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ELEMENTI<br />
DI<br />
“OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Parte I –Nozioni generali sulla trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica.<br />
Parte II – Opere di sostegno delle linee elettriche.<br />
Parte III – Posa in opera dei conduttori.<br />
Parte IIII – Schemi & Tabelle relativi alla trattazione dell’argomento.<br />
Componenti del gruppo di ricerca:<br />
Diego BARLETTA<br />
Salvatore ESPOSITO<br />
Domenico NISI Ingegnere: D. Risi<br />
CLASSE: 5 a B / ELETTROTECNICA & AUTOMAZIONE<br />
Grottaglie, lì 09 Gennaio 1997<br />
I.T.I.S. “E. Fermi” - Francavilla Fontana (BR)<br />
Ribattitura a macchina digitale effettuata da: TAURISANO EMANUELE<br />
IV A-ET a.s. 2003-2004<br />
Francavilla Fontana, lì 27 Marzo 2004
INDICE:<br />
Pagg.<br />
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
2 Nozioni generali<br />
“Opere di Sostegno”<br />
4-11 Sostegni per le opere delle linee di trasmissione<br />
12-16 Posa in opera<br />
17-30 Tabelle & Schemi<br />
31 Bibliografia<br />
1
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Nozioni Generali<br />
Fin dall’inizio dell’industria elettrica ci fu la necessità<br />
di trasmettere l’energia dal luogo di produzione al luogo di<br />
consumo, tuttavia si cercò di limitare tale trasmissione, che<br />
riusciva difficile e costosa, sia costruendo le centrali termiche<br />
in prossimità dei luoghi di consumo, sia avvicinando gli<br />
stabilimenti che assorbivano molta energia alle centrali idroelettriche.<br />
Attualmente i progressi tecnici nella trasmissione sono tali<br />
da rendere conveniente, per economia generale del paese, produrre<br />
e rispettivamente consumare l’energia elettrica nei siti<br />
naturalmente più adatti e coprire con linee di trasmissione la<br />
distanza fra centrali di produzione in luogo di consumo.<br />
La tensione di queste linee è via via crescente con<br />
l’aumentare delle distanze da copiare e dalle potenze da trasmettere.<br />
La distribuzione dell’energia elettrica può essere considerata<br />
la prosecuzione della trasmissione fino a raggiungere<br />
l’utenza.<br />
La distribuzione si effettua a tre livelli di tensione decrescenti:<br />
- alta tensione (A.T.);<br />
- media tensione (M.T.);<br />
- bassa tensione (B.T.).<br />
La distribuzione in A.T. richiede una linea a tensione compresa<br />
fra 60 e 150 kV allacciata a entrambe l’estremità con<br />
stazioni ricevitrici dalle quali è alimentata.<br />
Dalle cabine primarie escono parecchie linee di M.T. con andamento<br />
radiale. La tensione preferenziale di queste linee è<br />
di 20 kV. Codeste linee coprono distanze assai diverse da casi<br />
in casi con un massimo di 20-30 km nelle zone a basso carico<br />
elettrico.<br />
2
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Gli allacciamenti in B.T. che costituiscono molti casi sono<br />
ormai tutti costituiti nelle tensioni unificate e precisamente:<br />
- a 380/220 kV (neutro a terra);<br />
- a 220/127 kV.<br />
In seguito alla trattazione de “Opere di Sostegno” verranno<br />
anche citati alcuni cenni sui vari tipi di isolatori, sulle<br />
varie connessioni e sui conduttori.<br />
3
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Sostegni per linee di trasmissione.<br />
I materiali usati nella costruzione dei sostegni delle linee<br />
sono il legno, il ferro ed il cemento armato.<br />
I pali in legno, semplici o abbinati a formare dei cavalletti,<br />
si usano esclusivamente per linee di secondaria importanza.<br />
I legni più usati sono l’abete, il larice, il castagno<br />
selvatico: fra questi il castagno è quello che dà i migliori<br />
risultati.<br />
Il maggiore inconveniente dei pali in legno è quello della<br />
