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SVILUPPO DI UN PROJECT WORK - Disabilità e interventi inclusivi ...

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<strong>UN</strong>IVERSITA’ DEGLI STU<strong>DI</strong> <strong>DI</strong> PADOVA<br />

FACOLTA’ <strong>DI</strong> SCIENZE DELLA FORMAZIONE<br />

<strong>SVILUPPO</strong> <strong>DI</strong> <strong>UN</strong> <strong>PROJECT</strong> <strong>WORK</strong><br />

Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori<br />

disabili e normodotati<br />

MASTER 1° LIVELLO – 2008<br />

<strong>DI</strong>SABILITA’ ED INTERVENTI INCLUSIVI<br />

NELLE ISTITUZIONI E NEL TERRITORIO<br />

Alice Ticca


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

2


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

“Il teatro è un’arte senza confine, è l’arte della libertà.<br />

La disarmonia dei gesti, dei ritmi differenti creano l’armonia del gruppo.<br />

Tutto entra a far parte della scena, anche gli spettatori. Tempi diversi, dilatati, diseguali<br />

silenzi e suoni diventano tensione emotiva, narrazione; il movimento si fa gesto scenico,<br />

simbolo.<br />

È un continuo atto creativo dove ognuno può affermarsi come differente, sperimentando la<br />

bellezza che gli appartiene” 1<br />

1 Teatri delle diversità anno 10, n. 35 Settembre 2005, pag 43, essere Teatro a Viterbo, gettando Shakespeare al vento<br />

3


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

IN<strong>DI</strong>CE<br />

Capitolo 1: INFORMAZIONI GENERALI SUL PROGETTO<br />

Introduzione<br />

1.1 Durata del progetto<br />

1.2 Luogo di realizzazione del Project Work<br />

1.3 Sintesi delle attività<br />

1.4 Approfondimento concettuale del tema affrontato<br />

1.4.1 Il teatro sociale<br />

1.4.2 I teatri delle “diversità”<br />

1.4.3 Teatro e disabilità<br />

Capitolo 2: DESCRIZIONE DEL PROGETTO<br />

2.1 Il teatro integrato<br />

2.1.1 Il laboratorio teatrale integrato<br />

2.1.2 il gruppo integrato<br />

2.2 Contesto e motivazione<br />

2.3 Obiettivi generali e specifici del progetto<br />

2.4 Attività e sperimentazione del progetto<br />

2.5 I destinatari del progetto<br />

2.6 Le risorse<br />

Capitolo 3: LA METDOLOGIA<br />

3.1 Modelli teorici di riferimento<br />

3.2 Metodologia e strumenti<br />

4


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Capitolo 4: I RISULTATI<br />

ALLEGATI<br />

4.1 Risultati ottenuti<br />

4.2 Criticità e punti di forza del progetto<br />

4.3 Considerazioni finali<br />

4.4 Prospettive future<br />

Strumenti di progettazione<br />

1. Albero dei problemi<br />

2. Albero degli obiettivi<br />

3. Analisi SWOTT<br />

4. Diagramma WBS<br />

4.1. WBS risultato A. al dettaglio<br />

4.2. WBS risultato B. al dettaglio<br />

5. Diagramma Valutazione/Monitoraggio<br />

6. Diagramma di GANTT<br />

7. Il questionario<br />

a. Conduttori<br />

b. Studenti<br />

8. L’intervista (Trainer esterno)<br />

Volantino di presentazione dell’attività teatrali per gli studenti<br />

Bando progetto <strong>DI</strong>SABILITA’ 2007<br />

BIBLIOGRAFIA GENERALE<br />

Libri<br />

Riviste<br />

Sitografia<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Il teatro sociale: un’esperienza di teatro<br />

integrato con attori disabili e<br />

normodotati<br />

CAPITOLO 1<br />

INFORMAZIONI GENERALI SUL PROGETTO<br />

TITOLO DEL PROGETTO<br />

Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

The social theatre: an experience of inclusive theatre with disable and “normal” actors<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Introduzione<br />

Quando ho iniziato il Master di Primo livello in “<strong>Disabilità</strong> ed <strong>interventi</strong> <strong>inclusivi</strong><br />

nelle istituzioni e nel territorio”, già da tre mesi lavoravo presso il Coordinamento<br />

Associazioni di Volontariato della Sinistra Piave, con sede a Vittorio Veneto (TV),<br />

occupandomi della promozione, del sostegno e della valorizzazione del Volontariato<br />

locale.<br />

In linea con quelle che sono le modalità di azione e di intervento che il<br />

Coordinamento adotta in favore dell’Associazionismo locale, ossia la diffusione e<br />

supporto all’applicazione di un modello di progettazione di tipo partecipato e<br />

collaborativo, mi ero già imbattuta nella “realtà” dei Bandi, ma mai prima d’ora mi<br />

era stata data l’opportunità di parteciparne direttamente, da protagonista.<br />

L’occupazione presso il Coordinamento, unita alla commissione del Project Work<br />

(P.W.) per il Master mi hanno permesso di entrare nel vivo del mondo della<br />

Progettazione, con un progetto tutto mio.<br />

Come Coordinamento Associazioni di Volontariato collaboriamo con il Centro di<br />

Servizio per il Volontariato di Treviso (CdS), organismo dipendente dal<br />

Coordinamento Associazioni di Volontariato di Treviso che, tra i vari compiti, offre<br />

un servizio di sostegno alle Organizzazioni di Volontariato per la progettazione e<br />

gestione di progetti in risposta a Bandi o altri contributi e/o opportunità territoriali.<br />

Proprio dal Centro di Servizio la notizia di un Bando, “Bando <strong>DI</strong>SABILITA’ 2007”,<br />

che riportava la seguente dicitura: “il Comitato di Gestione del fondo speciale per il<br />

Volontariato del Veneto (CoGe) ha destinato, con delibera n°…., il fondo di €….. per<br />

il sostegno al finanziamento di progetti nell’area della disabilità, ideati dalle<br />

Organizzazioni di Volontariato (OdV), con sede legale nella Regione Veneto, iscritte<br />

al Registro Regionale delle organizzazioni di volontariato, operanti da statuto nel<br />

campo della disabilità” 2 .<br />

Queste le premesse che portano il Coordinamento provinciale trevigiano e nello<br />

specifico il Centro di Servizio di Treviso, suo “braccio operativo”, all’ideazione e<br />

negoziazione di un Progetto “Quelli tra Palco e Realtà”, in risposta al Bando, con<br />

l’obiettivo di dare voce e visibilità ad uno strumento, il Teatro, sempre più in uso nei<br />

contesti che si occupano di disabilità.<br />

Lo spunto per il progetto emerge da una iniziale mappatura del territorio e dei<br />

servizi “ricreativi” rivolti alle persone disabili compiuta proprio dallo stesso Cds,<br />

istituzione più vicina e a contatto con bisogni e problematiche locali.<br />

In controtendenza alla presenza purtroppo ancora molto diffusa di progettualità e<br />

proposte nella gestione del tempo libero delle persone disabili, “settoriali”, quando<br />

non meramente assistenziali, vengono rilevate con piacere nell’area trevigiana una<br />

moltitudine di esperienze che fanno del teatro lo strumento principe di espressione<br />

di sé, di socializzazione ed integrazione.<br />

Si tratta di occasioni, progettualità, quelle rilevate dal Centro di Servizio, innovative,<br />

che nascono dalla compartecipazione e condivisione tra persone con disabilità<br />

2 www.trevisovolontariato.org<br />

8


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

fisica/psichica/sociale e i cosiddetti “normodotati”, ossia volontari, operatori, figure<br />

professionali, nonché studenti.<br />

Non una semplice forma di svago, non un banale Teatro, ma si diffondono sempre<br />

più forme di laboratorio teatrale Integrato, eterogeneo, condiviso. La finalità che<br />

accomuna queste esperienze è la creazione di spazi e momenti in cui dar voce alla<br />

creatività, espressione, emozione del singolo, ma soprattutto diffondere ed<br />

incentivare la cultura dell’integrazione come processo di sensibilizzazione esterna, di<br />

riflessione comunitaria, di riduzione dello stereotipo e soprattutto di integrazione<br />

sociale.<br />

Il Progetto “Quelli tra Palco e Realtà” va più a fondo e si pone come obiettivo un<br />

ulteriore salto di qualità; partendo dalla positività dei modelli di teatro integrato,<br />

intende promuovere un percorso di riflessione condiviso tra diversi gruppi teatrali al<br />

fine di accrescere la consapevolezza della specificità educativa di questo tipo di<br />

proposta e porre basi teoriche e metodologiche comuni che la rendano estendibile ad<br />

altre realtà.<br />

Nel concreto, tra le finalità portanti, non solo l’esigenza di dare voce e visibilità alle<br />

singole esperienze, ma soprattutto il bisogno di metterle in relazione, incentivando la<br />

loro collaborazione e comunicazione, la messa in rete di risorse, promuovendo<br />

occasioni di scambio tra i diversi gruppi e tra le persone che li compongono.<br />

Il Progetto Quelli tra palco e realtà mi ha subito colpita per la sua innovatività. Il suo<br />

porsi come progetto aperto, alla ricerca di Associazioni partner che lo potessero<br />

sostenere e condividere, avendo già individuato nell’Associazione ANFFAS di<br />

Treviso la capofila, ha dato una direzione totalmente nuova e altamente progettuale<br />

al mio tirocinio.<br />

Il tirocinio presso L’Associazione di Viezzer Fabrizio di Soligo (TV) di sostegno alla<br />

famiglie e alle persone diversamente abili, iscritta all’Albo regionale delle<br />

organizzazioni di Volontariato, mi ha permesso di sfruttare al meglio questa<br />

opportunità.<br />

L’Associazione disponeva di tutti i requisiti burocratici per poter aderire a questo<br />

Bando ed in particolare al progetto in riferimento “diretto e aperto a tutte quelle<br />

realtà che operano con la disabilità, che si occupano di tempo libero della persona<br />

disabile, che hanno già consolidato esperienze di teatro, che vogliono ampliare il loro<br />

gruppo” 3 , come riportato nel Modello di Presentazione; ma ciò che mi ha portato a<br />

sostenere con più forza il partenariato è stata la presenza, seppur ancora abbozzata<br />

ed informale, di un piccolo gruppo di teatro composto da volontari e utenti della<br />

struttura.<br />

Il primo passo è stato subito l’organizzazione di un incontro tra il Presidente della<br />

Viezzer, il sig. Cremasco Angelo e la referente per il Cds, al fine di dare la giusta<br />

visibilità e le corrette informazioni circa contenuti ed obiettivi del Bando e del<br />

Progetto inerente.<br />

L’intento di base era poter realizzare il mio Project Work collegandolo al tirocinio e,<br />

nello stesso tempo, ponendomi in linea con i principi e fini a supporto<br />

dell’Associazione, rispettandoli in toto e agendo nella stessa direzione.<br />

3 www.trevisovolontariato.org<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Si trattava ora di pensare ad un progetto specifico capace di rifarsi e collegarsi alle<br />

linee guida e alle azioni portanti del Progetto Quelli tra palco e realtà da un lato e<br />

dall’altro, in grado di prevedere una progettualità propria, coerente con i bisogni e<br />

risorse dell’Associazione e del gruppo teatrale presente, nonché con le priorità e<br />

assunti dell’Associazione stessa.<br />

Il tirocinio è partito ad inizio marzo 2008, in coincidenza con l’adesione<br />

dell’Associazione al Bando e Progetto inerente come Ente partner, e all’approvazione<br />

del sig. Cremasco della mia idea progetto.<br />

Questi tempi sono stati perfettamente in linea con i miei strumenti di progettazione<br />

(alberi, analisi SWOT, WBS e Gantt), che mi hanno consentito di organizzare e<br />

concordare idee e risorse iniziali, per poter rispettare i termini di presentazione della<br />

richiesta di partenariato, della domanda di contributo e in seconda battuta, di vedere<br />

l’argomento del P.W. nascere e avviarsi.<br />

Fin da subito quindi, tirocinio e project work si sono avviati parallelamente, con il<br />

mio pieno coinvolgimento e partecipazione.<br />

1.1 DURATA DEL PROGETTO<br />

Il presente Progetto si occupa di porre le basi ed avviare un’esperienza di teatro<br />

integrante a tutti gli effetti. Il periodo di realizzazione è significativo poiché, in<br />

quanto determinato da un Bando, ne deve rispettare i termini.<br />

Per la realizzazione del progetto è previsto un arco di tempo che va da Marzo 2008 a<br />

Novembre 2009, rendicontazione inclusa, secondo i dettami del Bando:<br />

- Termini di presentazione della richiesta di partenariato entro e non oltre il<br />

1/3/2008;<br />

- Durata complessiva del Progetto, massimo entro il 30/11/2009 rendicontazione<br />

inclusa, 13 mesi.<br />

Questo arco di tempo, analizzato nel Diagramma di Gantt (v. ALLEGATO 6) prevede<br />

tutto l’iter del progetto, dall’informazione, verifica di fattibilità, adesione e<br />

partenariato iniziale, all’analisi del contesto, ideazione e pianificazione condivisa,<br />

fino ad arrivare alla realizzazione e valutazione finale.<br />

I miei contatti con l’associazione Viezzer sono iniziati a metà febbraio 2008.<br />

Dopo la fase di promozione e di divulgazione del progetto Tra Palco e Realtà<br />

(febbraio 2008) da marzo 2008, in coincidenza con la consegna della lettera di<br />

adesione e partenariato, è iniziato il mio tirocinio e con esso l’ideazione del Project<br />

Work .<br />

Il periodo da marzo a maggio 2008 è stato riservato alla fase di ideazione e<br />

pianificazione del PW, da giugno a settembre/ottobre 2008, in coincidenza con il<br />

responso del Bando, si susseguirà invece la fase dei contatti (trainer, studenti,<br />

insegnanti referenti, sede laboratori).<br />

Da ottobre 2008 è previsto l’allargamento del gruppo di teatro e l’integrazione con il<br />

gruppo di studenti individuato e coinvolto. Da ottobre 2008 a maggio 2009 si<br />

susseguiranno gli incontri laboratoriali che porteranno alla realizzazione di uno<br />

10


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

spettacolo finale che verrà presentato a maggio 2009. I mesi di ottobre e dicembre<br />

2008 saranno riservati alla conoscenza, socializzazione e fusione tra gli attori. Da<br />

gennaio a marzo 2009 si lavorerà invece al copione vero e proprio.<br />

In linea con quelle che sono le attività e opportunità offerte dal Progetto Quelli tra<br />

palco e realtà, a dicembre 2008 è prevista la partecipazione del nuovo gruppo<br />

integrato ad una rassegna provinciale di teatro solidale, in qualità di spettatori,<br />

mentre a dicembre 2009, durante la stessa rassegna, il gruppo avrà la possibilità di<br />

rappresentare lo spettacolo ideato.<br />

I mesi tra gennaio e marzo 2009 compresi saranno riservati alla formazione dei<br />

volontari e trainer conduttori, mentre i mesi da aprile a settembre 2009 compresi,<br />

vedranno la partecipazione dell’intero gruppo a momenti e giornate di stage e<br />

scambio con altre realtà teatrali territoriali.<br />

Infine per il mese di novembre 2009 sono previste la partecipazione del gruppo in<br />

qualità di testimone-relatore ad un convegno a livello provinciale, nonché la sua<br />

testimonianza all’interno di un opuscolo.<br />

Seguirà la fase finale di rendicontazione delle spese sostenute e la relazione<br />

dell’esperienza.<br />

1.2 LUOGO <strong>DI</strong> REALIZZAZIONE<br />

Per l’attuazione del Progetto rivolto nello specifico al gruppo teatrale<br />

dell’Associazione Viezzer Fabrizio onlus di Soligo (TV), è previsto un primo<br />

momento di ideazione e pianificazione che vedrà protagonisti il Presidente<br />

dell’Associazione, i volontari conduttori ed il Centro di Servizio, quest’ultimo in<br />

qualità di consulente e guida per tutta l’attuazione del Progetto.<br />

Pertanto nelle le prime fasi, da marzo a settembre/ottobre 2008, che consisteranno in<br />

una serie di riunioni ed incontri condivisi, nella somministrazione di interviste e<br />

questionari nonché nella presa di contatti e ricerca di risorse, si utilizzeranno le sedi<br />

dell’Associazione, in via Carlo Conte 26, Soligo (TV).<br />

In seguito, con la realizzazione vera e propria del progetto, a partire da ottobre 2008<br />

fino a maggio 2009 è previsto l’utilizzo e lo spostamento in sedi differenti, in<br />

particolare:<br />

- Palestra della casa di riposo di Pieve di Soligo per i laboratori teatrali;<br />

- Teatro “Careni” di Soligo per la prima messa in scena prevista a maggio 2009;<br />

- Sedi individuate dal Centro di servizio di Treviso per la realizzazione del percorso<br />

di formazione e Stage;<br />

- Teatro “Eden” di Treviso per la Rassegna di Teatro provinciale.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

1.3 SINTESI DELLE ATTIVITÀ (Fornire una breve descrizione del progetto)<br />

Il Progetto Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

ha come obiettivo centrale la progettazione di “un’esperienza di teatro integrante”,<br />

come riportato nell’Albero degli obiettivi (v. ALLEGATO 2).<br />

A partire dalla presenza di un gruppo di teatro interno all’Associazione Viezzer di<br />

