Numero 2 - Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II
Numero 2 - Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II
Numero 2 - Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II
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in<br />
vista!<br />
Buon Natale e<br />
FeliceAnno Nuovo
Redazione<br />
Federico Blundo<br />
Rachele Buonomo<br />
Edoardo D’Agnolo<br />
Niccolò Ferracuti<br />
Martina Kander<br />
Maria Luisa Mancini<br />
Greta Mastroianni<br />
Luca Muscianese<br />
Federico Macchia<br />
Alessia Mezza<br />
Marcello Newman<br />
Agnese Ratzenberger<br />
Francesca Sabatini<br />
Ginevra Sorbelli<br />
Caterina Unia<br />
Giulia Valenti<br />
Filippo Vandenbulcke<br />
Francesca Ventimiglia<br />
Giacomo Visioli<br />
Direttore<br />
Emilio Fatovic<br />
Direttore responsabile<br />
Francesco Alario<br />
Copertina<br />
Giulia Valenti<br />
Collaborazione Grafica<br />
Filippo Vandenbulcke<br />
Impaginazione e stampa<br />
Alcagraf Srl<br />
alcagraf@fastwebnet.it<br />
Editoriale<br />
Francesco Alario Pag. 3<br />
Internazionalizzazione e dipartimenti:<br />
certezze per il domani<br />
Giacomo Visioli Pag. 4<br />
Voci dall’estero: i nostri studenti ci scrivono<br />
Maria Chiara Ventura Pag. 6<br />
J’ai réalisé d’avoir réalisé mon rêve<br />
Benedetta Cerasoli Pag. 7<br />
La vie en france<br />
Elisa Palana e Andrea Petolicchio Pag. 8<br />
Une semaine à Paris!<br />
Claudia Fontana e Clarissa Pelino Pag. 9<br />
Cerimonia di premiazione delle eccellenze<br />
Silvia Fortunato e Agnese Ratzenberger Pag. 10<br />
Premiato il merito<br />
Costanza Astore e Alessandra Capriglia Pag. 11<br />
Crisi finanziaria del 2008:<br />
è davvero colpa del mercato?<br />
Marco Di Matteo Pag. 12<br />
È tempo di sfide: in italia e nel mondo riaffermiamo<br />
il valore dell’universalita’ dei diritti umani<br />
Alessia Mezza Pag. 14<br />
Mai più violenza sulle donne<br />
Marzia Orsini Pag. 16<br />
Musica classica contemporanea<br />
Filippo Vandenbulcke Pag. 17<br />
Angolo delle poesie<br />
Greta Mastroianni, Lisiane Gobicchi e Nicole Sgobbi Pag. 18<br />
Tutta l’eternità - Parte Prima<br />
Greta Mastroianni Pag. 19<br />
Le avventure di Spooky il supereroe<br />
Classe IV elementare Pag. 20<br />
La ragazza drago i - l’eredità di Thuban<br />
Caterina Unia Pag. 22<br />
Il volto della Dea Roma<br />
Barbara Buccilli Pag. 23
Editoriale<br />
NO BINDS<br />
pagina 3<br />
Con il secondo numero di NO BINDS, dopo il successo del primo, si cominciano<br />
a concretizzare gli obiettivi formativi prefissati quali: il coinvolgimento di<br />
tutte le realtà scolastiche del <strong>Convitto</strong> e la possibilità di esprimere idee e punti<br />
di vista o sviluppare dibattiti su temi di attualità sociale e culturale di interesse<br />
del mondo dei giovani.<br />
Misurarsi con la composizione di un articolo – osservando i canoni minimi<br />
previsti: notizia, messaggio, sinteticità, chiarezza – costituisce senz’altro<br />
un’esperienza formativa importante per ogni studente, così come lo è per<br />
colui o coloro che partecipano più da vicino alla paziente creazione delle<br />
singole pagine e dell’intero giornale.<br />
Questo numero, abbastanza ricco, esce con 24 pagine anziché 20. Per questa<br />
deroga ringrazio il Consiglio di Amministrazione, attualmente composto dal<br />
Rettore Emilio Fatovic che lo presiede e dal Commissario Straordinario Dr.<br />
Gino Capponi.<br />
Con Giacomo Visioli, inviato speciale per le politiche scolastiche del<br />
<strong>Convitto</strong>, abbiamo voluto approfondire due “notizie” di cui si parla molto<br />
in questi giorni: l’internazionalizzazione del liceo e la costituzione dei dipartimenti,<br />
come nuovi modelli organizzativi per consolidare una formazione<br />
eccellente. Particolarmente significativa è la testimonianza - che riportiamo<br />
- di Maria Chiara Ventura, ex alunna del Liceo Europeo, attualmente studentessa<br />
dell’Università di Bristol; così come sono interessanti le testimonianze<br />
di Benedetta Cerasoli, Elisa Palana e Andrea Petolicchio che stanno<br />
ultimando lo scambio trimestrale in Francia, nell’ambito della mobilità studentesca,<br />
incoraggiata dal nostro Istituto e prevista dai protocolli europei.<br />
Non si poteva non registrare l’evento delle premiazioni delle eccellenze,<br />
ossia dei nostri studenti che hanno riportato cento e lode o cento all’esame<br />
di stato dello scorso anno o che hanno avuto riconoscimenti e premi<br />
in attività e iniziative di vari caratteri culturali.<br />
E’ da sottolineare la sensibilità con la quale sono stati trattati temi sociali e<br />
universali come i diritti umani e la violenza contro le donne, rispettivamente<br />
da Alessia Mezza e da Marzia Orsini; come pure la competenza che emerge<br />
nell’analisi di Marco Di Matteo della crisi finanziaria mondiale; per non parlare<br />
delle nostre “poetesse” che si esprimono anche in francese e inglese o dei<br />
bambini della IV elementare che disegnano e inventano storie divertenti per<br />
dimostrare l’importanza del rispetto dell’ambiente.<br />
Come, infine, non apprezzare la preziosa collaborazione grafica e fotografica<br />
di Filippo Wandenbulcke e il suo articolo sul giovane musicista classico<br />
Giovanni Allevi; stesso apprezzamento va alla disponibilità di Giulia Valenti,<br />
autrice delle simpatiche e divertenti copertine create con grande estro.<br />
Come si vede, NO BINDS è uno strumento e un’opportunità per i nostri studenti,<br />
per tutti gli studenti ed ogni numero è e sarà il prodotto di un paziente<br />
lavoro costruito a più mani e firmato dai giovani; sono certo che molti altri<br />
studenti collaboreranno ai prossimi numeri producendo testi e disegni per<br />
contribuire in modo plurale a farne un giornale di qualità sempre più alta.<br />
Questo obiettivo riceve oggi un’ulteriore spinta e responsabilità anche perché<br />
NO BINDS sarà letto dal nuovo sito del <strong>Convitto</strong> appena attivato e, quindi,<br />
con una potenzialità di pubblico più vasto, fuori dai confini della scuola.<br />
Nel darvi appuntamento al prossimo numero, formulo a tutti gli auguri per le<br />
prossime festività natalizie e un 2009 pieno di felicità e successi.<br />
Francesco Alario
NO BINDS<br />
pagina 4<br />
CONVITTO<br />
Progetti e nuovi modelli organizzativi per consolidare una formazione eccellente<br />
INTERNAZIONALIZZAZIONE<br />
E DIPARTIMENTI:<br />
CERTEZZE PER IL DOMANI<br />
Il <strong>Convitto</strong> proiettato nel futuro:<br />
l’internazionalizzazione del Liceo<br />
è una risposta forte alle sfide della globalizzazione<br />
Nell’intervista del precedente numero di NO BINDS, il<br />
Rettore Emilio Fatovic ha elencato i principali cambiamenti<br />
e miglioramenti che effettuerà nel nostro <strong>Convitto</strong>.<br />
Questa volta abbiamo voluto approfondire - con un ulteriore<br />
colloquio con il Rettore - due delle principali disposizioni<br />
annunciate: l’internazionalizzazione e la costituzione<br />
dei dipartimenti. Questi progetti saranno realizzati<br />
gradualmente in un periodo che va dai tre ai quattro<br />
anni (2008-2011), prevedendo il potenziamento e l’utilizzo<br />
dell’intera struttura scolastica.<br />
Oggi il <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>Vittorio</strong> <strong>Emanuele</strong> <strong>II</strong> è un<br />
Istituto aperto agli scambi con i paesi del vecchio continente,<br />
una scuola che affonda le sue radici in una formazione<br />
non solo dal punto di vista didattico, ma anche<br />
dal punto di vista culturale. Per il prossimo futuro si pensa<br />
indispensabile lo scambio continuo di idee e tradizioni<br />
anche con altri paesi per fare di uno studente, un cittadino<br />
del mondo. Recentemente sono state, infatti, delineate<br />
e deliberate le linee guida per rendere il <strong>Convitto</strong> un<br />
Istituto internazionale; entro il 2011 la nostra scuola avrà<br />
aperto le sue porte non più solo all’Europa, ma anche al<br />
resto del mondo favorendo, oltre agli USA, tre grandi assi:<br />
Cina, Australia e Canada.<br />
Queste tre grandi nazioni sono state scelte con criterio<br />
in quanto esse si distinguono per le loro caratteristiche in<br />
modo netto dalle nazioni europee. In ogni caso, sarà la<br />
Cina ad essere al centro degli scambi, poiché grazie alla<br />
rapida ascesa economica che sta vivendo questo paese, il<br />
cinese potrebbe divenire una lingua indispensabile.<br />
Elemento fondante per conoscere il mondo e per capire<br />
la realtà degli altri paesi è lo scambio; è dunque priorità<br />
dell’intera struttura scolastica incoraggiare la possibilità di<br />
effettuare stages e summer stages all’estero in strutture<br />
convenzionate con il nostro Istituto. L’aspetto innovativo<br />
è che questi soggiorni non saranno più in termini individuali<br />
ma in termini di sistema; in altre parole sarà la scuola<br />
a garantire la loro qualità, divenendo il punto di riferimento<br />
per le iniziative volte al potenziamento linguistico e culturale.<br />
In particolare sarà la scuola ad assicurarsi che lo<br />
scambio avvenga con strutture convenzionate al<br />
