Relazione geologica e compatibilità sismica - Comune di San Fior
Relazione geologica e compatibilità sismica - Comune di San Fior
Relazione geologica e compatibilità sismica - Comune di San Fior
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STUDIO GEOLOGICO DEL TERRITORIO<br />
COMUNALE DI SAN FIOR<br />
RELAZIONE GEOLOGICA E DI COMPATIBILITA’SISMICA<br />
1.0 INTRODUZIONE<br />
In occasione della stesura del Piano <strong>di</strong> Assetto Territoriale (P.A.T.), in riferimento alla legge<br />
urbanistica regionale n.11 del 23 aprile 2004 “Norme per il governo del territorio”, è stato pre<strong>di</strong>sposto<br />
il presente Stu<strong>di</strong>o geologico per il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>.<br />
Tale lavoro rientra nel Quadro Conoscitivo previsto dalla Legge regionale sopraccitata (art.50) e<br />
relativi allegati (Lettere), mentre i criteri per il suo svolgimento sono quelli dettati dal D.G.R.<br />
n.615/1996, “Grafie Geologiche per la pianificazione territoriale”.<br />
Inoltre, in riferimento al D.G.R. n. 3308 del 04.11.08 “ Applicazione delle nuove norme tecniche sulle<br />
costruzioni in zona <strong>sismica</strong>. In<strong>di</strong>cazioni per la redazione e verifica della pianificazione urbanistica<br />
(L.R. 11 del 23 aprile 2004 “Norme per il governo del territorio”)” , che cita “……..omissis.. ogni<br />
nuovo strumento urbanistico, o variante allo strumento vigente, non ancora adottato, e ricadente nelle<br />
zone sismiche 1 e 2, deve essere corredato <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>compatibilità</strong> <strong>sismica</strong>, da sottoporre<br />
preventivamente dell’Unità periferica del Genio civile competente, che lo emetterà congiuntamente al<br />
parere <strong>di</strong> <strong>compatibilità</strong> idraulica, che riporti una valutazione delle caratteristiche del territorio in<br />
funzione delle scelte inse<strong>di</strong>ative ed infrastrutturali previste dal PAT o dal successivo PI…….omissis”<br />
lo Stu<strong>di</strong>o Geologico del territorio comunale <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> è stato integrato con i contenuti richiesti per lo<br />
“Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Compatibilità Sismica” sopraccitato, come in<strong>di</strong>cati nel relativo allegato A al D.G.R. n.3308<br />
del 04.11.08 “Modalità operative e in<strong>di</strong>cazioni tecniche per la redazione e la verifica <strong>sismica</strong> della<br />
pianificazione urbanistica”.<br />
Lo Stu<strong>di</strong>o nel suo complesso consta pertanto dei seguenti elaborati:<br />
1. Carta Geomorfologica 1:10.000<br />
2. Carta Geolitologica 1:10.000<br />
3. Carta Idro<strong>geologica</strong> delle acque superficiali 1:10.000<br />
4. Carta Idro<strong>geologica</strong> delle acque sotterranee 1:10.000<br />
5. Carta delle Pendenze 1:10.000<br />
6. Carta della Compatibilità Geologica ai fini urbanistici 1:10.000 (ex Carta delle Penalità ai fini<br />
e<strong>di</strong>ficatori)<br />
7. Carta della rivisitazione dei contenuti geolitologici, geomorfologici ed idrogeologici in chiave<br />
sismologica 1:10.000 (facente parte dello “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>compatibilità</strong> <strong>sismica</strong>”)<br />
8. Carta delle zone omogenee in prospettiva <strong>sismica</strong>, 1:10.000 (facente parte dello “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
<strong>compatibilità</strong> <strong>sismica</strong>”)<br />
9. <strong>Relazione</strong> Geologica, contenente anche lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Compatibilità <strong>sismica</strong>; quest’ultimo in<br />
particolare si esplica attraverso i seguenti temi :<br />
a. “la ricostruzione storica della sismicità e dei danni subiti dal territorio comunale per<br />
effetto dei terremoti storici, con mappa in scala adeguata degli epicentri a <strong>di</strong>versa<br />
magnitudo (estesa alle zone limitrofe) e possibile correlazione con le principali strutture<br />
geologiche presenti” (ve<strong>di</strong> Paragrafo “Tettonica e Sismicità” della <strong>Relazione</strong> Geologica),<br />
rif. All.A al D.g.r. 3308 del 04.11.08
. Le prescrizioni in prospettiva <strong>sismica</strong>, in riferimento alla “Carta delle zone omogenee in<br />
prospettiva <strong>sismica</strong>”, sopraccitata (ve<strong>di</strong> il sotto-paragrafo 11.1 “Prescrizioni relative alla<br />
<strong>sismica</strong>” della presente relazione + Elaborato 8)<br />
c. La Compatibilità <strong>sismica</strong> dello strumento urbanistico proposto (P.A.T.) con le<br />
caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geomorfologiche del territorio comunale.,<br />
contenuta nel paragrafo 12.0 “Conclusioni” della presente relazione.<br />
10. Allegato “Prove geognostiche”<br />
La cartografia <strong>di</strong> analisi è stata realizzata con le grafie previste nel D.G.R 615/1996, e co<strong>di</strong>ficata<br />
secondo i <strong>di</strong>sposti della L.R.11/06 e successive integrazioni. I due elaborati cartografici n.7 e n.8<br />
relativi allo “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Compatibilità Sismica”, si rifanno ai contenuti dell’allegato A al D.g.r. n.3308<br />
del 04.11.08 ed al “Prontuario per la redazione della documentazione <strong>geologica</strong> del quadro<br />
conoscitivo e degli aspetti geologici del progetto dei PAT/PATI”, messo a <strong>di</strong>sposizione dal Servizio<br />
Geologico sul sito della Regione Veneto. Tutta la cartografia soprain<strong>di</strong>cata viene inoltre restituita sia<br />
su supporto cartaceo che informatizzata (shapefiles).<br />
Lo scopo del presente lavoro è quello <strong>di</strong> caratterizzare dal punto <strong>di</strong> vista geologico, geomorfologico,<br />
idrogeologico e sismico il territorio comunale, e fornire così il corretto supporto alle successive<br />
attività <strong>di</strong> pianificazione territoriale.<br />
Questo stu<strong>di</strong>o ha fatto riferimento alle seguenti fonti bibliografiche:<br />
a) “<strong>Relazione</strong> Geologica” allegata al P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>”, Geologi C. Graziera e A.<br />
Della Libera, 1985 .<br />
b) “Variante per le zone residenziali – <strong>Relazione</strong> Geologica”, Geologi C. Graziera e A. Della<br />
Libera, 1996.<br />
c) “Variante parziale per mo<strong>di</strong>fiche puntuali nuova viabilità e per e<strong>di</strong>fici tipo “H” in Z.T.O. “E” –<br />
<strong>Relazione</strong> Geologica”, Geologo C. Graziera, 2004<br />
d) “Stu<strong>di</strong>o idraulico in alcune aree <strong>di</strong> Castello Roganzuolo” – Ing. C. Pesce, 2004;<br />
e) <strong>Relazione</strong> Geologica - P.U.A.”Area tra s.s.13 e via Palla<strong>di</strong>o”, 2007<br />
f) <strong>Relazione</strong> Geologica-geotecnica P.I.R.U.E.A. “Sarom”, 2006<br />
g) <strong>Relazione</strong> Geologica “Progetto lotto 29(Autostrada 28), Autovie Venete spa, 2004<br />
h) Piano <strong>di</strong> lottizzazione residenziale “Cavalieri” – <strong>Relazione</strong> Geologica, 2003;<br />
i) Piano <strong>di</strong> lottizzazione “Fermi” – <strong>Relazione</strong> Geologica, 2003;<br />
j) Piano <strong>di</strong> lottizzazione residenziale “Al Borgo” – <strong>Relazione</strong> Geologica, 2003;<br />
k) Piano <strong>di</strong> lottizzazione residenziale “<strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sopra” – <strong>Relazione</strong> Geologica, 2002;<br />
l) Piano <strong>di</strong> lottizzazione residenziale “Calliselle” – <strong>Relazione</strong> Geologica-geotecnica, 2001;<br />
m) Piano <strong>di</strong> lottizzazione “Il Codolo” – <strong>Relazione</strong> Geologica-geotecnica, 2001;<br />
n) “Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale” - Provincia <strong>di</strong> Treviso, 2007;<br />
o) “Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza”<br />
Autorità <strong>di</strong> Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento. Livenza, Piave, Brenta-Bacchiglione, 2003.<br />
p) “Piano Generale <strong>di</strong> Bonifica e <strong>di</strong> Tutela del Territorio Rurale” – Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />
Pedemontano Sinistra Piave, 1992;<br />
q) “Carta Regionale delle Acque” – Regione del Veneto;<br />
r) “Foto Aeree del 1980” – Reven, Belluno;<br />
s) “<strong>Relazione</strong> Geologico-tecnica finalizzata alla redazione cartografica del P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
Codognè” – P.R.G. <strong>di</strong> Codognè, 1985<br />
t) “Stu<strong>di</strong>o Geologico-geotecnico del territorio comunale” - P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Colle Umberto -<br />
Geol. P.Comis e G.Negri, 1985;<br />
u) “<strong>Relazione</strong> Geologica” - P.R.G. <strong>di</strong> Godega <strong>di</strong> <strong>San</strong>t’Urbano - Geol. Alessio Fileccia, 1987.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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v) “<strong>Relazione</strong> e Indagine Idro<strong>geologica</strong>” - P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Conegliano – Geol. Omar<br />
Fagarazzi, 1999;<br />
w) “<strong>Relazione</strong> Geologica” – Variante al P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> Vendemiano – Geol. A. Della<br />
Libera e Geol. C. Granziera, 1995;<br />
x) “Modello Sismotettonico dell’Italia Nord-Orientale” – Slejko et alii, CNR GNDT, 1987.<br />
y) Relazioni geologico-tecniche per ambiti privati, svolte sul territorio Comunale ed archiviate<br />
presso l’ufficio tecnico del <strong>Comune</strong>.<br />
z) Schede utenza per prelievo acqua da pozzo, gentilmente messe a <strong>di</strong>sposizione dal Genio Civile <strong>di</strong><br />
Treviso.<br />
2.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO<br />
Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> è posizionato nella parte nord-orientale della pianura Trevigiana, compresa tra<br />
i fiumi Piave e Livenza. Amministrativamente confina con i Comuni <strong>di</strong> Colle Umberto a nord,<br />
Conegliano a nord-ovest, S. Vendemiano a sud-ovest, Codognè a sud e Godega <strong>di</strong> S.Urbano a est.<br />
Il territorio comunale si presenta piuttosto allungato in <strong>di</strong>rezione NO-SE, consta <strong>di</strong> una parte collinare<br />
a nord (quote fino a 50-60m sul livello del mare e pendenze per lo più comprese tra il 10% ed il 20%),<br />
mentre la zona centrale e meri<strong>di</strong>onale del <strong>Comune</strong> si presenta pianeggiante, con quote variabili da 65,<br />
a 28m s.l.m. e pendenze da NO verso SE (che vanno in generale dal 2,5‰ al 4,3‰). Ha una superficie<br />
<strong>di</strong> 17,8 kmq ed una popolazione <strong>di</strong> 6.677 abitanti (ISTAT, gennaio 2008).<br />
Le infrastrutture viarie principali che attraversano il territorio sono: l’Autostrada A27 Venezia-<br />
Belluno ( a nord-ovest), mentre è ancora in costruzione la A28 Portogruaro-Conegliano passante per la<br />
