Confessioni di un carcerato e altre poesie - Alessio Romano

Alessio Romano
Confessioni di un carcerato e altre poesie
principetradito@gmail.com
www.alessioromano.eu
In copertina:
Il carcerato
di Alessio Romano
(Collage fotografico)
Quest’opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
Italia.
Gennaio 2013

CONFESSIONI DI UN CARCERATO

Avvertenze:
v L’opera che segue (comprensiva della lettera che l’ergastolano Matteo scrisse, allora,
all’Imperatore, allegandovi la poesia che è composta da una sonettessa e sei sonetti, il cui filo
conduttore è parte della vita passata di suddetto) è una storia sostanzialmente inventata, frutto
della mia fantasia.
Pertanto i luoghi e gli avvenimenti non esistono, né mai esisterono (per quanto, almeno, con le
possibilità che ho, io riesca a intuire).
v Lo stile arcaico è da me assolutamente voluto, in questo caso più che in altri dove magari è
presente ma in modo involontario.
Auguro dunque una buona lettura, sperando di toccare in profondità con i miei argomenti, ma
anche di dilettare con l’armonia del suono di ciascuna parola, verso, sonetto/poesia; meta a cui, del
resto, da sempre aspiro.
ALESSIO ROMANO

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
FRAMMENTO DELLA LETTERA DI MATTEO GIACOMI
(ERGASTOLANO NEL CARCERE “OINÈ” PER DUPLICE OMICIDIO)
A SUA ALTEZZA L’IMPERATORE
Dal carcere “Oinè”
il XX/XX/XXXX
“Che l’infedeltà sia equamente punita affinché non rimangano altre ingiustizie da compiere!.
Io, Giacomi Matteo,
ex-commerciante di pregiate stoffe, ex scaricatore di porto, ex degustatore di vini e in séguito
accanito bevitore d’ogni genere di alcoolici, nelle più luride e malfamate bettole (senza mai,
peraltro, chiedere elemosina, essendo finito in miseria a forza di inseguire ciò che credevo
che irremovibilmente mi incalzasse senza tregua, finalmente la coscienziosa ragione
allumandomi sulla perniciosità di questa vita dedita alla dissolutezza) ed ex imbrattatele,
nonché di umili origini; e attualmente e “ad libitum” e ad litteram ergastolano nel carcere
“Oinè”: rendo omaggio a Vostra altezza l’Imperatore con un racconto in versi che mi sono
premurato di scrivere e che ho terminato nell’arco di poche ore.
Quando Voi mi vedeste, fra gli altri carcerati, in una vostra visita al carcere Oinè, e foste
dalla mia sembianza incuriosito, invitandomi ad esporVi quanto mi accadde per cadere in sì
gran disgrazia ed essere ergo gravato dalla pena dell’ergastolo, non Vi risposi che inutilmente
divagando, poiché non avevo i mezzi per far meglio e come si addica a queste occasioni: ero
infatti ancóra analfabeta, a quei tempi.
Mi diceste, o mio assoluto e regale Imperatore, che mi sarei potuto permettere in qualsiasi
momento di farVi chiamare per approfondire ciò che la Vostra curiosità abbia tanto
acutamente stuzzicato.
Confesso che abbandonai presto il proposito, scoraggiato dalla mia stessa persona, ma
pian piano, senza saperne il motivo, in questi cinque anni, ho letto e studiato molto così che
io adesso possa scrivere e in prosa, e in versi, decentemente; di sicuro non per vanità o per
mestiere, ma solo per bisogno.
Spero dunque che gradiate la mia ultima opera, che di me stesso narra senza tracce di
mendacia, e che con essa sia il Vostro interesse, riguardante me, soddisfatto appieno...”.