<strong>Convitto</strong> in modo tale da mantenere la continuità del<br />
percorso didattico; inoltre grazie ad un sistema telematico<br />
saranno inviate, con la collaborazione dei docenti e<br />
degli educatori, informazioni inerenti gli argomenti<br />
affrontati nelle singole materie dal resto della classe<br />
rimasta in Italia, in modo da permettere allo studente<br />
all’estero di mettersi in pari - ovviamente con un comprensivo<br />
sforzo - con il programma.<br />
Il <strong>Convitto</strong> <strong>Nazionale</strong> dispone inoltre di innumerevoli<br />
spazi per ospitare studenti provenienti dall’estero. Si renderà<br />
quindi possibile agli studenti stranieri di poter<br />
sfruttare questa possibilità, per poter studiare un anno<br />
nella nostra scuola, divenendo convittori a tutti gli effetti.<br />
Un’importante disposizione è la futura costituzione di un<br />
nuovo indirizzo: IL LICEO INTERNAZIONALE. La sua realizzazione<br />
sarà resa possibile grazie alla ristrutturazione e<br />
al conseguente utilizzo del terzo piano, attualmente in disuso.<br />
Il nuovo liceo si distinguerà da un comune liceo linguistico<br />
poiché avrà la struttura generale del liceo scientifico,<br />
ma in più provvederà all’insegnamento di due o tre<br />
lingue fra le più diffuse al mondo, in ordine di preferenza,<br />
Cinese, Tedesco e Spagnolo.<br />
Testimonianza del fatto che il processo di internazionaliz-
zazione sia già in atto, è la presenza di corsi e iniziative che<br />
favoriscono l’approfondimento linguistico-culturale. Per<br />
esempio è stato introdotto il corso di Cinese e il laboratorio<br />
teatrale in lingua. Il <strong>Convitto</strong> ci tiene alla formazione<br />
dei propri studenti ed è per questo che è stato reso possibile,<br />
attraverso fondi stanziati della scuola, l’accessibilità<br />
ai corsi con un contributo annuale di soli cinquanta euro.<br />
I rapporti con enti di ricerca, atenei o associazioni che<br />
promuovono l’orientamento degli studenti verranno<br />
potenziati così come saranno intensificate le partecipazioni<br />
a gare, competizioni a premi anche in lingua<br />
straniera. In questo modo, chi prenderà il diploma di<br />
maturità qui al <strong>Convitto</strong>, avrà la certezza di saper già<br />
applicare nella pratica le conoscenze acquisite. In tale<br />
direzione si collocano e vanno apprezzate le iniziative di<br />
questi giorni per ottenere il doppio diploma ESABAC<br />
(Esame di Stato italiano e Baccalauréat francese).<br />
Le nuove proposte formative appena illustrate non sono<br />
assolutamente un insieme di aspirazioni teoriche, ma<br />
saranno senz’altro messe in pratica e ogni modifica<br />
apportata sarà regolata da protocolli quali strumenti<br />
giuridici per le nuove disposizioni; inoltre per evitare che<br />
questa serie di novità possa portare ad una dispersione<br />
sostanziale della vocazione dell’intero istituto, si farà in<br />
modo che, passo dopo passo, il <strong>Convitto</strong> sia affiancato da<br />
strumenti di analisi di efficienza volti al monitoraggio e alla<br />
valutazione qualitativa.<br />
Per assicurare allo studente del <strong>Convitto</strong> la continuità nel<br />
suo percorso didattico, sono state create le basi per la<br />
costituzione dei DIPARTIMENTI. Oggi, soprattutto per<br />
quanto riguarda i tre licei, ogni professore insegna la propria<br />
materia seguendo un percorso didattico personale<br />
che può effettivamente variare il tipo di preparazione che<br />
NO BINDS<br />
pagina 5<br />
CONVITTO<br />
ha una classe rispetto ad un'altra. L’obiettivo dei dipartimenti<br />
sarà quello di attuare un processo di tipo universitario<br />
nel quale le cattedre di insegnamento di materie<br />
affini, anche appartenenti a diversi indirizzi, verranno<br />
messe sullo stesso piano al fine di coordinare l’attività di<br />
ricerca scientifica e di scambio fra i docenti. Con questo<br />
scambio proficuo, oltre ad eguagliare il tipo di<br />
preparazione di ogni classe, si migliorerà anche la qualità<br />
della stessa.<br />
I dipartimenti saranno tre e riguarderanno l’area linguistica,<br />
scientifico-matematica e umanistica (le tre aree che<br />
caratterizzano il liceo classico europeo). In ogni dipartimento<br />
ci sarà una divisione di tipo orizzontale nella quale<br />
saranno accomunati tutti i professori nell’ambito di quella<br />
area; e una di tipo verticale nella quale i docenti si<br />
impegneranno a scambiare idee all’interno di elementari,<br />
medie e liceo. Nel dipartimento linguistico si potrà ad<br />
esempio cercare di attuare un obiettivo comune, definendo<br />
progetti che mettano in collaborazione e in sana concorrenza<br />
i tre licei, come ad esempio un viaggio all’estero<br />
o una competizione internazionale.<br />
Entro il 2011 si avrà dunque un <strong>Convitto</strong> diverso, capace<br />
di dare risposte adeguate alle nuove richieste di formazione<br />
conseguenti i processi di globalizzazione. Noi,<br />
che in questo momento stiamo studiando al <strong>Convitto</strong>,<br />
potremo vedere da vicino i cambiamenti che apriranno<br />
la nostra scuola al territorio, all’Europa, al Mondo e anche<br />
le nostre menti.<br />
Giacomo Visioli
Nos élèves à l’étrager<br />
NO BINDS<br />
pagina 6<br />
VOCI DALL’ESTERO SCAMBI<br />
Voci dall’estero:<br />
i nostri studenti ci scrivono<br />
Dall’Università di Bristol - proprio quella frequentata dallo scrittore Jean-Marie Gustave<br />
Le Clézio che ha appena ottenuto il Premio Nobel di Letteratura e di cui abbiamo letto<br />
ed analizzato alcune opere per la IV prova dell’Esame di Stato durante i due ultimi anni<br />
scolastici - riceviamo e pubblichiamo volentieri la testimonianza di una ex-alunna.<br />
Ciò che scrive ci incoraggia a continuare l’impegno e il lavoro quotidiano (Mannarelli).<br />
Mon Europeo<br />
Pour moi, le Liceo Europeo, a toujours été un moyen pour<br />
faire ce que je savais vouloir faire de ma vie d’étudiante:<br />
l’Université en Angleterre. Et puis, il faut dire que j’étais terriblement<br />
indécise : je ne savais que choisir : un lycée classique,<br />
scientifique ou linguistique ? Il me semblait qu’ avec le Liceo<br />
Europeo je pouvais éviter la décision parce qu’ il y avait<br />
tout… Eh oui, il avait TOUT, mais ce que je ne savais pas, (et<br />
que vous qui y êtes encore savez très très bien), c’est qu’ il y<br />
en a même trop ! Et donc, quand j’ai commencé je pensais<br />
que ce lycée allait être très utile pour ma carrière au nord…<br />
Dès la 3ème annèe j’étais sceptique et en 5ème, fatiguée et<br />
stressée par mes 5 années de prison, par les nuits passées à<br />
étudier et les jours passés à maudire cette école qui me volait<br />
temps et énergie et m’enfermait entre quatre murs même si<br />
j’étais assez grande pour en sortir, j’étais plutôt convaincue<br />
que mon choix n’avait pas été le meilleur…<br />
Mais aujourd’hui, après avoir réalisé mon rêve, en étant dans<br />
ma 2ème année de Sociologie a l’Universitè de Bristol, et<br />
très heureuse de cette expérience, je valorise ce choix fait il<br />
y a six ans, pour de nombreuses raisons.<br />
Sur le plan pratique, je dois dire qu’ avoir eu la possibilitè de<br />
suivre des cours d’anglais au lycée et de passer les examens<br />
du FCE et CAE a été extrêmement utile pour mon admission<br />
dans cette Université. Ce n’est pas une opportunité que<br />
chaque école offre et avec le temps libre que le lycée me laissait<br />
(AUCUN!) je n’aurais jamais pu le faire à l’extérieur.<br />
De plus, même en étudiant deux langues européennes (ce<br />
qui est extrêmement important aujourd’hui !) j’ai eu la possibilitè<br />
d’étudier le latin et le grec… Et même si je suis très contente<br />
d’en avoir fini avec versions et poèmes, je sais qu’ils ont<br />
été vraiment utiles, non seulement pour ma culture personnelle,<br />
mais aussi -je sais que cela semble incroyable- pour<br />
apprendre l’anglais : vous n’imaginez pas le nombre de mots<br />
qui en dérivent !<br />
Il faut dire aussi qu’ avec 14 matières et 42 heures par<br />
semaine on acquiert une culture générale très vaste ; et<br />
croyez moi, nos amis européens ( les Anglais en particulier)<br />
ne savent RIEN en culture générale ! On acquiert aussi un<br />
sens de l’organisation et de la responsabilité très utile pour les<br />
études… parce que sans ces deux compétences, il est<br />
impossible de survivre à la fac !<br />
J’ai eu aussi la possibilité de changer mon idée de la<br />
langue française : je la haïssais profondément et même<br />
aujourd’hui ce n’est pas ma langue préférée… mais j’ai<br />
appris à apprécier la littérature française dont font partie<br />
aujourd’hui quelques uns de mes livres préférés ( par<br />
exemple Antigone d’ Anouilh).<br />
Et puis deux aspects fantastiques : les voyages merveilleux :<br />
Grèce, Espagne, Prague, Hollande et Saint-Pétersbourg ; mais<br />
aussi les semaines sur la neige…Je ne connais PERSONNE<br />
qui ait fait autant de voyages pendant le temps scolaire, des<br />
voyages qui seront toujours dans mes meilleurs souvenirs,<br />
grâce aux profs, mais surtout grâce… AUX AMIS ! Car<br />
