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• Usi e costumi • Storia della comunità ebraica • Storia del ghetto ...

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<strong>•</strong> <strong>Usi</strong> e <strong>costumi</strong><br />

<strong>•</strong> <strong>Storia</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>comunità</strong> <strong>ebraica</strong><br />

<strong>•</strong> <strong>Storia</strong> <strong>del</strong> <strong>ghetto</strong><br />

<strong>•</strong> Tempio Maggiore e Tempio Minore


L’Ebraismo fu la prima religione monoteista nella storia <strong>del</strong>l’umanità dalla quale<br />

discendono le altre due religioni monoteiste:il Cristianesimo e l’Islamismo.Il culto è fondato<br />

sulla Torah,il libro sacro per gli ebrei corrispondente all’Antico Testamento per i Cristiani.<br />

Questo libro prende anche il nome di Pentateuco, dovuto alla divisione di esso in altre 5<br />

differenti letture: Genesi,Esodo,Levitico,Numeri,Deuteronomio.<br />

Altri testi sacri sono il Talmud,la Halachà e il Midrash. Ogni ebreo deve recitare <strong>del</strong>le<br />

preghiere tre volte al giorno, quali sono: Shachrith,quella <strong><strong>del</strong>la</strong> mattina, Minchah,quella<br />

pomeridiana ed infine Arvith ,<strong><strong>del</strong>la</strong> sera.<br />

Il calendario ebraico è differente da quello cattolico in quanto non è solare ma<br />

lunare,ossia si basa sulle fasi lunari ed è composto da 12 o 13 mesi,a seconda se l’anno<br />

deve recuperare l’errore presente nella durata <strong>del</strong> ciclo lunare. Il culto ebraico non riesce<br />

a fare proseliti a causa <strong><strong>del</strong>la</strong> sua rigidità nelle regole,infatti tutti gli ebrei sono tenuti a<br />

osservare dei precetti,613 in tutto,le Mitzvoth.<br />

Tra le regole da rispettare ci sono quelle alimentari,infatti ogni ebreo può mangiare solo<br />

carne che sia kasher, cioè idonea alle leggi ebraiche. Queste restrizioni valgono anche<br />

per altri cibi:si possono consumare solo carni di ruminanti e che hanno lo zoccolo<br />

spaccato; mentre i pesci consentiti sono solo coloro i quali hanno sia pinne che squame.<br />

Non è consentito mischiare all’interno di uno stesso pasto carne e latticini.


Shabbat, è la festa <strong>del</strong> riposo che viene osservata ogni settimana, dal tramonto di<br />

venerdì sera a quello <strong>del</strong> sabato sera, da tutti gli ebrei.<br />

Il termine deriva dal verbo ebraico “Shabat” che significa smettere, inteso come<br />

smettere di compiere le azioni,infatti durante questa festività ogni ebreo cessa di<br />

lavorare e si riposa.<br />

La festa ricorda la redenzione dalla schiavitù <strong>del</strong> popolo ebraico in Egitto e il<br />

giorno,durante la creazione,in cui Dio si riposò.<br />

Durante la festa devono essere accesi dei lumi e solitamente è un rituale assegnato alle<br />

donne, in quanto queste secondo l’Ebraismo portano la luce, detta la Shechinà.<br />

Le can<strong>del</strong>e che vengono accese sono due:una per sé stessi e un’altra per chi non può<br />

farlo.<br />

Durante la cena <strong><strong>del</strong>la</strong> sera e la mattina di sabato si deve recitare il Kiddush,la preghiera<br />

per i defunti, insieme ad una coppa di vino da cui si berrà alla fine <strong><strong>del</strong>la</strong> preghiera,infine<br />

al termine <strong><strong>del</strong>la</strong> festa si recita l’Havdalah.


