lavori,<br />
ogni gruppo presenterà la propria proposta. Seguiranno un <strong>di</strong>battito ed una sintesi da parte <strong>di</strong> uno dei più qualificati<br />
stu<strong>di</strong>osi del settore.<br />
Programma<br />
<strong>In</strong>troduzione a cura <strong>di</strong> Chiara Alpestre e Antonella Martina<br />
Gruppi <strong>di</strong> lavoro<br />
- campo espositivo/espressivo: gesto, movimento, ritmo, parola e suono<br />
coor<strong>di</strong>namento: Maria Luisa Abate e Davide Barbato, Compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa <strong>di</strong> Torino<br />
- campo linguistico/testuale: analisi e adattamento del testo<br />
coor<strong>di</strong>namento: Giovanni Moretti, Docente <strong>di</strong> Teatro <strong>di</strong> animazione presso l' Università <strong>di</strong> Torino e Alfonso Cipolla,<br />
Docente <strong>di</strong> Arti sceniche presso il Conservatorio <strong>di</strong> Novara<br />
- campo organizzativo/gestionale: organizzazione dello spazio scenico e modalità della rappresentazione<br />
coor<strong>di</strong>namento: Clau<strong>di</strong>o Montagna e Franco Carapelle, Compagnia C.A.S.T. (Consulenza Animazione Spettacoli Teatrali)<br />
- Sintesi conclusiva a cura <strong>di</strong> Graziano Melano, Direttore del Teatro dell'Angolo e Docente <strong>di</strong> Teatro d'animazione<br />
presso il DAMS <strong>di</strong> Torino<br />
Per un massimo <strong>di</strong> trenta partecipanti. Al termine dei lavori sarà offerto un a<strong>per</strong>itivo teatrale.<br />
Teatro Juvarra - Café Procope, via Juvarra 15 - www.juvarramultiteatro.it<br />
39
<strong>In</strong> <strong>giro</strong> <strong>per</strong> <strong>scuole</strong> e <strong>centri</strong> <strong>di</strong> <strong>cultura</strong><br />
Il museo "<strong>di</strong>ffuso" della memoria<br />
Un <strong>per</strong>corso a cura <strong>di</strong> Anna Storelli e Laura Tempesta dell'Istituto grafico-pubblicitario Albe Steiner <strong>di</strong> Torino<br />
in collaborazione con l'Amministrazione Penitenziaria e l'Istituto Majorana <strong>di</strong> Grugliasco<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Carlo Palumbo, Mena Pipicelli<br />
La sede<br />
Il carcere "Le Nuove", costruito a Torino negli anni 1857-1869 secondo gli allora moderni criteri <strong>di</strong> organizzazione delle<br />
"istituzioni totalitarie", accolse, a partire dalla nascita del regime <strong>di</strong> Mussolini, migliaia <strong>di</strong> antifascisti. Con l'armistizio<br />
dell'8 settembre 1943 e l'occupazione del Paese da parte delle truppe tedesche, il governo della Repubblica Sociale<br />
Italiana intensificò le attività <strong>di</strong> repressione degli oppositori politici, particolarmente attivi sul territorio piemontese e a<br />
Torino in particolare.<br />
Fino ai giorni dell'insurrezione finale del 26 aprile 1945, i registri <strong>di</strong> matricola del carcere riportano i nomi <strong>di</strong> oltre<br />
10.000 <strong>per</strong>sone arrestate <strong>per</strong> ragioni <strong>di</strong> pubblica sicurezza, molti rastrellati tra la popolazione civile e tra i lavoratori<br />
<strong>per</strong> rappresaglia. Tra questi numerosi vennero deportati nei lager tedeschi e tanti non tornarono, mentre i condannati<br />
a morte, fucilati nel poligono del Martinetto, furono complessivamente 61. Particolarmente significativo fu la cattura,<br />
nel marzo del 1944, dell'intero Comitato militare della resistenza torinese, composto dai rappresentanti dei partiti del<br />
Comitato <strong>di</strong> Liberazione Nazionale e presieduto dal generale Perotti. Il 5 aprile, dopo un processo clamoroso, ma dalla<br />
sentenza già scritta, i militari Perotti e Balbis, i socialisti Giachino e Bevilacqua, Braccini <strong>di</strong> Giustizia e Libertà, il comunista<br />
Giambone, e altri due patrioti, Bigliano e Montano, vennero fucilati al Martinetto.<br />
Recentemente, nell'ala del carcere liberata dalle funzioni istituzionali, è iniziato l'allestimento <strong>di</strong> un <strong>per</strong>corso museale<br />
rivolto alle <strong>scuole</strong> e alla citta<strong>di</strong>nanza. Si tratta <strong>di</strong> uno dei tanti luoghi presenti nella città e nella provincia <strong>di</strong> Torino, tra<br />
questi il Sacrario del Martinetto, il Rifugio antiaereo <strong>di</strong> piazza Risorgimento, la Sinagoga, l'ex stazione ferroviaria Torino-<br />
Ceres, destinati in un futuro prossimo a costituire un "Museo <strong>di</strong>ffuso della Resistenza, della Guerra e della<br />
Deportazione", a cui lavorano la Città e la Provincia <strong>di</strong> Torino, il Comitato <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento fra le Associazioni della<br />
Resistenza del Piemonte, l'Istituto piemontese <strong>per</strong> la storia della Resistenza e della società contemporanea, l'Archivio<br />
Nazionale Cinematografico della Resistenza.<br />
L'iniziativa<br />
L'incontro che proponiamo, attuato in conformità alla Convenzione stipulata tra l'Amministrazione Penitenziaria e il<br />
Comitato Nessun uomo è un'isola, prot. n.032280 del 27.9.2002, ha il compito <strong>di</strong> presentare a insegnanti provenienti<br />
da ogni parte d'Italia un'es<strong>per</strong>ienza significativa del territorio piemontese. Esso è anche l'occasione <strong>per</strong> conoscere alcune<br />
realtà della scuola torinese particolarmente impegnate sui temi della Memoria e della Storia contemporanea.<br />
ore 15.00<br />
Visita al costituendo Museo del Carcere "Le Nuove" <strong>di</strong> Torino nei luoghi <strong>di</strong> internamento della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale e<br />
dell'esposizione foto/grafica realizzata dall'Istituto Steiner, con la guida dei sopravvissuti alle deportazioni in Germania.<br />
<strong>In</strong> collaborazione con la Direzione del Carcere delle Vallette e con l'Associazione Nessun uomo è un'isola.<br />
Il laboratorio teatrale dell'Istituto Sella presenta<br />
"Credere, obbe<strong>di</strong>re..."<br />