1 danno: pena, dolore, affanno, guaio.
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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
OPERA AUTOBIOGRAFICA IN SEI SONETTI E UNA SONETTESSA
IN ENDECASILLABI CON RIMA VARIA
SCRITTA DA MATTEO GIACOMI
(ERGASTOLANO NEL CARCERE “OINÈ”,
IN SÉGUITO AL SUO DUPLICE OMICIDIO)
I
(ABBA ABBA CDC DCD dEE eFF)
Un giorno la incontrai: bella, divina,
posata sul suo trono, seducente,
in una strada dove abietta gente
andava dalle sei di ogni mattina; 4
la contemplai con gioia cristallina,
poiché la desiravo, impertinente,
e mai e poi mai l’avrei ignorata; ingente
fu il danno 1 che provai per la «Regina». 8
Or quinci or quindi le cantai il mio amore
e in una notte d’una primavera
mi dichiarai, chiamandola: “O mio fiore!”... 11
«Non temo» digredii «né la galera,
né Morte, ma...» sostenni «ho un sol timore:
l’indifferenza per l’Amor che impera 14
adesso, in questa mera
casualità che noi pose vicini,
entro il mio cuor che dono a Voi!» ed acclini, 17
posai, piangenti, affini

Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
al suo desire, gli occhi e dissi, infine:
«Io V’amo e sono pronto alla mia fine!». 20
2 cani: in senso spregiativo se riferito ad un essere umano, come in questo caso.
7
II
(ABAB ABAB CDC DCD)
E dunque mi degnò d’un suo sorriso,
e dal suo tron discese, e la sua mano
mi tese, e io sorvolai quel bianco eliso
con un sorriso d’ebete, assai strano; 4
or qui rinchiuso, io sono, poiché ò ucciso...
ò ucciso uno dei cani 2 [forse invano?]
e ò uccisa pure dessa, a cui fui inviso
unicamente per avere amato, umano. 8
Sì, mi rammento... il suo giurare amore,
il suo giurare fedeltà in eterno,
il suo donarsi a me, con pio pudore... 11
così cantavo quando il freddo inverno
ci avvolse col suo mesto tenebrore:
«Io V’amo ancóra, V’amo! Ma è un inferno!». 14
III
(ABAB ABAB CDE CDE)

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
Ma lei taceva ad ogni mia domanda
e ad ogni mia premura si adirava,
se pria fu passionale... or smorta, blanda,
l’affetto vicendevole involava. 4
Usciva profumata di lavanda
e a sera, tardi, stanca, rincasava;
non uno si permise, ma una banda
di uomini volgari! E ne fu schiava. 8
Così che quando, un giorno, i passi ormái,
la vidi che, diretta ad una grotta,
un séguito di uomini adunò... 11
dall’ombra d’un cespuglio, ahimè, ascoltái:
«Tu pensa al deretano, ed io alla potta!»
dicevano e lei, dolce: «Oh, sì: verrò!». 14
IV
(ABBA ABBA CDE CDE)
Le donne, ormài lo so: sono così,
e nulla più mi importa dell’Amore!.
Purtroppo, assai, fui preso dal dolore
e bestialmente il cuore mio reagì!. 4
Dapprima finsi, a lei, che non capì,
ma dopo (ancóra inceso il mio furore)
furtivamente, verso il primo albore,
uscii, lasciando indietro chi tradì. 8
E alla locanda, un’ora, invano attesi,
quand’ecco: un volto, vedo, che mi è noto...
mi scaravento, cieco, tempestivo... 11

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“Oh quanto tempo, amore, invano spesi!”
pensai; sei colpi a segno ed uno a vuoto
e il ceffo 3 è adesso morto, prima vivo. 14
3 ceffo: colui, ovvero, che qualche verso prima avevo definito “cane”.
9
V
(ABAB ABAB CDE DEC)
C’è chi mi dice che premeditai,
ma io ben lo so, che dopo l’omicidio,
sebbene sofferente, ero nei guai.
Dio Santo – in cui non credo – come invidio 4
la fitta folla in cui ier camminai,
spregiandone l’orrendo stillicidio
di frasi, di parole e che giammai
avrei desiderato in mio sussidio! 8
Ma l’orrida violenza mi forgiò
ed io ne fui sovrano, ma anche schiavo,
e allora, ritornando a casa mia, 11
la mia Regina scossi da un ignavo
e marcescente oblio che mi causò
per anni un’«infondata» gelosia. 14
VI
(ABBA ABBA CDC DCD)

