scarica copia in pdf - Ente Fauna Siciliana
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1 29 febbraio 2012<br />
Incontro per ricordare<br />
“Bruno Ragonese”<br />
di Corrado Bianca<br />
In una matt<strong>in</strong>ata piovosa e ventosa,<br />
nella sempre affasc<strong>in</strong>ate<br />
Vendicari si è svolto, sabato 11<br />
febbraio, l’<strong>in</strong>contro per ricordare<br />
“Bruno Ragonese” ad otto anni della<br />
sua scomparsa.<br />
Nel Centro Visitatori della R.N.O.<br />
Vendicari, l’<strong>in</strong>contro organizzato<br />
dall’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong> ha avuto il<br />
patroc<strong>in</strong>io del Dipartimento Regionale<br />
Azienda Foreste Demaniali, il<br />
Dipartimento di Scienze Biologiche<br />
Geologiche ed Ambientali dell’Università<br />
di Catania, l’Associazione<br />
Sud e D<strong>in</strong>torni di Catania, l’Associazione<br />
Amicale des Ancies Jeunes<br />
Science di Tunisi, l’Associazione<br />
Centre Culturel Smaane Chizen<br />
di Houms Souk, Tunisia e l’Associazione<br />
Memoire de la Terre de<br />
Tunisie.<br />
Sono <strong>in</strong>tervenuti ed hanno portato<br />
il loro saluto il Dott. Carmelo Frittitta<br />
Dirigente Prov<strong>in</strong>ciale dell’U.P.A.<br />
di Siracusa, il dott. Corrado Bonfanti<br />
S<strong>in</strong>daco del Comune di Noto, il<br />
Prof. Pietro Pavone Direttore del<br />
Dipartimento di Scienze Biologiche<br />
Geologiche ed Ambientali dell’Università<br />
di Catania e il Dott. Filadelfo<br />
Brogna Dirigente U.O.B. 2 U.P.A.<br />
di Siracusa.<br />
Messaggi <strong>in</strong> ricordo, molto partecipati,<br />
hanno <strong>in</strong>viato il Presidente<br />
Nazionale di Pro Natura Prof. Mauro<br />
Furlani e il Prof. Yamoun Messaoud<br />
Presidente dell’Associazione<br />
Memoire de la Terre de Tunisie,<br />
che è stato letto dal Prof. Alfredo<br />
Petralia.<br />
cont<strong>in</strong>ua a pag. 2<br />
Grifone<br />
** ISSN 1974-3645<br />
Bimestrale dell’ENTE FAUNA SICILIANA<br />
“associazione naturalistica di ricerca e conservazione” - ONLUS<br />
ADERENTE ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE PRO NATURA<br />
29 febbraio 2012 ANNO XXI n. 1 (111)<br />
Il mio amico Bruno<br />
“naturalista combattente”<br />
Una via di Noto per ricordarlo<br />
li aggettivi rappresentano,<br />
a mio avviso, un ottimo sistema per<br />
def<strong>in</strong>ire la personalità di un uomo. Fra<br />
gli appellativi detti o scritti su Bruno<br />
Ragonese ne ho trovati veramente<br />
numerosissimi e tutti, a mio avviso,<br />
perfettamente calzanti. Ve ne cito solo<br />
alcuni: appassionato, modesto, altruista,<br />
<strong>in</strong>stancabile, <strong>in</strong>transigente, <strong>in</strong>esorabile,<br />
veemente, <strong>in</strong>sistente, testardo,<br />
scomodo, competente, encomiabile,<br />
generoso, vulcanico, entusiasta, <strong>in</strong>imitabile,<br />
eccezionale, libero, giusto,<br />
sobrio, onesto, schietto, determ<strong>in</strong>ato,<br />
tenace, <strong>in</strong>tegerrimo, combattente, ecc.<br />
di Giovanni Costa<br />
Quando negli anni ’70 conobbi<br />
Bruno, egli si trovava nella stanza del<br />
compianto mio Maestro, prof. Marcello<br />
La Greca, allora Direttore dell’Istituto<br />
Policattedra di Biologia Animale. Io ero<br />
all’<strong>in</strong>izio della mia attività accademica<br />
e spesso ricorrevo ai suoi consigli e<br />
ai suoi suggerimenti per le ricerche<br />
che avevo avviato nei sistemi sabbiosi<br />
costieri della Sicilia orientale e meridionale.<br />
Bruno, anche lui, era andato a<br />
parlare con il prof. La Greca di questioni,<br />
che, se non ricordo male, avevano a che<br />
fare con problematiche speleologiche.<br />
Quando uscì dalla stanza, chiesi al prof.<br />
Da s<strong>in</strong>istra Giorgio Sabella (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali di Catania),<br />
Corrado Bonfanti (S<strong>in</strong>daco del Comune di Noto) e Corrado Bianca (Segretario Regionale dell’E.F.S.)
Grifone 29 febbraio 2012<br />
cont<strong>in</strong>ua da pag. 1<br />
Momento co<strong>in</strong>volgente ed emozionante<br />
la relazione commemorativa<br />
“Il mio amico Bruno” del Prof.<br />
Vanni Costa che pubblichiamo di<br />
seguito. Il Prof. Costa che conosceva<br />
molto bene Bruno Ragonese lo<br />
ha def<strong>in</strong>ito un “Naturalista Combattente”<br />
ed ha auspicato la dedica di<br />
una via o una piazza nel Comune di<br />
Noto, proposta che è stata accettata<br />
è fatta propria dal S<strong>in</strong>daco Corrado<br />
Bonfanti.<br />
Il momento scientifico ci è stato<br />
offerto dal Prof. Giorgio Sabella,<br />
Dipartimento di Scienze Biologiche<br />
Geologiche ed Ambientali, dal titolo<br />
“Stato dell’arte e prospettive della<br />
valutazione di impatto ambientale<br />
e della valutazione di <strong>in</strong>cidenza <strong>in</strong><br />
Sicilia”.<br />
A conclusione dell’<strong>in</strong>contro è<br />
<strong>in</strong>tervenuto il Prof. Pietro Alicata,<br />
Presidente dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>,<br />
che ha dato il suo prezioso<br />
contributo critico.<br />
Ai graditi ospiti ed ai relatori<br />
è stata consegnata dalla vedova<br />
di Bruno Ragonese una targa<br />
ricordo.<br />
La manifestazione si è conclusa<br />
nei locali della Biblioteca Naturalistica<br />
“Bruno Ragonese”, dove è stato<br />
consumato da tutti i presenti un frugale<br />
e sobrio r<strong>in</strong>fresco organizzato<br />
e preparato da alcune socie della<br />
sezione di Noto dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong><br />
<strong>Siciliana</strong>.<br />
La Greca chi fosse questo Ragonese. E<br />
la Greca mi disse “è un naturalista combattente”.<br />
Io gli chiesi ancora se fosse<br />
un dilettante, uno dei tanti che allora si<br />
qualificavano “naturalisti” senza avere<br />
alle spalle un bagaglio sia pur m<strong>in</strong>imo<br />
di cultura naturalistica, e La Greca<br />
aggiunse, “Ragonese è un naturalista<br />
molto competente, e <strong>in</strong>oltre un buon<br />
conoscitore di Chirotteri”.<br />
Successivamente, ebbi spesso<br />
modo di avere contatti con Bruno. Fra<br />
l’altro lo consultavo frequentemente<br />
per problemi di determ<strong>in</strong>azione di<br />
pipistrelli del Museo Zoologico, che a<br />
quei tempi curavo. Ci accomunavano<br />
poi varie cose, fra cui, oltre all’amore<br />
per la natura, l’amore per le escursioni<br />
scientifico-naturalistico-antropologiche<br />
ed <strong>in</strong> particolare per quelle <strong>in</strong> Africa.<br />
L’amore di Bruno per questo grandioso<br />
cont<strong>in</strong>ente, <strong>in</strong> cui era nata la nostra specie,<br />
era nato lui (ed <strong>in</strong> cui, guarda caso,<br />
era nato anche il prof. La Greca) era<br />
veramente sconf<strong>in</strong>ato. Egli, addirittura,<br />
progettava di trasferirsi def<strong>in</strong>itivamente<br />
<strong>in</strong> Africa, una volta che sua moglie fosse<br />
andata <strong>in</strong> pensione.<br />
Bruno preferiva di gran lunga l’Africa<br />
centrale, quella cosiddetta equatoriale,<br />
mentre io avevo uno speciale <strong>in</strong>teresse<br />
scientifico, e non solo, per l’Africa meridionale,<br />
ed <strong>in</strong> particolare per la Namibia.<br />
Questo ci consentiva di scambiarci<br />
<strong>in</strong>formazioni e impressioni sulle zone<br />
rispettivamente visitate. Bruno era<br />
letteralmente affasc<strong>in</strong>ato dalle foreste<br />
pluviali e dai loro abitanti, umani e non.<br />
Le sue spedizioni erano poi occasione,<br />
non solo di distribuzione di importanti<br />
reperti per tutti i miei colleghi zoologi<br />
Da s<strong>in</strong>istra Filadelfo Brogna (Dirigente U.O.B. 2 Azienda Foreste Demaniali), Corrado Bonfanti, Corrado Bianca<br />
e Pietro Pavone (Direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali di Catania)<br />
Giovanni Costa mentre svolge la sua relazione<br />
2<br />
(basterebbe ricordare le varie specie<br />
nuove di Tardigradi descritte dal prof.<br />
Giovanni Pilato), ma anche, e soprattutto,<br />
per quello che mi <strong>in</strong>teressava<br />
maggiormente, di racconti, di foto e di<br />
descrizioni m<strong>in</strong>uziose delle abitud<strong>in</strong>i<br />
delle etnie che aveva avuto modo di<br />
conoscere. Ricordo ancora, ad esempio,<br />
il suo dettagliato resoconto delle<br />
tradizionali filosofie di vita di Nande<br />
e di pigmei del Congo relativamente<br />
al loro contrapposto rapporto con la<br />
foresta. Ricordo anche che qualche<br />
anno fa, mentre procedevo con la<br />
ristrutturazione del Museo Zoologico,<br />
avevo bisogno di immag<strong>in</strong>i della foresta<br />
pluviale africana di elevata qualità.<br />
Chiesi aiuto a Bruno e lui venne a<br />
casa mia (fu l’unica volta che ebbi con<br />
l’occasione il piacere di averlo ospite a<br />
pranzo a casa mia), e, generoso, come<br />
sempre, mi mise a disposizione tutte le<br />
foto di cui disponeva.<br />
Bruno conosceva bene la mia attività<br />
di ricerca e di didattica <strong>in</strong> campo<br />
etologico, la seguiva con grande curiosità<br />
e mi esprimeva <strong>in</strong> ogni occasione il<br />
suo <strong>in</strong>teresse per il comportamento animale<br />
e umano (convenivamo sempre<br />
su questa errata dist<strong>in</strong>zione, essendo<br />
ovviamente anche quella umana una<br />
specie animale!). Mi faceva visita ogni<br />
volta che veniva <strong>in</strong> via Androne, e mi<br />
chiedeva notizie fresche sui risultati<br />
delle ultime ricerche; spesso discutevamo<br />
anche di tante problematiche di<br />
comune <strong>in</strong>teresse. I miei collaboratori<br />
temevano l’arrivo <strong>in</strong> istituto di Bruno<br />
Ragonese, perché quando arrivava<br />
lui io scomparivo letteralmente dalla<br />
circolazione e senza limiti di tempo.<br />
Lui, <strong>in</strong> particolare, mi resocontava sulle<br />
battaglie che andava affrontando per le<br />
tante m<strong>in</strong>acce alla salute dell’ambiente<br />
e delle sue <strong>in</strong>iziative di promozione di<br />
misure di protezione per i beni naturali<br />
e culturali del territorio siciliano. Io gli
3 29 febbraio 2012<br />
parlavo nel territorio di Portopalo di<br />
Capo Passero, e gli esprimevo tutto<br />
il mio rammarico per la progressiva<br />