zona meri<strong>di</strong>onale <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> (loc. Palù), la S.s. n°13 “Pontebbana” che <strong>di</strong>vide in due l’abitato <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />
<strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sopra, la Strada Provinciale n°165 “Ungaresca” (proveniente da Pianzano e passante per <strong>San</strong><br />
<strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sotto), la linea ferroviaria U<strong>di</strong>ne-Venezia, che percorre il territorio da ENE a OSO<br />
imme<strong>di</strong>atamente a nord <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sotto.<br />
A livello cartografico (“Carta Tecnica Regionale”) il territorio comunale è compreso nelle Sezioni<br />
n°084080 “Bagnolo”, n°085050 “Godega <strong>di</strong> S.Urbano” e n°085090 “<strong>San</strong> Vendemiano” (1:10.000), e<br />
negli Elementi n° 084081 “Scomigo”, n°084082 “Ogliano”, n° 085054 “Colle Umberto”, n° 085053<br />
“<strong>San</strong> <strong>Fior</strong>”, n° 085052 “Pianzano”, n° 085091 “Levada”, n° 085092 “Cimavilla” e n° 085094 “<strong>San</strong><br />
Vendemiano ” (1:5.000).<br />
3.0 CAMPAGNA DI INDAGINI<br />
Una prima <strong>di</strong>samina del materiale bibliografico <strong>di</strong>sponibile dal precedente Stu<strong>di</strong>o comunale<br />
“<strong>Relazione</strong> Geologica”, allegata al P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>, 1985 - ha evidenziato la necessità<br />
<strong>di</strong> verificare ed integrare ulteriormente i dati geomorfologici, geologico-stratigrafici ed idrogeologici<br />
territoriali ivi contenuti; in particolare la carta geolitologica allegata risultava priva <strong>di</strong> prove<br />
geognostiche <strong>di</strong> riferimento. Si sono pertanto utilizzati anche i dati provenienti da puntuali relazioni<br />
geologico-tecniche ed idrogeologiche presentate da privati in allegato alle concessioni e<strong>di</strong>lizie, a cui si<br />
sono aggiunte le indagini svolte <strong>di</strong>rettamente dal sottoscritto. E’ state infatti effettuata in data 5<br />
<strong>di</strong>cembre 2008 una campagna <strong>di</strong> prove geognostiche, consistente in n° 13 prove penetrometriche<br />
statiche (con penetrometro statico pesante da 20 tonnellate), spinte alla profon<strong>di</strong>tà massima <strong>di</strong> 6,40m;<br />
in contemporanea sono state eseguite le relative misurazioni freatimetriche.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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4.0 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO, GEOLITOLOGICO ED<br />
IDROGEOLOGICO GENERALE<br />
Il particolare sviluppo del territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> (da NO a SE), permette lo stu<strong>di</strong>o in un<br />
unico contesto <strong>di</strong> ambienti morfologici e deposizionali <strong>di</strong>fferenti, quali le prime propaggini collinari a<br />
nord e la parte pianeggiante al centro ed a sud, qui interessata dal passaggio della fascia dei fontanili,<br />
(linea delle risorgive).<br />
Il settore collinare (quote attorno ai 50÷60m e generali pendenze attorno al 10÷20%), è caratterizzato<br />
da una morfologia ondulata con limitate aree subpianeggianti poste alle sommità. La struttura in<br />
questione è stata in primo luogo originata dalla tettonica pliocenica, esplicatasi attraverso una<br />
deformazione del basamento con locale movimento <strong>di</strong> sollevamento [ad una scala più piccola questo<br />
movimento, a livello dell’intero settore montuoso-collinare friulano-veneto-trentino è tuttora in atto<br />
(Tectonic Map, GNDT, Slejko et alii, 1987), anche se con modalità decisamente più blande].<br />
Costituita da una serie <strong>di</strong> strutture a pieghe ad andamento NE-SW, fa a sua volta parte <strong>di</strong> quella grande<br />
struttura a “piega monoclinalica” che più in generale si estende da Bassano all’altopiano del Cansiglio.<br />
A questa prima importante impronta morfologia è seguita quella derivata dalle Glaciazioni; in<br />
particolare ritroviamo traccia <strong>di</strong> esse (Wurm, terminata circa 15.000 anni fa) attraverso la copertura<br />
morenica presente su gran parte dei rilievi collinari in oggetto (materiale eterogeneo, prevalentemente<br />
grossolano, in matrice limoso-sabbiosa). Questa litologia, avente spessori fino a 20m, è stata deposta<br />
dal ramo lapisino del Ghiacciaio detto del Piave, che arrivava fin qui, originando sul suo fronte il noto<br />
anfiteatro morenico <strong>di</strong> Scomigo-Ogliano-Castello Roganzuolo.<br />
Sotto la copertura morenica si rintracciano le formazioni terrigene mioceniche, costituite da litotipi<br />
appartenenti al Messiniano (Miocene sup. – 5,3 milioni <strong>di</strong> anni) dati in prevalenza da conglomerati e<br />
subor<strong>di</strong>natamente da arenarie ed argilliti. Queste formazioni (la parte conglomeratica) sono visibili in<br />
<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> solamente presso due limitati affioramenti nei pressi dell’A27, lungo l’ultima<br />
propaggine collinare sud-occidentale tra le loc. <strong>di</strong> Borgo Mariano e Castello Roganzuolo. Sempre in<br />
area collinare si rintracciano vaste aree ricoperte da se<strong>di</strong>menti colluviali, originatisi dal <strong>di</strong>lavamento<br />
dei versanti collinari a partire dall’imme<strong>di</strong>ato postglaciale (15.000anni). Questo materiale, presente sia<br />
nelle depressioni infraavallive che al piede dei versanti, nella zona <strong>di</strong> raccordo con l’alta pianura è<br />
dato generalmente da materiale sabbioso-ghiaioso in matrice limoso-sabbiosa, con spessore<br />
generalmente non superiore ai 3m. In posizione centrale del territorio comunale, a partire dalle ultime<br />
propaggini collinari e a proseguire per 6-700m a sud dell’abitato <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sopra, si rintracciano<br />
ancora deposizioni <strong>di</strong> probabile origine colluviale, date da una prevalente frazione limoso-argillosa<br />
con subor<strong>di</strong>nate inclusioni sabbioso-ghiaiose. E’ probabile che lo spaglio dei se<strong>di</strong>menti alluvionali<br />
grossolani (ve<strong>di</strong> in seguito), attraverso il sistema delle correnti fluvioglaciali impostatosi<br />
nell’imme<strong>di</strong>ato postwurmiano, sia stato influenzato allo sbocco nell’alta pianura dalla presenza della<br />
struttura collinare, generando nell’ultima fase a minore energia una ristretta zona d’ombra, ove le<br />
deposizioni colluviali fini risultano così prevalenti. Queste ultime presentano infatti spessore maggiore<br />
<strong>di</strong> 3m; generalmente le ghiaie sottostanti si ritrovano a partire dai -9÷10m dal p.c.<br />
La parte pianeggiante del <strong>Comune</strong> è in generale il risultato <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>namiche deposizionali, sia<br />
spaziali che temporali, date da enormi quantità <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento, trasportate e rilasciate dal mezzo acqua,<br />
provenienti dalle aree montuose poste a nord. I processi <strong>di</strong>namici <strong>di</strong> trasporto e deposizione<br />
maggiormente significativi, da una punto <strong>di</strong> vista morfologico e stratigrafico, sono quelli avvenuti<br />
verso la fine dell’ultima glaciazione wurmiana (20.000 anni fa) e nel periodo imme<strong>di</strong>atamente<br />
successivo (postglaciale).<br />
L’ultima glaciazione, a causa delle mutate con<strong>di</strong>zioni climatiche, vide l’espansione e la nuova<br />
formazione <strong>di</strong> ghiacciai, su tutti i rilievi alpini e prealpini. Anche i rilevi montuosi antistanti la pianura<br />
veneta (Feltrino-Bellunese, Cansiglio), videro l’impostazione e l’espansione del ghiacciaio detto<br />
Plavense. Quest’ultimo, all’altezza <strong>di</strong> Ponte nelle Alpi, si <strong>di</strong>videva in due grosse lingue che<br />
proseguivano rispettivamente una lungo l’attuale Val Belluna fino alla stretta <strong>di</strong> Quero, l’altra lungo<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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l’o<strong>di</strong>erna Val Lapisina sdoppiandosi ulteriormente, a nord <strong>di</strong> Serravalle, in due rami: uno occidentale<br />
che proseguiva fino alla Valle del Soligo, e l’altra verso l’attuale Vittorio Veneto, ove in testa andò a<br />
formare quelle deposizioni moreniche frontali e laterali che compongono la nota struttura morfologica<br />
sopraccitata.<br />
Tutte le glaciazioni, la Würmiana come le precedenti (Riss, Mindel, Gunz), sono state interessate<br />
temporalmente da variazioni climatiche che hanno avuto come conseguenza parziali ritiri ed<br />
espansioni dei ghiacciai; tali fasi, che usualmente si sono alternate tra loro, sono dette cataglaciali (fasi<br />
<strong>di</strong> ritiro) ed anaglaciali (fasi <strong>di</strong> espansione). Lo stu<strong>di</strong>o della morfologia e della <strong>di</strong>stribuzione dei<br />
se<strong>di</strong>menti della pianura trevigiana hanno permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare essenzialmente due fasi che hanno<br />
innescato i processi <strong>di</strong> erosione, trasporto e deposizione che sono tra i principali responsabili della<br />
attuale morfologia planiziale: si tratta 1)dell’ultima fase cataglaciale cui, dopo una breve nuova<br />
espansione dei ghiacciai (anaglaciale), seguì 2) la fase postaglaciale, con il lento ma progressivo ritiro<br />
dei ghiacci.<br />
Durante la fase cataglaciale sopramenzionata, le acque <strong>di</strong> scioglimento, si riversarono in elevata<br />
quantità nella pianura antistante. Dati il loro volume e la elevata velocità trasportavano gran<strong>di</strong> quantità<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento, proveniente dalla azione erosiva, <strong>di</strong> trasporto ed accumulo del ghiacciaio. In pianura tali<br />
materiali vennero depositati secondo i meccanismi noti della <strong>di</strong>namica se<strong>di</strong>mentaria fluviale. Le<br />
principali correnti fluvioglaciali che interessarono quello che possiamo oggi definire il protobacino del<br />
Piave, sono:<br />
la corrente che si originava dal ramo del ghiacciaio relativo alla stretta <strong>di</strong> Quero: questa corrente<br />
fluvioglaciale a sua volta si <strong>di</strong>videva, a valle della stretta, in tre <strong>di</strong>rezioni, una occidentale, verso<br />
l’attuale corso del torrente Musone, una centrale che, superata la stretta <strong>di</strong> Biadene si <strong>di</strong>rigeva<br />
verso SE (Treviso), e l’altra orientale che, costeggiando il Montello, si riversava attraverso la<br />
stretta <strong>di</strong> Nervesa (attuale corso del fiume Piave), formando un grande conoide se<strong>di</strong>mentario;<br />
La corrente che si originava dal ramo Lapisino del ghiacciaio Plavense, che superata la stretta <strong>di</strong><br />