Pesach:Il pesach è la ricorrenza di maggiore importanza nella religione <strong>ebraica</strong>. Il<br />

termine Pesach compare nel libro <strong>del</strong>l'Esodo, ovvero nella narrazione <strong><strong>del</strong>la</strong> fuga<br />

degli ebrei dall'Egitto.<br />

La festività denominata Pesach inizia il quindicesimo giorno <strong>del</strong> mese di Nissan, che<br />

solitamente corrisponde con il mese di Aprile, e viene celebrata per la<br />

commemorare l'esodo dall'Egitto.<br />

Secondo il Torah il popolo di Israele viveva segregato sotto schiavitù in Egitto. Fu<br />

Mosè a divenire il leader <strong>del</strong> popolo ebraico e a chiedere al Faraone di lasciare<br />

libero il suo popolo. Dopo la risposta negativa <strong>del</strong> Faraone, Mosè condusse il suo<br />

popolo attraverso il deserto <strong>del</strong> Sinai, e li il popolo ebraico visse per 40 anni. La<br />

tradizione <strong>ebraica</strong> vuole che durante questi 40 anni il popolo ebraico divenne più<br />

unito e solidale, preparandosi alla conquista di Israele.<br />

Bar mitzvah e Bat mitzvah:Sono due termini per indicare il momento in cui il bambino<br />

ebreo raggiunge l'età <strong><strong>del</strong>la</strong> maturità. Per le femmine viene chiamato Bat mitzvah e<br />

avviene a 12 anni e 1 giorno, invece per i maschi si chiama Bar mitzvah e avviene a<br />

13 anni e 1 giorno. Raggiunta l'età <strong><strong>del</strong>la</strong> maturità vuol dire diventare responsabile per<br />

se stesso nei confronti <strong><strong>del</strong>la</strong> legge <strong>ebraica</strong>. In seguito si offre un rinfresco con la<br />

famiglia, gli amici e i membri <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>comunità</strong>.


Chanukkà o Hanukkah è una festività <strong>ebraica</strong>, conosciuta anche con il nome di Festa <strong>del</strong>le<br />

Luci. In ebraico la parola chanukkah significa "dedica" ed infatti la festa commemora la<br />

consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la regalata libertà, data<br />

loro dai Greci. La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukah, inizia al<br />

tramonto <strong>del</strong> 24 <strong>del</strong> mese di Kislev. Secondo il procedere <strong>del</strong> calendario ebraico, quindi, il<br />

primo giorno <strong><strong>del</strong>la</strong> festa cade il 25 di Kislev.<br />

È l'unica festività religiosa <strong>ebraica</strong> che si svolge<br />

a cavallo di due mesi, inizia a Kislev e finisce in<br />

Tevet. In particolare se Kislev dura 29 giorni<br />

finisce il 3 Tevet, mentre quando Kislev ha 30<br />

giorni finisce il 2 Tevet. È, assieme a Purim, la<br />

seconda <strong>del</strong>le feste stabilite per decreto<br />

rabbinico, ovvero <strong>del</strong>le feste stabilite dopo il<br />

dono <strong><strong>del</strong>la</strong> Torah.La storia di Chanukkà non è<br />

inclusa nel libro <strong>del</strong> Tanach, ma appare nel<br />

primo e nel secondo libro dei Maccabei. I libri,<br />

sebbene non facciano parte <strong><strong>del</strong>la</strong> Torah, sono<br />

parte <strong>del</strong> complesso deuterocanonico. Questo<br />

complesso, pur non essendo stato codificato<br />

per l'ebraismo come parte <strong>del</strong> testo sacro, lo<br />

divenne per la Chiesa cattolica e per la Chiesa<br />

Ortodossa.Intorno al 200 a.C. Il miracolo di<br />

Chanukkà è narrato nel Talmud, ma non nel<br />

libro dei Maccabei. La festa celebra la<br />

sconfitta, per mano di Giuda Maccabeo, dei<br />

Seleucidi e la successiva riconsacrazione <strong>del</strong><br />

Tempio.


La festività, durante gli otto giorni, è caratterizzata dall'accensione dei lumi di un particolare<br />

can<strong>del</strong>abro ad otto braccia chiamato chanukiah.La storia, riportata nel Talmud, racconta che<br />

dopo la riconquista <strong>del</strong> Tempio, i Maccabei lo spogliarono di tutte le statue pagane e lo<br />

sistemarono secondo gli usi ebraici. Scoprirono, inoltre, che la gran parte degli oggetti rituali era<br />

stata profanata. Secondo il rituale, la menorà <strong>del</strong> Tempio doveva essere illuminata in<br />

permanenza con olio di oliva puro. Nel Tempio però trovarono olio sufficiente solamente per<br />

una giornata. Lo accesero comunque mentre si apprestavano a produrne <strong>del</strong>l'altro.<br />