4 speglio: (ant., poet.) specchio.
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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
Non le fu dolce questo suo risveglio,
e le mie mani sporche, lungamente,
del sangue d’un immondo, fissamente,
guardò, ma poi ignorò: forse era meglio!. 4
Se solo avesse ammesso ch’ero sveglio,
se solo avesse pianto tristemente,
se solo avesse inteso!. Insofferente
la soffocai guardandoci allo speglio 4. 8
In questo mio silenzio mi isolai,
e poi... i gendarmi aprirono la porta,
mi presero da terra. Ero nei guai... 11
ma cosa mi interessa? Cosa importa?
Mi cinsero, menarono, ma io mai
rimpiansi le mie gesta; e odiai la morta. 14
VII
(ABBA ABBA CDC DCD)
«Tu, reo!» mi dice il giudice, severo.
«In cosa ti discolpi?». «Vostro onore,
se ho colpa pagherò, ma il mio dolore
non nasce dal nïente». Fui sincero!. 4
Ma lui ignorò, altezzoso, truce, fiero...
«Costui compié reato per amore»
poi disse, e mi indicò; e il gran clamore
stridette intorno a me, di questo impero. 8
«Ha ucciso due persone: va punito!»
gridò qualcuno. «Sì!» rispose un altro.
Il popolo si dava, inferocito. 11

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«Mettetelo alla gogna!». Era ierlaltro
che amai la mia Regina. Un infinito
languore5 mi redime e rende scaltro. 14
5 languore: Afflizione, angoscia (nel caso specifico).
11

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
ALLA SERA
(ABAB ABAB CDC DCD)
Lungo le rive del luttuoso fiume
discendo a sera, quando la marmaglia
ruba al mio cuore il suo prezioso lume
e vi arde, infame, il letto mio di paglia.
Così, annaspando stanco tra le brume 4
ove Speranza accresce e si attanaglia
contemplo ingordo splendere l’acume
del mio intelletto, ch’è un’infranta maglia. 8
Sorge, virtuoso, dal sepolcro inviso
di questo cielo cupo e minaccioso
fra i miei pensieri, un sol pensiero arriso 11
da questa Musa luminosa, annoso;
e in questo letto biancheggiante, il viso
io scorgo alfin discender dignitoso. 14

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1 tardi: tardi di mente, d’ingegno.
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GLI DEI CONTEMPORANEI
(ABAB ABAB CDE DCE)
Questi spilorci sudici e malati
rendono a me la vita assai infelice
e mi rinfacciano dei miei peccati
ciò che non piace, non li appaga, lice; 4
seguono avanti, tardi, consumati,
verso la morte che i suoi schiavi indice
fino a me, vivo, con i miei versati
pianti dolenti in questa vita attrice. 8
Chi mai li scorse nella loro infamia,
tanto boriosi e tanto fastidiosi,
in questa vita che reciderei? 11
Fluttuano inani, come timorosi,
figli di Giuda, prole di una lamia,
da sempre infinti in scostumati Dei. 14

14
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I RINTOCCHI DEL CORVO
(ABBA ABBA CDE EDC)
Il corvo gracchia la sua grande fame
laddove vige quest’umano spreco,
per questa fame è divenuto cieco
ed orbo è il mondo chiuso in un reame. 4
Le ali sue schiude che non sono grame;
porta lo sguardo, guarda poi di sbieco
questo reame lurido pur meco,
ché sono raggio di una ruota infame. 8
Se il mondo avanzi celere e glaciale
verso l’ignoto con il suo cocchiere
e la sua bestia che lo serve ancóra... 11
verso la fine di ogni sporca ora
dimenticando le sue primavere
gracchia quel corvo in questo funerale. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
LA DAMA
(ABBA ABBA CDE DCE)
«La dama è un gioco» disse la fanciulla
«tanto grazioso quanto micidiale:
se vincerai tu non avrai più eguale,
se perderai tu non avrai più nulla!» 4
e ciò dicendo dondolò la culla
ove il mio sogno si assopiva, astrale:
l’avere Amor, ché non amar fa male
come ad un fiore in una steppa brulla. 8
La folta chioma, seducente smosse,
gli occhi socchiuse dolcemente, intensi,
le cosce schiuse, le sue mani: ai seni... 11
ma quando mi ersi e il bianco cero spensi
pronto a baciare le sue labbra rosse
pian disparivano i suoi passi leni. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
ALLA LUNA
(ABBA ABBA CDE CED)
A questa luna io dedico i miei versi,
che mi contempla come fa una sposa,
della mia lira sempre più bramosa
e addolorata dei miei lai dispersi; 4
nel buio intenso i tenui strali ha immersi
ed io, suo archetto abile, armoniosa
aria pronuncio, docile, virtuosa,
sino a lei stessa, a cui i miei pianti offersi. 8
Sfioro le corde dei miei sentimenti,
guerriero, errando per solinga e bruna
plaga irreal che la rëal via dischiude; 11
sgomenti affondan e orridi, i lamenti
nell’oblio torbo che mia voce elude:
questa vittoria io dedico alla luna. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
ALL’ATRO SOLE
(ABBA ABBA CDE CDE)
All’atro sole dei miei canti spogli
riverso il pianto per gli antichi giorni,
quei lieti dì burlescamente adorni
di inadempienza, non di ornati fogli; 4
e tu, mia Musa, lietamente accogli
le mie passioni e lestamente storni
ogni ferita ch’entro me ritorni
ed ogni amabile momento cogli!. 8
Come arde il fuoco e da follia redime
di questa stella che sembrava oscura
la mia parola il reo tormento sana; 11
la melodia delle agognate rime
risuona dolce fra codeste mura
e non mi importa che sia eterna o vana. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
LA MIA TOMBA
(ABBA ABBA CDE CDE)
Io non avrò una degna sepoltura,
disparirò da questo insulso mondo
con nere mani 1 e batticuor giocondo 2:
questo sembiante mi donò Natura. 4
La mia risata 3 echeggerà più pura
del ciangottio di un torrentello biondo,
ed il dolore se ne andrà, profondo,
lungo i meandri in cui l’orror perdura. 8
Seguano me di quei ricordi belli
ciò che più brama il mio ferace cuore
ed il peccato resti a voi, soccomba! 11
Procedo lento fra i reali avelli
del cimitero mentre il corpo muore:
cado ed è il cielo la mia sola tomba. 14
1 con nere mani: con le mani sporche d’inchiostro.
2 batticuor giocondo: con euforia.
3 la mia risata: si ricollega all’euforia di cui accenno nel terzo verso della prima quartina (“batticuor giocondo”).

