Ottobre - Avventisti del Settimo Giorno

una parola per te
UNA PAROLA PER TE Il frutto dello Spirito
L’apostolo Paolo ci esorta
a essere gioiosi. La nostra gioia
inizia quando conosciamo Dio e
lo accettiamo quale nostro creatore,
redentore, salvatore e amico.
Grazie allo studio della Scrittura,
riusciamo a conoscerlo meglio e a
percepire che questo Dio ci ama
intensamente, come se fossimo le
uniche creature nell’universo. In
virtù di questo sentimento, dipendendo
totalmente dalla sua grande
misericordia e scegliendo di
camminare onestamente accanto a
lui, saremo ricolmi del suo amore
che genera gioia. Quanto più tempo
dedicheremo alla contemplazione
del carattere di Cristo, tanto
più intensamente vivremo l’esperienza
della sua grazia salvifica;
quanto più sarà profonda la consapevolezza
della nostra debolezza
e delle nostre imperfezioni, tanto
più guarderemo a lui come fonte
della nostra forza e redenzione.
Dio vuole il nostro bene
Investigando la Scrittura, scopriamo
quante promesse ci ha fatto il
Signore; sono lì per essere rivendicate,
certi che egli sia in grado di
fare ogni cosa per l’amore che ha
nei nostri confronti. Se solo riuscissimo
a fare nostre quelle promesse,
esse farebbero nascere speranza
e gioia. Le si possono leggere,
capire, recitare ma solo se entrano
a fare parte della nostra
esperienza, assimilandole e applicandole
nelle situazioni reali, assicureranno
una gioia durevole. Le
sue promesse hanno l’appoggio
della potenza infinita, e a noi non
resta che gustarle e renderci conto
di quanto sia buono il Signore.
«Egli desidera che ogni cristiano
viva in un’atmosfera spirituale di
luce e di pace. Egli desidera che le
nostre vite rivelino la sua gioia» -
PK, p. 720 [364]. La gioia genera
speranza, il cui opposto è l’incre-
Gioia nel Signore
dulità che può sfociare nella disperazione.
Così come la certezza
della fede porta nella nostra esistenza
le promesse divine che trovano
conferma in Cristo, allo stesso
modo l’incertezza le mette in
dubbio e nega che Dio abbia il potere
di farle diventare reali per noi.
Dio vuole darci il meglio della
vita. «Infatti io so i pensieri che
medito per voi, dice il SIGNORE,
pensieri di pace e non di male,
per darvi un avvenire e una speranza»
(Ger 29:11). Questo testo
è tra quelli che amo di più perché
mi aiuta a capire che solo i pensieri
del mio redentore potranno
darmi pace, speranza e un avvenire
radioso.
Dio mantiene le promesse
Il Signore non viene meno e mantiene
le sue promesse. Confidiamo
in lui! Ricordiamoci sempre che
c’è un salvatore meraviglioso che
ha cura di noi. Tramite la preghiera
giungono fino a noi le sorgenti
della gioia che straripano e ci dissetano.
«La preghiera è la chiave
in mano alla fede per aprire le
porte dei forzieri celesti, nei quali
sono custodite le benedizioni infinite
dell’onnipotenza» (SC, pp.
94,95 [82]). Il momento della preghiera
diventerà così per ognuno
di noi un’esperienza ristoratrice,
grazie alla quale la mente sarà rinnovata
e non ci sarà felicità più
grande che stare insieme a lui.
Quando ci saremo approvvigionati
alla fonte dello Spirito, il nostro
carattere darà testimonianza
della gioia che abbiamo e la porte-
di Naana Victoria Plange*
«Il frutto dello Spirito è... gioia» (Gal 5:22)
«Rallegratevi sempre nel Signore.
Ripeto: rallegratevi» (Fil 4:4)
remo agli altri. Molti mi chiedono
come faccia ad avere un approccio
così positivo e ad affrontare la
vita sempre con un sorriso. La mia
risposta è questa: Gesù è la mia
guida. Questa è la mia definizione
della gioia.
Davide cantava: «Tutte le fonti
della mia gioia sono in te» (Sal
87:7). Nel nuovo innario troviamo
tanti canti relativi all’esperienza
gioiosa di una vita cristiana; utilizziamoli
per lodare Dio di tutto
cuore, riflettendo sulle parole affinché
possano incoraggiarci e offrirci
le risposte adeguate. A volte
mi sento delusa quando sento dei
canti trascinati e indolenti; vorrei
tanto che quelle persone capissero
che sono al servizio di un salvatore
che ha vinto la morte e che irradia
gioia e non tristezza.
Qualcuno potrebbe obiettare:
«Com’è possibile essere sempre
allegri in un mondo pieno di delinquenza,
odio, malattie e altre
atrocità?». È vero! Possono sopraggiungere
gravi difficoltà che
ci fanno precipitare nell’occhio
del ciclone, ma se dimoriamo nel
Signore, possiamo conservare in
noi un sentimento di pace e serenità.
Possiamo anche essere aggravati
da pesi opprimenti, ma Gesù
ci chiede di andare a lui per sperimentare
il riposo (Mt 11:28-30).
La gioia è la conseguenza della
piena fiducia che abbiamo riposto
nel Signore, solo in lui, nel suo
amore e nella sua amicizia, possiamo
sentirci al sicuro.
* Membro della chiesa di Torino
OTTOBRE 2008 IL MESSAGGERO AVVENTISTA
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