Miracolosamente, quel poco olio durò il tempo necessario a produrre l'olio puro: otto giorni. Per<br />

questo motivo gli ebrei accendono ogni giorno <strong><strong>del</strong>la</strong> festa una can<strong>del</strong>a in più rispetto al giorno<br />

precedente.Nel Talmud sono presentati due pareri. Uno indica come nel primo giorno si<br />

accendano tutte le otto luci <strong><strong>del</strong>la</strong> chanukiah ed ogni giorno se ne accenda una in meno<br />

rispetto al precedente. L'altro parere, al contrario, prescrive di accendere solo la prima<br />

can<strong>del</strong>a nel primo giorno ed aumentare di una can<strong>del</strong>a ogni giorno successivo. I seguaci di<br />

Shammai seguono il primo parere, quelli di Hillel il secondo (Talmud, trattato <strong>del</strong>lo Shabbath<br />

21b). Giuseppe ritenne che le luci fossero simbolo <strong><strong>del</strong>la</strong> libertà ottenuta dal popolo ebraico nei<br />

giorni che Chanukkà commemora. Prima <strong>del</strong> XX secolo questa veniva considerata una festa<br />

minore. Con la crescente popolarità <strong>del</strong> Natale come maggiore festività <strong>del</strong> mondo<br />

occidentale e l'istituzione <strong>del</strong>le accensioni pubbliche <strong><strong>del</strong>la</strong> chanukkià, Chanukkà cominciò a<br />

rappresentare sia una celebrazione <strong><strong>del</strong>la</strong> volontà di sopravvivere <strong>del</strong> popolo ebraico, sia una<br />

festività che marchi il dominio <strong><strong>del</strong>la</strong> luce sull'oscurità, ciò che acquista un significato particolare<br />

in corrispondenza con l'inizio <strong>del</strong>l'inverno e durante il periodo <strong>del</strong>l'anno in cui le giornate sono<br />

più corte.Al giorno d'oggi, durante le sere di Chanukkà, c'è l'uso promosso dal movimento<br />

Chabad, presso numerose <strong>comunità</strong> in tutto il mondo, di celebrare l'accensione <strong>del</strong>le can<strong>del</strong>e<br />

in maniera pubblica. Numerose persone si ritrovano in una piazza centrale <strong><strong>del</strong>la</strong> città dove è<br />

stata installata una grande chanukkià. Il presidente <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>comunità</strong> o il rabbino capo, tengono<br />

un breve discorso, recitano la beracha (benedizione) sulle can<strong>del</strong>e e inaugurano la festa. I<br />

presenti solitamente intonano inni gioiosi ed eseguono tipici balli ebraici. Dolce tipico <strong><strong>del</strong>la</strong> festa<br />

è una sorta di bombolone chiamato sufgagnà che, essendo fritto nell'olio, vuole ricordare l'olio<br />

consacrato che tenne in vita la luce <strong>del</strong> Tempio.


- La kippah (ebraico: הָּפִּכ,<br />

plurale kippot; yiddish:<br />

עקלמרַאי) yarmulke, plurale yarmulkes) è il<br />

copricapo usato correntemente<br />

dagli Ebrei osservanti<br />

maschi all'interno dei luoghi di<br />

culto; è uso degli ebrei<br />

osservanti coprire comunque il<br />

capo in segno di rispetto verso<br />

Di<br />

o, e a tale scopo un qualsiasi copricapo adatto.<br />

Tra gli ebrei riformati e<br />

conservativi anche le donne indossano la<br />

kippah, mentre l'uso <strong>del</strong> capo coperto, - La ma Menorah non con (ebraico: la הרונמ) è un can<strong>del</strong>abro a sette braccia<br />

kippa<br />

che<br />

h è proprio <strong>del</strong>le donnesefardite nell'antichità di rito orientale. veniva acceso all'interno <strong>del</strong> Tempio di Gerusalemme<br />

attraverso combustione di olio consacrato.<br />

Il progetto originale, la forma, le misure, i materiali e le altre specifiche<br />

tecniche si trovano per la prima volta nella Torah, nel libro<br />

<strong>del</strong>l'Esodo, in corrispondenza <strong>del</strong>le regole inerenti il Tabernacolo.<br />

Le stesse regole adottate poi per il Santuario di Gerusalemme.<br />

La Menorah è uno dei simboli più antichi <strong><strong>del</strong>la</strong> religione <strong>ebraica</strong>.<br />