breve durata, che raramente supera gli 8÷10 anni.<br />
In questi ultimi anni però è andato diffondendosi, specialmente<br />
all’estero, l’uso dei pali iniettati di sostanze antisettiche,<br />
le quali ostacolando la putrefazione del legno, riescono<br />
a prolungare la durata dei pali dai 15 ai 20 anni.<br />
L’iniezione si fa con soluzioni di solfato di zinco o rame,<br />
sia prima di tagliare la pianta, adattando alla cima mozzata<br />
una specie di grande imbuto contenente la soluzione, sia dopo<br />
il taglio, ma non più tardi di 10÷15 giorni. In quest’ultimo<br />
caso alle teste dei tronchi inclinati si adattano dei cappucci<br />
in ghisa in comunicazione con le tubazioni che portano la soluzione<br />
ad una pressione inferiore ai 10 m di acqua: la durata<br />
dell’operazione varia dai 10 ai 15 giorni e la concentrazione<br />
della soluzione deve essere del 2%. I sali sopradetti presentano<br />
l’inconveniente di essere molto igroscopici e solubili e<br />
di essere quindi in breve tempo asportati dalle acque piovane.<br />
Assai migliore, sebbene molto costoso, è il processo di iniezione<br />
dei pali con creosoto e cloruro di zinco: i pali vengono<br />
immersi per circa 4 ore in bagno di creosoto a 140°, quindi<br />
passati per circa mezz’ora in un bagno di olio di catrame<br />
freddo e successivamente ancora per 4 ore in un terzo bagno di<br />
cloruro di zinco.<br />
4
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Un ottimo processo conservativo dei pali consiste nel praticare<br />
a livello del terreno in cui il palo è piantato, un foro<br />
radiale comunicante con un secondo foro praticato lungo l’asse<br />
del palo della parte del piede e tappato: la cavità interna<br />
così ottenuta si riempie con una sostanza antisettica, la quale<br />
mantiene il piede del palo in ottime condizioni di resistenze<br />
contro la putrefazione. Un altro sistema protettivo<br />
contro la putrefazione, consiste nella spalmatura con catrame<br />
della parte del palo che deve essere interrata. Di minore efficacia<br />
è invece il sistema, pure qualche volta usato specie<br />
per i pali di castagno e robinia, di carbonizzare superficialmente<br />
il piede dei pali: i risultati che si ottengono non compensano<br />
in generale la spesa dell’operazione e l’indebolimento<br />
della sezione resistente.<br />
L’altezza massima dei pali in legno non supera generalmente<br />
i 16÷18 metri ed il diametro al piede varia progressivamente<br />
da circa 15 cm per pali da 8÷10 metri di altezza, fino a 25÷30<br />
cm per le altezze maggiori: il diametro in sommità non deve<br />
essere troppo piccolo affinché il sostegno riesca sufficientemente<br />
resistente.<br />
Le norme tedesche prescrivono che il diametro alla sommità<br />
dei pali non sia inferiore ai 15 cm per tensioni da 250 a 1000<br />
volt e non inferiore ai 18 cm per tensioni più elevate.<br />
L’attacco degli isolatori ai pali in legno si può fare semplicemente<br />
per mezzo di porta isolatori a gancio direttamente<br />
avvitati al palo. Se la distanza fra i fili deve essere notevole,<br />
gli isolatori si fissano a traverse in legno o in ferro<br />
applicate alla sommità del palo preferibilmente per mezzo di<br />
collari o staffe metalliche in modo da evitare la foratura del<br />
palo.<br />
Sostegni in legno di speciale resistenza, si possono formare<br />
accoppiandone due o più fra loro paralleli o ad angolo per<br />
mezzo di traverse in legno o metalliche.<br />
5
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
La messa in opera dei pali in legno si fa incastrandoli nel<br />
terreno per circa 1/5 della loro lunghezza consolidandoveli<br />
per mezzo di pietre. Quando il terreno è molto umido si usa<br />
talvolta incastrare il palo con un blocco di calcestruzzo:<br />
