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75° anniversario della nascita di Romy Schneider (1938-1982)

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<strong>75°</strong> <strong>anniversario</strong> <strong>della</strong> <strong>nascita</strong> <strong>di</strong> <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> (<strong>1938</strong>-<strong>1982</strong>)<br />

Vita<br />

© McCabe/Express/Getty Images<br />

<strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> nacque a Vienna con il nome Rosemarie Magdalena Albach, primogenita <strong>della</strong><br />

coppia <strong>di</strong> attori formata da Magda <strong>Schneider</strong> e Wolf Albach-Retty. Il nome Rosemarie deriva da<br />

Rosa, nome <strong>della</strong> madre del padre, mentre Maria, era il nome <strong>della</strong> nonna materna, già da<br />

bambina, però, la chiamavano "<strong>Romy</strong>". <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> aveva citta<strong>di</strong>nanza tedesca, poiché<br />

l´Austria nel <strong>1938</strong>, anno <strong>della</strong> sua <strong>nascita</strong>, faceva parte del Reich tedesco.<br />

Al momento del suo debutto cinematografico accanto alla madre nel film "Fiori <strong>di</strong> lillá" si chiamava<br />

ancora Rosemarie Albach. Come attrice nel suo primo film portava il nome Rosemarie <strong>Schneider</strong>-<br />

Albach, probabilmente su richiesta <strong>della</strong> madre.<br />

Tuttavia, già negli articoli riguardanti il suo primo film, veniva spesso menzionata con l´abbreviativo<br />

"<strong>Romy</strong>". Con il secondo film, "Fuochi d'artificio", <strong>di</strong>venne ufficialmente "<strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong>".<br />

Diva alla moda<br />

La nativa viennese non era solamente una <strong>di</strong>va cinematografica del suo tempo. Nel 1962 <strong>di</strong>venne<br />

un´icona stilistica, alla quale si dovette inginocchiare perfino Coco Chanel. <strong>Romy</strong> sognava un<br />

tailleur fatto su misura da Chanel in persona, un pezzo unico, ma l´eccentrica Coco commentó: "<br />

<strong>Romy</strong> è un po’ troppo grassa e ha le gambe corte". Quando nel 1966 sposò il regista Harry Meyen,<br />

tornò a Parigi e voltó le spalle all’haute couture. Invece <strong>di</strong> indossare ingombranti abiti portava<br />

como<strong>di</strong> caftani e pantaloni. Le creazioni dovevano essere originali e semplici.<br />

L'interesse per l'attrice è testimoniato dal fatto che recentemente alcuni suoi vestiti sono stati<br />

venduti all´asta per cifre a 5 zeri o dal numero <strong>di</strong> “Mi Piace” sulle varie pagine Facebook de<strong>di</strong>cate a<br />

lei. Alcuni gruppi invitano ad<strong>di</strong>rittura a rispettare un minuto <strong>di</strong> silenzio per la morte <strong>di</strong> <strong>Romy</strong> (<br />

Facebook ).


Quasi nessuno conosceva <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> meglio dell'attore francese Jean-Claude Brialy.<br />

Nell'intervista il 74enne parla <strong>della</strong> sua lunga amicizia con l'attrice, che in Francia è molto<br />

amata<br />

SPIEGEL: Monsieur Brialy, con un sondaggio popolare nel 1999 il quoti<strong>di</strong>ano francese "Le<br />

Parisien" ha incoronato in <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> la più grande attrice del 20° Secolo. Perché tanta<br />

ammirazione per una star austro-tedesca in Francia?<br />

Brialy: Prima <strong>di</strong> tutto, non abbiamo pregiu<strong>di</strong>zi in Francia. Abbiamo ammirato Ingrid Bergman,<br />

Greta Garbo, Marlene Dietrich e Anna Magnani. Se qualcuno ci ha toccato nel profondo con il suo<br />

talento, e <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> l´ha fatto soprattutto con la sua bellezza, allora noi lo adottiamo e non<br />

facciamo nessuna <strong>di</strong>stinzione. I francesi non hanno mai trovato un'attrice, così sensuale, così bella<br />

e così sensibile. Di certo <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> non era così intellettuale come la Moreau e nemmeno<br />

fredda come la Deneuve. Lei esprimeva tutto ciò che i francesi amano: l`emozione.<br />

Penso si siano avvicinati tutti a lei in modo istintivo e naturale. Gli uomini si innamoravano<br />

imme<strong>di</strong>atamente <strong>di</strong> lei e le donne non erano nemmeno troppo gelose, perché lei aveva molto<br />

talento. Per questo motivo le veniva perdonato tutto, anche se la sua vita privata, come quella <strong>di</strong><br />