après 5 ans ensemble, nous sommes devenus une petite<br />
famille, après les luttes, les moments pleins de rire mais<br />
aussi les problèmes, c’est normal…et chaque fois que je<br />
reviens à Rome, on organise un dîner tous ensemble, ce<br />
qui est une chose très très agréable , et surtout, dans ma<br />
classe, j’ai trouvé mes quatre meilleures amies qui, même<br />
à distance, sont les meilleures amies qu’une fille puisse<br />
désirer et pour lesquelles je remercie chaque jour pour le<br />
choix de cette école…<br />
Et donc si vous êtes juste arrivés, pleins d’enthousiasme, ou<br />
si vous êtes à mi-parcours et un peu hésitants, ou si vous êtes<br />
à la fin et si vous comptez les jours qui vous séparent de la<br />
liberté (parce que OUI, à la fin du Lycée la première émotion<br />
c’est le sentiment de PROFONDE ET VRAIE LIB-<br />
ERTE…mais la deuxième c’est la nostalgie !), j’espère que ma<br />
lettre pourra vous aider…<br />
Voici ce qu’ a été mon Europeo : fatigue et joie, BEAU-<br />
COUP de larmes et BEAUCOUP de sourires, beaucoup de<br />
cafés et de malédictions mais aussi beaucoup d’opportunités…c’est<br />
a vous de les utiliser!<br />
Maria Chiara Ventura
Nos élèves à l’étrager<br />
NO BINDS<br />
pagina 7<br />
VOCI DALL’ESTERO SCAMBI<br />
J’ai réalisé d’avoir réalisé mon rêve<br />
Lettre d’une élève de IVA en échange trimestriel au Lycée Henri IV de Paris.<br />
C’était à partir du début de l’année dernière, en <strong>II</strong>IA, que j’ai<br />
commencé à m’obstiner à vouloir partir en IV, pour passer au<br />
moins la première partie de l’année à l’étranger. Et c’était en<br />
décembre que j’ai abandonné l’idée d’aller en Irlande ou en<br />
Angleterre pour préférer celle d’aller en France, plus précisément<br />
à Paris, et encore plus précisément au lycée Henri IV,<br />
connu comme l’un des meilleurs de France. C’était une occasion<br />
trop rare pour ne pas en profiter, surtout si l’on considère<br />
que j’aimerais bien vivre à Paris dans l’avenir.<br />
C’est ainsi qu'a commencé mon aventure, avec la recherche<br />
d’une famille, les nombreuses lettres, la demande des bulletins<br />
de l’année passée, les queues à la poste, le suspens.<br />
Fin juin tout était prêt, j’étais aussi allée personnellement à Paris<br />
pour m’assurer le logement et pour rendre en main propre le<br />
dernier bulletin de la fin d’année. Je devais seulement attendre<br />
une réponse, et Mme Mannarelli m’avais prévenue en me disant<br />
que probablement je la recevrais plus tard, à la fin de l’été,<br />
qu’elle serait sûrement positive, et que ne devais pas m’inquiéter…<br />
Mais évidemment ce n’était pas si facile. J’ai passé mes<br />
vacances en attendant le départ, sans savoir s’il arriverait réellement,<br />
ou, du moins, sans oser le donner pour sûr. Et ainsi j’ai<br />
vécu mes vacances non pas comme de vraies vacances, mais<br />
plutôt comme un «pré-Paris», et je suis arrivée à mi-août sans<br />
savoir encore si je devais ou non m’affoler et préparer mes<br />
bagages. J’ai appelé, mais bien sûr le lycée était encore fermé<br />
pour l’été. Je devais attendre, encore et encore, mais avec l’encouragement<br />
de Mme Mannarelli j’ai décidé quand même de<br />
quitter la mer et de retourner à Rome pour me préparer au<br />
départ et pour dire au revoir à mes amis qui étaient eux aussi<br />
à Rome avant de partir pour leur premier trimestre à l’étranger<br />
(Je vous rappelle qu’en IVA 8 élèves sont partis!). Finalement le<br />
grand jour est arrivé, apportant avec lui un énorme désespoir<br />
et une terrible douleur. Eh oui, j’avais reçu des nouvelles, et plus<br />
exactement un courriel, dans lequel on me disait que mon<br />
dossier n’avait pas été pris en considération. J’avais l’impression<br />
de vivre un cauchemar. Inutile de décrire mes larmes et ma sensation<br />
d’échec. Tout l’été à attendre pour rien! J’étais enragée,<br />
déçue, je ne voulais et je ne pouvais pas croire à ce qu’il était<br />
arrivé, c’était une véritable injustice de me le faire savoir si tard,<br />
quatre jours avant le départ, avec les billets d’avion déjà achetés<br />
et le logement déjà payé. Ça ne pouvait pas être la fin, je ne<br />
pouvais pas renoncer! Avec Mme Mannarelli on a essayé donc<br />
de résoudre la situation, par l’intermédiaire de l’Ambassade de<br />
France à Rome, et on a attendu. Finalement, la justice a vaincu<br />
J’allais partir. Il y avait eu une erreur. Mais ce petit obstacle n’a<br />
servi qu’à me rendre encore plus heureuse de mon expérience.<br />
Les difficultés sont parfois utiles pour rendre une conquête plus<br />
importante, plus satisfaisante. Et ce que j’ai appris est une vraie<br />
leçon de vie: Ne jamais pleurer, ne jamais se rendre, ne jamais<br />
désespérer, mais AGIR. Et me voila à Henri IV... Mais ceci sera le<br />
prochain épisode.<br />
Benedetta Cerasoli
NO BINDS<br />
pagina 8<br />
VOCI DALL’ESTERO SCAMBI<br />
Nos élèves à l’étranger<br />
La vie en France<br />
Du Lycée Calmette de Nice, la lettre de deux élèves de IVA en échange trimestriel.<br />
On est rentré au lycée le 2 Septembre à 2 heures de<br />
l'après-midi. Et bien, oui. En France le jour de la rentrée<br />
est sur une demi-journée! En fait ici on déjeune à midi et<br />
tout le monde va en cours l'aprèm: ce n'est pas la<br />
prérogative d'un lycée spécial comme le Classico<br />
Europeo! Ici on est au Lycée Polyvalent Albert Calmette,<br />
le même qu’ Alessandra Capriglia l'année dernière et<br />
que Corinne Hamelin quelques années auparavant.<br />
Quel chahut pas possible toutes les heures quand la sonnerie<br />
interrompt le silence de ce vieux couvent de s?urs<br />
transformé après la guerre! Tout le monde bouge: élèves<br />
et professeurs se déplacent vite-vite pour rejoindre leur<br />
salle de cours. Mais tout de suite la seconde sonnerie...et<br />
tous au travail!<br />
Un travail bien différent du nôtre. En fait, dans le système<br />
scolaire français on insiste bien sur la méthode, un schéma<br />
précis et détaillé qu'il faut suivre à la lettre. Parfois, à<br />
cause de cette contrainte, les élèves ont du mal à s'exprimer<br />
et à s'impliquer dans leur travail. Au contraire, en<br />
Italie on essaie de faire émerger la personnalité et la pensée<br />
de l'élève dans ses productions écrites: tout ce dont<br />
on a besoin, c’est d’une copie et d’un bon stylo, fondamentaux<br />
pour exprimer ses propres idées. Mais ici, le jour<br />
du BAC, nos camarades français devront adapter leurs<br />
idées à une méthode apprise tout au long de l’année. Par<br />
exemple, pour rédiger une bonne dissertation on peut<br />
faire deux parties de trois sous-parties chacune, ou trois<br />
parties composées de deux sous-parties: on a donc le<br />
choix entre la formule 2x3 ou 3x2... comme au supermarché!<br />
Mais à part ça, entre baguettes et camembert,<br />
tout va bien chez nos cousins de l'Hexagone.<br />
Elisa Palana e Andrea Petolicchio
Nos élèves à l’étrager<br />
NO BINDS<br />
pagina 9<br />
VOCI DALL’ESTERO SCAMBI<br />
Une semaine à Paris!<br />
Anno scolastico 2008-2009 : primo scambio, prima fase<br />
Tellement de sensations, tellement de découvertes, tellement<br />
de souvenirs… Il est difficile de raconter en quelques<br />
lignes une semaine comme celle qu’on a vécue du 18 au 24<br />
octobre 2008. De la rencontre avec nos correspondants<br />
français, le soir de notre arrivée à Paris, lorsque nos c?urs<br />
battaient si fort en nous demandant quelles impressions ils<br />
nous feraient, jusqu'à la séparation déchirante. Les premiers<br />
moments en famille, la gêne du début qui se transforme<br />
petit à petit en fascination pour ce mode de vie, pour cette<br />
culture et cette ville, différentes des nôtres. Cette expérience<br />
a été un échange à tous égards: un échange des choses<br />
les plus simples comme nos pratiques de jeunes, notre<br />
vocabulaire, les chansons bizarres et amusantes, la vie scolaire<br />
qui change remarquablement par rapport à celle à<br />
laquelle nous sommes habitués … Mais surtout un<br />
échange fait d’amitié, de souvenirs et d’ émotions qui<br />
restent dans le coeur et dans l’esprit. Sûrement<br />
n’avons-nous pas tous eu une situation parfaite, mais<br />
tous les moments de ce séjour, même ceux les moins<br />
agréables, font partie d’une expérience importante.<br />
On a vécu cette expérience en cherchant à en prendre<br />
le plus possible, tous les jours, à tout moment,<br />
émotions, sensations, tout ce que cet échange a pu<br />
nous offrir. On a senti l’amitié, celle de nos amis et<br />
camarades avec qui nous vivons nos années de lycée<br />
et qui vont peut-être faire partie de nos vies pour toujours,<br />
et celle des Français qui nous ont montré la vie<br />
de jeunes Parisiens de 16 ans. Probablement, après leur<br />
venue à Rome, on ne va pas se revoir et ni garder cette<br />
amitié, mais… on ne sait jamais !<br />
Claudia Fontana e Clarissa Pelino
NO BINDS<br />
pagina 10<br />
PREMIAZIONI<br />
Patrocinata dall’Associazione “ Amici del <strong>Convitto</strong>”<br />
Cerimonia di premiazione<br />
delle Eccellenze<br />
Da quest’anno il <strong>Convitto</strong> ha deciso di premiare tutti coloro<br />