Secondo alcune tradizioni la Menorah simboleggia il rovo ardente<br />

in cui si manifestò a Mosè la voce di Dio sul monte Horeb,secondo<br />

altre rappresenta il sabato (al centro) e i sei giorni <strong><strong>del</strong>la</strong> creazione.<br />

Evidenze dimostrano la sua derivazione da antichissime tradizioni<br />

indoeuropee mediate dagli Ariani invasori nel<br />

nord <strong><strong>del</strong>la</strong> Mesopotamia nella prima metà <strong>del</strong> II millennio a.C., in<br />

particolare, vi è la corrispondenza con la divinità vedica<br />

Ag<br />

ni che era rappresentato appunto con un fuoco con sette fiamme.


- Lo Scudo di David, o anche sigillo di Salomone,<br />

è la stella a sei punte, comunemente chiamata<br />

Stella di David.<br />

Insieme con la Menorah rappresenta la civiltà e<br />

la religione <strong>ebraica</strong>.<br />

Diventata simbolo <strong>del</strong> sionismo fin dal primo<br />

congresso di Basilea (1898), è presente nella<br />

bandiera <strong>del</strong>lo Stato di Israele (insieme alle fasce<br />

blu <strong>del</strong> Talled) a partire dal 1948, quando la<br />

bandiera sionista diviene quella ufficiale <strong>del</strong>lo<br />

Stato di Israele.<br />

La "stella a sei punte" è anche un simbolo molto<br />

diffuso nella cabala e nell'occultismo più in<br />

generale.<br />

Pagina iniziale


La <strong>comunità</strong> <strong>ebraica</strong> di Roma è la più antica <strong>comunità</strong> d’Europa che vanta una storia<br />

continua ed ininterrotta. Il primo insediamento ebraico a Roma risale a 2200 anni fa.<br />

Durante l’impero romano la <strong>comunità</strong> <strong>ebraica</strong> di Roma si sviluppò e divenne uno dei<br />

più importanti centri ebraici <strong><strong>del</strong>la</strong> diaspora.<br />

Nel medioevo la <strong>comunità</strong> mantenne le sue tradizioni, e rimase attiva nella copiatura e<br />

nella traduzione dei codici; inoltre fece da ponte culturale tra il mondo latino <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

chiesa cattolica e l’Islam. Negli anni <strong>del</strong>l’ età medioevale gli ebrei subirono diverse<br />

persecuzioni, ricordiamo la I crociata nella quale si manifestò una forma di odio<br />

popolare nei confronti <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>comunità</strong> <strong>ebraica</strong>.<br />

Durante il rinascimento, nel 1492, gli ebrei furono espulsi da Spagna, Sicilia, Portogallo e<br />

Sardegna e portarono a Roma le loro usanze sefardite che convissero insieme a quelle<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> tradizione locale.<br />

(sefarditi = termine che indica sia gli ebrei spagnoli medievali sia quelli discendenti <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

diaspora che ne hanno tramandato il rito. Questi hanno sviluppato una cultura<br />

caratterizzata principalmente dall’uso <strong><strong>del</strong>la</strong> lingua,<strong><strong>del</strong>la</strong> filologia e dei concetti <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

filosofia araba)


Nel 1555 papa Paolo IV costrinse gli ebrei a vivere in un<br />

quartiere separato e recintato(il <strong>ghetto</strong>) presso il fiume<br />

Tevere, zona soggetta ad inondazioni, con cancelli chiusi al<br />

tramonto e riaperti all’alba. Agli ebrei furono precluse la<br />

maggior parte <strong>del</strong>le attività, e furono cosi costretti a<br />

dedicarsi al piccolo commercio; tra le restrizioni giuridiche,<br />

sociali ed economiche, vi era quella che impediva agli<br />

ebrei di avere più di una sinagoga. Inoltre erano costretti<br />

ad assistere a prediche che miravano alla loro conversione,<br />

tenute nelle chiese adiacenti al <strong>ghetto</strong>. Nonostante le<br />

avversità, la vita <strong>ebraica</strong> procedeva e in questo periodo ci<br />

fu nel <strong>ghetto</strong> un rilevante aumento demografico.<br />

Il regno dei Savoia ebbe il merito di aver concesso per primo nella metà <strong>del</strong>l’ottocento<br />

l’emancipazione agli ebrei di Italia. Per quanto riguarda Roma,durante tutto il<br />