spettacolo sull'applicazione nella scuola delle leggi razziali del 1938<br />
ore 17.00 Tavola rotonda:<br />
Istituzioni pubbliche e private, Enti Locali e Scuola, quale contributo alla costruzione del "Museo <strong>di</strong>ffuso<br />
della Memoria"?<br />
coor<strong>di</strong>nano Carlo Palumbo e Mena Pipicelli<br />
Sono invitati (in or<strong>di</strong>ne alfabetico):<br />
Pietro Buffa, <strong>di</strong>rettore Carcere Circondariale Le Vallette,<br />
Daniele Jallà, Divisione Servizi Culturali - Settore Musei Città <strong>di</strong> Torino<br />
Riccardo Marchis, Istituto piemontese <strong>per</strong> la storia della Resistenza e della società contemporanea<br />
Ferruccio Maruffi, ANED Torino<br />
Magda Morezzi, Istituto Sella, della Rete degli archivi della scuola<br />
Gianni Oliva, Assessore al Sistema Educativo Provincia <strong>di</strong> Torino<br />
Carlo Palumbo, Commissione Storico-foto-grafica dell'Istituto Albe Steiner<br />
Cristina Vernizzi, UTS Torino - Dipartimento <strong>di</strong> Scienze umane, Sociali e Umanistiche<br />
Felice Tagliente, Associazione Nessun uomo è un'isola<br />
Guido Vaglio, Divisione Servizi Culturali - Settore Musei Città <strong>di</strong> Torino<br />
Donatello Viglongo, Associazione nazionale Divisione Acqui<br />
40<br />
6. Carcere “Le Nuove”<br />
Carcere Le Nuove, corso Vittorio Emanuele 127
alla sco<strong>per</strong>ta della città educativa<br />
Quanto dura il tempo scuola?<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Emanuela Coniglione, Angioletta <strong>In</strong>vasile, Laura Meli<br />
Nell'es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> ciascuno <strong>di</strong> noi, delle <strong>scuole</strong> e dei territori in cui abbiamo lavorato e lavoriamo abbiamo raccolto mo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>versi <strong>di</strong> intendere e gestire il "tempo" scuola, una variabile che coinvolge i ritmi <strong>di</strong> crescita, l'ampiezza e la durata<br />
dell'offerta formativa, la durata e la scansione delle settimane, dei giorni, delle "ore" e che riguarda quin<strong>di</strong> tutti i soggetti<br />
della scuola: gli allievi, i <strong>di</strong>rigenti e gli insegnanti, i genitori, le amministrazioni locali. E, ora,<br />
Che fine farà il "tempo" (della/nella) scuola?<br />
Il progetto <strong>di</strong> riforma in atto interviene pesantemente sul "tempo" scuola, in particolare <strong>per</strong> tutto il <strong>per</strong>iodo della scuola<br />
<strong>di</strong> base: dall'infanzia alla fine della scuola me<strong>di</strong>a.<br />
Tra le altre cose :<br />
- consente <strong>di</strong> anticipare l'iscrizione alla scuola dell'infanzia ed elementare (intervenendo sui tempi <strong>di</strong> crescita delle<br />
bambine e dei bambini);<br />
- riduce la durata complessiva dell'anno scolastico, aumentando le "materie" e rischiando così <strong>di</strong> <strong>di</strong>minuire il tempo<br />
<strong>di</strong> ciascuna;<br />
- rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>videre la scuola in un una scuola mattutina trasmissiva fondata su una visione ormai su<strong>per</strong>ata delle<br />
<strong>di</strong>scipline e del loro insegnamento e una scuola pomeri<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> tipo più o<strong>per</strong>ativo e laboratoriale;<br />
- sembra non trovare più il tempo (e le ricorse) <strong>per</strong> il sostegno all'han<strong>di</strong>cap, la lotta al <strong>di</strong>sagio e alla <strong>di</strong>s<strong>per</strong>sione,<br />
l'integrazione socio<strong>cultura</strong>le, se non affidandole a soggetti esterni;<br />
- tende a privatizzare una parte dell'offerta formativa, lasciando alle famiglie o agli enti locali la responsabilità <strong>di</strong><br />
sostenere (anche finanziariamente) una quota consistente del tempo scuola;<br />
- interviene sui tempi e sull'organizzazione del lavoro degli insegnanti, eliminando ogni possibilità <strong>di</strong> compresenza,<br />
<strong>di</strong> attività trasversale o inetr<strong>di</strong>sciplinare, <strong>di</strong> progettazione e realizzazione <strong>di</strong> interventi comuni ed evitando<br />
invece <strong>di</strong> garantire alle <strong>scuole</strong> un organico funzionale e flessibile;<br />
- ecc. ecc.<br />
Quali sono oggi le mostre riflessioni, le nostre preoccupazioni, ma anche le nostre proposte e le nostre richieste <strong>per</strong><br />
salvaguardare un tempo della scuola che sia rispettoso dei ritmi e delle esigenze <strong>di</strong> crescita degli allievi e funzionale a<br />
garantire processi <strong>di</strong> insegnamento/appren<strong>di</strong>mento vali<strong>di</strong> ed efficaci.<br />
Vorremmo <strong>di</strong>scuterne assieme, a partire da alcune sollecitazioni introduttive.<br />
<strong>In</strong>troducono la <strong>di</strong>scussione: Gianni Giar<strong>di</strong>ello; Pietro Viotti, Assessore all’Istruzione Comune <strong>di</strong> Grugliasco; Carla<br />
Bonino, Comune <strong>di</strong> Torino; Marisa Falotta, es<strong>per</strong>ta <strong>di</strong> integrazione scolastica; Fabrizio Zuccaroli, Comitato genitori<br />
Collegno; Elisa Trovò, Comitato genitori Grugliasco.<br />
41<br />
7. Sala Consiliare<br />
Amministrazione Provinciale<br />
Sala del Consiglio Provinciale, Piazza Castello 205<br />
8. Teatro del Liceo “Alfieri”<br />
Teatro civile e scuola<br />
Ne <strong>di</strong>scutono studenti, insegnanti, attori, critici e Istituzioni<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Adriana Castellucci, Cristina Morrocchi, Enzo Pesante<br />
La sede<br />
Il Liceo Classico "Vittorio Alfieri" (www.<strong>scuole</strong>.piemonte.it/torino/alfieri/lc) nacque nel 1901 come sezione del Liceo<br />
"D'Azeglio". Prese il titolo <strong>di</strong> Regio Liceo "Vittorio Alfieri" nel 1904 ed ebbe come primo <strong>di</strong>rettore Eugenio Garisio, noto<br />
cultore <strong>di</strong> <strong>di</strong>scipline classiche.<br />