che o per studio o per talento, hanno portato nel passato<br />
anno scolastico onore a loro stessi e alla scuola.<br />
La manifestazione è iniziata con un caloroso benvenuto<br />
del nostro nuovo Rettore il Dott. Emilio Fatovic, il quale ha<br />
ricordato l’importanza di questi progetti che unificano tutti<br />
gli studenti del <strong>Convitto</strong> e dei tre licei annessi. È stata colta<br />
inoltre l’occasione per presentare l’Associazione “Amici<br />
del <strong>Convitto</strong>” fondata sei mesi fa, che riunisce tutti gli exalunni<br />
creando una continuità tra passato e presente. Il<br />
Rettore dello scorso anno Rosella Puozzuoli, la quale ha<br />
sempre favorito la realizzazione di progetti interdisciplinali,<br />
lasciati in “eredità” al Rettore Fatovic, ha elogiato tutti gli<br />
alunni e ha letto loro un messaggio di solidarietà e collaborazione,<br />
che ha consegnato ad ogni premiato:<br />
“C’era una volta un ragazzo con un brutto carattere; un giorno<br />
suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di<br />
piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse<br />
perso la pazienza e litigato con qualcuno. Il primo giorno il<br />
ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato. Nelle settimane<br />
seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati<br />
nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che<br />
era più facile controllarsi che piantare i chiodi.<br />
Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun<br />
chiodo nello steccato; allora andò dal padre e gli disse che per<br />
quel giorno non aveva piantato alcun chiodo. Il padre allora gli<br />
disse di levare un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui<br />
non aveva perso la pazienza e litigato con qualcuno. I giorni<br />
passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre che<br />
aveva levato tutti i chiodi dallo steccato; il padre portò il ragazzo<br />
davanti allo steccato e gli disse: “Figlio mio, ti sei comportato<br />
bene ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo<br />
steccato non sarà mai più come era prima. Quando litighi con<br />
qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita come<br />
queste. Puoi piantare un coltello in un uomo, e poi levarlo, ma<br />
rimarrà sempre una ferita. Non importa quante volte ti scuserai,<br />
la ferita rimarrà.”<br />
Sono stati premiati i ragazzi che si sono diplomati lo scorso<br />
anno con 100 e 100 e lode e coloro che anno partecipato<br />
ai progetti “NHSMUN”, “David di Donatello” e “Poesia”.<br />
La serata si è conclusa con la rappresentazione di un valzer<br />
ad opera degli allievi della “Accademia <strong>Nazionale</strong> di<br />
Danza” della sede distaccata del Liceo Classico. Al termine<br />
della cerimonia la scuola ha offerto un buffet a tutti gli<br />
invitati.<br />
La premiazione è stata anche un’occasione per gratificare<br />
gli alunni del loro impegno e incoraggiare gli attuali e i futuri<br />
studenti del <strong>Convitto</strong> a seguire il loro esempio.<br />
Silvia Fortunato<br />
e Agnese Ratzenberger
NO BINDS<br />
pagina 11<br />
PREMIAZIONI<br />
Alunni iscritti all’Albo d’oro<br />
dell’A.M.O.P.A.<br />
Premiato<br />
il merito<br />
La mattina del 20 novembre, nell’Aula Magna del Liceo<br />
Machiavelli di Roma, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione<br />
dell’A.M.O.P.A. - Association des Membres de<br />
l'Ordre des Palmes Académiques – che ogni anno iscrive<br />
all’Albo d’Oro alcuni alunni segnalati dai loro docenti, sulla<br />
base dei risultati ottenuti nel quarto anno, riguardo ad<br />
impegno, capacità e competenze nello studio della lingua<br />
e della letteratura francese.<br />
Tale Onorificenza fu fondata nel 1808 da Napoleone I<br />
con lo scopo di riconoscere i meriti del corpo docente.<br />
Ciò è in seguito stato esteso agli studenti. Quest’anno si<br />
festeggia inoltre il Bicentenario dell’Onorificenza.<br />
Erano presenti alla cerimonia il Preside del Machiavelli, la<br />
Vice-Presidente dell’A.M.O.P.A. Prof.ssa Vittoria Forcina, i<br />
membri dell’A.M.O.P.A. prof.sse Di Marcantonio e<br />
Mannarelli e una rappresentante dell’Ambasciata di<br />
Francia, Madame Boudre-Millot.<br />
Dopo una calorosa accoglienza e un discorso riguardo<br />
all’importanza dello studio della lingua e della cultura francese<br />
finalizzato a un’eventuale carriera italo-francese e a<br />
un arricchimento del rapporto internazionale tra Francia<br />
e Italia, si è parlato dei numerosi concorsi promossi<br />
dall’A.M.O.P.A. pubblicizzati nella nostra bacheca : Nous<br />
l'Europe, Composition française, La jeune nouvelle, La<br />
jeune poésie.<br />
La professoressa Mannarelli ha accompagnato le sei<br />
ragazze del <strong>Convitto</strong> che sono state premiate: Francesca<br />
Fabrizi e Lorenza Murgia del VB Scientifico, Costanza<br />
Astore e Alessandra Capriglia del VA Europeo, e Isabella<br />
Di Paolo e Martyna Kander del VB Europeo.<br />
Finalmente in un paese in cui spesso il merito non è<br />
riconosciuto adeguatamente, i nostri sforzi sono stati<br />
premiati. Che la Francia, con questo metodo, ci sia<br />
d’esempio, di modo che gli alunni meritevoli trovino<br />
nuovi stimoli e, nell’attesa di un riscontro effettivo,<br />
diventino sempre più numerosi.<br />
Costanza Astore – Alessandra Capriglia
NO BINDS<br />
pagina 12<br />
ATTUALITÀ<br />
Crisi finanziaria del 2008:<br />
è davvero colpa del mercato?<br />
Nell’agosto 2007 è scoppiata una crisi relativa ai<br />
prodotti finanziari derivati che si è presto estesa a<br />
tutti i mercati finanziari globali. I suoi effetti non sono<br />
ancora cessati. Ma da cosa ha avuto origine e come<br />
si è formata questa crisi? Proverò a fornire qualche<br />
risposta in questo articolo.<br />
Possiamo cominciare dall’11 settembre 2001.<br />
L’economia americana usciva da una recessione<br />
causata dalla bolla dot com e gli attacchi terroristici<br />
colpirono un’economia che gia avanzava a stento. In<br />
risposta a ciò la Federal Reserve (la banca centrale<br />
degli Stati Uniti) cominciò a iniettare liquidità e a<br />
tagliare radicalmente i tassi di interesse per stimolare<br />
il credito, gli investimenti e la spesa. Nel 2003 il federal<br />
funds rate (il tasso di interesse sui prestiti a brevissimo<br />
termine fra banche) scese all’1% (il che vuol<br />
dire che il credito non costava praticamente nulla).<br />
Drogata da questa politica monetaria lassista, l’economia<br />
ricominciò a crescere dal 2002. I tassi di<br />
interesse cosi bassi resero il mercato immobiliare<br />
molto attraente e dal 2002 in poi aumentarono<br />
esponenzialmente il numero di case vendute e il loro<br />
prezzo, dal momento che nel 2002 il tasso su un<br />
mutuo trentennale a tasso fisso era il piu basso da 40<br />
anni. La speculazione edilizia divenne molto diffusa e<br />
a ciò si aggiunse anche la comparsa sul mercato di<br />
nuovi strumenti finanziari derivati basati sui mutui e i<br />
prestiti, chiamati ABS. Gli ABS (Asset Backed<br />
Securities) sono obbligazioni create mettendo<br />
insieme vari mutui e prestiti e che pagano le cedole<br />
agli investitori con le rate dei prestiti, in modo che il<br />
mutuo sottostante funga da garanzia dell’ABS stesso.<br />
Inoltre le agenzie di rating (S&P, Moody´s, Fitch),<br />
diedero valutazioni molto favorevoli a questi strumenti<br />
(AAA, A+), segnalandoli quindi come molto<br />
sicuri (investment grade) e permettendo a fondi<br />
comuni e fondi pensione di inserirli nei loro<br />
portafogli. Il vantaggio di questi strumenti per gli<br />
investitori era la possibilità di acquistare un<br />
portafoglio diversificato di obbligazioni, che genera<br />
però un solo pagamento. Le società pubbliche americane<br />
Freddie Mac, Fannie Mae (entrambe recentemente<br />
nazionalizzate) e Ginnie Mae, insieme a<br />
banche d’affari di Wall Street, hanno assemblato e<br />
venduto ABS per molto tempo. Il fatto che le agenzie<br />
siano pubbliche ha fatto in modo che gli strumenti<br />
ricevessero sempre rating molto favorevoli e ciò creò<br />
una situazione vantaggiosa per tutti: gli investitori avevano<br />
un guadagno superiore rispetto ai buoni di<br />
stato e le agenzie facevano profitti, che utilizzavano<br />
per finanziare nuovi mutui.<br />
Il rialzo del mercato immobiliare ha fatto sì che negli
ABS venissero inclusi anche i mutui subprime, che<br />
sono i mutui concessi a soggetti senza garanzie sufficienti.<br />
In questo modo le banche potevano vendere anche i<br />
mutui subprime alle società di Wall Street, che li<br />
avrebbero poi rivenduti sotto forma di ABS, e<br />
poterono in questo modo concedere più mutui subprime.<br />
Così, concedere mutui anche molto rischiosi<br />
divenne molto redditizio. In breve anche requisiti<br />
base, come prova di reddito e acconto, divennero<br />
opzionali per ottenere un prestito subprime: vennero<br />
concessi mutui con un loan-to-value (entità del prestito<br />
fratto valore della proprietà da acquistare con<br />
esso) del 125% (considerando che perchè un prestito<br />
abbia garanzia governativa il loan-to-value non<br />