Soligo (TV) formato da ragazzi disabili (10), guidati da volontari (8), si vuole portare<br />

tale gruppo ad ampliarsi ed integrarsi con degli studenti “normodotati” delle scuole<br />

locali. Questa l’azione centrale ed il focus del progetto da cui dovrebbero poi<br />

diramarsi una serie di altre iniziative che porterebbero il nuovo gruppo consolidato a<br />

darsi maggiore visibilità nel territorio, stabilità e professionalità.<br />

Il progetto si suddivide essenzialmente in tre tempi: l’ideazione e pianificazione del<br />

progetto, la realizzazione delle attività e degli obiettivi, la chiusura finale con relativa<br />

valutazione dell’impatto e della visibilità del percorso di teatro integrato.<br />

La possibilità di svolgere il mio tirocinio all’interno dell’Associazione Viezzer e di<br />

seguire il gruppo di teatro già presente, in veste di attrice a tutti gli effetti, mi hanno<br />

permesso di contestualizzare le mie riflessioni, di analizzare nel suo svolgersi<br />

l’attività teatrale, di condividere con differenti figure questo percorso.<br />

Il compito iniziale è stato quello di gettare le fondamenta del progetto che nasce<br />

come risposta ad un bisogno e, nello specifico, da un partenariato con un progetto<br />

più generale su scala provinciale.<br />

Preso visione del Progetto Quelli tra palco e realtà (P1) promosso dall’ ANFFAS di<br />

Treviso ed aperto a tutte le Associazioni di Volontariato impegnate nell’area della<br />

disabilità e del teatro, si è dovuto innanzitutto ottenere l’adesione e la firma della<br />

lettera di partenariato da parte dell’Associazione Viezzer di Soligo.<br />

Ottenuta l’approvazione del sig.Cremasco, Presidente dell’Associazione, c’è stata<br />

l’esigenza di condividere la scelta finale con il gruppo di lavoro proprio del teatro,<br />

ossia con i volontari ma anche con l’educatore di riferimento dei ragazzi disabili.<br />

L’1/03/2008 è stata inviata la richiesta di partenariato e contemporaneamente è<br />

iniziato il mio inserimento da tirocinante. Da marzo a settembre 2008, lasciando al<br />

gruppo il tempo di portare a conclusione il percorso laboratoriale precedentemente<br />

iniziato, ho avuto modo di osservare ed analizzare bene il contesto, gli attori, le<br />

modalità di conduzione dei volontari, inserendomi a tutti gli effetti nelle attività.<br />

L’analisi del contesto e della situazione generale da me fatta si è completata con lo<br />

sguardo da chi da tempo conosce i ragazzi (educatore e presidente) e da chi lavora<br />

direttamente con loro nell’attività teatrale (volontari), al fine di individuare degli<br />

obiettivi che rispondessero alle reali esigenze/bisogni del contesto e dei beneficiari.<br />

Questo in linea con quelle che sono le tappe e fini di una progettazione partecipata.<br />

Attraverso numerose riunioni d’equipe, potendo vantare della formazione di un<br />

solido team di lavoro, abbiamo iniziato a pensare ad un possibile “salto di qualità”, a<br />

partire dalle opportunità offerte dal progetto cui eravamo partner.<br />

L’ iter che ho seguito per la stesura di questo progetto è ben sintetizzato nei vari<br />

diagrammi che troverete allegati alla fine di questa pubblicazione:<br />

12


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

- Albero dei problemi (è il punto di partenza, si rilevano e si capiscono i<br />

problemi da risolvere);<br />

- Albero degli obiettivi(dai problemi si pensano delle soluzioni);<br />

- Analisi SWOTT (analisi della fattibilità del progetto);<br />

- Diagramma WBS (sono le azioni che realizzano gli obiettivi);<br />

- Diagramma di Gantt (ci si dà i tempi e le scadenze per svolgere le azioni).<br />

Questi strumenti sono stati utilizzati nella fase di ideazione e pianificazione e sono<br />

stati affiancati da un questionario proposto ai volontari, educatore e trainer per avere<br />

un quadro dettagliato delle risorse da includere.<br />

A settembre, si è dato avvio a tutti gli effetti al progetto.<br />

A partire da questo momento si da avvio alla collaborazione con il Centro di Servizio<br />

per il Volontariato di Treviso, ente partner e supervisore di P1, ed in particolare con<br />

l’iniziativa Laboratorio Scuola e Volontariato di cui lo stesso CdS è promotore.<br />

Con il supporto del CdS, a partire dal mese di ottobre 2008 sono previsti l’invito, la<br />

selezione ed infine l’integrazione di un gruppo di studenti dai 14 ai 19 anni, in<br />

qualità di nuovi attori.<br />

L’idea di ampliare il gruppo coincide con la possibilità di avere a riferimento un<br />

professionista di teatro, nel ruolo di regista.<br />

Nuove figure quindi, trainer, attori, ma anche è prevista la partecipazione ai<br />

laboratori dell’educatore, a supporto ed incentivo della dimensione di gruppo e<br />

dell’integrazione tra “diversi”. I laboratori teatrali, da ottobre 2008 a maggio 2009,<br />

centrati sull’uso della tecnica dell’improvvisazione e sui giochi di relazione,<br />

termineranno con la stesura di un copione co-costruito da tutto il gruppo e la<br />

realizzazione di uno spettacolo.<br />

Si tratterà poi di sfruttare al meglio tutte le opportunità previste da P1 quali la<br />

partecipazione ad una rassega di teatro provinciale, ad un convegno e la possibilità<br />

di dare testimonianza di questa esperienza in un opuscolo, per dare maggiore<br />

visibilità al gruppo ed aprire una rete di nuovi contatti nel territorio.<br />

La stessa rete verrà tessuta dai volontari all’interno di un percorso di formazionescambio<br />

con altri conduttori esterni e da tutto il gruppo, con la partecipazione a<br />

giornate di incontro con esperienze teatrali altre.<br />

Ecco quindi il senso di vivere un’esperienza integrata ossia partecipata, aperta,<br />

inclusiva a tutti gli effetti, sia a livello educativo-relazionale, sia a livello artistico e<br />

professionale, che da un punto di vista socio-territoriale.<br />

1.4 APPROFON<strong>DI</strong>MENTO CONCETTUALE DEL TEMA AFFRONTATO<br />

1.4.1 Il teatro sociale<br />

Da molto tempo il concetto monolitico di teatro si è scomposto in più aspetti, non più<br />

teatro solamente come realtà statica, ma come oggetto di mille definizioni, di mille<br />

concetti, di mille interpretazioni.<br />

Prospera sempre il teatro commerciale che si colloca dentro il sistema che punta alla<br />

standardizzazione dei gusti, delle idee, dei comportamenti, ma all’opposto continua<br />

13


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

anche il teatro che ricerca forme e linguaggi nuovi, alieno da facili consensi e amante<br />

delle rischiose rotte del teatro d’arte 4 .<br />

Tra i molti teatri esistenti, il teatro sociale esploso nelle scuole, nei centri sociali, nei<br />

quartieri, nei paesi, nei villaggi turistici, nelle piazze è quel tipo di teatro che fa<br />

società.<br />

Claudio Bernardi, docente di antropologia teatrale all’ Università Cattolica di Milano<br />

definisce il teatro sociale “strumento educativo che si occupa dell'espressione, della<br />

formazione e dell'interazione di persone, gruppi e comunità, e dell’intervento<br />

culturale nelle istituzioni attraverso attività performative che includono i diversi<br />

generi teatrali, il gioco, la festa, il rito, lo sport, il ballo, gli eventi e le manifestazioni<br />

culturali” 5 .<br />

Questo è il teatro sociale, uno dei tanti teatri possibili, con proprie regole e tecniche,<br />

non confondibile con altre tipologie di teatro.<br />

L’idea base è quella che si tratti di un teatro, quello sociale, al servizio delle persone,<br />

e non viceversa, lontano dal semplice fine estetico e produttivo.<br />

È importante a questo punto andare ad analizzare nel dettaglio componenti e risvolti<br />

di questa tipologia teatrale, al fine di rendere noto lo sfondo e la cornice su cui si<br />

inserisce il progetto.<br />

Il teatro sociale è un arte viva e dinamica che mette al centro l’uomo con tutte le<br />

risorse e tutti i suoi limiti. Per diventare “risorsa educativa” richiede<br />

un’impostazione flessibile e il riconoscimento dell’importanza pedagogica del suo<br />

essere canale di espressione, comunicazione, conoscenza per ogni individuo, sia esso<br />

attore o spettatore, e luogo di apprendimento 6 .<br />

Il teatro sociale in una realtà di tipo educativo e pedagogico, si realizza<br />

essenzialmente nel momento in cui ad ogni soggetto è data la possibilità di diventare<br />

attore ed esprimersi, mettendo in moto quelle che sono le sue capacità espressive. In<br />

questo consiste il primato che assegna alla formazione degli individui e<br />

all’affermazione della loro individualità.<br />

Il potere del teatro si amplia quando è possibile lavorare sulla creatività della<br />

persona, sia come scoperta di sé, della propria identità, che come stimolo alla<br />

presenza partecipante.<br />

Quello del teatro si presenta come lo spazio-tempo dove la persona porta<br />

interamente se stessa, le proprie emozioni, il proprio corpo, i propri desideri, vissuti 7 .<br />

Non un terreno di dimostrazione di abilità ma al contrario un territorio dove delle<br />

personalità riescono a mostrarsi agli altri, ritagliandosi uno spazio visibile, facendo<br />

sentire la propria presenza, unicità, comunicando qualcosa.<br />

La pedagogia teatrale, ponendosi l’obiettivo di recuperare nella persona la sua<br />

originalità espressiva, lascia il soggetto libero di esplorare, sperimentare, scegliere.<br />

4 Pozzi Emilio, Minoia Vito, Di alcuni teatri delle diversità, Ed.ANC, 1999, Cartoceto<br />

5 Bernardi Claudio, il teatro sociale, Ed.Carocci, 2004<br />

6 Stefano Fava, disabilità e tempo libero, Ed.Del Cerro, 2005<br />

7 Teatri delle diversità, anno 10, n.35 settembre 2005, pag 43, i nuclei tematici del Teatro sociale<br />

14


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Proprio in virtù di tale dimensione l’attore entra come soggetto nel teatro, impara<br />

partendo da ciò che compie direttamente ed integra la riflessione teorica con la<br />

realizzazione pratica.<br />

L’attività teatrale diventa un processo educativo dal momento in cui implica un<br />

lavoro del soggetto su sè stesso, che lo porta alla scoperta del proprio essere uomo.<br />

La prerogativa dell’attore è quella di conoscere e avere coscienza delle proprie<br />

attitudini per trovare la possibilità di svilupparle e lavorare per superare i propri<br />

limiti.<br />

Oltre all’aspetto formativo, di realizzazione della propria individualità, esiste<br />

l’aspetto propriamente terapeutico, di ricostruzione e sostegno di tutti coloro che, a<br />

vario titolo, sono stati emarginati dalla società.<br />

Si parla di teatroterapia 8 intendendo con questo termine le diverse tecniche<br />

espressive e le arti terapie usate da psicologi, psicoanalisti, drammaterapeuti, ecc. per<br />

risolvere i problemi interiori e relazionali di individui e piccoli gruppi.<br />

I confini tra queste aree tematiche sono in realtà molto fluidi e non è difficile trovare<br />

casi di teatro d’arte promotore d’<strong>interventi</strong> e progetti sociali, o esperienze di teatro<br />

sociale che hanno avuto effetti terapeutici sui partecipanti o gli appartenenti al<br />

gruppo teatrale.<br />

In quest’ambito verrà inteso il teatro sociale nel suo aspetto prettamente educativo.<br />

Richiamando la definizione di Claudio Bernardi, il teatro sociale si presenta anche<br />

come luogo “dell’interazione tra persone, gruppi e comunità” 9 , in cui si costruiscono<br />

e si scoprono le relazioni e rapporti significativi.<br />

Lo “strumento” teatro con la sua pluralità di linguaggi mette in movimento processi<br />

di interazione, si contraddistingue per la sua dimensione socializzante e stimola la<br />

crescita personale attraverso il confronto con il gruppo.<br />

Il dialogo nel teatro, lo scambio aiuta a comunicare, ad entrare in rapporto diretto<br />

con gli altri e questo può essere considerato un fatto sociale oltre che un semplice<br />

processo di socializzazione.<br />

Il corpo è al centro sia della rappresentazione come della relazione, mezzo<br />

importante per incontrare gli altri, sia al suo interno, che all’esterno.<br />

Si lavora con l’individuo prendendo però in considerazione e cercando di<br />

coinvolgere in questo lavoro anche la porzione di società che ruota attorno<br />

all’individuo stesso.<br />

C’è bisogno di un teatro che sappia dialogare con il sociale. C’è così tanta finzione<br />

nella vita di tutti i giorni, individualismo, relazioni sociali basate sull’assenza che si<br />

chiede al teatro di metterci a contatto con la realtà, di promuovere una nuova<br />

comunicazione.<br />

Il teatro diventa allora straordinario luogo di integrazione, strumento di dialogo<br />

sociale, sfruttando la sua forma di comunicazione diretta e immediata con il<br />

pubblico.<br />

8 http://www.galdus.it/materiali/skipper_4_laboratorio_teatrale.pdf<br />

9 Bernardi Claudio, Il teatro sociale. L’arte tra disagio e cura, Ed.Carocci, 2004, Roma<br />

15


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Non solo lo spazio dello spettacolo e del divertimento, ma un luogo altro capace di<br />

creare occasioni propizie per la crescita culturale di coloro che lo frequentano, lo<br />

avvicinano, lo vivono direttamente, favorendo la riduzione delle barriere mentali e<br />

culturali che sviluppano disagio 10 .<br />

Un luogo di formazione e sollecitazione alla riflessione su cui si innesta anche il<br />

processo di maturazione della coscienza civile.<br />

Da quanto detto fin qui si evince che la funzione del teatro sociale non è tanto quella<br />

di “divertire”, ma quella di “convertire”. Convertire vuol dire “trasformare”,<br />

“operare un cambiamento”, o almeno provarci. Una trasformazione che vede<br />

protagonisti “individuo, gruppo e comunità”, uniti nel “momento presente”, che<br />

Peter Book definisce l’essenza stessa del teatro, ossia l’incontro autentico tra gli attori<br />

e gli spettatori.<br />

Questo è il teatro con le persone, il teatro che esce dai suoi luoghi convenzionali,<br />

incontra le persone nel quotidiano, viene investito dalla loro energia, fantasia,<br />

creatività, inventiva.<br />

Teatro sociale significa allora teatro che integra, e su questi assunti si fonda<br />

l’elaborazione del progetto.<br />

1.4.2 I Teatri delle “diversità”<br />

“Cosa si intende per diversità: per me significa umanità, essere uomini, vita vera. Tutti siamo<br />

diversi, tutti siamo uguali: la diversità è sostanzialmente ricchezza, crescita. Solo nella<br />

diversità ci può essere dialogo e confronto. Tutti siamo diversi e speciali allo stesso tempo,<br />

perché ognuno può dare qualcosa di speciale agli altri. A me piace parlare semplicemente di<br />

uomini. La normalità è un’idea, è un modello, non è vita vera.” 11<br />

Negli ultimi anni si assiste ad un ampliamento dei confini dell’arte teatrale.<br />

Il teatro sembra essersi ridefinito e rinnovato grazie alle esperienze limite d’incontro<br />

e scambio con il “diverso”. Prende corpo un settore specifico come è quello dei<br />

“teatri del disagio”. C’è l’esigenza di conoscenza dell’”altro”, del “diverso”, come<br />

possibilità di avvicinarsi a nuove emozioni e a nuovi punti di vista.<br />

In Italia le prime esperienze di teatro a contatto con le sfere del disagio si sono<br />

originate negli anni Settanta e negli anni successivi tale fenomeno ha subito una<br />

crescita esponenziale. Abbiamo assistito all’insorgenza di un enorme interesse nei<br />

confronti del teatro non solo in rapporto all’infanzia, nel contesto scolastico, ma<br />

anche nei territori delle persone diversamente abili, nel disagio mentale, in carcere,<br />

nelle situazioni di dipendenza da sostanza ed in altri settori del sociale 12 .<br />

10 Bernardi Claudio, I fuoriscena, esperienze e riflessioni sulla drammaturgia nel sociale, EuresisEdizioni, 2000<br />

11 Nella danceability un atteggiamento verso la vita, teatri delle diversità, anno 10 n.36, dicembre 2005, pag16<br />

12 Teatri delle diversità, anno 10, n.36, dic 2005, pag 42<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Il teatro è utilizzato da chi opera nei settori educativi e riabilitativi come possibilità di<br />

espressione emotiva, di percorso creativo e terreno di ricerca artistica, ma anche<br />

come mezzo di socializzazione e di comunicazione.<br />

L’esperienza di teatro è la situazione ideale in cui la diversità può essere giocata fino<br />

in fondo permettendo ai diversi soggetti di guardare al disagio in modo differente,<br />

riconoscendo risorse, possibilità e abilità spesso celate.<br />

I gruppi teatrali per mezzo del teatro stesso rendono più accessibile e comprensibile<br />

il mondo della diversità ai cosiddetti normali, educando alla tolleranza, all’apertura<br />

al diverso, portando quindi vantaggio ad entrambe le categorie dei normali e dei<br />

diversi, permettendo una loro maggiore comprensione reciproca.<br />

Il teatro quindi non solo come spazio per il divertimento proprio ed altrui, non solo<br />

come mezzo un po’ inusuale di terapia, ma come sistema di comunicazione, come<br />

azione collettiva dell’individuo nel sociale e formulazione di un nuovo linguaggio<br />

dove poter lasciar parlare la differenza.<br />

Un teatro, mezzo di visibilità immediata ed esterna, che si fa portatore di un<br />

messaggio nuovo; portando in scena la diversità dà voce ad una ricchezza enorme, a<br />

delle abilità altre, cercando di sensibilizzare il territorio all’accettazione del diverso e<br />

all’abbattimento di pregiudizi, barriere e stereotipi infondati, al fine di annientare<br />

l’indifferenza e di creare una nuova e più corretta cultura della diversità.<br />