scomparsa di quel piccolo residuo di<br />
dune di fronte l’isola delle Correnti <strong>in</strong><br />
cui avevo avviato le mie ricerche; lui mi<br />
parlava del territorio net<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> cui viveva<br />
giornalmente, e mi prospettava la possibilità<br />
di avviare degli studi nell’area di<br />
Vendicari nella quale si stava battendo<br />
strenuamente perché vi si istituisse<br />
una riserva naturale. Bruno, poi, mi<br />
<strong>in</strong>vitata a partecipare alle <strong>in</strong>numerevoli<br />
<strong>in</strong>iziative da lui promosse per conto<br />
dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>, ai convegni,<br />
alle mostre, alle conferenze. Mi stimolava<br />
cont<strong>in</strong>uamente a farne qualcuna;<br />
e, qualche volta, ho capitolato.<br />
All’<strong>in</strong>izio degli anni ’90, mi parlò delle<br />
sua <strong>in</strong>tenzione di lanciare un nuovo<br />
periodico di <strong>in</strong>formazione dell’Associazione,<br />
“il Grifone”, con l’<strong>in</strong>tenzione di<br />
curare tanto gli aspetti scientifici quanto<br />
quelli divulgativi delle problematiche<br />
ambientali. Bruno, sospendendo la sua<br />
precedente lunga collaborazione con il<br />
periodico Alveria, disse: «Liberi da condizionamenti,<br />
da compromessi culturali,<br />
da ipoteche politiche e confessionali, da<br />
anacronistici campanilismi, da angustie<br />
di spazio, cont<strong>in</strong>ueremo il nostro lavoro<br />
di dibattito culturale <strong>in</strong> difesa di una coscienza<br />
ecologista». Nel novembre del<br />
1992 com<strong>in</strong>ciò qu<strong>in</strong>di questa aggiuntiva<br />
“avventura” di Bruno Ragonese, che già<br />
era superimpegnato <strong>in</strong> mille battaglie<br />
senza esclusioni di colpi.<br />
E, s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio, mi chiese di collaborare<br />
con questa nuova rivista, parlando<br />
di etologia e, addirittura proponendomi,<br />
per usare una sua espressione, di<br />
“aprire una f<strong>in</strong>estra sul comportamento<br />
animale”. La mia resistenza durò assai<br />
poco, anche perché fra gli aggettivi che<br />
ho citato all’<strong>in</strong>izio ve ne sono due che <strong>in</strong><br />
questo caso sono riusciti perfettamente<br />
calzanti: <strong>in</strong>sistente e testardo!<br />
Così, nel 1993 dal N. 2 dell’anno<br />
II, ebbe <strong>in</strong>izio la mia collaborazione<br />
con il Grifone. Pensavo <strong>in</strong>izialmente di<br />
limitare il mio impegno alla descrizione<br />
del mio pr<strong>in</strong>cipale tema di ricerca, il<br />
comportamento degli animali sabulicoli.<br />
Ma non è stato così. Bruno non<br />
demordeva e, f<strong>in</strong>ita questa prima serie,<br />
<strong>in</strong>sistette perché io cont<strong>in</strong>uassi con altri<br />
argomenti, che lui riteneva anche di<br />
maggiore <strong>in</strong>teresse per i lettori. Sono <strong>in</strong><br />
tal modo seguite la serie sulla socialità,<br />
quella sulla cultura degli animali, quella<br />
sulle capacità tecniche degli animali e<br />
quella sulla sessualità. Sono riuscito a<br />
“sfuggire” al controllo <strong>in</strong>esorabile (altro<br />
aggettivo calzante) di Bruno solo a<br />
cavallo fra il 1999 ed il 2000, poiché<br />
<strong>in</strong> quel periodo ho usufruito di un anno<br />
sabbatico, che ho effettuato <strong>in</strong> Namibia.<br />
E da lì ho saputo che Bruno verso la<br />
f<strong>in</strong>e del 1999 era stato <strong>in</strong> pericolo di vita<br />
per un <strong>in</strong>farto.<br />
Al mio ritorno, sempre <strong>in</strong>esorabilmente<br />
Bruno è tornato alla carica suggerendomi<br />
di contribuire al Grifone con<br />
una nuova serie, più ecologica, anche<br />
tenuto conto che io avevo nel frattempo<br />
trasferito la mia cattedra dall’Etologia<br />
all’Ecologia. È venuta così fuori la serie<br />
“<strong>Fauna</strong> a rischio”, che mi ha visto impegnato<br />
con la bellezza di numerosi altri<br />
contributi dal 2001 al 2003.<br />
Esattamente otto anni fa, l’11 febbraio<br />
2004 il cuore di Bruno ha ceduto<br />
def<strong>in</strong>itivamente. Ero appena tornato<br />
da una missione effettuata <strong>in</strong> Namibia,<br />
quando ho saputo di questa terribile notizia:<br />
<strong>in</strong> quel preciso momento qualcosa<br />
si è rotto dentro di me. Nulla sarebbe<br />
più stato come prima; ad esempio, per<br />
me non avrebbe più avuto senso cont<strong>in</strong>uare<br />
a scrivere per il Grifone, come<br />
se nulla fosse. Ho partecipato, sì, ad<br />
alcune riunioni commemorative, ma<br />
sempre evitando di parlare direttamente<br />
di Bruno. Ora, solo la tenace <strong>in</strong>sistenza<br />
dell’amico e collega Alfredo Petralia,<br />
ha v<strong>in</strong>to la mia riluttanza ad entrare <strong>in</strong><br />
un ambito strettamente personale e<br />
ad accettare di parlare del mio amico<br />
Bruno.<br />
Sono trascorsi otto anni dalla sua<br />
scomparsa e penso che oggi si possa<br />
fare di Bruno Ragonese una ricostruzione<br />
veramente oggettiva dell’entità<br />
della perdita di un personaggio, certo<br />
scomodo per chiunque attentasse alla<br />
Un momento della manifestazione<br />
Grifone<br />
Giorgio Sabella mentre svolge la sua relazione<br />
<strong>in</strong>columità dell’ambiente, e particolarmente<br />
accanito quando l’attentatore<br />
apparteneva all’ambito istituzionale,<br />
l’ambito che, guarda caso, è quello<br />
preposto a garantire la massima tutela<br />
possibile dei beni naturali e culturali<br />
dell’area di propria competenza. Ma<br />
anche un personaggio straord<strong>in</strong>ario che<br />
ha speso tutta la sua vita <strong>in</strong> difesa della<br />
natura e della cultura.<br />
Ho avuto recentemente <strong>in</strong> prestito<br />
da Alfredo Petralia la raccolta rilegata<br />
dei numeri del Grifone, dal 30 novembre<br />
1992 al 20 maggio 2004. Si tratta<br />
di poco più di un decennio. Ma esso<br />
è più che sufficiente per descrivere<br />
l’ampio spettro di <strong>in</strong>teressi e di attività<br />
svolte da Bruno Ragonese. Ha <strong>in</strong>vestito<br />
molti dei suoi sforzi e delle sue energie<br />
nel promuovere l’istituzione di parchi o<br />
riserve. Come dimenticare, ad esempio,<br />
l’impegno profuso per l’istituzione<br />
prima, e la corretta gestione dopo, della<br />
Riserva Naturale Orientata di Vendicari;
Grifone 29 febbraio 2012<br />
o le <strong>in</strong>sistenti e, talvolta anche polemiche,<br />
pressioni per l’istituzione del Parco<br />
Archeologico-Naturalistico del Monte<br />
Alveria, per la valorizzazione e salvaguardia<br />
del territorio di Noto Antica.<br />
Bruno, <strong>in</strong>fatti, difendeva tanto i beni<br />
naturali quanto quelli culturali, come<br />
dimostrano, ad esempio, la sua accanita<br />
lotta per evitare la fruizione pubblica<br />
della Grotta Monello che avrebbe potuto<br />
mettere a rischio la importantissima<br />
fauna troglobia <strong>in</strong> essa vivente, o i suoi<br />
irruenti articoli per evidenziare la distruzione<br />
della Necropoli del Fusco o dei<br />
mosaico della Villa del Tellaro.<br />
Bruno non aveva timori riverenziali<br />
nei riguardi di nessuno; e, se lo riteneva<br />
necessario, si scagliava contro la<br />
Sovr<strong>in</strong>tendenza ai BB.CC.AA., contro<br />
l’Ispettorato Ripartimentale delle foreste,<br />
contro il Comune, la Prov<strong>in</strong>cia o la<br />
Regione, e, se era il caso perf<strong>in</strong>o contro<br />
il WWF! Come dimenticare le battaglie<br />
per la rimozione di quegli antiestetici ed<br />
antiecologici pali da autostrada nei pressi<br />
di Noto Antica, o le denuncie per i disastri<br />
ambientali (<strong>in</strong>cendi, siccità, ecc.).<br />
E fra gli <strong>in</strong>cendi quello assai doloroso,<br />
e forse doloso!, che distrusse la sede<br />
regionale dell’Associazione di Contrada<br />
Cugno Vasco. Ma Bruno, nel concludere<br />
la descrizione di questo tragico evento,<br />
scrisse testualmente: «Insomma, ci<br />
sono rimasti solo gli occhi per piangere<br />
e la voglia di ricom<strong>in</strong>ciare».<br />
Per lui ogni animale o ogni pianta<br />
aveva il diritto di esistere, di essere<br />
rispettato e salvaguardato. Bruno non<br />
faceva dist<strong>in</strong>zioni di sorta; lui si occupava<br />
parimenti di pseudoscorpioni,<br />
isopodi, api o farfalle come pure di<br />
tartarughe, pesci, aironi, volpi, c<strong>in</strong>ghiali,<br />
oltre, ovviamente, ai suoi pipistrelli.<br />
Egli, fra l’altro, era assolutamente <strong>in</strong>tollerante<br />
nei riguardi della caccia e dei<br />
cacciatori. Analogamente, difendeva i<br />
papiri, gli oleandri, i melograni, e perf<strong>in</strong>o<br />
i rovi, di cui apprezzava la funzione<br />
stabilizzatrice del suolo e l’ospitalità<br />
fornita a straord<strong>in</strong>ari animali quali gli<br />
<strong>in</strong>setti stecco.<br />
Il quadro che emerge, non solo da<br />
questa mia modesta e sommaria descrizione<br />
del mio amico Bruno, ma da tutte le<br />
ricostruzioni dell’attività di questo net<strong>in</strong>o<br />
adottivo, è quello di una stella di prima<br />
grandezza nel panorama dei difensori<br />
della natura, della cultura, della correttezza<br />
comportamentale e della legalità. Il<br />
mio amico Bruno ha dedicato la sua vita,<br />
e la sua salute, al rispetto di questi valori.<br />
Ma non si può non riconoscere che<br />
l’epicentro dei suoi <strong>in</strong>teressi è sempre<br />
stata la sua Noto. Alcuni past-S<strong>in</strong>daci di<br />
Messaggio di Mauro Furlani<br />
Presidente Federazione Nazionale Pro Natura<br />
Cari Amici dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong> e cari Colleghi, anche se non posso essere<br />
con voi a celebrare questo momento di ricordo di una figura così prestigiosa delle<br />
Scienze Naturali come fu quella di Bruno Ragonese, mi sia consentito di rivolgere<br />
a Voi il più sentito augurio di buon lavoro anche a nome della Federazione<br />
Nazionale Pro Natura che spero di rappresentare degnamente.<br />
Con Bruno Ragonese si sono coniugati due pilastri fondamentali a cui la<br />
Federazione ha cercato <strong>in</strong> oltre sessanta anni di ispirarsi: da un lato quello della<br />