Tra i docenti che si susseguirono nel corso degli anni, numerosi assursero poi a notorietà nell'ambito universitario, <strong>cultura</strong>le<br />
o artistico. Si ricordano tra loro i latinisti ed i grecisti Castellino, Borio, D'Agostino, Lenchantin De Gubernatis,<br />
Perelli, Capal<strong>di</strong>, lo storico Maturi, il filosofo Chio<strong>di</strong>, il pittore Chicco.<br />
L'iniziativa<br />
Lo scopo del'incontro è riflettere con studenti, insegnanti, critici, o<strong>per</strong>atori teatrali e istituzioni, sul ruolo e sul significato<br />
formativo, <strong>cultura</strong>le e politico che il teatro <strong>di</strong> impegno civile sta progressivamente acquisendo all'interno delle<br />
<strong>scuole</strong> e nel rapporto tra compagnie professionali, istituzioni e <strong>scuole</strong> stesse.<br />
Lo stimolo rappresentato dall'istituzionalizzazione <strong>di</strong> varie ricorrenze civili (come il Giorno della Memoria, il Giorno della<br />
Legalità, oppure il Giorno della Pace) ha certamente contribuito a <strong>di</strong>ffondere specifiche iniziative nelle e <strong>per</strong> le <strong>scuole</strong>,
<strong>In</strong> <strong>giro</strong> <strong>per</strong> <strong>scuole</strong> e <strong>centri</strong> <strong>di</strong> <strong>cultura</strong><br />
orientate in <strong>di</strong>rezione dell'uso del teatro come strumento particolarmente adatto <strong>per</strong> comprendere in modo profondo<br />
l'importanza <strong>di</strong> eventi fondamentali <strong>per</strong> la <strong>cultura</strong> nazionale. Accanto a ciò, sicuramente ha inciso nella rinnovata vitalità<br />
del teatro civile la reazione contro recenti e sempre più frequenti segnali negativi e inquietanti, dall'imporsi del revisionismo<br />
storico (inteso come ribaltamento del giu<strong>di</strong>zio storico informato a criteri <strong>di</strong> democrazia), all'affievolirsi dell'impegno<br />
contro la criminalità organizzata, al proliferare <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> razzismo e <strong>di</strong> xenofobia.<br />
Programma<br />
Ore 15,00:<br />
<strong>In</strong>troduzione: Gianni Oliva (Assessore al Sistema educativo e formativo, Provincia <strong>di</strong> Torino)<br />
Presentazione: Enzo Pesante e Adriana Castellucci (Laboratorio teatrale dell'I.T.C. "Q. Sella" <strong>di</strong> Torino)<br />
Partecipano alla tavola rotonda coor<strong>di</strong>nata da Gian Luca Favetto (giornalista e critico):<br />
- Rosanna Balbo (Formatrice - consulente Progetti adolescenti)<br />
- Edoardo Fa<strong>di</strong>ni (Organizzatore e critico teatrale - docente del DAMS)<br />
- Davide Mattiello (Associazione ACMOS - Referente regionale <strong>di</strong> LIBERA)<br />
- Graziano Melano (Teatro dell'Angolo - docente del DAMS)<br />
- Beppe Rosso (ACTI - Assoc. Culturale Teatri <strong>In</strong><strong>di</strong>pendenti)<br />
- Renzo Sicco (Assemblea Teatro)<br />
- Gabriele Vacis (Regista e autore)<br />
Ore 16,45: Pausa<br />
Ore 17,00:<br />
Rappresentazione <strong>di</strong> alcune scene <strong>di</strong> Credere, obbe<strong>di</strong>re…, spettacolo del Laboratorio teatrale dell'"I.T.C. "Q. Sella" <strong>di</strong> Torino.<br />
Ore 17,30: Dibattito<br />
Ore 18,30: Conclusioni Cristina Morrocchi<br />
Liceo Classico "Alfieri", Corso Dante 80<br />
Ricerca, <strong>di</strong>vulgazione, formazione:<br />
i <strong>per</strong>corsi della scienza<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Carlo Fiorentini, Alfredo Mazzoni, Gino Tremoloso<br />
La sede<br />
Bambini e ragazzi sono consumatori molto ricettivi <strong>di</strong> una comunicazione <strong>di</strong> massa che sostituisce, con facili approcci virtuali,<br />
le es<strong>per</strong>ienze <strong>di</strong>rette ed in<strong>di</strong>viduali, base invece <strong>di</strong> un corretto processo formativo. Diventa quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile comprendere<br />
i messaggi, coglierne i significati <strong>per</strong> imparare ad o<strong>per</strong>are scelte consapevoli e formulare risposte originali.<br />
Per questo i Centri <strong>di</strong> Cultura della Comunicazione e dei me<strong>di</strong>a propongono <strong>per</strong>corsi e opportunità <strong>di</strong> accompagnamento<br />
<strong>cultura</strong>le e pedagogico che offrano spunti <strong>di</strong> riflessione e confronto, <strong>di</strong> formazione, <strong>di</strong> s<strong>per</strong>imentazione e ricerca, nei<br />
<strong>di</strong>versi linguaggi comunicativi. Il raccordo con Enti, Istituzioni ed associazioni ed il monitoraggio dei bisogni e degli interessi<br />
dei ragazzi consentono la creazione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> supporto agli insegnanti e alle famiglie.<br />
I <strong>per</strong>corsi sono adattabili a situazioni <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap fatte salve eventuali con<strong>di</strong>zioni strutturali degli ambienti. Le attività<br />
dei Centri sono articolate in sezioni tematiche:<br />
Mass Me<strong>di</strong>a e informazione: TG ragazzi, linguaggi televisivi e ra<strong>di</strong>ofonici; la comunicazione attraverso il giornale.<br />
Pubblicità: principi, strategie e realizzazione <strong>di</strong> un filmato pubblicitario.<br />
Cinema d'Animazione e Multime<strong>di</strong>alità: storie multime<strong>di</strong>ali, videoclip, film, musica in cinema d'animazione.<br />
Per informazioni: Segreteria Comunicazione e me<strong>di</strong>a, via Modena 35 - tel. 011 851498 - 011 253553.<br />
L'iniziativa<br />
Il nostro Paese, a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> un tumultuoso sviluppo tecnologico, ma è un dato che coinvolge quasi tutti i paesi dell'occidente<br />
industrializzato, vive un <strong>per</strong>iodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, se non <strong>di</strong> crisi, <strong>per</strong> quanto riguarda la formazione scientifica.<br />
Il calo <strong>di</strong> iscritti alle facoltà scientifiche delle Università negli ultimi anni rappresenta senz'altro una spia significativa <strong>di</strong><br />
