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Canidapresa 6-2009 - CANIDAPRESA .. mastini molossi molossoidi ...

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30 canidapresa<br />

La posta dei lettori<br />

Salve, mi chiamo Emanuel e, su invito della rivista, vi scrivo da L'Aquila per<br />

raccontarvi la storia del mio Frank. Sin da piccolo ho desiderato avere un<br />

cane e questo mio desiderio si è accentuato quando il mio carissimo amico<br />

Luca, nonché vicino di casa, è venuto a trovarmi con Lara, una “pitbullina” stupenda<br />

che da subito si è saputa fare amare. Più passavo i giorni in sua compagnia,<br />

più il desiderio di avere un cane tutto mio aumentava. Poi una sera d'autunno,<br />

poco meno di due anni fa, Luca mi disse che Lara avrebbe dato alla luce<br />

dei bellissimi cuccioli di american pit bull terrier. Da quella notizia alla decisione<br />

di tenerne uno passò non più di qualche secondo. Il 17 novembre Luca mi<br />

chiamò dicendomi: “Corri che Lara sta partorendo”. Immediatamente uscii di<br />

casa, feci sei passi, suonai alla porta e vidi Lara indaffarata nei suoi oneri di<br />

mamma. I cuccioli, sette, erano tutti bellissimi... Frank era l'esatta copia della<br />

mamma, testone e ciccione, pieno di rughe. Lo presi subito in mano, era come<br />

il palmo. In quel momento con questo esserino tra le braccia guardai Luca e ci<br />

capimmo immediatamente. Dopo due mesi tutti i fratellini andarono via e<br />

restò solo Frank con la “mammina” che era quasi sempre a casa con me. Lara<br />

è stata una mamma perfetta educandolo molto meglio di come sarei riuscito<br />

a fare io.<br />

Forse è proprio per questo che ha un carattere affettuoso e si sa far amare da<br />

tutti ma, allo stesso tempo, dimostra carattere e temperamento verso chi invade<br />

il suo territorio (animali o persone), al contrario lo abbiamo educato a proteggere<br />

e rispettare tutti i componenti che ne fanno parte. Infatti è diventato<br />

amico delle due tartarughe che abbiamo in giardino, Speedy e Gorge alle quali<br />

concede, spesso e volentieri, un posticino nella sua cuccia. Ed è così che ha trascorso<br />

il suo primo anno e mezzo di vita in giardino. Poi la vita e le abitudini<br />

sono cambiate per noi e per Frank.<br />

Infatti il 6 aprile arriva la catastrofe del sisma.<br />

Sbattuti in giro per l' Abruzzo come trottole, oggi qui, domani là, fino a quando<br />

i miei riescono a trovare una casa provvisoria a Notaresco in provincia di<br />

Teramo. In questa condizione di cane “terremotato” Frank ha maturato un<br />

maggior senso di responsabilità e protezione nei nostri confronti come se avesse<br />

capito i disagi che stavamo vivendo. Questa sua maturità ci ha letteralmente<br />

lasciati a bocca aperta e ci è stato impossibile non amarlo oltremisura facendolo<br />

diventare a tutti gli effetti un membro della famiglia Scimia. Qui a<br />

Notaresco era ormai il padrone di casa e si era fatto subito notare dai vicini:<br />

Domenico, Marco, Francesca.... tutte persone eccezionali. Quest' ultima quando<br />

vide Frank ne rimase colpita e fu così che, cominciando a parlare di animali,<br />

scoprimmo che anche loro avevano una bellissima femmina di nome Asia.<br />

Finalmente a luglio la possibilità di rientrare a L'Aquila. Già durante i preparativi<br />

della partenza Frank aveva capito che si tornava a casa. Arrivati al cancello<br />

era impossibile fermarlo perché i salti e le contorsioni del corpo esprimevano<br />

tutta la sua felicità. Ma ormai era diventato un pit bull casalingo e la sua<br />

cuccia era diventata per lui troppo stretta. Prima del terremoto, Frank non era<br />