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
QUELLO CHE RESTA
(ABBA ABBA CDE EDC)
Quello che resta non mi basta più,
quello che resta lascia assai a pensare,
ciò che rimane del perduto amare,
nell’atro cielo qualche squarcio blu; 4
resta un fugace, effimero frufrù
in mezzo al dolce, assorto meriggiare,
l’anelo e fioco, smorto decantare
le ore notturne di quel reo cucù; 8
e se rimane solamente questo
a questa vita che rimane a me
ho assai pagato e non ho avuto resto, 11
or me ne vado languoroso e mesto,
per la tua assenza, per i miei perché,
sognando fiso, eternamente desto. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
IN ASSENZA DEI RAGNI
(ABBA ABBA CDC DCD)
La ragnatela è questa, ond’io dimoro,
la trama il mondo dove io non risiedo,
odia ciò che amo, aborre ciò in cui credo,
la ragnatela alcuni fili ha, d’oro; 4
l’arte la scansa, e l’arte è il mio tesoro
oltre il qüal mai veramente vedo,
la ragnatela dice che io la ledo
ogni qualvolta compio il mio lavoro; 8
non ha padroni o servi, solamente
la vittima che nutre il putre boia
a che a costui si dà infelicemente; 11
il “giustiziere” preso è dalla noia
ed è così che inventa, impertinente,
reati, colpe oscure, e invola gioia. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
TORMENTO ED ESTASI
(ABBA ABBA CDC DCD)
Come la luce in questa verde plaga
rischiara i fiori – tubano gli uccelli
sui nudi rami e istoriano gli avelli
del cimitero – e celere dilaga; 4
e come il buio che silente vaga
e che taccheggia luci intense o imbelli
ed ogni cosa che un chiaror favelli
in ogni notte che di lui s’appaga: 8
così la gioia del mio cuore è invisa,
per il tormento che i miei lai consuma
e resta fuori, timida e indecisa; 11
ma poi sogguardo splendere una piuma
nel calamaio e la mia sorte è arrisa...
poiché m’è guida nell’astiosa bruma. 14

Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
1 altèri: (lett.) nobili, maestosi (in questo caso).
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LA MIA SPERANZA
(ABBA ABBA CDE DCE eFF)
La mia Speranza è luminosa, aprica,
guarda il Destino dall’oscura cella
in cui dimora; luminosa è, bella
come un’amante che sia pure amica; 4
non vale meno di una corta spica
ed ogni spica il proprio campo abbella,
meco soffermasi a parlar, favella
di ciò che il celere Destino indìca; 8
la mia Speranza è generosa, tanto,
la trovo, a volte, in un comune vino
ed altre, infine, in certi strani versi, 11
ma ciò che infame e orribile il Destino
ruba a Speranza (e Gloria e Pace e Vanto)
io lo ritrovo in ciò che ieri persi; 14
oscuri giorni e avversi
splendono, altèri 1, dove non esiste
materia gretta, e Verità mi assiste. 17