conoscenza naturalistica, arricchita giorno per giorno da uno studio rigoroso<br />
delle complesse sfaccettature con cui la Natura si manifesta; dall’altro la protezione,<br />
la conservazione e la gestione di un patrimonio immenso, irripetibile e<br />
irr<strong>in</strong>unciabile.<br />
La vita e soprattutto il ruolo dell’associazionismo naturalistico assume oggi<br />
connotazioni particolarmente complesse. Infatti, la tentazione ammaliatrice di<br />
ricercare un facile consenso fondato su semplici messaggi è sempre <strong>in</strong> agguato;<br />
per contro, l’estraniazione dal mondo reale, dalle sue problematiche,dai suoi<br />
nuovi e antichi problemi può facilmente <strong>in</strong>durre a rifugiarci <strong>in</strong> un microcosmo,<br />
forse soddisfacente per noi, ma poco <strong>in</strong>cisivo <strong>in</strong> un contesto complessivo. A ciò<br />
si aggiunge una drammatica crisi occupazionale che rende difficile quel ricambio<br />
generazionale all’<strong>in</strong>terno del mondo ambientalista <strong>in</strong> grado di alimentare nuove<br />
energie e idee.<br />
La Federazione Nazionale Pro Natura, proprio nella sua stessa idea federativa,<br />
credo che abbia compreso pienamente questo rischio cercando di assumere<br />
una responsabilità e un ruolo, se non unico, comunque raro nel panorama della<br />
cultura naturalistica nazionale. Essa cerca di arricchirsi grazie alle esperienze<br />
e attività delle Associazioni che vi si riconoscono, al tempo stesso di stimolare<br />
reciproche contam<strong>in</strong>azioni delle loro policromie.<br />
Non dunque una accademia naturalistica, neppure, tuttavia, un atteggiamento<br />
oltranzista nei confronti delle trasformazioni sociali per cercare un comodo rifugio<br />
<strong>in</strong> un protezionismo sterile, ma un tentativo di raccordare e mettere a disposizione<br />
della società tutte le <strong>in</strong>telligenze che emergono dal suo variegato arcipelago che<br />
va dalla Valle d’Aosta alla vostra Sicilia.<br />
Questa giornata, che per voi ha un significato così profondo nel ricordo di<br />
un vostro Amico e fondatore dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>, ha per noi un altrettanto<br />
importante significato, quello di ricordarci e di consolidare quei due pilastri a cui<br />
facevo rifermento all’<strong>in</strong>izio di questo breve messaggio.<br />
Auguro a tutti voi, agli <strong>in</strong>signi Relatori, alle Autorità e agli Ospiti presenti un buon<br />
lavoro e un r<strong>in</strong>novato impegno nella conoscenza e nella tutela della Natura.<br />
questa importante città siciliana, capitale<br />
del barocco e dell’omonima storica valle,<br />
hanno espresso complimenti e riconoscimenti<br />
nei riguardi di questo affezionato<br />
figlio. Egli ha certamente meritato di<br />
essere ripetutamente commemorato e<br />
ricordato per il grande contributo gratuitamente<br />
fornito.<br />
Forse oggi i tempi sono maturi perché<br />
nei riguardi di Bruno Ragonese, a<br />
parte le dovute e gradite occasioni di <strong>in</strong>contro<br />
organizzate dall’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>,<br />
per tenerne sempre<br />
alta la memoria, venga fatto<br />
qualcosa di più, perché<br />
il ricordo della sua vita e<br />
della sua attività sia anche<br />
di esempio e di guida per<br />
i giovani di questa e delle<br />
successive generazioni.<br />
Un riconoscimento per<br />
Bruno Ragonese, un neti-<br />
4<br />
no doc, che ha dedicato la sua vita alla<br />
difesa della natura, della sua regione,<br />
della sua prov<strong>in</strong>cia, della sua città. Un<br />
riconoscimento più duraturo nel tempo,<br />
perché anche <strong>in</strong> un lontano futuro si<br />
possa seguire consapevolmente la scia<br />
da lui tracciata. Bruno Ragonese, un<br />
vero naturalista combattente, al quale<br />
ritengo giusto <strong>in</strong>testare il nome di una<br />
strada cittad<strong>in</strong>a. In omaggio all’autorevole<br />
parere dell’<strong>in</strong>signe prof. La Greca,<br />
l’<strong>in</strong>testazione potrebbe essere:
5 29 febbraio 2012<br />
Messaggio di Yamoun Messaud<br />
Presidente dell’Associazione Memoire de la Terre de Tunisie<br />
A nome della Associazione Memoire de la Terre de Tunisie, da me presieduta,<br />
r<strong>in</strong>grazio l’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong> per l’<strong>in</strong>vito a partecipare con voi a questa<br />
giornata commemorativa <strong>in</strong> memoria del fondatore della vostra associazione,<br />
Bruno Ragonese, nell’ottavo anniversario della sua scomparsa.<br />
In questa occasione desidero esprimere la mia vic<strong>in</strong>anza e quella della<br />
mia associazione all’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong> per i profondi legami di amicizia<br />
che ci legano a voi tutti.<br />
Avevo programmato di essere presente assieme a voi a Vendicari, dove già<br />
mi avete ospitato lo scorso mese di maggio, per esprimere personalmente la<br />
solidarietà di tutti noi dell’Associazione de la Memoire de la Terre de Tunisie.<br />
Purtroppo un imprevisto impegno a Tunisi per un <strong>in</strong>derogabile meet<strong>in</strong>g con<br />
una delegazione dell’ENAS (<strong>Ente</strong> Acque della Sardegna) per la f<strong>in</strong>alizzazione<br />
del progetto europeo TourMedEau, me lo ha impedito.<br />
Così ho chiesto ai miei carissimi amici Corrado Bianca e Alfredo Petralia di<br />
leggervi questo messaggio per colmare il vuoto nel programma dell’<strong>in</strong>contro<br />
causato dalla mia assenza, del che mi scuso. Ci tengo tuttavia a farvi sapere<br />
che nonostante non sia presente, mi sento di condividere con voi tutti i sentimenti<br />
e le motivazioni di questo <strong>in</strong>contro, <strong>in</strong> questo paradiso che è Vendicari,<br />
regalo di Allah per gli esseri umani, e certamente per Bruno Ragonese, che<br />
per la sua salvaguardia ha condotto tante battaglie.<br />
Noi tutti, amici dell’ambiente e della natura, beni che abbiamo ricevuti <strong>in</strong><br />
eredità, abbiamo il dovere di ricordare quelli che non ci sono più e che si sono<br />
battuti per la loro salvaguardia. Per trarre esempio da loro e questo <strong>in</strong>contro<br />
ne ravviva la memoria nei nostri cuori.<br />
Da entrambe le sponde del Mediterraneo, sono sicuro, attraverso le mie<br />
parole che vi vengono riferite e le vostre parole risuonano <strong>in</strong>contrandosi gli<br />
stessi echi come gli stessi mormorii delle onde che ritrasmettono gli stessi<br />
sensi di amicizia e di serenità perché nonostante la distanza e la differenza<br />
della l<strong>in</strong>gua i nostri sentimenti sono gli stessi: alla natura, alla nostra madre<br />
rivolgiamo la stessa attenzione, lo stesso messaggio che ritrasmettiamo anche<br />
per coloro che verranno dopo di noi.<br />
Vi r<strong>in</strong>grazio ancora e vi saluto tutti cordialmente, sperando di avere altre<br />
occasioni per vederci, <strong>in</strong>contrarci e confrontarci <strong>in</strong> Tunisia o <strong>in</strong> Sicilia.<br />
Un applauso a te Bruno Ragonese!<br />
Dal “Giornale<br />
di Bordo”<br />
dell’Associazione<br />
11 gennaio 2012<br />
Si riunisce, presso la sede legale, la<br />
Giunta Regionale dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>,<br />
è presente alla riunione anche il<br />
Presidente E.F.S. Prof. Pietro Alicata.<br />
15 gennaio 2012<br />
Si svolge a Vendicari, presso il Centro<br />
Visitatori, la XLII Assemblea Generale<br />
dei Soci dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>.<br />
31 gennaio 2012<br />
Incontro di lavoro, presso il Palazzo<br />
Municipale di Avola, tra il S<strong>in</strong>daco<br />
Dott. Anton<strong>in</strong>o Barbagallo, il Segretario<br />
Regionale Corrado Bianca, il Consigliere<br />
Regionale Prof. Alfredo Petralia<br />
e la Segretaria della Sezione di Avola<br />
Prof.ssa Anton<strong>in</strong>a Barone. L’<strong>in</strong>contro<br />
per programmare la pubblicazione di<br />
“Atti e Memorie” vol X.<br />
11 febbraio 2012<br />
VIII commemorazione di Bruno<br />
Ragonese, che si svolge nel Centro<br />
Visitatori di Vendicari. Presenti tra gli<br />
altri, il S<strong>in</strong>daco di Noto, Il Dirigente<br />
Prov.le dell’Azienda Foreste Demaniali,<br />
il Direttore del Dipartimento di Scienze<br />
Biologiche, Geologiche e Ambientali<br />
dell’Università di Catania, il Direttore<br />
della R.N.O. Vendicari e il Presidente<br />
dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>. Hanno svol-<br />
Grifone<br />
… fra il sogno d’ieri<br />
e il sonno di domani.<br />
VENEZIA<br />
Venezia, altra mia madre,<br />
nega l’età svariando gli<br />
occhi ai voli;<br />
sfugge neri fantasmi di<br />
sue barcole;<br />
s’adorna <strong>in</strong> manto di<br />
nebbiose tenebre;<br />
sparge belletto d’alghe<br />
su prime e nuove rughe<br />
dei suoi marmi;<br />
soffoca un pò per<br />
volta,<br />
negata dal suo stesso<br />
verde sangue;<br />
accampa desolate<br />
meridiane<br />
senza sole né ombra;<br />
sospira dentro fragili<br />
clessidre<br />
orfane della sabbia;<br />
canta d’amore al dì le<br />
femm<strong>in</strong>elle:<br />
un <strong>in</strong>no aperto al<br />
giorno,<br />
di tra raggianti palpebre<br />
socchiuse,<br />
fra il sogno d’ieri e il<br />
sonno di domani.<br />
Long<strong>in</strong>o Contoli Amante<br />
to le relazioni il Prof. Vanni Costa e il<br />
Prof. Giorgio Sabella del Dipartimento<br />
di Scienze Biologiche, Geologiche ed<br />
Ambientali dell’Università di Catania.<br />
14 febbraio 2012<br />
Ulteriore <strong>in</strong>contro presso il Comune<br />
di Avola con il S<strong>in</strong>daco per pianificare<br />
la pubblicazione del vol. X di “Atti e<br />
Memorie” dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>.<br />
Presenti Corrado Bianca, Alfredo Petralia<br />
e Anton<strong>in</strong>a Barone.<br />
26 febbraio 2012<br />
Organizzato dalle Sezioni di Noto e<br />
Canicatt<strong>in</strong>i Bagni, si è svolto a Case Carosello<br />
(Noto Antica) il Pranzo Sociale<br />
2012. Guidati dal Vice Segretario Regionale<br />
Paol<strong>in</strong>o Uccello nella bellissima<br />
Cava del Carosello f<strong>in</strong>o a raggiungere<br />
il rifugio forestale di “Case Carosello”,<br />
dove i Soci hanno consumato un frugale<br />
pranzo preparato <strong>in</strong> loco.