Siamo abituati a giudicare il limite come ciò che si oppone all’espansione, quindi con<br />

una connotazione negativa. Quando si pone un limite in un’azione o una situazione<br />

si apre lo spazio per indagarne nuove potenzialità e scoprirne aspetti nascosti. Ciò<br />

che fa il teatro è proprio quello di assumere il limite, la diversità come possibilità.<br />

Questo non avviene attraverso una rinomina che porti ad un’identificazione di un<br />

soggetto “altro” rispetto al teatro, bensì affermando che queste esperienze sono a<br />

pieno titolo nello statuto teatrale, pur esprimendone una specifica declinazione 13 .<br />

Un teatro questo, senza barriere, capace di accettare questa “diversità” che non è un<br />

mondo a parte ma una parte del mondo in cui noi tutti viviamo, in una società<br />

contemporanea che quotidianamente deve misurarsi con ogni forma di differenza,<br />

sia di “gruppo” o “individuale”, che necessita di uno sguardo nuovo.<br />

1.4.3 Teatro e disabilità<br />

“ Se un uomo normale va a cavallo, noi diciamo semplicemente che “va a cavallo”, se invece è<br />

un disabile fa …”ippoterapia”; se un uomo normale fa ginnastica, un handicappato che fa la<br />

stessa cosa fa “terapia psicomotoria”; se una persona si diletta facendo del bricolage è un<br />

hobby, ma se è disabile fa “terapia occupazionale” 14 .<br />

Tutto ciò che viene fatto con il disabile, seppur normale, è terapia.<br />

13 Per un applauso, 14 anni di esperienze teatrali del CEOD MOEDACUS di MIRA, 2006<br />

14 Montobbio Enrico, Lepri Carlo, chi sarei se potessi essere, Ed. Del Cerro, 2000, p.29<br />

17


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

L’utilizzo stesso del termine “handicap” porta con sé un’ equivalenza nata nel<br />

linguaggio comune che confonde il deficit con l’handicap, vale a dire l’origine con le<br />

conseguenze dovute alle risposte al deficit date dall’ambiente fisico e sociale e dalla<br />

psicologia della persona.<br />

Accogliendo questa precisazione è evidente come l’esperienza di teatro con<br />

l’handicap non si riassuma nella presenza di attori portatori di disabilità fisica o<br />

mentale, ma coinvolga profondamente le istituzioni socio-educative, culturali,<br />

artistiche e politiche, gli operatori che in esse intervengono e soprattutto le<br />

rappresentazioni sociali e i vissuti collettivi che accompagnano e spesso originano<br />

l’handicap.<br />

Oggi come non mai l’arte teatrale in rapporto all’handicap e non solo sta riscoprendo<br />

la sua intrinseca potenzialità di processo il cui principale obiettivo è non tanto un<br />

prodotto estetico compiuto, non un semplice passatempo, quanto le trasformazioni<br />

che il processo stesso attiva nelle persone che vi prendono parte in qualità di<br />

partecipanti (utenti, operatore, regista, ecc) ma anche di spettatori (familiari,<br />

istituzioni socio-educative, culturali, politiche, ecc) 15 .<br />

Si ritiene che la persona disabile debba prima in qualche modo essere normalizzata,<br />

debba cioè trovare un qualche vantaggio o beneficio di carattere terapeutico, prima<br />

di “permettersi il lusso”di fare ciò che vuole, negandole in tal modo la possibilità di<br />

esprimersi liberamente e divertirsi 16 .<br />

Il teatro diviene allora strumento prezioso per rapportarsi con l’handicap,<br />

rovesciando la prospettiva del “modello medico” dove il soggetto non è considerato<br />

per la sua soggettività bensì viene catalogato e trattato come oggetto, persona da<br />

proteggere, assistere.<br />

Ciò che si gioca nel cerchio del teatro non è la persona con il suo immediato disagio,<br />

bensì la persona con i suoi vissuti, abilità, emozioni.<br />

Il teatro dà alla persona disabile la possibilità di sentirsi cittadino come gli altri, a<br />

tutti gli effetti, libero di esprimersi, di agire, di comunicare, apprendere secondo i<br />

propri tempi e mostrarsi agli altri, a volte per rompere un oggettivo isolamento, e<br />

soprattutto il teatro permette di poter fare qualcosa per il semplice lusso di farlo e<br />

come si è capaci di farlo.<br />

Nelle rappresentazioni delle compagnie di persone disabili il pubblico, il più delle<br />

volte va a teatro spinto dalla curiosità di vedere in scena il diverso, l’altro, e<br />

l’elemento negativo è che questa curiosità è attratta soprattutto dalla sofferenza, dalla<br />

condizione di disagio.<br />

Il problema è che spesso queste compagnie sono invitate a fare l’evento del teatro<br />

handicap: allora lo sguardo su di loro è necessariamente condizionato.<br />

“Contro il pietismo dello sguardo che spesso guarda ma non vede, che in realtà misura una<br />

distanza (quella del “diverso” in quanto disabile) piuttosto che coinvolgersi davvero, il teatro<br />

fa venire alla luce la vera essenza di ogni persona. Noi abbiamo l’obbligo di fare del buon<br />

teatro per non dare l’occasione allo spettatore di avere lo sguardo consolatorio.” 17<br />

15 Pozzi Emilio, Minoia Vito, Di Alcuni Teatri delle diversità, ANC Edizioni, 1999, p.80<br />

16 Teatri delle diversità, anno 10 n.34-maggio 2005, pag37<br />

17 Ferruccio Merisi, Contin Claudia, Scene senza barriere, Provincia di Pordenone, 15-21 aprile 2002, p.99<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

La scelta operata nel seguente progetto di occuparsi dei disabili ed in particolare di<br />

far vivere loro un’esperienza di teatro integrante, parte da una forte scommessa: che<br />

il mondo della disabilità è un valore; un valore non da omologare, riportandolo ai<br />

termini della cosiddetta normalità quotidiana, ma da ascoltare, aiutandolo a trovare i<br />

propri linguaggi di identità e relazione.<br />

Non c’è un teatro per adulti o uno per bambini, o uno per handicappati; c’è un teatro<br />

fatto bene e uno fatto male, il primo è sempre da sostenere, il secondo da fermare o<br />

bocciare, anche se in scena ci sono dei portatori di handicap.<br />

La menomazione naturalmente in questi ragazzi è sempre presente, ma non può<br />

essere considerata elemento discriminante di cosa si può o non si può fare . La<br />

menomazione è una condizione, non una malattia.<br />

<strong>Disabilità</strong> quindi, non come inferiorità, svantaggio, mancanza e causa di esclusione,<br />

ma disabilità come “diversa abilità”, potenzialità da scoprire nell’incontro.<br />

In questo senso il momento artistico assume la valenza di formazione e di<br />

emancipazione e il fare teatro diventa uno spazio fisico e simbolico dove si<br />

sperimenta e si ricerca, nella consapevolezza che nessuno ha in mano la verità, ma<br />

ognuno è portatore di un frammento diverso e completo 18 .<br />

18 Zavagno Lucia, l’handicap a teatro: un valore aggiunto. Analisi di un’esperienza nell’ambito dei Servizi Sociali della<br />

Regione Veneto, relazione finali, Università di Padova, facoltà di Scienze della Formazione, A.A 2007/2008<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

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2.1 Il teatro integrato<br />

CAPITOLO 2<br />

DESCRIZIONE DEL PROGETTO<br />

“Normalità non significa identità, non vuol dire omologazione su misure standardizzate ma è<br />

l’esatto contrario. La constatazione che nel nostro orizzonte di umani, è normale,<br />

stupidamente, ordinatamente normale essere ognuno a suo modo, senza etichette,<br />

definizioni” 19<br />

Il termine “integrazione”si esplicita con il concetto di appartenenza, di<br />

riconoscimento, di inclusione. Il significato di questi termini può essere racchiuso<br />

nella parola “incontro”, che si pone a fondamento quando si parla di Teatro<br />

integrato.<br />

Incontro inteso come unione tra diversi e non riduzione, omologazione ad un<br />

qualcosa.<br />

In un tessuto culturale che sempre più deve considerare ed affrontare il necessario<br />

incontro con la diversità e l’alterità, il teatro costituisce un luogo protetto e<br />

privilegiato per la valorizzazione dell’unicità di ogni individuo, uno sfondo<br />

integratore e collante delle diverse singolarità.<br />

Il Teatro integrato, come spazio dell’incontro, non può essere uno spazio chiuso. Ha<br />

bisogno di un territorio con il quale comunicare, confrontarsi, al quale ha bisogno di<br />

appartenere, per una vera integrazione.<br />

In particolare l’obiettivo che il teatro integrato si pone aprendosi all’esterno, è quello<br />

di riuscire a trovare un punto d’incontro e confronto con attori, realtà diversi per<br />

professione, età, condizione psico-fisica, ecc.<br />

Il Progetto qui presentato parte dall’idea che l’incontro tra persone abili e disabili<br />

possa essere una grande fonte di ricchezza e crescita ed apportare nuove idee e<br />

stimoli, diventando un esempio di integrazione a tutti gli effetti, reciproca.<br />

Da qui l’idea di creare un gruppo di teatro integrato, fatto da attori disabili e<br />

normodotati e da esperti di diversa provenienza, per ricreare l’essenza stessa di ogni<br />

Comunità, varia, eterogenea, multipla, e per questo più ricca.<br />

Valorizzare la differenza senza negarla o mistificarla, consentendo a ciascuno il<br />

riconoscimento normale della propria diversità lontana dall’idea di debolezza e di<br />

eccezionalità, è diventato il terreno su cui abbiamo iniziare a pensare e progettare ad<br />

un percorso nuovo, che potesse diventare risorsa per tutti.<br />

19 Bomprezzi Franco, Io sono così, Il Prato, 2003, Padova<br />

21


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

2.1.1 Il laboratorio teatrale integrato<br />

Tradizionalmente se si parla di teatro subito lo si associa allo spettacolo.<br />

Se si considera il teatro solo dal punto di vista dello spettacolo, si lavora con attori<br />

che devono semplicemente imparare una serie di cose (movimenti, battute, gesti…),<br />

personaggi in cui l’attore-persona non mette niente di suo perché non ha avuto<br />

occasione di soffermarsi, osservare, sperimentare e fare propria quella parte.<br />

La scelta del laboratorio, ed in questo caso di un laboratorio integrato, è quella di<br />

focalizzarsi sull’attore-persona, sulla sua dimensione personale, nonché sui<br />

cambiamenti compiuti dal singolo e dal gruppo nel percorso.<br />

Questo non significa che il teatro perde tutto il suo valore estetico o artistico. Lo<br />

spettacolo finale previsto a conclusione del progetto dovrà seguire comunque dei<br />

canoni artistici ma sarà frutto della sperimentazione ed interiorizzazione di una<br />

percorso articolato e non mera riproduzione di qualcosa.<br />

Paradossalmente la riuscita di questo tipo di spettacolo è molto più complessa poiché<br />

non dipende dalla precisa rappresentazione di battute o movimenti del personaggio<br />

ma è principalmente determinata dal cammino di crescita che dovrebbe essere<br />

avvenuto nel processo laboratoriale, dal basso, a partire dai protagonisti stessi 20 .<br />

L’obiettivo che ci siamo posti con questo progetto è stato quello di allontanarci da un<br />

tipo di copione preconfezionato e riuscire a valorizzare invece gli spunti che<br />

provenivano dall’eterogeneità del gruppo, dall’interazione cooperativa con gli altri,<br />

dall’espressione della creatività personale.<br />

Poiché si è riscontrata una reale valenza pedagogica dell’esperienza teatrale, la<br />

dimensione del laboratorio integrato è apparsa la più appropriata allo sviluppo e<br />

salvaguardia delle reali esigenze dei partecipanti, dei loro interessi ed delle loro<br />

capacità.<br />

In linea con quanto affermato si è ritenuto necessario inoltre che il laboratorio teatrale<br />

fosse guidato in prima persona da un trainer opportunamente formato e che avesse<br />

la supervisione dell’educatore, capace di indirizzare al rispetto dei tempi e modi dei<br />

singoli protagonisti.<br />

L’esperienza del laboratorio teatrale può essere certamente considerato un<br />

paradigma per l’integrazione. Nel laboratorio ognuno è se stesso! La soggettività è in<br />

primo piano: vengono considerate prima le persone poi si pone attenzione alle loro<br />

potenzialità ed infine, con la pratica laboratoriale si cerca di farle emergere,<br />

sostenerle e svilupparle.<br />

Tutti i partecipanti vengono guidati non ad un integrazione passiva, ma attraverso<br />

un’azione stimolante di scoperta e di crescita personale, ad attivare relazioni alla pari<br />

e al confronto-scambio tra gli appartenenti al gruppo.<br />

Il laboratorio integrato mette tutti sullo stesso livello, ed il percorso è uguale per tutti<br />

perché dà a tutti la possibilità ed opportunità di portare la propria storia, esperienza.<br />

Qui non esiste un modo giusto o un modo sbagliato di espressione, ma è la diversità<br />

a farla da padrona!<br />

20 Giancaterina Fausto, Come evitare il giro dell’oca dell’assistenza, FrancoAngeli, 2006, p.199-201<br />

22


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Per quel che riguarda l’organizzazione di un laboratorio teatrale, il primo aspetto<br />

riguarderà la scelta dello spazio, raccolto, riservato al gruppo teatrale, libero da<br />

qualsiasi ostacolo, ricco di stimoli per sviluppare il più possibile le potenzialità<br />

individuali.<br />

I tempi del laboratorio dovranno poi essere molto flessibili, rispettosi di ognuno, per<br />

mettere ciascuno in condizione di liberarsi da ogni tipo di condizionamento, limite<br />

ed impedimento.<br />

Il laboratorio teatrale può essere definito come un "tempo-luogo altro" rispetto al<br />

quotidiano, protetto ma nello stesso tempo aperto alle relazioni. Nel laboratorio gli<br />

attori abbandonano la quotidianità del mondo reale per calarsi in uno spazio ideale,<br />

al di fuori di quelli che sono i contesti normali della comunicazione, già stabiliti e<br />

delimitati, uno spazio magico dove possono mettere in scena in tutta la loro interezza<br />

ed essere se stessi.<br />

È proprio in un contesto così diverso dalla quotidianità che è possibile andare oltre<br />

quelli che sono gli schemi prestabiliti e i comportamenti codificati che la persona<br />

sperimenta nella vita di tutti i giorni. Nel laboratorio teatrale si creano legami forti e<br />

profondi, in esso c’è un clima particolare, si respira il senso del riunirsi, dell’<br />

incontrarsi per raccontarsi.<br />

Nel laboratorio si comunica al di fuori di regole e spazi precostituiti, l’altro è colto in<br />

tutto il suo essere e l’incontro con l’altro è vero, autentico, intenso e profondo 21 .<br />

Quindi il laboratorio risulta essere un ambiente che può adattarsi all'individuo<br />

(qualunque sia il suo status): un luogo, un tempo, un percorso a misura di persona.<br />

2.1.2 Il gruppo integrato<br />

Uno degli obiettivi principali del laboratorio teatrale è la formazione del gruppo.<br />

Non ci può essere teatro senza interazione.<br />

Il concetto di gruppo mette in campo un rapporto di interdipendenza tra persone, di<br />

relazione, un'unità che non è il risultato del semplice aggregarsi numerico, ma della<br />

coscienza di appartenere a qualche cosa di unico, qualcosa che cresce col contributo<br />

di tutti e attraverso cui tutti crescono.<br />

Un gruppo si costituisce in quanto fa qualcosa ed è la riuscita o meno del fare quella<br />

cosa insieme che determina in qualche misura l'adesione al gruppo, il suo successo o<br />

il suo declino.<br />

Ciò che si realizza nell'esperienza di gruppo non è soltanto il mettere a disposizione<br />

degli altri le conoscenze di ciascuno. E' un momento che permette ad ognuno di<br />

sentirsi parte, “anello” della stessa catena, uno spazio all’interno del quale sentirsi a<br />

proprio agio, accolti, liberi di esprimersi, dove si sospende ogni giudizio e senso di<br />

esclusione.<br />

Nel gruppo sono tutti a pieno titolo attori della compagnia e le differenze sono<br />

vissute come risorse, come opportunità di crescita, di scambio ed arricchimento per<br />

tutti.<br />

21 http://www.handicapearte.altervista.org/chisiamo.html<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Tutti sono così diversi uno dall’altro per personalità e contributi, ma nello stesso<br />

tempo così uguali e in situazione di parità per l’alto valore aggiunto di cui sono<br />

dotati e l’incontro, la relazione avviene nel segno di un profondo rispetto della<br />

persona, per riconoscere e valorizzare le diversità, l’originalità e la soggettività. 22<br />

Ci si trova così a condividere all’interno del gruppo un “fare” insieme nel medesimo<br />

spazio, nel medesimo tempo, nel medesimo gioco, quali protagonisti e allo stesso<br />

tempo fruitori di un clima di fiducia, di ascolto e di attenzione.<br />

Più il gruppo si presenta eterogeneo, più viene valorizzata la specificità del singolo.<br />

