L'OCCLUSIONE INTESTINALE BASSA
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L’OCCLUSIONE <strong>INTESTINALE</strong> <strong>BASSA</strong><br />
Giovanni Docimo<br />
con la collaborazione di<br />
Roberto Ruggiero, Simona Gili<br />
III Divisione di Chirurgia – Seconda Universita’ di Napoli<br />
Indice<br />
1.0Scopo ............................................................... ..........................3<br />
2.0Descrizione..................................................................................3<br />
2.1Generalità..................................................................................................................3<br />
L’arresto del transito del contenuto intestinale viene definito occlusione intestinale o ileo<br />
(dal greco eilein: torcere, serrare)...................................................................................3<br />
Può essere funzionale: per paralisi della muscolatura intestinale si blocca la peristalsi<br />
(ileo paralitico o adinamico) o dipendere da un ostacolo fisico (ileo meccanico). ............3<br />
L’occlusione può aversi per:............................................................................................3<br />
Ostruzione........................................................................................3<br />
Stenosi ............................................................................................3<br />
Compressione...................................................................................3<br />
Angolatura........................................................... ............................3<br />
Strangolamento (invaginazione, volvolo, strozzamento da cingolo)......3<br />
3.0Occlusione intestinale bassa .........................................................3<br />
3.1Manifestazioni cliniche........................................................ ..............................4<br />
3.2Diagnosi............................................................ ..........................5<br />
3.3Trattamento medico......................................................................6<br />
3.4Trattamento chirurgico..................................................................6<br />
6<br />
3.5Post operatorio.............................................................................7<br />
7<br />
1
4.0Abbreviazioni...............................................................................9<br />
5.0Riferimenti / Bibliografia.............................................................. .9<br />
2
1.0 Scopo<br />
Descrivere il protocollo per la diagnosi e terapia chirurgica dell’occlusione<br />
intestinale bassa.<br />
2.0 Descrizione<br />
2.1 Generalità<br />
- Ostruzione<br />
- Stenosi<br />
- Compressione<br />
- Angolatura<br />
L’arresto del transito del contenuto<br />
intestinale viene definito occlusione<br />
intestinale o ileo (dal greco eilein: torcere,<br />
serrare).<br />
Può essere funzionale: per paralisi della<br />
muscolatura intestinale si blocca la peristalsi<br />
(ileo paralitico o adinamico) o dipendere da<br />
un ostacolo fisico (ileo meccanico).<br />
L’occlusione può aversi per:<br />
- Strangolamento (invaginazione, volvolo, strozzamento da<br />
cingolo)<br />
3.0 Occlusione intestinale bassa<br />
Il 70% delle occlusioni meccaniche interessa l’intestino tenue.<br />
Occlusioni del tenue:<br />
aderenze post-operatorie (56%)<br />
ernie esterne (18%)<br />
3
Occlusione del colon:<br />
tumori (75%)<br />
diverticolite (7%)<br />
L’occlusione meccanica del colon riconosce come causa principale la<br />
neoplasia primitiva del colon. L’evento occlusivo può talora rappresentare<br />
l’ esordio clinico di una neoplasia cronica o l’evento conclusivo di una<br />
lunga storia caratterizzata da un alvo irregolare con stipsi ingravescente.<br />
La complicanza occlusiva si verifica nel 10/20 % dei portatori di neoplasia<br />