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
AMORE
I
(ABBA ABBA CDE CED)
Oh, come geme questo inviso canto!
Mite fanciullo che mi dà lezioni...
e m’incammino senza più ragioni
ma lui, Cupìdo, mi rimane accanto. 4
E se ‘l mio cuor da cieco Amore è infranto,
se la sua voce non ha più canzoni
che quella sola, non avrò emozioni
che per il cuore tristemente affranto!. 8
Ma il cuore parla a quel puttino casto,
fervido espone, tergiversa, sverna 1
tutto l’amore che entro sé dimora... 11
«Oh, quanto è fragile l’Amore, e vasto,
anzi, infinito!». Ma un pensiero accora:
la vita è breve e la canzone è eterna. 14
II
(ABBA ABBA CDE EDC)
1 sverna: da svernare: solitamente detto di uccelli (cantare alla fine dell’inverno), ho voluto usare questo termine,
che riesce forse un po’ forzato, per dire precisamente, che il cuore sviscera, in questa circostanza,
innocentemente a Cupìdo, la propria gioia dovuta, tra l’altro, alla ora scoperta, trovata, libertà di poterlo fare.

Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
2 seno: parte intima, profonda dell’animo, del cuore o di un’entità, di una struttura ecc...
3 Corazzini: Sergio Corazzini, poeta romano (1806 – 1907) appartenente alla corrente del
crepuscolarismo.
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Pieno è il sentiero di screziati fiori,
di arbusti verdi, e il cielo è assai sereno,
procedo fiero, ma non so qual seno 2
mi estinguerà quei divampanti ardori; 4
quante le forme, e quanti bei colori!.
Ma sento il gelo del fatal veleno.
Morirò presto ed anzitempo peno.
Vado ramingo, spero che migliori. 8
Dov’è Cupìdo?. Erma è la strada, nera.
Non vi è la luna e un manto occulto è il cielo.
Ecco un lampione, e Corazzini 3 è morto. 11
Quando il mattino dolcemente è sorto
mi innamorai, e mi ritrovo anelo...
mi innamorai, e siamo già alla sera. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
ELOGIO ALLA MUSICA
(ABBA ABBA CDE EDC)
La musica ha un sapore indefinito,
non ha morale, è lieve, spensierata,
non la dimentica chi un dì l’ha amata,
non la può amare chi vi scorge un rito. 4
La musica riporta l’infinito
piacere che la vita consumata
dall’orrida ignoranza ormai elogiata
da un cumulo di pazzi, ha inaridito. 8
La musica riscalda da un freddore,
distoglie bene dall’insofferenza
e ispira sempre l’arte che in te vive; 11
dolce compagna, le sue note prive
di oscenità ridestan la coscienza
che si assopì per via del gran rumore. 14

Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
1 porto: ambiente che offre sicurezza e rifugio.
2 scorto: agile, chiaro, avveduto, accorto.
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IL SOGNO DI UN UCCELLO
(ABBA ABBA CDE CED)
Nota dell’autore:
Ho voluto mettere in versi la storia che l’allora maggiordomo nel palazzo di Re Edward, mi illustrò una sera nella locanda “di
Serina”. Egli vi era giunto in seguito a un lungo e straziante viaggio, dopo essersi dimesso dall’incarico, (risoluzione presa al
fronte di profondi dispiaceri e vari altri motivi).
«Lo seppellii» mi disse a terminare il racconto «ai piedi del cipresso, nel giardino del Re»; così io, bardo del reame d’Orfeo,
ho deciso di scrivervi un sonetto, variandolo appena con la mia fantasia; e presto tornerò dal mio Re per cantarglielo,
sperando, invero, che sia possibile imparare dagli errori altrui.
Quel rosignuolo che ogni mal consola
in una gabbia questa notte è morto;
inanimato, eternamente è assorto
nel desiderio in cui leggiero vola... 4
vaste distese che il mattino assola:
terso, sicuro ed accogliente porto 1,
nel proprio errare è degnamente scorto 2,
in questo eliso, a cui bellezza invola. 8
No! L’usignuol perennemente immoto
ebbe intonato un armonioso canto
a ciascun fior che sogguardò da lì... 11
Giunge il silenzio, e mi circonda: è vuoto:

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
profondo abisso in cui il mio cuor perì;
tumulo 3 e elèvo un accorato pianto. 14
3 tumulo: mettere nella tomba; seppellire. Mi riferisco all’uccello.