Le creazioni nascono da un lavoro che parte dall’unicità delle persone e del gruppo;<br />

nasce quello spettacolo perchè ci sono quelle persone.<br />

La presenza di un gruppo di teatro integrato composto da ragazzi disabili e<br />

normodotati, come nel progetto qui a riferimento, costituisce un indubbio valore non<br />

solo per la persona disabile ma anche per i cosiddetti normodotati, a dimostrazione<br />

che il “Mondo dei disabili”non è la somma di spazi protetti che chiudono le porte al<br />

confronto con la normalità.<br />

Se l’incontro disabili-normodotati avvenisse esclusivamente sulla base della richiesta<br />

d’aiuto da parte del disabile e della sola offerta della relazione d’aiuto da parte del<br />

normodotato, si arriverebbe a confermare la situazione che si vuole evitare, vale a<br />

dire che la persona disabile non può fare certe cose e che è una persona che necessita<br />

sempre dell’aiuto dell’altro.<br />

L’incontro normodotato-disabile sulla base di un interesse comune, il divertimento,<br />

l’aver voglia di fare quella determinata cosa, diventano gli elementi principali per<br />

facilitare l’incontro e per connotarlo in maniera diversa e nuova. Il convivere sullo<br />

stesso piano di persone con abilità differenti diventa qualcosa di importante che<br />

consente a chi è disabile di essere giudicato per ciò che è dentro, senza che il giudizio<br />

si fermi a ciò che appare dall’esterno.<br />

Non ha più senso allora distinguere tra persone abili e disabili, ma ha senso parlare<br />

di “persone” nella loro molteplicità, diversità e particolarità.<br />

2.2 CONTESTO E MOTIVAZIONE (Fornire indicazioni sul contesto in cui si situa<br />

il progetto e sui problemi ai quali intende far fronte)<br />

Quando si è cominciato a lavorare sull’integrazione e non più sulla separazione e<br />

sull’ inserimento sociale dei disabili, come stimolo alla loro crescita, dignità e<br />

autonomia, il teatro ha iniziato ad essere un fondamentale mezzo di comunicazione e<br />

di apertura all’esterno.<br />

In Italia negli ultimi anni sono nate compagnie integrate di persone disabili e<br />

normodotati che esulano dal contesto terapeutico o della semplice animazione del<br />

tempo libero e si dedicano a portare avanti una ricerca artistica o a creare spettacoli<br />

di alto livello.<br />

22 Stefano Fava, disabilità e tempo libero, Ed.Del Cerro, 2005, p.47-54<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

L’aspetto fondamentale di questo tipo di teatro è quello di essere strumento di<br />

massima espressione del singolo, ma soprattutto di integrazione, di comunicazione e<br />

di socialità.<br />

All’interno dell’Associazione Fabrizio Viezzer ogni mercoledì sera ci si ritrova per<br />

fare teatro. L’idea del progetto vede protagonisti un gruppo formato da 18 attori che<br />

a partire da Settembre 2007 inizia a muovere i primi passi in quello che è il grande e<br />

ricco mondo dello “spettacolo”.<br />

Si tratta di un gruppo alquanto numeroso ma soprattutto eterogeneo; non solo<br />

ragazzi disabili, ma vi è anche la presenza di volontari interni alla stessa<br />

Associazione che da sempre offrono a questa sostegno ed aiuto e ne supportano le<br />

finalità.<br />

Una compagnia, ancora priva di specifica identità, composta da 10 ragazzi disabili di<br />

cui 4 ospiti della Casa alloggio, 3 frequentanti il Laboratorio occupazionale, e gli altri<br />

esterni, ma ugualmente coinvolti in attività e gruppi che fanno capo all’Associazione.<br />

Insieme a loro 8 volontari dai 20 ai 35 anni, tra cui una scenografa e un responsabile<br />

delle musiche, attori e nello stesso tempo conduttori di un percorso laboratoriale<br />

teatrale che va dalla stesura del copione alla realizzazione di un piccolo spettacolo.<br />

Il tirocinio presso l’Associazione, nonché la commissione del Project Work mi hanno<br />

dato l’opportunità di inserirmi a tutti gli effetti nel gruppo, nella modalità più<br />

consona a quello che sarebbe stato il mio lavoro di progettista, ossia in veste vera e<br />

propria di attrice.<br />

La possibilità di osservare, partecipare, agire nel concreto in quella realtà teatrale,<br />

unita al fatto di poter contestualizzare le mie idee e riflessioni sulla base di<br />

un’esperienza e percorso già avviati, hanno creato l’occasione e base ideale su cui<br />

iniziare a pensare e a porre le fondamenta per l’avvio del progetto.<br />

Mi sono inserita nel gruppo a metà Marzo 2008, una volta verificata la fattibilità del<br />

partenariato e ottenuta l’adesione al Progetto Quelli Tra Palco e Realtà da parte<br />

dell’Associazione Viezzer. Il mio tirocinio è partito in parallelo all’ideazione vera e<br />

propria del P.W., ed in particolare con un periodo di osservazione partecipata del<br />

gruppo teatrale di cui ufficialmente facevo parte.<br />

Ogni progetto che si rispetti deve sempre partire dalla centralità del soggetto, così<br />

sono partita ad analizzare il soggetto di quella che è stata fin da subito la mia<br />

convinzione portante: la presenza di una compagnia teatrale ancora poco delineata,<br />

solida, strutturata e professionale.<br />

L’utilizzo dell’Albero dei problemi mi ha portato a riflettere su una serie di limiti e<br />

“criticità” che andavano ad inficiare e compromettere il valore aggiunto che poteva<br />

scaturire da un’ esperienza come quella del fare teatro assieme, ancor più in presenza<br />

di un gruppo ricco e vario. In particolare:<br />

- Gruppo teatrale ancora abbozzato, poco conosciuto, senza garanzie e sostegni;<br />

- Chiusura ed autoreferenzialità del gruppo, mancato raccordo con il territorio;<br />

- Bassa qualità della performance;<br />

- Mancata formazione dei conduttori;<br />

- Presenza di un gruppo senza identità.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Il gruppo di attori dell’Associazione Viezzer, per quanto eterogeneo nelle sue<br />

componenti, rimane ugualmente isolato e limitato; vi sono solamente ragazzi che<br />

frequentano il Ceod e la Comunità e i volontari sono gli stessi che da sempre<br />

prestano servizio all’interno dell’Associazione.<br />

Inoltre, per quanto attenti e impegnati siano i volontari che fanno da conduttori,<br />

manca alla base una conoscenza, preparazione, percorso comune di apprendimento<br />

delle tecniche teatrali ed animative. Ognuno viene da contesti lavorativi differenti<br />

che hanno poco a che fare sia con l’area teatrale che con il sociale e soprattutto con la<br />

disabilità. Per di più manca totalmente la figura di un trainer conduttore.<br />

Non si tratta solo di saper portare un gruppo a realizzare una sceneggiatura ma<br />

forse, ciò che più è importante è tutto il lavoro che deve esserci alla base che passa<br />

dall’espressione di sé e delle proprie potenzialità, del gruppo, per sfociare nella<br />

condivisione di idee e desideri ed arrivare ad un prodotto finale, al copione e allo<br />

spettacolo, ma solo come parte ultima e condivisa.<br />

Ecco allora il bisogno di esperti del settore, di una formazione per i volontari, del<br />

coinvolgimento dell’educatore capace di valorizzare il lato pedagogico e non solo<br />

artistico dell’esperienza. Ma si sente anche il bisogno di coinvolgere nuovi attori<br />

esterni, interessati e coinvolti in un’esperienza di teatro tra “diversi”.<br />

Ciò che riduce fortemente l’ipotesi dello svolgimento di progetti di drammaturgia<br />

sociale è spesso l’insieme dei dati oggettivi del budget economico a disposizione,<br />

degli spazi, dei tempi che ogni figura professionale intende investire nel progetto,<br />

oltre alle difficoltà di negoziare i contenuti di idee e pensieri differenti. L’unione di<br />

questi fattori rischiava di compromettere l’attività teatrale ed il suo proseguo.<br />

Proprio l’esperienza acquisita ci ha permesso di capire quali erano le esigenze<br />

concrete da affrontare durante il progetto e per poterlo sostenere.<br />

L’opportunità di un Bando e di un Progetto a cui legarsi, ed un relativo budget a<br />

disposizione non poteva essere accantonata, ma doveva essere accolta come stimolo.<br />

La convinzione che da subito ha accomunato tutti, Presidente e volontari, è stata<br />

quella di dare il giusto senso e valore ad un’esperienza, un’attività, come quella<br />

teatrale, portatrice di un grande peso e contributo, con la convinzione che la stessa<br />

potesse rappresentare realmente un’occasione favorevole di integrazione e proposta<br />

diversa.<br />

In linea con gli obiettivi che da sempre animano l’Associazione Viezzer Fabrizio<br />

onlus, ossia l’integrazione sociale delle persone disabili, l’innalzamento dello stile e<br />

qualità della vita, nonché la sensibilizzazione del territorio, animata dall’invito del<br />

Presidente a “portar fuori ciò che è dentro attraverso l’attuazione di azioni aventi una<br />

forte valenza testimoniale”, ho cercato fin dall’inizio di pensare ad un progetto,<br />

quello teatrale, che puntasse non sulla semplice socializzazione di persone differenti,<br />

ma capace di tessere le fila di un’esperienza partecipata a tutti gli effetti.<br />

Quella che si è posta il PW qui presentato, è stata una sorta di sfida condivisa, un<br />

provare ad andare oltre, a realizzare quel di più rispetto al visibile, spostando i limiti<br />

in avanti, senza paura dell’insuccesso, andando a ricercare l’originalità, le risorse, le<br />

potenzialità nascoste di ogni singola persona.<br />

L’assunzione formale del progetto suggellata dalla lettera di partenariato ha<br />

permesso di dare una sorta di stabilità e serietà al gruppo di lavoro, certezza di<br />

26


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

risorse e di tempi disponibili, consentendo di sviluppare il progetto su più vasta<br />

scala, di ampliare la sperimentazione, di dedicare più attenzione ad alcuni dettagli<br />

quali la formazione dei volontari e soprattutto l’apertura del gruppo, e di avere delle<br />

basi solide su cui partire.<br />

In particolare tra le opportunità del Progetto Quelli Tra Palco e Realtà:<br />

1. partecipazione a “Teatrando Valore” (5 dicembre 2008), rassegna provinciale del<br />

teatro solidale;<br />

2. formazione trainer e volontari dei singoli progetti, tutti insieme all’interno di<br />

momenti e occasioni condivise per elaborare un sapere, una riflessione teorica<br />

su questo modo altro di fare teatro. (gennaio-marzo 2009);<br />

3. realizzazione di stage condivisi, giornate di scambio, di arte tra i gruppi (aprile-<br />

settembre 2009);<br />

4. convegno “Tra palco e realtà – nuovi scenari di integrazione sociale” (novembre<br />

2009);<br />

5. stimolo nascita nuovi gruppi di teatro integrato, per l’unione di nuovi attori e<br />

realtà e sostegno esperienze (unione con il Progetto Laboratorio Scuola e<br />

Volontariato).<br />

Si tratta di azioni capaci di stimolare nel gruppo dell’Associazione Viezzer<br />

un’apertura all’esterno, una maggiore visibilità, un contatto con il diverso sia esso<br />

gruppo, persona, Ente, territorio.<br />

Nel Punto 5 viene racchiusa l’azione centrale che anima tutto il PW, ossia l’idea di<br />

poter integrare il gruppo di Soligo con dei nuovi futuri attori, studenti degli Istituti<br />

superiori delle scuole limitrofe, aderenti al progetto Laboratorio Scuola e<br />

Volontariato, divenendo un’unica realtà, in un percorso che dura tutto un anno e che<br />

si spera diventi continuativo e fisso nel futuro.<br />

Il Coordinamento delle associazioni di volontariato della provincia di Treviso,<br />

partner del progetto Quelli Tra Palco e Realtà, da anni, attraverso l’operatività del<br />

Centro di Servizio, porta avanti il progetto Laboratorio Scuola e Volontariato, di<br />

invito e coinvolgimento di studenti alla partecipazione al volontariato locale. Si tratta<br />

di un progetto, quello nato dal Coordinamento provinciale, che vanta alla base uno<br />

stretto rapporto di collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale e nello specifico<br />

tra le singole Scuole della provincia ed il volontariato. L’obiettivo è quello di<br />

promuovere la cultura della solidarietà tra i giovani, studenti degli istituti superiori<br />

(14-19anni), stimolando loro ad unirsi a progetti ed attività promosse dalle<br />

Associazioni presenti nel loro contesto di riferimento.<br />

Il progetto Laboratorio Scuola a tutt’oggi sta diffondendo capillarmente in tutto il<br />

territorio provinciale il suo operato, andando a potenziare ed estendere la rete e a<br />

rendere omogenea la proposta formativa.<br />

Si è iniziato così un processo di co-progettazione tra me, i volontari, il Presidente<br />

dell’ Associazione, con l’apporto fondamentale dell’equipe del Centro di Servizio<br />

partner del Progetto Quelli Tra Palco e Realtà, nonché del Progetto Laboratorio<br />

Scuola, tutti animati dall’unico obiettivo di creare qualcosa assieme mettendo in<br />

comune le singole risorse.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Questo per creare un contesto idoneo e pianificare un cammino di incontro e fusione<br />

con nuovi attori, incoraggiando la loro partecipazione ad un percorso comune.<br />

Un teatro, quello integrato, capace di portare in scena la diversità intesa come unione<br />

di abilità altre, di dare voce ad all’originalità e potenzialità del singolo, andando oltre<br />

i deficit e nello stesso tempo capace di farsi mezzo di visibilità immediata ed esterna<br />

e veicolo di contatti e relazioni positive.<br />

Queste solide garanzie di partenza e di continuità dell’attività teatrale hanno inoltre<br />

permesso all’Associazione di beneficiare della collaborazione con la casa di riposo di<br />

Pieve di Soligo, accettando l’offerta e uso gratuito della palestra interna, luogo<br />

sicuramente più idoneo ad accogliere un gruppo di circa 20 persone che<br />

interagiscono dinamicamente, destinato ad ampliarsi.<br />

Queste le motivazioni che hanno supportato tutto il mio tirocinio e mi hanno<br />

permesso di progettare passo passo un’esperienza di teatro integrato a tutti gli effetti,<br />

a livello artistico, sociale e pedagogico.<br />

2.3 OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI<br />

Il Progetto Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e<br />

normodotati, qui presentato, si pone in linea con gli obiettivi esposti nel Progetto<br />

Quelli Tra palco e realtà di cui è partner. In particolare:<br />

- Fare del teatro sociale strumento privilegiato di promozione di esperienze<br />

integranti;<br />

- Fare rete mettendo in comunicazione e collaborazione le singole esperienze di<br />

teatro e i gruppi all’interno di un unico percorso di formazione e incontro<br />

riconosciuto e condiviso;<br />

- Creare un linguaggio comune nel lavoro con la diversità ed un terreno sociale di<br />

conoscenza e condivisione di un nuovo modo di intendere il teatro che veda la<br />

partecipazione, lo scambio, la condivisione di più professionalità ed attori, verso<br />

una crescita reciproca, per dare continuità ad esperienze come queste e<br />

coinvolgere magari nuove realtà e attori;<br />

- Portare il teatro integrato a diventare non solo una forma originale di espressione<br />

personale e libera, di realizzazione di sé, di incontro dell’altro e<br />

contemporaneamente strumento di sensibilizzazione esterna e riduzione dello<br />

stereotipo;<br />

- Permettere alla persona disabile di essere cittadino di diritti a tutti gli effetti, libero<br />

di agire, esprimersi, comunicare, mostrarsi per ciò che è, in tutta la sua originalità.<br />

Questi principi sono stati le fondamenta su cui ho iniziato a pensare, in condivisione<br />

con il gruppo di lavoro formato, agli obiettivi specifici per il gruppo teatrale in<br />

questione, obiettivi capaci di tradurre concretamente i problemi analizzati nel<br />

contesto specifico di riferimento e di rispondere alle reali esigenze e bisogni dei<br />

beneficiari.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

L’idea che sostiene il progetto è riassunta nella parola “Integrazione” che rappresenta<br />

il fine di tutto il percorso pensato e progettato ed individua nel teatro, nell’attività<br />

teatrale, lo strumento capace di portare un gruppo teatrale ancora abbozzato a vivere<br />

un’esperienza integrante a tutti gli effetti.<br />

Teatro integrato quindi, nuovo, come sfondo culturale, professionale, valoriale,<br />

relazionale eterogeneo, ma nello stesso tempo comune, pensato e progettato nel<br />

tessuto dei bisogni plurali e multiformi dell’Associazione.<br />

L'esperienza teatrale supera così il suo essere semplice forma di espressione artistica<br />

divenendo occasione di incontro e relazione interpersonale all'interno dei singoli<br />

gruppi e strumento di comunicazione e integrazione verso l'esterno.<br />

Obiettivo generale del progetto è quindi:<br />

Progettazione e realizzazione di un’esperienza di teatro integrante.<br />

A dimostrazione della complessità della parola “Integrazione”, il termine<br />

“esperienza integrante”, riferita al campo del teatro, viene scomposta in 5 aree:<br />