Grifone 29 febbraio 2012<br />
Cava Spamp<strong>in</strong>ato-Culatrello<br />
e i vicus di Floridia (I)<br />
di Concetto Giuliano<br />
I<br />
l territorio floridiano ricco di acqua<br />
e vegetazione accoglie nei suoi d<strong>in</strong>torni<br />
la cava di Spamp<strong>in</strong>ato-Culatrello,<br />
un <strong>in</strong>teressante sito naturalistico creato<br />
dall’erosione dell’acqua sul tavolato<br />
calcareo degli Iblei.<br />
La Cava di Spamp<strong>in</strong>ato-Culatrello<br />
è una piccola cava iblea formatasi grazie<br />
all’azione disgregante delle acque<br />
meteoriche. Interessante sito naturalistico,<br />
storico, archeologico, con solchi<br />
profondi e grotte creata dall’erosione<br />
dei torrenti.<br />
Presso di essa sono state r<strong>in</strong>tracciate<br />
le rov<strong>in</strong>e di una Necropoli e di<br />
un <strong>in</strong>sediamento rupestre di epoca<br />
bizant<strong>in</strong>a.<br />
Sito naturalistico, si è detto, creato<br />
dall’erosione dei torrenti, attuata presso<br />
il tavolato calcareo degli Iblei, lungo le<br />
cui pareti si aprono numerose grotte.<br />
Oltre a tale <strong>in</strong>teressante aspetto, il sito<br />
ha un ulteriore valore, quello storico: qui<br />
gli Ateniesi cercarono una via di fuga dai<br />
Siracusani, nel 413 a. C., ma, <strong>in</strong> seguito,<br />
subirono un’ulteriore ed ultima sconfitta<br />
sull’Ass<strong>in</strong>aros (fiume).<br />
“Per andare da Floridia ad Acre vi<br />
era una sola strada, che s’<strong>in</strong>terna <strong>in</strong> una<br />
cava stretta e sale poi una coll<strong>in</strong>a che è<br />
l’Akraion Lepas”. (Cavallari-Holm).<br />
La Rupe Acrea è un’aspra altura<br />
fiancheggiata d’ambo i lati da burroni e<br />
precipizi, identificata dagli storici nella<br />
Cava Spamp<strong>in</strong>ato—Culatrello.<br />
Lo storico Nicastro, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong>dica la<br />
cava stretta nella Cava Spamp<strong>in</strong>ato,<br />
dalla quale passarono gli Ateniesi, per<br />
tentare di raggiungere Akrai.<br />
L’it<strong>in</strong>erario potrebbe essere stato il<br />
seguente: Cava Spamp<strong>in</strong>ato, Akraion<br />
lepas, Bibia, San Giovanni del Bib<strong>in</strong>o,<br />
Santolio, Famolio, Fondi e qu<strong>in</strong>di<br />
Akrai.<br />
La scelta, probabilmente,<br />
venne presa<br />
ascoltando gli esploratori<br />
e le guide locali, di cui gli<br />
Ateniesi si servivano, <strong>in</strong><br />
quanto, superata la cava<br />
si potevano raggiungere<br />
le alture e qu<strong>in</strong>di proseguire<br />
verso la loro meta,<br />
Akrai.<br />
“Gli Ateniesi provando<br />
a percorrere questa<br />
cava (Spamp<strong>in</strong>ato) la<br />
trovarono già presidiata<br />
dagli arcieri Siracusani,<br />
che dalle alture li colpivano<br />
con facilità e precisione, senza<br />
avere possibilità di difesa” (Tucidite).<br />
Si può identificare quasi con certezza<br />
il campo di questa battaglia con<br />
l’altura dirupata che Tucidite chiama,<br />
appunto, Akraion Lepas.<br />
Gli Ateniesi scelsero questa via (la<br />
cava), che presenta un tratto di circa un<br />
chilometro <strong>in</strong> terreno aspro ed <strong>in</strong> alcuni<br />
punti erto, con circa 100 m. di dislivello<br />
e con forti pendenze (10% - 25%), culm<strong>in</strong>ante<br />
<strong>in</strong> una sella assai stretta tra<br />
fianchi dirupi e aguzzi, forse perché, si<br />
è detto, <strong>in</strong>dotti dagli esploratori e guide,<br />
<strong>in</strong> quanto superate la cava si potevano<br />
raggiungere le alture e qu<strong>in</strong>di prosegui-<br />
6<br />
re verso la loro meta (Akrai).<br />
La via presa dagli Ateniesi era,<br />
dunque, la via Acrense, la via antica e<br />
storica da loro conosciuta, che conduce<br />
verso Akrai e che da Siracusa portava<br />
sui Monti Iblei.<br />
Un’altra strada, che chiameremo<br />
la Via dei Monti era allora conosciuta<br />
dagli Ateniesi. Essa seguiva <strong>in</strong> parte il<br />
percorso della via Acrense, ma conduceva<br />
sopra le alture dei monti Climiti,<br />
attraverso la Rupe Acre, era l’attuale<br />
Cava Spamp<strong>in</strong>ato, dalla quale si poteva<br />
raggiungere la via Elor<strong>in</strong>a e qu<strong>in</strong>di il<br />
mare a sud di Siracusa.<br />
Si sconosce l’antico nome, ma si<br />
presume che doveva essere già esistente<br />
ancora prima del 413 a. C., poiché<br />
era nota a Nicia, che aveva appreso<br />
dell’esistenza dai primi Greci al tempo di<br />
Archia, che l’avevano già percorsa.<br />
Attraverso la cava Spamp<strong>in</strong>ato,<br />
dunque, gli Ateniesi tentarono, con<br />
scarsi risultati, una ritirata strategica<br />
<strong>in</strong> seguito alla disastrosa sconfitta<br />
navale riportata nelle acque del porto<br />
di Siracusa (413 a. C.).<br />
Nel 413 a. C., nel territorio a sud di<br />
Floridia, <strong>in</strong> un’ampia zona pianeggiante<br />
si accamparono le armate ateniesi <strong>in</strong><br />
fuga da Siracusa e comandate da Nicia.<br />
Questa zona pianeggiante (La Piana),<br />
era: “… situata vic<strong>in</strong>o ad un villaggio<br />
abitato, dove potersi rifornire di cibo e<br />
acqua” (Tucidite).<br />
Queste notizie, fondamentalmente,<br />
hanno dato la<br />
prova sull’esistenza del<br />
villaggio Xoridia, l’attuale<br />
Floridia, ancora prima del<br />
413 a. C.<br />
In quel periodo furono,<br />
certamente, profanate dai<br />
Greci, le tombe sicule.<br />
I dati storici <strong>in</strong> nostro<br />
possesso sono frutto<br />
dell’<strong>in</strong>estimabile ricerca<br />
del grande archeologo<br />
Paolo Orsi, studioso di<br />
fama <strong>in</strong>ternazionale (1859-
7 29 febbraio 2012<br />
1935), che ha potuto dare un volto ed<br />
una spiegazione a ciò che nel tempo<br />
si è r<strong>in</strong>venuto nel territorio della greca<br />
Xoridia, la romana Xiridia, la medievale<br />
Chiuridia, l’attuale Floridia.<br />
Il Prof. Orsi giunse alla conclusione<br />
che, doveva esistere, nei pressi di<br />
Floridia, una necropoli che egli, dal tipo<br />
sepolcrale, dal vaso miceneo e dai cocci<br />
siculi r<strong>in</strong>venuti, classificò appartenenti<br />
al XIV-X sec. a. C., ciò anche tenendo<br />
presente la posizione orientativa delle<br />
tombe e lo spostamento di quei popoli<br />
dalla costa verso l’entroterra, f<strong>in</strong>o alla<br />
roccaforte sicula di Pantalica, regno dei<br />
“Siceli Iblei”, come li appellava Tucidite,<br />
pensando che questi si sarebbero opposti<br />
ai Siracusani se costoro avessero<br />
tentato di attraversare il loro territorio.<br />
Il territorio di Floridia, pertanto, fu<br />
abitato s<strong>in</strong> dai tempi più remoti dai Siculi<br />
primitivi, i quali solo con la venuta<br />
dei Greci <strong>in</strong> Sicilia, <strong>in</strong>iziarono una certa<br />
civilizzazione, prima con l’assimilarsi e<br />
poi, con l’andar del tempo, anche a congiungersi<br />
<strong>in</strong> matrimoni s<strong>in</strong>o a diventare<br />
un solo popolo, i Siracusani.<br />
Ritorniamo alla cava Spamp<strong>in</strong>ato-<br />
Culatrello, che è posta a sud-ovest di<br />
Floridia e riceve le acque da un ampio<br />
bac<strong>in</strong>o idrografico.<br />
Houel studiò gli <strong>in</strong>grottamenti delle<br />
acque nella cava, tra i quali: “… E’ molto<br />
<strong>in</strong>teressante una grotta che è ord<strong>in</strong>ata<br />
quasi perfettamente come una casa,<br />
con parecchie camere di abitazione, una<br />
scala e perf<strong>in</strong>o delle latr<strong>in</strong>e…”.<br />
Houel menzionò anche un fatto degno<br />
d’attenzione: “… Un tempo il fondo<br />
della cava era coperto di boschi con<br />
cespugli <strong>in</strong>estricabili, ma per un <strong>in</strong>cendio<br />
accidentale, gli alberi e i cespugli bruciarono.<br />
Gli abitanti, <strong>in</strong> seguito, rivoltando<br />
il terreno per coltivarlo, vi trovarono lance,<br />
frecce, ed altri strumenti di guerra,<br />
tutti <strong>in</strong> bronzo…”. Dagli scavi effettuati<br />
da Paolo Orsi, <strong>in</strong>oltre, apprendiamo<br />
<strong>in</strong>teressanti notizie su parte della Via<br />
Acrense, conosciuta, <strong>in</strong> seguito come<br />
trazzera Tor di Conte. Egli scrive che<br />
gli scavi del 1892 si svolsero nella parte<br />
centrale e meridionale della trazzera,<br />
quelli del 1905-1906 nella parte centrale<br />
e settentrionale. Dagli scavi, precisa<br />
l’archeologo, emerse un’antichissima<br />
arteria stradale, che egli non esitò a<br />
ritenere essere greca, forse realizzata<br />
dai Cor<strong>in</strong>zi di Archia, durante la loro<br />
<strong>in</strong>vasione dell’isola, su una più<br />
antica trazzera, percorsa dai<br />
Siculi, i quali v<strong>in</strong>ti dai Cor<strong>in</strong>zi, si<br />
spostarono all’<strong>in</strong>terno dell’isola,<br />
f<strong>in</strong>o a raggiungere la località<br />
montana, che <strong>in</strong> seguito venne<br />
chiamata Pantalica.<br />
Il tracciato di quest’arteria,<br />
probabilmente, si mantenne<br />
<strong>in</strong>tatto f<strong>in</strong>o al Medio Evo, ed<br />
è appunto <strong>in</strong> questo periodo<br />
che parte del tracciato venne<br />
chiamata Tor di Conte, avendo<br />
anche la funzione di via<br />
di transumansa, come i “tratturi delle<br />
Puglie”.<br />
La trazzera rimase attiva s<strong>in</strong>o ad un<br />
secolo addietro, quando su parte del<br />
suo percorso, venne costruita la rotabile<br />
Siracusa-Floridia, l’attuale S.S. n.<br />
124, ma cont<strong>in</strong>uò ad essere conosciuta<br />
come la trazzera che da Siracusa portava<br />
all’<strong>in</strong>terno della Sicilia. In seguito,<br />
parte della trazzera venne appellata<br />
come Regia Trazzera, mutando <strong>in</strong><br />
parte il suo aspetto e il suo tracciato<br />
orig<strong>in</strong>ario.<br />
Le mulattiere e le carreggiate di<br />
oggi situate nelle nostre zone coll<strong>in</strong>ari,<br />
come, ad esempio <strong>in</strong> contrada Bibia,<br />
sono la diretta cont<strong>in</strong>uazione delle<br />
antiche vie greche, che collegavano<br />
Siracusa a Gela, come appunto la via<br />
Acrense.<br />
Lo stesso percorso venne utilizzato<br />
nel periodo romano, ed è stato possibile<br />
ev<strong>in</strong>cerlo dalla “Tabula Peuntigeriana”,<br />
l’unica superstite del mondo antico e<br />
attribuita al IV secolo (340-350 d.C.),<br />
della quale una <strong>copia</strong> medioevale,<br />
fortunatamente, è arrivata f<strong>in</strong>o ai nostri<br />
giorni. In effetti, la Tavola Peut<strong>in</strong>geriana<br />
o Tabula Peut<strong>in</strong>geriana è una <strong>copia</strong> del<br />
XII-XIII secolo di un’antica carta romana<br />
che mostrava le vie militari dell’Impero.<br />
Porta il nome dell’umanista e antichista<br />
Konrad Peut<strong>in</strong>ger, che la ereditò dal suo<br />
amico Konrad Bickel. Peut<strong>in</strong>ger avrebbe<br />
voluto pubblicare la carta, ma morì<br />
prima di riuscirci. Attraverso la Tabula<br />
Peunt<strong>in</strong>geriana e l’It<strong>in</strong>erarium Anton<strong>in</strong>i<br />
è stato possibile ricostruire il tracciato<br />
Grifone<br />
della via Sel<strong>in</strong>untiana, che collegava<br />
Siracusa ad Agrigento, Gela, Calvisiana,<br />
Akrai e, per quel che riguarda<br />
questa ricerca, alle nostre contrade,<br />
attraverso i “vicus”dell’attuale Bibia e<br />
Monasteri di Sopra.<br />
Durante un’escursione <strong>in</strong> questa<br />
cava è stato riscoperto un altare sacrificale.<br />
Ma questa è un’altra storia.<br />
Bibliografia<br />
Giuliano C. – Nelle terre di Xoridia – Ed. Shalom<br />
Onlus – Nuova Grafica Invernale – Floridia,<br />
2004.<br />
Tucidite – Le Storie – Ed. Sansoni – Firenze,<br />
1967.<br />
Cavallari - Holm – Topografia archeologica di<br />
Siracusa – Palermo, 1883.<br />
Holm – Storia della Sicilia nell’antichità – Tor<strong>in</strong>o,<br />
Forni, 1896-1901.<br />
Nicastro I. – Ricerca per la storia dei popoli Acresi<br />
– Comiso, 1873.<br />
Paolo Orsi – Bollett<strong>in</strong>o di Paletnologia Italiana,<br />
XXI, 1895.<br />
Paolo Orsi – Bollett<strong>in</strong>o di Archeologia Cristiana,<br />
VII, 1903.<br />
Paolo Orsi – Notizie scavi, 1909 e 1912.<br />
Gentili G.V. – Floridia. Resti costruzioni romane<br />
ed epigrafi lat<strong>in</strong>e <strong>in</strong> contrada Monasteri. Scavi<br />
1951.<br />
Picone F.G. – Contributi per la topografia archeologica<br />
del siracusano. Floridia. Archivio storico<br />
siracusano (72-73)<br />
Curcio A.M. – Floridia attraverso la storia. Ristampa<br />
Centro studi di Val d’Anapo. Floridia, 1896.<br />
Archivio di Stato di Palermo - Busta 346, fascic.<br />
157, anno 1629. Terra e ducato di Floridia,<br />
carte 15.<br />
Archivio di Stato di Siracusa – Atti notarili 1625<br />
– 1626.<br />
Guardo V. – Floridia, genesi sviluppo e vita ai<br />
marg<strong>in</strong>i della storia di Siracusa. Ed. SEI. Tor<strong>in</strong>o,<br />
1953.<br />
Capodieci – Annali di Siracusa. Biblioteca Alagoniana<br />
di Siracusa.<br />
La Rocca V. - Bruno N. – Album di Floridia – Ed.<br />
Librorama - Floridia, 1980.<br />
Guzzardi L. – Il territorio archeologico di Floridia<br />
- Ed. Pro Loco – Floridia, 1999.<br />
Sequenzia S. – Due nomi una città Xoridia – Xiridia.<br />
Ed. Comune di Floridia, 2000.