colorettale. La sede della neoplasia è nel 75% dei casi localizzata nel colon<br />
discendente – sigma.<br />
3.1 Manifestazioni cliniche<br />
• Chiusura dell’ alvo a gas e feci.<br />
• Vomito: si presenta più raramente e tardivamente rispetto<br />
all’occlusione alta, è di colorito scuro, male dorante, fecaloide. Nelle<br />
occlusioni del colon distale il vomito è solitamente assente, anche se<br />
può presentarsi tardivamente, qualora la distensione, agendo in senso<br />
retrogrado sulla valvola iliocecale, la rende incontinente.<br />
• Dolore: meno intenso, più sordo e profondo rispetto alle occlusioni alte.<br />
Può essere diffuso a tutto l’addome o localizzato all’ipocondrio o alla<br />
fossa iliaca sinistra. Quando diventa molto intenso e persistente, si<br />
associa a reazione di difesa muscolare della parete addominale, si deve<br />
sospettare il sopraggiungere di strangolamento o di perforazione.<br />
• Distensione addominale: raggiunge i massimi livelli in alcune forme<br />
ostruttive del colon distale (neoplasia del sigma e del retto, volvolo del<br />
sigma).<br />
• Modificazione dell’equilibrio idro-elettrolitico e acido-base: quanto più<br />
l’ostruzione è prossimale tanto più grave è l’equilibrio acido base che<br />
ne deriva, quanto più l’ostruzione è distale tanto più grave è lo<br />
squilibrio idro-elettrolitico. Nelle occlusioni del colon essendo il vomito<br />
4
assai più incostante e comunque tardivo le perdite idro-elettrolitiche<br />
sono meno significative rispetto alle ostruzioni alte.<br />
• Ipovolemia.<br />
• Febbre.<br />
3.2 Diagnosi<br />
• Anamnesi: attenta valutazione dei sintomi, di eventuali pregressi<br />
interventi chirurgici, traumi addominali, ascessi o patologie<br />
infiammatorie;<br />
• Esame obiettivo:<br />
1. Ispezione: segni di distensione addominale con disegno delle<br />
anse ileali;<br />
2. Palpazione: generalmente si apprezza una consistenza teso-<br />
elastica dell’addome;<br />
3. Ascoltazione: durante la colica sono apprezzabili i rumori<br />
peristaltici con timbro metallico. Nelle fasi tardive si riducono<br />
fino a scomparire;<br />
4. Percussione: la distensione gassosa delle anse determina una<br />
iperfonesi che può essere intervallata con aree di ottusità<br />
plessica che esprimono la presenza di liquido nelle anse o nella<br />
cavità peritoneale;<br />
• Esami ematochimici: leucocitosi, aumento dell’Hct, deficit elettrolitici,<br />
alterazione dell’equilibrio acido-base;<br />
• Radiologia: RX diretta addome in ortostatismo (l’ accumulo di gas e<br />
liquidi nel lume intestinale porta la formazione di livelli idroaerei) e RX<br />
torace;<br />
• Clisma opaco con mezzo di contrasto idrosolubile, eseguito a bassa<br />
pressione, che permette di precisare la natura dell’ostacolo;<br />
• Esami endoscopici: la rettosigmoidoscopia o la colonscopia possono<br />
essere utilmente impiegate nei casi di occlusione colica, in particolare<br />
nei casi nei quali si associa sanguinamento per via rettale, quando vi<br />
sia il sospetto di una malattia infiammatoria del colon o di una<br />
5
neoplasia. In alcune situazioni l’ endoscopia è indicata per il suo ruolo<br />
terapeutico: permette l’asportazione di corpi estranei che siano causa di<br />
ostruzione, e può consentire la derotazione di un volvolo.<br />
3.3 Trattamento medico<br />
Il paziente giunge in reparto dove viene accolto dal Medico e<br />
dall’Infermiere di reparto che provvederanno a:<br />
a) Valutare le condizioni generali<br />
b) Monitorare i parametri vitali<br />
c) Rilevare la temperatura cutanea<br />
d) Posizionare un catetere vescicale<br />
e) Posizionare un catetere venoso centrale<br />
f) Posizionare un sondino naso-gastrico<br />
g) Somministrare una terapia di supporto mediante infusione<br />
endovenosa di liquidi e elettroliti<br />
Il trattamento medico, ha lo scopo di stabilizzare il paziente e di prepararlo<br />