A. Il contesto esperenziale<br />

B. Il territorio<br />

C. La performance teatrale<br />

D. La formazione<br />

E. Il gruppo<br />

A sua volta la singola area viene esplicitata da una serie di obiettivi specifici che<br />

meglio vanno a delinearne i contenuti:<br />

A. IL CONTESTO ESPERENZIALE<br />

- Disponibilità fondi, partecipazione alle opportunità previste dal Bando e dal progetto<br />

Quelli tra Palco e Realtà grazie al partenariato. Questo porta a:<br />

- Inserita attività teatrale nel programma annuario dell’Associazione per non rendere gli<br />

<strong>interventi</strong> teatrali episodici o chiusi nelle dinamiche del volontariato extraquotidiano<br />

ma collocati all’interno di scelte condivise, collaborative, che<br />

coinvolgano l’ equipe dell’Associazione ma anche le stesse famiglie dei ragazzi.<br />

Affinché un progetto venga approvato vi deve essere accordo e sintonia d’intenti<br />

tra chi opera e le reti proprie dei destinatari. Questo permette di:<br />

- Pubblicizzazione e visibilità al gruppo consolidato da parte dell’Associazione per far<br />

conoscere l’esperienza teatrale dei ragazzi disabili nel proprio territorio di<br />

appartenenza, incontrando anche coloro che non sono direttamente in relazione<br />

con la disabilità, possibile attraverso la collaborazione con il Centro di Servizio e<br />

le opportunità offerte da questo alle Associazioni partner (v. par. 2.4).<br />

Questi i mezzi per arrivare a:<br />

- Consolidamento e stabilità attività teatrale motivato dal desiderio di costituire un<br />

gruppo teatrale stabile con garanzie di continuità.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Fondamentale l’elemento di continuità che permette ai ragazzi di non veder<br />

dispersa la ricchezza dell'esperienza e delle competenze acquisite ottenibile<br />

attraverso la disponibilità di un budget, l’unione con nuovi attori, conduttori. Ed<br />

infine:<br />

- Gruppo teatrale conosciuto<br />

B. IL TERRITORIO<br />

- Richiesto e favorito ingresso nel gruppo di nuovi attori.<br />

Favorito l’ingresso al progetto di nuove persone, poiché il laboratorio non deve<br />

essere trasformato né in ghetto, né in riserva protettiva. Si tratta allora di<br />

individuare un gruppo di nuovi partecipanti normodotati, disposti ad<br />

intraprendere un’esperienza di teatro, creando un nuovo gruppo attoriale.<br />

Contemporaneamente viene:<br />

- Richiesta consulenza e collaborazione a professionisti di teatro, in particolare ad un<br />

trainer capace di offrire competenze specifiche nel campo teatrale per l’efficace<br />

attuazione degli obiettivi stabiliti in relazione a questa attività e punto di<br />

riferimento per gli attori. Intervento di carattere tecnico, formativo e di supporto<br />

metodologico da parte di un esperto di teatro nell’ambito del laboratorio Teatrale<br />

per far fronte al rischio dell’isolamento dei volontari all’interno dei propri centri<br />

diurni e residenziali e alla loro inesperienza e impreparazione. Ed infine:<br />

- Conoscenza, scambio, rapporto con nuovi gruppi di teatro.<br />

Comunicazione e conoscenza di altre esperienze laboratoriali ottenibile<br />

attraverso la partecipazione dell’intero gruppo a giornate di stage-incontro di<br />

altri gruppi teatrali per uno scambio di esperienze. Questi tre sott’obbiettivi per<br />

portare a:<br />

- Predisposizione e apertura al contatto e comunicazione con l’esterno, con il diverso, e più<br />

in generale all’<br />

- Apertura gruppo, inclusione e partecipazione a rete, per sviluppare processi di<br />

integrazione sociale in contesti diversi da circuiti già consolidati e protetti.<br />

Tessitura di una rete di rapporti, collegamenti, alleanze, sinergie, accordi,<br />

comunicazioni, mediazioni, trovando possibili partner privati e pubblici<br />

interessati a investire sulla visibilità del progetto, mettendo in rete il maggior<br />

numero possibile di attori (operatori, famiglie, associazioni, comunità locali, enti,<br />

istituzioni).<br />

C. LA PERFORMANCE TEATRALE<br />

- Spettacolo riproposto in teatri locali e provinciali per dare visibilità pubblica ai<br />

risultati di grande valore artistico e sociale che il lavoro di teatro integrato è<br />

capace di sviluppare ma che troppo spesso non trovano canali percorribili per<br />

raggiungere il pubblico, spesso per problemi finanziari oltre che organizzativi.<br />

Possibilità di testimoniare anche all’esterno il proprio percorso teatrale, di<br />

replicare nei vari teatri della zona e non solo la propria performance, aprendosi<br />

30


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

alla comunità territoriale più ampia, al di fuori dei circuiti protetti. Nello stesso<br />

tempo:<br />

- Laboratori in orario pomeridiano. Questi due sott’obbiettivi per:<br />

- Utilizzo spazi esterni all’associazione, necessità di un’ ambiente stimolante e<br />

accogliente, di sufficienti dimensioni e soprattutto esterno dalle dinamiche<br />

quotidiane.<br />

- Contenuto dello spettacolo ricco, spettacoli con caratteristiche professionali e non<br />

semplici “recite” scolastiche legate alla categoria e nello stesso tempo:<br />

- Copione correalizzato in cui scrittura scenica nasca dal basso. Il copione non deve<br />

essere preconfezionato, non fatto a tavolino ma emerso, inventato, discusso e<br />

cocostruito durante i laboratori, con tutto il gruppo, dall’inizio alla fine.<br />

Anche quando si ricorre a testi esterni, prefissati, questi devono essere scomposti,<br />

assimilati e ricostruiti dal gruppo e non ripetuti meccanicamente per cui il<br />

soggetto si diverte facendo invece che guardando, non è passivo ma protagonista<br />

attivo.<br />

Questi due sott’obiettivi per:<br />

- Promuovere e stimolare la specifica teatralità del gruppo. Ossia creare le condizioni<br />

affinchè ciascuno possa esprimere al massimo le sue potenzialità, valorizzando<br />

gli spunti che provengono dall’eterogeneità del gruppo.<br />

Importanza del ruolo, non ruoli banali, per esporsi all’esterno, comunicare, ruoli<br />

tessuti tenendo presenti le caratteristiche del singolo ragazzo. E di conseguenza<br />

la realizzazione di un:<br />

- Percorso laboratoriale co-costruito e condiviso con i conduttori<br />

Contesto che si modella, si adegua e si organizza per conseguire il miglior<br />

risultato con quel gruppo, a partire dal gruppo stesso, dai suoi bisogni, risorse,<br />

interessi.<br />

Contratto iniziale che riguarderà sia gli aspetti pratico-organizzativi che<br />

relazionali di condivisione contenuti, obiettivi ed attività tra partecipanti, che<br />

sfocia in una performance di<br />

- Alta qualità<br />

D. LA FORMAZIONE<br />

- Avere linguaggio, strumenti di progettazione ed atteggiamento comune perché<br />

l’integrazione sociale possa passare attraverso le competenze, creando maggiore<br />

affiatamento tra conduttori. Inoltre:<br />

- Fornire strumenti per leggere criticamente la propria esperienza con la possibilità di<br />

riflettere sulla propria attività, dare senso, condividerla, rinsaldare la<br />

motivazione. Ed infine:<br />

- Capacità di gestire un gruppo, mantenendone cioè il controllo della direzione,<br />

stimolandone la partecipazione. Queste a formare:<br />

- Acquisizione competenze adeguate, ottenibili attraverso:<br />

- Partecipazione ad incontri e seminari per scambio trasversale, supportata dall’<br />

l’intento di far partecipare i conduttori del laboratorio ad occasioni di confronto<br />

con altri conduttori esterni, condividendo uno spazio comune per comparare le<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

singole esperienze e valorizzare attraverso l’integrazione le proprie risorse. Più<br />

che offrire competenze specifiche nel campo teatrale, l’idea è quella di far<br />

partecipi i conduttori del progetto di un percorso di crescita ed incontro ricco in<br />

quanto esteso ad altre professionalità esterne ugualmente coinvolte nello stesso<br />

progetto Provinciale. Questo un modo per creare maggiore affiatamento anche<br />

interno tra gli stessi conduttori ed arrivare a:<br />

- Percorso formativo condiviso di formazione che sviluppi la riflessione,<br />

l’acquisizione di sapere teorico da applicare poi all’esperienza. Riflessione<br />

radicata nell’esperienza e quindi alla:<br />

- Professionalizzazione conduttori<br />

E. IL GRUPPO<br />

- Coinvolgimento figura dell’educatore che opera all’interno dell’Associazione<br />

La presenza di persone con particolari difficoltà all’interno di un laboratorio<br />

teatrale richiede la professionalità di un esperto competente di quelle particolari<br />

difficoltà che affianca nella formazione del gruppo, nella scelta del testo,<br />

nell’affidamento delle parti, oltre che nella progettazione teatrale.<br />

La presenza dell’educatore nel laboratorio teatrale integrato che conosce già i<br />

ragazzi disabili ne garantisce la corretta inclusione all’interno del gruppo,<br />

stimolando un percorso di socializzazione e collaborazione con i nuovi attori<br />

esterni (studenti normodotati). Le competenze pedagogiche sono fondamentali<br />

per definire anche nell’ambito teatrale i principi e le regole da seguire per<br />

guidare il singolo verso un livello di conoscenza adatto a lui e funzionale<br />

nell’ottimizzare le sue risorse.<br />

All’interno di un laboratorio teatrale è importante saper leggere ogni piccolo<br />

segnale del quotidiano, calibrando bene il lavoro rispetto alle possibilità dei<br />

ragazzi, indirizzando al rispetto dei tempi e modi dei singoli protagonisti.<br />

L’attore-educatore che co-conduce il laboratorio teatrale deve porsi non come<br />

una figura direttiva o assistenziale ma deve essere colui che stimola il<br />

protagonismo del ragazzo.<br />

Il conduttore dell’attività teatrale deve mettere in primo piano gli allievi, deve<br />

ascoltarli, deve riconoscerne le risorse. Ecco quindi la possibilità di:<br />

- Utilizzo della tecnica dell’improvvisazione<br />

Il potere del teatro si amplia quando è possibile lavorare sulla creatività della<br />

persona, sulla sua originalità, favorendo la spontaneità, dando spazio alle<br />

potenzialità espressive, emotive e relazionali, alle abilità e talenti di ogni singolo<br />

partecipante al lavoro sia egli portatore o meno di “disabilità”.<br />

Un lavoro centrato sull’improvvisazione permette tutto questo. L’utilizzo della<br />

tecnica dell’improvvisazione pone in primo piano la soggettività della persona<br />

dando lui la possibilità di raccontarsi, di mettere in scena i propri desideri e i<br />

propri sogni, di mostrare il suo lato ironico.<br />

Nel tenere conto della disomogeneità dei ragazzi si cerca sempre di valorizzare le<br />

capacità e qualità di ciascuno facendone emergere i punti di forza.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Il compito del trainer esperto d’improvvisazione non è insegnare una<br />

determinata sequenza di azioni ma è quello di riconoscere e portare sulla scena le<br />

differenze dei protagonisti andando oltre il limite, l’apparenza, il conosciuto e<br />

visibile.<br />

I laboratori devono portare gli attori a fa emergere i propri vissuti, storie e da qui<br />

partire per la creazione del copione. Educatore e trainer insieme ai volontari per<br />

ottenere una<br />

- Valorizzazione delle competenze dell’equipe dei conduttori che porti alla<br />

- Nascita e creazione di unico gruppo teatrale<br />

Numero di ragazzi-attori che possa diventare “gruppo”nel corso dell’esperienza,<br />

rafforzando i legami interni attraverso il fare collettivo, attraverso un percorso<br />

condiviso che porti alla “confezione”corale del prodotto di rappresentazione.<br />

Un gruppo che abbia la propria identità, un gruppo totalmente integrato nel<br />

quale non ci siano attori disabili e attori normodotati, ma semplicemente attori.<br />

2.4 ATTIVITÀ / SPERIMENTAZIONE DEL PROGETTO (Descrivere le attività<br />

che si sono realizzate)<br />

Per l’analisi delle attività previste per il progetto Il teatro sociale: un’esperienza di teatro<br />

integrato con attori disabili e normodotati è opportuno prendere a riferimento le tappe<br />

convenzionali che compongono il ciclo di vita di qualsiasi progetto: ideazione,<br />

pianificazione, realizzazione e chiusura. Ad ogni fase verranno esplicitati i risultati<br />

previsti e le attività atte a conseguirli.<br />

Il progetto nel complesso ha previsto una lunga e articolata fase di ideazione e<br />

pianificazione dovuta al fatto che gli attori partecipi e le opportunità disponibili erano<br />

consistenti e si è dovuto fare delle scelte, combinare persone, competenze, risorse.<br />

Queste due fasi, trattate qui insieme, si sono articolate in un arco di tempo di sette<br />

mesi (marzo-settembre ’08).<br />

Con ottobre 2008 è partita la fase vera e propria di avvio e realizzazione del progetto,<br />

molto articolata e densa, che andrà a concludersi entro il 30 novembre 2009,<br />

rendicontazione inclusa, nel rispetto dei limiti del Bando.<br />

Un progetto, il seguente, pensato e realizzato per piccole tappe, ma supportato da<br />

forti motivazioni.<br />

1° e 2° FASE: Ideazione e pianificazione<br />

A. ADESIONE AL PROGETTO<br />

Reperimento documentazione Progetto Quelli Tra Palco e Realtà (P1)<br />

Promozione e divulgazione P1<br />

Adesione a progetto P1<br />

Ideazione e pianificazione progetto Il teatro sociale: un’esperienza di teatro<br />

integrato con attori disabili e normodotati<br />

Approvazione finale<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Il primo passo effettuato è stata la raccolta di dati e informazioni circa il Bando ed il<br />

progetto P1 inerente. Con il supporto del Centro di Servizio di Treviso si è data<br />

opportuna promozione e divulgazione al progetto P1 attraverso degli incontri con il<br />

Presidente dell’Associazione, i volontari conduttori del teatro e l’educatore di<br />

riferimento del gruppo.<br />

A seguito della riunione del Consiglio dei Soci, con l’opportuna lettura del Bando,<br />

delle regole e delle modalità per la richiesta di contributo, nonché esplicitazione dei<br />

punti salienti di P1, quest’ultimo è stato approvato e con esso il possibile<br />

partenariato.<br />

Questa fase, che si è svolta l’ultima quindicina di febbraio 2008, si è conclusa con la<br />

presentazione della domanda di contributo e la relativa lettera di partenariato da<br />

parte dell’Associazione Viezzer l’ 1/03/ 2008, nel rispetto dei termini del Bando.<br />

Ad inizio marzo 2008 è iniziata la fase di ideazione e pianificazione del presente<br />

progetto.<br />

Inizialmente si è proceduto con l’analisi del contesto e dei suoi bisogni e<br />

l’individuazione del focus. Si sono susseguiti una serie di incontri e riunioni con i<br />

volontari per l’individuazione e contatto delle risorse necessarie interne (educatore)<br />

ed esterne (trainer esperto e opportunità offerte da P1). A queste persone è stato<br />

somministrato un questionario che, ripercorrendo punti e opportunità del progetto,<br />

ha permesso di rilevare disponibilità e opinioni in merito e avere un quadro<br />

dettagliato delle persone da coinvolgere nella nuova esperienza di teatro<br />

Una volta condivisi i risultati dei questionari e definito il team di progetto,<br />

programmato il calendario e il programma delle attività e gestione dei laboratori, si è<br />

ultimato con la convocazione di una riunione straordinaria d’Associazione invitando<br />

tutti gli stakeholders (famiglie ragazzi disabili, presidente, volontari, educatore,<br />

trainer, consiglio dei soci e naturalmente attori disabili) per ottenere l’approvazione<br />

finale del medesimo.<br />

Il progetto è stato presentato in tutte le sue tappe e negoziati i contenuti per arrivare<br />

alla fine ad un’ adesione unanime.<br />

Queste le due fasi che ho curato personalmente, che hanno impegnato un consistente<br />

arco di tempo, da marzo 2008 a settembre 2008, quando il Progetto P1 è stato<br />

ufficialmente approvato dalla commissione interna al Coordinamento provinciale e<br />

con esso il nostro partenariato. In tal modo l’attività di teatro, supportata dalla<br />

presenza della figura dell’educatore ma soprattutto da una certa stabilità data da un<br />

contributo a disposizione, è stata formalizzata e inserita nel programma annuale<br />

delle attività dell’Associazione.<br />

3° FASE: Realizzazione<br />

B. <strong>UN</strong>IONE GRUPPO <strong>DI</strong>SABILI CON GRUPPO STUDENTI<br />

Selezione attori<br />

Condivisione del programma partecipato<br />

Fusione tra i due “gruppi” (disabili e studenti)<br />

Nascita unico gruppo di teatro<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

I mesi di ottobre e novembre 2008 verranno dedicati ad un iniziale reperimento e<br />

selezione di nuovi attori tra gli studenti dell’ istituto ISISS (Istituto Statale<br />

d’Istruzione Secondaria Superiore “Marco Casagrande”) di Pieve di Soligo (TV).<br />

Attraverso la collaborazione con il Progetto Laboratorio Scuola e Volontariato del<br />

Cds ed il supporto di due professori individuati (prof. di Religione e prof. di<br />