mai potuto entrare in casa perché, avendo un gattino sordo, temevamo che la<br />

convivenza fosse impossibile. Ma per Frank il bisogno di stare con noi a casa<br />

era talmente forte che ha accettato di vivere insieme a tutta la famiglia, micio<br />

compreso, senza creare problemi. Decidemmo che era giunto il momento di<br />

Storia di Frank:<br />

dalle macerie del<br />

terremoto d'Abruzzo<br />

al podio di Voghera


farlo accoppiare e, come da accordi presi, ad agosto venne a casa nostra questo<br />

splendido esemplare di pit bull, Asia, la compagna di giochi di Notaresco.<br />

Passammo una bellissima serata, mio padre che adora Frank in maniera smisurata<br />

(amore più che corrisposto), aveva cotto gli arrosticini e quindi tra un bicchiere<br />

di vino e un altro, Domenico ci chiese se volevamo accompagnarli a<br />

Voghera per vedere le mostre dei cani da presa. Con entusiasmo accettammo<br />

l'invito, inconsapevoli della distanza tra L'Aquila e Voghera. Una settimana<br />

prima dell'evento Marco mi chiamò domandandomi: “Frank è in forma?”. La<br />

mia risposta fu: “Sì, per un'altra ciotola di crocchette”. Scherzi a parte ci organizzammo<br />

per la partenza. E così alle 3 del mattino di domenica 27 settembre<br />

partimmo da L'Aquila io, la mia ragazza e mia sorella per raggiungere Marco,<br />

Domenico e Francesca a Notaresco e, dopo sette ore di viaggio, si giunse a<br />

destinazione. Frank ultimamente era abituato a viaggiare (anche se mai per<br />

così tante ore) e per tutto il tragitto rimase sveglio guardando la strada che si<br />

allontanava. Finalmente intorno alle 10 arrivammo a Voghera. Frank era stanco<br />

ma eccitatissimo per gli odori nuovi e soprattutto dalla vista di tutti quei<br />

cani. Lì conobbi Umberto, amico di Marco e Domenico, un ragazzo che mi<br />

diede tanti consigli su come comportarmi e come presentare il cane… tanti o<br />

meglio troppi per uno come me che fino ad allora non sapeva nemmeno ci<br />

fosse una mostra di bellezza per cani da presa... Frank fece subito amicizia con<br />

Umberto, così decisi che forse sarebbe stato il caso di farlo portare da lui vista<br />

la mia inesperienza in questo campo. Finalmente giunse per Frank il momento<br />

di scendere in pista e vederlo lì nella sua naturale fierezza, tra tutti quei pit<br />

bull, senza un minimo di preparazione, ci ha riempito il cuore di una gioia infinita.<br />

L'intera giornata è stata un susseguirsi di momenti di eccitazione, panico<br />

e sensazioni difficili da descrivere. Ed è stato così che Frank è passato da poltrona…<br />

a podio: primo in classe libera, poi miglior maschio e infine BOB UKC,<br />

vittorie davvero inaspettate visto che eravamo partiti solo con lo scopo di vedere<br />

dei bei soggetti. E invece Frank ci ha stupito ancora una volta e mi ha reso<br />

ancor più orgoglioso di averlo come cane.<br />

Un ringraziamento speciale a Domenico, Marco e Francesca che mi hanno dato<br />

questa possibilità, ad Umberto perchè senza di lui non sarei riuscito a portare<br />

Frank con classe nel ring, alla mia ragazza Nadia e a mia sorella Dalila perchè<br />

mi hanno spronato a vivere questa esperienza indimenticabile, ai miei genitori<br />

per l'amore che hanno dato e danno a questo cane fantastico.<br />

Un altro ringraziamento è doveroso per <strong>Canidapresa</strong> Magazine e l'Associazione<br />