Risorgimento,le condizioni degli ebrei rimasero invariate; infatti l’Urbe era ancora sotto il<br />

controllo autoritario <strong>del</strong> papa. Solo, con l’annessione di Roma al regno d’Italia, il 13<br />

ottobre <strong>del</strong> 1871 un decreto reale abolì tutte le differenze religiose. Gli ebrei italiani<br />

entrarono nelle guerre risorgimentali per ottenere parità di diritti e ne uscirono come<br />

cittadini italiani. Entrarono così a far parte <strong><strong>del</strong>la</strong> vita politica e sociale <strong>del</strong> paese,<br />

occupando ad esempio numerose cattedre universitarie.


Nei primi anni <strong>del</strong> regime fascista Mussolini condusse una politica di tolleranza nei confronti<br />

degli ebrei italiani e accolse i profughi <strong><strong>del</strong>la</strong> Germania hitleriana. Nonostante ciò ci furono<br />

alcuni ebrei che rimasero nemici dichiarati <strong>del</strong> regime e che temevano un avvicinamento<br />

<strong>del</strong> governo fascista a quello hitleriano. A tal proposito Mussolini smentì più volte<br />

pubblicamente che il governo avrebbe adottato misure antisemite. Dopo la venuta di<br />

Hitler a Roma, nel maggio <strong>del</strong> 1938,il 1° luglio <strong>del</strong>lo stesso anno venne pubblicato il<br />

“Manifesto <strong><strong>del</strong>la</strong> razza” in cui si sostenne l’assurda teoria <strong><strong>del</strong>la</strong> purezza <strong><strong>del</strong>la</strong> razza italiana<br />

prettamente ariana e che gli ebrei sarebbero stati estranei e pericolosi al popolo italiano.<br />

Durante tutta l’estate <strong>del</strong>’38 la stampa italiana pubblicò articoli diffamatori contro gli ebrei,<br />

preparando l’opinione pubblica alla legge persecutoria ed antisemita, di puro stampo<br />

nazista, <strong>del</strong> settembre 1938.<br />

Tutti gli ebrei italiani, da quel momento in poi, furono<br />

messi al bando dalla vita pubblica e sociale. Il<br />

periodo ’38-45 fu tragico; a partire dal 16 ottobre 43<br />

gli ebrei romani vennero perseguitati e condotti ai<br />

campi di sterminio.<br />

Durante le persecuzioni razziali, il popolo italiano,<br />

conscio <strong>del</strong> pericolo al quale si esponeva,protesse gli<br />

ebrei nascondendoli nelle loro case, nei monasteri e<br />

aiutandoli a fuggire verso la Svizzera. Ma anche gli<br />

ebrei si fecero onore nelle lotte <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

Resistenza;insieme ai loro fratelli italiani, gli ebrei<br />

combatterono e morirono per la libertà e la giustizia;<br />

perché libertà e giustizia sono beni a tutti preziosi, ma<br />

in modo particolare a chi per secoli ne è stato privato.<br />

Pagina principale


Voluto dal Papa Paolo IV con la bolla papale “Cum nimis absurdus”nasce nel 1555, il<br />

Ghetto raccoglierà tutti gli ebrei romani che nel corso dei secoli precedenti (dal I sec.<br />

A.C.) si erano insediati nella zona <strong>del</strong>l’Aventino e di Trastevere. La zona veniva chiusa al<br />

tramonto e riaperta all’alba tramite due porte, con l’aumentare <strong><strong>del</strong>la</strong> popolazione<br />

aumentarono i fabbricati <strong>del</strong> rione S’Angelo (nome originario <strong><strong>del</strong>la</strong> zona adibita a<br />