Sociologia), verranno raccolte le adesioni di studenti interessati a diventare attori e<br />

integrarsi nel gruppo teatrale dell’Associazione Viezzer. A tal fine verrà predisposto<br />

dal gruppo di teatro della Viezzer un volantino di presentazione dell’attività e di<br />

convocazione dei nuovi attori interessati (v. ALLEGATO Volantino) che verrà<br />

distribuito dal CdS alle classi del Liceo Sociale, Scientifico e Socio Psico Pedagogico.<br />

Una volta individuati gli attori tramite una “selezione” curata dai volontari e<br />

supportata da un questionario di raccolta opinioni, si susseguirà la condivisione del<br />

programma laboratoriale annuale, con l’opportuna raccolta di richieste e la<br />

contrattazione di eventuali esigenze, nonchè un iniziale momento di conoscenza e<br />

familiarizzazione tra attori e tra questi ed il contesto, che impegnerà il mese di<br />

ottobre 2008.<br />

Il mese di novembre 2008 verrà invece dedicato ai laboratori di relazione all’interno<br />

di una palestra concessa dalla Casa di Riposo di Pieve Soligo, che vedranno partecipi<br />

attori, trainer, volontari ed educatore insieme e che termineranno con la nascita e<br />

fusione concreta tra i due “gruppi”, con relativa scelta di un nome identificativo. Lo<br />

stesso nome verrà poi ufficializzato ed esplicitato con un volantino e un logo di<br />

presentazione che sarà realizzato dall’Istituto Penale minorile di Treviso, dotato di<br />

laboratorio di grafica, che da sempre collabora alle iniziative promosse dal CdS.<br />

I primi laboratori di relazione e costruzione del gruppo vedranno impegnato il<br />

nuovo gruppo una volta a settimana, per 2 ore circa.<br />

C. PERCORSO <strong>DI</strong> FORMAZIONE-CONOSCENZA-SCAMBIO TRA<br />

CONDUTTORI E ATTORI DEL GRUPPO <strong>UN</strong>ICO, CON ALTRI GRUPPI<br />

TEATRALI DEL TERRITORIO<br />

Partecipazione da spettatori a rassegna di teatro provinciale (dicembre ’08)<br />

Partecipazione equipe conduttori (volontari, educatore, trainer) a percorso di<br />

formazione<br />

Partecipazione attori gruppo integrato a giornate a stage di incontro con altri<br />

gruppi di teatro del territorio<br />

La partecipazione da spettatori alla Rassegna di Teatro Provinciale Solidale<br />

organizzata dal CdS in occasione della giornata internazionale del volontariato (5<br />

dicembre 2008), diviene opportunità per il gruppo qui a riferimento di darsi una<br />

visibilità maggiore, più estesa.<br />

Tale rassegna infatti, che porta sulla scena spettacoli e video completamente<br />

realizzati da gruppi teatrali misti formati da artisti disabili e giovani degli istituti<br />

superiori trevigiani, vanta da sempre una risonanza e coinvolgimento diffuso,<br />

convogliando in un'unica giornata attori ma anche autorità ed Enti a livello<br />

provinciale.<br />

35


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Tra le opportunità previste dal partenariato con P1 vi è poi un percorso di<br />

formazione che prevede la partecipazione attiva di conduttori di gruppi di teatro<br />

della Provincia di Treviso.<br />

Volontari, trainer ed educatore del gruppo integrato parteciperanno a questo corsolaboratorio<br />

formativo e di confronto nei mesi da gennaio a marzo 2009, al fine di<br />

sviluppare e approfondire le competenze teatrali e riflettere sulla propria esperienza<br />

o evento particolare, attraverso una modalità interattiva di negoziazione dei<br />

contenuti.<br />

Nei mesi da aprile a settembre 2009 sarà invece tutto il gruppo teatrale costituito,<br />

attori compresi, a partecipare a delle giornate a stage, di incontro e soprattutto<br />

conoscenza con altre esperienze teatrali. Occasioni vere e proprie di integrazione<br />

sociale e territoriale organizzate dal CdS, con l’intento di fondo di stimolare i singoli<br />

attori a mettersi in gioco a livello personale oltre che professionale, attraverso la<br />

condivisione di uno spazio comune.<br />

D. SPETTACOLO TEATRALE<br />

Lavoro sulla soggettività, stimolo capacità, potenzialità, talento del singolo<br />

Raccolta idee circa contenuti e tematica da sviluppare<br />

Ideazione, condivisione stesura copione teatrale<br />

Confezionamento spettacolo proprio<br />

Da dicembre 2008 è previsto l’inizio della seconda fase laboratoriale, quella<br />

prettamente dedicata all’ideazione, condivisione e stesura del copione teatrale, con<br />

finale realizzazione di una performance teatrale prevista per il mese di maggio 2009.<br />

Guidato dalla presenza di un trainer-regista esperto in materia d’improvvisazione<br />

verrà impostato un lavoro di laboratorio finalizzato a mettere in luce e fare emergere<br />

potenzialità e talenti del singolo attore, disabile e normodotato. In particolare i<br />

laboratori metteranno in rilievo i racconti, stimoli, idee, incentivando l’espressività e<br />

creatività dell’attore. Le improvvisazioni verranno poi montate per comporre storie<br />

che diventeranno materiale di copione.<br />

Quando tutto questo materiale prodotto dal gruppo avrà raggiunto quantità e qualità<br />

richieste, verrà utilizzato per l’allestimento del quadro scenico e la definizione di uno<br />

spettacolo finale, a partire dal lavoro degli stessi partecipanti.<br />

4° FASE: Chiusura e capitalizzazione dei risultati<br />

E. PROMOZIONE E <strong>DI</strong>FFUSIONE<br />

Prima pubblicizzazione spettacolo e visibilità locale (Teatro Pieve di Soligo)<br />

Replica<br />

Documentazione propria esperienza nel Convegno Provinciale su teatro<br />

Documentazione percorso in opuscolo<br />

Partecipazione da attori a Rassegna di teatro (dicembre ’09)<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

L’ultima fase è dedicata alla visibilità dell’esperienza, alla sua promozione e chiusura<br />

finale.<br />

A maggio 2009 è prevista la messa in scena dello spettacolo realizzato al teatro<br />

Careni di Pieve di Soligo, più vicino alla sede dell’Associazione, con la possibilità di<br />

poterlo replicare in un teatro nuovo.<br />

A novembre 2009 il gruppo teatrale integrato sarà protagonista, in qualità di<br />

testimone della propria esperienza teatrale, al Convegno Provinciale “Tra Palco e<br />

Realtà, nuovi scenari di integrazione sociale”, previsto da P1.<br />

Si tratterà di una tavola rotonda dedicata al tema del teatro e della disabilità, che<br />

darà modo al gruppo qui a riferimento di divulgare e condividere il percorso fatto e i<br />

risultati raggiunti con esponenti del settore in ambito educativo, teatrale ed artistico,<br />

associazioni, enti e istituzioni a livello provinciale.<br />

Un’occasione questa per riflettere sulla propria esperienza, prendere spunto da<br />

esperienze analoghe, fare un bilancio del percorso e divenire parte integrante di una<br />

nuova rete territoriale.<br />

A fine di questo dibattito il gruppo potrà riportare la propria testimonianza anche su<br />

un opuscolo finale che raccoglierà i momenti salienti dell’esperienza e del progetto<br />

globale P1 a partire proprio dalle storie, dalle immagini dei singoli gruppi, con i<br />

contenuti risultanti del corso di formazione rivolto ai trainer e ai volontari dei<br />

gruppi, divenendo occasione di sensibilizzazione sociale.<br />

2.5 DESTINATARI (indicare i soggetti cui si rivolgono le attività del progetto)<br />

Il progetto si rivolge in prima istanza al gruppo iniziale di teatro dell’Associazione<br />

Viezzer composto da 10 ragazzi disabili e 8 volontari: sono questi i beneficiari<br />

principali dell’esperienza di teatro integrato. Sarà infatti lo stesso gruppo ad aprirsi e<br />

ad includere nuove forze quali un trainer professionista, l’educatore<br />

dell’Associazione e gli studenti delle scuole superiori aderenti al Progetto<br />

Laboratorio Scuola e Volontariato.<br />

Lo stesso gruppo integrato che si andrà a formare sarà protagonista e destinatario di<br />

un percorso di formazione (i conduttori), di scambio e incontro con altri gruppi<br />

teatrali (tutti), e infine sarà reso partecipe di una serie di iniziative a livello<br />

provinciale (rassegna di teatro, convegno, opuscolo).<br />

Più in generale il progetto si rivolge al contesto di riferimento dell’Associazione,<br />

nonché al territorio provinciale, attraverso un’ opera di sensibilizzazione, conoscenza<br />

della nuova esperienza e gruppo, coinvolgimento di partner.<br />

37


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

2.6 RISORSE (indicare le risorse messe in campo per la realizzazione /<br />

sperimentazione del project work: persone, strumenti, spese economiche, ecc…)<br />

Le persone coinvolte<br />

Per la realizzazione del presente Progetto sono state coinvolte molte persone.<br />

Per tutta la durata del progetto è prevista la collaborazione con il Coordinamento<br />

Associazioni di Volontariato di Treviso e, nello specifico, con il Centro di Servizio<br />

per il volontariato di Treviso quale “braccio operativo” e supervisore per la parte<br />

contenutistica e finanziaria del Progetto Quelli tra Palco e Realtà di cui si è<br />

partner.<br />

Per il progetto specifico qui presentato sono state coinvolte una serie di persone<br />

quali:<br />

- I volontari dell’Associazione, conduttori e attori del gruppo di teatro;<br />

- Ragazzi disabili dell’Associazione già presenti nel gruppo;<br />

- Educatore di riferimento dell’Associazione, facilitatore nelle relazioni, garantisce<br />

la corretta inclusione della disabilità all’interno del gruppo, promuove un’azione<br />

educativa che considera l’individuo nella sua totalità;<br />

- Trainer esterno esperto di teatro e della tecnica di improvvisazione;<br />

- Studenti dell’Istituto ISISS di Pieve di Soligo (TV) come nuovi attori.<br />

Ma anche<br />

- Presidente dell’Associazione;<br />

- Famiglie dei ragazzi disabili;<br />

- 2 Insegnanti di riferimento del gruppo di studenti.<br />

La diversità di attori, forze, competenze, ruoli, compiti, come risorsa a tutti gli effetti<br />

all’interno di un progetto comune.<br />

Gli strumenti e i materiali<br />

- Sede a disposizione per laboratori, Palestra della Casa di Riposo di Pieve di<br />

Soligo, spazio ideale per l’attività teatrale, adatto sia per dimensioni,<br />

ergonomia, e flessibilità dell’arredamento e attrezzato con apparecchiature e<br />

materiali adatti;<br />

Contributi economici legati al partenariato<br />

- Assicurazione studenti volontari;<br />

- Docente universitario-formatore per la conduzione laboratori;<br />

- Trainer;<br />

- Rimborsi spese, uso mezzi pubblici per spostamenti (formazione, stage,<br />

convegno, rassegna), ticket pranzo;<br />

- Promozione gruppo e garanzia visibilità (materiali per spettacolo, locandine,<br />

volantini).<br />

38


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

CAPITOLO 3<br />

LA METODOLOGIA<br />

3.1 MODELLI TEORICI <strong>DI</strong> RIFERIMENTO<br />

Il presente Progetto per la densità e complessità delle azioni previste, nonché per il<br />

numero elevato di risorse e attori coinvolti, ha richiesto per tutta la sua progettazione<br />

una modalità di lavoro condivisa e partecipata. Il termine “partecipazione” ha fatto<br />

da filo rosso conduttore per tutte le fasi di questo percorso.<br />

Percorrendo velocemente le tappe di ogni progettualità, si vogliono qui esplicitare le<br />

diverse sfaccettature e applicazioni di quella che è stata una progettazione<br />

partecipata a tutti gli effetti, strumento di indagine capace di coinvolgere tutti gli<br />

attori nel processo di miglioramento della qualità dell’esperienza e all’ipotesi di linee<br />

di sviluppo futuro.<br />

La possibilità di iniziare il mio tirocinio in parallelo con la progettazione del mio<br />

Project Work mi ha dato modo di seguire passo passo le singole fasi. Mi sono trovata<br />

in una situazione ideale in quanto iniziavo a progettare e contemporaneamente<br />

potevo prendere parte ad una realtà, quella teatrale, nel modo più diretto e<br />

coinvolgente possibile, diventando attrice a tutti gli effetti. Mi sono inserita nel<br />

gruppo di teatro a marzo 2008 e fino a maggio ’08 ho partecipato ai laboratori e alla<br />

realizzazione dello spettacolo con una parte tutta mia. Questo mi ha dato modo non<br />

solo di rapportarmi concretamente e in maniera continua con gli attori presenti<br />

(volontari e ragazzi disabili), ma soprattutto di analizzare al meglio la situazione di<br />

partenza, per rilevarne criticità e debolezze.<br />

Attraverso l’utilizzo dell’osservazione partecipata ho potuto costruire un quadro<br />

complessivo della situazione prendendo in considerazione l’ambiente di riferimento,<br />

le risorse disponibili nel contesto. Importante è stato il coinvolgimento di tutti i<br />

volontari conduttori che mi hanno aiutata a fare un’ adeguata analisi per individuare<br />

bisogni e priorità, partendo proprio dal loro punto di vista, opinioni, aspettative.<br />

Anche l’educatore del gruppo di ragazzi disabili, poiché più a contatto con gli utenti,<br />

è stato per me un forte punto di riferimento per conoscere i diversi attori sociali, nelle<br />

potenzialità e nei limiti. Insieme abbiamo iniziato a chiederci come poter valorizzare<br />

al meglio le singole unicità.<br />

Una teoria, un sapere quindi costruito con l’esperienza, fuso con l’azione, ha portato<br />

me, volontari ed educatore, con il proseguo dei laboratori, a “riflettere sull’azione<br />

possibile” 23 , andando ad immaginare più strategie risolutive ai problemi,<br />

23 Luigina Mortari, Apprendere dall’esperienza, Carocci, 2003, p.19.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

ipotizzando situazioni future, non astratte ma possibili, a partire da un monitoraggio<br />

costante dei laboratori già avviati.<br />

Questa riflessione è stata facilitata dal contesto conversazionale, di fiducia che si è via<br />

via creato e che ha promosso un pensare condiviso.<br />

Questo ha significato per noi lavorare in rete, co-progettare, confrontarsi, condividere<br />

le responsabilità, cercando di dare valore alle singole competenze, individuando la<br />

direzione in cui promuovere un cambiamento.<br />

La stessa scelta contrattuale e pattuale è stata portata avanti con le famiglie,<br />

sensibilizzate al progetto, con cui si sono condivisi obiettivi, tempi, spazi, attività.<br />

Tutto ciò si è coronato con l’avvio del partenariato e l’adesione al Bando, ma<br />

soprattutto ha permesso l’inclusione dell’attività teatrale all’interno del programma<br />

dell’Associazione, dandone maggiori garanzie e stabilità, prevedendone l’apertura<br />

alla comunità territoriale più ampia.<br />

Anche nella fase processuale propria di realizzazione del progetto verrà prevista una<br />

continua valutazione e monitoraggio partecipato per ciò che riguarda gli indicatori di<br />

riferimento, i criteri di successo, i risultati realmente ottenuti, che vedranno coinvolto<br />

anche il trainer esperto nel ruolo di regista. Sarà importante individuare se le azioni,<br />

le strategie, gli aspetti organizzativi generali si sono rilevate efficaci nell’incoraggiare<br />

la partecipazione ed il coinvolgimento dei diversi attori e nel raggiungimento degli<br />

obiettivi del progetto. In particolare verrà monitorato il percorso laboratoriale del<br />

gruppo attoriale, a partire dalla soddisfazione dell’equipe dei conduttori, andando a<br />

verificare la compattezza del gruppo nuovo, l’idoneità di spazi e tempi.<br />

Compito dei conduttori, un lavoro continuo di partenariato e negoziazione d’equipe<br />

sull’andamento dei laboratori, per favorire il successivo sviluppo e orientamento del<br />

progetto stesso.<br />

A conclusione del percorso si tratterà di valutare complessivamente l’intervento,<br />

evidenziandone non solo obiettivi raggiunti, ma anche eventuali difficoltà che lo<br />

hanno ostacolato e rallentato, confrontando i risultati ottenuti con quelli attesi. Anche<br />

in questo caso saranno parte attiva della valutazione coloro che hanno operato nel<br />

progetto (volontari, trainer, educatore), coloro che sono coinvolti dai risultati del<br />

progetto (Presidente Associazione e famiglie), ma anche coloro che sono i destinatari<br />

dell’intervento (gruppo di attori).<br />

Verrà valutato il livello di visibilità ottenuto, la positività del percorso di formazione<br />

per i conduttori, la risonanza dello spettacolo realizzato, nonché la possibilità di<br />

ripetere l’esperienza l’anno prossimo.<br />

È importante sottolineare il fatto che per tutta la durata del progetto verrà mantenuta<br />

la relazione con il CdS, braccio operativo del Progetto P1, nonché supervisore per<br />

quanto concerne le attività previste.<br />

È opportuno a questo punto entrare nel dettaglio di quelli che sono stati gli strumenti<br />

reali di progettazione.<br />

40


Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

3.2 METODOLOGIA E STRUMENTI (Indicare la metodologia / i metodi / gli<br />

strumenti che si sono utilizzati/adottati / sperimentati per realizzare le attività<br />

sopra descritte)<br />

Ritengo necessario in questo paragrafo suddividere ed esplicitare metodologie e<br />

strumenti utilizzati nella progettazione, partendo dai risultati attesi e già analizzati<br />

nel par. 2.4<br />

A. ADESIONE AL PROGETTO p1<br />

Fondamentale è stata una tappa iniziale di condivisione con il Presidente<br />

dell’Associazione Viezzer, i volontari, l’educatore e il Centro di Servizio per il<br />