deve superare l´80%). La logica era che, dato che nel<br />
2005 gli immobili crescevano di valore di una media<br />
del 14% annuo, il loan-to-value sarebbe tornato<br />
accettabile nel giro di due anni.<br />
Grazie all’aumento di liquidità sul mercato le banche<br />
d´affari poterono ricorrere di più alla leva finanziaria e<br />
creare nuovi strumenti finanziari basati sui subprime.<br />
Vennero cosi creati i CDO (collateralized debt obligation).<br />
Questi strumenti finanziari sono simili agli ABS<br />
in quanto si basano su vari prestiti (i CDO però possono<br />
contenere ogni forma di credito, anche<br />
obbligazioni acquistate da altri CDO) e sono divisi in<br />
tranches a seconda del rischio. Le tranches più sicure<br />
ottengono rating AAA anche se contengono dei subprime<br />
perchè le loro cedole vengono pagate per<br />
prime, le tranches piu rischiose offrono interessi più<br />
alti ma assorbono gran parte del rischio di insolvenza.<br />
In questo modo viene a mancare la corrispondenza<br />
tra il creditore e il debitore, e il modello del rifinanziamento<br />
del mutuo viene abbandonato in favore del<br />
processo di esecuzione, perchè gli investitori che<br />
hanno acquisato CDO cercano di recuperare le<br />
perdite derivate dall´insolvenza dei debitori prendendo<br />
possesso delle garanzie dei mutui.<br />
Dato che i creditori potevano trasferire il rischio dei<br />
mutui nei mercati secondari, offrirono nuove possibilità<br />
di mutui sempre più permissivi come i teaser rates<br />
(tassi di interesse bassi che aumentano considerevolmente<br />
dopo un paio d´anni), i mutui a tasso variabile<br />
e i prestiti interest only (prestiti in cui per i primi due<br />
anni si pagano solo gli interessi). Questi prestiti divennero<br />
molto popolari nel 2005-2006, quando il mercato<br />
immobiliare era all´apice e molti stipularono questi<br />
contratti confidando nella possibilità di rinegoziare in<br />
seguito il mutuo.<br />
Va comunque sottolineato che alcune istituzioni<br />
finanziarie tennero delle ingenti quantità di derivati<br />
per sé o ne acquistarono ingenti quantità utilizzando<br />
la leva finanziaria, il che ha causato alcuni clamorosi<br />
fallimenti di banche d’affari come Bear Sterns (rilevata<br />
da JP Morgan) e Lehman Brothers.<br />
Comunque, i limiti di tale situazione cominciarono a<br />
manifestarsi alla fine del 2006. Il periodo del boom<br />
aveva causato costruzioni di più case di quante ne fos-<br />
NO BINDS<br />
pagina 13<br />
ATTUALITÀ<br />
sero necessarie e di conseguenza le vendite di nuove<br />
case diminuirono, l’aumento di valore degli immobili<br />
cominciò ad arrestarsi e i tassi di interesse ad alzarsi<br />
lentamente. Il declino dei prezzi degli immobili rese più<br />
difficile il rifinanziamento dei mutui, che a sua volta<br />
aumentò il numero di insolvenze; tutto ciò ovviamente<br />
distrusse il valore di quei CDO, relativamente ai quali la<br />
maggior parte dei mutui non venivano onorati.<br />
Ciò causò una reazione a catena visto che il rischio di<br />
insolvenza dei mutui era ampiamente distribuito tra<br />
istituzioni finanziarie, fondi e investitori. Chi aveva<br />
fatto ricorso alla leva finanziaria per acquistare CDO<br />
si è trovato nella posizione di dover liquidare titoli per<br />
far fronte alle perdite che questi gli avevano apportato.<br />
L’esito inevitabile sono state le vendite di massa di<br />
azioni e derivati in favore di investimenti più sicuri<br />
come titoli di stato o materie prime (oro).<br />
Quella che era cominciata come una bolla immobiliare<br />
ha finito per diventare una stretta del credito<br />
generale (credit crunch) che ha danneggiato tutto il<br />
sitema finanziario globale.<br />
Per concludere bisogna ricordare che i CDO e gli<br />
ABS non sono di per sé i responsabili della crisi e che<br />
non c’è niente di intrinsecamente sbagliato in essi;<br />
questi strumenti finanziari derivati sono infatti solo dei<br />
modi intelligenti di diversificare il rischio. I veri problemi<br />
- che come abbiamo visto sono stati un abuso di<br />
questi strumenti, come le politiche troppo lassiste<br />
delle banche nella concessione dei mutui - hanno<br />
avuto origine da una politica monetaria irresponsabile,<br />
caratterizzata da tassi di interesse eccessivamente<br />
bassi e aumenti spropositati di liquidità da<br />
parte della banca centrale. Anche questa crisi dunque,<br />
contrariamente all’interpretazione dominante, rappresenta<br />
l’ennesimo fallimento della politica, cioè dello<br />
stato, non del mercato.<br />
Marco Di Matteo
NO BINDS<br />
pagina 14<br />
ATTUALITÀ<br />
NEL 60° ANNIVERSARIO DELLA DICHIARAZIONE DELL’ONU<br />
È TEMPO DI SFIDE:<br />
IN ITALIA E NEL MONDO RIAFFERMIAMO IL VALORE<br />
DELL’UNIVERSALITA’ DEI DIRITTI UMANI<br />
È il 10 dicembre del 1948, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite<br />
approva la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani per sancire che la dignità<br />
e il valore della persona vengono prima di qualsiasi altra cosa, che i diritti sono<br />
uguali ed inalienabili, nel Nord e nel Sud del mondo, per gli uomini e per le<br />
donne, per chi è ricco e per chi non ha di che sfamarsi. Si condannano tutti quegli<br />
«atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità».<br />
La Dichiarazione universale dei diritti umani doveva diventare «l’ideale comune<br />
da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le nazioni».<br />
Dopo 60 anni possiamo dire che questi diritti sono realmente applicati nel mondo?<br />
Di Andrea Severi, 44 anni tarantino senza fissa dimora,<br />
nessuno si sarebbe dovuto mai occupare, se non quegli<br />
anonimi volenterosi che, soprattutto nelle gelide notti d’inverno,<br />
si fanno carico di porgere una minestra calda, una<br />
coperta logora e qualche sorriso ai centomila clochard<br />
che, ombre senza volto e senza storia, affollano le panchine<br />
italiane.<br />
Andrea, però, tre settimane fa è finito sulle prime pagine<br />
dei giornali per essere stato bruciato vivo da alcuni ragazzi<br />
di buona famiglia in cerca di emozioni forti. “Ragazzi di<br />
buona famiglia” è così che, con intollerabile approssi-<br />
mazione e superficialità, la stragrande maggioranza dei<br />
quotidiani ha definito i quattro che, non avendo nulla di<br />
meglio da fare, hanno deciso di organizzare questo drammatico<br />
falò.<br />
L’episodio di Rimini, purtroppo, è soltanto la punta di un<br />
atroce iceberg. Ogni giorno, infatti, migliaia di atti di violenza,<br />
grande o piccola, vengono commessi ai danni di persone<br />
fragili, malate, emarginate o, comunque, in difficoltà.<br />
Violenza è il mancato rispetto delle strisce pedonali, violenza<br />
è quella che si consuma contro le donne e gli<br />
anziani. Violenza è quella che subiscono i bambini del<br />
Congo per una guerra fratricida che non capiscono e che,<br />
forse, alimenteranno essi stessi, una volta diventati, se lo<br />
diventeranno, adolescenti o adulti. Ciò che rende ancora<br />
più acre il clima di odio e di cattiveria che ormai si è<br />
instaurato un po’ dovunque è, da un lato, l’assuefazione da<br />
parte della gente e, dall’altro, il fatto che questa violenza<br />
alberghi in moltissime persone, anche apparentemente<br />
normali. Anche in quelle che, come nell’episodio a carico<br />
di Andrea, sono di “buona famiglia”.<br />
Nella nostra società, paradossalmente definita dagli<br />
“esperti” evoluta e, formalmente, sostenitrice dei diritti<br />
umani, emergono comportamenti antisociali molto più<br />
vicini di quanto immaginabili a quelli di epoche ritenute<br />
ormai lontanissime e del tutto involute. Anzi, dovremmo<br />
parlare di molte forme di violenza e, in particolare, di quella<br />
psicologica, a sua volta, non meno devastante nei suoi<br />
effetti di quella fisica.<br />
Alle violenze fisiche e morali a cui nelle società occidentali<br />
vengono sottoposte le persone fragili, si sommano poi le<br />
violenze collettive che vedono coinvolti interi popoli in<br />
molte aree povere del mondo.<br />
Siamo, dunque, davvero sicuri di vivere in un mondo giusto<br />
o, comunque, più giusto rispetto al passato?<br />
Nonostante le “infinite” leggi che sanciscono i diritti del-
l’uomo, non possiamo affatto affermare di vivere e di lavorare<br />
con successo alla costruzione di un mondo giusto ed<br />
egualitario, nel quale i diritti di ogni persona, senza alcuna<br />
distinzione di razza, sesso e religione, vengono concretamente<br />
rispettati e non soltanto garantiti sulla carta.<br />
Eppure, dopo la seconda guerra mondiale era nata una<br />
nuova coscienza collettiva che poneva l’accento sull’uomo<br />
e sulla sua condizione. Frutto di questa nuova concezione<br />
fu la Dichiarazione Universale dei diritti umani, approvata<br />
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a Parigi il 12<br />
dicembre del 1948. Prodotta sull’ onda delle indignazione<br />
per le atrocità commesse durante la seconda guerra mondiale,<br />
la Dichiarazione assume un ruolo fondamentale<br />
poiché è stato il primo documento a sancire universalmente<br />
i diritti che spettano all’essere umano. La<br />