Culturale Cani da Presa poichè senza di loro non ci sarebbe stato questo<br />

contesto.<br />

Ovviamente un saluto a tutti i lettori.<br />

Emanuel Scimia<br />

Domenico Laudadio, un concorrente che da anni frequenta gli show ACCP,<br />

nonostante le grandi distanze da percorrere (vive in provincia di Teramo a<br />

pochi chilometri da L'Aquila), domenica mattina all'inizio dello show mi aveva<br />

mostrato Frank e raccontato la sua storia. Mi aveva parlato di Emanuel, della<br />

sua famiglia, del brutto periodo che avevano vissuto a causa del terremoto. E<br />

mi aveva detto che quel cane che gli era piaciuto tanto, aveva deciso di accoppiarlo<br />

con la sua Asia. Quando poi ho visto Frank conseguire, uno dopo l'altro,<br />

i suoi successi, ho provato un piacere enorme. Per Emanuel e per la sua<br />

famiglia, perché dopo tanto dolore, Frank ha dato loro una grande gioia, ma<br />

anche per Domenico e Marco, suo figlio, che da anni affrontano viaggi molto<br />

lunghi, e non hanno mai vinto e hanno pianto per la vittoria di Frank. Con la<br />

loro passione e la loro sportività dimostrano di aver capito lo spirito del campionato<br />

ACCP. Quando ho visto scegliere dal giudice Efisio Burreddu Frank<br />

quale miglior pit bull in standard UKC mi sono commossa anch'io.<br />

Grazie Emanuel, grazie Domenico e Marco per la bella lezione di sportività che<br />