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
AMOROSI DISGUIDI
(ABBA ABBA CDC DCD)
Non fui per lei la dolce sua metà,
non fu per me ciò ch’io non desirai,
ella fu tutto, ed io non fui che lai
che lei ripudia e che giammai vorrà; 4
s’io fui colui che lei disdegnerà
non sarà lei colei ch’io disiai,
anzi, sarà colei ch’io mai e poi mai
vorrei al mio fianco, e mi desirerà. 8
Ma un desiderio io certamente l’ò,
è una chimera ch’ella mai saprà,
è un’utopia che lei, ch’io anelerò 11
con tutto il cuore... lei rifuggirà;
io l’amo ancora e la ricambierò
quando lei pure, lieta, mi amerà. 14

Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
“ ... il suo perpetuo spergiurare seca 1
ogni speranza che Virtù mi puose,
e se per caso questo cuore impreca
lei, fredda e ostile, appone le sue chiose 2 Mi innamorai d’una fanciulla cieca,
poiché vedeva solo certe cose,
la cecità della Bellezza arreca
pure al più eccelso sofferenze esose... 4
”. 8
Fisa, sgraziata, mi guardava andare
lungo quel fiume, fra le canne meste,
che si piegavano ad un soffio lieve; 11
non le importava di contraccambiare
il sentimento ch’io provavo e leste
schiuse le cosce a un godimento breve. 14
1 seca: secare: tagliare, segare.
2 “... il suo perpetuo... le sue chiose”: riporto pensieri che ebbi ai tempi in cui frequentai succitata fanciulla.
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LA CIECA
(ABAB ABAB CDE CDE)

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
LA DONNA CHE GUARDA
(ABBA ABBA CDC DCD)
Sì, mi guardava fissamente, ed io
la ricambiavo con ostilità,
in quello sguardo la soavità
mai fu presente, e a me sembrava un fio!. 4
Sottile, truce, mi guardava... “Rio”
sembrava dirmi... “Disumanità
ti generò, Perfidia e pur Viltà!”...
ma questo mondo, no: non era mio. 8
E allora un giorno mi vi avvicinai,
e lei si indispettì, ma mi baciò,
ed io un po’ tristemente ricambiai. 11
Poi senza dire nulla se ne andò
lasciandomi alla stregua dei miei lai:
oh sì, l’amavo! Ma non importò. 14

1 sicura: sicura di sé.
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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
LA VERITÀ TACIUTA QUANDO È DETTA...
(ABAB ABAB CDC DCD)
Fu bella, dolce, timida e sicura 1
a dire che mi amava, quella sera!
Ormài padrona della mia natura
bizzarra, si adeguò, fatale, vera!. 4
Le mani unite, per la via futura
ci incamminammo, nella notte nera...
la luna casta risplendeva, e pura,
nel plumbeo cielo, arcana, bella, intera. 8
Ma a un tratto lei lasciò cader la mano,
si allontanò e guardando disse, infine:
«Amarti già mi sembra disumano 11
poiché ad amare non mi sento accline!»
e ciò dicendo se ne andò lontano,
laddove io riscoprivo la mia fine. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
IL FIORE DEL MALE
(ABBA ABBA CDE DEC)
Quel che m’è dato è dato dall’Amore,
e se l’Amore dà quel che ha da dare
non vi sia onta in ciò che ho da narrare
di questa vita che designo “FIORE”. 4
Or non è molto che d’un sol colore
io questa vita mia da disdegnare,
poiché viziosa, presi a spennellare
in versi freddi e senza alcun bagliore. 8
Ma da luttuosi versi senza fine
io senza fine mi dimenticai
quanto l’Amore, ormài, mi raggirò; 11
se il vero amore ha, ottiene solo guai
permarrò sempre dolcemente accline
ad elogiarlo... ed amo ed amerò!. 14