questo fenomeno.<br />
Perché le scienze non hanno appeal presso le giovani generazioni?<br />
Quali sono la responsabilità della scuola?<br />
Si tratta solo <strong>di</strong> ammodernare l'impianto metodologico <strong>di</strong>dattico?<br />
E' un problema <strong>di</strong> formazione dei docenti?<br />
Ha delle responsabilità anche l'Università?<br />
42<br />
9. Centro <strong>di</strong> <strong>cultura</strong> <strong>per</strong><br />
la comunicazione e i me<strong>di</strong>a
alla sco<strong>per</strong>ta della città educativa<br />
Si tratta <strong>di</strong> puntare su una più efficace <strong>di</strong>vulgazione scientifica?<br />
Quale scenario, a fronte <strong>di</strong> questi problemi, viene tratteggiato dalla riforma Moratti e dalle <strong>In</strong><strong>di</strong>cazioni nazionali <strong>per</strong> i<br />
Piani <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o <strong>per</strong>sonalizzati relativi alla scuola primaria e secondaria <strong>di</strong> primo grado?<br />
Parteci<strong>per</strong>à all'incontro Ornella Robutti ricercatrice, collaboratrice SSIS<br />
Il Novecento: alcune buone ragioni<br />
<strong>per</strong>ché gli studenti conoscano il Novecento<br />
Centro <strong>di</strong> <strong>cultura</strong> <strong>per</strong> la comunicazione e i me<strong>di</strong>a, via Tollegno.<br />
Coor<strong>di</strong>nano: Emma Colonna, Grazia Dalla Valle, Nicola Iasiello<br />
La sede<br />
L'Unione <strong>cultura</strong>le (poi intitolata a Franco Antonicelli a metà degli anni settanta dopo la sua morte) viene fondata a<br />
Torino nel maggio 1945 da un gruppo <strong>di</strong> intellettuali antifascisti, con lo scopo <strong>di</strong> proporre occasioni <strong>di</strong> ricerca, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
e <strong>di</strong> riflessione sulla storia e la <strong>cultura</strong> italiana, rivolgendo una particolare attenzione alla storia della resistenza e a<br />
quella del movimento o<strong>per</strong>aio. Figura chiave <strong>di</strong> questa prima fase <strong>di</strong> vita dell'associazione è Franco Antonicelli, all'epoca<br />
presidente del CLN regionale piemontese; con lui sono, fra gli altri, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Francesco<br />
Menzio, Giulio Einau<strong>di</strong>, Cesare Pavese.<br />
Fin da quei primi anni l'associazione <strong>di</strong>viene uno dei riferimenti nella vita <strong>cultura</strong>le della città e dell'Italia intera, rappresentando<br />
un punto <strong>di</strong> incontro privilegiato <strong>per</strong> la <strong>di</strong>scussione tra <strong>di</strong>fferenti sensibilità <strong>cultura</strong>li e politiche in ambiti<br />
<strong>di</strong>sciplinari <strong>di</strong>versi. Dal teatro alla poesia, dalla musica alla letteratura alle arti visive, dalla politica alla filosofia alle<br />
scienze, l'Unione <strong>cultura</strong>le ha fin da allora rappresentato uno spazio in cui l'approfon<strong>di</strong>mento <strong>cultura</strong>le è giunto in più<br />
occasioni a porsi all'avanguar<strong>di</strong>a nel panorama italiano.<br />
Oggi l'attività continua a strutturarsi su più filoni tematici con l'intento <strong>di</strong> coniugare l'aspetto <strong>di</strong>dattico-<strong>di</strong>vulgativo e<br />
l'approfon<strong>di</strong>mento critico delle questioni scelte. I filoni restano quelli della storia, del <strong>di</strong>battito sulla contemporaneità,<br />
delle arti, della scienza e della scuola.<br />
Nella primavera del 2005 si prevede <strong>di</strong> organizzare un convegno nazionale de<strong>di</strong>cato al Sessantesimo anniversario della<br />
nascita dell'Unione <strong>cultura</strong>le.<br />
<strong>In</strong> quella sede si intende invitare un folto gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi a cui verrà chiesto <strong>di</strong> presentare i loro contributi <strong>di</strong> ricerca<br />
sul ruolo dell'Unione <strong>cultura</strong>le nella <strong>cultura</strong> torinese e italiana. Oltre che un'iniziativa pubblica <strong>di</strong> grande risonanza,<br />
il convegno vuole qualificarsi come momento <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione scientifica e <strong>cultura</strong>le e <strong>di</strong> presentazione del lavoro realizzato<br />
dai ricercatori incaricati della ricostruzione della vita dell'Unione <strong>cultura</strong>le<br />
L'iniziativa<br />
Siamo partiti dall'ipotesi che esistano delle specificità nella storia del Novecento che possono fornire agli insegnanti<br />
motivazioni <strong>per</strong> sostenere il loro lavoro <strong>cultura</strong>le e <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>dattica e agli studenti strumenti <strong>per</strong> orientarsi e affrontare<br />
i problemi del proprio tempo. Immagini, fatti, frammenti <strong>di</strong> storia e <strong>di</strong> storie del novecento arrivano ai ragazzi da<br />
ogni parte,ma in genere non viene sollecitata una riflessione critica che possa portare a intendere ciò che è accaduto<br />
e ciò che accade.<br />
Per fare emergere motivazioni e strumenti e ragionarci sopra abbiamo pensato <strong>di</strong> riunire intorno ad un tavolo es<strong>per</strong>ti<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi settori cui chiedere <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care gli aspetti del Novecento che devono entrare nel patrimonio <strong>cultura</strong>le <strong>di</strong> uno<br />
studente.<br />
Abbiamo pensato a:<br />
un es<strong>per</strong>to <strong>di</strong> letteratura: Li<strong>di</strong>a De Federicis<br />
un sociologo: Sergio Scamuzzi<br />
un biologo: Aldo Fasolo<br />
uno storico: Giovanni De Luna<br />
Presiede all'incontro Manfredo Montagnana (presidente dell'Unione Culturale)<br />
Dopo l'introduzione degli es<strong>per</strong>ti interverranno docenti che hanno contribuito ad organizzare le offerte <strong>cultura</strong>li e <strong>di</strong>dattiche<br />