ci avete dato.<br />

Roberta Albanesi<br />

Foto: Fotografi per Passione<br />

canidapresa 31


Cultura cinofila<br />

o cinofilia d'elite?<br />

Gentili sostenitori dell'Associazione Culturale Cani<br />

da Presa, mi chiamo Giuseppe Lafratta ho 29 anni,<br />

vivo a Campobasso, sono dottore in Scienze e<br />

Tecnologie delle Produzioni Animali. Seguo con autentica<br />

passione le vostre<br />

iniziative e condivido con ammirazione l' obiettivo di<br />

diffondere la cultura delle razze "da presa", oggi sempre<br />

più oggetto di discriminazione a causa della scarsa conoscenza<br />

e dell' erroneo appellativo di cani pericolosi.<br />

È ormai da molto che inseguo il sogno di vivere in modo<br />

partecipe e attivo la mia passione: avere i miei cani, partecipare<br />

alle esposizioni e realizzare la possibilità di<br />

esprimere il mio concetto di allevare e fare selezione,<br />

confrontandomi per crescere insieme a chi, come me, ha<br />

fatto del cane una ragione di vita. Purtroppo, però,<br />

sono giunto a triste conclusione che tutto ciò è un privilegio<br />

solo per pochi eletti che hanno le possibilità economiche<br />

per sostenere questa passione: viaggi all'estero<br />

per acquistare soggetti "super validi" e "super costosi",<br />

viaggi e alberghi per raggiungere le manifestazioni<br />

più blasonate, dove ottenere i risultati per accrescere<br />

in modo smisurato e ingiustificato il valore di una<br />

monta o di una cucciolata del cane vincitore. Questo<br />

sistema di fare cinofilia limita il confronto e quindi lo<br />

sviluppo, limita la sopravvivenza e la salvaguardia delle<br />

varie razze, non permette di dare voce a molti appassionati<br />

che potrebbero dare preziosi contributi cinotecnici<br />

e culturali, ma che sono, invece, esclusi e censurati<br />

da una posizione economica che non regge i "costi della<br />

cultura cinofila". Perché invece, non si cerca di dare a<br />

questa attività il giusto valore culturale piuttosto che<br />

arricchirsi con una cucciolata? La professionalità dell'<br />

allevatore non deve essere confusa con la capacità di<br />

raggiungere l'obiettivo di compiacere il giudice di<br />

turno, per aumentare le richieste delle cucciolate del<br />

suo allevamento, bensì ammirata per la capacità di conservare,<br />

migliorare e, se necessario, recuperare gli<br />

aspetti morfologici e caratteriali della razza in questione,<br />

e ciò non ha prezzo... Perseguire tale obiettivo è<br />

tanto più facile quanto più si ha la possibilità di attingere<br />

a una variabilità genetica, ma tutto ciò ha un costo in<br />

danaro dettato dall'acquisto di validi riproduttori, dai<br />

viaggi su menzionati e ahimè vince l'allevatore bravo<br />

ma imprescindibilmente riccone!<br />

La mia considerazione vuole giungere a voi, con la speranza<br />

che possiate riflettere su tutto ciò e incoraggiare<br />

32 canidapresa<br />

la speranza di raggiungere un obiettivo comune a tanti<br />

appassionati, che come me non cercano il successo ottenuto<br />

con il potere dei soldi, ma che siano disposti con<br />

sacrificio a ottenere risultati per conservare il vero senso<br />

della cinofilia che volge nel rispetto del cane in quanto<br />

essere vivente e nella conservazione genetica delle varie<br />

razze frutto di sacrifici e attenta selezione.<br />

Attenzione! Stanno proliferando i "canari", più attenti<br />

a farsi pubblicità, che a diffondere la razza e farne cultura,<br />

tale situazione e aggravata dal fatto di essere ispirata<br />

e sostenuta da quegli allevatori, che inseriti nel<br />

sistema, hanno voce e vivono nella realtà gelosamente<br />

custodita, che recita un brutto capitolo di una cinofilia<br />

d' élite, sempre più classista e meno propensa a fare cultura.<br />

Certi di una vostra sensibilità a riguardo vi saluto<br />

con i miei più sinceri complimenti.<br />

Giuseppe Lafratta<br />

Gentile Giuseppe, grazie per la lettera. Condivido molte<br />

delle sue considerazioni e capisco il suo stato d'animo.<br />

Credo però che, se chi ha molto denaro da spendere<br />

possa prendere spesso delle scorciatoie (ma questo succede<br />

in tutti i settori, non soltanto in cinofilia!), ci sia la<br />

possibilità di lavorare bene anche per chi, come lei, ha<br />

cultura e ideali. Certo, ci vorrà più tempo e con ogni<br />

probabilità più impegno e fatica, ma vuole mettere alla<br />