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Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
CONDANNA ALLA VITA
(ABAB ABAB CDE CDE)
Qui mi ritrovo, in questo vano canto
della mia stanza sfitta e, ahimè, sgualcita;
con questo sciapo miserere; e accanto
ad una morte che si dà, smarrita; 4
non vedo stelle splendere nel manto
notturno e scorgo nella mia infinita
brama di amore un desiderio infranto:
la leggerezza d’una dolce vita. 8
Oh dolce vita che da me via fuggi!
Dolce carezza nel notturno sogno!
Dolcezza spoglia d’ogni vanità!. 11
Se questo sangue che mi dai poi suggi
con arroganza, la tua morte io agogno,
o Vita truce che mi ucciderà!. 14

34
Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
BASTARDA!
(ABAB ABAB CDE DEC)
Quant’ho penato al fine di elevare
nella mia vita ciò che non le è stato
mai attribuito, senza ricambiare
chi ama svilire il sogno più pregiato! 4
Quanto ho sofferto! Ma non so contare...
No! Veramente non ho mai contato,
se non per gioco, ed ora di giocare
non ho più voglia: sono disgustato!. 8
E per di più devo vagliar l’assenza
d’un dolce amore (che mia vita è, poi),
“lei” d’ogni uomo “amabile consorte”. 11
Ma se la vita “amabile” mi nòi
ciò vorrà dire che la sua presenza
mi sia funesta come sia la morte. 14

35
Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
TRISTEZZA
(ABAB ABAB CDC DCD)
Triste è la sera che mi dà una luce
lieve, persuasa della sua snellezza,
timidamente a contemplarla induce
e ad una lode dolcemente è avvezza. 4
C’è chi lo disse “malfamato” e “truce”
l’ “orrido” Buio che non ha certezza
d’essere accolto, che non dà o produce
niente oltre ai dubbi della sua loschezza. 8
E in questo buio mi disperdo ancora
come un naviglio che non ha catene
che lo trattengano, e si appresta l’ora… 11
Marosi infuriano fra le mie pene!
Non uno strale, se anche esiguo, sfiora
le fonde grotte, l’altro dì serene. 14

36
Alessio Romano – Confessioni di un carcerato e altre poesie – 2013
LA GIOIA CHE MI PREME È TANTO CARA
(ABBA ABBA CDE DCE)
La gioia che mi preme è tanto cara
che se mi allieto d’esto dolce olore
si addorme, alfine, ciascun meo dolore
che pria fu desto nella Sorte avara. 4
Ma s’esta Sorte dal dolore impara
ciò che non curi o disconosca Amore,
con lieta gioia soffierò il colore
del mio tormento nella tela chiara. 8
Bianca è la tela, ma la notte è nera!
E se la notte è tanto scura, sbianca
questo mio cuore in cui Dolore impera!. 11
Ma poi l’Amore ogni amarezza sfianca
con la sua luce abbacinante e vera,
e esilia Morte e allieta... Primavera. 14

INDICE
ALL’ATRO SOLE..................................................................................................... 17
ALLA LUNA............................................................................................................ 16
ALLA SERA ............................................................................................................ 12
AMORE ..................................................................................................................23
AMOROSI DISGUIDI .............................................................................................. 28
BASTARDA! ........................................................................................................... 34
CONDANNA ALLA VITA ......................................................................................... 33
CONFESSIONI DI UN CARCERATO.......................................................................... 3
ELOGIO ALLA MUSICA .......................................................................................... 25
GLI DEI CONTEMPORANEI.................................................................................... 13
I RINTOCCHI DEL CORVO ...................................................................................... 14
IL FIORE DEL MALE............................................................................................... 32
IL SOGNO DI UN UCCELLO .................................................................................... 26
IN ASSENZA DEI RAGNI ........................................................................................ 20
LA CIECA................................................................................................................29
LA DAMA ...............................................................................................................15
LA DONNA CHE GUARDA ..................................................................................... 30
LA GIOIA CHE MI PREME È TANTO CARA ............................................................36
LA MIA SPERANZA ................................................................................................ 22
LA MIA TOMBA...................................................................................................... 18

LA VERITÀ TACIUTA QUANDO È DETTA... ...........................................................31
QUELLO CHE RESTA............................................................................................. 19
TORMENTO ED ESTASI......................................................................................... 21
TRISTEZZA ............................................................................................................ 35