Grifone 29 febbraio 2012<br />
La Biodiversità e<br />
l’Ambiente nelle<br />
Tesi di Laurea<br />
di Ettore Petralia e<br />
Maurizio Siracusa<br />
Icensimenti e, più <strong>in</strong> generale, i monitoraggi<br />
rappresentano una fase prelim<strong>in</strong>are e significativa<br />
nello studio delle popolazioni animali e<br />
nella gestione della fauna e dell’ambiente. Il monitoraggio<br />
delle oscillazioni della densità delle<br />
popolazioni è un’attività <strong>in</strong>dispensabile per una<br />
corretta conservazione e gestione della fauna<br />
ed è uno strumento <strong>in</strong>sostituibile per misurare gli<br />
Titolo della Tesi: Biologia del Frat<strong>in</strong>o Charadrius alexandr<strong>in</strong>us<br />
nel golfo di Catania e aree costiere siracusane.<br />
Autore: Paolo GALASSO<br />
Relatore: Prof. Giorgio Sabella<br />
Correlatore: Dott. Renzo Ientile<br />
Ateneo: Università degli Studi di Catania, Corso di laurea magistrale<br />
<strong>in</strong> Biodiversità e qualità dell’ambiente (A.A. 2010-11)<br />
Recapito dell’autore: paolo_galasso@hotmail.com<br />
S<strong>in</strong>tesi: Il Frat<strong>in</strong>o (Charadrius alexandr<strong>in</strong>us) è una specie ad elevato<br />
valore conservazionistico, <strong>in</strong>serita nell’allegato I della Direttiva<br />
Uccelli; risulta m<strong>in</strong>acciata e <strong>in</strong> forte dim<strong>in</strong>uzione <strong>in</strong> buona parte<br />
delle coste mediterranee. Le cause pr<strong>in</strong>cipali di questo decl<strong>in</strong>o<br />
sono legate alla distruzione, trasformazione e frammentazione<br />
dell’habitat ed al sempre crescente disturbo antropico.<br />
Data la mancanza di <strong>in</strong>formazioni dettagliate riguardanti le popolazioni<br />
nidificanti e svernanti <strong>in</strong> Sicilia, è stata avviata un’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
specifica che ha <strong>in</strong>teressato il tratto di costa sabbioso del Golfo di<br />
Catania, che si estende per circa 18 km, e diverse aree costiere<br />
della prov<strong>in</strong>cia di Siracusa: Sal<strong>in</strong>e di Augusta, Sal<strong>in</strong>e di Priolo,<br />
Penisola Magnisi, Sal<strong>in</strong>e di Siracusa e Foce del Fiume Ciane,<br />
Penisola Maddalena e Avola, per un totale di 21,5 km di costa<br />
<strong>in</strong>dagati.<br />
I risultati della ricerca hanno evidenziato quanto la popolazione<br />
di Frat<strong>in</strong>o nella stagione 2011 risulti ridotta. Nel Golfo di Catania<br />
sono state contattate solo 2 coppie nidificanti per l’<strong>in</strong>tera area di<br />
studio (densità l<strong>in</strong>eare di 0,1 coppie/km), mentre il cont<strong>in</strong>gente<br />
svernante censito è di circa 20 <strong>in</strong>dividui (densità l<strong>in</strong>eare di 1,1 <strong>in</strong>d/<br />
km). L’area del siracusano ospita <strong>in</strong>vece nuclei più consistenti:<br />
sono stati accertati 10 casi di nidificazione con un cont<strong>in</strong>gente<br />
svernante censito non superiore, anche <strong>in</strong> questo caso, ai 20<br />
<strong>in</strong>dividui. I siti più importanti per la nidificazione della specie e<br />
per lo svernamento tra quelli <strong>in</strong>dagati nella prov<strong>in</strong>cia di Siracusa<br />
risultano: Penisola Magnisi e le spiagge limitrofe alle Sal<strong>in</strong>e di<br />
Priolo. Le densità calcolate sono di 0,75 coppie/km per i soggetti<br />
nidificanti e 2,35 <strong>in</strong>d/km per i soggetti svernanti.<br />
È <strong>in</strong>oltre probabile che il cont<strong>in</strong>gente svernante nel sito sia lo<br />
stesso che durante la stagione riproduttiva sfrutta la medesima<br />
area per la nidificazione, e sia costituito qu<strong>in</strong>di da un gruppo di<br />
soggetti stanziali.<br />
Nell’ambito dell’attività svolta sono stati marcati 6 dei soggetti<br />
nidificanti con anelli colorati, tutti di sesso femm<strong>in</strong>ile, e sono stati<br />
raccolti i relativi dati biometrici.<br />
effetti di regolazione o dei fattori di disturbo.<br />
Con l’obiettivo di ottenere migliori risultati<br />
<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di sforzo (disponibilità di risorse<br />
umane, economiche, di tempo e strumenti),<br />
applicabilità <strong>in</strong> diversi contesti ambientali, miglior<br />
affidabilità, o m<strong>in</strong>ore <strong>in</strong>vasività, possono<br />
essere utilizzati diversi sistemi: <strong>in</strong>dici <strong>in</strong>diretti<br />
di presenza (escrementi, impronte, tane),<br />
conteggio degli <strong>in</strong>dividui osservati <strong>in</strong> aree<br />
campione, fototrappolamento, censimento<br />
con termocamera, riconoscimento <strong>in</strong>dividuale<br />
tramite analisi del DNA ricavato dalla raccolta<br />
di escrementi <strong>in</strong> natura.<br />
Questi metodi consentono di ottenere valori<br />
di abbondanza relativi, quando i dati sono<br />
riferiti ad <strong>in</strong>dici diretti o <strong>in</strong>diretti di presenza<br />
calcolati per unità di spazio o tempo, oppure<br />
valori che permettono di stimare un’abbondanza<br />
assoluta per unità di superficie (questa<br />
ovviamente risulta variabile <strong>in</strong> funzione dei<br />
gruppi animali <strong>in</strong>dagati).<br />
Alcune specie, a causa delle loro caratteristiche<br />
ecologiche, sono molto difficili da censire<br />
e qu<strong>in</strong>di le loro popolazioni sono da monitorare<br />
Titolo della Tesi: La popolazione di Podarcis sicula (Raf<strong>in</strong>esque-Schmaltz,<br />
1810) nella Riserva Naturale Integrale “Isola<br />
Lachea e Faraglioni dei Ciclopi” e possibili <strong>in</strong>terferenze con<br />
il Ratto nero Rattus rattus (L<strong>in</strong>neo, 1758).<br />
Autore: Veronica Maria LAROSA<br />
Relatore: Prof. Giorgio Sabella<br />
Correlatore: Dott. A. Maurizio Siracusa<br />
Ateneo: Università degli Studi di Catania, Corso di Laurea magistrale<br />
<strong>in</strong> Biodiversità e qualità dell’ambiente (A.A. 2010-11)<br />
Recapito dell’autore: verolarosa@libero.it<br />
S<strong>in</strong>tesi: Nella Riserva Naturale Integrale “Isola Lachea e Faraglioni<br />
dei Ciclopi” è stato effettuato un monitoraggio sulla popolazione di<br />
Lucertola campestre (Podarcis sicula) e Ratto nero (Rattus rattus),<br />
ai f<strong>in</strong>i di comprendere se il ratto possa costituire una m<strong>in</strong>accia<br />
per questo Lacertidae.<br />
Tra gennaio e dicembre 2011 sono state svolte visite mensili. Per<br />
la Lucertola campestre ad ogni visita e <strong>in</strong> 3 differenti fasce orarie<br />
sono stati effettuati conteggi sia da postazioni fisse (n = 3) che<br />
percorrendo un transetto standard. Per il Ratto nero si è <strong>in</strong>vece<br />
proceduto alla raccolta degli escrementi <strong>in</strong> 4 aree campione che<br />
sono stati successivamente analizzati <strong>in</strong> laboratorio ai f<strong>in</strong>i della<br />
verifica di un’ eventuale presenza negli stessi di resti di Lucertola<br />
campestre.<br />
Dai risultati ottenuti dai conteggi lungo il transetto è stato possibile<br />
stimare la dimensione della popolazione di Lucertola campestre<br />
presente sull’isola, valutata <strong>in</strong> circa 390 <strong>in</strong>dividui. Seguendo<br />
i criteri IUCN essa può essere qu<strong>in</strong>di <strong>in</strong>serita nella categoria<br />
Endangered (E).<br />
Dall’analisi di un totale di 2.873 escrementi di ratto <strong>in</strong>oltre non è stato<br />
r<strong>in</strong>venuto nessun resto attribuibile alla Lucertola campestre.<br />
L’<strong>in</strong>terazione <strong>in</strong>terspecifica tra le due specie nei confronti degli <strong>in</strong>setti<br />
e dei vegetali, anche a causa delle ridotte dimensioni dell’isola<br />
(≈1.5 ha), potrebbe tuttavia determ<strong>in</strong>are una competizione trofica<br />
legata soprattutto al consumo degli <strong>in</strong>setti.<br />
Altri fattori di disturbo per questa popolazione di lucertola sono:<br />
la fruizione, che può rivelarsi dannosa <strong>in</strong> ecosistemi di piccole<br />
dimensioni; il decespugliamento che altera significativamente<br />
gli habitat e la presenza di una colonia di Gabbiano reale (Larus<br />
michahellis) che potrebbe <strong>in</strong>fluenzare la popolazione di Ratto<br />
nero a causa di diversi fattori.<br />
È importante qu<strong>in</strong>di cont<strong>in</strong>uare a monitorare entrambe le popolazioni<br />
delle specie studiate e possibilmente ampliare lo studio<br />
anche all’<strong>in</strong>terazione con altri fattori di disturbo.<br />
8<br />
nel tempo. Per tali motivi sono stati proposti<br />
sistemi di valutazione <strong>in</strong>diretti della densità,<br />
che però sono spesso difficili da applicare<br />
sul campo. I risultati ottenuti, <strong>in</strong>oltre, sono<br />
approssimati, o <strong>in</strong> alcuni casi pers<strong>in</strong>o dubbi,<br />
pertanto è stato proposto di sostituirli con l’uso<br />
e l’elaborazione di parametri <strong>in</strong>dividuali, quali<br />
peso e dimensione corporea, considerati <strong>in</strong>dici<br />
<strong>in</strong>diretti di densità di popolazione.<br />
È comunque da sottol<strong>in</strong>eare l’importanza<br />
che tutti i testi sull’argomento, pubblicati negli<br />
ultimi decenni, danno ai monitoraggi, i quali<br />
costituiscono la base empirica anche per la formulazione<br />
di modelli utili alla valutazione della<br />
qualità dell’habitat e alla programmazione del<br />
prelievo, nel caso di specie <strong>in</strong> soprannumero, o<br />
per eventuali progetti di traslocazione, ai f<strong>in</strong>i di<br />
operazioni f<strong>in</strong>alizzate alla re<strong>in</strong>troduzione o al ripopolamento<br />
quando ciò si rende necessario.<br />
Alcune di queste metodologie sono state<br />
applicate nelle due tesi qui riportate con lo scopo<br />
di monitorare 3 specie: il frat<strong>in</strong>o (Charadrius<br />
alexandr<strong>in</strong>us), la lucertola campestre (Podarcis<br />
sicula) ed il ratto nero (Rattus rattus), <strong>in</strong> differenti<br />
contesti ambientali e con diverse f<strong>in</strong>alità.