dichiarazione, infatti, sottolinea il valore della dignità che<br />
tutti gli uomini possiedono in quanto tali.<br />
A sessant’anni dalla sua approvazione, il documento, anche<br />
se firmato da quasi tutte le nazioni del mondo, non viene<br />
ancora pienamente rispettato: la realizzazione e il godimento<br />
dei diritti non sono automatici.<br />
Per non dimenticare, ma anche per non restare a<br />
guardare, ogni anno si rinnova il patto. Ecco perché oggi<br />
risuonano cosi potenti le parole di Nelson Mandela,<br />
protagonista della lotta per i diritti umani: “Ho percorso<br />
NO BINDS<br />
pagina 15<br />
ATTUALITÀ<br />
questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di<br />
non esitare (…) posso riposare solo qualche attimo,<br />
perché assieme alla libertà vengono le responsabilità, e<br />
io non oso trattenermi ancora: il mio lungo cammino<br />
non è ancora alla fine”. Parole che ci fanno capire quanto<br />
siamo ancora lontani dalla meta, ma che infondono<br />
in noi quella fiducia necessaria affinché la lotta per i diritti<br />
umani vada avanti.<br />
Tanti orrori sono stati commessi, come in Rwanda nel<br />
1994 quando, con la complicità della polizia locale e del<br />
governo, sono stati uccise circa un milione di persone, perché<br />
considerate inferiori: non riusciamo, infatti, ad evitare<br />
che l’odio prevalga e che il pregiudizio razziale abbia il<br />
sopravvento.<br />
Noi, adulti di domani, dobbiamo, dunque, allargare i nostri<br />
orizzonti per diventare persone migliori.<br />
Occorre, quindi, un impegno reale da parte di tutti noi,<br />
profondendo ogni energia disponibile per realizzare il<br />
sogno di un mondo giusto e per renderlo più vicino di<br />
quanto non possa sembrare oggi. È proprio tempo di<br />
grandi sfide per noi e quella dei diritti umani è sicuramente<br />
la più ambiziosa.<br />
Alessia Mezza
NO BINDS<br />
pagina 16<br />
ATTUALITÀ<br />
MAI PIÙ VIOLENZA SULLE DONNE<br />
L’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite con<br />
Risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, ha designato<br />
il 25 novembre come la Giornata internazionale<br />
per l'eliminazione della violenza contro le donne e ha<br />
invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le<br />
ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione<br />
pubblica in quel giorno.Già nel 1993 durante la<br />
conferenza di Vienna sui diritti umani si è parlato di<br />
Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le<br />
donne, risultato fermamente atteso da anni dai movimenti<br />
delle donne; negli anni seguenti, il tema è stato<br />
ripreso ed approfondito nella Conferenza di Pechino,<br />
nel dibattito della Commissione Donne dell’ ONU,<br />
della Commissione diritti umani, fino ad arrivare alla<br />
Assemblea del Millennio che inserisce nella<br />
Dichiarazione finale la lotta alla violenza contro le<br />
donne come uno tra gli obiettivi centrali del 2000.<br />
Siamo agli sgoccioli del 2008, è stata seriamente combattuta<br />
questa lotta? NO BINDS pubblica volentieri il<br />
seguente testo scritto da una nostra studentessa in<br />
occasione del 25 novembre 2008.<br />
Un’altra simile… un’altra donna, bambina, mamma, zia, nonna, ragazza, come te<br />
non c’è.<br />
Donna: parola breve dal significato interminabile.<br />
Donne che non vanno via, ma che nascondono del dolore, coscienti che ne soffriranno<br />
poi.<br />
Donne che si trasformano nel vento che cambia indossando continuamente maschere<br />
diverse, ma i volti son sempre gli stessi, difficili da spiegare.<br />
Donne mai stanche che affrontano giornate senza fine, notti bianche, pomeriggi<br />
neri e mattinate amare.<br />
Donne sotto questo cielo leggero, ma mai vuoto.<br />
Questo mondo, l’altro mondo, quanti altri vuoi che ce ne siano, è ricco di donne e ingordo<br />
della loro sostanza.<br />
Noi invece, le donne, siamo burattine e giocoliere di quella che è la nostra forma.<br />
C’è qualcosa che ci accomuna, che ci rende più vicine di quanto noi stesse vorremmo essere.<br />
Eppure riusciamo a non farci rispettare, a non trasformare un lieve suono di sottofondo<br />
in rumore, a non accorgerci della brezza mentre cerchiamo l’uragano.<br />
Siamo fatte così, ci perdiamo per poi trovarci più vicine, a parlare di come, di quando e<br />
di perché ci hanno ingannate, hanno abusato del nostro corpo, ci hanno messo a tacere.<br />
-E poi?<br />
E poi preferiamo parlare sottovoce che urlare al mondo intero il nostro dolore.<br />
Preferiamo camminare con la testa bassa, che essere fiere di mostrare il nostro volto in ogni situazione.<br />
-Ma perché?<br />
Perché in realtà partiamo già come riserve di una partita e non come titolari; quando potremmo essere<br />
gli arbitri, finiamo per lottare in una competizione alla quale siamo state obbligate a partecipare.<br />
-E’ giusto?<br />
Tante cose non sono giuste, ma vale la pena lottare perché vengano riconosciute in quanto tali.<br />
-Che vuol dire che ne vale la pena?<br />
Vuol dire che sicuramente non sarà facile vincere, ma essere convinti di partecipare a questa battaglia è<br />
già una vittoria.<br />
Marzia Orsini
NO BINDS<br />
pagina 17<br />
MUSICA<br />
MUSICA CLASSICA<br />
CONTEMPORANEA<br />
Porta jeans e maglietta,<br />
ai piedi un paio di All Star.<br />
È timido... parla con un filo di voce,<br />
ma non rinuncerebbe mai ad introdurre<br />
uno dei suoi pezzi.<br />
Si siede... la sua schiena è incurvata<br />
dalla passione per il piano.<br />
Avvicina, leggero,<br />
le mani alla tastiera...<br />
aspetta ancora un secondo...<br />
e comicia a suonare.<br />
Pur essendo così lontano dalle figure stereotipate di<br />
pianisti e compositori, visti nella maggior parte dei casi,<br />
forse proprio perché geniali, come gente noiosa e troppo<br />
seria, e così vicino invece alla figura di un ragazzo<br />
qualunque, Giovanni Allevi, oltre a essersi diplomato con<br />
il massimo dei voti in composizione e in pianoforte,<br />
vanta una laurea in Filosofia della Scienza che ha conseguito<br />
con una tesi dal titolo “Il vuoto nella fisica contemporanea”.<br />
La musica ha per lui un valore assoluto, tanto che ha<br />
fatto il cameriere per mantenersi pur di non usare la<br />
musica come mezzo per arrivare alla fine del mese. La<br />
Musica è una vera e propria entità e, quando un frammento<br />
musicale irrompe nella sua mente, con una struttura<br />
interna già definita e concreta, esige di essere<br />
sviluppato secondo forme e direzioni già insite in quel<br />
gruppetto di note. L’abilità del compositore, la sua abilità,<br />
sta quindi nell’essere ricettivo e nel possedere (grazie<br />
ad anni di studio) gli strumenti per plasmarla e fermarla<br />
su carta. Allevi definisce così l’ispirazione:<br />
“L’incontro mistico con le note, attraverso un processo<br />
per deduzione dall’indefinito, da cui provengono, al<br />
definito, cioè questo mio tempo, questa mia partitura<br />
scritta”. L’abbigliamento, decisamente sportivo, è un<br />
altro degli aspetti che caratterizzano il personaggio e<br />
che costituiscono probabilmente l’invidia di tutti quei<br />
pianisti che tanto lo criticano, “arroccati nella difesa del<br />
passato e in un disprezzo del presente”. Come biasimarli<br />
del resto? Costretti una vita dentro un frac a suonare<br />
musica composta da altri.<br />
Alcuni attribuiscono il successo di Allevi ad un’aggressiva<br />
operazione di marketing ad opera delle major<br />
discografiche; questo è assolutamente falso. Lungo il suo<br />
travagliato persorso infatti, l’insuccesso è stata una delle<br />
prove che ha dovuto affrontare e che ha degnamente<br />
superato. Ne è esemplificativo il suo rapporto con la<br />
città di Napoli, che, in un primo concerto, lo vide<br />
suonare per un pubblico di sole cinque persone, ma che,<br />
quindici anni dopo, dopo i successi di Cina e America, in<br />
un auditorium letteralmente preso d’assalto, gli ha<br />
regalato un pubblico meraviglioso.<br />
Giovanni Allevi non è semplicemente musicista, ma arriva<br />
, nel comporre, a distillare l’essenza vera di ogni sentimento<br />
sotto forma di musica per poi effonderla<br />
eseguendo i suoi pezzi. È un’artista originale e le sue<br />
composizioni rivoluzionano il concetto di musica contemporanea.<br />
Punta tutto sulle emozioni, che riesce a<br />
muovere dentro il suo pubblico come percuote le corde<br />
del suo amato pianoforte. Ascoltando la sua musica si ha<br />
la netta sensazione di essere trasportati in un’altra<br />
dimensione, oltre ogni oppressione terrena, di vedere il<br />
mondo attraverso un’altra lente e ogni singolo oggetto<br />
(che appare in funzione di come riflette la realtà, che è il<br />
riflesso che dà) non ha più una data forma ed un colore<br />
certo né abbiamo idea di cosa sia. In altre parole, la musica,<br />
linguaggio universale, semplicemente accompagnando<br />
le nostre percezioni, può cambiare tutto senza toccare<br />
nulla.<br />
Filippo Vandenbulcke
Angolo delle poesie<br />
Una Volta<br />
Eravamo liberi,<br />
Soli tra il vento<br />
E<br />
Insieme tra la pioggia;<br />
Vivi con la natura,<br />
E<br />