che da anni vengono fornite alle <strong>scuole</strong> proprio sulla storia del Novecento, e insegnanti che hanno partecipato a<br />
s<strong>per</strong>imentazioni relative all'insegnamento della storia dello stesso <strong>per</strong>iodo, che affronteranno i temi dei <strong>di</strong>versi approcci,<br />
dei meto<strong>di</strong> e della pluralità delle fonti.<br />
E' prevista la partecipazione <strong>di</strong> Francesco Scalambrino (Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci) e <strong>di</strong> Mariangela<br />
Ariotti (UTS Dipartimento <strong>di</strong> scienze umane, sociali ed umanistiche della Provincia <strong>di</strong> Torino e dell'Irre Piemonte).<br />
E' previsto l'intervento <strong>di</strong> docenti <strong>di</strong> Roma e <strong>di</strong> Napoli che hanno lavorato sugli stessi temi.<br />
Unione Culturale Franco Antonicelli, Via Cesare Battisti 4 - Tel. 0115621776<br />
43<br />
10. Unione Culturale
<strong>In</strong> <strong>giro</strong> <strong>per</strong> <strong>scuole</strong> e <strong>centri</strong> <strong>di</strong> <strong>cultura</strong><br />
Il Dipartimento educazione.<br />
Uno spazio <strong>di</strong>namico<br />
Il Dipartimento Educazione del Castello <strong>di</strong> Rivoli è stato istituito nel 1985 con la finalità <strong>di</strong> avviare programmi rivolti al<br />
mondo della scuola e <strong>di</strong> avvicinare il grande pubblico all'arte contemporanea.<br />
Una struttura progettuale e o<strong>per</strong>ativa, <strong>di</strong>namica e creativa, al servizio della collettività che si esprime attraverso una<br />
rete <strong>di</strong> servizi estremamente <strong>di</strong>fferenziati in grado <strong>di</strong> coinvolgere allievi delle <strong>di</strong>verse fasce d'età, insegnanti, famiglie,<br />
studenti universitari, pubblico in genere.<br />
La ricerca <strong>di</strong>dattica s<strong>per</strong>imentale, definita attorno alle problematiche e ai contenuti dell'arte del nostro tempo, è rivolta<br />
ai <strong>di</strong>versi livelli d'insegnamento, dalla scuola dell'infanzia all'Università.<br />
Le proposte <strong>di</strong>dattiche si relazionano alla Collezione Permanente e al sito storico, mentre le mostre temporanee sono<br />
l'occasione <strong>per</strong> avviare <strong>per</strong>corsi ine<strong>di</strong>ti e sempre nuovi. Progetti pluriennali, corsi <strong>di</strong> formazione <strong>per</strong> gli insegnanti,<br />
workshop con artisti <strong>per</strong> gli studenti universitari, cicli <strong>di</strong> conferenze, mostre <strong>per</strong> i bambini, week-end d'arte <strong>per</strong> le famiglie,<br />
attività <strong>per</strong> i Centri Estivi, corsi <strong>per</strong> l'Università della Terza Età.<br />
Le <strong>di</strong>verse attività svolte con regolarità al Museo e in altre se<strong>di</strong>, <strong>scuole</strong>, fiere, luoghi <strong>di</strong> aggregazione, mirano ad avvicinare<br />
il pubblico alla realtà museale e al contempo esportano le attività fuori dalle mura del Castello evidenziando l'importanza<br />
da sempre attribuita alla relazione con il territorio e alla collettività intesa in senso lato.<br />
Il Dipartimento Educazione lavora infatti in rapporto sinergico con la vita <strong>cultura</strong>le della città e dell'area metropolitana<br />
proponendo sia progetti speciali <strong>per</strong> i singoli eventi sia <strong>per</strong>corsi mirati a sod<strong>di</strong>sfare le specifiche richieste degli insegnanti<br />
in relazione alle <strong>di</strong>verse programmazioni scolastiche.<br />
Il museo contemporaneo, rinnovato rispetto alle sue funzioni originarie, non può più essere inteso come deposito <strong>per</strong><br />
le collezioni ma come luogo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>per</strong> tutti.<br />
<strong>In</strong> tal senso, l'offerta dei servizi <strong>di</strong>dattici si esprime attraverso una serie <strong>di</strong> proposte molto articolate, pensate <strong>per</strong><br />
mostrare il lato più stimolante dell'approccio alla <strong>cultura</strong>, cui si affianca l'impianto strutturale del Museo dotato <strong>di</strong> servizi<br />
<strong>di</strong> altissimo livello (biblioteca, caffetteria con terrazza panoramica, book-shop con annesso spazio <strong>per</strong> una piccola<br />
sosta), destinati al pubblico con l'intento <strong>di</strong> rendere ricco, sotto il profilo <strong>cultura</strong>le, e piacevole il tempo trascorso al<br />
Castello <strong>di</strong> Rivoli Museo d'Arte Contemporanea.<br />
Anna Pironti<br />
Responsabile Dipartimento Educazione<br />
Castello <strong>di</strong> Rivoli - Museo d'Arte Contemporanea,<br />
Piazza Mafalda <strong>di</strong> Savoia - 10098 Rivoli (To)<br />
Tel. 011 9565222 - www.castello<strong>di</strong>rivoli.it<br />
Salendo da Torino verso Sestriere lungo la Val Chisone, che sarà teatro dei Giochi Olimpici invernali del 2006, poco<br />
prima dell'abitato <strong>di</strong> Fenestrelle una strada si inoltra nella pineta del Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè e raggiunge Prà<br />
Catinat, splen<strong>di</strong>do balcone sulla vallata.<br />
Questo stupendo contesto ambientale ospita le strutture alberghiere del Consorzio Pracatinat, nate dal necessario riutilizzo<br />
<strong>di</strong> un grande complesso sanatoriale dei primi anni del '900.Nel corso degli anni Pracatinat si è specializzato nella<br />
progettazione e nell'attuazione <strong>di</strong> iniziative <strong>di</strong> educazione ambientale dando vita al "Laboratorio Didattico<br />
sull'Ambiente", riconosciuto dalla Legge Regionale n. 39 del 1987 e <strong>di</strong>venuto nel 1991 capofila della "Rete Regionale <strong>di</strong><br />
Servizi <strong>per</strong> l'Educazione Ambientale". <strong>In</strong> tale ambito, attraverso un proprio originale modello educativo messo a punto<br />
con un continuo lavoro <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> rielaborazione, Pracatinat propone soggiorni educativi rivolti alle <strong>scuole</strong> <strong>di</strong> ogni<br />