Serravalle, si espandeva originando quel vasto conoide che ha come apice proprio Vittorio Veneto.<br />
Tali importanti correnti determinarono, allo sbocco in pianura, la formazione <strong>di</strong> importanti ventagli<br />
deposizionali, che con la loro mutua intersecazione (inter<strong>di</strong>gitazione) costituiscono la struttura della<br />
alta e me<strong>di</strong>a pianura Trevigiana Queste deposizioni sono limitate ad ovest dalle alluvioni del Brenta,<br />
mentre ad est da quelle del complesso <strong>di</strong> Bacino del Livenza-Cellina-Meduna.<br />
Schema delle principali correnti fluvioglaciali che si riversavano sulla<br />
pianura durante l’ultima fase della glaciazione Wurmiana (Comel, 1955)<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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La seconda importante fase temporale, che ebbe inizio con le definitive mutate con<strong>di</strong>zioni<br />
climatiche, fu quella dell’imme<strong>di</strong>ato postglaciale. Si formarono nuove correnti fluvioglaciali che,<br />
seguendo i medesimi percorsi in<strong>di</strong>cati dalle correnti precedenti, trasportavano verso la pianura i<br />
materiali abbandonati dal ritiro dei ghiacciai, presenti in abbondanza nelle valli ora sgombre dai<br />
ghiacci. Le nuove deposizioni si sovrapposero alle precedenti, inizialmente con i medesimi criteri <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>namica deposizionale. (<strong>di</strong>stribuzione a ventaglio allo sbocco in pianura, dai se<strong>di</strong>menti più<br />
grossolani via via a quelli più fini, al <strong>di</strong>minuire della velocità delle acque); tuttavia la morfologia<br />
impostata dalle precedenti deposizioni, che aveva creato delle vaste superfici <strong>di</strong> spaglio, finì con<br />
l’influenzare l’andamento delle correnti fluvioglaciali, che furono maggiormente incanalate rispetto<br />
a quelle della fase deposizionale precedente. Questo comportò una velocità maggiore ed un potere<br />
erosivo maggiore lungo però delle sezioni <strong>di</strong> scorrimento più ristrette.<br />
Schema dei principali lineamenti morfologici dell’alta pianura trevigiana (Comel, 1955)<br />
L’area pianeggiante del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> è costituita da se<strong>di</strong>menti fluvioglaciali ed alluvionali<br />
ghiaoso-sabbiosi prevalenti nella parte centrale del <strong>Comune</strong>, mentre nella parte meri<strong>di</strong>onale, a sud<br />
<strong>di</strong> <strong>San</strong> fior <strong>di</strong> Sotto e man mano che si procede verso meri<strong>di</strong>one , rintracciamo la presenza, sempre<br />
più marcata, <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti fini coerenti <strong>di</strong> natura limoso-argillosa e limoso-sabbiosa, talora con<br />
livelli torbosi centimetrici; è una tipica zona <strong>di</strong> transizione tra l’alta e la bassa pianura (“fascia”<br />
delle risorgive”), in cui le sovrapposizioni tra depositi grossolani (permeabili) e depositi fini (meno<br />
permeabili e/o impermeabili) creano a livello stratigrafico una complessa inter<strong>di</strong>gitazione. Si assiste<br />
pertanto alla venuta a giorno <strong>di</strong> parte delle acque sotterranee (risorgive), e dall’altra alla iniziale<br />
formazione <strong>di</strong> quello che <strong>di</strong>verrà più a sud un complesso sistema multifalda dato da acquiferi più o<br />
meno estesi, variamente in pressione.<br />
I se<strong>di</strong>menti si sono in generale deposti seguendo le leggi della <strong>di</strong>namica deposizionale: man mano<br />
che le acque perdevano la loro velocità, a partire dai rilievi fino al mare, esse deponevano i<br />
materiali presi in carico, a partire dai più grossolani per finire con quelli più fini. Tali deposizioni<br />
subirono però nel tempo delle variazioni spaziali e <strong>di</strong> intensità, dovute a molti fattori, anche<br />
concomitanti, quali l’aumento in volume delle correnti, trasgressioni e regressioni marine, ecc.; in<br />
particolare appartiene sicuramente all’ultima fase dell’imme<strong>di</strong>ato post-glaciale, la lingua ghiaiosa<br />
che prosegue fino all’estremità meri<strong>di</strong>onale del <strong>Comune</strong>, con tutta probabilità caratterizzata dalle<br />
con<strong>di</strong>zioni in precedenza descritte, cioè maggiore velocità ed incanalamento delle correnti <strong>di</strong><br />
fusione.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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In tempi più recenti i se<strong>di</strong>menti deposti subirono parziali rimaneggiamenti da parte delle attività dei<br />
corsi d’acqua minori quali il Cervada (a ovest, fuori comune), il Menarè-Fossadella-Ghebo,<br />
l’Albina (limite meri<strong>di</strong>onale) ed in misura ridotta il Codolo). I rapporti litologici sopra descritti e le<br />
conseguenti variazioni <strong>di</strong> permeabilità con<strong>di</strong>zionano l’idrografia superficiale, la quale appare:<br />
Ridotta nella fascia collinare, a causa della me<strong>di</strong>o-alta permeabilità dei materiali <strong>di</strong> accumulo<br />
morenico grossolani. A tale proposito “ al contatto tra il morenico e le sottostanti formazioni<br />
terziarie sono state rilevate alcune sorgenti d’acqua <strong>di</strong> limitata portata” (Granziera e Della<br />
Libera, “<strong>Relazione</strong> Geologica”, 1985)<br />
Ridotta nell’alta pianura ( a nord della linea delle risorgive), sempre per motivi legati alla alta e<br />
me<strong>di</strong>o-alta permeabilità dei litotipi;<br />
Caratterizzata da una estesa rete <strong>di</strong> fossi e scoline che raccolgono le acque <strong>di</strong> risorgiva, nella<br />
pianura a sud della linea delle risorgive.<br />
L’andamento della prima falda in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> si presenta variegato e <strong>di</strong>scontinuo nella<br />
parte collinare, in quanto risente dei rapporti litologici tra copertura morenica e colluviale e<br />
substrato: il livello inoltre passa da subsuperficiale (0-2m) nelle depressioni vallive, a profondo<br />
(>10m) in corrispondenza del colle <strong>di</strong> Castello Roganzuolo.<br />
Nella alta pianura si presenta più continua (andamento in generale verso SE), e benché risenta delle<br />
variazioni litologiche, in particolare nella zona imme<strong>di</strong>atamente a sud <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sopra (falda<br />
presente tra 0 e 2m), essa generalmente si colloca a profon<strong>di</strong>tà >2m dal p.c. Si segnalano inoltre due<br />
zone in cui la falda si presenta a maggiori profon<strong>di</strong>tà, rispettivamente ad est <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> sopra (tra<br />
5 e 10m dal p.c.) ed a ovest in corrispondenza della zona industriale (tra 5 e 10m e >10m dal p.c.).<br />
Man mano che ci si sposta verso SSE, il livello della falda si fa meno profondo, fino ad arrivare in<br />
prossimità della “linea delle risorgive” dove si riscontra la sua venuta a giorno nei punti più depressi<br />
(risorgive). Si va contemporaneamente connotando nel sottosuolo quel sistema multifalda in<br />
precedenza citato, costituito da più falde sovrapposte più o meno correlate e variamente in<br />
pressione. Nella bassa pianura e fino al limite meri<strong>di</strong>onale infine la prima falda, <strong>di</strong>scontinua, la si<br />
riscontra generalmente attorno al primo metro <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà (ve<strong>di</strong> “Carta Idro<strong>geologica</strong> delle acque<br />
sotterranee”).<br />
L’acquifero in<strong>di</strong>fferenziato presente a monte della fascia delle risorgive viene prevalentemente<br />
alimentato da per<strong>di</strong>te in alveo dei fiumi quali il Cervada a ovest ed il Meschio ad est e dalle acque<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>lavamento (ridotte) ed infiltrazione (prevalenti) provenienti dalla zona collinare.<br />
In relazione alla venuta a giorno delle acque <strong>di</strong> falda, si segnala in particolare la zona umida del<br />
Palù (parte meri<strong>di</strong>onale del <strong>Comune</strong>) posta tra i comuni <strong>di</strong> <strong>San</strong> Vendemiano, Codognè, <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> e<br />
Godega <strong>di</strong> S.Urbano , in parte obliterata da lavori <strong>di</strong> bonifica agraria.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
8
5.0 TETTONICA E SISMICITA’<br />
Strutturalmente l’Italia nord-orientale viene considerata un “thrust belt” neogenico (Doglioni,<br />
1985); essa cioè appare deformata da una serie <strong>di</strong> accavallamenti sud-vergenti, tuttora attivi,<br />
interessanti soprattutto l’area a sud della Linea della Valsugana e della linea Fella-Sava: si riporta <strong>di</strong><br />
seguito un modello possibile (sezione) <strong>di</strong> tale struttura (Doglioni, 1987).<br />
La pianura trevigiana fa parte del settore orientale dell’Avampaese sudalpino-appenninico, unità<br />
cinematico-strutturale che presenta una crosta con blande ondulazioni e con alti della Moho sia nel<br />
settore Lessineo che in quello Adriatico. Il settore orientale è caratterizzato da un’avanfossa<br />
irregolare e <strong>di</strong>scontinua e da una sensibile mobilità verticale anche durante il Pleistocene (Slejko<br />
1987, mo<strong>di</strong>ficato)<br />
Il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>, secondo la zonazione sismotettonica riportata nel “Modello<br />
sismotettonico dell’Italia nord-orientale” – Slejko et Alii., CNR-GNDT, 1987 -, si trova al limite<br />
tra l’Area Bellunese e l’Area veneto-friulana e istriana. Come riportato in tale pubblicazione, per<br />
l’Area Bellunese:<br />
“…..omissis…..La sismicità, elevata e concentrata soprattutto nella zona Alpago-Cansiglio e in<br />
quella <strong>di</strong> Belluno, si manifesta con meccanismi focali riconducibili all’attività trascorrente <strong>di</strong> faglie<br />
trasversali che possono anche interferire con l’attività dei sovrascorrimenti subalpini (linea<br />
Bassano-Valdobbiadene, linea <strong>di</strong> Belluno)…omissis….”;<br />
mentre per l’Area veneto-friulana e istriana:<br />
“omissis…. L’area è interessata da faglie tuttora attive prevalentemente trascorrenti con <strong>di</strong>rezione<br />
NW-SE (queste ultime sono situate in profon<strong>di</strong>tà nel basamento cristallino). La sismicità è <strong>di</strong> basso<br />
livello e localizzata attorno a Treviso, Latisana, in Istria e nell’alto Adriatico……omissis”<br />
Volendo tracciare un quadro completo relativo alla tettonica regionale si segnala il passaggio, nel<br />
territorio comunale, e precisamente tra gli abitati <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> e <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sotto, della lineazione a<br />