Morti con la siccita’;<br />
Creature con il sole<br />
E<br />
Bestie con la luna;<br />
Eravamo liberi,<br />
Liberi di essere<br />
Parte dell’esistenza stessa<br />
Non come individui,<br />
Ma come anime<br />
Perse<br />
Nel nulla<br />
Vaganti<br />
Nell’oscurita’<br />
Cadute<br />
Dalla realta’<br />
Per completare la finzione.<br />
Greta Mastroianni<br />
What would be like if I were...<br />
I'd love to be a leprechaun,<br />
So life could be a treasure.<br />
I know that I would love this,<br />
Beyond any kind of measure.<br />
Dancing in the moonlight,<br />
And hiding in the flowers.<br />
The weeks are so carefree,<br />
That days seem like hours.<br />
From a thousand shades of green,<br />
That's called the emerald isle.<br />
I know their life of merryment,<br />
Is really quite worthwhile.<br />
To be a living leprechaun,<br />
Is something of what I dream.<br />
For if I could really become one,<br />
I would be, held in high esteem.<br />
Nicole Sgobbi<br />
NO BINDS<br />
pagina 18<br />
POESIA<br />
Butterfly’s Metamorphosis<br />
How many moods,<br />
How many cries,<br />
How many beats,<br />
How many smiles,<br />
How many doubts,<br />
How many tears,<br />
How many joys,<br />
How many fears.<br />
How much passion<br />
For this heart,<br />
How much faith<br />
From this soul,<br />
How many views<br />
Before this eyes,<br />
How many thoughts<br />
Throughout this mind,<br />
To delineate<br />
That still uncertain,<br />
Imperfect drawing<br />
Of being me.<br />
Lisiane Gobbicchi<br />
Soldat Dans La Nuit<br />
C’est nuit:<br />
Le vent et la pluie,<br />
La tempete de ma vie<br />
Et l’inoubliable emotion<br />
Dans le Coeur.<br />
C’est nuit:<br />
La lune et les etoiles,<br />
L’amour qui m’appelle<br />
Et ma tete qui se reveille.<br />
C’est nuit:<br />
Moi, je vais dormir,<br />
Parce que demain<br />
Je vais sortir<br />
Pour faire la guerre!<br />
Vas-y!<br />
Greta Mastroianni
NO BINDS<br />
pagina 19<br />
RACCONTI<br />
Tutta l’Eternità - Parte Prima<br />
Riprendiamo la pubblicazione di racconti a puntate, scritti dai nostri studenti, secondo la<br />
tradizione e Il feuilleton, genere ben conosciuto e apprezzato nell’editoria d’altri tempi.<br />
La grande biblioteca sa di vecchio, di uno strano odore di<br />
vissuto, di usato, di consumato.<br />
Le pareti di gesso sono invisibili perché coperte da enormi<br />
scaffali stracolmi di libri di antica e di nuova stampa.<br />
La bibliotecaria siede in modo curvo e tiene gli occhiali, a<br />
forma di mezza luna, posati sulla punta del naso.<br />
Il rumore dei tacchi delle mie scarpe Gucci risuona nella<br />
sala, e lei alza lo sguardo, sbuffa e gira la sua poltrona verso<br />
la parete, dandomi le spalle: so che da parte sua è stato un<br />
gesto maleducato, ma sono qui per ben altre ragioni e non<br />
ho tempo di mettere in discussione la disponibilità altrui.<br />
Non ora. Non per questa grassoccia, acculturata e bassetta<br />
signora.<br />
Sono qui per cercar libri adatti al mio nutrimento intellettivo.<br />
Libri di antica stampa, vecchia rilegatura, con errori della<br />
macchina da scrivere Olivetti ad esempio; leggere, come<br />
scrivere d'altronde, è un’arte da sempre.<br />
Inizio a scorrere con lentezza ed attenzione gli scaffali uno<br />
ad uno: la grande sala è divisa in scompartimenti rispetto<br />
agli anni di stampa. Parto dai più antichi, dove ci sono libri<br />
rilegati in malo modo. Ne scorgo uno, il più ingiallito di tutti,<br />
ma è in alto. Mi guardo intorno cercando con lo sguardo<br />
una scala, quando la trovo sulla sinistra e vado per afferrarla,<br />
quando si sgretola l’aggancio arrugginito provocando un<br />
acuto rumore; come se qualcuno avesse appena passato le<br />
proprie unghie su una lavagna.<br />
La bibliotecaria si gira. Noto che è visibilmente adirata, si alza<br />
e, percorrendo la sala a grandi falcate, giunge fino a me. Io,<br />
noncurante, continuo a tirar la scala verso di me, cercando<br />
di sopportarne lo stridulo rumore.<br />
"Posso chiederle cosa vuol fare con questo baccano? Non<br />
lo sa che in una biblioteca si rispetta la vigile norma dell’assoluto<br />
silenzio? Non ne è forse al corrente?” domanda la<br />
bibliotecaria con un’inquietante voce.<br />
Ha una sessantina d’anni, indossa un tailleur color amarena<br />
ed un rossetto, probabilmente Dior, di un rosso intenso, ma<br />
sicuramente non le dona molto; non come donava a<br />
Monica Bellucci nella pubblicità natalizia e inoltre, era stato<br />
steso in modo affrettato, da come si può notare dai segni<br />
rossi sui suoi denti gialli.<br />
Io la squadra con sufficienza: “Non occorre che mi rinfreschi<br />
la memoria riguardo ad alcun tipo di norma. Per prendere<br />
un libro in alto ho bisogno della scala e siccome è molto<br />
arrugginita, provoca questo stridulo rumore. Ma lei faccia<br />
come se non esistessi, si rimetta al lavoro.”<br />
La bibliotecaria ancora poco convinta apre la bocca per<br />
rispondere, ma poi i ripensa e la richiude subito, tornando<br />
seccamente al suo posto, nel suo banchetto al lato sinistro<br />
dell'entrata. Avrà finalmente compreso che non fermerò le<br />
mie ricerche solo perché le risuonano le orecchie!<br />
La scala ora mi è abbastanza vicina; vi salgo sopra e<br />
prendo il libro. Sembra esser datato 1778, ma non riesco<br />
bene a leggere la copertina perché è colma di polvere.<br />
Estraggo dalla borsa dei fazzolettini e mi siedo ad<br />
un banchetto vicino per pulire il libro. A fine operazione<br />
riesco persino a leggere il titolo : “ HELP US! ’’, in<br />
caratteri cubitali. “ AIUTATECI! ” .<br />
Leggo, più in alto, il nome dell'autrice: Elisabeth Richard<br />
Mine. La copertina ingiallita è deturpata ai bordi da quello<br />
che sembra essere la scritta di un vecchio pennino con un<br />
indirizzo firmato da una sigla irriconoscibile. Già mi affascina.<br />
Quando, però, con estrema delicatezza mi accingo ad aprirlo,<br />
vedo che le pagine sono vuote. Ingiallite, con i bordi consumati,<br />
ma pagine vuote. Mi chiedo se la bibliotecaria sappia<br />
di avere tra i suoi scaffali un libro tanto incomprensibile<br />
quanto affascinante.<br />
Il ritratto sull’ultima pagina è stranamente intatto e raffigura<br />
una bellissima ragazza sui vent’ anni con un diadema in testa<br />
nascosto dalla scura chioma, ed un vestito sontuoso che la<br />
avvolge. Porta in mano un ventaglio e al collo un ciondolo<br />
con una chiave d’oro a forma di cuore. Sguardo intenso e<br />
sorriso malizioso, un mix molto femminile e pericoloso.<br />
Sopra il piccolo ritratto c’è la stessa lettera della copertina,<br />
che penso sia l’iniziale di un nome o di un cognome: una<br />
firma insomma.<br />
Ecco quindi un’altra “mission impossibile top secret” per<br />
la mia estrema curiosità ed astuzia firmata 007 al femminile.<br />
No, non sono un detective o un’agente<br />
segreto,sono semplicemente una donna che nella quotidianità<br />
gergale viene definita “ ficcanaso ”. Non è una<br />
buona etichetta, non da molto prestigio, ma d’altronde<br />
lo sono. Sono una “ ficcanaso”.<br />
Greta Mastroianni
NO BINDS<br />
pagina 20<br />
AMBIENTE<br />
Semiconvitto Scuola Elementare - Educazione Ambientale<br />
Le avventure di Spooky<br />
il supereroe<br />
Nell’ambito dell’educazione ambientale, con gli alunni di IVB abbiamo affrontato il tema<br />
del rispetto dell’ambiente a partire dalle piccole abitudini quotidiane.<br />
Per poter evidenziare tale impostazione in modo divertente ed immediato, con gli alunni<br />
abbiamo ideato una serie di “stripes” nelle quali un personaggio positivo interviene per<br />
rimediare agli errori commessi da alcuni personaggi con il loro cattivo comportamento;<br />
questi poi, una volta redarguiti, assumono un aspetto migliore e non ripetono<br />
più l’errore compiuto. Grazie a questo lavoro, i bambini coinvolti hanno cominciato<br />
a capire che la soluzione di alcuni problemi non va sempre imputata ad altri,<br />
ma comincia dall’impegno personale.<br />
Spooky è un personaggio fantastico inventato da noi della IVB.<br />
Spooky è un supereroe sotto forma di coniglio che risolve i guai causati dalle persone maleducate<br />
che inquinano e sporcano l’ambiente. Per risolvere i guai fa ripulire lo sporco che causano le persone<br />
maleducate. I personaggi che sporcano e inquinano l’ambiente dopo aver ripulito diventano,<br />
da mostruose, a persone normali. Abbiamo inventato Spooky per far capire alle persone che non<br />
bisogna inquinare l’ambiente.<br />
Marco butta<br />
la carta per terra<br />
Un giorno, un orso nel<br />
bosco prese un fiammifero<br />
e un accendino e<br />
incendiò il bosco facendo<br />
il fuoco.<br />
Arriva Spooky!!! Spooky prende<br />
la carta e la butta<br />
nel secchio!!!<br />
Poi se ne andò<br />
ridacchiando con<br />
cattiveria<br />
Spooky va dal<br />
ragazzo e lo<br />
trasforma!!!<br />
Arrivò Spooky e gli spiegò<br />
che non doveva più fare<br />
queste cose e gli disse che<br />
avrebbe dovuto spegnere<br />
l’incendio da solo.<br />
Da quel giorno<br />
Marco butta la<br />
carta nel secchio<br />
Infine disse al pompiere<br />
di spegnere l’incendio<br />
nel bosco.