or<strong>di</strong>ne e grado.<br />
Dal 1999 il Consorzio Pracatinat è <strong>di</strong>venuto "Laboratorio <strong>per</strong> una Società Sostenibile", sede privilegiata <strong>per</strong> ricerche<br />
stu<strong>di</strong> e riflessioni sulle tematiche della sostenibilità ambientale e sociale.<br />
Dal lavoro svolto nel Laboratorio sono originate proposte <strong>di</strong> soggiorno <strong>di</strong> qualità nei campi del turismo sportivo, del turismo<br />
"anta", degli stages <strong>per</strong> musicisti e della convegnistica e formazione , coniugando l'ospitalità e l'organizzazione<br />
con la cura del senso educativo dell'es<strong>per</strong>ienza.<br />
La struttura<br />
Il primo e<strong>di</strong>ficio, sede da oltre 15 anni del "Laboratorio <strong>di</strong>dattico sull'ambiente", presenta un allestimento semplice ed<br />
informale: 17 camere con servizi interni e 44 con servizi al piano; un salone con 100 posti e 6 salette da 20 posti <strong>per</strong><br />
44<br />
11. Museo <strong>di</strong> Arte<br />
Contemporanea <strong>di</strong> Rivoli<br />
12. Centro <strong>di</strong> Pra Catinat
alla sco<strong>per</strong>ta della città educativa<br />
le attività <strong>di</strong> gruppo; l'infermeria, il bar-punto ven<strong>di</strong>ta, il ristorante a self-service da 140 co<strong>per</strong>ti, la sala musica, il laboratorio<br />
microscopi e un ampio parcheggio.<br />
Il secondo e<strong>di</strong>ficio, ospita invece il "Laboratorio <strong>per</strong> una Società Sostenibile"; i suoi arre<strong>di</strong>, confortevoli e ricercati, sod<strong>di</strong>sfano<br />
anche gli ospiti più esigenti. Le camere sono 71, tutte con servizi e terrazzo privato, 2 le camere <strong>per</strong> <strong>di</strong>sabili;<br />
1 sala conferenze da 100 posti attrezzata con videoproiettore e impianto au<strong>di</strong>o, 4 salette da 20-30 posti <strong>per</strong> attività <strong>di</strong><br />
gruppo, il bar, un ristorante da 140 co<strong>per</strong>ti.<br />
Entrambe le strutture sono dotate <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi <strong>per</strong> il su<strong>per</strong>amento delle barriere architettoniche e sono quin<strong>di</strong> accessibili<br />
ai <strong>di</strong>sabili.<br />
Gli impianti e le dotazioni a <strong>di</strong>sposizione degli ospiti sono: un campo sportivo polivalente (tennis, basket, pallavolo),<br />
un campo da calcio, una palestra <strong>di</strong> arrampicata artificiale e naturale, spazi co<strong>per</strong>ti <strong>per</strong> attività motoria, 10 mountain<br />
bike e caschi, attrezzatura <strong>per</strong> lo sci nor<strong>di</strong>co, una fitta rete <strong>di</strong> sentieri segnalati <strong>per</strong> il trekking e un'elisu<strong>per</strong>ficie.<br />
Laboratorio <strong>di</strong>dattico <strong>per</strong> l'ambiente Pra Catinat<br />
Località Pra Catinat 10060 Fenestrelle<br />
www.regione.piemonte.it/ambiente/reti/poli/pracat/polo_pra.htm<br />
13. Museo Nazionale del Cinema<br />
Sembrava un progetto irrealizzabile e invece, dopo anni <strong>di</strong> lavori, ha finalmente visto la luce, nel 2000, il Museo<br />
Nazionale del Cinema, allestito a Torino all'interno della ristrutturata Mole Antonelliana.<br />
La struttura, cinque piani <strong>per</strong> oltre 3200 metri quadri, si sviluppa in altezza, corredata da un ascensore panoramico<br />
che <strong>per</strong>mette ai più impavi<strong>di</strong> <strong>di</strong> ammirare Torino dall'alto dei 167 metri <strong>di</strong> altezza della cupola della Mole.<br />
A riempire lo spazio che fu pensato e realizzato da Alessandro Antonelli nel 1870 <strong>per</strong> ospitare una sinagoga, tutto il<br />
patrimonio raccolto negli anni dall'appassionata <strong>di</strong> cinema Adriana Priolo. Lanterne magiche, vetri, cineprese antiche,<br />
ombre cinesi, locan<strong>di</strong>ne e documenti <strong>di</strong> ogni tipo, che raccontano e fanno rivivere la nascita e lo sviluppo della più fantasiosa<br />
invenzione dell'uomo.<br />
Al primo piano, inizio vero e proprio del <strong>per</strong>corso, otto sezioni de<strong>di</strong>cate ai pezzi archeologici della storia del cinema tra<br />
cui una ricostruzione in ghisa <strong>di</strong> ferro della locomotiva protagonista del centenario film dei fratelli Lumiére.<br />
Salendo al piano su<strong>per</strong>iore un <strong>per</strong>corso circolare, tappezzato <strong>di</strong> manifesti e locan<strong>di</strong>ne storiche, accoglie tutti gli strumenti<br />
che hanno creato la magia del cinema negli anni: le sceneggiature, i costumi, i registi, gli attori, le luci, la fotografia,<br />
gli effetti speciali. Al centro si trova l'Aula del Tempio, luogo <strong>di</strong> culto <strong>per</strong> gli amanti del genere, circondata a sua<br />
volta da altre <strong>di</strong>eci stanze de<strong>di</strong>cate ai temi della storia del cinema: Cinema d'Animazione, Assurdo, Orrore e<br />
Fantascienza, Amore e Morte, Specchio, Vero e Falso, Cinema S<strong>per</strong>imentale, Big Bang, Cabiria e Torino città del Cinema.<br />
Al centro dell'Aula è possibile assistere alla proiezione <strong>di</strong> due film: "Il cinema muto a Torino", pellicola in bianco e nero<br />
realizzata dal Museo e "Uno sguardo sulla Storia d'Italia" <strong>di</strong>retto da Carlo Lizzani, colloqui con illustri esponenti della<br />
cinema nostrano. Tra i testimoni: Lina Wertmuller, Suso Cecchi d'Amico, Clau<strong>di</strong>a Car<strong>di</strong>nale, Gillo Pontecorvo, Liliana<br />
Cavani, Francesco Rosi, Tonino Delli Colli.<br />
Museo Nazionale del Cinema, Via Montebello 20<br />
Il Museo Egizio <strong>di</strong> Torino è il primo al mondo <strong>per</strong> data <strong>di</strong> fondazione e secondo solo al Museo del Cairo <strong>per</strong> l'importanza<br />
delle raccolte. Fondato nel 1824 dal re Carlo Felice <strong>di</strong> Sardegna, negli anni della risco<strong>per</strong>ta della civiltà egizia<br />
