bollettino della comunita - La Voce di Mondavio
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LA DONNA E LA CRISI ECONOMICA<br />
L’attuale crisi economica colpisce<br />
numerosi Paesi in Europa e in altre<br />
parti del mondo. Milioni <strong>di</strong> persone<br />
che fino a tre o quattro anni fa non<br />
sapevano cosa volesse significare affrontare<br />
una vita <strong>di</strong> preoccupazioni e<br />
<strong>di</strong> stenti, oggi si ritrovano a dover far<br />
fronte a questa triste realtà. Una realtà<br />
che si sta rivelando <strong>di</strong> mese in mese<br />
sempre più pesante e per certi versi<br />
drammatica. Gli osservatori più esperti<br />
già da tempo avevano previsto<br />
delle <strong>di</strong>fficoltà, ma non si aspettavano<br />
una crisi <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>mensioni. Questo<br />
brutto momento coinvolge <strong>di</strong>versi<br />
strati <strong>della</strong> popolazione e in particolare<br />
le persone più in<strong>di</strong>fese. Paradossalmente<br />
sul fronte dell’occupazione, e<br />
crisi significa soprattutto mancanza <strong>di</strong><br />
lavoro, sono le donne a subire il danno<br />
maggiore. Si calcola che dal 2007<br />
ad oggi almeno 22 milioni <strong>di</strong> donne<br />
<strong>di</strong> tutte le età abbiano perso il lavoro<br />
negli Stati cosidetti progre<strong>di</strong>ti. Dunque,<br />
ancora una volta, è la popolazione<br />
femminile a pagare <strong>di</strong> più come se<br />
già non bastassero le <strong>di</strong>scriminazioni<br />
cui da sempre è sottoposta. Su mandato<br />
dell’ONU ogni anno a NewYork<br />
si riunisce una commissione che ha il<br />
compito <strong>di</strong> monitorare la con<strong>di</strong>zione<br />
femminile nel mondo. Gli addetti ten-<br />
Marco Fiorelli<br />
gono in considerazione tre parametri:<br />
le <strong>di</strong>fferenze nel campo<br />
dell’istruzione, del red<strong>di</strong>to e <strong>della</strong><br />
rappresentanza nei luoghi decisionali.<br />
Dai rilevamenti effettuati è risultato<br />
che l’Italia si trova al settantaduesimo<br />
posto su 154 Paesi. Una posizione,<br />
per le nostre donne, che non ci fa certo<br />
onore e che dovrebbe indurre le<br />
Istituzioni e le rappresentanze sindacali<br />
ad un maggior impegno. Il settore<br />
economico è senza dubbio quello che<br />
vede la popolazione femminile più<br />
svantaggiata. Metà delle donne italiane<br />
non solo non ha occupazione ma<br />
nemmeno la cerca. <strong>La</strong> causa è dovuta<br />
al fatto che mancando i servizi essenziali,<br />
come ad esempio gli asili nido,<br />
è impossibile per le donne conciliare i<br />
tempi <strong>di</strong> lavoro con la famiglia.<br />
Gran<strong>di</strong> sono inoltre le <strong>di</strong>sparità salariali<br />
per cui quando una lavoratrice va<br />
in pensione è più esposta al rischio<br />
povertà. Di recente il Parlamento Italiano<br />
ha approvato una legge che dovrebbe<br />
favorire più presenza femminile<br />
nei comparti del Servizio Pubblico<br />
e nei Consigli <strong>di</strong> Amministrazione<br />
delle società. <strong>La</strong> legge è passata con<br />
qualche <strong>di</strong>fficoltà a causa dello scetticismo<br />
<strong>di</strong> molti. Staremo a vedere cosa<br />
accadrà in futuro.<br />
la voce <strong>di</strong> mondavio 13