carattere interregionale denominata “faglia <strong>di</strong> Sacile”, faglia inversa ad alto angolo e <strong>di</strong>rezione NE-<br />
SW. Questa lineazione fa parte del cosiddetto fronte del Sudalpino, sovrascorrimento interregionale<br />
che <strong>di</strong>vide ed in<strong>di</strong>vidua due unità cinematica-strutturali denominate rispettivamente “Settore<br />
meri<strong>di</strong>onale del sudalpino” a nord e “Avampaese sudalpino-appeninico” a sud. La faglia <strong>di</strong> Sacile,<br />
pur essendo una <strong>di</strong>scontinuità profonda ed interessante il basamento cristallino, risulta attiva come<br />
la vicina anticlinale dei Colli <strong>di</strong> Conegliano (continuazione della Anticlinale del Montello),<br />
sismogenetica.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
9
“Bozzo e Semenza mo<strong>di</strong>ficato, 1973”<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
10
Scorrendo il “Catalogo dei forti terremoti in Italia” dell’ING (Istituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica), non<br />
mancano in tempi anche recenti eventi sismici rilevanti che hanno interessato in <strong>di</strong>versa misura<br />
anche l’area <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> :<br />
anno 1695 ASOLO (TV) Io=9-10°MCS<br />
anno 1776 TRAMONTI(PN) Io= 8 MCS<br />
anno 1794 TRAMONTI(PN) Io= 9 MCS<br />
anno 1812 MANIAGO(PN) Io=8-9 MCS<br />
anno 1873 ALPAGO(BL) Io= 10 MCS<br />
anno 1936 CANSIGLIO (BL-TV)) Io= 9 MCS<br />
anno 1976 GEMONA(UD) Io= 10 MCS<br />
Io=intensità <strong>sismica</strong> osservata, sud<strong>di</strong>visa in gra<strong>di</strong> da 1 a 12 secondo la Scala Mercalli mo<strong>di</strong>ficata del<br />
1956 (Mercalli-Cancani-Sieberg)<br />
Come richiesto dall’Allegato A al Dgr n.3308 del 04.11.08 per lo “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Compatibilità<br />
<strong>sismica</strong>”, si riporta <strong>di</strong> seguto l’estratto della “Mappa della Sismicità del Nord-est dell’Italia” con<br />
in<strong>di</strong>cati gli epicentri <strong>di</strong> tutti i terremoti con Io≥ 6° MCS, avvenuti dal 238 d.c. al 1984 d.c. (Slejko et<br />
alii – Trieste 1987).<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
11
North Eastern Italy Seismicity Map from 238 to 1984 (Slejko et alii, 1984)<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
12
Legenda della “North Eastern Italy Seismicity Map from 238 to 1984”<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
13
Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> è infatti interessato da questa problematica: a livello normativo si segnala la<br />
sua classificazione in:<br />
zona 2 con accelerazione <strong>di</strong> picco orizzontale al suolo <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> categoria A, ag= 0,25g.,<br />
con la attuale normativa [Or<strong>di</strong>nanza n.3274 della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20<br />
marzo 2003 “Primi elementi in materia <strong>di</strong> criteri generali per la classificazione <strong>sismica</strong> del<br />
territorio nazionale e <strong>di</strong> normative tecniche per le costruzioni in zona <strong>sismica</strong>”];<br />
seconda categoria, con grado <strong>di</strong> sismicità S=9, con la precedente normativa <strong>sismica</strong> [Legge n.64<br />
del 02.02.1974, D.M. 14/05/82 e successivi decreti fino al 1984].<br />
L’attuazione della Or<strong>di</strong>nanza n.3274/03 venne prorogata fino al 23 ottobre 2005, data in cui entra in<br />
vigore il nuovo Decreto 14/09/2005 Testo unico per le costruzioni - Norme tecniche per le<br />
costruzioni (in G.U. n. 222 del 23/09/2005- suppl. ord. n. 159), che ne recepisce i contenuti. A<br />
partire da questa data inizia la cosiddetta “fase sperimentale”, con la applicazione, a <strong>di</strong>screzione,<br />
della nuova o della vecchia normativa; tale fase, della durata <strong>di</strong> 18 mesi, subisce ulteriori due<br />
proroghe, che la fanno perdurare a tutt’oggi. Le norme <strong>di</strong> riferimento sono le seguenti:<br />
− il D.L. 28/12/2006, n°300, che prorogava ulteriormente al 31 <strong>di</strong>cembre 2007 tale applicazione<br />
facoltativa;<br />
− la Legge n°31 del 28 Febbraio 2008, recante “ Conversione in legge, con mo<strong>di</strong>ficazioni, del<br />
D.L. 31 <strong>di</strong>cembre 2007, n°248, recante Proroga <strong>di</strong> termini previsti da <strong>di</strong>sposizioni legislative e<br />
<strong>di</strong>sposizioni urgenti in materia finanziaria”, che proroga il regime transitorio <strong>di</strong> cui sopra fino<br />
al 30 giugno 2009.<br />
Nella applicazione della nuova normativa permane l’obbligo della progettazione anti<strong>sismica</strong>,<br />
secondo i dettami contenuti nel “Testo unico per le costruzioni - Norme tecniche per le<br />
costruzioni”. A tale scopo bisogna utilizzare la nuova classificazione dei terreni in prospettiva<br />
<strong>sismica</strong> in esso contenuta, che prevede la sud<strong>di</strong>visione dei terreni in categorie <strong>di</strong> suolo <strong>di</strong><br />
fondazione A, B, C, D, E (paragrafo 3.2.1.”Categorie <strong>di</strong> suolo <strong>di</strong> fondazione”).<br />
In generale la normativa <strong>sismica</strong> sta attraversando in questi anni mo<strong>di</strong>fiche continue, al fine <strong>di</strong><br />
rispondere agli attuali standard <strong>di</strong> sicurezza e costruttivi. L’ Or<strong>di</strong>nanza n.3273/03, ha dato il via a<br />
tale cambiamento, alla quale sono seguite negli anni mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni. Le stesse regioni,<br />
Veneto compreso, si sono mosse per recepire ed adeguare tali contenuti, ed il percorso non si è<br />
ancora concluso. Un importante obiettivo da raggiungere allo stato attuale è quello <strong>di</strong> arrivare ad<br />
una microzonazione <strong>sismica</strong> del territorio. La normativa nazionale che muove il primo passo in<br />
questa <strong>di</strong>rezione è l’ O.P.C.M. 3519/06 “Criteri generali per l’in<strong>di</strong>viduazione delle zone sismiche e<br />
per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”, cui è seguito il<br />
recepimenrto da parte della Regione Veneto, con il D.G.R.V. n.71/08 “Or<strong>di</strong>nanza del Presidente del<br />
Consiglio dei Ministri 28 aprile 2006, n. 3519 "Criteri generali per l'in<strong>di</strong>viduazione delle zone<br />
sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone"− Direttive per<br />
l'applicazione. Adozione del provve<strong>di</strong>mento n° 96/CR del 7 agosto 2006.<br />
La novità introdotta da queste due norme riguarda sostanzialmente 1) la riclassificazione <strong>sismica</strong><br />
del territorio nazionale (O.P.C.M. 3519/96) in base al reale andamento delle accelerazioni massime<br />
al suolo (ulteriormente sud<strong>di</strong>vise in 12 sottoclassi e non più vincolate da confini amministrativi) con<br />
probabilità <strong>di</strong> eccedenza del 10% in 50anni, riferite a suoli rigi<strong>di</strong> caratterizzati da Vs30>800m/s<br />
(ovvero <strong>di</strong> categoria A, rif D.M. 14/09/2005), e 2) il suo recepimento da parte della regione Veneto.<br />
A tale proposito si riporta sotto la Mappa della Pericolosità <strong>sismica</strong> della Regione del Veneto,<br />
contenuta nell’allegato A del D.G.R.V. n.71/08:<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
14
Da questa carta si evince come il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> risulti <strong>di</strong>viso nelle seguenti due sottoclassi <strong>di</strong><br />
accelerazione orizzontale al suolo.<br />
0,225-0,250g a nord<br />
0,200-0,225g a sud<br />
Il limite tra le due passa circa 500-800m a nord della linea ferroviaria Venezia-U<strong>di</strong>ne e scorre<br />
parallelo ad essa. Al momento tuttavia La Regione non ritiene ancora vincolante (ve<strong>di</strong> D.G.R.V.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
15
n.71/08) tale criterio <strong>di</strong> valutazione, proprio considerando la approssimazione della Mappa sopra<br />
riportata (scala troppo piccola) e pertanto alla stato attuale rimangono valide le precedenti<br />
sud<strong>di</strong>visioni in zone del territorio per limiti amministrativi stabilite con la deliberazione <strong>di</strong><br />
Consiglio Regionale in data 3 <strong>di</strong>cembre 2003, n. 67. (<strong>di</strong> recepimento dei contenuti della O.P.C.M.<br />
n.3273/03).<br />
5.1 LIQUEFAZIONE<br />
Il “Testo unico per le costruzioni - Norme tecniche per le costruzioni” del 2005, paragrafo 7.4.4.<br />
“Terreni suscettibili <strong>di</strong> liquefazione”, fornisce la seguente definizione: “il termine «liquefazione»<br />
denota la circostanza, causata dall’aumento <strong>di</strong> pressione interstiziale in un terreno saturo non<br />
coesivo durante lo scuotimento sismico, caratterizzata da deformazioni permanenti significative o<br />
dall’annullamento degli sforzi efficaci nel terreno. Il Rischio <strong>di</strong> liquefazione deve essere valutato<br />
per tutti i terreni suscettibili <strong>di</strong> tale comportamento.”<br />
Per la verifica della presenza <strong>di</strong> terreni potenzialmente soggetti al fenomeno della liquefazione sono<br />
molti i meto<strong>di</strong> rintracciabili in bibliografia. Qui si porta a solo titolo <strong>di</strong> esempio il metodo <strong>di</strong><br />
Sherif&Ishibashi (fig.1 in allegato), che in prima battuta restringe il campo delle stratigrafie<br />
potenzialmente soggette a fenomeni <strong>di</strong> liquefazione ai livelli che presentano le seguenti<br />
caratteristiche:<br />
− Siano costituiti da sabbie e sabbie limose<br />
− Si trovino sotto il livello statico della falda<br />
− Gli strati <strong>di</strong> copertura non abbiano spessore maggiore <strong>di</strong> 3 metri.<br />
Se tali requisiti sono riscontrati, il metodo prosegue con la procedura in<strong>di</strong>cata in fig.2 (in allegato),<br />
che considera la granulometria e l’addensamento del deposito.<br />
In pratica il fenomeno della liquefazione riguarda i terreni scarsamente addensati e non coesivi, in<br />
falda.<br />
L’indagine generale, svolta per le aree in oggetto, non ha condotto a riscontri del fenomeno; benchè<br />
a volte si rintraccino strati superficiali sabbiosi e/o sabbiosi debolmente limosi con spessore>20cm,<br />
essi presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:<br />
− si trovano sopra il livello della falda<br />
− presentano strati <strong>di</strong> copertura maggiori <strong>di</strong> 3m<br />
− presentano un grado <strong>di</strong> addensamento elevato Dr=80-100%<br />
− hanno un contenuto <strong>di</strong> fino (limo)>25%.<br />
Inoltre, come evidenziato dalle <strong>di</strong>verse prove, sono frequenti e rapide le variazioni laterali <strong>di</strong> facies<br />
che coinvolgono le litologie sabbiose e ciò contribuisce ad impe<strong>di</strong>re il formarsi del fenomeno.<br />