fine la soddisfazione? E glielo posso confermare per<br />

aver vissuto tutto questo, perchè in fondo è la nostra<br />

storia, quella di <strong>Canidapresa</strong> Magazine. Quando abbiamo<br />

iniziato se anzichè inventarci una nostra casa editrice<br />

avessimo avuto alle spalle Mondadori o Rizzoli, la<br />

nostra strada sarebbe stata più breve e meno in salita.<br />

Io che provenivo da un mondo (quello della moda de<br />

del beauty) dove l'immagine è tutto, non le nascondo<br />

che all'inizio quando sfogliavo la nostra rivista soffrivo<br />

un po', perchè sapevo come l'avrei voluta. Eppure mi<br />

creda: oggi sono molto contenta di come sono andate le<br />

cose e che la casa editrice di <strong>Canidapresa</strong> non fosse un<br />

grande gruppo editoriale. La soddisfazione di quanto si<br />

è costruito dal nulla è impagabile.<br />

Forza Giuseppe, non demorda. Aspetto di vedere i risultati<br />

del suo lavoro, perchè cultura, ideali e impegno possono<br />

portarla più avanti di chi, rispetto a lei, ha solo più<br />

denaro.<br />

Roberta Albanesi


Non serve un giardino<br />

ma tempo e voglia<br />

di amare<br />

Gentile Direttore,<br />

sono da tempo interessato alla razza american pit bull terrier.<br />

Le volevo inoltrare un messaggio che ho inviato a un veterinario<br />

(nonché funzionario di un comune emiliano), in merito alla strana<br />

e sospetta vicenda che mi è capitata l'estate scorsa presso un<br />

rifugio di Reggio Emilia e che ha come protagonista una femmina<br />

di pit bull. Questo veterinario mi aveva invitato a scrivere a un<br />

giornale locale per poter fare chiarezza su quello che io ritenevo<br />

e ritengo un episodio che vedeva ancora una volta la razza american<br />

pit bull terrier oggetto di stupidi pregiudizi. In particolare,<br />

questa volta, ancora più gravi, in quanto espressi da persone che<br />

dovrebbero amare i cani e conoscerli. Il risultato è stato che il mio<br />

articolo è stato pubblicato ma il veterinario, che pareva volesse<br />

aiutarmi, di fatto ha dato completamente ragione ai responsabili<br />

del rifugio, dipingendo ancora una volta il pit bull come un<br />

mostro. Non capisco perchè in Italia continui a dilagare un'ignoranza<br />

così profonda verso questa razza da parte di coloro che<br />

dovrebbero essere gli esperti.<br />

Cordiali saluti<br />

Francesco Nicotera<br />

N.B. Segue la lettera scritta al giornale<br />

Egregio……<br />

Le volevo sottoporre un episodio piuttosto singolare che mi è<br />

capitato giovedì scorso.<br />

Mi chiamo Francesco Nicotera ho 37 anni e abito a Reggio Emilia.<br />

Ho da tempo intenzione di acquistare un american pit bull terrier.<br />

L'altro giorno avevo trovato uno splendido esemplare di femmina<br />

di un anno e mezzo red nose presso un canile di Reggio Emilia<br />

ed ero intenzionato a prenderla. Ma la titolare del canile, dopo<br />

avermi detto che potevo portare con me la cagnolina, come<br />

seppe che l'avrei tenuta in appartamento, mi disse che questo<br />

tipo di cane non poteva vivere assolutamente in appartamento,<br />

in quanto poteva "distruggerlo" o addirittura essere sottoposto<br />

a tremendi stress dovuti alla sensazione di chiuso e magari impazzire!?<br />

Premetto che ho un appartamento molto grande, sono<br />

sposato, non ho figli, vivo fuori dalla città e sotto casa mia ho un<br />

enorme parco e dei campi. Vado spesso negli USA, in particolare<br />

in California dove ho visitato diversi allevamenti e volevo acquistare<br />

un cucciolo, ma poi mi ha spaventato il pericolo del volo<br />

aereo nella stiva.<br />

In Italia forse, a differenza degli Stati Uniti dove la razza è ormai<br />

da decenni impiegata nella pet therapy, pensano che chi desideri<br />

un cane simile sia un esaltato, ma io che amo i cani (possiedo<br />

un cesky terrier ) e li tratto come figli, so che tali stereotipi sono<br />

messi in giro da persone ignoranti.<br />

Noti e stimati allevatori di pit bull mi hanno detto che può essere<br />

tenuto senza alcun problema in appartamento ma, ovviamente,<br />

necessita di molto esercizio all'aperto, cosa che gli avrei fatto<br />

fare, come faccio con il mio attuale cane.<br />

Conosco gente che possiede cani che vivono in appartamento e li<br />

porta quotidianamente a correre e altri che legano il cane alla<br />

catena in un prato o in un cortile, senza mai dargli l'opportunità<br />