seguita alla spe<strong>di</strong>zione napoleonica in Egitto, il Museo ha nella collezione Drovetti il proprio nucleo originario, costituito<br />
da ben 30.000 pezzi che illustrano arte e vita quoti<strong>di</strong>ana ai tempi dei faraoni. La collezione Drovetti è stata arricchita<br />
nel corso del tempo da acquisizioni e da re<strong>per</strong>ti provenienti dagli scavi in loco avviati da Ernesto Schiaparelli,<br />
<strong>di</strong>rettore del Museo alla fine del secolo scorso, e proseguiti dal successore Giulio Farina fino agli anni '30. Gli scavi<br />
condotti dal Museo hanno portato all'acquisizione <strong>di</strong> oggetti appartenenti ad un arco <strong>di</strong> tempo compreso tra il pre<strong>di</strong>nastico<br />
(4000 a.C.) e l'annessione all'Im<strong>per</strong>o Romano (31 a.C.) e provenienti da <strong>di</strong>verse località (Giza, Eliopoli, Valle<br />
delle Regine, Gebelein, Assuan, ecc.). Tra i re<strong>per</strong>ti acquisiti figurano gli oggetti rimasti nella tomba violata della regina<br />
Nefertari, la pre<strong>di</strong>letta <strong>di</strong> Ramses II, il corredo inviolato della tomba dell'architetto Kha e della moglie Merit, il naos<br />
45<br />
14. Museo Egizio
<strong>In</strong> <strong>giro</strong> <strong>per</strong> <strong>scuole</strong> e <strong>centri</strong> <strong>di</strong> <strong>cultura</strong><br />
<strong>di</strong> Sethi I <strong>per</strong> il <strong>di</strong>o Ra a Eliopoli. Nel 1966 l'Egitto ha donato al Museo torinese il tempietto rupestre fatto scavare da<br />
Thutmosi III nel 1430 a.C. a Ellesjia, <strong>per</strong> ringraziare l'Italia dell'attività svolta a tutela dei monumenti nubiani che<br />
sarebbero stati sommersi dal lago Nasser.<br />
Le raccolte sono <strong>di</strong>vise <strong>per</strong> argomenti: le prime due sale sono de<strong>di</strong>cate alla statuaria e conservano capolavori della s<strong>cultura</strong><br />
egizia quali le statue <strong>di</strong> Ramses II, dei faraoni Thutmosi III e Amenhotep II; la statua più antica conservata dal<br />
Museo è quella della principessa Re<strong>di</strong>, risalente al 2800 a.C. Le raccolte offrono anche un ricco re<strong>per</strong>torio <strong>di</strong> oggetti<br />
della tra<strong>di</strong>zione funeraria egizia: dai vasi canopi <strong>per</strong> la conservazione delle viscere dei defunti, agli amuleti <strong>per</strong> l'al<strong>di</strong>là<br />
alle statuette funerarie. Sono esposti anche sarcofaghi, con vari esempi <strong>di</strong> materiali e lavorazioni. Oltre alle mummie<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>gnitari e gente comune sono conservate anche le mummie <strong>di</strong> animali sacri, con l'oggettistica legata al loro culto.<br />
La vita quoti<strong>di</strong>ana è riccamente rappresentata da re<strong>per</strong>ti riguardanti il mondo del lavoro (martelli, zappe schegge e<br />
cocci utilizzati dagli scribi e dai <strong>di</strong>segnatori), da vasellame, utensili.<br />
Museo Egizio, via Accademia delle Scienze 6 - www.museoegizio.it<br />
Dialogare con i bambini e i ragazzi <strong>per</strong> cogliere pensieri, aspettative, richieste rispetto al sé, agli altri, alla città, al passato,<br />
al futuro.<br />
Attivare opportunità educative, <strong>per</strong> imparare a: essere, scegliere, valutare, decidere, conoscersi, adattarsi, cambiare.<br />
Far comprendere che pensieri, mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> essere, l'incontro con gli altri, determinano l'identità <strong>di</strong> ciascuno.<br />
Educare alla ricerca <strong>per</strong> acquisire i tratti della <strong>per</strong>sonalità a<strong>per</strong>ta ed interattiva e favorire lo sviluppo originale degli in<strong>di</strong>vidui<br />
e delle culture che interagiscono.<br />
Riflettere sulla costruzione <strong>di</strong> una società inter<strong>cultura</strong>le come progetto concreto e realizzabile in un'ottica <strong>di</strong> confronto<br />
e <strong>di</strong> su<strong>per</strong>amento degli etno<strong>centri</strong>smi.<br />
Questi e altri obiettivi muovono i <strong>per</strong>corsi che il Centro propone ai bambini e ai ragazzi attraverso le sezioni <strong>di</strong> ricerca:<br />
organizzazione sociale, lavoro, riti e ritualità, letteratura e musica.<br />
La <strong>cultura</strong> che si esplora è quella <strong>di</strong> ieri e <strong>di</strong> oggi, quella vicina, ma anche quella del mondo.<br />
L'intento è offrire ai bambini e ai ragazzi panorami estesi <strong>di</strong> conoscenza, multietnicità nelle relazioni <strong>per</strong>ché i loro <strong>per</strong>corsi<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza li conducano ad essere citta<strong>di</strong>ni nel Mondo.<br />
Centro Identità e <strong>cultura</strong>, via Domodossola 54, tel. 011.7410430<br />
www.comune.torino.it/servizi-educativi/crescere-in-citta/<br />
La Cascina Falchera è a<strong>per</strong>ta al pubblico dal 1996. Il Comune <strong>di</strong> Torino ne ha curato la ristrutturazione <strong>per</strong> farne un<br />
centro <strong>di</strong> incontro e conoscenza della realtà rurale, un luogo nel quale fare es<strong>per</strong>ienze agricole, un centro <strong>di</strong> educazione<br />
ambientale rivolto a bambini e ragazzi <strong>di</strong> tutte le età, una sede <strong>di</strong> formazione, informazione e documentazione utilizzato<br />
dagli insegnanti, dalle famiglie e dalla citta<strong>di</strong>nanza in genere.<br />
La fattoria rappresenta una preziosa opportunità <strong>per</strong> vivere ed apprendere i cicli della produzione agricola; coltivare la<br />
terra, allevare animali, raccogliere e trasformare i prodotti agricoli.<br />
La finalità è dare ai bambini e ai ragazzi la consapevolezza delle potenzialità progettuali dell'uomo, elemento attivo che<br />
interagisce con gli altri fattori ambientali all'interno <strong>di</strong> un complesso sistema in continua trasformazione.<br />
La Cascina Falchera si estende su una su<strong>per</strong>ficie complessiva <strong>di</strong> 17 acri, utilizzati in parte <strong>per</strong> il sostentamento e il<br />