Volontariato circa i contenuti del Bando a riferimento e le opportunità del Progetto<br />

Quelli tra Palco e Realtà (P1). Una volta assicurata la coerenza di P1 con i fini e la<br />

mission dell’Associazione, in breve tempo (fine febbraio 2008) si è deciso per la<br />

formula di partenariato, formalizzata dall’unanime approvazione durante<br />

l’Assemblea del Consiglio dei Soci del 28/02/2008. Successivamente si è proceduto<br />

con l’ideazione e pianificazione di un progetto specifico per l’Associazione, quello<br />

qui presentato, che tenesse salde le attività previste da P1.<br />

Attraverso numerose riunioni di discussione-confronto, grazie anche ad un periodo<br />

di osservazione partecipata dell’attività laboratoriale (marzo-maggio 2008), insieme<br />

ai volontari conduttori, all’educatore dell’Associazione e successivamente al Trainer<br />

esperto individuato ho potuto pianificare al meglio il seguente progetto. Nello<br />

specifico sono partita dalla realizzazione dell’Albero dei problemi (V. ALLEGATO 1)<br />

prendendo in esame la situazione esistente, a cui si è susseguita la negoziazione<br />

dell’Albero degli obiettivi (V. ALLEGATO 2).<br />

L’Analisi SWOTT (v. ALLEGATO 3) ha dato una prima valutazione circa la<br />

realizzabilità e fattibilità del progetto nel suo complesso. La stessa analisi è stata<br />

utilizzata poi anche in fase di programmazione, fornendo preziose indicazioni circa<br />

gli aspetti da tenere maggiormente monitorati per le criticità, le difficoltà ma anche le<br />

opportunità e gli aspetti positivi propri del progetto da sfruttare e su cui puntare.<br />

Per la definizione delle risorse disponibili mi sono servita di un questionario<br />

(V.ALLEGATO 7.a.) rivolto ai volontari conduttori (6), all’educatore e al trainer<br />

esperto, già individuato e precedentemente contattato.<br />

Lo strumento, somministrato a 8 persone è stato articolato in 3 parti, con dei<br />

rispettivi contenitori-obiettivo:<br />

1° Informativa generale<br />

2° Progetto di teatro integrato: Motivazione, Fusione con un altro gruppo,<br />

Organizzazione<br />

3° Bisogni formativi: Ricevere supporto qualificato; Competenza; Visibilità<br />

Il questionario mi ha permesso di capire quanto le attività e opportunità previste dal<br />

partenariato con il progetto Quelli Tra Palco e Realtà potessero essere fattibili e<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

idonee al gruppo in riferimento e quanta disponibilità e voglia ci fosse di iniziare un<br />

nuovo percorso di teatro integrato aperto a tutti gli effetti. Una volta analizzati i<br />

risultati ho proceduto con una restituzione al gruppo, alla quale è seguita<br />

l’approvazione finale del Project Work e l’inclusione dell’educatore e del trainer<br />

esperto d’improvvisazione come nuove forze, rispettivamente con l’obiettivo di<br />

facilitare l’integrazione del gruppo e di facilitare la libera espressività delle persone<br />

coinvolte.<br />

Alla luce di questi risultati vi è stata la pianificazione dettagliata del calendario delle<br />

attività, attraverso l’uso della WBS (v. ALLEGATO 4), che ha permesso di definire<br />

fasi e soggetti coinvolti, nonché pianificare un sistema di valutazione e monitoraggio<br />

idoneo. Infine è stato pianificato il Diagramma di Gantt (v. ALLEGATO 6) per<br />

identificare lo sviluppo temporale delle diverse fasi ed attività, in linea con i limiti<br />

temporali imposti dal bando. Sono stati presi opportuni contatti per l’utilizzo di una<br />

palestra data in concessione dalla casa di Riposo, quale nuova sede per i laboratori.<br />

Ha completato questa prima fase un preventivo sui costi e spese da sostenere e a cui<br />

poter richiedere finanziamento e copertura (cancelleria, spese spostamenti, vitto e<br />

eventuale alloggio, rimborsi spese ai volontari, acquisto o noleggio materiali).<br />

A settembre 2008 il Progetto P1 è stato finanziato e approvato e con esso è stato dato<br />

avvio al nostro partenariato. Il 4/09/2008 dopo una riunione straordinaria del<br />

Consiglio per l’attività di teatro, informate e sensibilizzate le famiglie dei ragazzi<br />

disabili, anche questo progetto è stato approvato.<br />

B. <strong>UN</strong>IONE GRUPPO <strong>DI</strong>SABILI (G1) CON GRUPPO STUDENTI (G2)<br />

Il focus di tutto il progetto qui presentato è sicuramente l’unione e ampliamento del<br />

gruppo di teatro dell’Associazione. A tal proposito, attraverso la collaborazione con<br />

il CdS e il Progetto Laboratorio Scuola, è stato possibile predisporre un’ attività di<br />

volantinaggio rivolta agli studenti delle scuole superiori di Soligo (liceo Sociale,<br />

Scientifico e Socio psico pedagogico) , ricercandone l’adesione e il coinvolgimento (v.<br />

ALLEGATO Volantino).<br />

Attraverso la somministrazione di un questionario (v. ALLEGATO 7.b.) condotta dai<br />

conduttori del gruppo teatrale, secondo una modalità interattiva volta a cogliere<br />

anche il non verbale, sarà possibile individuare all’interno degli studenti aderenti, gli<br />

studenti più motivati e desiderosi di intraprendere un percorso di conoscenza e<br />

fusione con degli attori disabili. In particolare le singole domande cercheranno di<br />

cogliere nello specifico eventuali dubbi o pregiudizi legati ad un fare teatro con<br />

“diversi”, portando il singolo ad una riflessione personale circa i vantaggi ottenibili<br />

da un modo alternativo di fare teatro.<br />

L’integrazione dei due gruppi così formata sarà costantemente monitorata e valutata<br />

grazie alla presenza dell’educatore, più attento all’aspetto educativo e pedagogico,<br />

che diventerà un punto di riferimento importante per gli attori, soprattutto durante i<br />

laboratori di relazione iniziali.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

C. PERCORSO <strong>DI</strong> FORMAZIONE-CONOSCENZA-SCAMBIO TRA CONDUTTORI E<br />

ATTORI DEL GRUPPO <strong>UN</strong>ICO, CON ALTRI GRUPPI TEATRALI DEL<br />

TERRITORIO<br />

Per ciò che concerne l’analisi del percorso formativo e dello Stage, il Centro di<br />

Servizio ha previsto la costituzione di un gruppo guida composto da volontari,<br />

trainer e/o operatori rappresentanti tutti i gruppi coinvolti in P1, con il compito di<br />

confrontare le diverse esperienze, monitorare l‘andamento complessivo delle attività,<br />

ideare ed organizzare i momenti condivisi. Verrà quindi scelto all’interno del gruppo<br />

qui a riferimento un rappresentante che andrà ad inserirsi in questa equipe.<br />

Saranno altresì previste dal CdS apposite griglie di rilevazione dati per riassumere i<br />

risultati.<br />

Sarà in questa fase che verranno previste e accumulate le maggiori spese, per cui sarà<br />

importante rivedere preventivi effettuati in precedenza, attenendosi alle voci di spesa<br />

ammesse dal Bando.<br />

D. SPETTACOLO TEATRALE<br />

L’andamento del progetto viene valutato con degli incontri settimanali tra conduttori<br />

(dopo orario di laboratorio) per la verifica in itinere del progetto, atti a monitorare la<br />

partecipazione e il consolidarsi del gruppo. Le riflessioni e idee prodotte verranno<br />

via via utilizzate dal trainer per delineare la programmazione del lavoro seguente o<br />

modificarla se necessario. A fine anno verrà stesa una relazione da parte dei referenti<br />

del laboratorio per certificare e verificare l’andamento del laboratorio, il rispetto dei<br />

tempi e degli impegni previsti, il livello di partecipazione.<br />

L’utilizzo della tecnica dell’improvvisazione permetterà di lavorare ad un copione<br />

condiviso, basato sulle caratteristiche proprie dei singoli attori.<br />

La presenza dell’educatore durante tutti i laboratori, nonché la realizzazione di una<br />

riunione con le famiglie e il Presidente dell’Associazione a metà anno, permetterà di<br />

portare alla conoscenza le dinamiche dei laboratori e verificare il gradimento<br />

dell’attività.<br />

E. PROMOZIONE E <strong>DI</strong>FFUSIONE<br />

A fine di questo percorso sarà fondamentale lasciare una traccia concreta di<br />

quest’esperienza. Verrà così valutata la possibilità di allestire uno spettacolo a<br />

conclusione dei laboratori e, in base alla partecipazione ottenuta, di poterlo replicare<br />

al fine di rendere evidente questo percorso anche ai familiari e a persone solitamente<br />

lontane dal mondo del teatro.<br />

Inoltre seguiranno le collaborazioni con il CdS al fine di partecipare alle altre attività<br />

di integrazione sul territorio previste da P1 (convegno, Rassegna, opuscolo),<br />

monitorandone i risultati e la risonanza in termini di visibilità<br />

Il progetto si concluderà con la redazione di una relazione finale condivisa dal team<br />

di progetto a cui verrà allegata la rendicontazione finale (attività realizzate, risultati<br />

raggiunti metodologie e strumenti, esiti), con le voci di spesa in uscita, l’importo<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

relativo sostenuto dall’Associazione, gli scontrini e certificati eventuali accumulati<br />

dal gruppo e dai singoli componenti. Tale relazione verrà poi presentata alle famiglie<br />

e al Presidente al fine di coinvolgere anche in fase valutativa tutti gli attori nel<br />

processo di miglioramento della qualità dell’esperienza e all’ipotesi di linee di<br />

sviluppo futuro.<br />

L’incontro finale con la famiglia permetterà di verificare il livello di gradimento<br />

dell’esperienza, il grado di soddisfazione del ragazzo.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

CAPITOLO 4<br />

I RISULTATI<br />

4.1 RISULTATI OTTENUTI (Suddividere i risultati in: raccolta, analisi,<br />

rielaborazione dei dati, output -servizi e/o prodotti concreti - e outcome – effetti<br />

prodotti)<br />

Risultati concreti (Output)<br />

Inserimento dell’attività teatrale all’interno del programma dell’Associazione.<br />

Questo grazie alla formalizzazione del progetto che vede l’Associazione rispondere<br />

ad un Bando e diventare partner di un Progetto ad ampia scala.<br />

La possibilità di ricevere un finanziamento concreto per le attività svolte, il numero<br />

consistente di risorse esterne coinvolte (studenti, trainer), la serie di opportunità e<br />

attività previste (formazione, convegno, rassegna teatrale) porta l’Associazione a<br />

dare maggiore stabilità e garanzia all’attività teatrale, dovendola monitorare<br />

continuamente e rendicontare alla fine.<br />

Nuovo team di conduttori<br />

Tramite la somministrazione del Questionario per conduttori (v. ALLEGATO 7.a.), si<br />

arriva a delineare il team di progetto, nonché l’approvazione e partecipazione alle<br />

attività previste.<br />

In particolare, questi risultano essere i risultati ottenuti dall’analisi dei questionari<br />

compilati.<br />

Campione: 6 volontari, 1 trainer, 1 educatore<br />

Risultati:<br />

1. Progetto teatro integrato<br />

- Motivazione: tutti i volontari e l’educatore compreso si dichiarano abbastanza<br />

soddisfatti del raggiungimento degli obiettivi iniziali preposti e sempre<br />

all’unanimità ritengono molto positivo dare continuità all’esperienza iniziata. Il<br />

trainer invece rispondendo solo all’ultima domanda, poiché “nuovo entrato”, si<br />

ritiene molto soddisfatto della possibilità di entrare nel gruppo.<br />

- Fusione con gruppo altro<br />

Tutti si dichiarano ben disponibili ad ampliare il gruppo e ad iniziare una fusione<br />

con nuovi attori. Tra i motivi esplicitati, queste alcune delle motivazioni:<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Y: “Entrambi i gruppi penso possano insegnarsi qualcosa vicendevolmente,<br />

ognuno può cogliere dall’altro degli spunti interessanti, oltre al fatto che si<br />

creerebbe una rete di relazioni e questo è sempre un aspetto positivo”<br />

E: “Il confronto e la conoscenza da parte degli studenti di realtà diverse dalla<br />

loro”.<br />

C: “I ragazzi disabili trarrebbero nuovi stimoli e nuovo entusiasmo dell’incontro<br />

con altri ragazzi, che potrebbero apportare un punto di vista e un modo di<br />

lavorare diversi.”<br />

- Organizzazione: La metà dei destinatari dimostra qualche perplessità circa il<br />

carico di lavoro per i ragazzi e per gli stessi (4 sono abbastanza soddisfatti). Questi<br />

ultimi si dichiarano inoltre abbastanza soddisfatti circa la fattibilità degli obiettivi<br />

del progetto in rapporto alle risorse a disposizione. Tutti sarebbero disposti a<br />

spostarsi in una sede nuova per condurre i laboratori ma nessuno si dimostra<br />

disponibile a spostare i laboratori in orario pomeridiano.<br />

2. Bisogni formativi<br />

- Ricevere supporto qualificato: tutti sono abbastanza soddisfatti circa l’opportunità<br />

di intraprendere un percorso formativo e di stage-incontro. Solo una persona si<br />

dichiara poco soddisfatta circa la possibilità di partecipare insieme al gruppo alle<br />

giornate di incontro e scambio. Per ciò che concerne l’inserimento del trainer<br />

viene evidenziata ancora qualche perplessità poiché non vi è unanimità di risposte<br />

(3 su 8 sono abbastanza soddisfatti), che emerge maggiormente per ciò che<br />

riguarda l ’inserimento dell’educatore (3 su 8 sono poco soddisfatti).<br />

- Competenza: tra le aspettative rispetto ad un’ azione formativa, quelle più<br />

evidenziate sono state: sviluppare modalità di lavoro condiviso in rete (6), Acquisire<br />

strumenti per leggere criticamente la propria esperienza (4), Acquisire competenze<br />

artistiche adeguate (7), Confronto con altre realtà (7)<br />

- Tra le competenze invece: Rafforzare capacità relazionali del singolo e l’incontro con il<br />

diverso (4), Imparare a gestire un gruppo (3); Conoscere nuovi canali comunicativi e<br />

leggere la comunicazione non verbale (6); stimolare la creatività (4)<br />

- Visibilità: unanimità nella possibilità di dare maggiore visibilità allo spettacolo<br />

finale.<br />

Nuovo gruppo di attori: focus centrale di tutto il progetto<br />

Tramite un incontro di selezione supportato da un questionario (v.allegato 7.b.) si<br />

arriva a delineare il gruppo di studenti da coinvolgere ed integrare nel gruppo di<br />

teatro già presente.<br />

Campione: Studenti dell’ISISS di Soligo (TV), Istituto Statale di Istruzione Secondaria<br />

Superiore “Marco Casagrande” (Liceo Scientifico, Liceo scienze sociali e<br />

Liceo Socio Psico Pedagogico)<br />

Risultati possibili: Nascita di una compagnia stabile, ampliata ed eterogenea;<br />

Laboratori integrati centrati sulla tecnica dell’improvvisazione;<br />

Copione co-condiviso, ricco.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Attività<br />

Partecipazione a Rassegna di Teatro Provinciale, Convegno, Testimoni in un<br />

opuscolo;<br />

Percorso di formazione e Stage per conduttori e attori.<br />

Spazi<br />

Palestra della casa di riposo di Pieve di Soligo, spazio ideale per l’attività teatrale,<br />

adatto sia per dimensioni, ergonomia e flessibilità dell’arredamento e attrezzato con<br />

apparecchiature e materiali adatti;<br />

Risultati astratti (out come)<br />

- Apertura al diverso, meno autoreferenzialità;<br />

- Relazioni, plus valore rappresentato dall’incontro “orizzontale” tra persone<br />

diverse una dall’altra (disabili, volontari, trainer, studenti) e dall’incontro<br />

“verticale” tra esperienze diverse (gruppi);<br />

- Identità del gruppo, valorizzazione singolarità;<br />

- Conoscenza nuove realtà teatrali, confronto;<br />

- Stabilità esperienza teatrale;<br />

- Pubblicizzazione, impatto gruppo, visibilità maggiore;<br />

- Soddisfazione e coinvolgimento famiglie;<br />

A fine di quest’analisi si può ben vedere come il progetto qui presentato possa<br />

diventare occasione per il gruppo di teatro iniziale (volontari e ragazzi disabili) di<br />

aprirsi al territorio, a nuovi attori, realtà, contatti, reti, esperienze.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Tabella Risultati<br />

