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I giovani e la ricerca di un'amicizia nell'esperienza credente - Enaip

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che vi sentite addosso spesso dagli adulti anche se a voi sembra <strong>di</strong> non<br />

aver niente da rimproverarvi? Vi ricordate dello sguardo dolcissimo del<strong>la</strong><br />

mamma in quel<strong>la</strong> situazione <strong>di</strong> conflitto e <strong>di</strong> impotenza? Ricordate lo<br />

sguardo pulito dell’amico, dell’amica? Ricordate soprattutto quello sguardo<br />

d’amore che avete a lungo desiderato, cui vi siete preparati. Era venuto<br />

all’appuntamento, voi lo stavate pe<strong>di</strong>nando da non pochi giorni, vi<br />

eravate fatte annunciare da tutti gli sms possibili, poi finalmente lo avete<br />

davanti, ma ha ancora addosso quei maledetti occhiali neri che gli fasciano<br />

tutta <strong>la</strong> faccia, e finalmente li toglie e potete guardarlo negli occhi,<br />

vi potete guardare negli occhi, vincete <strong>la</strong> tentazione <strong>di</strong> abbassarli,<br />

perché vi dovete guardare nell’anima, gli vedete perfino il fondo dei calzini.<br />

Ecco Gesù lo guardò e lo amò, decise <strong>di</strong> spendere per lui tutta <strong>la</strong><br />

sua affettività. Noi siamo quel giovane, voi siete quel giovane che Gesù<br />

guarda e ama, che Gesù stana dai suoi loculi e accoglie nel suo amore,<br />

nei suoi sogni. Facciamo parte dei sogni <strong>di</strong> Gesù. Speriamo solo che non<br />

gli si trasformino in incubi.<br />

Gesù prende per mano il cieco <strong>di</strong> Betsaida [Mc 8, 22-25]<br />

Il cieco <strong>di</strong> Betsaida, contrariamente ad altri ciechi che quando sentono che<br />

passa Gesù ur<strong>la</strong>no <strong>la</strong> loro voglia <strong>di</strong> luce, sembra quasi rassegnato, se non<br />

renitente a prendere l’iniziativa. Lui sta tranquillo, sono gli altri che lo presentano<br />

a Gesù. Ha dei buoni amici, c’è gente che si prende cura <strong>di</strong> lui. C’è<br />

gente che gli vuole bene, ma è un bene non sufficiente da potergli ridare <strong>la</strong><br />

vista; si fanno carico loro <strong>di</strong> portarlo da Gesù e dalle loro mani lo affidano<br />

alle mani <strong>di</strong> Gesù, nelle mani potenti <strong>di</strong> Gesù.<br />

Contempliamo questo gesto tenerissimo. Gesù sempre immerso e quasi<br />

soffocato dal<strong>la</strong> gente che non lo mol<strong>la</strong> un momento, prende per mano il<br />

cieco. Lo prende per mano perché lo deve guidare, perché vuol fargli sentire<br />

il calore del<strong>la</strong> sua amicizia, lo prende per mano perché un cieco ha bisogno<br />

<strong>di</strong> un contatto vivo, ha bisogno <strong>di</strong> sentire nel linguaggio <strong>di</strong> una mano<br />

<strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> fidarsi. Molti lo hanno spesso preso per mano per prestargli<br />

i loro occhi, poi lo hanno <strong>la</strong>sciato ancora cieco e bisognoso <strong>di</strong> un’altra<br />

mano e <strong>di</strong> un’altra ancora. Ma le mani <strong>di</strong> Gesù sono le mani del Dio vivente.<br />

Sono le mani tenerissime <strong>di</strong> chi sa accarezzare, <strong>di</strong> chi dà forza, <strong>di</strong> chi<br />

fa sentire il palpito del cuore. Voglio fantasticare a pensare quanta comunicazione<br />

è passata da quelle mani. Voglio immaginare il cieco col cuore in go<strong>la</strong>,<br />

tutto abbandonato in Gesù, voglio pensare a Gesù che dà <strong>la</strong> mano a questa<br />

umanità ferita e sofferente, voglio pensare che in quelle mani Gesù pensasse<br />

<strong>di</strong> stringere anche le mie.<br />

24 obiettivo

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