benessere degli animali, stalla e ricoveri, pascoli, campi a mais, orzo, prato stabile, stagno, capannoni <strong>per</strong> il fieno e<br />
paglia e in parte <strong>per</strong> le attività <strong>di</strong>dattiche: orti, giar<strong>di</strong>no, frutteto, appezzamento <strong>per</strong> le coltivazioni erbacee (cereali e<br />
foraggi), boschetto, aie, aule-laboratorio, cucina, falegnameria, magazzino delle granaglie, magazzino attrezzi, una<br />
serra e due tunnel.<br />
46<br />
15. Centro Identità e Cultura<br />
16. Cascina Falchera<br />
Cascina Falchera, strada Cuorgnè 109 - tel. 011.2621996<br />
www.comune.torino.it/servizi-educativi/crescere-in-citta/
alla sco<strong>per</strong>ta della città educativa<br />
Il Centro <strong>per</strong> la Cultura Lu<strong>di</strong>ca contribuisce alla conservazione e alla ricerca <strong>di</strong> testimonianze, es<strong>per</strong>ienze e oggetti e<br />
promuove la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> informazioni sul gioco, il giocattolo e il giocare.<br />
Il Centro si connota come spazio <strong>cultura</strong>le:<br />
- è centro <strong>di</strong> ricerca e formazione sul gioco, attraverso un costante approfon<strong>di</strong>mento tematico arricchisce i propri<br />
contenuti e li mette a <strong>di</strong>sposizione <strong>per</strong> chi è interessato a sa<strong>per</strong>ne <strong>di</strong> più su giochi e giocattoli, pre<strong>di</strong>spone <strong>per</strong>corsi<br />
<strong>di</strong> formazione e aggiornamento;<br />
- è un luogo <strong>cultura</strong>le che ospita mostre <strong>per</strong>manenti o temporanee che raccontano il gioco attraverso la storia e le<br />
<strong>di</strong>verse culture, destinato ad accrescersi con pezzi singoli o collezioni e <strong>per</strong> <strong>di</strong>re ai visitatori in quanti mo<strong>di</strong> hanno<br />
giocato bambini ed adulti prima <strong>di</strong> noi;<br />
- è un laboratorio dove si possono progettare, costruire e s<strong>per</strong>imentare oggetti nuovi con i materiali più <strong>di</strong>sparati,<br />
senza <strong>per</strong>dere <strong>di</strong> vista funzionalità e senso estetico;<br />
- è spazio a<strong>per</strong>to alle innovazioni alle sco<strong>per</strong>te alle trasformazioni del gioco e del modo <strong>di</strong> giocare, in cui la storia<br />
e la memoria del passato sono stimolo alla reinvenzione in ogni campo e consentono <strong>di</strong> proporre alternative<br />
coerenti e concrete. Qui si possono incontrare collezionisti e inventori.<br />
Il Centro <strong>per</strong>segue i seguenti obiettivi:<br />
- la promozione e l'organizzazione <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> aggiornamento e formazione sulla <strong>cultura</strong> del gioco, <strong>per</strong> ludotecari,<br />
animatori, educatori, insegnanti, o<strong>per</strong>atori <strong>cultura</strong>li, genitori, bambini e adolescenti;<br />
- la preparazione <strong>di</strong> azioni informative rivolte ad o<strong>per</strong>atori e citta<strong>di</strong>ni sui temi del gioco e del giocattolo;<br />
- la ricerca e la s<strong>per</strong>imentazione sui mo<strong>di</strong> e gli oggetti del giocare, anche attraverso le attività dei laboratori annessi<br />
ai vari settori;<br />
- la conservazione, l'ampliamento e la ricerca <strong>di</strong> testimonianze, <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienze e <strong>di</strong> oggetti.<br />
L'elemento centrale è il gioco dal quale si <strong>di</strong>ramano a raggiera i <strong>di</strong>versi settori e servizi:<br />
- "<strong>per</strong> una storia del giocattolo": dall'antichità al Rinascimento sino all'industria del giocattolo<br />
- "giochi e giocattoli nella tra<strong>di</strong>zione popolare italiana e nel mondo": conservazione, reinvenzione e animazione <strong>di</strong><br />
circa 2000 giochi e giocattoli<br />
- "il collezionismo": 100 esempi <strong>di</strong> collezionismo minore da conoscere, giocare e approfon<strong>di</strong>re<br />
- "il modellismo": statico e <strong>di</strong>namico, aereo, ferroviario, automobilistico, navale e anche <strong>di</strong>orami<br />
- "aree e spazi <strong>per</strong> il gioco": dalla riprogettazione dei cortili scolastici ai giochi da fare all'a<strong>per</strong>to<br />
- "videogioco e computer": le nuove frontiere del gioco, dai video giochi al multime<strong>di</strong>ale<br />
- "documentazione": biblioteca e videoteca<br />
- "informazione": relazioni verso l'interno e verso l'esterno<br />
Modalità <strong>di</strong> attuazione<br />
- <strong>per</strong>corsi con le classi <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado, visite guidate, incontri e attività <strong>per</strong> le famiglie<br />
- corsi <strong>di</strong> formazione, consulenze, collaborazioni con associazioni, enti ecc.<br />
- raccordo: con ludoteche, punti gioco, gruppi gioco ospedale, associazioni e coo<strong>per</strong>ative<br />
- manifestazioni estemporanee: dentro e fuori dal Centro, scambi <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienze, s<strong>per</strong>imentazioni<br />
- ricerca e documentazione, informazione: verso l'interno e verso l'esterno<br />
- prestito <strong>di</strong> materiali, mostre itineranti, bibliografie tematiche, documentazione<br />
A chi è rivolto<br />
- animatori, educatori, insegnanti, ludotecari, classi <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado<br />
- famiglie e singoli citta<strong>di</strong>ni, "curiosi", inventori, collezionisti, modellisti, ecc.<br />
- ricercatori <strong>di</strong> <strong>scuole</strong> professionali e/o universitari<br />
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17. Centro <strong>di</strong> <strong>cultura</strong> lu<strong>di</strong>ca<br />
Centro <strong>di</strong> <strong>cultura</strong> lu<strong>di</strong>ca<br />
via Fiesole 15 - tel. 011 4439400<br />
www.comune.torino.it/servizi-educativi/crescere-in-citta/