E<strong>di</strong>th Piaf ad esempio, era spesso caotica. Ho avuto il piacere <strong>di</strong> essere suo amico per ben 25<br />

anni, e riguardo all´amore <strong>della</strong> sua vita, Alain Delon, le <strong>di</strong>ssi: "Hai fatto una pessima scelta. Io<br />

conosco un pochino questo ragazzo e non fa per te”. Ma era come se provasse un´attrazione per il<br />

male, per il dolore.<br />

SPIEGEL: Lei ha conosciuto <strong>Romy</strong> nel 1958 durante le riprese <strong>di</strong> "Christine". Fu in quel periodo<br />

che s`innamorò <strong>di</strong> Alain Delon. Quando i due s`incontrarono lei a malapena parlava francese. Lei<br />

faceva da traduttore?<br />

Brialy: Niente affatto. L'amore non ha bisogno <strong>di</strong> parole! Parlavano in un modo a <strong>di</strong>r poco<br />

incomprensibile e dunque non serviva il mio aiuto per capirsi.<br />

SPIEGEL: <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> la chiamava “papà“ pur non essendo più grande <strong>di</strong> lei. Si sentiva come<br />

una sorta <strong>di</strong> padre sostitutivo?<br />

Brialy: No, più che altro come un fratello. La facevo ridere, e <strong>Romy</strong> amava ridere e amava la vita,<br />

non era affatto una donna malinconica.<br />

SPIEGEL: Era “tedesca“, come <strong>di</strong>sse una volta Visconti?<br />

Brialy: All'inizio aveva un forte accento. La prendevamo in giro per questo, soprattutto all'inizio<br />

delle riprese <strong>di</strong> "Christine". Una volta, per la rabbia, gettò tutte le sue cose per terra. Allora le <strong>di</strong>ssi:<br />

"Ma che fai? Non sei mica Rossella a 'Via col vento'! Metti a posto le tue cose. L`assistente non è<br />

la tua cameriera." Fondamentalmente <strong>Romy</strong> è sempre stata sensibile nel trattare con le persone.<br />

Così mi ascoltò e raccolse le sue cose da terra.<br />

SPIEGEL: Perché questa comunicazione in<strong>di</strong>retta?<br />

Brialy: Era pu<strong>di</strong>ca, non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti. Se voleva <strong>di</strong>re "ti amo" o "Mi<br />

manchi” lo faceva sempre in modo in<strong>di</strong>retto <strong>di</strong>ceva "Ti ringrazio. Ho ritrovato la voglia <strong>di</strong> vivere. Mi<br />

sento più forte, mi sento meglio."<br />

SPIEGEL: Si vocifera che <strong>Romy</strong> fosse una perfezionista davanti alla cinepresa. É mai stata<br />

sod<strong>di</strong>sfatta <strong>di</strong> se stessa?<br />

Brialy: Mai. Innanzitutto era completamente concentrata sul suo lavoro. Piccoli e Depar<strong>di</strong>eu si<br />

<strong>di</strong>vertivano a <strong>di</strong>strarla e a confonderla. Una volta Gérard le fece delle smorfie e a <strong>Romy</strong> alla fine


scappò da ridere e <strong>di</strong>sse: "È pazzo, quel tizio lì, lui è semplicemente pazzo." Un istante dopo era <strong>di</strong><br />

nuovo completamente concentrata.<br />

SPIEGEL: Lei si fidava dei suoi registi?<br />

Brialy: Lei <strong>di</strong>ceva: "I registi sono ladri che tentano <strong>di</strong> rubarmi l`anima. A volte ne do un pezzo, a<br />

volte no...". Aveva sempre la sensazione che la si volesse depredare e portarle via qualcosa <strong>di</strong><br />

segreto, d`intimo.<br />

SPIEGEL: Era qualcosa che andava oltre il suo ruolo <strong>di</strong> attrice?<br />

Brialy: Certo. Dal momento in cui si urlava "azione, si gira" lei dava tutto. Non esisteva altro per<br />

lei, si immedesimava completamente nel suo personaggio. Diventava quel personaggio, ma era<br />

una donna inquieta, impaurita. Quando le <strong>di</strong>cevano che era bella, rispondeva con un semplice "Ah,<br />

bene," e quando le <strong>di</strong>cevano che aveva talento, riba<strong>di</strong>va "Ah, bene."<br />

SPIEGEL: Lei una volta ha detto che <strong>Romy</strong> non aveva deciso <strong>di</strong> soffrire,ma ha anche detto che le<br />

persone come <strong>Romy</strong> attirano la sofferenza verso <strong>di</strong> sé. Cosa voleva <strong>di</strong>re?<br />

Brialy: Purtroppo bisogna rendersi conto che la sua vita personale è stata segnata da molti<br />

drammi. Il suo primo marito, Harry Meyen era un bell`uomo, la sfruttava portandole via il denaro.<br />

L´attirava a sé, e al contempo la <strong>di</strong>struggeva. Quando <strong>Romy</strong> decise finalmente <strong>di</strong> lasciarlo, Harry si<br />

tolse la vita, e lei si sentì responsabile <strong>della</strong> sua morte. Si potrebbe <strong>di</strong>re che ha sempre avuto<br />

storie con uomini che erano lì per <strong>di</strong>struggerla. Senz`ombra <strong>di</strong> dubbio vi era una vena masochista<br />

in lei.<br />

SPIEGEL: Nel suo <strong>di</strong>ario <strong>Romy</strong> scrisse: "Un uomo deve costringermi a mettermi in ginocchio."<br />