Tuttavia, data la scala a cui l’indagine è stata effettuata, si considera possibile la locale presenza, in<br />
alcune zone del territorio comunale, <strong>di</strong> concomitanze delle caratteristiche <strong>di</strong> potenziale liquefazione;<br />
si ritiene pertanto necessaria in fase <strong>di</strong> progetto la verifica <strong>di</strong> tale pre<strong>di</strong>sposizione, per le aree<br />
in<strong>di</strong>cate nelle successive prescrizioni in prospettiva <strong>sismica</strong> (sotto-paragrafo 11.1)<br />
5.2 COEFFICIENTE DI FONDAZIONE<br />
Il coefficiente <strong>di</strong> fondazione ε , previsto nel D.M. 16/01/1997 punto C.6.1.1, <strong>di</strong> regola si assume<br />
pari ad 1.0, tranne che per le zone con struttura <strong>geologica</strong> particolare , ovvero in presenza <strong>di</strong><br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
16
depositi alluvionali <strong>di</strong> spessore variabile da 5.00 m a 20.00 m, soprastanti terreni coesivi o litoi<strong>di</strong><br />
con caratteristiche significativamente superiori, per i quali si assumerà pari a 1.3.<br />
6.0 CARTA GEOMORFOLOGICA<br />
La porzione collinare del <strong>Comune</strong> presenta versanti stabili, con pendenze prevalentemente<br />
comprese tra il 10% al 20%, subor<strong>di</strong>natamente >20% . Si segnalano su alcuni dei versanti dei<br />
rilievi maggiori (colle <strong>di</strong> Castello Roganzuolo e il colle limitrofo imme<strong>di</strong>atamente a sud-ovest in<br />
prossimità dell’autostrada A27), orli <strong>di</strong> scarpata <strong>di</strong> degradazione, che però non risultano attivi.<br />
Sono stati evidenziate le opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa spondale quali il rifacimento della sezione <strong>di</strong> parte dell’asta<br />
idrografica del Codolo, a sud della ferrovia, nonché il canale artificiale “Filiberto” ai pie<strong>di</strong> delle<br />
colline (area nord-occidentale), quest’ultimo collegato al sistema <strong>di</strong> irrigazione del Consorzio<br />
“Sinistra Piave”. E’ stato infine posto in evidenza il rilevato ferroviario della linea U<strong>di</strong>ne-Venezia.<br />
La morfologia e la <strong>di</strong>stribuzione verticale e laterale dei se<strong>di</strong>menti componenti la parte pianeggiante<br />
centrale e meri<strong>di</strong>onale del territorio <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>, derivano prevalentemente dalla azione delle acque<br />
<strong>di</strong> fusione relative alle fasi del cataglaciale e dell’imme<strong>di</strong>ato post-glaciale wurmiano (Ve<strong>di</strong><br />
paragrafo 4 <strong>di</strong> inquadramento generale). Tali deposizioni non hanno dato luogo a particolari<br />
evidenze morfologiche sul territorio; quest’ultimo si presenta infatti subpianeggiante e piuttosto<br />
uniforme, con quote variabili da 65m a 28m s.l.m. e pendenze da NO verso SE che vanno dal 2,5‰<br />
al 4,3‰. Sono peraltro riconoscibili da foto aeree alcune tracce <strong>di</strong> corsi fluviali estinti (paleoalvei),<br />
riconducibili all’imme<strong>di</strong>ato post-glaciale, <strong>di</strong> cui sono riportate in cartografia le posizioni e le forme.<br />
Va qui ricordato come i se<strong>di</strong>menti componenti i paleoalvei siano solitamente dati da litologie<br />
coerenti dotate <strong>di</strong> modesta compattezza e pertanto potenzialmente penalizzanti ai fini e<strong>di</strong>ficatori;<br />
per tale motivo andranno valutati con attenzione.<br />
Parte delle risorgive presenti sul territorio, segnalate nella apposita carta idro<strong>geologica</strong>, hanno dato<br />
luogo a testate <strong>di</strong> incisione e pertanto sono state riportate nella carta geomorfologica. E’ stata anche<br />
evidenziata in collina la presenza <strong>di</strong> alcune sorgenti a carattere temporaneo.<br />
Sono state riportate sulla Carta le cave ormai <strong>di</strong>messe presenti sul territorio; un tempo utilizzate per<br />
l’estrazione del materiale ghiaioso, alcune <strong>di</strong> esse sono state successivamente riutilizzate come<br />
<strong>di</strong>scarica (ve<strong>di</strong> cartografia), attività questa attualmente cessata.<br />
Infine si sono riportate le isoipse del microrilievo (dato regionale). A causa <strong>di</strong> incongruenze rilevate<br />
nei dati forniti dalla Regione tra il microrilievo in pianura e quello in collina, si è provveduto a<br />
riallineare i due raggruppamenti <strong>di</strong> dati, sempre tramite elaborazione statistica.<br />
7.0 CARTA GEOLITOLOGICA<br />
Al fine <strong>di</strong> meglio caratterizzare i litotipi componenti il territorio, è stata effettuata una campagna <strong>di</strong><br />
indagini in situ, come descritta nel precedente paragrafo 3 “CAMPAGNA DI INDAGINI”. Ai dati<br />
ricavati <strong>di</strong>rettamente si sono aggiunti quelli contenuti:<br />
− nella “<strong>Relazione</strong> Geologica” allegata al P.R.G. del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>”, Geologi C.Graziera<br />
e A. Della Libera, 1985 .<br />
− nelle indagini geognostiche svolte da altri professionisti per soggetti privati e società, depositate<br />
presso il <strong>Comune</strong> e da quest’ultimo messe a <strong>di</strong>sposizione.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
17
La tavola allegata riporta la sud<strong>di</strong>visione dei litotipi e la ubicazione delle prove geognostiche,<br />
sud<strong>di</strong>vise per tipologia. La sud<strong>di</strong>visione areale delle litologie è stata effettuata, a meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa<br />
in<strong>di</strong>cazione (ve<strong>di</strong> sottostante descrizione <strong>di</strong> dettaglio), considerando il litotipo prevalente presente<br />
nei primi 5m <strong>di</strong> spessore <strong>di</strong> terreno.<br />
Si riportano <strong>di</strong> seguito le litologie principali caratterizzanti il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>.; esso è<br />
costituito da due limitati affioramenti <strong>di</strong> conglomerati messiniani in area collinare nord-occidentale,<br />
da materiali della copertura detritica colluviale da sabbioso-ghiaiosi a limoso-argillosi, dai materiali<br />
morenici grossolani, da se<strong>di</strong>menti sciolti <strong>di</strong> origine fluvioglaciale e alluvionale in spessore, dati da<br />
materiali ghiaiosi nella parte centrale, sabbiosi e argillosi nella parte meri<strong>di</strong>onale. Le relative sigle<br />
riportate nella descrizione <strong>di</strong> dettaglio si rifanno ai contenuti del D.G.R.V. 615/96 “Grafie<br />
geologiche per la Pianificazione Territoriale”:<br />
1. RCC – Rocce compatte per cementazione: conglomerati<br />
2. ecg/1 – materiali della copertura detritica colluviale poco addensati e costituiti da elementi<br />
granulari sabbioso-ghiaiosi in limitata matrice limo-sabbiosa. Spessore max 3m.<br />
3. ecf/2 – materiali della copertura detritica colluviale poco consolidati e costituiti da frazione<br />
limo-argillosa prevalente con subor<strong>di</strong>nate inclusioni sabbioso-ghiaiose. Spessore >3m<br />
4. mgc – materiali <strong>di</strong> accumulo morenico grossolani (ghiaie) in matrice limoso-sabbiosa,<br />
stabilizzati.<br />
5. ags – alluvioni ghiaioso-sabbiose e sabbioso-ghiaiose<br />
6. als - alluvioni sabbiose e sabbioso-argillose (con saltuari livelli ghiaiosi)<br />
7. ala - alluvioni argillose e argilloso-sabbiose (con saltuari livelli torbosi)<br />
La litologia RCC è il substrato conglomeratico miocenico, costituente l’”ossatura” dell’apparato<br />
collinare; sottostante ai litotipi ecg/1e mgc, è visibile solo presso due limitati affioramenti nel<br />
versante collinare sud-occidentale, nelle vicinanze dell’autostrada. Presenta una permeabilità per<br />
fessurazione k30kg/cm²), mentre i se<strong>di</strong>menti colluviali ecg/1 si collocano in depressioni infravallive ed<br />
ai pie<strong>di</strong> dei versanti. Le caratteristiche geotecniche <strong>di</strong> quest’ultima variano da me<strong>di</strong>ocri a buone, con<br />
valori <strong>di</strong> resistenza alla punta da (20kg/cm²
Infine la litologia ala, rintracciabile sempre nella parte meri<strong>di</strong>onale del <strong>Comune</strong>; si tratta <strong>di</strong><br />
alluvioni argillose ed argilloso-sabbiose, presenti in due aree estese, poste una lungo il confine<br />
occidentale e l’altra lungo quello orientale. Sono costituite in generale da terreni con caratteristiche<br />
geotecniche scadenti, con valori rappresentativi <strong>di</strong> resistenza alla punta tra 6kg/cm²
ags – alluvioni ghiaioso-sabbiose e sabbioso-ghiaiose<br />
Ghiaie sabbiose e sabbie ghiaiose<br />
Angolo <strong>di</strong> attrito interno = 30° - 45°<br />
Peso specifico = 1,9÷2,2 kg/cmq<br />
Resistenza alla punta: 40kg/cmq
avviene in modo <strong>di</strong>ffuso e quin<strong>di</strong> spesso risultano <strong>di</strong>fficilmente riconoscibili sul terreno come<br />
singoli punti (questa peraltro sembra essere una caratteristica che connota la gran parte delle<br />
risorgive della pianura trevigiana in sinistra Piave). Queste, in alcuni casi, hanno determinato la<br />
formazione <strong>di</strong> contesti ambientali particolari, quali il Palù, posto a cavallo dei Comuni <strong>di</strong><br />
S.Vendemiano, Codognè e <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>; la porzione che ricade nel <strong>Comune</strong> in oggetto (loc. Le<br />
<strong>San</strong>gole), risulta tuttavia per la gran parte obliterata da passati lavori <strong>di</strong> sistemazione agraria.<br />
I maggiori canali presenti sono, da ovest a est, il Ghebo, il Codolo e l’Albina; il Ghebo in<br />
particolare raccoglie le acque del Menarè e del Fossadella. Essi hanno in generale una <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />
scolo che va da NO a SE, sono tutti alimentati da acque <strong>di</strong> risorgiva e possiedono regime perenne.<br />
In particolare il Codolo, affluente <strong>di</strong> sinistra del Ghebo, nasce in <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>.<br />
Il territorio è stato sud<strong>di</strong>viso in due settori, corrispondenti alle porzioni dei bacini idrografici<br />
principali denominati del Codolo-Cervada a ovest e del Rasego a est (ve<strong>di</strong> legenda, dati provenienti<br />
dal P.G.B.T.T.R del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Sinistra Piave, 1992, aggiornati al 2008 dallo stesso<br />
Consorzio); oltre ad evidenziare i limiti tra i bacini e le loro aste idrografiche, sono stati segnalati<br />
quei rii e quei fossi che, pur minori, presentano regime permanente.<br />
Le principali caratteristiche idrografiche del Ghebo sono: lunghezza 10.400m, bacino idrografico<br />
complessivo 4896,1ha, pendenza me<strong>di</strong>a 253,4cm/km. (fonte P.G.B.T.T.R del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica<br />
Sinistra Piave, 1992).<br />
