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istituto comprensivo statale

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ISTITUTO COMPRENSIVO<br />

Di Scuola Materna, Elementare e Media<br />

VILLANOVA –ZUNGOLI<br />

Scuola Media Statale di Zungoli (AV)<br />

Anno scolastico 2000-2001<br />

Classe prima, sez.A


Gli alunni della scuola Media <strong>statale</strong> di Zungoli,<br />

rappresentati, quest'anno dalla prima classe, si<br />

ritrovano ,puntuali , al secondo appuntamento con la<br />

Scuola media " A. Covotta" di Ariano Irpino per la<br />

realizzazione del progetto di Storia,in rete con le<br />

scuole del distretto scolastico n° 1 , dal titolo: " dalle<br />

storie alla storia: il viaggio e la conoscenza storica, i<br />

giovani e la memoria".<br />

Aderiscono a tale progetto perché ne condividono<br />

appieno la motivazione, che vuole un'innovazione<br />

metodologica e didattica dell'insegnamento della storia,<br />

per offrire ai giovani l'opportunità di "imparare<br />

facendo" attraverso un'opera di ricerca e di<br />

promozione culturale per e sul territorio.Ne<br />

condividono le finalità, volte soprattutto alla centralità<br />

dello studente, della scuola, del docente, del territorio<br />

nella costruzione dei curricula;alla valorizzazione delle<br />

esperienze; alla ricognizione delle risorse e al rispetto<br />

delle diverse tipologie scolastiche.Ne condividono<br />

,altresì, gli obiettivi formativi che sono i seguenti:<br />

conoscere in ambito interdisciplinare e<br />

multidisciplinari l'ambiente e la storia locale;<br />

conoscere le idee-valori che hanno sostanziato la storia<br />

fino a oggi; avviare gli alunni al piacere di "fare storia"<br />

e di effettuare delle prime semplici ricerche con le


testimonianze vive della storia ; favorire il recupero<br />

delle "radici" attraverso la tradizione orale, le mappe<br />

topografiche dei siti antichi e non, delle vie di<br />

comunicazione ,delle tradizioni.<br />

Su "quale strada " incamminarci ",per rispondere al<br />

meglio a questo invito?<br />

La risposta ci è giunta opportunamente e con nostra<br />

grande sorpresa per la "strana " coincidenza<br />

dall'Associazione Turistica Pro Loco del nostro paese<br />

che ha invitato tutta la nostra scuola alla " Prima Festa<br />

della Transumanza ", che si sarebbe svolta a Zungoli,<br />

il 16 e il 17 Settembre 2000 ; che sollievo: un<br />

'occasione e un invito provvidenziale che , come un<br />

dono ,ci ha fornito il Tema del nostro "Viaggio" storico<br />

e, insieme, l'occasione per evadere dall'aula scolastica<br />

e uscire per una piacevole ed inattesa escursione<br />

...storica e campestre.<br />

Il nostro "cammino" ha inizio così; se vi fa' piacere e<br />

se siete curiosi come noi ,seguiteci...