Ghetto) e le porte di accesso divennero ben otto..<br />

« Poiché è oltremodo assurdo e disdicevole che gli<br />

ebrei, che sono condannati per propria colpa alla<br />

schiavitù eterna, possano, con la scusa di esser<br />

protetti dall'amore cristiano e tollerati nella loro<br />

coabitazione in mezzo ai cristiani, mostrare tale<br />

ingratitudine verso di questi, da rendere loro<br />

ingiuria in cambio <strong><strong>del</strong>la</strong> misericordia ricevuta, e da<br />

pretendere di dominarli invece di servirli come<br />

debbano; Noi, avendo appreso che nella nostra<br />

alma Urbe e in altre città e paesi e terre sottoposte<br />

alla Sacra Romana Chiesa, l'insolenza di questi<br />

ebrei è giunta a tal punto che si arrogano non solo<br />

di vivere in mezzo ai cristiani, ma anche in<br />

prossimità <strong>del</strong>le chiese senza alcun distinzione nel<br />

vestire, e che anzi prendono in affitto case in vie e<br />

piazze principali, acquistano e posseggono<br />

immobili, assumono balie e donne di casa e altra<br />

servitù cristiana, e commettono altri misfatti a<br />

vergogna e disprezzo <strong>del</strong> nome cristiano [...] »


Come emerge dalla bolla papale <strong>del</strong> 1555 , ogni ebreo romano doveva<br />

risiedere all’interno <strong>del</strong> Ghetto ,portare un distintivo che lo rendeva identificabile<br />

e poteva solo commerciare vestiti usati o stracci . Dal 1586 papa Sisto V<br />

eliminò diverse restrizioni e ampliò di tre ettari il Ghetto. La prima vera svolta<br />

però avvenne nel 1798 con l’entrata di truppe francesi a Roma che<br />

proclamarono la parità dei diritti degli ebrei nei confronti dei cittadini romani.<br />

Questa condizione durò poco, purtroppo nel 1815 furono di nuovo sottoposti a<br />

vessazioni varie..nel‘25 Leone XII amplierà ulteriormente le mura <strong>del</strong><br />

Ghetto ,mura che poi saranno abbattute nel 1848 da Pio IX a seguito <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

proclamazione <strong><strong>del</strong>la</strong> Repubblica Romana, alla caduta di quest’ultima si ritornò<br />

alle vecchie vessazioni <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>comunità</strong> <strong>ebraica</strong>. Con la presa di Roma nel 70 e<br />

la caduta <strong>del</strong> potere temporale <strong><strong>del</strong>la</strong> chiesa il Ghetto fu definitivamente<br />

abolito.<br />

Il Ghetto oggi appare come un normale<br />

quartiere centrare di Roma, ma appena si<br />

entra in via Arenula , o in via <strong>del</strong> portico<br />

d’Ottavia o quando si stà sul lungotevere<br />

de’ Cenci si respira la cultura <strong>ebraica</strong>,dai<br />

profumi dei tipici dolci e varietà di pane<br />

ebraiche ai colori <strong>del</strong>le bandiere e dei<br />

gadgets per turisti alle iscrizioni sui muri tutto è<br />

pregno di un amore incondizionato di una<br />

<strong>comunità</strong> verso la sua fede, la stessa<br />

<strong>comunità</strong> che si è dimostrata più forte di un<br />

destino avverso fatto di diaspore ed eccidi.<br />

Questo è il Ghetto oggi il simbolo di un entità<br />

culturale molto forte qual è quella <strong>ebraica</strong>.<br />

Pagina iniziale


La Sinagoga di Roma, uno dei più grandi templi<br />

d'Europa, fu costruita tra il 1901 e il 1904 e<br />

inaugurata nello stesso anno. Per volontà<br />

espressa dagli ebrei romani il nuovo Tempio<br />

doveva sorgere tra i due maggiori simboli <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

libertà romana: il Campidoglio, sede <strong>del</strong><br />

Comune, e il Gianicolo, luogo <strong>del</strong>le più aspre<br />

battaglie risorgimentali. Altro presupposto era<br />

che il Tempio fosse grande e visibile da ogni<br />

punto panoramico <strong><strong>del</strong>la</strong> città. La particolare<br />

architettura, ispirato a forme assiro-babilonesi,<br />

rende l’edificio eclettico. La sinagoga venne<br />

costruita in seguito all'unità d'Italia, quando<br />

Vittorio Emanuele II fece demolire e ricostruire il<br />

Ghetto di Roma. Il Tempio Maggiore si presenta<br />

come un edificio di grandi dimensioni,visibile<br />

anche da lontano,con un aspetto massiccio.<br />

L'edificio che aveva ospitato la sinagoga <strong>del</strong><br />

<strong>ghetto</strong> in precedenza, una complessa struttura<br />

che raccoglieva cinque scole in un'unica<br />

struttura, venne demolito per far spazio al<br />

nuovo grande tempio, progettato da Vincenzo<br />

Costa e Osvaldo Armanni.