Il Canale Albina è affluente <strong>di</strong> sinistra del Rasego, a sua volta affluente <strong>di</strong> destra del Livenza.<br />
L’Albina è un corso d’acqua che assume una sezione ben definita solo a valle <strong>di</strong> Pianzano. Ha una<br />
lunghezza <strong>di</strong> 6110m, un’area effettivamente tributaria <strong>di</strong> 1.174 ha e una pendenza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />
186cm/km (fonte P.G.B.T.T.R del Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Sinistra Piave, 1992).<br />
Come sopra in<strong>di</strong>cato il reticolo idrografico presente nella bassa pianura trevigiana drena l’acqua <strong>di</strong><br />
parte del territorio <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> e del successivo comune <strong>di</strong> Codognè, convogliandola nelle aste<br />
principali (il Monticano ed il Livenza). Le problematiche idrauliche che qui si possono verificare<br />
sono da collegarsi in particolare ad eventi precipitativi intensi con durate superiori alle 12 ore. In<br />
tali occasioni Il Ghebo e l’Albina (ed i relativi bacini idrografici) possono risentire della mancata<br />
ricezione delle aste in cui affluiscono (Monticano, Livenza).<br />
Si segnalano in particolare per il Monticano le sue repentine piene, causate da intense precipitazioni<br />
in zona collinare e dalla elevata corrivazione delle acque dei suoi affluenti subcollinari ( Crevada e<br />
Cervada). In tali frangenti la rete idraulica presente in questo tratto <strong>di</strong> pianura fatica a drenare<br />
perché le aste principali non ricevono: si registrano pertanto allagamenti, talora anche con altezze<br />
d’acqua tra 0,5m ed 1m. Nonostante numerosi lavori <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria manutenzione compiuti dal<br />
Magistrato alle Acque <strong>di</strong> Venezia - Nucleo operativo <strong>di</strong> Treviso - lungo il suo corso (azioni <strong>di</strong><br />
rinforzo e ricalibratura arginale), la piena sicurezza dell’area dal punto <strong>di</strong> vista idraulico non si è a<br />
tutt’oggi ancora ottenuta. (rif. “Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino<br />
del Fiume Livenza” - ADBVE, 2003).<br />
Relativamente alle aree esondabili riportate nel “Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’Assetto<br />
Idrogeologico del Bacino del Fiume Livenza” - ADBVE, 2003, esse sono il risultato <strong>di</strong> una<br />
modellazione idrologica, prodotta utilizzando un modello matematico in grado <strong>di</strong> simulare la<br />
propagazione delle piene per un tempo <strong>di</strong> ritorno centenario (pioggia <strong>di</strong> riferimento quella<br />
caratterizzata da Tr=100anni e durata 24 ore). I risultati sono stati poi confrontati con le aree<br />
storicamente allagate, al fine <strong>di</strong> verificare l’affidabilità del modello. L’ottica dello stu<strong>di</strong>o è stata<br />
quella “<strong>di</strong> mappare non tanto ben definiti scenari <strong>di</strong> piena, quanto piuttosto l’attitu<strong>di</strong>ne e la<br />
pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un dato territorio ad essere esondato” (tratto dal:“Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per<br />
l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Livenza”, paragrafo 2.2.1.1., pag.46)<br />
Nella cartografia allegata al “Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del<br />
Fiume Livenza” (ADBVE, 2003) - Tav. 16, viene riportata una vasta area a pericolosità P1<br />
(moderata), che interessa la porzione sud-orientale e meri<strong>di</strong>onale del territorio comunale. Tale<br />
perimetrazione non è stata confermata dall’Ufficio Tecnico del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong>, e pertanto non<br />
è stata riportata nella “Carta Idro<strong>geologica</strong> delle acque superficiali”.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
21
Estratto dalla “Carta della Pericolosità Idraulica - Tav.16 -”, scala 1:10.000 . Area a Pericolosità moderata. (P1) .<br />
“Progetto <strong>di</strong> Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Livenza” (ADBVE, 2003)<br />
8.1 AREE ESONDABILI ED A DEFLUSSO DIFFICOLTOSO<br />
In riferimento ai dati bibliografici ed alle informazioni ricevute durante gli incontri presso l’Ufficio<br />
Tecnico Comunale ed il Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Sinistra Piave (Ing. Artico), sono state in<strong>di</strong>viduate<br />
alcune aree con problemi <strong>di</strong> esondabilità limitata che si registrano come conseguenza <strong>di</strong> eventi<br />
meteo intensi. Si riportano <strong>di</strong> seguito le descrizioni delle problematiche, zona per zona:<br />
Presso via Mel, per insufficienza della rete dei fossi che confluisce nel Codolo, si verificano limitati<br />
allagamenti h
9.0 CARTA IDROGEOLOGICA DELLE ACQUE SOTTERRANEE<br />
Le situazioni relative all’andamento delle acque sotterranee sono <strong>di</strong>fferenti, passando dalla collina<br />
alla pianura. In carta sono state riportate le isofreatiche, che descrivono l’andamento del tetto della<br />
prima falda freatica rispetto al livello del mare. Il territorio è stato anche sud<strong>di</strong>viso in base alla<br />
<strong>di</strong>fferente profon<strong>di</strong>tà della prima falda dal p.c., secondo i seguenti intervalli.<br />
da 0m a 2m dal p.c.<br />
da 2m a 5m dal p.c.<br />
da 5m a 10m dal p.c.<br />
>10m dal p.c.<br />
Tale stu<strong>di</strong>o ha portato ad in<strong>di</strong>viduare i versi <strong>di</strong> scorrimento principali e secondari delle acque<br />
sotterranee: relativamente alla parte collinare, dove in generale tali versi seguono le linee <strong>di</strong><br />
pendenza dei rilievi collinari, si in<strong>di</strong>vidua un importante asse <strong>di</strong> drenaggio sotterraneo posto tra i<br />
colli <strong>di</strong> Castello Roganzuolo ed il limitrofo ad occidente. Ad andamento NO-SE, tale asse è anche<br />
evidenziato dalla profon<strong>di</strong>tà della prima falda, che in corrispondenza è compresa tra 0 e 2m ed allo<br />
sbocco in pianura questa tende a mantenersi tale per un certo tratto, prima <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>rsi a causa<br />
del materasso ghiaioso presente.<br />
Per la parte pianeggiante i versi <strong>di</strong> scorrimento vanno in generale da NO a SE, ad eccezione <strong>di</strong> una<br />
depressione delle isofreatiche grossomodo in corrispondenza della parte meri<strong>di</strong>onale della zona<br />
industriale, al confine con S.Vendemiano: qui si rintracciano tra l’altro i valori <strong>di</strong> maggior<br />
approfon<strong>di</strong>mento della prima falda freatica.<br />
La porzione <strong>di</strong> pianura del territorio <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> si colloca a cavallo della linea delle risorgive<br />
(quest’ultima idealmente passante a circa 1,5km a sud <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sotto, con andamento NE-<br />
SO); come in precedenza sottolineato, l’acquifero in<strong>di</strong>fferenziato presente a NO lascia rapidamente<br />
il posto ad un sistema idrogeologico multifalda. Il graduale aumento verso SE degli orizzonti<br />
limosi ed argillosi entro il materasso ghiaioso-sabbioso (inter<strong>di</strong>gitazione), produce una sud<strong>di</strong>visione<br />
della falda freatica posta a monte, sviluppando un sistema <strong>di</strong> falde sovrapposte, da confinate a<br />
semiconfinate e pertanto variamente in pressione. Anche a limite meri<strong>di</strong>onale del <strong>Comune</strong> persiste<br />
tuttavia una limitata falda freatica, rintracciabile ad una profon<strong>di</strong>tà generalmente compresa tra 0,5 e<br />
1m dal p.c. Procedendo verso SE il sistema multifalda si <strong>di</strong>fferenzia maggiormente, a causa<br />
dell’approfon<strong>di</strong>mento che subiscono molte delle falde confinate, costrette dall’andamento del loro<br />
tetto e letto impermeabili.<br />
Per la realizzazione della Carta Idro<strong>geologica</strong> delle acque sotterranee si sono utilizzati i dati della<br />
“Carta Idro<strong>geologica</strong>” del precedente Stu<strong>di</strong>o Geologico per il PRG, 1985 (Geologi A.Della Libera e<br />
C.Granziera), confrontati con le misurazioni freatimetriche svolte dal sottoscritto durante la<br />
campagna <strong>di</strong> prove geognostiche. Infine una ulteriore integrazione si è realizzata con i dati<br />
provenienti dalle “Schede utenza per prelievo acqua da pozzo”, gentilmente fornite dal Genio<br />
Civile <strong>di</strong> Treviso.<br />
Relativamente all’andamento nel sottosuolo delle <strong>di</strong>verse falde variamente in pressione, si sono<br />
presi in considerazione i pozzi artesiani e risalienti esistenti sul territorio, analizzando le profon<strong>di</strong>tà<br />
<strong>di</strong> prelievo; questi dati sono stati confrontati con le ulteriori informazioni provenienti dalle Schede<br />
utenza prelievo d’acqua da pozzo e dai Moduli per la denuncia pozzi gentilmente messi a<br />
<strong>di</strong>sposizione dal Genio Civile <strong>di</strong> Treviso (in totale ulteriori n°30 pozzi). La non uniformità <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stribuzione dei punti <strong>di</strong> prelievo ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare solo a gran<strong>di</strong> linee alcuni intervalli <strong>di</strong><br />
profon<strong>di</strong>tà dal p.c. sede <strong>di</strong> maggior sfruttamento, peraltro riferibili alla alta pianura (parte centrale<br />
del <strong>Comune</strong>):<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
23
− 1° intervallo 20÷40m circa ;<br />
− 2° intervallo 45÷50m circa;<br />
− 3° intervallo 80÷90m circa.<br />
In carta sono stati riportati, per motivi <strong>di</strong> leggibilità e rintracciabilità, n° 15 pozzi artesiani/risalienti<br />
scelti tra quelli più significativi. I dati ad essi relativi, riassunti nella seguente tabella, sono stati<br />
gentilmente forniti dal Genio Civile <strong>di</strong> Treviso:<br />
pozzo n°<br />
Profon<strong>di</strong>tà<br />
(m)<br />
uso Loc.<br />
Portata(Q)<br />
utilizzata (l/s)<br />
Prelievo max<br />
annuo (mc)<br />
1 35 Industriale Via Nazionale 13 2.800<br />
2 18 Industriale Via Palla<strong>di</strong>o 0,7 21<br />
3 28 Industriale Via Bradolini n.f. 9.000<br />
4 26 Irriguo S. <strong>Fior</strong> <strong>di</strong> Sopra 1,66 n.f.<br />
5 48 Industriale Via Bradolini 2 6.000<br />
6 38 Industriale Via Galilei 5 21.500<br />
7 38 Industriale Via Bradolini 3 20.000<br />
8 32 Irriguo Via Stortan 11 n.f.<br />
9 30 Irriguo Via Vecellio 4 n.f.<br />
10 31 Irriguo Via Generai 2,5 n.f.<br />
11 32 Irriguo Borgo Gra<strong>di</strong>sca 10 n.f.<br />
12 n.f. Igienico/sanitario Via Nazionale 0,0001 n.f.<br />
13 30 Irriguo Via Poloni 10 n.f.<br />
14 5 Irriguo Loc. “Spine” 0,5 n.f.<br />
15 42 Industriale Via Bradolini 0,5 2.000<br />
n.f. = non fornita<br />
10.0 CARTA DELLA COMPATIBILITA’ GEOLOGICA AI FINI URBANISTICI<br />