C'è una nota poesia di Giovanni Pascoli ,che abbiamo<br />

or ora studiato ,che inizia con questi versi " C'è<br />

qualcosa di nuovo oggi nel sole, / anzi d'antico: io vivo<br />

altrove e sento..."Anche noi alunni della scuola Media<br />

di Zungoli nella giornata del 16 Settembre 2000<br />

abbiamo avuto la medesima sensazione, di vivere in un<br />

luogo, e di respirare "un'aria d'altro luogo e d'altro<br />

mese e d'altra vita".Partecipando a questa Prima festa<br />

della Transumanza, organizzata dall'Associazione<br />

culturale Pro Loco zungolese,ci siamo sentiti<br />

trasportati indietro e altrove nel tempo e abbiamo<br />

vissuto momenti interessanti ed indimenticabili.La<br />

festa si è tenuta lungo un tratto del percorso del<br />

tratturo Regio Pescasseroli-Candela, nel territorio<br />

zungolese. C'era "un'aria celestina ", come avrebbe<br />

detto ancora Pascoli,ed "è questa una mattina " che<br />

non c'è scuola; siamo usciti a schiera... e abbiamo in<br />

faccia "Zungoli "ventosa..."<br />

E' stato un appuntamento culturale di grande<br />

significato non solo per noi alunni, ma anche per tutta


la popolazione zungolese; per l'occasione sono stati<br />

allestiti, dagli organizzatori, dei gazebo bianchi sotto i<br />

quali sono stati sistemati per gli ospiti tanti assaggi di<br />

piatti tipici zungolesi come :bruschette, fagioli, cotiche,<br />

cicatielli, "maccarun a lu fierr",fichi, formaggi di<br />

diversa stagionatura, offerti dalle ragazze della<br />

associazione Pro Loco.E stato disposto un percorso<br />

lungo il Tratturo( gli diamo la maiuscola perchè è ...il "<br />

sostegno" della nostra escursione! ) per chi avesse<br />

voluto fare un giro a cavallo ,la visita guidata alla<br />

fattoria dell'azienda Susanna che nel passato offriva<br />

ristoro e riposo ai pastori e agli animali abruzzesi.<br />

Lo spazio intorno era talmente vasto, disteso che lo<br />

sguardo vi si perdeva , la mente spaziava e con il corpo<br />

potevamo correre, rincorrerci, saltare, un po' sospinti<br />

anche dal forte vento che per tutta la giornata non ci<br />

ha abbandonati.A far da protagonisti c'erano tante<br />

greggi di pecore che ,ignare del loro ruolo in quel<br />

momento, pascolavano tranquille e sotto lo sguardo<br />

vigile e premuroso dei loro pastori, tra i quali ..il<br />

pastore Serafino( Non è un prestito di Celentano! ).<br />

Verso il crepuscolo, presso il Casone Susanna, è stato<br />

svolto un dibattito sulla cultura della Transumanza da<br />

eminenti personalità del luogo e d'intorno che non<br />

stiamo qui a citare per non dare torto a qualcuno che<br />

potremmo dimenticare.Chi è stato alunno come noi ,<br />

pur se ora si ritrova con i capelli bianchi( in giro non se<br />

ne vedono , ma chi ce l'ha ...sa di averli!), potrà<br />

comprenderci se confessiamo che almeno inizialmente<br />

questo stare ad ascoltare altri " Maestri" ,dopo aver<br />

avuto la fortuna di scansare,per una mattina , Quelli<br />

della scuola, ci ha "disturbato un po' ", ma tant'è ,è la<br />

croce e la delizia di noi studenti fare ovunque gli


allievi.Confessiamo pure, però, che , mano a mano che<br />

andavano avanti con il discorso, ci siamo sentiti<br />

coinvolti, interessati e partecipi ( proprio come ci<br />

vogliono gli insegnanti).<br />

In serata, quando ormai eravamo stanchi , è<br />

intervenuto in soccorso all'energia festosa che stava<br />

per cedere , il gruppo folcloristico " La Pacchiana" di<br />

Montecalvo Irpino che, in barba a quello che farebbe<br />

pensare il nome , in modo simpatico e allegro ci ha<br />

intrattenuti per un bel po' , coinvolgendo nei loro balli<br />

e canti la popolazione zungolese<br />

Tutta la festa, in ogni suo aspetto, è stata molto<br />

significativa, interessante e, pensiamo, indimenticabile.<br />

Per ricordare la Transumanza, essa è solo l'inizio, noi<br />

non ci fermiamo qui, continuate, perciò, a seguirci, e<br />

insieme faremo un viaggio a ritroso nel tempo, fra<br />

pastori, greggi, amicizia e ...natura di oggi e "d'altra<br />

vita", per dirla sempre con le parole del Pascoli


Passato e presente … sullo stesso territorio.


Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.<br />

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori<br />

lascian gli stazzi e vanno verso il mare:<br />

scendono all'Adriatico selvaggio<br />

che è verde come i pascoli dei monti.<br />

Han bevuto profondamente ai fonti<br />

alpestri, che sapor d'acqua natìa<br />

rimanga ne' cuori esuli a conforto,<br />

che lungo illuda la lor sete in via.<br />

Rinnovato hanno verga d'avellano.<br />

E vanno pel tratturo antico al piano,<br />

quasi per un erbal fiume silente,<br />

su le vestigia degli antichi padri.<br />

O voce di colui che primamente<br />

conosce il tremolar della marina!<br />

Ora lungh'esso il litoral cammina<br />

la greggia.Senza mutamento è l'aria.<br />

Il sole imbionda sì la viva lana<br />

che quasi dalla sabbia non divaria.


Isciacqìo,calpestìo, dolci romori.<br />

Ah perché non son io co' miei pastori?


Gli alunni, entusiasti del ... viaggio intrapreso , si<br />

sparpagliano sul territorio zungolese, "su le<br />

vestigia degli antichi padri ",alla ricerca delle<br />

persone che siano state testimoni oculari del<br />

fenomeno e , quindi, sono preziose " fonti<br />

storiche" dirette di esso . Via, a chi ne scova di<br />

più!


1) In quali periodi dell'anno passavano gli Abruzzesi?<br />

2) Fino a quando sono passati per il nostro tratturo?<br />

3) Quando vi siete resi conto che non passavano più, che avete<br />

pensato fosse loro accaduto?<br />

4) Da quanti pastori e animali era costituito ,più o meno, un<br />

gruppo?<br />

5)Eravate curiosi di vederli da vicino o vi bastava osservarli da<br />

lontano?<br />

6) Avete mai scambiato una parola con essi o dato loro ristoro?<br />

7) Si fermavano per una sosta da queste parti e se sì, quali<br />

ricordi avete di queste soste?<br />

8)Che ricordo particolare avete di questi passaggi?<br />

9) Sapevate allora chi erano, da dove provenivano e dove<br />

andavano questi abruzzesi?<br />

10) Oggi i tratturi, secondo voi, di chi sono? Come vengono<br />

sfruttati?<br />

11) Esprimete un vostro giudizio su questo fenomeno di ieri.<br />

Va da sè che queste domande hanno costituito solo una guida in<br />

questi incontri-intervista, variamente utilizzate da noi alunni,<br />

secondo la " piega" del discorso,l'umore dell'intervistato/a,<br />

l'esperienza maturata in proposito.


