La Banda musicale di Teolo 1903 - 2003 Cento ... - Comune di Teolo
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11 ACVP, LXV, c. 209r.<br />
gloria ed onore <strong>di</strong> Dio. Le prime regole, infatti, riguardano proprio<br />
il rispetto del sacro e dell’osservanza del riposo festivo. Si fa<br />
richiamo, dunque, a chiunque ar<strong>di</strong>sse biasmare (bestemmiare),<br />
male<strong>di</strong>re o in qualunque altro modo vilipendere il nome Santo <strong>di</strong><br />
Dio o <strong>di</strong>r parole indecenti ed oscene. E nei giorni <strong>di</strong> domenica o<br />
nelle altre feste comandate dalla Chiesa, si fa <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> tenire<br />
aperte porte, botteghe, o balconi delle botteghe stesse, né lavorare<br />
o far lavorare, né in casa né in campagna, neanche vendere<br />
mercanzia in piazza. Sono esclusi dalla norma – è ovvio – quegli<br />
hosti o pistori (fornai) e i ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> frutta, i quali sono autorizzati<br />
a vendere robbe comestibili su la pubblica Piazza.<br />
Nel caso in cui si presenti l’urgenza <strong>di</strong> certi lavori in campagna –<br />
vuoi per la mietitura, o per certe necessità collegate alle vicende<br />
climatiche – toccherà al Vicario dare la licenza, dopo aver sentito<br />
il parere espresso dall’Arciprete del luogo.<br />
Seguono poi una serie <strong>di</strong> norme che ci danno uno spaccato colorito<br />
della vita dei nostri antenati dell’epoca. E così veniamo a sapere<br />
che molto spesso i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>Teolo</strong> nei giorni festivi si <strong>di</strong>lettavano<br />
a giocar alla Balla nella pubblica piazza, ma anche nella<br />
loggia del Palazzetto (tanto peggio se danneggiava l’immagine<br />
della Beata Vergine e Santi che qui era <strong>di</strong>pinta), per cui il Vicario<br />
<strong>di</strong>spose che ciò fosse proibito tanto più se questi giochi si svolgevano<br />
durante le sacre funzioni della Messa al mattino o del Vespro<br />
al pomeriggio o durante le processioni, che allora si svolgevano<br />
con intensa frequenza. I trasgressori alla norma – fatto curioso<br />
per le nostre abitu<strong>di</strong>ni giuri<strong>di</strong>che – saranno comminati <strong>di</strong><br />
una penale che in parte sarà incassata dal denunziante e in parte<br />
sarà destinata alla riparazione dell’orologio del loco (dove è chiaro<br />
che si tratta dell’orologio della torre civica che necessitava allora<br />
<strong>di</strong> molte manutenzioni e <strong>di</strong> un addetto al funzionamento).<br />
Si proibiva, poi, <strong>di</strong> portar schioppi durante gli Uffizi <strong>di</strong>vini, e<br />
sappiamo da altre fonti che molte processioni – specie quelle che<br />
avevano come meta il Monte della Madonna – finivano con sbari<br />
<strong>di</strong> schioppi, liti e gran bevute.<br />
Questo <strong>di</strong> portare gli archibuggi in Chiesa e nelle principali processioni<br />
– che erano molte all’epoca e coprivano tutto l’arco dell’anno<br />
– era un malcostume <strong>di</strong>ffuso e durante le processioni –<br />
scrive l’Arciprete <strong>di</strong> <strong>Teolo</strong> – era tutto uno sparare che pareva <strong>di</strong><br />
stare in un Campo <strong>di</strong> Marte 11 . Specie in quelle processioni dove<br />
era grande il concorso <strong>di</strong> popolo come quando si andava all’Oratorio<br />
sopra il Monte della Madonna – dove abitava un eremita del<br />
luogo che nel 1696 era tale Giobatta Vezù – per l’occasione della<br />
seconda Festa <strong>di</strong> Pasqua e per l’Assunta.<br />
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