La sinagoga è un luogo di studio, di riunione e gli ebrei la volevano ricca,<br />

monumentale e ben visibile Esternamente la struttura ha una base<br />

quadrata,sormontata da una grossa cupola, le pareti hanno color sabbia. Al<br />

piano terra ha sede la sinagoga grande: essa presenta una grande stanza<br />

centrale e due piccole navate laterali, il pulpito in fondo alla navata centrale<br />

non è un altare, ma è molto simile per poter essere paragonato a quelli <strong>del</strong>le<br />

chiese cristiane. In fondo alle due navate sono stati posizionati due piccoli<br />

Aron Ha-Kodesh, gli armadi che contengono i testi sacri ebraici, provenienti<br />

dalle vecchie scole. Nella parete centrale rivolta ad oriente è ben visibile<br />

l'imponente Aron Ha-Kodesh <strong>del</strong> Tempio Maggiore. Su tre lati <strong>del</strong> tempio in<br />

posizione rialzata,vi è la zona dedicata alle sole donne, il matroneo. Nella sala<br />

sono presenti diversi can<strong>del</strong>abri a 7 braccia, chiamati Menorah, e can<strong>del</strong>abri<br />

a 9 braccia, detti Hannukka. Questi can<strong>del</strong>abri sono presenti per festeggiare<br />

“l’accensione <strong>del</strong>le luci” che è un evento sacro e simboleggia la venuta di<br />

Dio.


La sala principale è rifinita con molti<br />

elementi in oro perché gli ebrei, per<br />

nascondere le ricchezze dalle<br />

perquisizioni tedesche li donavano<br />

alla sinagoga cosi i beni si<br />

conservavano e andavano alla<br />

<strong>comunità</strong>. Tutto l'interno <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

sinagoga, compresa la cupola, è<br />

riccamente decorato con motivi<br />

orientali. La cupola quadrata, non<br />

tonda come al solito, fatta in<br />

alluminio e dipinta internamente con<br />

l’immagine <strong>del</strong> giardino <strong>del</strong>l’ Eden,<br />

<strong>del</strong>imitato da 2 cedri e 2 palme;<br />

l’arcobaleno rappresenta la pace e<br />

le stelle i fe<strong>del</strong>i <strong><strong>del</strong>la</strong> religione, poiché<br />

Dio disse Maometto che avrà tanti<br />

discepoli quanti le stelle <strong>del</strong> cielo. Il<br />

piano posto sotto il livello <strong>del</strong> terreno<br />

ospita il ricco museo <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>comunità</strong><br />

<strong>ebraica</strong> di Roma e una stanzetta<br />

dove ha sede una piccola sinagoga,<br />

chiamata Tempio spagnolo, allestita<br />

con parte degli arredi provenienti<br />

dalla cinque scole un tempo esistenti<br />

all'interno <strong>del</strong> <strong>ghetto</strong>.


TEMPIO MINORE<br />

Gli ebrei di rito sefardita o spagnolo pregavano nella Scola Catalana e nella<br />

Scola Castigliana. Il Distrutte le Scole nel 1908, un tempio sefardita fu costruito sul<br />

Lungotevere Sanzio, su progetto degli stessi architetti Costa e Armanni che<br />

avevano eretto il Tempio Maggiore.<br />

L'edificio ospitava anche le scuole ebraiche, che si allargarono<br />

progressivamente finchè nel 1932 il Tempio Spagnolo dovette essere spostato nel<br />

seminterrato <strong>del</strong> Tempio Maggiore, dove si trova ancora oggi.<br />

Nel 1948 il Tempio Spagnolo fu ristrutturato e abbellito con gli arredi di marmi<br />

colorati provenienti dalle Cinque Scole, la cui atmosfera è ancora qui presente<br />

per la struttura <strong><strong>del</strong>la</strong> sala e la disposizione degli arredi, con l'aron e la tevà posti<br />

di fronte, sui lati maggiori. L'armadio per i rotoli <strong><strong>del</strong>la</strong> Bibbia proviene dalla Scola<br />

Nuova, mentre i due seggi di marmo pavonazzetto erano nella Scola Catalana.<br />

Il pulpito ottocentesco era in origine nella sinagoga Castigliana.<br />

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