DEFINIZIONE<br />
La Carta della Compatibilità Geologica ai fini Urbanistici (ex Carta delle Penalità ai fini e<strong>di</strong>ficatori)<br />
rappresenta l’elaborato <strong>di</strong> sintesi degli stu<strong>di</strong> geologici esistenti sopra in<strong>di</strong>cati, ed in<strong>di</strong>ca il livello <strong>di</strong><br />
idoneità <strong>geologica</strong> del terreno in rapporto alle ipotesi <strong>di</strong>:<br />
1. destinazione urbanistica delle varie parti del territorio;<br />
2. progetti e<strong>di</strong>ficatori ed in generale <strong>di</strong> trasformazione del territorio, sia privati che pubblici.<br />
Essa prevede una <strong>di</strong>visione territoriale in aree idonee, idonee a con<strong>di</strong>zione e non idonee: tali<br />
sud<strong>di</strong>visioni, utilizzate anche per la stesura della Carta delle Fragilità, sono state dettagliate sempre<br />
tenendo presente le terminologie previste dal D.G.R.V. 615/1996 per la Ex Carta delle Penalità ai<br />
Fini E<strong>di</strong>ficatori. Pertanto:<br />
− “Aree idonee” corrispondono alla ex classe <strong>di</strong> zonazione: “terreno ottimo”<br />
− “Aree idonee a con<strong>di</strong>zione” raggruppano le ex classi <strong>di</strong> zonazione “terreno buono, me<strong>di</strong>ocre e<br />
scadente”.<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
24
− “Aree non idonee” corrispondono alla ex classe <strong>di</strong> zonazione “terreno pessimo”<br />
Le “Aree idonee a con<strong>di</strong>zione” in particolare, sono cartograficamente evidenziate con il medesimo<br />
colore (giallo), ma sono a loro volta sud<strong>di</strong>vise in base alle problematiche presentate (con<strong>di</strong>zioni<br />
geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche), in Tipo 1, 2 3 e 4. Tale sud<strong>di</strong>visione è<br />
evidenziata in cartografia da <strong>di</strong>fferenti retini, mentre la loro specificazione la si ritrova nel<br />
successivo articolato normativo.<br />
AREE IDONEE<br />
Caratterizzazione locale<br />
Morfologia: aree pianeggianti.<br />
Litologia: se<strong>di</strong>menti fluvioglaciali ed alluvionali prevalentemente costituiti da ghiaie sabbiose e<br />
sabbie ghiaiose, talora contenenti locali livelli cementati, riscontrabili al <strong>di</strong> sotto dello strato<br />
superficiale pedogenizzato (0,40÷0,60m).<br />
Geotecnica: ottime le caratteristiche geomeccaniche generali (Resistenza <strong>di</strong>namica alla punta Rp<br />
>30 kg/cmq).<br />
Idrogeologia: la prima falda è rintracciabile a profon<strong>di</strong>tà maggiori <strong>di</strong> 5m. Alto il coefficiente <strong>di</strong><br />
permeabilità. Drenaggio ottimo. Assenza <strong>di</strong> esondazioni e <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico.<br />
Relativamente alla <strong>sismica</strong> tali aree sono in ogni caso soggette alla specifica normativa <strong>di</strong><br />
riferimento (ve<strong>di</strong> successive prescrizioni in prospettiva <strong>sismica</strong>, sotto-paragrafo 11.1)<br />
AREE IDONEE A CONDIZIONE<br />
Tipo 1<br />
Caratterizzazione locale<br />
Morfologia: sia collinare che pianeggiante.<br />
Interessa porzioni <strong>di</strong> territorio collinare prevalentemente sommitale e dell’alta pianura, a nord della<br />
linea delle risorgive.<br />
Pendenze (per le aree collinari): in generale inferiori al 10%<br />
Litologia: se<strong>di</strong>menti morenici e colluviali (parte collinare), fluvioglaciali ed alluvionali (parte <strong>di</strong><br />
pianura). I primi sono costituiti da ghiaie in matrice limoso-sabbiosa; i secon<strong>di</strong> da sabbie ghiaiose in<br />
limitata matrice limoso-sabbiosa.<br />
Si segnala nei terreni pianeggianti la spora<strong>di</strong>ca presenza <strong>di</strong> un orizzonte superficiale <strong>di</strong> 0,5m dato da<br />
terreni fini (limi argillosi e/o sabbiosi, argille).<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
25
Geotecnica: le caratteristiche geomeccaniche dei terreni vanno in generale da buone<br />
(20kg/cmq
profon<strong>di</strong>tà congrue al tipo <strong>di</strong> intervento previsto: in ogni caso la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> indagine non dovrà<br />
essere inferiore a 10m dalla base fondazionale, o fino al raggiungimento del substrato roccioso.<br />
La fattibilità degli scavi in interrato dovrà venire valutata localmente con attenzione. In tali<br />
situazioni la relazione geologico-tecnica dovrà anche considerare la spinta dell’acqua a livello<br />
fondazionale. In generale lo scavo e la realizzazione <strong>di</strong> fondazioni sotto il livello <strong>di</strong> falda<br />
abbisognano, in particolare per le litologie permeabili (ghiaie e sabbie), <strong>di</strong> un adeguato sistema <strong>di</strong><br />
pompaggio (well-point, trincee drenanti) e della corretta impermeabilizzazione delle strutture<br />
interrate.<br />
Tipo3<br />
Caratterizzazione locale<br />
Morfologia: aree pianeggianti<br />
Litologia: terreni dati da se<strong>di</strong>menti fluvioglaciali ed alluvionali argillosi, argilloso-sabbiosi e<br />
sabbiosi nella parte meri<strong>di</strong>onale del <strong>Comune</strong>; terreni dati da se<strong>di</strong>menti colluviali fini (limosoargillosi)<br />
nella parte centrale del <strong>Comune</strong>.<br />
Geotecnica: le caratteristiche geotecniche dei terreni variano da me<strong>di</strong>ocri<br />
(10kg/cmq
1998, n.267 – in<strong>di</strong>viduazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e idrogeologico.<br />
In<strong>di</strong>cazioni per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici” ).<br />
Si dovrà in ogni caso:<br />
Tipo 4<br />
∗ Prevedere quote <strong>di</strong> imposta/accesso poste 0,5m sopra il piano campagna;<br />
∗ Evitare la realizzazione <strong>di</strong> piani interrati;<br />
∗ Mantenere le vie <strong>di</strong> deflusso degli eventuali ristagni verso le relative aste<br />
idrografiche;<br />
∗ Prevedere le <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> rispetto dai corsi d’acqua fissate dalla normativa idraulica.<br />
Morfologia: aree pianeggianti.<br />
Tali aree a con<strong>di</strong>zione corrispondono unicamente alle cave <strong>di</strong>smesse presenti sul<br />
territorio.<br />
Si tratta <strong>di</strong> cave <strong>di</strong>messe a suo tempo utilizzate per estrarre ghiaie e/o materiale <strong>di</strong> riporto in genere.<br />
Per alcune <strong>di</strong> esse si segnala un successivo riutilizzo come <strong>di</strong>scarica (rif “Carta Geomorfologica”),<br />
anch’esso terminato. Attualmente alcune si presentano in parte riempite d’acqua (ad es. il lago delle<br />
Veneziane).<br />
Prescrizioni: in relazione ad esse il P.I., potrà in generale perseguirne l’idoneità al solo fine <strong>di</strong><br />
riconvertirle in aree ver<strong>di</strong> attrezzate. A tale scopo dovrà procedere alla bonifica delle parti a<br />
<strong>di</strong>scarica e procedere successivamente alla loro risistemazione, stabilizzazione e messa in sicurezza.<br />
Il P.I. infine, per le cave <strong>di</strong>smesse che esprimono le connotazioni <strong>di</strong> zone umide, dovrà considerare<br />
le specifiche tutele previste a riguardo dal PTRC e dal DPR 448/1976 (Convenzione <strong>di</strong> Ramsar).<br />
AREE NON IDONEE<br />
Caratterizzazione locale<br />
La non idoneità riguarda solamente i terreni che presentano pendenza >30%.<br />
Si tratta del versante collinare settentrionale del colle <strong>di</strong> Castello Roganzuolo (dove si trova la<br />
chiesa) e del versante occidentale del colle in loc. case Cattaneo.<br />
Geotecnica: le caratteristiche geotecniche dei terreni fondazionali variano da buone a me<strong>di</strong>ocri.<br />
Prescrizioni: l’e<strong>di</strong>ficabilità è preclusa per le pendenze presenti (>30%), particolarmente<br />
penalizzanti. Sono ammissibili solo le infrastrutture viarie ed a rete, le opere e gli interventi volti<br />
alla riparazione e al consolidamento dell’esistente o alla stabilizzazione del <strong>di</strong>ssesto. In particolare<br />
in queste aree non sono ammessi nuovi interventi e<strong>di</strong>lizi come definiti all’art.3 del D.P.R. 380/2001<br />
"Testo unico delle <strong>di</strong>sposizioni legislative e regolamentari in materia e<strong>di</strong>lizia. (Testo A)", fatti salvi<br />
gli interventi sull’esistente <strong>di</strong> cui al comma 1, lett. a), b), c), d) con la esclusione delle demolizioni e<br />
ricostruzioni non in loco o che comportino variazioni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>me. Il P.I. dovrà in ogni caso prevedere<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
28
per tali interventi specifiche indagini geognostiche in numero e profon<strong>di</strong>tà adeguate al tipo <strong>di</strong><br />
intervento (in ogni caso la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> indagine non dovrà essere inferiore a 10m dalla base<br />
fondazionale, o terminare al raggiungimento del substrato roccioso) e dovrà essere sempre<br />
effettuata una valutazione <strong>di</strong> stabilità del pen<strong>di</strong>o interessato. Gli interventi dovranno essere<br />
compatibili con le conclusioni contenute nelle relative Relazioni geologico-tecniche.<br />
10.1 ULTERIORI PRESCRIZIONI<br />
Oltre alle <strong>di</strong>fferenti <strong>compatibilità</strong> geologiche ai fini e<strong>di</strong>ficatori ed alle prescrizioni relative alla<br />
<strong>sismica</strong> (ve<strong>di</strong> paragrafo sottostante), il territorio è soggetto ai vincoli ed alle misure <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />
relative alla tutela sulle acque sotterranee (DPR 236/88, D.Lgs. 152/99 e D.Lgs 258/00), ai vincoli<br />
paesaggistici ( L. 1497/39 e L. 431/85) ed a quanto <strong>di</strong> specifico contenuto nei Piani Regionali.<br />
11.0 STUDIO DI COMPATIBILITA’ SISMICA<br />
Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Fior</strong> ricade in zona 2 ed è pertanto soggetto, a seguito del recepimento con D.C.R.<br />
67/2003 della O.P.C.M. 3274/2003 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed integrazioni, nonché in riferimento al<br />
D.g.r.n°3308 del 04.11.08, alla redazione <strong>di</strong> uno “Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Compatibilità <strong>sismica</strong>”.<br />
A tale scopo il sottoscritto, in fase <strong>di</strong> stesura dello Stu<strong>di</strong>o Geologico del territorio comunale, ha<br />
integrato quest’ultimo con tale recente richiesta. Si considerano infatti parte integrante dello Stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> Compatibilità Sismica i paragrafi 2.0, 3.0, 4.0 e 5.0 della presente <strong>Relazione</strong> Geologica e gli<br />
allegati cartografici n°7 e n°8. In essi si ritrovano i contenuti richiesti dall’allegato A al Dgr. n°3308<br />
del 04.11.08 quali:<br />