Risultati<br />

(Output)<br />

Formalizzazio<br />

ne attività<br />

teatro<br />

Nuovo team<br />

conduttori<br />

Nuovo<br />

gruppo<br />

teatrale<br />

Formazione Percorso<br />

condiviso<br />

Stage Giornate,<br />

stage<br />

Pubblicizzazio<br />

ne-visibilità<br />

Tipologia Data di Destinatari Caratteristi<br />

rilascio<br />

che<br />

Inserimento Con<br />

Associazione Stabilità,<br />

teatro nel approvazione<br />

serietà,<br />

programma progetto,<br />

garanzie<br />

attività settembre 2009,<br />

riunione<br />

straordinaria<br />

d’Associazione<br />

continuità<br />

Trainer ed Da ottobre 2009 Gruppo teatro Professionaliz<br />

educatore<br />

zazione,<br />

inseriti<br />

diversità<br />

competenze<br />

Studenti Da ottobre 2009 Gruppo teatro Eterogeneità,<br />

scuole<br />

superiori<br />

inseriti<br />

apertura<br />

Rassegna,<br />

convegno,<br />

opuscolo,<br />

replica<br />

spettacolo<br />

P1: Progetto Quelli Tra palco e realtà<br />

Da 2009 Conduttori Scambio,<br />

confronto<br />

Da 2009 Gruppo teatro Conoscenza,<br />

incontro<br />

Occasioni<br />

previste da P1<br />

4.2 CRITICITA’ E P<strong>UN</strong>TI <strong>DI</strong> FORZA (Esplicitare le difficoltà incontrate durante la<br />

realizzazione del project work, le sue implicazioni e i punti di forza individuati)<br />

Sono riuscita nel concreto a supervisionare la prima fase della progettazione legata<br />

all’ideazione e pianificazione. Ho cercato, da tirocinante e responsabile del Project<br />

Work, di gettare delle fondamenta più solide possibili, di coordinare insieme più<br />

risorse ed energie, di mantenere i contatti con una grande varietà di attori sia interni<br />

ma soprattutto esterni all’Associazione.<br />

Ad oggi vi sono tutte le premesse per dare avvio ad un’esperienza reale, ad ampio<br />

respiro, professionale di teatro integrato.<br />

48<br />

Gruppo teatro Apertura,<br />

impatto<br />

maggiore, rete<br />

Sede palestra Da ottobre Gruppo teatro Ampia,<br />

idonea,<br />

attrezzata,<br />

esterna<br />

Quantità<br />

Analisi<br />

questionari<br />

Selezione,<br />

provini<br />

Da gennaio a<br />

marzo 2009<br />

Da marzo a<br />

settembre 2009<br />

Opportunità<br />

da P1<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Si è riusciti grazie al partenariato ad ottenere non solo un finanziamento, ma a<br />

portare l’attività di teatro, da formula di passatempo extra, ad attività formale, di<br />

programma.<br />

I volontari, nonostante qualche perplessità iniziale circa l’apertura all’esterno del<br />

gruppo e l’inclusione di nuove forze, sono stati dapprima stimolati e poi essi stessi<br />

propensi ad aprirsi all’esterno. Ci si è resi essenzialmente conto di come il teatro e i<br />

laboratori fin lì condotti mancassero di un certo grado di professionalità:<br />

l’inesperienza dei volontari, alla prima occasione di teatro, la loro difficoltà nel<br />

gestire un gruppo, di valorizzarne risorse e potenzialità, l’inadeguatezza della sede a<br />

disposizione, l’autoreferenzialità vera e propria degli attori, chiusi nelle dinamiche e<br />

reti associative.<br />

L’opportunità di legarsi ad un Progetto già delineato nei suoi punti salienti, di livello<br />

provinciale, godendo dell’apporto e coinvolgimento del Centro di Servizio per il<br />

Volontariato, è stata l’occasione per compiere quel salto di qualità che mancava.<br />

Siamo partiti quindi con una serie di riunioni, incontri, per capire che direzione,<br />

come poter adattare, riarrangiare il Progetto Quelli Tra Palco e Realtà a nostro favore,<br />

tenendo conto delle iniziative già previste e predisposte, ma soprattutto facendo i<br />

conti con quelle che erano risorse, priorità, disponibilità e desideri del gruppo e<br />

dell’Associazione.<br />

Si sono presi contatti con il trainer professionista già individuato per noi dal CdS,<br />

nonché sono stati predisposti i volantini da inviare nelle scuole per coinvolgere i<br />

giovani.<br />

Molte perplessità ci sono state da parte dei volontari prima di arrivare a questo<br />

passo; si temeva fondamentalmente che questo trainer potesse prevaricare sul loro<br />

operato, diventare essenzialmente la nuova “mente” del gruppo e far di loro dei<br />

semplici esecutori. C’era poi la paura di iniziare dei laboratori centrati sulla tecnica<br />

dell’improvvisazione, dove il copione e le battute pre-confezionate erano poco<br />

utilizzate.<br />

Questo dava ai volontari poca sicurezza: “Ce la faranno i ragazzi a ricordarsi le parti<br />

senza un copione? Ci sarà tempo per preparare lo spettacolo se sono previsti una<br />

serie di laboratori basati sui giochi di relazione? Come stimolare la creatività del<br />

ragazzo? Come far emergere da lui il contenuto dello spettacolo?”.<br />

E poi c’era il problema degli studenti, dei loro possibili pregiudizi, di un loro<br />

eventuale comportamento di derisione se non disimpegno.<br />

Dopo il colloquio con il trainer questa trama di interrogativi e preoccupazioni ha<br />

iniziato a dipanarsi. Si è capito fondamentalmente che lo sguardo e le idee<br />

viaggiavano nella stessa direzione. C’era da entrambe le parti la voglia di “cambiare<br />

aria”, di conoscere nuovi stili, di sperimentarsi con nuovi attori, di provare, rischiare,<br />

perché dei buoni presupposti erano già stati gettati con il partenariato.<br />

È stata molto allettante la prospettiva di avere, una volta realizzato il proprio<br />

spettacolo, tutta questa visibilità: la rassegna di teatro provinciale, il convegno,<br />

l’opuscolo, ma anche gli stage e la conoscenza di nuove esperienze teatrali. Era a tutti<br />

gli effetti un’enorme pubblicità per il gruppo. E poi la possibilità finalmente di darsi<br />

un’identità, di avere un nome, un logo.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

Il problema più consistente, ma presto arginato, si è legato all’impossibilità dei<br />

volontari di portare l’attività teatrale al pomeriggio. Inizialmente infatti il CdS aveva<br />

individuato per ciò che riguardava gli studenti da coinvolgere, un gruppo teatrale<br />

già costituito composto da studenti della città di Conegliano (TV).<br />

L’idea, trasferendo i laboratori nel pomeriggio, era quella di spostare l’intero gruppo<br />

di teatro dell’Associazione, nella sede in cui il gruppo di Conegliano si trovava<br />

abitualmente, ossia all’interno di un teatro vero e proprio messo a disposizione dal<br />

CdS.<br />

Il trainer aveva già avuto un’esperienza positiva con questo gruppo di studenti che<br />

da tempo, aderendo al Laboratorio Scuola e Volontariato, avevano maturato una<br />

certa preparazione al teatro.<br />

È subito parso chiaro che non vi era però alcuna possibilità né per i volontari, già<br />

impegnati nella loro occupazione, di anticipare i laboratori al pomeriggio, né da<br />

parte dei ragazzi dell’ Associazione di spostarsi, poiché già inseriti durante il giorno<br />

in altre attività.<br />

L’opportunità di provare all’interno di un vero e proprio teatro, di integrarsi con<br />

degli studenti già formati, nonostante il trasporto potesse essere garantito, è così<br />

sfumata.<br />

Considerata la disponibilità serale dei volontari, senza perdere altre occasioni si è<br />

pensato di coinvolgere studenti altri, anche se alla prima esperienza, ma propri del<br />

luogo, e quindi più liberi e disponibili ad incontrarsi il dopo cena.<br />

Il trainer si è dimostrato disponibile da subito sia ad un cambiamento di orario che di<br />

sede, in più c’è stata la concessione della palestra della casa di riposo di Pieve di<br />

Soligo, come nuovo spazio laboratoriale, giovando della reti di relazioni che<br />

l’Associazione Viezzer da tempo tesse nel territorio.<br />

L’ultima perplessità ha riguardato l’inserimento dell’educatore dell’Associazione<br />

all’interno dei laboratori.<br />

I laboratori erano anche sorti come occasione per i ragazzi disabili di “uscire dalla<br />

routine dell’Associazione”, stare con altre persone, allontanarsi dalle solite attività a<br />

scopo più terapeutico e assistenziale. Inoltre c’era la paura che con la partecipazione<br />

dell’educatore i ragazzi si sentissero inibiti, vincolati, o magari assumessero un<br />

atteggiamento di ribellione, per il fatto di veder invasa una loro “zona protetta”,<br />

personale, privata.<br />

Insieme all’educatore si è riflettuto sui pro e contro di questo suo eventuale<br />

inserimento. Il rischio era tanto, era in gioco la serenità e libera espressione dei<br />

ragazzi disabili, ma le opportunità superavano tutto ciò. Innanzitutto il percorso di<br />

fusione con degli studenti doveva essere ben monitorato e programmato, c’era<br />

bisogno di un mediatore, di una persona che conoscesse bene i ragazzi, i loro tempi,<br />

reazioni, bisogni. Questo a vantaggio anche di uno spettacolo centrato più sull’attore<br />

singolo, di un ruolo calato ad hoc, di una parte co-costruita insieme al ragazzo.<br />

L’ultima decisione è stata lasciata al gruppo intero che all’unanimità ha voluto<br />

l’educatore e la sua partecipazione.<br />

A distanza di otto mesi circa da cui è partito il progetto posso ritenermi molto<br />

soddisfatta e anche fortunata. Vi è stato un continuo e accurato lavoro di equipe con<br />

il Centro di Servizio di Treviso, ma soprattutto con volontari che fin da subito hanno<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

colto la positività di questa opportunità, incentivando la realizzazione di questo<br />

progetto.<br />

Infine il fatto di legarsi ad un Bando, di dover rispettare delle scadenze, garantendo<br />

una certa serietà, convinzione, ha permesso al progetto di partire da subito, una volta<br />

ottenuta l’approvazione del partenariato, con delle basi solide, beneficiando di un<br />

controllo trasversale.<br />

4.3. CONSIDERAZIONI FINALI<br />

Nel Master <strong>Disabilità</strong> ed <strong>interventi</strong> <strong>inclusivi</strong> nelle istituzioni e nel territorio, il termine<br />

“Integrazione” ha rappresentato il filo rosso conduttore di un percorso, durato tutto<br />

un anno, finalizzato a spostare lo sguardo di chi lavora con la diversità, in una<br />

prospettiva inclusiva.<br />

“Potrà farsi strada, nel mondo dell’efficienza, del merito, del profitto, ma anche del giudizio,<br />

una visione antropologica dentro la quale ciascuno è come è va bene così?” 24<br />

Questi sono gli interrogativi con cui dovrà confrontarsi nei prossimi anni chi si<br />

occupa di integrazione, e da questo è partito il progetto qui presentato, cercando di<br />

ribadire attraverso la strada “diversa” del teatro, la relatività della normalità e nello<br />

stesso tempo la ricchezza della diversità.<br />

Questo progetto ha messo in campo una pluralità di forze, ed il compito forse<br />

maggiore è stato forse quello di riuscire a coordinarle, a convogliarle in un’unica<br />

direzione.<br />

Si è proceduto per “prove ed errori”, cercando insieme di considerare più variabili<br />

possibili, più bisogni ed esigenze presenti, partendo dalla centralità del soggetto, per<br />

arrivare alla nascita e consolidamento di un nuovo gruppo attoriale.<br />

Siamo partiti con solide basi dettate da un partenariato fruttuoso e ricco di<br />

opportunità, ma non ci siamo fermarti qui, non abbiamo passivamente seguito le<br />

indicazioni e gli “appuntamenti” del Progetto Quelli Tra Palco e Realtà. Abbiamo<br />

invece cercato di adattarlo in toto alla realtà specifica in esame, ai nostri attori, alle<br />

nostre risorse e scelte.<br />

Da qui è nato questo progetto alquanto denso ed articolato, che prevede il<br />

coinvolgimento di tutti, attori e conduttori, nessuno escluso, e punta all’apertura ad<br />

un orizzonte territoriale più ampio.<br />

24 Montobbio Enrico, Lepri Carlo, Chi sarei se potessi essere, Ed. Del Cerro, 2000, p.21<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

4.4 PROSPETTIVE FUTURE ?<br />

Ogni azione educativa deve essere proiettata nel futuro. La progettualità pedagogica<br />

che non si appiattisce sul presente, che non nega evoluzione e miglioramento, è ciò<br />

che permette quel salto di qualità di cui c’è sempre più bisogno nei contesti che si<br />

occupano di educazione ed integrazione.<br />

Il Progetto Quelli Tra Palco e Realtà si presenta come la base, la garanzia su cui far<br />

evolvere un gruppo teatrale, quello dell’Associazione Viezzer, intenzionato a farsi<br />

conoscere il più possibile, ampliandosi e consolidandosi.<br />

La possibilità di poter far rientrare il laboratorio teatrale all’interno del programma<br />

associativo 2008/’09, a rispetto dei termini del partenariato, unita al coinvolgimento<br />

della figura dell’ educatore di riferimento, divengono uno stimolo per un proseguo<br />

dell’attività, un suo sviluppo nonché permanenza effettiva tra le attività proposte<br />

dall’associazione.<br />

È importante che il gruppo teatrale che si andrà formando non rimanga vincolato ai<br />

termini del Bando, ma faccia tesoro di questa esperienza per compiere anno dopo<br />

anno un gradino in più e diventare modello per altre realtà, continuando il percorso<br />

iniziato e sedimentando competenze ed abilità apprese.<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

ALLEGATI<br />

Strumenti di progettazione<br />

1. Albero dei problemi<br />

2. Albero degli obiettivi<br />

3. Analisi SWOTT<br />

4. Diagramma WBS<br />

4.1. WBS risultato A. al dettaglio<br />

4.2. WBS risultato B. al dettaglio<br />

5. Diagramma Valutazione/Monitoraggio<br />

6. Diagramma di GANTT<br />

7. Il questionario<br />

a. Conduttori<br />

b. Studenti<br />

8. L’intervista (Trainer esterno)<br />

Volantino di presentazione dell’attività teatrali per gli studenti<br />

Bando progetto <strong>DI</strong>SABILITA’ 2007<br />

BIBLIOGRAFIA GENERALE<br />

Libri<br />

- Azienda Unità Locale Socio Sanitaria N.9 Treviso, Direzione Servizi Sociali,<br />

Comunicare con la mente e con il corpo, Progetti di promozione delle autonomie e<br />

di integrazione nel territorio, valutazione attività realizzate nell’anno 2005, Treviso<br />

- Bernardi Claudio, Il teatro sociale. L’arte tra disagio e cura, Ed.Carocci, 2004,<br />

Roma<br />

- Bernardi Claudio, Cuminetti B., Dalla Palma S., I Fuoriscena. Esperienze e<br />

riflessioni sulla drammaturgia nel sociale, Ed.Euresis, 2004, Milano<br />

- CEOD MOEDACUS di MIRA, Per un applauso, 14 anni di esperienze teatrali del<br />

CEOD MOEDACUS di MIRA, 2006<br />

- Contin Claudia, Progetto Sciamano 2000. Esperienze di Teatro ed Handicap,<br />

Proposte per le attività di Drammatizzazione e Teatrali del Centro ANFFAS di<br />

Pordenone, Ed.Provincia di Pordenone, 2001, Pordenone<br />

- Fava Stefano, disabilità e tempo libero, Ed.Del Cerro, 2005<br />

- Giancaterina Fausto, Come evitare il giro dell’oca dell’assistenza, FrancoAngeli,<br />

2006<br />

- Merisi Ferruccio, Contin Claudia, Scene senza barriere. Interventi, esperienze,<br />

storie, biografie artistiche, lettere documentazioni e contributi raccolti fino al 2004<br />

dal territorio Italiano a partire dal convegno di Pordenone 15-21 Aprile 2002, Ed.<br />

Provincia di Padova, 2005, Pordenone<br />

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Il teatro sociale: un’esperienza di teatro integrato con attori disabili e normodotati<br />

Master 1° Livello - 2008<br />

- Pozzi Emilio, Minoia Vito, Di alcuni teatri delle diversità, Ed.ANC, 1999, Cartoceto<br />

- Zavagno Lucia, L’handicap a teatro: un valore aggiunto. Analisi di un’esperienza<br />

nell’ambito dei Servizi Sociali della Regione Veneto, relazione finali, Università di<br />

Padova, facoltà di Scienze della Formazione, A.A 2007/2008<br />

Riviste<br />

Teatri delle diversità, Ed. Associazione culturale Nuove Catarsi, Cartoceto<br />

Siti internet:<br />

www.andi.casaccia.enea.it/TeatroALM/progetto.htm<br />

www.teatroprova.com<br />

www.mangoni.net/cdh-bo/informazione/hp/archivio/search-tematica.asp<br />

www.fondazioneaida.it<br />

www.auraweb.it/articolo benessere.asp?cid=34&aid=1748<br />

www.pierogabelli.it<br />

www.teatro-integrato.it<br />

www.atlha.it/teatro/<br />

www.teatroaenigma.it<br />

www.ottavogiorno.net<br />

www.ullateatro.it<br />

www.area7.ch/leggi.asp?IDA=985&Edizione689<br />

www.teatroprova.com/template.php?pag=26082<br />

www.handicapearte.altervista.org/chisiamo.html<br />

www.galdus.it/materiali/skipper_4_laboratorio_teatrale.pdf<br />

www.handicapearte.altervista.org/tesi_federici.pdf<br />

www.handicapearte.altervista.org/tesi%20lucia%20sancisi.pdf<br />

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