Lo stagno è in<br />
perfette condizioni.<br />
Un bimbo butta nello stagno<br />
una lattina e lo sporca<br />
NO BINDS<br />
pagina 21<br />
AMBIENTE<br />
La radio fa rumore Spooky interviene Dice che<br />
la deve smettere<br />
In un parco c’era uno<br />
stagno tranquillo<br />
Marco butta nello stagno<br />
una lattina inquinando<br />
Un signore butta una carta<br />
nel cassonetto dell’umido<br />
Arriva super Spooky che<br />
rimedia al danno<br />
Super Spooky vede Marco<br />
che inquina lo stagno<br />
Arriva Spooky e dice al<br />
signore che la carta va<br />
nel cassonetto bianco<br />
Spooky salva lo stagno<br />
e punisce il bimbo<br />
L’autista abbassa il<br />
volume e diventa una<br />
brava persona<br />
Marco rimedia<br />
diventando buono<br />
Il signore capisce che<br />
un semplice gesto può<br />
salvare l’ambiente<br />
Un vandalo sporca Ma arriva Spooky Spooky lo fa rimediare e poi diventa un uomo
NO BINDS<br />
pagina 22<br />
LIBRI<br />
La Ragazza Drago<br />
I - L’eredità di Thuban<br />
Dopo le “Cronache del Mondo Emerso” e le<br />
“Guerre del Mondo Emerso” è uscito in libreria<br />
“La ragazza drago”, l'ultimo libro di Licia<br />
Troisi.<br />
Licia Troisi nasce a Roma nel 1980, a sette anni<br />
scrive favole e romanzi di 20 pagine, raccolti e<br />
pubblicati col titolo “Le mille …di Licia”. Si laurea<br />
in astrofisica e preferisce scrivere i suoi<br />
romanzi di notte. Da poco si è affermata come<br />
scrittrice italiana fantasy più venduta al mondo.<br />
“La ragazza drago” racconta la storia di Sofia,<br />
la protagonista, che ha tredici anni e ha<br />
trascorso tutta la sua infanzia in orfanotrofio,<br />
dove viene derisa da tutti a causa dei suoi<br />
capelli rossi e per un neo che ha sulla fronte.<br />
Le sue giornate passano lunghe e noiose<br />
finché non viene adottata da un professore di<br />
antropologia. Con lui scoprirà di essere una<br />
“ragazza speciale” poiché nel profondo del<br />
suo spirito risiede un potere straordinario.<br />
Il libro è avvincente ed emozionante perché<br />
è ricco di sorprese. La suspense crea un'atmosfera<br />
di mistero che spinge ad andare<br />
avanti senza mai annoiarti.<br />
Licia Troisi nasconde nei suoi romanzi una<br />
profonda morale. Se nelle “Cronache del<br />
Mondo Emerso” scrive che bisogna difendere<br />
gli ideali e non dobbiamo farci corrompere<br />
dall'odio e dalla vendetta e nelle<br />
“Guerre del Mondo Emerso” invece ci suggerisce<br />
che prima di fare qualcosa bisogna<br />
pensare alle conseguenze, nella “La Ragazza<br />
Drago” fa trasparire un messaggio ben<br />
chiaro: la protagonista, per salvare la sua<br />
amica, dovrà sconfiggere il male utilizzando<br />
poteri nascosti, chiunque può fare qualcosa,<br />
basta credere in se stessi.<br />
Caterina Unia
NO BINDS<br />
pagina 23<br />
Il volto della Dea Roma<br />
Proprio davanti al <strong>Convitto</strong> si trova un’opera di un<br />
autore polacco contemporaneo, Igor Mitoraj, artista<br />
nato nel 1944 ad Oederan, in Germania, le cui opere<br />
sono state esposte in numerosi paesi.<br />
Ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Cracovia e<br />
nella stessa città ha tenuto la sua prima mostra personale<br />
di pittura presso la Galerie Krzysztofory.<br />
In seguito si è trasferito a Parigi e si è iscritto all'Ecole<br />
Nationale Supérieure des Beaux-Arts e lì ha tenuto la<br />
sua prima mostra personale dedicata alla produzione<br />
scultorea presso la Galerie La Hune.<br />
Mitoraj è un neoclassico fuori tempo, che si ispira a personaggi<br />
mitologici conosciuti e facilmente riconoscibili,<br />
realizzando opere frammentate, volutamente spezzate,<br />
che stanno benissimo tra i resti dell’antica Roma, rovine<br />
finte tra quelle vere.<br />
L’autore vuole lasciarci immaginare il resto, spingerci ad<br />
ammirare la bellezza delle sue opere, ma anche ad<br />
andare oltre, ad ascoltarle.<br />
La sua lettura della tradizione classica non vuole esaltare<br />
(la sola rappresentazione dei modelli greci si autoesalta)<br />
né adattare o rimodellare, ma vuole rappresentare<br />
per frammenti il tempo che è passato su queste<br />
sculture, così come frammentate ci sono giunte a rappresentare<br />
gli archetipi dell’antichità.<br />
Molte delle sue opere sono esposte e vendute, a<br />
prezzi che oscillano tra i 50.000 euro ed il 1.000.000<br />
di euro, presso la Galleria Contini, con sede a<br />
Venezia, a Mestre ed a Cortina D’Ampezzo.<br />
Il marmo, la pietra ed il bronzo sono i materiali che<br />
utilizza per quasi tutte le sue opere.<br />
Il volto di pietra davanti alla nostra scuola rappresenta<br />
la Dea Roma, un volto triste circondato dal verde.<br />
Ma quel verde, al contrario di ciò che si potrebbe<br />
pensare, non è casuale, non è solo un contorno: è<br />
parte dell’opera.<br />
L’autore ha scelto personalmente le diverse piante,<br />
ARTE MODERNA<br />
lasciando poi che fosse la natura, nel tempo, con il<br />
loro sviluppo, a completare e far crescere l’opera<br />
ancora giovane.<br />
Guardandola in questa immagine, sembra quasi essere il<br />
fulcro di una piccola oasi, vicina ed allo stesso tempo<br />
lontana dalla vita frenetica e dal traffico che le scorrono<br />
inesorabilmente intorno<br />
Sembra quasi appartenere ad un’altra epoca, come se<br />
intorno ad essa il tempo si fosse fermato.<br />
Lo stesso autore l’ha definita un "Ponte ideale tra il passato<br />
e il futuro della città".<br />
Ora, tuttavia, quest’opera sembra essere stata abbandonata:<br />
lo smog ne ha annerito la superficie, la vasca è<br />
piena di alghe e rifiuti.<br />
Roma è una città particolare, bella, antica e ricca di<br />
monumenti ed altre opere d’arte e, forse proprio perchè<br />
“abituata” a questa ricchezza, che molte città<br />
desidererebbero, ha finito per non considerarla tale, non<br />
attribuendole il suo reale valore, che ormai è visibile<br />
soltanto a pochi cittadini ed agli stranieri (basti pensare<br />
a quanti romani non hanno mai visto l’interno del<br />
Colosseo o visitato i Fori Romani) .<br />
Monumenti, edifici, statue ricevono spesso un trattamento<br />
ben diverso da quello che meriterebbero, sia<br />
da parte delle autorità, che dovrebbero tutelarli e<br />
mantenerli, sia da parte dei cittadini, che dovrebbero<br />
averne cura e rispettarli.<br />
Occorre inoltre considerare che né chi vive a Roma né<br />
i turisti conoscono tutte le opere della città; accanto al<br />
Colosseo, all’Altare della Patria, a Castel Sant’Angelo<br />
opere bellissime di autori moderni o contemporanei,<br />
anche molto apprezzati dagli esperti e dagli appassionati,<br />
rischiano di passare ingiustamente inosservate, quando<br />
probabilmente altrove sarebbero pubblicizzate dall’amministrazione<br />
locale ed ammirate da un considerevole<br />
numero di persone.<br />
Io stessa, nonostante la Dea Roma si trovi proprio<br />
davanti alla mia scuola, non sapevo cosa fosse esattamente<br />
sino a circa un mese fa.<br />
Tutto ciò è anche una conseguenza della mentalità della<br />
società contemporanea, che non dà più molta importanza<br />
alla storia, al passato, limitandosi ad inseguire i<br />
soldi facili, i divertimenti grossolani, superficiali e non la<br />
cultura ed il piacere del sapere.<br />
Un tempo non era così: anche il cittadino più umile<br />
conosceva la storia della propria città, anche se magari non<br />
sapeva scrivere; era una questione di orgoglio, l’orgoglio di<br />
vivere a Rome, a Firenze od in qualunque altro luogo.<br />
Ora, invece, le persone se ne disinteressano e, spesso, a<br />
conoscere meno una città è proprio chi ci vive.<br />
Quest’opera ha dunque finito per rappresentare un<br />
altro volto della città, decisamente meno bello: quello<br />
della trascuratezza, dell’assenza di rispetto e di ordine,<br />
un volto del quale spesso si finge di non accorgersi.<br />
Barbara Buccilli
Foto di: Filippo Vandenbulcke<br />
12 Dicembre 2008<br />
Festa<br />
dell’eccellenza