Il Casone , luogo di sosta per le greggi dirette in Puglia.


Gli Abruzzesi sono passati per il tratturo di Zungoli fino ai<br />

primi anni '70,dopo di allora non li abbiamo più visti,non so ,<br />

chiaramente perché e che fine hanno fatto, tuttavia ci è<br />

dispiaciuto , pur se col tempo ci siamo abituati alla loro<br />

assenza.Passavano per il tratturo che sta a trenta metri dalla<br />

nostra masseria, e spesso facevano anche una sosta , a pochi<br />

passi da noi, in uno spiazzo dove allestivano le tende e<br />

passavano la notte ; nello stesso spiazzo ora c'è la discarica di<br />

Zungoli e di Villanova;che scifo l'immondizia, allora tutta sta<br />

schifezza non c'era !<br />

Io con la mia famiglia, molto numerosa, perché composta di 11<br />

figli, ero molto curiosa di vederli da vicino questi abruzzesi,<br />

perciò quando li sentivamo avvicinarsi, annunciati da lontano<br />

dalle campane delle mucche ,correvamo verso il tratturo,<br />

gridando allegri : " currim, pass'n l' abbruzzis ". Era quasi una<br />

festa ,un avvenimento straordinario vederli passare, eravamo<br />

curiosi di avvicinarci a loro, osservarli da vicino, tentare di<br />

contare le loro bestie; chiaramente era impossibile riuscirci,<br />

perché gli animali erano tanti, forse due o trecento, o anche di<br />

più, per cui iniziavamo a contarli ma poi lasciavamo stare.<br />

Anche noi avevamo gli animali nella nostra


masseria, ma 10, 15 in tutto! I pastori che accompagnavano la<br />

mandria di animali erano parecchi, intorno a una decina, chi era<br />

a cavallo, chi era a piedi; penso, però ,che si davano il cambio<br />

durante il tragitto, e se no " mica chi semp a cavall e chi semp a<br />

la 'ppier?! per tenere unita la mandria avevano parecchi cani<br />

pastori che li aiutavano.Non abbiamo mai parlato insieme<br />

perchè essi camminavano per i fatti loro, non potevano dare<br />

retta a noi, erano occupati a seguire gli animali e comunque il<br />

dialetto abruzzese era poco comprensibile per noi . Qualcuno<br />

portava un agnello sulle spalle perchè era troppo piccolo per<br />

camminare da solo, mentre i vitellini appena nati li mettevano<br />

nelle bisacce.<br />

Erano molto "bardati", cioè troppo vestiti: avevano addosso<br />

tanti panni di lana di pecora, cappotti, mantelli, cappelli,perché<br />

tutto quello che si portavano dietro ,forse era quello che<br />

avevano addosso;si portavano dietro anche gli attrezzi per la<br />

mungitura e per la cagliatura, poste sulle "varde" degli asini.<br />

Povera gente, ci facevano pena e tenerezza insieme ; erano " dei<br />

poveri Cristi " ,forse anche pìù poveri di noi allevatori e<br />

agricoltori del posto. Per rallegrare in qualche modo le loro<br />

soste o serate o comunque per risollevarsi il morale, i pastori si<br />

trascinavano dietro anche le zampogne, fatte con le pelli di<br />

animali e gli organetti.<br />

Sapevamo che venivano dalle montagne dell'Abruzzo e<br />

andavano in Puglia per pascolare gli animali ; passavano due<br />

volte l'anno: a Novembre, quando raggiungevano la puglia,dove


il clima era più mite e l'erba fresca e un'altra volta a Marzo,<br />

quando ritornavano in<br />

Abruzzo, perché le erbe pugliesi si seccavano, mentre qui ,<br />

nello stesso periodo ,c'erano distese d'erba fresca. Il loro<br />

passaggio coincideva con il migrare degli uccelli, che allora<br />

erano molto più numerosi di oggi. A proposito di Marzo e<br />

