ROSARIO PERPETUO - Predicazione

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iscattare la “meccanica delle Ave Maria“ e la “piatta abitudine delle formule” con un supplemento di cuore? In base a quali motivi possono affermare che le ripetizioni sono solo stanche ripetizioni e non piuttosto incessanti novità di contenuto, anche se espresse nella ripetizione delle formule? Nessuno ha il diritto di giudicare che cosa una persona ci mette dentro una litania. Sia nella litania della preghiera come in quella della vita ordinaria. Gli specialisti del quotidiano si riconoscono nel Rosario, perché nel Rosario riconoscono la loro vita, fatta di piccoli grani sempre uguali, ma tenuti insieme dal filo del mistero che dà loro un significato e una coerenza. Perché riconoscono nella Madonna la “complice” dei loro giorni feriali: e scelgono come compagna di viaggio Donne sostenitrici del quotidiano. 18 Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - gennaio - aprile 2013 proprio lei, la creatura che ha percorso una strada così simile alla loro. Insieme alla Vergine intendono camminare lungo la strada di tutti i giorni, scandita dai misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. E in ognuna di quelle tappe, al momento della speranza, della sofferenza, della gioia, sanno che c’è lei: silenziosa, discreta, ma presente. Lei che ci fa capire. Che ci aiuta a interpretare, scoprire il “piano di Dio”, custodire nel cuore anche ciò che appare incomprensibile, maturare nel dolore, nel silenzio e nel nascondimento le realtà vitali. Chi ama il Rosario non è uno specialista della ripetizione meccanica. È, piuttosto, uno abituato a ricominciare sempre. Nel Rosario come nella vita. Anche quando non ce la fa più, si è sicuri che domani ricomincerà. Si attaccherà alla corona e si attaccherà alla litania delle solite occupazioni. È una razza ostinata, quella. Per nostra fortuna! Se valutassimo la realtà con sguardo meno superficiale, ci accorgeremmo che la vita è tenuta insieme, non tanto dallo scotch delle nostre ambizioni e velleità, quanto da una modesta corona di azioni ripetute con uno spirito sempre nuovo. È logora quella corona. Ma “tiene”. Dobbiamo essere riconoscenti verso le persone disposte sempre a ricominciare. Abbiamo tutti bisogno che non s’incceppino. Preghiamo, dunque, per questi specialisti delle “solite cose”. Magari recitando per loro… il Rosario. Se lo meritamo. Tutti i giorni, s’intende. (A. PRONZATO, Le provocazioni di Dio, vol. II, p. 185s.). •••
All’inizio della nostra salvezza c’è il “sì” della Vergine Maria. UNICA E INDISPENSABILE ACCANTO A CRISTO “La Vergine Santissima fu lo strumento provvidenziale scelto dal Padre celeste per presentare al mondo il suo incomparabile Figlio. L’annuncio dell’angelo alla Vergine Maria (Lc 1, 26-38). Un quadro storico-geografico molto modesto (Lc. 1, 26-27). I personaggi, Maria e Giuseppe, sono due giusti, appartenenti al resto d’Israele, costituito dai cosiddetti anawin, i curvati, i poveri, vissuti nella fedeltà all’Alleanza e nella speranza del compimento delle promesse di Dio. Nazaret è un piccolo villaggio, mai ricordato nell’Antico Testamento, né in Giuseppe Flavio, né nel Talmud, tagliato fuori dalle grandi strade che collegavano l’Egitto con gli altri paesi del vicino Oriente. È proprio a partire da questo ambiente che Dio comincia a dischiudere un orizzonte nuovo e vasto: nella storia della salvezza, normalmente, Dio è dalla “piccolezza” che fa uscire le cose grandi. Un cammino di fede, sostenuto da un eccezionale catechista, l’arcangelo S. Gabriele (Lc. 1,28-38a). Il dialogo, contenuto in questi versetti, rivela in Gabriele la capacità didattica ed in Maria un progressivo cammino di fede. Gabriele conduce Maria sui sentieri della Bibbia; infatti le parole che pronuncia trovano continui riscontri nel testi dell’Antico Testamento: il saluto “kaire” (rallegrati) è un invito alla gioia messianica, preannunciata dai Profeti (Sap. 3, 14-15). L’espressione “il Signore è con te” si trova anche in Gen 28,15, rivolta a Giacobbe ed in Es 3,12, rivolta a Mosè. Nel presentarsi a Maria, l’Angelo inizialmente non ne pronuncia il nome; la chiama “piena di grazia” o più precisamente “tu che sei stata riempita di grazia”, sottinteso, da Dio: ella non è la sorgente della grazia; anch’ella è stata raggiunta dalla grazia, dall’amore gratuito di Dio. La reazione di Maria si è Il Bollettino del R.P. - A. XXIX - gennaio - aprile 2013 19
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