questa pratica però non è consigliabile perché riduce la durata<br />
del sostegno.<br />
In questi casi il miglior sistema è quello di formare nel<br />
terreno un blocco di calcestruzzo fino a fior di terra, ed incastrare<br />
verticalmente in esso due ferri ad U affacciati e<br />
sporgenti dal blocco per circa 1,5 metri di altezza: il palo<br />
viene appoggiato sul blocco di fondazione ed abbracciato dai<br />
ferri ai quali viene assicurato per mezzo di opportuni collari<br />
e chiavarde.<br />
Questa disposizione offre anche il vantaggio di permettere<br />
il facile ricambio del palo senza rimuovere il blocco.<br />
La cima dei pali si taglia a punta o a cuneo e per evitare<br />
la spaccatura, è bene cingerla con uno stretto anello di ferro:<br />
per proteggerla dalle intemperie, si usa poi incatramarla<br />
o coprirla con un cappuccio in ghisa o ferro zincato.<br />
La lunghezza massima delle campate (cioè la distanza fra i<br />
sostegni consecutivi) che si può ottenere con i sostegni di<br />
legno non supera i 30-40 m raggiungendo appena i 50 m, o poco<br />
più, nelle linee telegrafiche o telefoniche, i cui conduttori<br />
sono sempre leggerissimi in confronto di quelli di una linea<br />
di trasporto.<br />
Nelle grandi linee moderne si usano pertanto i sostegni in<br />
ferro i quali oltre a presentare una durata assai maggiore di<br />
quelli in legno possono essere calcolati e costruiti razionalmente<br />
per resistere ai più grandi sforzi e soli permettono<br />
quindi di realizzare le lunghissime campate che talvolta si<br />
rendono necessarie. Il calcolo della distanza fra i sostegni<br />
consecutivi, che rende minima la spesa della palificazione di<br />
una linea, porta in generale, per le grandi linee a valori<br />
compresi fra i 150 e i 200 m: in certi attraversamenti di fiu-<br />
6
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
mi molto larghi o addirittura di valli si richiedono poi frequentemente<br />
delle campate assai maggiori, che possono raggiungere<br />
e anche superare gli 800 metri. È facile intuire come i<br />
sostegni terminali di queste campate eccezionali debbano assumere<br />
l’aspetto di vere torri di acciaio di altezza assai rilevante<br />
onde mantenere il punto più basso dei fili sufficientemente<br />
sollevato da terra.<br />
I sostegni in ferro per le grandi linee si costruiscono tutti<br />
del tipo a traliccio costituendoli generalmente con quattro<br />
montanti, fra loro opportunamente collegati da traverse. La<br />
fig. 3-230 mostra il tipo di palo a traliccio più frequentemente<br />
usato nei nostri impianti per medie tensioni: esso è costituito<br />
da 4 montanti disposti ai vertici<br />
di un quadrato o di un rettangolo, leggermente<br />
convergenti verso l’alto e collegati<br />
da un traliccio semplice costituito da ferri<br />
ad angolo inchiodati a zig-zag. Gli isolatori,<br />
del tipo rigido, sono fissati<br />
all’estremità di tante mensole inchiodate<br />
alla parte superiore del palo. Data la notevole<br />
altezza di questi sostegni, essi<br />
vengono generalmente costruiti in due o tre<br />
tronchi distinti che si collegano fra loro<br />
mediante bulloni all’atto della messa in<br />
opera.<br />
La posa di questi pali si fa mediante<br />
fondazione in calcestruzzo: il valore del<br />
blocco dipende evidentemente dalla resistenza<br />
del terreno: normalmente però è<br />
sufficiente che il blocco sopravanzi in<br />
tutti i sensi di 25-30 cm la parte del palo<br />
che deve essere affondata nel suolo: è poi<br />
consigliabile prolungare il blocco per<br />
parecchi cm fuori terra foggiandone<br />
l’estremità a piramide schiacciata.<br />
7
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
a piramide schiacciata.<br />