degli Abruzzesi, vi voglio raccontare un proverbio famoso a<br />

Zungoli: tutti sanno che il mese di Marzo è un po' pazzo, perciò<br />

anche i pastori abruzzesi quando arrivava questo mese avevano<br />

un po' paura per il cattivo tempo che poteva far morire i loro<br />

animalie non vedevano l'ora che finiva; una volta, un pastore,<br />

felice che il giorno dopo sarebbe stato il primo di Aprile , finiva<br />

perciò Marzo, iniziò a cantare questa canzoncina, rivolgendosi<br />

a Marzo: " agg' vint io,Marz marzill,p'cché l'ainiciell mii hann<br />

crisciut' nu par r' curnill"; Marzo indispettito dall'orgoglio del<br />

pastore , si racconta che andò dal mese di Aprile e così gli si<br />

rivolse: " Aprile aprilese, dammi un po' del tuo mese ,perché<br />

devo "fregare " (scusate per la parola) l'abruzzese. Il mese di<br />

Aprile fu contento di aiutare suo fratello e gli diede altri cinque<br />

giorni per farne quello che voleva.Marzo allora fece fare così<br />

grande maltempo che morirono tutti gli agnelli e le pecore del<br />

gregge del pastore "vantasciuottolo", gli rimasero solo due<br />

agnellini .Non c'è bisogna di commento! Marzo è stato proprio<br />

un fetente.


E' una coincidenza strana, per me, che uno dei miei figli,<br />

quello che più di tutti era incuriosito dagli abruzzesi, oggi vive<br />

e lavora in Abruzzo, a L 'Aquila e la casa in cui abita è proprio<br />

di proprietà di un pastore abruzzese: I tempi cambiano e le<br />

condizioni di vita anche.


Gli Abruzzesi passavano per le nostre parti due volte l'anno:<br />

a Novembre, quando andavano in Puglia, e a Maggio,<br />

allorquando ritornavano in Abruzzo. Lasciavano la loro<br />

terra e emigravano in Puglia perché qui il clima era più<br />

mite, perciò faceva più caldo, mentre nello stesso periodo in<br />

Abruzzo faceva molto freddo.<br />

Questi pastori sopportavano il freddo gelido , erano vestiti<br />

con gli indumenti tipici dei pastori di allora, cioè stivali,<br />

maglie di lana, gilet di pelle e rivestito internamente di lana<br />

di pecora, detto " puzzone".<br />

Ogni gruppo di pastori , otto-dieci, era accompagnato da<br />

circa quattro o cinque asini, qualche cavallo,cinque-<br />

seicento pecore, trecento mucche, circa.<br />

Sugli asini erano sistemate delle bisacce contenenti<br />

strumenti da lavoro,coperte, cibo, agnellini o vitellini<br />

appena nati.<br />

Durante il loro tragitto, i pastori si accampavano dove<br />

trovavano più opportuno farlo, recintavano i capi di<br />

bestiame per non farli allontanare quando essi<br />

dormivano.La sera mungevano le pecore e facevano il<br />

formaggio, una parte del


quale lo mangiavano essi stessi, un'altra parte lo vendevano<br />

. Era poco quello che mangiavano.<br />

I custodi del bestiame erano giovani ,avevano tra i 20 e i 40<br />

anni.Essi facevano questo lavoro per sopravvivere.A<br />

Zungoli sostavano prevalentemente nella zona del Toppo<br />

dell'Anno, occupata, oggi, da una discarica,oppure alla<br />

cosiddetta ""Taverna". I proprietari del bestiame erano<br />

ricchi e i pastori lavoravano per loro come operai. Quando<br />

le scorte di cibo si esaurivano, intervenivano i capi che<br />

procuravano l'occorrente.<br />

Gli Abruzzessi nel mese di Ottobre andavano in Puglia perché<br />

in quel periodo dell'anno in Abruzzo faceva molto freddo, nel<br />

mese di Maggio vi ritornavano , perché stava crescendo l'erba<br />

fresca.