9 29 febbraio 2012<br />
Attività delle<br />
Sezioni<br />
a cura di<br />
Emanuele Uccello<br />
Domenica 4 marzo 2012<br />
Escursione di media difficoltà<br />
“Cugno Mirio e Contrada Gesul<strong>in</strong>i”<br />
Guide: Concetto Giuliano e Antonio Gozzo;<br />
Raduno: ore 8,30 c/o Piazza Melbourne<br />
– Floridia;<br />
Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);<br />
Equipaggiamento: da trekk<strong>in</strong>g, b<strong>in</strong>ocolo,<br />
mantell<strong>in</strong>a da pioggia;<br />
Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);<br />
A parte colazione di ricotta (facoltativa);<br />
Info: 338/9595568<br />
Lungo la S.S. n. 124, dopo Solar<strong>in</strong>o, si trova<br />
Cugno Mirio, coll<strong>in</strong>a che rappresenta un<br />
vecchio cratere vulcanico ed è perciò ricca di<br />
pietre laviche. La presenza di diverse tombe<br />
a fossa greca fa pensare che il luogo sia stato<br />
abitato f<strong>in</strong> dall’antichità. Uno scavo nella<br />
roccia è <strong>in</strong>terpretabile come una vecchia<br />
conceria con canalette scavate nella roccia.<br />
Spostandoci lungo la cava Gesul<strong>in</strong>i troviamo<br />
numerose grotte e tombe a grotticella,<br />
risalenti presumibilmente ai Siculi. Lungo il<br />
percorso di fondovalle si nota una grande<br />
costruzione con muri a secco che chiude<br />
un’enorme grotta. Sopra una rupe, levigata<br />
dallo scorrere delle acque, si può osservare<br />
un accumulo di pietre che ricoprivano due<br />
grossi cerchi, si tratta probabilmente di una<br />
rupe sacrificale, simile a quella riscontrata<br />
<strong>in</strong> altri siti. Sulle alture vic<strong>in</strong>e la presenza di<br />
pietre lavorate fa supporre la presenza di<br />
un antico villaggio, mentre nelle vic<strong>in</strong>anze<br />
è presente una necropoli con numerose<br />
tombe a fossa, tutte violate.<br />
Domenica 11 marzo 2012<br />
Escursione di media difficoltà<br />
Rosol<strong>in</strong>i “Cava Canzis<strong>in</strong>a”<br />
i complessi monastici<br />
Guide: Melchiorre Trigilia, Anton<strong>in</strong>o Zocco,<br />
Concetto Giuliano;<br />
Raduno: ore 8,30 c/o Piazza Melbourne<br />
– Floridia;<br />
Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);<br />
Equipaggiamento: da trekk<strong>in</strong>g, b<strong>in</strong>ocolo,<br />
torcia elettrica e mantell<strong>in</strong>a da pioggia;<br />
Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);<br />
Info: 338/9595568<br />
Rosol<strong>in</strong>i, situata all’estremità sud–orientale<br />
della Sicilia tra le ultime propagg<strong>in</strong>i degli<br />
Iblei, a 154 metri sul livello del mare, occupa<br />
una posizione baricentrica tra le prov<strong>in</strong>ce di<br />
Siracusa e di Ragusa. Il suo territorio è ricco<br />
di testimonianze archeologiche risalenti alla<br />
preistoria del paleolitico superiore (10.000<br />
anni a. C.) e dell’antica età del bronzo (1800-<br />
1400 a. C.), ma anche alle epoche greca,<br />
tardo romana, bizant<strong>in</strong>a, paleocristiana ed<br />
alto medievale. Il suo paesaggio è dom<strong>in</strong>ato<br />
verso ovest da numerose cave dove,<br />
accanto alla macchia mediterranea, dom<strong>in</strong>a<br />
il verde scuro del carrubo. Interessanti sotto<br />
l’aspetto naturalistico ed archeologico sono:<br />
Cava Grande di Rosol<strong>in</strong>i, nei tratti Lazzaro,<br />
Croce Santa, Candelaro, Cava Scala Arangio,<br />
Cava Pra<strong>in</strong>ito, Cava Paradiso e Cava<br />
Canzis<strong>in</strong>a, col suo famoso acquedotto e<br />
coi suoi complessi monastici. I Complessi<br />
Monastici di Cava Canzis<strong>in</strong>a sono due complessi<br />
paleocristiani-bizant<strong>in</strong>i-altomedievali,<br />
ignoti agli archeologi e recentemente scoperti,<br />
si trovano nel tratto denom<strong>in</strong>ato “Canzis<strong>in</strong>a”<br />
della Cava Grande di Rosol<strong>in</strong>i. Nella<br />
parete verticale nord si aprono due gruppi di<br />
grotte artificiali su più livelli. L’area culturale<br />
è nel piano <strong>in</strong>feriore mentre i locali abitativi<br />
sono nei piani soprastanti. La chiesa del<br />
monastero orientale è composta da un’aula<br />
absidata, da un battistero e dal nartece.<br />
Quella del monastero occidentale ha un’aula<br />
più profonda che larga, di forma trapezoidale<br />
e il battistero, che occupa la parte più<br />
<strong>in</strong>terna, ha maggiori dimensioni. I primi eremiti<br />
e cenobiti si stanziarono <strong>in</strong> questi siti al<br />
tempo della venuta di San Ilarione <strong>in</strong> Sicilia<br />
(363-365 d. C.); la loro presenza cont<strong>in</strong>uò<br />
<strong>in</strong> periodo bizant<strong>in</strong>o e, dopo la dom<strong>in</strong>azione<br />
araba, riprese nel periodo normanno-basso<br />
medievale.<br />
Domenica 25 marzo 2012<br />
Escursione di media difficoltà<br />
Priolo G. “Gli Ipogei sepolcrali”<br />
Guida: Concetto Giuliano;<br />
Raduno: ore 8,30 c/o Piazza Melbourne<br />
– Floridia;<br />
Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);<br />
Equipaggiamento: da trekk<strong>in</strong>g, b<strong>in</strong>ocolo,<br />
torcia elettrica, elmetto e mantell<strong>in</strong>a da<br />
pioggia;<br />
Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);<br />
A parte colazione di ricotta (facoltativa);<br />
Info: 338/9595568<br />
Il territorio di Priolo Gargallo abbonda di ipogei<br />
sepolcrali risalenti agli albori del cristianesimo.<br />
Alcuni sono sparsi tra le campagne<br />
<strong>in</strong> terreni privati, altre alle falde dei Monti<br />
Climiti. Si tratta di catacombe di modeste<br />
dimensioni, tutte violate e manomesse, ma<br />
realizzate, <strong>in</strong> orig<strong>in</strong>e, con <strong>in</strong>edite e sfiziose<br />
forme costruttive. Queste catacombe<br />
priolesi, pur nella loro modesta estensione,<br />
sono caratterizzate da una complessa<br />
rete di gallerie strette e basse chiamate<br />
“ambulacri”, generalmente <strong>in</strong>terrotte da<br />
camere sepolcrali dette “cubicoli” dest<strong>in</strong>ate<br />
ad ospitare le tombe di una famiglia o di<br />
associazioni, mentre gli ambienti più vasti<br />
chiamate “cripte” (da crypto=nascondo)<br />
contenevano le tombe di personaggi di<br />
riguardo o di un martire, sopra le quali, a<br />
volte, si celebravano cerimonie religiose.<br />
Le sepolture dei martiri erano generalmente<br />
contrassegnate con la dicitura “Martyr” o<br />
semplicemente con la lettera “M”, <strong>in</strong>cisa<br />
sulla pietra tombale. Le prese d’aria <strong>in</strong> questi<br />
luoghi bui e spesso umidi, erano garantite<br />
dai “lucernai”, aperture a forma d’imbuto<br />
che giungevano f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> superficie, praticate<br />
<strong>in</strong> corrispondenza d’<strong>in</strong>croci delle gallerie,<br />
Grifone<br />
venivano usate anche per l’estrazione del<br />
materiale scavato e per il passaggio degli<br />
addetti agli scavi i “fossores”, man mano<br />
che si procedeva <strong>in</strong> profondità. Un primo<br />
ipogeo è posto a sud di Priolo, nei pressi<br />
del centro residenziale di San Focà, che fa<br />
capo alla Catacomba di Manomozza e alla<br />
vic<strong>in</strong>a basilica. La catacomba Manomozza,<br />
sulla strada che collega Priolo a Floridia<br />
è un <strong>in</strong>teressante gioiello d’epoca paleocristiana<br />
(II-III secolo d. C.) composto da<br />
76 loculi, 68 a parete di cui 2 per bamb<strong>in</strong>i,<br />
6 sarcofaghi e 2 tombe a terra. Diffusa la<br />
presenza di arcosoli, il sepolcro è stato<br />
danneggiato nei baldacch<strong>in</strong>i centrali.<br />
Domenica 15 aprile 2012<br />
Escursione di media difficoltà<br />
Castelluccio “Cava della Signora”<br />
Guide: Davide Scalora e Concetto Giuliano;<br />
Raduno: ore 8,30 c/o Piazza Melbourne<br />
– Floridia;<br />
Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);<br />
Equipaggiamento: da trekk<strong>in</strong>g, b<strong>in</strong>ocolo,<br />
torcia elettrica, elmetto e mantell<strong>in</strong>a da<br />
pioggia;<br />
Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);<br />
A parte colazione di ricotta (facoltativa);<br />
Info: 338/9595568<br />
Il sito di Castelluccio di Noto è uno dei<br />
più importanti siti preistorici della Sicilia,<br />
<strong>in</strong> quanto, grazie alle buone condizioni di<br />
preservazione, sono leggibili molti elementi<br />
di un <strong>in</strong>sediamento classico di quest’epoca,<br />
tra cui le tracce dell’abitato e la grande<br />
necropoli con oltre 200 tombe a grotticella<br />
artificiale, scavate nelle pareti ripide della<br />
vic<strong>in</strong>a cava della Signora.<br />
La più monumentale è la cosiddetta “Tomba<br />
del Pr<strong>in</strong>cipe” con un prospetto costituito<br />
da quattro f<strong>in</strong>ti pilastri, oltre a un’area identificabile<br />
come un santuario religioso. La<br />
civiltà castellucciana rappresenta la prima<br />
forma concreta di popolamento capillare del<br />
territorio con una diffusione omogenea delle<br />
forme sociali, economiche e religiose.<br />
Domenica 29 aprile 2012<br />
Escursione di media difficoltà<br />
Palazzolo Acreide - “La valle dei Mul<strong>in</strong>i”<br />
Guide: Concetto Giuliano e Giuseppe<br />
Mazzarella;<br />
Raduno: ore 8,30 c/o Piazza Melbourne<br />
– Floridia;<br />
Durata: Mezza giornata (8,30-12,30);<br />
Equipaggiamento: da trekk<strong>in</strong>g, b<strong>in</strong>ocolo,<br />
mantell<strong>in</strong>a da pioggia;<br />
Contributo: € 5,00 (soci € 4,00);<br />
A parte colazione di ricotta (facoltativa);<br />
Info: 338/9595568; 339/6681571<br />
La Valle dei Mul<strong>in</strong>i, situata a sud-est di<br />
Palazzolo Acreide, è solcata dal torrente<br />
Purbella, che s’immette poi nel corso<br />
meridionale dell’Anapo, tramite la “Cava<br />
Card<strong>in</strong>ale”.<br />
La cava è caratterizzata dalla presenza<br />
di acqua che ne determ<strong>in</strong>a una rigogliosa<br />
flora ripale e ne ha fatto il sito ideale per<br />
l’<strong>in</strong>stallazione, nel passato, dei mul<strong>in</strong>i ad<br />
acqua <strong>in</strong> cui veniva mac<strong>in</strong>ato il frumento<br />
per ricavarne la “semola” di grano duro: ne<br />
sono presenti circa sei.