In alcuni impieghi è stato adottato un tipo di sostegno elastico,<br />
costituito da due semplici ferri a doppio T, distanti<br />
fra loro di circa 2 m nel senso trasversale alla linea e collegati<br />
da traverse.<br />
Questi sostegni resistono molto bene agli sforzi derivanti<br />
dall’azione dei venti sui fili, mentre risultano assai flessibili<br />
di fronte agli sforzi agenti nel senso della lunghezza<br />
della linea: cosi in caso di rottura dei fili di una tesata i<br />
sostegni si flettono in misura notevolissima i primi, contigui<br />
alla rottura, in misura decrescente i successivi, per il fatto<br />
stesso che la flessione dei primi riduce la lunghezza e quindi<br />
la tensione delle campate adiacenti.<br />
Generalmente i pali contigui alla<br />
rottura rimangono deformati,<br />
mentre gli altri riprendono la loro<br />
posizione iniziale non appena è<br />
ristabilita la continuità della<br />
linea. Questi sostegni che possono<br />
essere usati per linee con profilo<br />
orizzontale, tracciato rettilineo,<br />
e campate sensibilmente eguali,<br />
consentono un’economia del 20% e<br />
più, nel peso complessivo dei sostegni.<br />
La loro messa in opera si<br />
fa per mezzo di due blocchi di<br />
fondazione distinti nei quali<br />
s’incastrano i due montanti.<br />
L’uso degli isolatori a sospensione,<br />
richiedono dei sostegni di<br />
eccezionale altezza e robustezza,<br />
ha portato alla costruzione dei<br />
sostegni tipo americano, di cui la<br />
8
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
fig. 3-231 dà un’idea.<br />
La parte superiore del sostegno, che porta le traverse di<br />
sospensione degli isolatori, è costituita da un traliccio a<br />
quattro montanti paralleli e leggermente convergenti; rigidamente<br />
fissato alla sommità di una incastellatura a tronco di<br />
piramide formata da quattro montanti e costituiti ciascuno da<br />
tralicci triangolari: ne risulta una base di appoggio molto<br />
ampia che richiede generalmente per la fondazione blocchi distinti<br />
per i quattro montanti.<br />
Le linee aeree in M.T. e B.T. utilizzano sostegni da 9, 10,<br />
12, 14, 16, 18 m, dopo tale misura ci sono pali flangiati e<br />
tralicci, essi possono essere in C.A.C. (cemento armato centrifugato),<br />
i quali offrono il vantaggio di non richiedere,<br />
dopo la messa in opera, nessuna manutenzione a differenza dei<br />
sostegni in ferro che per buona conservazione richiedono delle<br />
periodiche verniciature. A titolo di esempio vengono citati<br />
alcuni tipi di pali che sono più utilizzati nella realizzazione<br />
delle linee aeree:<br />
- sostegni da 9 A, i quali hanno un’altezza di 9 m e un carico<br />
(tiro) di rottura pari a 600 kg;<br />
- sostegni da 12D , i quali hanno un’altezza di 12 m e un<br />
carico di rottura uguale a 1200 kg.<br />
I sostegni possono arrivare al tipo G i quali hanno un carico<br />
di rottura pari a 3600 kg, e la loro scelta è fatta in base<br />
ai tipi di vertici e al tipo di linea che può essere montata<br />
su di essi; generalmente per linee in M.T. si usano sostegni<br />
12D per la spinta del vento e dei manicotti di ghiaccio che si<br />
vengono a formare sui conduttori. Come già detto, tutti i sostegni<br />
hanno un blocco di fondazione che è commisurato in relazione<br />
al tipo di carico montato su di essi.<br />
Il momento stabilizzante Ms del palo deve essere 5 o 6 volte<br />
maggiore della forza esercitata dalla campata. Ricordiamo che<br />
Ms è pari alla somma delle forze esercitate dal palo e dal<br />
9
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
blocco di fondazione applicate nei rispettivi baricentri per<br />
b/2 come illustrato in figura.<br />
Il relativo blocco è comunque determinato da tabelle, ma per<br />
pali da 12D il blocco è circa di 1,40 con soletta da 10 cm.<br />