Il gregge era costituito da circa 400-500 capi di bestiame ,<br />

accudito da una decina di pastori ; vi erano anche muli e asini<br />

adibiti al trasporto degli attrezzi del mestiere, cioè la rete per<br />

costruire i recinti per il bestiame nelle soste, la " caurara" per<br />

cagliare il latte, le forbici tosatrici, ecc.<br />

Quelli che pascolavano le pecore si chiamavano garzoni ,infatti<br />

i proprietari restavano o in Abruzzo o in Puglia. Nel mese di<br />

Maggiop , verso le quattro di pomeriggio , i pastori si<br />

fermavano per cagliare il latte.<br />

La transumanza, che noi chiamavamo " Passn l'abbruzzis",era<br />

un momento faticosissimo, poiché durava più di venti giorni<br />

solo per l'andata e altri venti giorni per il ritorno.Noi eravamo<br />

curiosi di vederli da vicino, perché vedendo tante mucche,<br />

eravamo entusiasti e curiosi. Con gli abruzzesi praticavamo<br />

anche una specie di baratto, perché noi davamo loro la legna<br />

per il fuoco e loro ci davano, in cambio ,formaggio e ricotta.<br />

Oggi questi non passano più e da tanti anni, ormai, da quando il<br />

bestiame cominciò a essere trasportato con i camion o con i<br />

treni. A noi piaceva molto questo fenomeno, ci piaceva sentire<br />

il suono dei campanacci delle mucche che annunziavano da<br />

lontano il loro passaggio; la capo- mucca era detta "manzo".I<br />

cavalli e i muli venivano ospitati dalle nostri parti nelle<br />

taverne; i tavernari ,quando gli animali se ne andavano,<br />

raccoglievano i cereali avanzati e con essi davano da mangiare


agli animali propri; questa loro abitudine a rastrellare gli<br />

avanzi, è valso loro l'epiteto de " li tav'rnar cannarut e<br />

cavallar".<br />

Gli Abruzzesi ,nel periodo in cui praticavano la transumanza,<br />

passavano a Settembre per andare in Puglia, e a Giugno per far


itorno in Abbruzzo.Essi sono passati per il nostro Tratturo<br />

fino al 1972, circa.<br />

Noi non sapevamo chi erano esattamente questi pastori e<br />

vaccari ,però sapevamo che provenivano dall'Abruzzo e<br />

andavano in Puglia, e vivevano con questa attività. Le greggi<br />

erano costituite da circa 900-1000 animali e i pastori che le<br />

accompagnavano erano ogni volta una decina ,seguiti da cani-<br />

pastori.Avevano con sé anche qualche cavallo, sui quali a turno<br />

andavano in groppa, qualche mulo su cui erano caricate le loro<br />

cose , come gli attrezzi per la mungitura e per la cagliatura..Di<br />

notte dormivano nelle tende che si portavano dietro. Con noi<br />

non hanno mai scambiato una parola , camminavano per i fatti<br />

loro; facevano qualche sosta per riposarsi e poi<br />

ripartivano.Quando passavano noi ci accontetevamo di<br />

osservarli da lontano.<br />

Dopo il 1972 non si sono più visti passare e abbiamo pensato<br />

che la transumanza era finita.<br />

Gli Abruzzesi sono passati per il nostro tratturo fino a<br />

trent'anni fa'; passavano a Novembre per andare in Puglia e a<br />

Marzo per ritornare nella loro terra.


Una loro sosta fissa era nel posto del Toppo dell'Anno, dove<br />

ora vi è il campo sportivo. Ogni gruppo era costituito da tre<br />

pastori: uno andava avanti al gregge, uno dietro e uno<br />

sull'asino,sul quale c'erano delle bisacce dove vi era la legna, il<br />

treppiedi i vitellini e gli agnellini appena nati,perciò troppo<br />

teneri per camminare a piedi da soli.Qualche agnellino lo<br />

portavano in braccio i pastori.A volte ci hanno dato delle<br />

ricotta. Quando pioveva si rifugiavano nelle tende che si<br />

preparavano per l'occasione.Questi pastori erano poveri e<br />

dovevano portarsi tutto dietro. Negli ultimi tempi che li<br />

abbiamo visti passare avevano anche qualche macchina.<br />

Gli Abruzzesi passavano in primavera e in estate. Essi<br />

portavano una mandria costituita da circa 1000 pecore e 5000<br />

mucche, ciascuna delle quali aveva una campana al collo.


Per tenere a bada tutto questo bestiame, a ogni 100 capi<br />

corrispondevano quattro pastori.<br />

Noi ci accorgevamo del loro passaggio già dal suono delle<br />

campane del bestiame e correndo a guardarli gridavamo: "<br />

currit, mo' arriv'n l'abbruzzis". I pastori erano vestiti<br />

miseramente: calzavano stivali di plastica per non bagnarsi<br />

eventualmente pantaloni e piedi, un gilèt di pelle , imbottito di<br />

lana ,detto "pruzzone".<br />

Essi portavano con sé tutto l'occorrente per la lavorazione del<br />

formaggio e per il loro vivere quotidiano.Per le soste si<br />

accampavano, per lo più nelle vallate, laddove si riposavano<br />

loro e le bestie. Se, durante il cammino nasceva un vitellino o<br />

un agnellino, lo caricavano sulle bisacce portate dai cavalli.<br />

Da circa cinquant'anni non li abbiamo più visti passare;<br />

inizialmente ne abbiamo sentito un po' la mancanza, perché era<br />

un appuntamento, tutto sommato,piacevole, i pastori, infatti<br />

erano cordiali, discreti e generosi; qualche volta ci regalavano<br />

anche pezzi del loro formaggio, perché intuivano che noi non<br />

ce la passavamo poi meglio<br />

di loro; col passare del tempo ci siamo abituati a questa<br />

assenza; ce li ricordiamo, tuttavia con affetto e con un po' di<br />

nostalgia.


A Zungoli il tratturo Regio Pescasseroli – Candela, lascia la Campania<br />

e si incammina nella Puglia.