Brialy: Trovava fasti<strong>di</strong>osi gli uomini deboli che morivano d`ammirazione per lei. Aveva bisogno <strong>di</strong><br />

un rapporto potente e passionale. Credeva che l`uomo dovesse dominarla.<br />

La causa dell´improvviso decesso é stato un arresto car<strong>di</strong>aco dovuto alla troppa sofferenza, alla<br />

troppa sfortuna, alle troppe pillole per rimanere sveglie e per dormire. Ha vissuto per tre o quattro<br />

anni con l`aiuto dei farmaci, non droghe, ma pillole, anche per dormire. Si è avvelenata con le sue<br />

stesse mani finché il suo cuore si è fermato. Il suo cuore era stanco, già tre mesi prima <strong>della</strong> morte<br />

le era stato rimosso un rene e da allora aveva problemi <strong>di</strong> salute.<br />

<strong>Romy</strong> amava così tanto la vita, da morire per la vita stessa.<br />

Questa intervista é stata realizzata da Lars-Olav Beier e da Stefan Simons<br />

"Voglio vivere semplicemente "<br />

Di Evi Seibert, SWR-Stazione Ra<strong>di</strong>ofonica Parigi


Per i francesi <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> è stata prima la nuova amichetta <strong>di</strong> Alain Delon e poi una delle loro<br />

più gran<strong>di</strong> icone cinematografiche. Che l'attrice fosse originaria <strong>di</strong> Vienna non aveva alcuna<br />

importanza per i francesi, <strong>Romy</strong> è stata semplicemente adottata.<br />

Sulla scia <strong>di</strong> Alain Delon, che lei adorava oltre misura, entrò nella scena cinematografica e teatrale<br />

francese. Il regista Luchino Visconti la scoprì e promosse il suo talento. Anni dopo lei lo ringraziò<br />

con la sua can<strong>di</strong>da vocina da ragazza in un <strong>di</strong>scorso toccante al Festival del Cinema <strong>di</strong> Cannes.<br />

"Questa sera penso all'uomo che mi ha insegnato il mio lavoro, che è stato il mio maestro e il mio<br />

più fedele amico. Luccino Visconti. Lui sarebbe orgoglioso <strong>di</strong> me."<br />

"Poi si perde tutto"<br />

Fin dall'inizio, <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> conosceva i pericoli del mestiere che l`avrebbero insi<strong>di</strong>ata<br />

nell'anima e nel corpo: "Soprattutto per una donna prima o poi arriva il momento in cui la carriera<br />

finisce, perché si è vecchi o si perde il fascino. Allora se non hai costruito una vita reale con<br />

persone che ti amano, che ti restano sempre vicini, con dei figli, si perde tutto... "<br />

Il sogno <strong>di</strong> vedere un bel tramonto<br />

Questi erano i suoi piani per il futuro, ma andò in modo molto <strong>di</strong>verso. Tutti i rapporti con i molti<br />

mariti andarono in frantumi. L`indomito Alain Delon l`umiliava con la sua infedeltà. Si separó dal<br />

marito, l´intellettuale Harry Meyen, con cui era andata a vivere a Berlino, e nemmeno a Parigi, con<br />

l`astuto segretario Daniel Biasini fu felice. Alla fine riconciliò con Alain Delon. Nonostante la<br />

bancarotta, era riuscita a costruirsi una tranquilla vecchiaia: "Non voglio stare davanti alla<br />

cinepresa fino a 80 anni. Vorrei trasferirmi in campagna e sedermi da nonna sotto gli alberi <strong>di</strong> frutto<br />

nel mio giar<strong>di</strong>no. Voglio vivere semplicemente ..."<br />

Questa volontà <strong>di</strong> vivere ricevette un duro colpo quando il figlio 14 enne morì in un terribile<br />

incidente. <strong>Romy</strong> <strong>Schneider</strong> pensò ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> recitare e pregò i me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> lasciarla in<br />

pace.<br />

Sepolta nel cimitero del paese<br />

Tuttavia continuò a recitare il suo ultimo film, "La signora è <strong>di</strong> passaggio". Comprò, con gran<strong>di</strong><br />

problemi finanziari, una casa a cinquanta chilometri da Parigi, nella piccola citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> Boissysans-avoir.<br />

I suoi beni erano stati consumati dal patrigno e dai suoi partner. Lì in campagna voleva<br />

trovare la pace.<br />

<strong>Romy</strong> non è riuscita a invecchiare sotto gli alberi <strong>di</strong> frutta come sognava. Fu invece sepolta nel<br />

cimitero del paese. Prima del suo trasloco morì nel suo appartamento <strong>di</strong> Parigi per insufficienza<br />

car<strong>di</strong>aca. Il suo grande amore, Alain Delon, organizzò il suo funerale e si preoccupò <strong>di</strong> far ubicare<br />

il figlio vicino alla madre nella stessa tomba. Per non farla star sola nella morte, come in vita<br />

troppo spesso accadde.

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