ad un eventuale intervento chirurgico portando al letto operatorio nelle<br />
migliori condizioni possibile. Questa fase, in genere, non deve mai<br />
oltrepassare la durata di qualche ora.<br />
Nel frattempo si procede alla compilazione della cartella clinica, si<br />
richiedono al Centro Trasfusionale tre unità di emazie concentrate<br />
omogruppo, si assicura che il paziente firmi il consenso informato e che<br />
venga eseguita una tricotomia addominale.<br />
3.4 Trattamento chirurgico<br />
La scelta della tecnica operatoria dipende dalla sede dell’ ostacolo. Nel<br />
caso di un ostacolo neoplastico l’intervento deve risolvere l’occlusione<br />
rispettando nel contempo, se le condizioni lo consentano, le regole di<br />
radicalità oncologica Al verificarsi di una occlusione del colon sinistro non<br />
sempre l’intervento si risolve in un solo tempo; in questi casi potrà essere<br />
utile il confezionamento di una stomia preliminare che verrà chiusa nel<br />
6
corso di un ulteriore e successivo tempo operatorio: si tratta della<br />
strategia in due tempi.<br />
3.5 Post operatorio<br />
A. RIENTRO IN REPARTO<br />
Il paziente viene accolto dal Medico e dall’Infermiere di reparto che<br />
provvederanno a:<br />
1. valutazione generale delle condizioni<br />
2. controllare i parametri vitali, azzeramento ed annotazione dei livelli e<br />
di alcune caratteristiche (drenaggi addominale, urine, SNG)<br />
3. controllo della terapia praticata e bilancio idrico<br />
4. prescrizione dei controlli per le prime 24 h.: P.A. e polso ogni 6 ore,<br />
emocromo a 6-8 ore dall’ rientro in reparto, controllo del dolore ed<br />
eventuale integrazione terapia antalgica prescritta<br />
5. impostare la fluidoterapia con soluzione salina, freamine e glucosata<br />
al 5% (110 ml\h.)<br />
6. prescrivere la prosecuzione dell’antibiotico-terapia iniziata in sala<br />
operatoria e prescrivere le analisi (emocromo e biochimica completa)<br />
per la mattina successiva<br />
7. richiedere la consulenza di FKT respiratoria<br />
• nota: gli esami ematochimici vengono richiesti sulla base della<br />
valutazione clinica giornaliera<br />
B. I giornata post-operatoria<br />
Mobilizzazione del paziente<br />
Digiuno assoluto<br />
Bilancio idrico<br />
Terapia come prescritta (si valuta utilità NPT)<br />
Controllo della ferita chirurgica e dell’eventuale stomia<br />
Inizia FKT respiratoria<br />
7
C. II giornata post-operatoria<br />
Tutto come B<br />
D. III giornata post-operatoria<br />
Sospensione antibiotico-terapia se apiressia da almeno 48 h<br />
Per il resto tutto come B<br />
E. IV giornata post-operatoria<br />
Rimozione catetere vescicale<br />
Continua monitoraggio diuresi<br />
Inizia dieta liquida oppure digiuno assoluto in assenza di valida<br />
canalizzazione a feci e a gas<br />
Per il resto tutto come B<br />
F. V giornata post-operatoria<br />
Prosegue fluidoterapia o NPT<br />
Viene rimosso SNG<br />
G. VI giornata post-operatoria<br />
Riduce fluidoterapia o NPT<br />
Si alimenta<br />
H. VII giornata posto-operatoria<br />
Sospende terapia infusiva<br />
I. VIII giornata post-operatoria<br />
Può essere dimesso. Viene preparata la lettera di dimissione che<br />
viene consegnata al paziente insieme alla dieta elaborata dal<br />
servizio di nutrizione. Il controllo post-operatorio viene programmato<br />
a 7 giorni dalla dimissione.<br />
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4.0 Abbreviazioni<br />
P.A.: Pressione Arteriosa<br />
F.C. : Frequenza Cardiaca<br />
F.R. : Frequenza Respiratoria<br />
S.N.G.: Sondino Naso Gastrico<br />
Hct: Ematocrito<br />
FKT: Fisiochinesiterapia<br />
5.0 Riferimenti / Bibliografia<br />
Renzo Dionigi Chirurgia Masson Pag 840,0843,850.851<br />
EMC Elsevier SAS (2)-40-575<br />
Gallone, Galliera: Chirurgia. Settima edizione. Casa editrice ambrosiana. 2005:<br />
cap. 46, 51<br />
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