Antonio Facci

La storia dal 1976 al 2009
La situazione politica in quel momento vide la presenza diffusa
di timori e incertezze generali. L’ingresso del Partito
Comunista in una maggioranza di programma era visto, infatti,
da molti industriali come un dramma. L’insoddisfazione
per la situazione politico-istituzionale caotica (governi che
duravano anche pochi giorni) si tradusse in violenza di
piazza prima e, successivamente, in lotta armata, perpetrata
da gruppi organizzati che usarono l’arma del terrorismo
nell’obiettivo di creare le condizioni per influenzare
o sovvertire gli assetti istituzionali
e politici del Paese.
Furono quelli gli anni delle
grandi stragi come quella del
16 marzo 1978 in via Fani a
Roma dove venne rapito Aldo
Moro e trucidati cinque uomini
della sua scorta, o la strage
della stazione di Bologna del
2 agosto 1980.
La provincia di Frosinone,
purtroppo, non uscì indenne
da questa ondata di violenza
e contò anch’essa il suo martire:
Fedele Calvosa, Procuratore
Capo della Repubblica
che venne ucciso in un attentato a Patrica insieme a due
uomini della sua scorta. Era l’8 novembre 1978.
I Giovani Industriali cercarono, nonostante il caos politico, di
reagire attraverso la presentazione di diversi progetti, di cui
uno sulla partecipazione, uno sulla formazione dei giovani
in campo politico-organizzativo, uno sull’associazionismo
e uno prettamente economico su temi quali l’impresa privata,
le Partecipazioni statali, le cooperative, il Mezzogiorno
e l’export.
La politica economica consolidò, intanto, un modello di decentramento
politico-amministrativo dello Stato che si rivelò
dannoso per la finanza pubblica e per il funzionamento
del sistema politico. La risposta dei Giovani Imprenditori
si manifestò in un impegno diretto degli imprenditori in politica
e in un deciso rilancio dell’associazionismo, nonché