Grifone 29 febbraio 2012<br />
L’<strong>in</strong>dicatore ecologico dei fiumi<br />
iblei: la Trota macrostigma<br />
di Paol<strong>in</strong>o Uccello<br />
Nella<br />
nostra storia le riserve<br />
naturali sono state luoghi di rifugio, di<br />
preghiera, di riserva di energia, di alimentazione,<br />
di coltivazione, di caccia,<br />
di pesca, di pascolo; sono oggi una risorsa<br />
ad alta <strong>in</strong>tensità vitale, una riserva<br />
globale per la conservazione della flora,<br />
della fauna, della biodiversità, del suolo,<br />
del clima, del paesaggio, della cultura e<br />
della memoria storica e letteraria. Ogni<br />
fiore o foglia che <strong>in</strong>contriamo ci racconta<br />
una storia millenaria, fatta di est<strong>in</strong>zioni<br />
o evoluzioni.<br />
“Sugli Iblei, un padre, molto generoso,<br />
volle che nascessero due sorelle<br />
gemelle: Cava Grande del Cassibile<br />
e la Valle dell’Anapo, vic<strong>in</strong>e sempre<br />
all’uomo s<strong>in</strong> da quando <strong>in</strong>iziò a muovere<br />
i primi passi verso lo sviluppo<br />
della società organizzata, e lo hanno<br />
seguito f<strong>in</strong>o ai giorni nostri”.<br />
Nel bac<strong>in</strong>o del Mediterraneo,<br />
dopo le zone umide costiere, le aree<br />
che per posizione geografica costituiscono<br />
ponti naturali lungo le direttrici<br />
migratorie di molte specie ornitiche,<br />
le cave iblee sono gli ambienti più<br />
ricchi di fauna e di flora. Incassate<br />
più o meno profondamente nel tavolato<br />
calcareo, che ne costituisce la matrice<br />
geologica con riflessi sulla natura del<br />
substrato che per molte specie vegetali<br />
è fattore condizionante; questi ambienti<br />
sono riparati dai venti, sono molto<br />
umidi, sono tiepidi d’<strong>in</strong>verno e freschi<br />
d’estate, qu<strong>in</strong>di a clima molto più temperato<br />
rispetto ai pianori soprastanti e<br />
alla propria latitud<strong>in</strong>e. Tranne i casi <strong>in</strong><br />
cui per particolarità morfologiche si ha<br />
ristagno d’aria che può provocare surriscaldamento<br />
<strong>in</strong> estate, con massimo<br />
termico verso le ore 13-14, o gelate<br />
<strong>in</strong> primavera nelle prime ore dell’alba.<br />
Questo è il quadro generale delle caratteristiche<br />
climatiche, ma esso presenta<br />
un’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ità di microclimi con conseguenti<br />
microambienti che determ<strong>in</strong>ano l’esuberanza<br />
di vita e la varietà e qu<strong>in</strong>di la<br />
ricchezza di forme viventi all’<strong>in</strong>terno e<br />
ai marg<strong>in</strong>i delle cave. Nel fondovalle<br />
delle due cave (Cava Grande e Valle<br />
dell’Anapo) dove il grado di umidità è più<br />
elevato, vive il Platano orientale. Pianta<br />
molto conosciuta, perché tanti esemplari<br />
ombreggiano piazze e viali delle<br />
città italiane. La storia è ricca di episodi<br />
e leggende riferite a questo longevo e<br />
maestoso albero, famoso, per esempio,<br />
il Platano di Coo, sacro ad Esculapio. I<br />
platani che comunemente <strong>in</strong>contriamo<br />
<strong>in</strong> città sono quasi sempre il prodotto<br />
dell’ibridazione del Platano orientale,<br />
orig<strong>in</strong>ario del bac<strong>in</strong>o mediterraneo, con<br />
quello occidentale nordamericano. Allo<br />
stato naturale il platano, che un tempo<br />
doveva essere assai abbondante <strong>in</strong><br />
Calabria e <strong>in</strong> Sicilia, vive oggi <strong>in</strong> limitatissimi<br />
gruppi lungo la costa meridionale<br />
dell’isola. Rarissimo ormai sul fiume<br />
Platani, quasi scomparso dall’Alcanta-<br />
Esemplare di trota macrostigma “Salmo trutta macrostigma”<br />
ra, dove il Bembo nel ‘500 parla di una<br />
“selva di numerosi platani perpetuamente<br />
irrigata da un fiume sonoro”; è<br />
proprio sull’Anapo e sul Cassibile che<br />
presenta il suo rigoglio maggiore, tanto<br />
da far <strong>in</strong>serire le due aree tra quelle di<br />
più rilevante <strong>in</strong>teresse vegetazionale e<br />
qu<strong>in</strong>di meritevoli di conservazione dalla<br />
Società Botanica Italiana.<br />
Considerata dai greci pianta oracolare<br />
perché essi associavano alla<br />
decortica della pianta il simbolo del serpente<br />
e qu<strong>in</strong>di l’eterno divenire. Il suo<br />
legno duro, ma facilmente lavorabile,<br />
un tempo era usato dai contad<strong>in</strong>i per la<br />
costruzione di aratri a chiodo. Nei letti<br />
dei due fiumi nuota e caccia l’elegante<br />
biscia d’acqua (Natrix natrix sicula).<br />
Questo <strong>in</strong>nocuo serpente dal manto<br />
scuro ha fatto nascere, sugli Iblei, le<br />
numerose leggende sulla “Culoriva”.<br />
Narrano i contad<strong>in</strong>i che questo animale<br />
sia un serpente gigantesco, che superi i<br />
10<br />
due metri di lunghezza e si avvic<strong>in</strong>i frequentemente<br />
alle masserie dove preda<br />
<strong>in</strong>dist<strong>in</strong>tamente capre, agnelli e bamb<strong>in</strong>i.<br />
In questo racconto l’unica verità è la<br />
lunghezza del serpente, cioè due metri,<br />
è questa <strong>in</strong>fatti la misura massima che<br />
può raggiungere la femm<strong>in</strong>a di biscia<br />
d’acqua, il resto è tutta fantasia popolare,<br />
visto che la biscia è un animale<br />
<strong>in</strong>nocuo e, disturbato, fugge all’istante,<br />
al contrario, se catturata, <strong>in</strong>izia a secernere<br />
delle sostanze maleodoranti che<br />
<strong>in</strong>vitano a lasciarla libera. A gestire le<br />
due R.N.O è il Dipartimento Regionale<br />
Azienda Foreste demaniali U.P.A.<br />
Siracusa, tramite il direttore Dott. Filadelfo<br />
Brogna, che prendendo spunto<br />
dal decreto istitutivo della R.N.O. Valle<br />
dell’Anapo, che <strong>in</strong>dica la presenza nel<br />
corso d’acqua “di una trota di <strong>in</strong>dubbia<br />
discendenza tassonomica” promuove<br />
lo studio dei fiumi: Anapo e Cassibile<br />
nel quadro di un progetto che ha come<br />
obiettivo la caratterizzazione, morfologica<br />
e molecolare, delle popolazioni<br />
di trote <strong>in</strong> Sicilia. Salmo trutta macrostigma<br />
è presente <strong>in</strong> alcune aree del<br />
Mediterraneo, <strong>in</strong> Italia si trova nel<br />
versante tirrenico centromeridionale,<br />
nonché <strong>in</strong> Sicilia e Sardegna. Essa<br />
raggiunge solitamente la lunghezza<br />
di 40 – 50 cm ed un peso <strong>in</strong>torno<br />
al 1,5 Kg. La livrea è caratterizzata<br />
da 3 macchie opercolari nere ben<br />
evidenti, mentre lungo il corpo si<br />
possono riscontrare dalle tredici<br />
alle trenta macchie circa; <strong>in</strong> Sicilia la<br />
Trota macrostigma è presente solo<br />
sugli Iblei. La ricerca è stata condotta<br />
dal Dipartimento di Scienze Biologiche,<br />
Geologiche ed Ambientali – sezione di<br />
Biologia Animale “Marcello La Greca” -<br />
dell’Università di Catania, dai professori<br />
Venera Ferrito, Carmelo Frusciano, Annamaria<br />
Pappalardo, Chiara Copan e<br />
Concetta Tigano. Gli studiosi, a ricerca<br />
term<strong>in</strong>ata, hanno reso evidente e corroborato<br />
la tesi di Schoffmann, relativa<br />
alla presenza <strong>in</strong> Sicilia di un’antica<br />
l<strong>in</strong>ea atlantica di trote, provenienti, per<br />
dispersione naturale, dalla penisola Iberica,<br />
attraverso il nord Africa, giunte nel<br />
mar Mediterraneo durante le glaciazioni<br />
pleistoceniche.<br />
Tale tesi risulta così dimostrata<br />
concretamente tutt’oggi. Il fiume Anapo<br />
e il Cassibile conservano la memoria<br />
delle “genti iblee” e il ricordo di antiche<br />
civiltà, che affidavano i loro cari alla<br />
roccia calcarea, quel religioso silenzio<br />
ancora oggi è rotto solamente dal “canto”<br />
dei fiumi.