Fin dai tempi più antichi, possiamo dire da quando l'uomo<br />

hascoperto la pastorizia, i cicli delle stagioni hanno costretto<br />

gli uomini e le loro greggi a periodiche migrazioni annuali dai<br />

monti alle pianure e viceversa.<br />

La natura e la morfologia dei luoghi, la presenza o meno di<br />

acqua e di foraggio, hanno determinato i percorsi e gli itinerari<br />

di tali migrazioni,seguiti anche dall'uomo sapiens, diventato<br />

pastore nomade e transumante nell'Appennini , nel 4.000a.C.<br />

Nell'urbanistica preistorica,quindi, il territorio era costituito da<br />

una rete di itinerari in cui greggi e pastori transumavano due<br />

volte l'anno: in primavera verso i monti, in autunno verso la<br />

pianura.<br />

Oggi diciamo tratturi ( dal latino "tractoria") tali itinerari ben<br />

definiti e delimitati sul terreno e nel catasto rurale, larghi a<br />

volte più di cento metri che hanno composto e risolto gli<br />

inevitabili dissidi e scontri tra i pastori transumanti e i<br />

contadini sedentari, probabilmente alquanto irritati verso i<br />

greggi che calpestavano e brucavano i frutti della propria<br />

fatica.<br />

" Il più importante monumento della storia economica e<br />

sociale di quei territori interessati dalla migrazione stagionale<br />

degli armenti." Così il decreto legge del Ministero dei Beni<br />

Culturali ed ambientali definisce i tratturi..<br />

La legge n. 746 del 20 Dicembre 1908 ha sancito l'alienazione<br />

di tutti i tratturi allora esistenti, conservandone quattro, i


quattro grandi tratturi di Puglia : 1) L'Aquila-Foggia; 2)<br />

Celano-Foggia; 3) Pescasseroli-Candela; 4) Castel di Sangro-<br />

Lucera.<br />

Già i Romani classificarono le vie armentizie " Calles<br />

publicae, cioè vie pubbliche, le protessero e le regolarono con<br />

leggi, tutelando lungo il loro percorso mandrie e mandriani,<br />

pecore e pastori. Già Questi capirono l'enorme ricchezza che<br />

poteva derivare dalla pastorizia; basti ricordare che il termine<br />

"pecunia"(ricchezza) deriva da " pecus",pecora,. Proteggendo i<br />

pascoli, è logico, proteggevano i tratturi: da allora il destino del<br />

tratturo è strettamente collegato all'evoluzione della<br />

transumanza.E così quando la transumanza assunse modelli e<br />

forme industriali, i tratturi diventarono grandi come le<br />

autostrade: 111metri e 63 centimetri, misura che non doveva<br />

restringersi per nessun motivo. Furono gli Aragonesi a<br />

stabilirne la larghezza, insieme ad un'altra serie di norme<br />

contenute in una complessa legislazione e un'amministrazione<br />

articolare, chiamata " Dogana della mena delle pecore",che<br />

risale al 1447. Anche più tardi i tratturi furono protetti con<br />

severi leggi: durante il periodo spagnolo chiunque avesse "<br />

Divelto o spostato" i termini di pietra apposti lungo i confini<br />

dei tratturi era punibile con la morte: Ah, le grida spagnole!<br />

Dopo aver raggiunto l'apogeo nel periodo aragonese, la<br />

transumanza va in declino e con essa i tratturi. Nel 1865 una<br />

legge stabilì che i tratturi restassero inalterati solo per un


periodo transitorio, finché i proprietari terrieri confinanti non<br />

avessero voluto acquistare l'area pagando un prezzo di stima.<br />

In questi ultimi anni altre leggi hanno tutelato i tratturi, ma le<br />

tracce , già nel periodo spagnolo, iniziavano a scomparire<br />

progressivamente dal terreno. Parti di essi legalmente per<br />

assegnazione del demanio o illegalmente per usurpazioni<br />

cominciarono ad essere coltivati. Intanto alcuni centri abitati si<br />

vennero estendendo sui suoli tratturali che, di conseguenza,<br />

vennero concessi ai comuni.<br />

Oggi il tratturo è largo circa sessanta metri: percorrerlo<br />

significa andare alla scoperta, non solo di un elemento<br />

paesaggistico ed agrario, quanto di una dimensione umana ed<br />

ambientale: quella che i pastori hanno lasciato lungo questa "<br />

ampia via d'erbe e di pietra, deserta, ineguale, tacita, come<br />

stampata d'orma gigantesca".


Un “fiume di cemento” taglia “ l’erbal fiume”,<br />

alle porte di Zungoli.


Il Regio tratturo Pescasseroli -Candela è stato destinato sin<br />

dall'antichità al transito degli armenti; esso nasce sul confine fra<br />

il tenimento di Gioia e Pescasseroli alle sorgenti del fiume<br />

Sangro in località Campomizzo. Attraversa le Regioni di<br />

Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, termina il suo percorso al<br />