a) nel paragrafo 5.0 “Tettonica e sismicità”: la ricostruzione storica della sismicità (pag.11) con<br />
mappa in scala adeguata (pag.12) ed estesa alle zone limitrofe, degli epicentri a <strong>di</strong>versa intensità<br />
<strong>sismica</strong> e la possibile correlazione con le principali strutture geologiche presenti (la “faglia <strong>di</strong><br />
Sacile” e la “anticlinale dei colli <strong>di</strong> Conegliano”) - rif. pagg. 9, 10, 11, 12, e 13;<br />
b) l’elaborato cartografico n°7, denominato “Carta della rivisitazione dei contenuti geolitologici,<br />
geomorfologici ed idrogeologici in chiave sismologica”(1:10.000), pre<strong>di</strong>sposta sulla scorta dei<br />
dati provenienti dal presente Stu<strong>di</strong>o Geologico. Relativamente alle sezioni litostratigrafiche<br />
in<strong>di</strong>cate in cartografia, si rimanda <strong>di</strong>rettamente all’elaborato 10 “Prove geognostiche”;<br />
c) l’elaborato cartografico n°8, denominato “Carta delle zone omogenee in prospettiva<br />
<strong>sismica</strong>”(1:10.000), che sud<strong>di</strong>vide il territorio in aree “stabili”, aree “stabili suscettibili <strong>di</strong><br />
amplificazioni sismiche e in aree “suscettibili <strong>di</strong> instabilità”. Relativamente ad esse si rimanda al<br />
successivo sotto-paragrafo “Prescrizioni relative alla <strong>sismica</strong>”;<br />
d) nel paragrafo 12.0 “Conclusioni”: la “Verifica della conciliabilità della trasformazioni<br />
urbanistiche con le in<strong>di</strong>cazioni derivanti dalla caratterizzazione <strong>geologica</strong>, geomorfologica ed<br />
idro<strong>geologica</strong> dell’area in esame”.<br />
11.1 PRESCRIZIONI RELATIVE ALLA SISMICA<br />
Vengono <strong>di</strong> seguito fornite le descrizioni delle zone (o aree) omogenee in prospettiva <strong>sismica</strong> e le<br />
relative prescrizioni (rif. “Carta delle zone omogenee in prospettiva <strong>sismica</strong>, 1:10.000):<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
29
Aree stabili<br />
Non vi sono effetti sismici locali <strong>di</strong> rilevo.<br />
Le aree riguardano prevalentemente il territorio pianeggiante, ove ritroviamo elevati spessori <strong>di</strong><br />
se<strong>di</strong>menti fluvioglaciali ed alluvionali grossolani.<br />
Prescrizioni: il P.I. dovrà prevedere, relativamente al solo territorio urbanizzato, urbanizzabile<br />
(suscettibile <strong>di</strong> trasformazioni urbanistiche per l’espansione degli abitati) e relativo ad ambiti<br />
riguardanti i sistemi, le reti infrastrutturali, i corridoi per il trasporto energetico <strong>di</strong> rilevanza<br />
strategica a livello statale o provinciale, la caratterizzazione del terreno tramite la misura delle Vs30<br />
(velocità <strong>di</strong> propagazione delle onde <strong>di</strong> taglio entro i primi 30m <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà come definita dalle<br />
vigenti Norme tecniche sulle costruzioni – D.M.14.09.05 e D.M. 14.01.08).<br />
Dovrà pertanto venire prodotto un elaborato che contenga tale caratterizzazione e tutte le<br />
valutazioni in prospettiva <strong>sismica</strong> previsti per legge (categoria <strong>sismica</strong> del terreno <strong>di</strong> fondazione,<br />
valutazione del coefficiente <strong>di</strong> fondazione).<br />
Aree stabili suscettibili <strong>di</strong> amplificazioni sismiche<br />
Aree dove sono attese amplificazioni del moto sismico, come effetto dell’assetto litostratigrafico e<br />
morfologico locale.<br />
Per il primo aspetto (litostratigrafico) la possibile presenza a profon<strong>di</strong>tà minori <strong>di</strong> 20m <strong>di</strong> passaggi<br />
litologici a forte contrasto <strong>di</strong> rigi<strong>di</strong>tà <strong>sismica</strong> può comportare delle amplificazioni locali dell’onda,<br />
<strong>di</strong> cui bisogna tenere conto in fase <strong>di</strong> progettazione. Si segnalano in particolare:<br />
− le aree interessate da copertura morenica (spessore generalmente compreso tra i 5 ed i 20m), in<br />
generale date da litologia ghiaiosa in matrice limoso-sabbiosa, poggiante sul substrato<br />
conglomeratico e arenaceo;<br />
− le zone interessate da litologie colluviali (litologie ghiaioso-sabbiose (me<strong>di</strong>amente addensate),<br />
sabbiose e limose poggianti su substrato più rigido (roccioso o ghiaioso, spesso presente a<br />
partire dai 5m e fino a 20m);<br />
− le zone interessate da se<strong>di</strong>menti alluvionali fini nel settore meri<strong>di</strong>onale del comune (argille e<br />
limi argillosi poggianti su litologie ghiaiose molto addensate, queste ultime poste a partire da<br />
circa 10m)<br />
Per il secondo aspetto (morfologico) vengono invece inclusi i versanti con inclinazione ≥15°.<br />
Prescrizioni: il P.I. deve prevedere la effettuazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o finalizzato alla determinazione<br />
della profon<strong>di</strong>tà del bedrock sismico in funzione della definizione del periodo proprio <strong>di</strong> vibrazione<br />
del sottosuolo ed alla definizione <strong>di</strong> profili <strong>di</strong> Vs30, unitamente alla valutazione degli effetti<br />
morfologici. Tale valutazione dovrà riguardare anche le aree urbanizzate ed urbanizzabili poste in<br />
prossimità dei versanti con inclinazione ≥15°, se<strong>di</strong> <strong>di</strong> amplificazione <strong>sismica</strong>.<br />
Aree suscettibili <strong>di</strong> instabilità<br />
Aree nelle quali gli effetti sismici attesi e predominanti sono riconducibili a deformazioni del<br />
territorio (instabilità <strong>di</strong> versante, liquefazioni, faglie attive, ce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>fferenziali). I terreni <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />
<strong>Fior</strong> in generale non sono soggetti a liquefazione in caso <strong>di</strong> evento sismico, tuttavia si considera<br />
possibile la locale presenza sul territorio comunale <strong>di</strong> concomitanze delle caratteristiche <strong>di</strong><br />
potenziale liquefazione, nello specifico in corrispondenza dei terreni colluviali fini presenti, con<br />
falda prossima alla superficie, e nei terreni alluvionali fini posti nella parte meri<strong>di</strong>onale del<br />
<strong>Comune</strong>. Non si registrano instabilità <strong>di</strong> versante, mentre sono state perimetrate quelle aree con<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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caratteristiche geotecniche scadenti, in quanto suscettibili <strong>di</strong> ce<strong>di</strong>menti anche <strong>di</strong>fferenziali in caso <strong>di</strong><br />
sisma. Non è stato possibile invece in<strong>di</strong>care con aree quelle situazioni puntuali relative a passaggi<br />
litologici laterali a marcata variazione granulometrica (passaggi laterali litologie grossolanelitologie<br />
coerenti), cui tuttavia si dovrà porre la massima attenzione.<br />
Prescrizioni: il P.I. deve prevedere, come per le aree stabili suscettibili <strong>di</strong> amplificazione sismiche,<br />
la effettuazione <strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o finalizzato alla determinazione della profon<strong>di</strong>tà del bedrock sismico in<br />
funzione della definizione del periodo proprio <strong>di</strong> vibrazione del sottosuolo ed alla definizione <strong>di</strong><br />
profili <strong>di</strong> Vs30, unitamente alla valutazione degli effetti morfologici.<br />
Il P.I. dovrà inoltre prevedere l’esecuzione delle relative verifiche puntuali atte a stabilire la<br />
presenza in falda <strong>di</strong> orizzonti sabbiosi e sabbioso-limosi ed il loro grado <strong>di</strong> addensamento, ai fini <strong>di</strong><br />
valutarne la potenziale liquefacibilità.<br />
Infine, relativamente alle situazioni in cui si potrebbero registrare ce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>fferenziali locali<br />
quali effetti in caso <strong>di</strong> sisma, essi dovranno venire attentamente considerati attraverso valutazione<br />
che dovrà trovare posto nello stu<strong>di</strong>o finalizzato sopra citato.<br />
12.0 CONCLUSIONI<br />
La progettazione degli interventi e<strong>di</strong>ficatori deve in generale attenersi alle Norme tecniche<br />
emanate con il D.M. 11/03/1988, riguardante “le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei<br />
pen<strong>di</strong>i naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione,<br />
l’esecuzione e il collaudo delle opere <strong>di</strong> sostegno delle terre e delle opere <strong>di</strong> fondazione” ed a<br />
quanto contenuto nel Decreto 14 settembre 2005 “Testo unico per le costruzioni - Norme<br />
tecniche per le costruzioni”, con particolare riferimento alle prescrizioni per le costruzioni in<br />
zone sismiche.<br />
In considerazione della zona <strong>sismica</strong> interessata dall’ambito comunale, in base alla<br />
indagine eseguita ed alle prescrizioni sopra riportate (paragrafo 10), si conclude che esiste<br />
<strong>compatibilità</strong> <strong>sismica</strong> dello strumento urbanistico proposto (P.A.T.) con le caratteristiche<br />
geologiche, idrogeologiche e geomorfologiche del territorio comunale.<br />
Per quanto attiene al Piano degli Interventi, lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>compatibilità</strong> <strong>sismica</strong>, integrato nella<br />
presente relazione, dovrà avere un ulteriore sviluppo ed approfon<strong>di</strong>mento, necessario al fine <strong>di</strong><br />
definire gli interventi ammissibili e le modalità esecutive nelle aree urbanizzate ed<br />
urbanizzabili.<br />
<strong>San</strong> <strong>Fior</strong>, 16 Dicembre 2008<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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Dott. Geol. Alessandro Fabbroni
ALLEGATI<br />
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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Allegato1
Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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Dr.Geol.Alessandro Fabbroni – Viale Zancanaro, 28 – 33077 Sacile (PN)<br />
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Allegato 2
INDICE GENERALE<br />
1.0 INTRODUZIONE Pag. 2<br />
2.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Pag. 4<br />
3.0 CAMPAGNA DI INDAGINI Pag. 4<br />
4.0 INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO, GEOLITOLOGICO<br />
ED IDROGEOLOGICO GENERALE Pag. 5<br />
5.0 TETTONICA E SISMICITA’ Pag. 9<br />
6.0 CARTA GEOMORFOLOGICA Pag. 17<br />
7.0 CARTA GEOLITOLOGICA Pag. 17<br />
8.0 CARTA IDROGEOLOGICA DELLE ACQUE SUPERFICIALI Pag. 20<br />
9.0 CARTA IDROGEOLOGICA DELLE ACQUE SOTTERRANEE Pag. 23<br />
10.0 CARTA DELLA COMPATIBILITA’ GEOLOGICA AI FINI URBANISTICI Pag. 24<br />
11.0 STUDIO DI COMPATIBILITA’ SISIMICA Pag. 29<br />
12.0 CONCLUSIONI Pag. 31<br />
ALLEGATI Da Pag. 32<br />
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