Quando si realizza l’impianto di messa a terra, il neutro è<br />
posto a terra tramite una puntazza lunga 80 cm, la corda che<br />
collega il neutro al picchetto deve essere maggiore o uguale<br />
alla sezione del conduttore di linea; in casi particolari si<br />
utilizzano pali in vetro-resina, e tralicci in metallo di tipo<br />
Mannesman.<br />
L’armamento dei sostegni avviene tramite mensole o traverse,<br />
dall’estremità del sostegno parte una piattina zincata che è<br />
collegata tramite bulloni alle mensole e successivamente al<br />
neutro.<br />
Gli isolatori sono collegati ai sostegni tramite opportuni<br />
maniglioni fissati alle mensole con bulloni.<br />
Le linee aeree devono avere distanze di rispetto a costruzioni<br />
edili, industriali, ferroviari, ecc; il tutto è comunque<br />
regolato dalla norma “1062”.<br />
Per l’esecuzione delle linee aeree elettriche esterne, secondo<br />
le norme C.E.I. 11-4 contenute nel fascicolo 216, edizione<br />
1969, e facendo riferimento all’art. 1.2.08, l’Italia è<br />
divisa in due zone A e B, e per ognuna di esse tre sono le i-<br />
10
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
potesi di calcolo per la verifica delle sollecitazioni meccaniche<br />
dei conduttori e delle corde di guardia, e precisamente:<br />
a) per le zone A<br />
1 a ipotesi: conduttore e corde di guardia scarichi a +15°C;<br />
in tal caso non vi sono variazioni di peso, ma solo di temperatura;<br />
2 a ipotesi: conduttori e corde di guardia scarichi alla temperatura<br />
di –5°C e vento orizzontale perpendicolare alla superficie<br />
dei conduttori alla velocità di 130 km/h;<br />
3 a ipotesi: conduttori e corde di guardia scarichi alla temperatura<br />
di +55°C;<br />
b) per le zone B<br />
1 a ipotesi: come quella A;<br />
2 a ipotesi: conduttori e corde di guardia alla temperatura<br />
di –20°C coperti da un manicotto di ghiaccio dello spessore di<br />
12 mm e del peso specifico di 0,92 kg/dm e vento alla velocità<br />
di 65 km/h;<br />
3 a ipotesi: conduttori e corde di guardia carichi alla temperatura<br />
di +40°C.<br />
11
Posa in opera delle linee.<br />
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
La messa in opera dei sostegni e la tesatura delle linee<br />
viene di solito affidata a ditte specializzate in tal genere<br />
di lavori.<br />
I blocchi di fondazione dei sostegni si fanno con un impasto<br />
di calcestruzzo costituito nelle seguenti proporzioni:<br />
- 1 m 3 Ghiaia di fiume o di cava, lavata<br />
- 0.5 m 3 Sabbia lavata<br />
- 2 q li Cemento<br />
La parte esterna del blocco viene poi lisciata con malta di<br />
cemento.<br />
I sostegni a traliccio molto alti e pesanti, arrivano normalmente<br />
sul posto in due o più tronchi che vengono riuniti<br />
con bulloni: il sollevamento del sostegno si fa quindi mediante<br />
corde e carrucole fissate a incastellature in legno predisposte<br />
in posizione opportuna. In seguito si montano le traverse<br />
ed i pernotti porta isolatori.<br />
Tutti i sostegni in ferro devono essere messi in buona comunicazione<br />
con la terra.<br />
Non è prudente fidarsi del contatto offerto dal blocco di<br />
fondazione, ma conviene mettere direttamente mettere a terra<br />
ogni sostegno mediante un grosso conduttore saldato in diversi<br />
punti del sostegno stesso e connesso con una piastra di terra<br />
affondata nel suolo con l’interposizione di uno strato di carbonella.<br />
Per maggior sicurezza si preferisce talvolta collegare fra<br />
loro tutti i sostegni con un grosso filo di terra teso e saldato<br />
sulla sommità dei sostegni stessi e connesso lungo la linea<br />
con numerose piastre di terra disposte in posizione opportuna:<br />
resta cosi escluso il pericolo derivante da una cattiva<br />