pozzo di S. Mercurio ,nel tenimento di Candela, in provincia di<br />

Foggia, per una lunghezza di 114 miglia e 636 passi, circa 170<br />

chilometri di verde pascolo, per una larghezza originariamente<br />

di m. 111,60, ridotti attualmente a circa 60 .<br />

Tale tratturo corrisponde alla via Minucia, una famosa strada<br />

romana che prende nome dall'antica famiglia romana. Ma i<br />

quasi 212 chilometri hanno una storia molto più antica : se le<br />

testimonianze scritte del tratturo risalgono al periodo romano, i<br />

tracciati vanno ricollegati alle antichissime piste di epoca<br />

protostorica al servizio delle popolazioni che abitarono il<br />

nostro territorio prima della conquista romana. I Sanniti<br />

trovarono qui da noi queste piste già modificate dall'uomo e<br />

battute dalle greggi transumanti. Fu infatti sull'intenso traffico<br />

esistente che essi lungo i tratturi edificarono già nel V e nel<br />

VI sec. a. C. le più belle fortificazioni, tuttora ben conservate.<br />

Lungo il Pescasseroli-Candela basti ricordare gli importanti<br />

centri di Sepino, di Boiano e di Larino,


tutte città che fecero la loro fortuna proprio per la loro<br />

posizione agli incroci di importanti tratturi.<br />

" Per itinera callium" è l'espressione contenuta nell'epigrafe<br />

dei " conductores" di transumanze,incisa nel piedittrico<br />

meridionale del prospetto esterno della porta detta di Boiano a<br />

sepino, datata Ottobre 168 d. C., e ivi collocata a designare gli<br />

attuali tratturi.<br />

Durante gli spostamenti stagionali dall'Apulia al Sannio,<br />

appositi incaricati controllavano le greggi imperiali, nel timore<br />

che, tra i pastori, si fossero infiltrati schiavi fuggitivi o che vi si<br />

nascondesse del bestiame rubato.<br />

La suddetta epigrafe descrive la via Minucia, l'attuale tratturo<br />

che da Pescasseroli ( Abruzzo) si dirige a Candela ( Puglia). Di<br />

essa che attraversa il Sannio, parlano anche Cicerone e<br />

Strabone; l'attraversò anche Annibale per dirigersi in Puglia. La<br />

via Minucia era ,praticamente, la " via delle greggi, degli<br />

eserciti e della cavalleria".<br />

Tra la pianura di Sepino e S. Croce del Sannio si erge un<br />

altopiano che raggiunge l'altezza di 854 m., dedicato a San<br />

Martino, il santo dei viandanti. A circa un chilometro da Colle<br />

San Martino c'è la contrada Campanari ,con i resti di un antico<br />

campanile di epoca medioevale, e qui si notano antiche mura,<br />

resti di doli in argilla e , qualche tempo fa' vi è stata trovata una<br />

moneta di bronzo del tempo di Gordiano III (238 d. C.) con la<br />

scritta :" Imperator Gordianus Pius Felix Augustus".


In queste " stationes" ,attuali contrade di campagna lungo il<br />

tratturo, fiorirono le industrie del formaggio,della lana, dei<br />

panni di<br />

lana, attività che saranno ereditate dagli abitanti dei casali e dei<br />

castelli che sorgeranno intorno all'anno mille. In tutte le<br />

famiglie,infatti, vi era un telaio per tessere e fare i panni di lana.<br />

Si organizzarono, durante il periodo preistorico e più tardi<br />

durante l'Impero romano e tutto il medioevo, tutta una serie di<br />

servizi pubblici, quali taverne, mulini, fornaci, officine varie,<br />

fontane e pozzi per l'abbeveraggio, nonché edifici di culto,<br />

prima pagani e poi cristiani, sori sia sul tracciato del tratturo<br />

che nelle immediate vicinanze. Questi servizi erano necessari<br />

per consentire ai pastori di potersi ristorare e ritrovarsi<br />

all'imbrunire nelle varie chiesette per la recita delle preghiere<br />

e la naturale richiesta della protezione divina.<br />

Dal colle di San Martino , costeggiando il fiume Tammaro, il<br />

grande tratturo si dirigeva verso Cuffiano, Pontelandolfo e<br />

Telesia. Continuando il percorso, il tratturo attraversa le<br />

contrade Cardella, Minghecoscia, Pettunti, tutte derivanti dalle<br />

antiche Stationes; ancora: Circello ,centro storico che<br />

sicuramente rimonta all'anno mille. Si dirige, poi, verso la<br />

contrada Macchia, Reino, San Marco dei Covoti, Casalbore,<br />

Ariano Irpino, Villanova del Battista, Zungoli,Monteleone di<br />

Puglia, Anzano, Sant'Agata di Puglia, Rocchetta Sant'Antonio,<br />

Candela.


Aquila: Pescasseroli, Opi, Cividella Alfedena, Barrea, Alfedena,<br />

Scontrone,<br />

Castel di Sangro.<br />

Isernia: Rionero Sannitico, Forlì del Sannio, Isernia, Miranda,<br />

Pettoranello<br />

Maria del<br />

del molise, Castel Petroso, Sant'Angelo in grotte, Santa<br />

Molise, Cantalupo del Sannio.