di giocare e muoversi in libertà.<br />

Sono rimasto molto amareggiato e rattristato da questo episodio,<br />

in quanto la cagnolina in questione mi leccava e pareva entusiasta<br />

di potermi seguire. Sembrava che i titolari del rifugio (marito<br />

e moglie ) volessero a tutti i costi "rifilarmi" un cane di taglia<br />

piccola. Peccato perché la cagnolina red nose del rifugio mi aveva<br />

letteralmente rubato il cuore e purtroppo per l'ignoranza di chi<br />

dovrebbe essere un esperto, rimarrà nel suo squallido box.<br />

Queste sono le cose che accadono in Italia e comunque andrò in<br />

fondo alla faccenda per appurare se alcune procedure non siano<br />

viziate da interessi economici che nulla hanno a che fare con lo<br />

spirito di amore per gli animali. So che tale cagnolina era stata<br />

affidata precedentemente a una ragazzina che poi la portò indietro,<br />

in quanto non riusciva a metterle le gocce nelle orecchie per<br />

curare un'otite di cui soffriva. E allora mi chiedo: ma gli addetti<br />

di questi rifugi si documentano sulle persone a cui affidano i<br />

cani? Consegnare un pit bull a un persona che non lo sa gestire,<br />

mi sembra molto negativo per il cane che viene così "sballottato"<br />

da un proprietario a un altro. E a me, invece, che volevo prendermene<br />

cura con la testa e con il cuore, viene detto che non era<br />

adatto, io che vivo con gli animali e li amo più delle persone.<br />

Gentile Francesco,<br />

la sua lettera mi ha rattristata molto. Ogni giorno infatti ricevo<br />

segnalazioni di cani abbandonati, anche in canile: storie di sofferenze<br />

che molto raramente hanno un lieto fine, perché è difficile<br />

trovare un proprietario per i nostri “cani pericolosi” quando<br />

sono adulti, se non addirittura anziani.<br />

Adottare un pit bull adulto che per di più ha un passato di sofferenza,<br />

richiede competenza, esperienza, una grande voglia<br />

di amare e tanta pazienza. Trovare persone che possiedano<br />

tutte queste caratteristiche non è facile, ed è il motivo per il<br />

quale è difficile trovare un nuovo proprietario a tanti cani. La<br />

sua storia di quest'adozione mancata non è la prima. Ho vissuto<br />

tante situazioni analoghe alla sua. Diverse le motivazioni:<br />

inesperienza o incompetenza da parte di chi nei canili si occupa<br />

di adozioni, ma talvolta c'è qualcosa di peggio. C'è interesse<br />

a far sì che il cane resti dov'è. Mi spiace dire tutto questo<br />

perché, a fronte di qualche “mela marcia”, ci sono invece<br />

migliaia di volontari che dedicano il loro tempo ai tanti ospiti<br />

dei canili e che per loro fanno mille sacrifici. Ma in Italia questo<br />

settore deve essere regolamentato perché troppe cose sono<br />

ancora affidate al buon cuore. Invece ci vogliono regole precise<br />

e soprattutto personale qualificato.<br />

Roberta Albanesi<br />

P.S. Come avrà notato tra le caratteristiche che deve possedere il<br />

proprietario di un pit bull non ho inserito il giardino. Perché, se è<br />

vero che un pit bull, così come altre razze, ha bisogno di muoversi,<br />

passeggiare e correre, è anche vero che è sufficiente dedicargli<br />

del tempo quotidianamente per portarlo al parco (se tollera gli<br />

altri cani) o in campagna. A fare la differenza non è lo spazio a<br />

disposizione del cane (il che non è un invito a tenere un mastino<br />

napoletano in un monolocale di 30 metri quadrati), bensì il<br />

tempo e l'affetto che avete deciso di riservargli.<br />

A tutti ricordo una splendida frase di Konrad Lorenz, che ho<br />

recentemente riportato in un editoriale, ma che mi sembra perfetta<br />

per questo contesto. “Non crediate che sia crudele tenere<br />

un cane in un appartamento cittadino: la sua felicità dipende<br />

soprattutto dal tempo che potete trascorrere con lui, dal numero<br />

di volte che vi può accompagnare nelle vostre uscite; al cane<br />

non importa nulla aspettare per ore e ore davanti alla porta del<br />

vostro studio, se poi ne avrà in premio dieci minuti di passeggiata<br />

al vostro fianco. Per il cane l'amicizia personale è tutto.<br />

Ricordate però che in questo modo vi assumete un impegno<br />

tutt'altro che lieve, perché dopo è impossibile rompere l'amicizia<br />

con un cane fedele, e darlo via equivale a un omicidio”.<br />

canidapresa 33

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