terra in prossimità di qualche sostegno ed il filo di terra<br />
serve inoltre quale filo di guardia per la protezione della<br />
linea.<br />
12
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Il montaggio degli isolatori riesce facile e rapido quando<br />
essi sono muniti di capsula metallica cementata nella cavità<br />
interna, ed applicabile direttamente a vite al pernotto porta<br />
isolatori. Se gli isolatori non sono muniti di questa disposizione<br />
il collegamento ai pernotti va fatto con mastice di litargirio<br />
e glicerina: è questo, infatti, il mastice che dà i<br />
migliori risultati per fatto che esso possiede un coefficiente<br />
di dilatazione sensibilmente eguale a quello della porcellana.<br />
Si capovolge l’isolatore riempiendo la cavità interna di mastice<br />
ed immergendo in questa verticalmente e perfettamente in<br />
centro, il pernotto: l’isolatore è quindi lasciato in questa<br />
posizione, fino a perfetta presa del mastice.<br />
Per il montaggio dei conduttori, si svolgono prima le matasse,<br />
stendendo il filo ai piedi dei sostegni: è buona norma usare<br />
per quest’operazione dei tamburi girevoli di legno, allo<br />
scopo di evitare la formazione di occhielli nel filo, i quali,<br />
causando screpolature, ne riducono la resistenza, anzi, qualora<br />
in un punto del conduttore si formasse un nodo<br />
all’occhiello, è consigliabile tagliare il filo e fare una<br />
giuntura.<br />
Dopo aver steso il filo sul suolo lungo la palificazione esso<br />
viene sollevato sulle traverse degli isolatori e quindi<br />
montato su questi. Prima di procedere alla legatura del filo è<br />
necessario tenderlo in modo da fargli assumere esattamente la<br />
tensione e la freccia stabilita dai calcoli in corrispondenza<br />
della temperatura del filo stesso all’alto della tesatura. Le<br />
considerazioni della temperatura è della massima importanza ed<br />
i suoi effetti sul filo devono essere esattamente valutati,<br />
onde evitare che in seguito ad abbassamenti di temperatura si<br />
producano nel filo delle contrazioni di lunghezza tali da dar<br />
luogo a sforzi di tensione pericolosi.<br />
I valori della freccia e della tensione del conduttore in<br />
corrispondenza delle varie temperature devono essere forniti<br />
in apposite tabelle o diagrammi, dall’ingegnere progettista<br />
13
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
della linea alla ditta costruttrice, la quale deve scrupolosamente<br />
attenersi ai dati ricevuti.<br />
L’operazione di tesatura si fa afferrando il filo con morse<br />
speciali, comunemente dette rane, ed esercitando su questi uno<br />
sforzo di trazione mediante un sistema di carrucole assicurato<br />
ad uno dei sostegni. Durante quest’operazione si deve evitare<br />
in modo assoluto che il conduttore venga intaccato alla superficie:<br />
le morse, ed altri utensili che servano ad afferrarlo,<br />
devono quindi essere muniti di ganasce di rame o di cuoio.<br />
La freccia e la tensione delle catenarie può essere portata<br />
ai valori richiesti, collocando sui sostegni ad una altezza<br />
opportunamente misurata dei segni ben visibili: traguardando<br />
allora da un segno all’altro si regola la tensione del filo<br />
finché il punto più basso della catenaria risulta allineato<br />
con i segni stessi.<br />
Se l’altezza del filo dal suolo non è molto grande la freccia<br />
può essere misurata per mezzo di pertiche graduate. Il sistema<br />
migliore di tesatura è però quello di misurare direttamente<br />
la tensione del filo mediante un dinamometro inserito<br />
fra la morsa che afferra il filo e le carrucole che servono a<br />
tenderlo.<br />
La misura della temperatura del filo va fatta con speciali<br />