Campobasso: San Massimo, Boiano, San Palomatese,<br />

Campochiaro,<br />

Guardiaregia, Sepino, Cercemaggiore.<br />

Benevento: Morcone, Santa Croce del Sannio, Circello, Pesco<br />

Sannita,<br />

Reino, San Marco dei Cavoti, San Giorgio la Molara,<br />

Buonalbergo.<br />

Avellino: Casalbore, Montecalvo Irpino, Ariano Irpino, Villanova<br />

del<br />

Battista, Zungoli.<br />

Foggia: Monteleone di Puglia, Anzano di Puglia, Rocchetta<br />

Sant'Antonio,<br />

Candela.<br />

Il destino dei tratturi è stato determinato e condizionato dall'<br />

importanza o meno della pastorizia e dell'allevamento nel corso<br />

dei secoli.


Nel nostro secolo queste attività hanno subito una profonda<br />

decadenza,alla quale hanno contribuito ,da un lato la bonifica<br />

delle pianure costiere,che ha ristretto lo spazio ruservato ai<br />

pascoli invernali, dall'altro l'emigrazione e le condizioni<br />

disagiate in cui erano costretti a vivere i pastori.<br />

Con il decadimento della pastorizia queste "antiche vie" , già<br />

da tempo hanno subito delle modifiche; una parte è stata,<br />

infatti, adattata ad altro tipo di strada,come ,per esempio, è<br />

accaduto un tratto del Nostro tratturo, laddove i lavori per la<br />

costruzione della strada ferrata, che collega Benevento con<br />

Goggia,avvenuta agli inizi della seconda metà del secolo<br />

scorso, hanno in pieno attraversato questo antico<br />

tratturo,provocandone ,in parte l'abbandono, in parte la fine di<br />

questa pista.<br />

Una parte è stata messa a coltura ordinaria, riconoscendo anche<br />

diritti di prelazione ai proprietari fondisti.<br />

Resta, comunque, l'importanza storica e archeologica che<br />

hanno avuto per il passato queste grandi vie di comunicazione<br />

per il commercio, lo scambio, la vendita dei prodotti caseari e<br />

principalmente della lana.<br />

Zungoli, in particolare con questa che è stata definita :" Prima<br />

Festa della Transumanza", svoltasi, come dicevamo all'inizio<br />

del nostro lavoro e dalla quale siamo partiti per il nostro


"viaggio" storico-culturale, vuole tentare di riscoprire quelle<br />

che sono le radici storiche , culturali e " lavorative" del nostro<br />

territorio; sì, lavorative, anche ,perché con questa festa si è<br />

voluto lanciare ,tra l'altro, un messaggio di offerta di un bene, il<br />

tratturo, pronto, naturale, facilmente fruibile per il turismo.<br />

Occorre soltanto valorizzare ciò che abbiamo già,è un bene " a<br />

portata di mano", per un turismo culturale, aternativo, di<br />

riposo, ma anche di riscoperta dei valori dell'agricoltura,<br />

dell'allevamento sano, dei valori antichi . E' questo l'obiettivo ,<br />

la sfida che la nostra piccola comunita' ha voluto lanciare come<br />

un momento di risorsa economica per il nostro paese.


Il tratturo ancora oggi terra di pascolo e di transito per qualche<br />

gregge .<br />

Il tratturo Regio Pescaseroli – Candela in località Toppo<br />

Dell’Anno ,nei pressi di Zungoli : IERI “tappeto d’erba” per il<br />

riposo degli armenti stanchi ,OGGI “Ager “ invaso dai nostri<br />

rifiuti…


. . . . e dai pali


Gli alunni misurano la larghezza attuale del tratturo nei pressi di Zungoli<br />

:dai 111,63 m. originari sono rimasti ora 55 metri.


I tratturi sono regolati da un'antica legislazione: costituiscono<br />

il demanio armentizio, come tali equiparati alle strade ( art. 822<br />

c.c.), sono inalienabili se non nei modi stabiliti dalle leggi ( art.<br />

823 c.c.).<br />

Lo Stato,( o gli enti pubblici territoriali,quali soggetti di<br />

pubblica amministrazione) svolgono su di essi un insieme di<br />

poteri di vigilanza, conservazione, custodia.<br />

Con il Regio Decreto del 30 Dicembre 1923 n. 3244, le<br />

aggiunte e le modifiche apportate dai successivi Regi Decreti,<br />

le competenze in materia di tratturi, continuando ad essere<br />

demanio pubblico, passano dalla dipendenza diretta del<br />

Ministero delle Finanze a quella del Ministero dell'Agricoltura


e delle Foreste. Tale Ministero ha provveduto a pubblicare un<br />

elenco di tutti i tratturi fino ad oggi individuati. L'elenco è<br />

tuttavia incompleto, e la spiegazione è molto semplice:gli Enti<br />

e tutti coloro che potevano essere a conoscenza dell'esistenza di<br />

altri tratturi facenti parte della fittissima rete viaria legata alla<br />

transumanza, non avevano certamente interesse a denunciare la<br />

presenza sul territorio di altre vie di comunicazione, poiché le<br />

stesse risultavano ormai occupate e destinate ad altro uso.

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