11 29 febbraio 2012<br />
Per uscire dalla crisi tutti<br />
<strong>in</strong>neggiano alla crescita<br />
Il mito e l’illusione di un dogma ideologico<br />
totalizzante<br />
di Paolo Pantano<br />
In<br />
questo momento storico è <strong>in</strong> atto<br />
l’egemonia di una cultura imperante,<br />
un’ideologia paranoica per cui maggior<br />
crescita significa maggiore ricchezza e<br />
qu<strong>in</strong>di maggior occupazione. L’ossessione<br />
maniacale della crescita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita<br />
non è la soluzione per uscire dalla<br />
crisi, ma il problema. Infatti è proprio il<br />
debito pubblico il pilastro su cui si fonda<br />
la crescita; esso è <strong>in</strong>dispensabile per<br />
cont<strong>in</strong>uare a far crescere la produzione<br />
di merci. Si tratta di una scelta consapevolmente<br />
perseguita da tutti (vetero<br />
e neoliberisti, centro, vetero e neocomunisti),<br />
che <strong>in</strong>neggiano all’idolatria<br />
della crescita ad ogni costo e che tutto,<br />
dunque, debba essere subord<strong>in</strong>ato al<br />
paradigma produzione-consumo, poiché<br />
questo apporta lavoro ed occupazione.<br />
E’ proprio questo paradigma che,<br />
<strong>in</strong>vece, ha causato disoccupazione,<br />
precarietà, diseconomie di scala, disuguaglianze<br />
e marg<strong>in</strong>alità. Il paradosso<br />
è che la sovrapproduzione di merci (o<br />
la vendita di immobili <strong>in</strong> U.S.A. che ha<br />
prodotto la “bolla”) ha raggiunto un livello<br />
tale che se non si acquista a debito,<br />
cresce la quantità di merci <strong>in</strong>vendute<br />
scatenando una crisi <strong>in</strong> grado di distrug-<br />
Grifone<br />
gere il sistema economico fondato sulla<br />
crescita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita del P.I.L.<br />
Per questo motivo vengono costruiti<br />
i megacentri commerciali e nessuno<br />
(a parte alcuni ecologisti, come noi,<br />
“vox clamans <strong>in</strong> deserto”) si è opposto<br />
alla loro apertura. Questo significa far<br />
assurgere a posizioni monopolistiche la<br />
grande distribuzione; ma questa “filosofia”<br />
è sicuramente antieconomica per le<br />
attività che tradizionalmente apportano<br />
maggiore occupazione e cioè il piccolo<br />
commercio e l’artigianato e, purtroppo,<br />
comporta e comporterà ancora la chiusura<br />
di molte attività.<br />
In l<strong>in</strong>ea più generale questi assiomi,<br />
oggi, sono stati confutati dai dati forniti<br />
dalle maggiori organizzazioni mondiali<br />
(Centro di monitoraggio economico<br />
dell’ONU, le prestigiose Università di<br />
Stanford e Cambridge, istituti di ricerca,<br />
atti delle conferenze <strong>in</strong>ternazionali<br />
di Rio, Kyoto, Johannesburg, ecc.) e<br />
da molti economisti non foraggiati dal<br />
sistema (non hanno consulenze, e/o<br />
<strong>in</strong>carichi da parte di banche, assicurazioni,<br />
mult<strong>in</strong>azionali, forze armate o dalle<br />
varie ”conf<strong>in</strong>dustrie” del globo). Studi<br />
sistemici (M. Pallante, S. Latouche, J.<br />
E. Stiglitz, H. Daly, R. Lester Brown, L.<br />
Gall<strong>in</strong>o, T. Judt, W. Ellwood, G. Ritzer,<br />
Arundati Roy, N. Georgescu-Roegen, J.<br />
Rifk<strong>in</strong>, Vandana Shiva, R. Patel, P. S<strong>in</strong>ger,<br />
etc.) hanno dimostrato, <strong>in</strong> maniera<br />
<strong>in</strong>confutabile e con scarso marg<strong>in</strong>e di<br />
Organo O Bimestrale dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong><br />
“A “Associazione naturalistica di ricerca e conservazione”<br />
N. 3/93 reg. stampa - Tribunale di Siracusa<br />
Direttore responsabile Corrado Bianca<br />
Responsabile di redazione Giorgio Sabella<br />
Comitato di redazione Fabio Amenta, Marco Mastriani, Paolo Pantano,<br />
Alfredo Petralia, Paol<strong>in</strong>o Uccello.<br />
Redazione e Amm<strong>in</strong>istrazione Via Sergio Sallicano, 74 - Noto (SR)<br />
Tel. 338 4888822.<br />
Versamenti sul c/c postale n. 11587961 <strong>in</strong>testati a: <strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong> - Noto<br />
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Realizzazione e stampa:<br />
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Grifone<br />
errore che la crescita ad oltranza non<br />
apporta occupazione, ma guasti economici,<br />
sociali ed ambientali.<br />
Spesso dietro l’alibi dell’occupazione<br />
si nascondono gli <strong>in</strong>teressi speculativi<br />
di chi vuole opprimere i territori con<br />
<strong>in</strong>terventi di cementificazione selvaggia<br />
con un’orgia di progetti. L’idea tra<strong>in</strong>ante<br />
degli anni ‘50 e ‘60 era che il cemento,<br />
l’occupazione ed il consumo del suolo<br />
con nuove edificazioni <strong>in</strong>crementassero<br />
il valore delle città ed ancora<br />
oggi vengono viste da molti come la<br />
panacea per superare la crisi. Puntare<br />
su un’economia durevole, perché compatibile<br />
e sostenibile, su un graduale<br />
e costante piano di rientro del debito,<br />
e su un risanamento nel medio-lungo<br />
periodo basato sull’elim<strong>in</strong>azione degli<br />
sprechi e dei privilegi delle varie caste<br />
professionali ed economiche, può dare<br />
un impulso vero per uscire dalla crisi e<br />
non certo la scorciatoia miracolistica di<br />
una crescita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita ed impossibile <strong>in</strong> un<br />
mondo dalle risorse non <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite.<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
- Corrado BIANCA, Segretario Regionale dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong><br />
- Long<strong>in</strong>o CONTOLI, già Docente Università della Tuscia di Viterbo, Ricercatore<br />
del CNR.<br />
- Giovanni COSTA, Professore Ord<strong>in</strong>ario di Ecologia, Università di Catania.<br />
- Mauro FURLANI, Presidente Federazione Nazionale Pro Natura.<br />
- Concetto GIULIANO, <strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>, Floridia.<br />
- Yamoun MESSAUD, Presidente dell’Associazione Memoire de la Terre<br />
de Tunisie.<br />
- Paolo PANTANO, Consigliere Regionale dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>.<br />
- Ettore PETRALIA, Dottorando di Ricerca <strong>in</strong> Scienze Entomologiche e<br />
Difesa degli Agrosistemi - Università di Catania.<br />
- Maurizio SIRACUSA, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e<br />
Ambientali, Università di Catania.<br />
- Emanuele UCCELLO, Direttore della Biblioteca Naturalistica “Bruno<br />
Ragonese”.<br />
- Paol<strong>in</strong>o UCCELLO. Vicesegretario Regionale dell’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>.
Grifone Grifone 29 febbraio 2012<br />
12 1<br />
Indice Analitico<br />
Anno XX, 2011<br />
FLORA E FAUNA<br />
- Alessandro Marletta, L’allevamento<br />
di Gronphadorh<strong>in</strong>a portentosa<br />
(Schaum), un’<strong>in</strong>solita blatta del Madagascar.<br />
1 (106).<br />
- Salvatore Arcidiacono, Etnobotanica<br />
25. Il re dei cardi. 2 (107).<br />
- Salvatore Arcidiacono, Etnobotanica<br />
26. Un asparago devozionale. 3<br />
(108).<br />
- Alessandro Marletta, L’allevamento<br />
di Greta oto (Hewitson), un caratteristico<br />
lepidottero dalle ali trasparenti.<br />
3 (108).<br />
- Alessandro Marletta, L’allevamento <strong>in</strong><br />
cattività dell’Argema mittrei (Guer<strong>in</strong>-<br />
Meneville), la “falena cometa del<br />
Madagascar”. 4-5 (109).<br />
- Salvatore Arcidiacono, Etnobotanica<br />
27. Una siciliana di adozione. 6<br />
(110).<br />
- Alessandro Marletta, L’allevamento<br />
delle Caligo sp., le cosiddette “farfalle<br />
civetta”. 6 (110).<br />
ECOLOGIA, AMBIENTE<br />
AMBIENTALISMO<br />
- Alfredo Petralia, L’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong><br />
aderisce all’appello <strong>in</strong>ternazionale<br />
<strong>in</strong> difesa del Parchi Nazionali tunis<strong>in</strong>i.<br />
1 (106).<br />
- Ettore Petralia e Maurizio Siracusa,<br />
La biodiversità e l’ambiente nelle tesi<br />
di laurea. 1 (106).<br />
- Giorgio Nebbia, Lode della diversità.<br />
1 (106).<br />
- Miguel Ayala Calderon, Protejamos al<br />
Condor And<strong>in</strong>o Y no lo exterm<strong>in</strong>emos<br />
con esta practicas tradicionales. 1<br />
(106).<br />
- Corrado Bianca, VII commemorazione<br />
di Bruno Ragonese . 1 (106).<br />
- Pietro Alicata, Marcello La Greca,<br />
“Un grande scienziato un grande<br />
maestro”. 2 (107)<br />
- Alfredo Petralia, Premio Marcello La<br />
Greca “Grifone d’Argento”. 2 (107)<br />
- Salvatore Fancello, Il IV Istituto comprensivo<br />
“G. Aurispa” di Noto viene<br />
riconosciuto Scuola Associata Unesco.<br />
2 (107).<br />
- Anton<strong>in</strong>a Oddo, Il volume “L’area<br />
protetta di Vendicari” presentato a<br />
Noto nella Sala Gagliardi. 2 (107).<br />
- Emanuele Uccello, Corso di formazione<br />
per Guida Naturalistica organizzato<br />
dall’<strong>Ente</strong> <strong>Fauna</strong> <strong>Siciliana</strong>. 2<br />
(107).<br />
- Alfredo Petralia, Siglato il protocollo<br />
di collaborazione tra l’E.F.S. e “Centre<br />
Culturel Sidi Smaane Chizen”<br />
dell’isola di Djerba, Tunisia. 3 (108).<br />
- Francesco Corbetta, Specie vegetali<br />
a rischio nella conservazione dei beni<br />
archeologici: il caso esemplare della<br />
Neapolis a Siracusa. 3 (108).<br />
- Gaetano Guzzardo, Concluso il corso<br />
di <strong>in</strong>troduzione per “Guida Naturalistica”<br />
organizzato dalla sezione di<br />
Canicatt<strong>in</strong>i Bagni. 3 (108).<br />
- Alfredo Petralia, A Danilo Ma<strong>in</strong>ardi il<br />
“Grifone d’Argento 2011. 4-5 (109).<br />
- Giovanni Costa, Danilo Ma<strong>in</strong>ardi,<br />
scienziato e divulgatore. 4-5 (109).<br />
- Giovanni Pilato, Marcello La Greca<br />
“maestro”: ricordi di un allievo. 4-5<br />
(109).<br />
- Danilo Ma<strong>in</strong>ardi, Dal peggior nemico<br />
al miglior amico; il cane, una storia<br />
evolutiva. 4-5 (109).<br />
- Francesco Corbetta, Una gita (avventurosa)<br />
sull’Etna. 4-5 (109).<br />
- Corrado Bianca, Gli <strong>in</strong>cendi, una<br />
piaga sociale. 4-5 (109).<br />
- Ettore Petralia e Maurizio Siracusa,<br />
La biodiversità e l’ambiente nelle tesi<br />
di laurea. 4-5 (109).<br />
- Pietro Alicata, La nuova legge per<br />
le aree naturali protette è un passo<br />
avanti?. 6 (110).<br />
- Francesco Corbetta, Incancellabili<br />
ricordi di varie spedizioni a Trapani,<br />
Erice e d<strong>in</strong>torni. 6 (110).<br />
- Alfredo Petralia, Tunisia: aree protette<br />
e democrazia ambientale. 6 (110).<br />
- Ettore Petralia e Maurizio Siracusa,<br />
La biodiversità e l’ambiente nelle tesi<br />
di laurea. 6 (110).<br />
SAGGI, CULTURA, POLITICA<br />
- Long<strong>in</strong>o Contoli Amante, Lettera aperta<br />
di dimissioni da parte di un’exuvia.<br />
3 (108).<br />
RECENSIONI<br />
a cura di CORRADO BIANCA<br />
- Emanuele Scoppola, Quella sommessa<br />
protesta. 1 (106).<br />
- Salvatore Arcidiacono, Piante rare<br />
della Sicilia. 1 (106).<br />
- Francesco Corbetta, L’area protetta<br />
di Vendicari. 2 (107).<br />
- Long<strong>in</strong>o Contoli Amante, Evoluzione<br />
della cellula. 3 (108).