accorgimenti perché in generale un metallo esposto al sole assume<br />
una temperatura diversa da quella ambiente: per mettersi<br />
nelle condizioni di misurare la vera temperatura del conduttore<br />
si usa un termometro con il bulbo annegato in un grosso filo<br />
di rame.<br />
Una volta regolata la tensione dei conduttori, questi vengono<br />
assicurati agli isolatori mediante legatura: nei tronchi di<br />
linea a tracciato rettilineo vengono appoggiati sulla scanalatura<br />
superiore mentre negli angoli della linea i conduttori<br />
vengono assicurati al collo degli isolatori. Le legature si<br />
fanno con filo di rame stagnato di 2÷3 mm di diametro e devono<br />
14
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
essere tali da non permettere lo scorrimento longitudinale dei<br />
conduttori.<br />
È stato anche proposto di fare le legature in modo da lasciar<br />
liberi gli scorrimenti dei fili, affinché le tensioni<br />
delle varie campate possono sempre equilibrarsi: questa disposizione<br />
non è però consigliabile perché lo sfregamento dei fili<br />
sugli isolatori può danneggiare gli uni e gli altri.<br />
Nelle linee a campate molto lunghe il fissaggio dei conduttori<br />
vien fatto sempre mediante morsetti speciali che si applicano<br />
al collo degli isolatori e stringono fortemente il<br />
conduttore.<br />
Le giunzioni del conduttore si facevano una volta con legature<br />
saldate: questo sistema presenta però l’inconveniente di<br />
ridurre assai la resistenza meccanica del giunto per la ricottura<br />
che subisce il rame durante la saldatura. Per questa ragione<br />
si usano oggi esclusivamente dei giunti meccanici a cuneo<br />
e a bulloni costruiti in modo che la tensione stessa dei<br />
conduttori tenda a serrare il morsetto e migliorarne il contatto.<br />
15
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
16
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Nelle pagine successive sono illustrate “Tabelle & Schemi<br />
relativi alle opere di sostegno”.<br />
17
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
18
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Sostegno tipo Tronchi<br />
D1<br />
2+3<br />
D2 2+3+4<br />
D3 2+3+4+5<br />
D4 2+3+4+5+6<br />
D5 2+3+4+5+6+7<br />
D6 2+3+4+5+6+7+8<br />
19
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Grandezze caratteristiche dei pali in cemento armato centrifugato<br />
20
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Blocchi di fondazione affioranti per pali<br />
21
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
Blocchi di fondazione interrati per pali<br />
22
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
23
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
24
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
25
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
26
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
27
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
28
ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
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ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
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ELEMENTI DI “OPERE DI SOSTEGNO”<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
- “Tecnica degli impianti elettrici”<br />
(Libreria tecnica – Edizione – Torino 1988)<br />
- “Costruzioni delle linee elettriche aeree”<br />
(Ing. Italo Brunelli)<br />
- “La produzione dell’energia elettrica in Italia”<br />
(Brown - Boveri Tecnomasio)<br />
- “L’energia elettrica”<br />
(G. Solari - A.Manduit Zanichelli)<br />
- “Elementi di impianti”<br />
(Olivieri - Ravelli CEDAM 481)<br />
- “Impianti elettrici”<br />
(G. Biasutti Hoepli)<br />
- “Impianti elettrici”<br />
(G. Sagripanti SANSONI)<br />
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